Cosa c'è di meglio di un bel film per passare una notte insonne in compagnia di persone nuove?!
Film 142: "Piovono polpette" (2009) di Phil Lord, Chris Miller
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Daniele
Pensieri: "Cloudy with a Chance of Meatballs" è un titolo veramente carino, secondo me. 'Nuvoloso con possibilità di precipitazioni di polpette', in effetti, in italiano avrebbe reso meno bene, ma non riesco comunque a togliermi dalla testa che, il titolo (inglese), sia veramente azzeccato rimandando alle previsioni del tempo! Il film, poi, è davvero carino.
E' divertente l'idea del cibo che piove dal cielo anche se, oltre alla ovvia conseguente obesità della popolazione, forse si poteva anche pensare un attimo ad un accenno al sociale (fame nel mondo dice niente?). Ma è pur sempre un film d'animazione atto alla scalata del box office - e c'è ben riuscito, con $239,470,275 di incasso nel mondo - e nessuno vuole pretendere nulla più del simpatico intrattenimento che riesce ampiamente a dare.
Unico vero neo, la figura dello scienziato geniale sempre sfigato che è un 'classico' ormai visto e rivisto e qui, di fatto, niente di nuovo. Si poteva destrutturare un po' il cliché o quanto meno evitare lo stereotipo. E' colpa anche dei film se l'immagine che passa dello scienziato è quella di nerd che combina pasticci facendo esplodere le provette... (La questione mi è stata cara...)
Sta di fatto, comunque, che rimane una pellicola spassosa e divertente, davvero godibile!
Consigli: Da vedere in compagnia o, se siete soli, non in periodi di carenze affettive (specialmente se sublimate col cibo!): questo film mette fame!
Parola chiave: FLDSMDFR (Flint Lockwood Diatonic Super Mutating Dynamic Food Replicator)
Ric
giovedì 30 settembre 2010
Film 142 - Piovono polpette
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sabato 25 settembre 2010
Film 141 - Juno
Per una serata pizza+film pre-partenza dell'amico che se ne va in America per settimane, non potevo rischiare in una pellicola scadente... Meglio, allora, andare sul sicuro!
Film 141: "Juno" (2007) di Jason Reitman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea
Pensieri: Inutile dire che questo sia uno dei film nella mia top 10 dei preferiti di sempre: Juno è diventato anche il nome del mio cane!
Bellissimo film, indipendente, atipico, anche selvaggio, se vogliamo, con quella giungla di dialoghi strani, quello slang non comune, a volte tenerissimo a volte fastidiosissimo. E' Juno MacGuff la protagonista, ragazzina 16enne che, alla prima esperienza, rimane incinta dell'amico-fidanzato (un po' tardone) Paulie Bleeker e decide di tenere il 'fagiolo' per farlo adottare ad una famiglia che non possa avere figli.
Così si parte, la ragazza intraprende una strada non facile, supportata da una famiglia che le vuole bene e da una famiglia che vorrà bene al suo bambino a cui si affeziona un po' troppo... Ma Juno è così, o tutto o niente.
Bello, bello, bello questo film! Mi piace, mette di buon umore, è una speranza ottimistica, positivo nonostante una certa voglia di celarlo dietro 'cose più fighe'. Tutte le avversità che Juno deve affrontare a causa di una gravidanza in età adolescenziale le supera sempre a testa alta, diretta, senza prendersi troppo la briga di indorare la pillola! E' questo il bello di un personaggio come lei. Non finge, non si atteggia, è solo sé stessa (in lei mi immagino molto della persona che ha scritto questo film, Diablo Cody, un'ex spogliarellista che ha saputo convincere Spielberg del suo talento grazie a questo film! Anche se poi si è un po' rovinata la reputazione con quel film orrendo che è "Il corpo di Jennifer"...).
In definitiva un bellissimo film, che avrebbe meritato di vincere più del solo Oscar alla sceneggiatura (3 nomination sono rimaste tali: miglior film, attrice protagonista - Ellen Page - e regia), davvero capace di conquistare lo spettatore con dialoghi geniali, buona musica, una bellissima fotografia e personaggi veramente ben scritti ed interpretati!
Consigli: E' un gioiellino! Ricorda un po' quel "Little Miss Sunshine" uscito l'anno prima con cui condivide, oltre all'etichetta di 'film indipendente', anche i toni e l'aria scanzonata. Oltre, ovviamente, al grande successo al botteghino nonostante il bassissimo budget!
Parola chiave: Tic Tac.
Ric
Film 141: "Juno" (2007) di Jason Reitman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea
Pensieri: Inutile dire che questo sia uno dei film nella mia top 10 dei preferiti di sempre: Juno è diventato anche il nome del mio cane!
Bellissimo film, indipendente, atipico, anche selvaggio, se vogliamo, con quella giungla di dialoghi strani, quello slang non comune, a volte tenerissimo a volte fastidiosissimo. E' Juno MacGuff la protagonista, ragazzina 16enne che, alla prima esperienza, rimane incinta dell'amico-fidanzato (un po' tardone) Paulie Bleeker e decide di tenere il 'fagiolo' per farlo adottare ad una famiglia che non possa avere figli.
