Visualizzazione post con etichetta cannibali. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta cannibali. Mostra tutti i post

sabato 27 aprile 2019

Film 1558 - Split

Intro: Lo avevo visto qualche tempo fa al cinema e mi era piaciuto, sembrava sensato dargli un'altra possibilità.
Film 1558: "Split" (2016) di M. Night Shyamalan
Visto: dal pc portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: Film 1315 - Split
Film 1558 - Split
Film 1655 - Split
Film 1760 - Glass
Cast: James McAvoy, Anya Taylor-Joy, Betty Buckley, Haley Lu Richardson, Jessica Sula, Sebastian Arcelus, Brad William Henke, Bruce Willis.
Box Office: $278.5 milioni
Vale o non vale: Capace di creare tensione e non pochi momenti di disturbante incredulità, "Split" vive della magnifica performance di James McAvoy, qui camaleontico come non mai. Avrebbe sicuramente meritato qualche nomination in più per la sua stupefacente interpretazione (di Dennis / Patricia / Hedwig / The Beast / Kevin Wendell Crumb / Barry / Orwell / Jade). Vedere per credere.
Premi: /
Parola chiave: Tagli.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 26 marzo 2018

Film 1482 - The Silence of the Lambs

Intro: E’ il primo film horror ad aver vinto l’Oscar per il Miglior film. Ha generato una vera e propria saga in seguito al successo ottenuto. Contiene alcune delle frasi cult più famose della storia del cinema. Pronto il bicchiere di Chianti?
Film 1482: "The Silence of the Lambs" (2010) di Jonathan Demme
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: nonostante si possa contestare che il genere di appartenenza di questa storia spazi più nel thriller che nell’horror, non mancano momenti di agghiacciante paura legati ad un immaginario oscuro che non risparmia nulla allo spettatore narrativamente parlando: cannibalismo, serial killer, tortura, rapimento. Ce n’è di carne sul fuoco ed è sempre quella umana;
Hopkins fornisce la sua performance più iconica ed indimenticabile. Nonostante appaia sullo schermo per meno della metà della pellicola è innegabile che “The Silence of the Lambs” gli appartenga dall’inizio alla fine. Ciò non toglie che un Oscar come protagonista sia stata una scelta opinabile, a mio avviso. Tecnicismi a parte, il suo sguardo follemente lucido, la capacità di ispirare terrore solo tramite la mimica gli vale tutti i riconoscimenti conferitigli;
gli anni ’80 hanno regalato tanto a Jodie Foster, stella di serie A di una Hollywood molto diversa da quella di oggi. La sua presenza in questo film ne ha certamente definito spessore e fortuna, pur ridimensionandone i confini con l’arrivo del nuovo millennio. Rivederla qui mi ha ricordato del perché c’è stato un momento in cui è riuscita ad avere l’industria del cinema americana ai suoi piedi;
il film è un’altalena di emozioni delle quali la maggior parte fa riferimento a paura e tensione. La storia viene costruita con calma e delicatezza, evitando tutta quella serie di macabre evidenze che, al contrario, sarebbero state presenti se si fosse realizzata la pellicola al giorno d’oggi. Nonostante l’argomento, quindi, sorprende la scelta registica di astenersi dal mostrare troppo e, anzi, lasciare allo spettatore la possibilità di figurarsi tutti gli orrori raccontati attraverso la propria immaginazione. Poi, certo, non mancano i momenti macabri, meno scontati di quanto ci si aspetterebbe.
Cast: Jodie Foster, Anthony Hopkins, Scott Glenn, Ted Levine.
Box Office: $272.7 milioni
Vale o non vale: imperdibile. Un titolo che ha terrorizzato l’immaginario collettivo del suo tempo, ridefinendone confini di orrore e disgusto. Senza mai scadere nella banalità.
Premi: Vincitore di 5 premi Oscar per Miglior film, regia, attore e attrice protagonisti, sceneggiatura non originale), 1 Golden Globe (Foster) e 2 BAFTA agli attori.
Parola chiave: Buffalo Bill.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 23 febbraio 2017

Film 1315 - Split

Dovevamo andare a vedere "Allied", siamo entrati nella sala sbagliata. E abbiamo visto questo film...

