Netflix proponeva questa pellicola e sia il poster che le premesse della trama sembravano particolarmente interessanti, per cui ho deciso da darle una possibilità.
Film 1257: "The Late Bloomer" (2016) di Kevin Pollak
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: "The Late Bloomer", ovvero lo sbocciato tardi. E, naturalmente, si parla di sesso.
Questo film, apparente simpatico, irriverente, e politicamente scorretto è, in realtà, una mezza fregatura in quanto non mantiene nessuna delle promesse fatte e non riesce a decidere quale percorso intraprendere: siamo di fronte a una commedia o a una produzione indie indipendente? C'è una sorta di devozione documentaristica? O semplicemente si tratta di una baggianata spacciata per quello che non è?
Dato che tendenzialmente propendo per l'ultima, direi che il film di Kevin Pollak è fondamentalmente una delusione inutile da vedere, oltre che un titolo purtroppo scontato che parte lanciando qualche premessa interessante (mancata pubertà + recupero del desiderio sessuale + scoperta di se stessi) e finisce per inciampare nella comicità becera e banalissima alla "Road Trip" e "American Pie" della quale non si sentiva la mancanza. E la delusione aumenta quando si pensa allo spreco di un cast composto da non pochi nomi di rilievo (ma basta dare sempre lo stesso ruolo a Jane Lynch perché francamente la cosa ha rotto).
Tutto sommato, quindi, una fregatura, un film che del pretesto inusuale su cui si basa fa poi un utilizzo totalmente inutile finendo per riciclare gli stessi cliché cui siamo già ampiamente abituati, evitando il confronto maturo e preferendo, invece, l'idiozia delle battute degli amiconi scemi e andando a pare sul fisico invece che interrogarsi su cosa possa voler dire avere trent'anni e aver completamente saltato la pubertà, pulsioni, incertezze e brufoli compresi.
Ps. Basato sul libro di Ken Baker "Man Made: A Memoir of My Body".
Cast: Johnny Simmons, Maria Bello, Brittany Snow, Jane Lynch, J. K. Simmons, Kumail Nanjiani, Beck Bennett, Paul Wesley.
Box Office: /
Consigli: Per essere una storia che fondamentalmente parla solo di sesso, "The Late Bloomer" è un titolo particolarmente pudico, il che rende già tutta l'operazione un paradosso. Poi i personaggi bidimensionali e caricaturali, la mancanza di originalità e la piega vertiginosamente sciatta che prende la storia sono tutti elementi che concorrono a indebolire una produzione sulla carta anche interessante e che finisce, invece, per mancare completamente il bersaglio. Insomma, un titolo perdibilissimo.
Parola chiave: Prolattinoma.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
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lunedì 12 dicembre 2016
Film 1257 - The Late Bloomer
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martedì 7 agosto 2012
Film 435 - Hysteria
Non ero ancora riuscito a vederlo ed era da un po' che aspettavo!
Film 435: "Hysteria" (2011) di Tanya Wexler
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Di sicuro uno spunto narrativo interessante per una storia che vanta un'originalità non usuale di questi tempi. Si tratta, infatti, della non certo nota vicenda che porta all'invenzione - romanzata - del vibratore.
Tra un gridolino e un orgasmo si snoda la vicenda del Dott. Mortimer Granville (Hugh Dancy) tra i meandri dell'isteria femminile guidato dal mentore Dr. Robert Dalrymple (Jonathan Pryce) in compagnia di due figlie che più diverse non si può. Chiaramente, nel corso della vicenda, quella che sembrava la più indomabile (Maggie Gyllenhaal), si rivelerà essere la perfetta compagna per la vita. Niente di nuovo per quanto riguarda la cornice amorosa, insomma, ma piuttosto interessante il racconto della genesi di uno strumento tanto conosciuto ai giorni nostri con, per sfondo, una rivoluzione sociale in pieno fermento per l'avvento di novità tecnologiche di grande portata. Insomma, un mix interessante e florido per un'unica vicenda da raccontare.
Non si risparmia alcuna gag sessuale in questo "Hysteria" e, soprattutto, si torna a far uso di uno degli attori più ironici e capaci del cinema british: Rupert Everett. Tagliente ed eloquente con un semplice sguardo, brillante spalla per tutta la durata della pellicola, è un peccato che venga usato con tanta parsimonia. E' certamente il personaggio più spassoso della pellicola, vedere per credere.