Così si parte, la ragazza intraprende una strada non facile, supportata da una famiglia che le vuole bene e da una famiglia che vorrà bene al suo bambino a cui si affeziona un po' troppo... Ma Juno è così, o tutto o niente.
Bello, bello, bello questo film! Mi piace, mette di buon umore, è una speranza ottimistica, positivo nonostante una certa voglia di celarlo dietro 'cose più fighe'. Tutte le avversità che Juno deve affrontare a causa di una gravidanza in età adolescenziale le supera sempre a testa alta, diretta, senza prendersi troppo la briga di indorare la pillola! E' questo il bello di un personaggio come lei. Non finge, non si atteggia, è solo sé stessa (in lei mi immagino molto della persona che ha scritto questo film, Diablo Cody, un'ex spogliarellista che ha saputo convincere Spielberg del suo talento grazie a questo film! Anche se poi si è un po' rovinata la reputazione con quel film orrendo che è "Il corpo di Jennifer"...).
In definitiva un bellissimo film, che avrebbe meritato di vincere più del solo Oscar alla sceneggiatura (3 nomination sono rimaste tali: miglior film, attrice protagonista - Ellen Page - e regia), davvero capace di conquistare lo spettatore con dialoghi geniali, buona musica, una bellissima fotografia e personaggi veramente ben scritti ed interpretati!
Consigli: E' un gioiellino! Ricorda un po' quel "Little Miss Sunshine" uscito l'anno prima con cui condivide, oltre all'etichetta di 'film indipendente', anche i toni e l'aria scanzonata. Oltre, ovviamente, al grande successo al botteghino nonostante il bassissimo budget!
Parola chiave: Tic Tac.
Ric
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Film 140 - Paranormal Activity
Partita l'estate della leggerezza, cosa meglio di un film in tarda serata? Anzi, cosa meglio di un horror?
Film 140: "Paranormal Activity" (2007) di Oren Peli
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Manuel
Pensieri: Paura? Zero. Tensione? Poca. Azione? Non pervenuta. Noia? Fino al penultimo minuto. Insomma, non è che ci siamo...
Lo so che i mezzi non erano certo quelli da grande produzione, ma io non sono più capace, dopo tanti anni di orrori (adesso fanno più impressione i Tg), a vivere una paura da 'immaginare'. Non aveva funzionato la tensione di "Open Water", film a bassissimo budget basato sullo stesso principio del non-ti-faccio-vedere-ma-tu-nella-tua-testa-sai cosa-sta-accadendo, figuriamoci se una casa vuota dove la carta prende fuoco da sola poteva rendere una strizza di qualche tipo...
Il signor Peli è stato furbo a vendere la sua opera, con la mano ancora più furba di Steven Spielberg che lo ha spinto come capolavoro di suspance, al pubblico impaziente di ritrovarsi soggiogato dall'oscurità di un dopo "The Blair Witch Project" di cui, dal '99 ad oggi, non si aveva più avuto un successore. Eccoci accontentati, "Paranormal Activity" ricalca perfettamente il genere di finto-vero e non delude chi si aspettava un paranormale poco hollywoodiano e più subdolo. Sai che c'è, ma non si manifesta fino alla fine. Perchè, diciamocelo, non è che sollevare una coperta si possa considerare una maestria horror o un giochetto crea-suspance.
E' innegabile che il passaparola sia stato fondamentale per decretarne il successo, è strano che la gente abbia ritenuto spaventoso un prodotto come questo, tanto da giustificarne un secondo capitolo prestissimo nelle sale (c'è già il trailer che gira).
Consigli: Evitate di vederlo in gruppo, la risata facile parte in fretta e si perde l'atmosfera del film. Magari, da soli, rende un pochino meglio... Provate e riferite!
Parola chiave: Tavola Ouija
Ric
Film 140: "Paranormal Activity" (2007) di Oren Peli
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Manuel
Pensieri: Paura? Zero. Tensione? Poca. Azione? Non pervenuta. Noia? Fino al penultimo minuto. Insomma, non è che ci siamo...
Lo so che i mezzi non erano certo quelli da grande produzione, ma io non sono più capace, dopo tanti anni di orrori (adesso fanno più impressione i Tg), a vivere una paura da 'immaginare'. Non aveva funzionato la tensione di "Open Water", film a bassissimo budget basato sullo stesso principio del non-ti-faccio-vedere-ma-tu-nella-tua-testa-sai cosa-sta-accadendo, figuriamoci se una casa vuota dove la carta prende fuoco da sola poteva rendere una strizza di qualche tipo...
Il signor Peli è stato furbo a vendere la sua opera, con la mano ancora più furba di Steven Spielberg che lo ha spinto come capolavoro di suspance, al pubblico impaziente di ritrovarsi soggiogato dall'oscurità di un dopo "The Blair Witch Project" di cui, dal '99 ad oggi, non si aveva più avuto un successore. Eccoci accontentati, "Paranormal Activity" ricalca perfettamente il genere di finto-vero e non delude chi si aspettava un paranormale poco hollywoodiano e più subdolo. Sai che c'è, ma non si manifesta fino alla fine. Perchè, diciamocelo, non è che sollevare una coperta si possa considerare una maestria horror o un giochetto crea-suspance.