Film 1315: "Split" (2016) di M. Night Shyamalan
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: Non che non lo volessi vedere, semplicemente avrei preferito scegliere quando. E' andata così.
In generale "Split" presenta una storia claustrofobica e inaspettatamente riuscita. Non è un capolavoro, ma bisgona ammettere che fa egregiamente il suo dovere, soprattutto grazie al suo/ai suoi protagonista/i.
Da questo punto di vista, tutto il film lo fa James McAvoy che è spettacolare. Nella scena del finale, (spoiler) quando la ragazza dice il nome completo di Kevin e tutte le personalità si manifestano a ruota, la performance è tanto riuscita da risultare inquietante e al contempo affascinante. Un personaggio dopo l'altro e, solo tramite le espressioni del volto, una persona dopo l'altra. Davvero, davvero notevole.
Il personaggio della terapista (Betty Buckley) è molto bello e l'attrice rimane particolarmente impressa anche se - come mi ha fatto più volte notare la mia amica durante la visione - si sapeva fin dall'inizio che la donna non avrebbe fatto una bella fine...
Per quanto riguarda la storia, il primo tempo è un po' noioso. La presentazione delle personalità protagoniste (che sono 23, ma non si manifestano tutte) è un po' lenta e le tre ragazze rapite continuano a saperne e capirne quanto lo spettatore, per cui si fatica a capire dove si voglia andare a parare. La vera esplosione è nel secondo tempo, con un aumento progressivo dell'ansia e dell'inquietudine oltre che di un francamente inatteso orrore. La storia della bestia è una boiata, ma la resa con cui l'hanno portata in vita è davvero efficace: non si vede mai per intero e mai per troppo tempo, cosicché ognuno è di fatto libero di riempirne i contorni mancanti con le paure che vuole, per un effetto finale che non manca di raccapricciare. E anche qui la metamorfosi e l'espressività di McAvoy sono strabilianti!
Dunque, per quanto inatteso sia stato questo film, devo dire che mi ha davvero convinto e ho ritrovato M. Night Shyamalan di nuovo in formissima. Un risultato finale che è andato ben oltre le mie aspettative.
Film 1315 - Split
Film 1558 - Split
Film 1655 - Split
Film 1760 - Glass
Cast: James McAvoy, Anya Taylor-Joy, Betty Buckley, M. Night Shyamalan, Bruce Willis.
Box Office: $196.1 milioni (ad oggi)
Consigli: Titolo inaspettatamente efficace che si costruisce attorno alla bravura del suo protagonista, qui vero mattatore. Un film un po' lento inizialmente che carbura pian piano e poi scoppia in un finale carico di tensione e disgusto, pur non scivolando mai nello splatter o l'eccessivamente didascalico. Meglio, immaginare è più che sufficiente a turbare chi guarda. Se si cerca una storia che giochi con le emozioni, qui non sono poche quelle chiamate in causa!
Parola chiave: Zoo.

Se ti interessa/ti è piaciuto

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 29 dicembre 2016

Film 1267 - The Neon Demon

In concorso a Cannes 2016, una regia rinomata, una giovane protagonista che ancora non riesco ad inquadrare per un film che sembrava inquietantemente interessante.

Film 1267: "The Neon Demon" (2016) di Nicolas Winding Refn
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: C'è un po' di Lynch, un po' di glamour, un po' di critica e un po' di splatter, per un risultato finale che francamente disattende in pieno le aspettative. Lento per tutta la sua durata, pretenzioso in certi passaggi, carico di un'attesa interminabile e feroce in una conclusione insensata e finto-scandalosa, "The Neon Demon" sembra un film che non ha idea di cosa voglia essere, oscillando tra note thriller, sbandamenti del peggior horror casereccio e un curatissimo senso estetico che sfocia nel nulla assoluto.
Considerando che questo è il mio primo film di Nicolas Winding Refn e che ero veramente impaziente di vederlo, ammetto che la delusione non è stata poca. Nonostante l'iniziale torpore e sceso a patti con i tempi dilatati, mi ero incuriosito all'inizio, credendo che la vacuità rappresentata e criticata fosse lo strumento per ridicolizzare un mondo che, appunto, del nessun talento se non quello naturale fa il suo mantra. 
Ciò che Refn vuole mettere alla berlina è chiaro: basta essere belle - o meglio particolari - e giovani e il gioco è fatto: sfilare e vivere in un mondo di specchi che riflettono la propria stessa immagine in attesa del momento in cui l'età prenderà il sopravvento. Fino a quando quello stesso mondo che ti ha osannato non deciderà di lasciarti da parte.
Jessee (Elle Fanning) non avrà questa possibilità. Il suo personaggio, moderna rivisitazione della "più bella del reame", finisce letteralmente cannibalizzato da quegli stessi meccanismi che gli hanno permesso di emergere e risplendere sopra tutti gli altri. E anche se risulta evidente che la storia raccontata qui vuole togliere quel velo che coprirebbe lo spietato mondo della moda (ma è poi ancora da togliere?), rimane il fatto che la critica di Refn, in questa veste, risulta un po' ridicola, certamente non efficace. E per quanto mostruoso ed efferato possa essere l'atto finale, non si può che ridere di Gigi (Bella Heathcote) e del suo voltastomaco da senso di colpa, per non parlare di ciò che farà Sarah (Abbey Lee). La Moda che fagocita i suoi stessi idoli: non c'era bisogno di essere così didascalici.
Inoltre, e qui chiudo, mi trovo sempre in difficoltà di fronte a storie che presentano la sensazionale caratteristica di qualcuno. E' evidente che parte del gioco sia anche accettare, da parte del pubblico, l'applicazione assolutistica ad un concetto soggettivo quando la storia lo richiede. Per cui il o la più belli, forti, eleganti, affascinanti, ecc lo sono sullo schermo nel momento in cui lo spettatore sospende il giudizio personale e decide di procedere con il racconto senza questionare. Nel caso specifico, non voglio certo mettere in dubbio la bellezza della Fanning, ma personalmente fatico ad immaginarmela come una sorta di angelica e mistica condensazione di bellezza e destabilizzante femminilità: non è conturbante, non è magnetica. E' una bella ragazza, una discreta attrice a cui, forse, non avrei affidato questo ruolo.
In definitiva, quindi, a parte una bella fotografia e un trucco miracoloso, oltre che una stupenda colonna sonora cui Sia ha regalato la stupenda "Waving Goodbye" per i titoli di coda - che meritava certamente una candidatura ai Golden Globes - questo "The Neon Demon" mi è sembrato un titolo debole, particolarmente vuoto, privo di originalità oltre la superficie e, tutto sommato, uno spreco di tempo.
Cast: Elle Fanning, Karl Glusman, Jena Malone, Bella Heathcote, Abbey Lee, Christina Hendricks, Keanu Reeves, Alessandro Nivola.
Box Office: $3.4 milioni
Consigli: Francamente una pellicola deludente, anche se esteticamente ineccepibile. Bellissimi campi lunghi, costumi e trucco curati, musiche davvero azzeccate, ma narrativamente è richiesto uno sforzo d'attesa che nel finale non assicura una soddisfazione rilevante. Ci sono scene discutibili (leggi necrofilia) e un colpo di scena finale che non manca di inquietare, ma in tutta onestà è un film ampiamente evitabile (oltre che superficialmente sconvolgente).
Parola chiave: Bellezza.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 27 ottobre 2015