Insomma, la pellicola ha pecche anche piuttosto evidenti - ci sono molti passaggi noiosi in cui si preferirebbe decisamente passare oltre -, ma nel complesso l'idea è carina e riportata sullo schermo con semplicità e piacevolezza, tanto che un argomento così tecnicamente "spinoso" non risulta mai volgare o eccessivo. Si ride di gusto durante le performance orgasmiche delle anziane pazienti, ma si riflette anche sulle stranezze e il maschilismo umano: qualunque cambiamento umorale femminile era classificato dalla medicina come isterismo e, a volte, anche "curato" con tecniche estreme ed irreversibili. Sì, certo, si ride volentieri, ma se ci si sofferma un attimo su ciò che è stato davvero il nostro passato, si rimane un attimo interdetti.
Vale la pena di vederlo, anche se personalmente mi aspettavo qualcosina di più.
Consigli: Piacevole e garbato, mai volgare nonostante l'argomento che tratta. E' un buon film divertente che, alla fine, riesce anche a far riflettere. Non c'è male.
Parola chiave: Elettricità.
Trailer
Ric
Film 435: "Hysteria" (2011) di Tanya Wexler
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Di sicuro uno spunto narrativo interessante per una storia che vanta un'originalità non usuale di questi tempi. Si tratta, infatti, della non certo nota vicenda che porta all'invenzione - romanzata - del vibratore.
Tra un gridolino e un orgasmo si snoda la vicenda del Dott. Mortimer Granville (Hugh Dancy) tra i meandri dell'isteria femminile guidato dal mentore Dr. Robert Dalrymple (Jonathan Pryce) in compagnia di due figlie che più diverse non si può. Chiaramente, nel corso della vicenda, quella che sembrava la più indomabile (Maggie Gyllenhaal), si rivelerà essere la perfetta compagna per la vita. Niente di nuovo per quanto riguarda la cornice amorosa, insomma, ma piuttosto interessante il racconto della genesi di uno strumento tanto conosciuto ai giorni nostri con, per sfondo, una rivoluzione sociale in pieno fermento per l'avvento di novità tecnologiche di grande portata. Insomma, un mix interessante e florido per un'unica vicenda da raccontare.
Non si risparmia alcuna gag sessuale in questo "Hysteria" e, soprattutto, si torna a far uso di uno degli attori più ironici e capaci del cinema british: Rupert Everett. Tagliente ed eloquente con un semplice sguardo, brillante spalla per tutta la durata della pellicola, è un peccato che venga usato con tanta parsimonia. E' certamente il personaggio più spassoso della pellicola, vedere per credere.
Insomma, la pellicola ha pecche anche piuttosto evidenti - ci sono molti passaggi noiosi in cui si preferirebbe decisamente passare oltre -, ma nel complesso l'idea è carina e riportata sullo schermo con semplicità e piacevolezza, tanto che un argomento così tecnicamente "spinoso" non risulta mai volgare o eccessivo. Si ride di gusto durante le performance orgasmiche delle anziane pazienti, ma si riflette anche sulle stranezze e il maschilismo umano: qualunque cambiamento umorale femminile era classificato dalla medicina come isterismo e, a volte, anche "curato" con tecniche estreme ed irreversibili. Sì, certo, si ride volentieri, ma se ci si sofferma un attimo su ciò che è stato davvero il nostro passato, si rimane un attimo interdetti.
Vale la pena di vederlo, anche se personalmente mi aspettavo qualcosina di più.
Consigli: Piacevole e garbato, mai volgare nonostante l'argomento che tratta. E' un buon film divertente che, alla fine, riesce anche a far riflettere. Non c'è male.
Parola chiave: Elettricità.
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Ric
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mercoledì 25 novembre 2009
Film 16 - Irina Palm
Nell'attesa di fare aperitivo con Andrea (il disegnatore), io e Fra (il pasticciere) abbiamo deciso di guardarci un film. Tra i miei dvd acquistati e ancora non visti ce n'era uno in particolare che lui non aveva mai visto...

Film 16: "Irina Palm" (2007) di Sam Garbarski
Visto: dalla tv di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Fra
Pensieri: Cosa ci si aspetta da un film su una che fa le seghe in un night club? Che sia una roba volgarissima... E, invece, qui è tutto il contrario. La prima volta che l'ho visto (questa era la seconda) mi aspettavo una protagonista sboccata e sbroccata, gergo cafone e sensibilità di un criceto. Ma, al contrario, Marianne Faithfull interpreta Maggie/Irina Palm in modo delicato, pacato e dignitoso. Le leggi l'amore per il nipote solo dallo sguardo e capisci subito che è pronta a tutto per lui. Questo aspetto da brava nonna del nipotino malato, da una come la Faithfull, non te lo aspetti... Cito Wikipedia: "Dopo un periodo di oblio seguito alla fine della sua relazione con Jagger e caratterizzato da una vita irrequieta e da storie di droga, Marianne Faithfull torna al successo". In quest'ottica di vita si inserisce meglio la parte della masturbazione, in effetti. E anche qui niente di troppo volgare. Diciamo che la dimensione night club è squallida, ma di per sé, non tanto nel film.