E' innegabile che il passaparola sia stato fondamentale per decretarne il successo, è strano che la gente abbia ritenuto spaventoso un prodotto come questo, tanto da giustificarne un secondo capitolo prestissimo nelle sale (c'è già il trailer che gira).
Consigli: Evitate di vederlo in gruppo, la risata facile parte in fretta e si perde l'atmosfera del film. Magari, da soli, rende un pochino meglio... Provate e riferite!
Parola chiave: Tavola Ouija
Ric
Film 139 - The Box
Grazie ad Enrico che ce l'aveva caldamente consigliato, in una sera d'estate, ci siamo 'goduti' la visione di questo film dalla trama sicuramente intrigante...
Film 139: "The Box" (2009) di Richard Kelly
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Diego, Andrea Puffo
Pensieri: Richard Kelly ha la frustrante capacità di raccontare il nulla più assoluto e di venire pure acclamato per averlo fatto. "Donnie Darko"? Bah. "Southland Tales"? Chi l'ha visto? Questo "The Box"? Orrendo. Un nonsense pasticciato e pretenzioso, privo della più vaga logica, noioso inverosimilmente. Unico pezzo salvabile? La premessa, interessante, di cosa succederebbe se, per un milione di dollari, si premesse un bottone consapevoli che qualcuno - sconosciuto - nel mondo morirà. Peccato a fare questa proposta sia un uomo dal volto per metà deturpato, con mascella bene in vista...
Non fosse che si perde metà del tempo a fissare la parte di viso mancante di Frank Langella, si noterebbe da subito il tedio di questo film senza capacità di apportare nulla di nuovo al thriller fantascientifico. C'è l'astronauta (James Marsden) che prepara il tutore definitivo alla moglie storpia (Cameron Diaz), i primi accadimenti strani, il sangue dal naso, i posseduti, le vasche d'acqua, dialoghi assurdi ("Dannazione eterna!"), costumi orrendi (ma la Diaz quelle due spalle enormi le ha sempre avute?!) e una conclusione da far rabbrividire per la banalità.
"The Box", la scatola, sarebbe un esperimento (degli alieni). Decisamente fallito.
Consigli: Evitare tutta la filmografia di Kelly. Meno male che c'è poco...
Parola chiave: Bottone.
Ric
Film 139: "The Box" (2009) di Richard Kelly
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Diego, Andrea Puffo
Pensieri: Richard Kelly ha la frustrante capacità di raccontare il nulla più assoluto e di venire pure acclamato per averlo fatto. "Donnie Darko"? Bah. "Southland Tales"? Chi l'ha visto? Questo "The Box"? Orrendo. Un nonsense pasticciato e pretenzioso, privo della più vaga logica, noioso inverosimilmente. Unico pezzo salvabile? La premessa, interessante, di cosa succederebbe se, per un milione di dollari, si premesse un bottone consapevoli che qualcuno - sconosciuto - nel mondo morirà. Peccato a fare questa proposta sia un uomo dal volto per metà deturpato, con mascella bene in vista...
Non fosse che si perde metà del tempo a fissare la parte di viso mancante di Frank Langella, si noterebbe da subito il tedio di questo film senza capacità di apportare nulla di nuovo al thriller fantascientifico. C'è l'astronauta (James Marsden) che prepara il tutore definitivo alla moglie storpia (Cameron Diaz), i primi accadimenti strani, il sangue dal naso, i posseduti, le vasche d'acqua, dialoghi assurdi ("Dannazione eterna!"), costumi orrendi (ma la Diaz quelle due spalle enormi le ha sempre avute?!) e una conclusione da far rabbrividire per la banalità.
"The Box", la scatola, sarebbe un esperimento (degli alieni). Decisamente fallito.
Consigli: Evitare tutta la filmografia di Kelly. Meno male che c'è poco...
Parola chiave: Bottone.
Ric
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mercoledì 22 settembre 2010
Film 138 - Fantasia
Era ora di riscoprire un classico e guardarlo non più con gli occhi di bambino. Risultato? Vediamo...
Film 138: "Fantasia" (1940) di James Algar, Samuel Armstrong
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: E' azzardato definire "Fantasia" come il fenomeno Lady Gaga degli anni '40? Di sicuro all'epoca risultò nuovo, ambizioso, non convenzionale e... anche un po' rock! Un bell'azzardo per la Disney che, a conti fatti, si trovò a dover produrre come film seguente una pellicola molto meno costosa, "Dumbo", per rientrare con le ingenti spese.
In ogni caso questo rimane uno dei film simbolo della casa Disney, con l'episodio de "L'apprendista stregone" che ancora oggi è da considerarsi assoluto cult. Chi non ricorda il mago Topolino alle prese con le scope che si moltiplicano scindendosi una dopo l'atra man mano che vengono distrutte? Bel guaio per l'apprendista che fa incavolare nero il mago (umano) terribilmente! E a che cosa rimanda il titolo originale di questo segmento? "The Sorcerer's Apprentice" dice nulla? Già, proprio quell'apprendista stregone uscito di recente nelle sale e prodotto dalla - guarda caso - Disney, con protagonisti Nicolas Cage e Monica Bellucci. Quando si dice riciclare...