Film 1021 - The Green Inferno

Andrea propone, io non mi tiro indietro.

Film 1021: "The Green Inferno" (2015) di Eli Roth
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea
Pensieri: Recitato in maniera imbarazzante, crudo tanto da far rabbrividire, violentissimo e socialmente raccapricciante, eppure "The Green Inferno" nel suo essere becero e puramente spettacolo funziona.
Cannibali e diritti umani, deforestazione, attivismo e perfino un accenno di nudo maschile, un mix strano di elementi che regge il gioco ad una storia che viene raccontata solo per il piacere di un certo tipo di pubblico che gradisce senza distogliere lo sguardo lo sbudellamento in diretta. Non è per tutti - molti in sala se ne sono andati - e non ha alcun senso al di fuori del contesto 'gore', ma se si sta al gioco davvero questa pellicola può funzionare e perfino piacere.
Francamente io l'ho trovata tremenda sotto tutti i punti di vista, eppure uscendo dalla sala non ero insoddisfatto o irritato, ma divertito dall'insieme grottesco e surreale sia in pellicola che intorno a me (la gente in sala non si è risparmiata durante la proiezione); questo non vuol dire che rivedrei daccapo il film: semplicemente, per essere un horror fa paura, per essere splatter c'è tutto il sangue che volete e per essere un prodotto di nicchia a basso budget e perfino di ispirazione/omaggio a un tipo di cinema italiano (il filone Cannibal Movie italiano degli anni settanta). Dunque "The Green Inferno" fa schifo, ma quello schifo che può persino piacere.
Cast: Lorenza Izzo, Ariel Levy, Daryl Sabara, Kirby Bliss Blanton, Sky Ferreira, Magda Apanowicz, Nicolás Martinez, Aaron Burns, Ignacia Allamand, Ramón Llao, Richard Burgi.
Box Office: $8.3 milioni
Consigli: Decisamente un titolo non per tutti, considerato l'argomento cannibalismo, il realismo delle scene, numerose scene di nudo e la recitazione imbarazzante. Nonostante il budget ridotto ai minimi termini la realizzazione finale funziona, gli effetti speciali sono credibili e il film riesce davvero a spaventare lo spettatore, indeciso se indugiare su occhi strappati, gambe mozzate o interiora varie oppure se chiudere gli occhi e aspettare che tutto passi. La brutta notizia è che praticamente il "tutto" non passa poi così in fretta; la buona è che sapete fin da ora che se non vi piace il genere, potete lasciar perdere a cuore leggero.
Parola chiave: Ripresa con il cellulare.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 6 agosto 2015

Film 969 - Contagious: Epidemia mortale

Incuriositi, abbiamo tentato...