Quindi man mano che il film prosegue ti appassioni alle vicende di questa povera famiglia londinese che deve pagare le spese mediche del bambino malato che può essere curato solo in Australia. Rapporti familiari difficili, nuora e suocera che si rispettano ma non si adorano, un lavoro come quello di hostess che non può essere raccontato a nessuno perchè disdicevole. Ma Maggie si dispera? No, mai! Deve far le seghe? Bene, le ci mette tutto il suo impegno e diventa la mano più famosa di Londra! Se non è dedizione alla causa, questa...
Dunque il film l'ho trovato carinissimo, delicato nonostante l'argomento che tratta e molto ben interpretato. Sicuramente una storia originale che non oltrepassa mai il limite. Ho trovato tenerissima la love story tra Maggie e il titolare del night Miki, prima rude e duro con lei, poi duro dal cuore tenero.
Grandissima è la scena dell'ultimo thé con le (false) amiche, dove Maggie, stanca di essere sempre maltrattata dalle altre, scopre le carte in tavola e sconvolge le tre rigide (ormai ex) amiche con la storia del suo lavoro. E' una sequenza talmente bella che la rivedresti subito un'altra volta! Una donna che è una santa finalmente si prende la sua rivincita su tutti i soprusi che la vita le ha inflitto e lo fa con grande classe! Ecco, di Maggie ti rimane sicuramente impressa la pacatezza, la cortesia, l'educazione e una dignità infinita. Quindi rendo merito a Marianne Faithfull che ha saputo rendere giustizia ad un personaggio così atipico. Brava!
Consigli: Per quanto l'argomento del film potrebbe far pensare ad un tema goliardico, in realtà ESISTE una trama, il che potrebbe inibire chi cerca solo divertimento...
Parola chiave: Gomito del seghista
Ric

Film 16: "Irina Palm" (2007) di Sam Garbarski
Visto: dalla tv di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Fra
Pensieri: Cosa ci si aspetta da un film su una che fa le seghe in un night club? Che sia una roba volgarissima... E, invece, qui è tutto il contrario. La prima volta che l'ho visto (questa era la seconda) mi aspettavo una protagonista sboccata e sbroccata, gergo cafone e sensibilità di un criceto. Ma, al contrario, Marianne Faithfull interpreta Maggie/Irina Palm in modo delicato, pacato e dignitoso. Le leggi l'amore per il nipote solo dallo sguardo e capisci subito che è pronta a tutto per lui. Questo aspetto da brava nonna del nipotino malato, da una come la Faithfull, non te lo aspetti... Cito Wikipedia: "Dopo un periodo di oblio seguito alla fine della sua relazione con Jagger e caratterizzato da una vita irrequieta e da storie di droga, Marianne Faithfull torna al successo". In quest'ottica di vita si inserisce meglio la parte della masturbazione, in effetti. E anche qui niente di troppo volgare. Diciamo che la dimensione night club è squallida, ma di per sé, non tanto nel film.
Quindi man mano che il film prosegue ti appassioni alle vicende di questa povera famiglia londinese che deve pagare le spese mediche del bambino malato che può essere curato solo in Australia. Rapporti familiari difficili, nuora e suocera che si rispettano ma non si adorano, un lavoro come quello di hostess che non può essere raccontato a nessuno perchè disdicevole. Ma Maggie si dispera? No, mai! Deve far le seghe? Bene, le ci mette tutto il suo impegno e diventa la mano più famosa di Londra! Se non è dedizione alla causa, questa...
Dunque il film l'ho trovato carinissimo, delicato nonostante l'argomento che tratta e molto ben interpretato. Sicuramente una storia originale che non oltrepassa mai il limite. Ho trovato tenerissima la love story tra Maggie e il titolare del night Miki, prima rude e duro con lei, poi duro dal cuore tenero.
Grandissima è la scena dell'ultimo thé con le (false) amiche, dove Maggie, stanca di essere sempre maltrattata dalle altre, scopre le carte in tavola e sconvolge le tre rigide (ormai ex) amiche con la storia del suo lavoro. E' una sequenza talmente bella che la rivedresti subito un'altra volta! Una donna che è una santa finalmente si prende la sua rivincita su tutti i soprusi che la vita le ha inflitto e lo fa con grande classe! Ecco, di Maggie ti rimane sicuramente impressa la pacatezza, la cortesia, l'educazione e una dignità infinita. Quindi rendo merito a Marianne Faithfull che ha saputo rendere giustizia ad un personaggio così atipico. Brava!
Consigli: Per quanto l'argomento del film potrebbe far pensare ad un tema goliardico, in realtà ESISTE una trama, il che potrebbe inibire chi cerca solo divertimento...
Parola chiave: Gomito del seghista
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