In ogni caso "Fantasia" è un film assolutamente da vedere, un pezzo di storia del cinema, audace se si pensa ai tempi in cui uscì (segue solo di un anno l'uscita nelle sale di una pellicola come "Via col vento"), sicuramente non facilissimo per il pubblico di oggi, abituato ad un genere cinematografico veloce e rumoroso.
E' inevitabilmente un film lento, a tratti noioso, bisogna dirlo, ma molto poetico e con la grande capacità di accostare musica classica ad immagini disegnate. Dal mio punto di vista un vero capolavoro.
Consigli: Per molti sarà un tuffo nei ricordi d'infanzia. E' bello, sia per quello che riporta alla mente, sia perchè ti rendi conto che ti continua a piacere, nonostante l'età adulta sia giunta da un po'...
Parola chiave: Leopold Stokowski.
Ric
Film 138: "Fantasia" (1940) di James Algar, Samuel Armstrong
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: E' azzardato definire "Fantasia" come il fenomeno Lady Gaga degli anni '40? Di sicuro all'epoca risultò nuovo, ambizioso, non convenzionale e... anche un po' rock! Un bell'azzardo per la Disney che, a conti fatti, si trovò a dover produrre come film seguente una pellicola molto meno costosa, "Dumbo", per rientrare con le ingenti spese.
In ogni caso questo rimane uno dei film simbolo della casa Disney, con l'episodio de "L'apprendista stregone" che ancora oggi è da considerarsi assoluto cult. Chi non ricorda il mago Topolino alle prese con le scope che si moltiplicano scindendosi una dopo l'atra man mano che vengono distrutte? Bel guaio per l'apprendista che fa incavolare nero il mago (umano) terribilmente! E a che cosa rimanda il titolo originale di questo segmento? "The Sorcerer's Apprentice" dice nulla? Già, proprio quell'apprendista stregone uscito di recente nelle sale e prodotto dalla - guarda caso - Disney, con protagonisti Nicolas Cage e Monica Bellucci. Quando si dice riciclare...
In ogni caso "Fantasia" è un film assolutamente da vedere, un pezzo di storia del cinema, audace se si pensa ai tempi in cui uscì (segue solo di un anno l'uscita nelle sale di una pellicola come "Via col vento"), sicuramente non facilissimo per il pubblico di oggi, abituato ad un genere cinematografico veloce e rumoroso.
E' inevitabilmente un film lento, a tratti noioso, bisogna dirlo, ma molto poetico e con la grande capacità di accostare musica classica ad immagini disegnate. Dal mio punto di vista un vero capolavoro.
Consigli: Per molti sarà un tuffo nei ricordi d'infanzia. E' bello, sia per quello che riporta alla mente, sia perchè ti rendi conto che ti continua a piacere, nonostante l'età adulta sia giunta da un po'...
Parola chiave: Leopold Stokowski.
Ric
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giovedì 16 settembre 2010
Film 137 - L'ospite inatteso
Me against TV: episodio 3. Questa è la volta buona.
Film 137: "L'ospite inatteso" (2007) di Thomas McCarthy
Visto: dalla TV
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Miracolosamente la tv della seconda serata mi propone qualcosa di buono, interessante e recente. Un film uscito al cinema qualche anno fa e che mi aveva colpito perchè casualmente visto dalla mia capa di allora che me lo aveva consigliato. E, in effetti, non è per niente male come film.
Molte tematiche emergono da un'unica storia, qui raccontata col garbo della semplicità, dal razzismo ai pregiudizi, dal fallimento all'amore alla musica ai sogni. C'è n'è per tutti, basta lasciarsi trasportare.
Richard Jenkins - che per questo ruolo ha ottenuto nel 2008 la sua prima nomination all'Oscar - interpreta un professore che scopre degli intrusi in una sua seconda casa e, in un primo momento di spavento, li caccia. Non ci vorrà molto perchè il prof. Vale torni suoi suoi passi per cominciare una convivenza, e un'amicizia, che cambierà le vite di tutti i protagonisti.
La solitudine dell'uomo, poi, farà sì che la sua disponibilità ad interagire ed integrarsi con quelli che erano estranei (anche a livello culturale) sia totale e, dai nuovi interessi che nasceranno, quello per la musica porterà ad avventure decisamente impensate dall'uomo che fino a pochi mesi prima si nascondeva dietro la menzogna di un lavoro soddisfacente ed appagante.
Consigli: Una pellicola decisamente alternativa in cui, per una volta, è il 'bianco' che si mescola e fonde con l'amico 'nero'. E' un bell'esperimento, garbato e profondo.
Parola chiave: Immigrazione.
Ric
Film 137: "L'ospite inatteso" (2007) di Thomas McCarthy
Visto: dalla TV
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Miracolosamente la tv della seconda serata mi propone qualcosa di buono, interessante e recente. Un film uscito al cinema qualche anno fa e che mi aveva colpito perchè casualmente visto dalla mia capa di allora che me lo aveva consigliato. E, in effetti, non è per niente male come film.