Film 969: "Contagious: Epidemia mortale" (2015) di Henry Hobson
Visto: dal computer di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Pubblicizzato come il grande ritorno al cinema di Schwarzenegger con, in aggiunta, una capacità recitativa rediviva (per essere gentili), questo "Maggie" è stato francamente una mezza boiata. Ok, Arlond ci è diventato introspettivo (in un film sugli zombie), ma non è che si possa dire che sia avvenuto il miracolo: semplicemente invece di sparare anche agli acari, ogni tanto parla anche. Ok, ok, è una novità quasi assoluta, ma non basta a fare di questa pellicola un imperdibile evento cinematografico.
In un universo di prodotti legati a virus, apocalissi, non morti cannibali e via discorrendo, "Contagious: Epidemia mortale" (che titolo idiota) è semplicemente uno fra i tanti, esempio meno comune solo per quanto riguarda le tempistiche, insolitamente lente per il genere. C'è più spazio per l'introspezione, come dicevo, e un interessante novità: è il processo di trasformazione da umana in zombie che interessa questa storia, non ciò che avviene dopo. Ecco perché sbudellamento e azione sono presenzi in quantità minore.
In generale, quindi, pur presentato una premessa vagamente interessante - sempre di zombie parliamo - e un'inaspettata prospettiva, rimane il fatto che questa pellicola non aggiunge nulla di quanto abbiamo già visto più e più volte. Schwarzenegger papà - scusate, ma a che età è diventato padre? -, Abigail Breslin figlia infettata e Joely Richardson matrigna molto, molto buona.
Ps. Il film è stato presentato al Tribeca Film Festival del 2015.
Box Office: $182,874
Consigli: Post apocalittica visione di come potrebbe essere il mondo se un virus che trasforma lentamente in zombie cominciasse a contagiare le persone. Non totalmente originale, ma comunque accattivante. Però il tutto si perde un po' per strada, deragliando sul binario della prevedibilità e fallendo per quanto riguarda i tempi, che sono troppo lunghi e lenti. Il finale è giusto. Tutto sommato si può vedere, ma non fatevi ingannare da ciò che riportano sulla locandina.
Parola chiave: Quarantena.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 27 agosto 2014

Film 763 - Le colline hanno gli occhi

Una serata all'insegna dell'horror ha sempre il suo perché!

Film 763: "Le colline hanno gli occhi" (2006) di Alexandre Aja
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Le colline, qui, avranno pure gli occhi, ma quelli dello spettatore rischiano spessisimo di chiudersi durante la visione. Già, perché a parte qualche spavento causato da una comparsa improvvisa o qualche urlo dopo un protratto silenzio, di fatto la trama non mostra molto altro che vada oltre un'ostentazione voyeristica della malformazione fisica e della violenza. Non credo sia un caso che la chiave di accesso a tutti i "misteri" di questo film sia già ampiamente decodificabile dai titoli di testa nuclear-friendly che mostrano un'analisi per immagini inquietante quanto enfatizzata delle conseguenze dell'atomica.
L'apertura alla facilissima decodifica dei temi chiave di questo pseudo-horror a tinte splatter sarà da individuare in un intento più che altro remunerativo piuttosto che innovativo, ma rimane il fatto che la mancanza di idee e la realizzazione un po' sciatta alla lunga non fanno che tediare chi guarda.
Ho trovato sorprendentemente strano che mi avessero dipinto "The Hills Have Eyes" come un horror abbastanza spaventoso e probabilmente anche questo ha contribuito ad innalzare considerevolmente le mie aspettative rispetto a un prodotto che supponevo mi avrebbe spaventato o inquietato. Il risultato finale di questa pellicola, invece, è piuttosto mediocre, indeciso tra una connotazione 'spaventosa' e una più brutalmente violenta (leggi splatter) che di fatto vanifica ogni sforzo di caratterizzazione più personale. Insomma, assolutamente nulla di che.
Box Office: $69,623,713
Consigli: Remake dell'originale di Wes Craven, con qualche viso noto - Emilie de Ravin da "Lost", Vinessa Shaw ora in tv con "Ray Donovan" e la candidata all'Oscar per "Apollo 13" Kathleen Quinlan -, la scena che si svolge nella classica zona isolata, una mostruosa comunità violenta e deforme che preda le persone e non molto altro, questo "Le colline hanno gli occhi" è più che altro caratterizzato dalla noia. Pochissimi colpi di scena, un affidamento troppo facile a banalità e stereotipi o già visti o poco interessanti e, nonostante questo, c'è perfino un sequel (di minor successo): "Le colline hanno gli occhi 2". Se è simile a al primo episodio, direi che è un franchise evitabile.
Parola chiave: Test nucleari.

Trailer

Bengi