Molte tematiche emergono da un'unica storia, qui raccontata col garbo della semplicità, dal razzismo ai pregiudizi, dal fallimento all'amore alla musica ai sogni. C'è n'è per tutti, basta lasciarsi trasportare.
Richard Jenkins - che per questo ruolo ha ottenuto nel 2008 la sua prima nomination all'Oscar - interpreta un professore che scopre degli intrusi in una sua seconda casa e, in un primo momento di spavento, li caccia. Non ci vorrà molto perchè il prof. Vale torni suoi suoi passi per cominciare una convivenza, e un'amicizia, che cambierà le vite di tutti i protagonisti.
La solitudine dell'uomo, poi, farà sì che la sua disponibilità ad interagire ed integrarsi con quelli che erano estranei (anche a livello culturale) sia totale e, dai nuovi interessi che nasceranno, quello per la musica porterà ad avventure decisamente impensate dall'uomo che fino a pochi mesi prima si nascondeva dietro la menzogna di un lavoro soddisfacente ed appagante.
Consigli: Una pellicola decisamente alternativa in cui, per una volta, è il 'bianco' che si mescola e fonde con l'amico 'nero'. E' un bell'esperimento, garbato e profondo.
Parola chiave: Immigrazione.
Ric
martedì 14 settembre 2010
Film 136 - Quando meno te lo aspetti
Me against TV: episodio 2. Ovvero quando la tv ti è nemica.
Film 136: "Quando meno te lo aspetti" (2004) di Garry Marshall
Visto: dalla TV
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Come si possa pensare di affidare un intero film sulle uniche spalle di Kate Hudson questo mi rimane un mistero. Come si possa credere che sarà un successo un film del genere, poi, è ancora più inspiegabile. Personaggi famosi in ruoli di contorno insignificanti (Joan Cusack, Felicity Huffman, Helen Mirren, Abigail Breslin), personaggini che ora un po' emergono (Hayden Panettiere), altri che ci riprovano per l'ennesima volta (John Corbett).
Non c'è un'idea che sia originale, non un passagio che non sia scontato o maledettamente prevedibile. Dov'era il regista di "Pretty Woman" mentre si girava questo film infangando il suo nome? Che Garry Marshall si fosse un po' perso per strada lo sapevamo, ma qui bisognava essere non vedenti per non capire l'inutilità del progetto...
Insomma non c'è ritmo, non c'è humor, non c'è alcuna magia coinvolgente, né capacità da parte dei protagonisti di creare qualcosa che non sia mera recitazione di battute prive del benché minimo guizzo. Non per forza si rende necessario il capolavoro, a volte il puro intrattenimento ben confezionato basta e avanza, ma qui non c'è nemmeno quello. Gag infantili, passaggi facili facili e dialoghi scontati tanto da far passare "Sex & The City 2" un sequel ben riuscito.
Peccato in generale perchè una bella commedia americana mi mette sempre di buon umore, anche quando non sia per forza una lavoro riuscito al 100%, mentre qui la piattezza, l'irrealtà (3 ragazzini tra l'infanzia e l'adolescena superano il lutto per la perdita dai due genitori in due settimane...) e l'assoluta assenza di inventiva lasciano insoddisfatti anche lo spettatore con meno pretese...
Consigli: Un passaggio assolutamente trascurabile della carriera della Hudson, che ha fatto decisamente di meglio, e del regista Marshall che, dopo alcuni successi mondiali, qui tenta la vincita facile con un prodotto davvero scadente. Ma non si può sempre vivere di rendita...
Parola chiave: Rapporti di famiglia.
Ric
Film 136: "Quando meno te lo aspetti" (2004) di Garry Marshall
Visto: dalla TV
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Come si possa pensare di affidare un intero film sulle uniche spalle di Kate Hudson questo mi rimane un mistero. Come si possa credere che sarà un successo un film del genere, poi, è ancora più inspiegabile. Personaggi famosi in ruoli di contorno insignificanti (Joan Cusack, Felicity Huffman, Helen Mirren, Abigail Breslin), personaggini che ora un po' emergono (Hayden Panettiere), altri che ci riprovano per l'ennesima volta (John Corbett).
Non c'è un'idea che sia originale, non un passagio che non sia scontato o maledettamente prevedibile. Dov'era il regista di "Pretty Woman" mentre si girava questo film infangando il suo nome? Che Garry Marshall si fosse un po' perso per strada lo sapevamo, ma qui bisognava essere non vedenti per non capire l'inutilità del progetto...
Insomma non c'è ritmo, non c'è humor, non c'è alcuna magia coinvolgente, né capacità da parte dei protagonisti di creare qualcosa che non sia mera recitazione di battute prive del benché minimo guizzo. Non per forza si rende necessario il capolavoro, a volte il puro intrattenimento ben confezionato basta e avanza, ma qui non c'è nemmeno quello. Gag infantili, passaggi facili facili e dialoghi scontati tanto da far passare "Sex & The City 2" un sequel ben riuscito.
Peccato in generale perchè una bella commedia americana mi mette sempre di buon umore, anche quando non sia per forza una lavoro riuscito al 100%, mentre qui la piattezza, l'irrealtà (3 ragazzini tra l'infanzia e l'adolescena superano il lutto per la perdita dai due genitori in due settimane...) e l'assoluta assenza di inventiva lasciano insoddisfatti anche lo spettatore con meno pretese...
Consigli: Un passaggio assolutamente trascurabile della carriera della Hudson, che ha fatto decisamente di meglio, e del regista Marshall che, dopo alcuni successi mondiali, qui tenta la vincita facile con un prodotto davvero scadente. Ma non si può sempre vivere di rendita...
Parola chiave: Rapporti di famiglia.
Ric
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Film 135 - Voce del verbo amore
Appena trasferito in casa nuova, senza internet e con tutti i dvd ancora impacchettati negli scatoloni, mi è toccato accedere la tv per la prima volta dopo un anno. E la sera cosa ti trovo? Un film italiano. Che per una buona metà del tempo credevo fosse una delle solite fiction...
Film 135: "Voce del verbo amore" (2007) di Andrea Manni
Visto: dalla TV
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Si sa che d'estate non ci si posso aspettare grandi cose dalla tv italiana. Repliche, banalità, inutilità, qualche programmino leggero e rubriche di ''approfondimento''...
In una calda serata di luglio, in casa a godermi le nuove quattro mura (finalmente) in solitaria, accendo la mia vecchia tv che ancora resiste nonostante due traslochi e anni di vita ormai sul groppone. E cosa ti trovo sulla RAI?! Un film italiano, che scambio per fiction (ammetto di non essere un abituè del genere) della più classica banalità cui ci hanno abituato, in cui ritrovo le facce conosciute di Giorgio Pasotti e Stefania Rocca. Solo sul finale scopro il titolo del film e lo collego a qualche recensione letta anni fa riguardo questa commediola all'italiana (che oggi vuol dire stupida e senza impegno) incentrata sul tema dell'amore e della famiglia.
Ovviamente le situazioni sono di una semplicità imbarazzante, l'amore trionfa sempre su tutto e il lieto fine ricongiunge la famiglia prima divisa da una separazione da crisi di mezza età. La coppia Pasotti-Rocca non tocca certo picchi di complicità senza pari, ma sicuramente risulta migliore di una Manuela Arcuri che flirta con Gabriel Garko... Il paragone è inevitabilmente quello con la peggiore fiction dei nostri giorni proposta dalla tv italiana (ma non è che la 'migliore' si possa definire di qualità...) e comunque il risultato finale del prodotto è decisamente scarso, privo di una ben che minima specifica dei personaggi, di un loro spessore umano che vada oltre la macchina che rappresentano. Non a caso, comunque, questo film passò quasi inosservato al cinema quando uscì...
Ps. Se nemmeno le tette mostrate nel trailer da una dei personaggi sono riuscite a portare in sala il pubblico medio italiano, qualcosa vorrà pur dire...
Consigli: Per chi ama Pasotti o il cinema italiano facile facile. Altrimenti non c'è motivo di perdere tempo. Meglio cambiare canale!
Parola chiave: Buoni sentimenti.
Ric
Film 135: "Voce del verbo amore" (2007) di Andrea Manni
Visto: dalla TV
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Si sa che d'estate non ci si posso aspettare grandi cose dalla tv italiana. Repliche, banalità, inutilità, qualche programmino leggero e rubriche di ''approfondimento''...
In una calda serata di luglio, in casa a godermi le nuove quattro mura (finalmente) in solitaria, accendo la mia vecchia tv che ancora resiste nonostante due traslochi e anni di vita ormai sul groppone. E cosa ti trovo sulla RAI?! Un film italiano, che scambio per fiction (ammetto di non essere un abituè del genere) della più classica banalità cui ci hanno abituato, in cui ritrovo le facce conosciute di Giorgio Pasotti e Stefania Rocca. Solo sul finale scopro il titolo del film e lo collego a qualche recensione letta anni fa riguardo questa commediola all'italiana (che oggi vuol dire stupida e senza impegno) incentrata sul tema dell'amore e della famiglia.
Ovviamente le situazioni sono di una semplicità imbarazzante, l'amore trionfa sempre su tutto e il lieto fine ricongiunge la famiglia prima divisa da una separazione da crisi di mezza età. La coppia Pasotti-Rocca non tocca certo picchi di complicità senza pari, ma sicuramente risulta migliore di una Manuela Arcuri che flirta con Gabriel Garko... Il paragone è inevitabilmente quello con la peggiore fiction dei nostri giorni proposta dalla tv italiana (ma non è che la 'migliore' si possa definire di qualità...) e comunque il risultato finale del prodotto è decisamente scarso, privo di una ben che minima specifica dei personaggi, di un loro spessore umano che vada oltre la macchina che rappresentano. Non a caso, comunque, questo film passò quasi inosservato al cinema quando uscì...
Ps. Se nemmeno le tette mostrate nel trailer da una dei personaggi sono riuscite a portare in sala il pubblico medio italiano, qualcosa vorrà pur dire...
Consigli: Per chi ama Pasotti o il cinema italiano facile facile. Altrimenti non c'è motivo di perdere tempo. Meglio cambiare canale!
Parola chiave: Buoni sentimenti.
Ric
giovedì 9 settembre 2010
Film 134 - Wolfman
Per passare un po' il tempo mi sono dedicato a una delle solite produzioni americane ad alto budget: il remake di un classico del cinema horror!
Film 134: "Wolfman" (2010) di Joe Johnston
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sinceramente credo sia uno dei film più brutti visti recentemente. Assolutamente mal confezionato, nonostante la potenzialmente ben riuscita atmosfera dark, risulta sconclusionato e assolutamente tedioso. Un film diciamo horror, non dovrebbe spaventare? Di sicuro non annoiare...
Come sempre più spesso accade, in un marasma di non creatività, c'è chi ne approfitta per spacciare il guadagno facile per il restyling di un classico. Questa volta è toccata all'uomo lupo e ai suoi fans che si cerca disperatamente di portare al cinema riprendendo spunto dall'originale di George Waggner ("L'uomo lupo", 1941).
Peccato Benicio Del Toro non sia per niente in forma e non lo si possa certo considerare perfetto per la parte solamente a causa delle occhiaie peste che si ritrova in viso. Anthony Hopkins è sempre più la fotocopia del suo personaggio maggiormente riuscito (e famoso), con punte sadiche veramente fuori luogo e uno sguardo maligno ormai talmente tanto riproposto da non far paura nemmeno per sbaglio. Della Blunt non si può nemmeno parlare visto il ruolo insignificante affibbiatole.
Insomma, un piccolo disastro di film, capace solo di creare un'infinita pseudo suspance che non porta mai ad alcunché se non al disgusto per certe scene davvero risparmiabili. Un certo splatter che mi ha ricordato l'insensata oscenità de "Il corpo di Jennifer"... Non ci siamo.
Consigli: Non va visto neanche per sbaglio.
Parola chiave: Luna piena.
Ric
Film 134: "Wolfman" (2010) di Joe Johnston
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sinceramente credo sia uno dei film più brutti visti recentemente. Assolutamente mal confezionato, nonostante la potenzialmente ben riuscita atmosfera dark, risulta sconclusionato e assolutamente tedioso. Un film diciamo horror, non dovrebbe spaventare? Di sicuro non annoiare...
Come sempre più spesso accade, in un marasma di non creatività, c'è chi ne approfitta per spacciare il guadagno facile per il restyling di un classico. Questa volta è toccata all'uomo lupo e ai suoi fans che si cerca disperatamente di portare al cinema riprendendo spunto dall'originale di George Waggner ("L'uomo lupo", 1941).
Peccato Benicio Del Toro non sia per niente in forma e non lo si possa certo considerare perfetto per la parte solamente a causa delle occhiaie peste che si ritrova in viso. Anthony Hopkins è sempre più la fotocopia del suo personaggio maggiormente riuscito (e famoso), con punte sadiche veramente fuori luogo e uno sguardo maligno ormai talmente tanto riproposto da non far paura nemmeno per sbaglio. Della Blunt non si può nemmeno parlare visto il ruolo insignificante affibbiatole.
Insomma, un piccolo disastro di film, capace solo di creare un'infinita pseudo suspance che non porta mai ad alcunché se non al disgusto per certe scene davvero risparmiabili. Un certo splatter che mi ha ricordato l'insensata oscenità de "Il corpo di Jennifer"... Non ci siamo.
Consigli: Non va visto neanche per sbaglio.
Parola chiave: Luna piena.
Ric
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mercoledì 8 settembre 2010
Film 133 - Revolutionary Road
Tornato alla mia più tradizionale vocazione americana, scelgo un film che volevo vedere da un po' per una serie di motivi. Primo fra tutti? Kate Winslet.
Film 133: "Revolutionary Road" (2008) di Sam Mendes
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non sempre l'amore basta a salvare la vita di coppia dalle insidie della vita quotidiana. Banale, direte voi.
Un po', ma è il fulcro e la ragion d'essere del film del Sig. Mendes, ex Mr. Winslet (sono separati da poco), che riprende il racconto dallo stesso titolo dello scrittore Richard Yates e ne confeziona una pellicola molto curata e raffinata in cui la celeberrima coppia del "Titanic" tenta il bis maturo per dimostrare che la loro barca in effetti non è ancora affondata. Niente di più vero, tra l'altro, confermato anche da i due Golden Globes vinti dalla Winslet nell'edizione 2009 - quindi per la stagione cinematografica 2008 - di cui uno proprio per questo film (ma l'Oscar è arrivato per "The Reader") e dai recenti successi al botteghino di DiCaprio, prima con "Shutter Island" di Scorsere e adesso con "Inception" di Nolan.
Insieme i due belli (ma è la Winslet quella che la spunta in bellezza, questa volta) formano una coppia di attori degni di nota e spessore, capaci di rendere con estremo realismo la drammaticità che un racconto come questo richiede. Ottimo anche il contorno attoriale, con Kathy Bates (vi dice niente? Già, "Titanic" anche lei!) e il nominato all'Oscar, per questo ruolo, Michael Shannon qui in versione pazzoide.
Qual è, quindi, il deficit principale del film? E la causa del suo successo molto sotto le aspettative? Beh, come sempre accade, dopo 11 anni le cose non sono più le stesse, i fans hanno guardato oltre e chi urlava e scalpitava per il DiCaprio adolescente, ora forse è meno interssato a vederlo collocato in un sobborgo residenziale anni '50 che si deprime per il lavoro poco soddisfacente e la gabbia in cui si è auto rinchiuso. Insomma, il confronto con un colosso (per quanto discutibile) come il "Titanic" (11 Oscar e, fino a quest'anno, record assoluto di incassi di tutta la storia del cinema) risulta difficile perfino agli attori stessi che lo interpretarono nel lontano '97. Le storie sono imparagonabili, i temi e i toni pure. Ma, nonostante questo, si è puntato buona parte della campagna promozionale sulla 'reunion' dei due attori che, a suo tempo, furono capaci di creare una magia che ad oggi è difficile ricreare.
Valorizzare la pellicola per altri motivi sarebbe stato probabilmente mossa meno commerciale, ma più interessante. Meno gossip da red carpet e più prestigio a recitazione e storia avrebbe sicuramente giovato.
Il film è bello, difficile, toccante in certi punti. Non è IL capolavoro di Mendes (pare che sia ''American Beauty''), ma dimostra di saper dirigere bene i suoi attori, cosa non da poco. Sottovalutarlo per la scelta di averlo pubblicizzato come dopo-Titanic sarebbe un errore. Ps. Bellissimi fotografia e costumi. 3 nominations agli Oscar 2009: attore non protagonista, costumi e scenografia.
Consigli: Una bella sfida, non sempre totalmente riuscita, ma avvincente e interessante. Drammatico e non semplicissimo da digerire, soprattutto ai nostri giorni in cui siamo abituati ad un certo livello di emancipazione oltre che ad assecondare i nostri desideri costi quel che costi.
Parola chiave: Aborto.
Ric
Film 133: "Revolutionary Road" (2008) di Sam Mendes
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non sempre l'amore basta a salvare la vita di coppia dalle insidie della vita quotidiana. Banale, direte voi.
Un po', ma è il fulcro e la ragion d'essere del film del Sig. Mendes, ex Mr. Winslet (sono separati da poco), che riprende il racconto dallo stesso titolo dello scrittore Richard Yates e ne confeziona una pellicola molto curata e raffinata in cui la celeberrima coppia del "Titanic" tenta il bis maturo per dimostrare che la loro barca in effetti non è ancora affondata. Niente di più vero, tra l'altro, confermato anche da i due Golden Globes vinti dalla Winslet nell'edizione 2009 - quindi per la stagione cinematografica 2008 - di cui uno proprio per questo film (ma l'Oscar è arrivato per "The Reader") e dai recenti successi al botteghino di DiCaprio, prima con "Shutter Island" di Scorsere e adesso con "Inception" di Nolan.
Insieme i due belli (ma è la Winslet quella che la spunta in bellezza, questa volta) formano una coppia di attori degni di nota e spessore, capaci di rendere con estremo realismo la drammaticità che un racconto come questo richiede. Ottimo anche il contorno attoriale, con Kathy Bates (vi dice niente? Già, "Titanic" anche lei!) e il nominato all'Oscar, per questo ruolo, Michael Shannon qui in versione pazzoide.
Qual è, quindi, il deficit principale del film? E la causa del suo successo molto sotto le aspettative? Beh, come sempre accade, dopo 11 anni le cose non sono più le stesse, i fans hanno guardato oltre e chi urlava e scalpitava per il DiCaprio adolescente, ora forse è meno interssato a vederlo collocato in un sobborgo residenziale anni '50 che si deprime per il lavoro poco soddisfacente e la gabbia in cui si è auto rinchiuso. Insomma, il confronto con un colosso (per quanto discutibile) come il "Titanic" (11 Oscar e, fino a quest'anno, record assoluto di incassi di tutta la storia del cinema) risulta difficile perfino agli attori stessi che lo interpretarono nel lontano '97. Le storie sono imparagonabili, i temi e i toni pure. Ma, nonostante questo, si è puntato buona parte della campagna promozionale sulla 'reunion' dei due attori che, a suo tempo, furono capaci di creare una magia che ad oggi è difficile ricreare.
Valorizzare la pellicola per altri motivi sarebbe stato probabilmente mossa meno commerciale, ma più interessante. Meno gossip da red carpet e più prestigio a recitazione e storia avrebbe sicuramente giovato.
Il film è bello, difficile, toccante in certi punti. Non è IL capolavoro di Mendes (pare che sia ''American Beauty''), ma dimostra di saper dirigere bene i suoi attori, cosa non da poco. Sottovalutarlo per la scelta di averlo pubblicizzato come dopo-Titanic sarebbe un errore. Ps. Bellissimi fotografia e costumi. 3 nominations agli Oscar 2009: attore non protagonista, costumi e scenografia.
Consigli: Una bella sfida, non sempre totalmente riuscita, ma avvincente e interessante. Drammatico e non semplicissimo da digerire, soprattutto ai nostri giorni in cui siamo abituati ad un certo livello di emancipazione oltre che ad assecondare i nostri desideri costi quel che costi.
Parola chiave: Aborto.
Ric
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