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lunedì 8 luglio 2019

Film 1622 - Dear John

Intro: Continuando sulla scia dell'amore, guardiamo un film che non avrei mai pensato di vedere.
Film 1622: "Dear John" (2010) di Lasse Hallström
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: amore a prima vista, guerra, sguardi melanconici alla luna, lettere, non credo si potessero aggiungere altri elementi strappalacrime per indirizzare ancora di più al romanticismo questa ennesima pellicola tratta da uno dei libri scritti da Nicholas Sparks. Non sono un suo fan, quindi fatico onestamente a trovare qualcosa di positivo a proposito di questo "Dear John". Nemmeno Channing Tatum riesce a fare la sua magia tanto l'hanno ripulito e addomesticato. Noioso.
Cast: Channing Tatum, Amanda Seyfried, Henry Thomas, Richard Jenkins, Luke Benward, Scott Porter, D.J. Cotrona.
Box Office: $114.9 milioni
Vale o non vale: Per i fan di Sparks e le sue storie d'amore che funzionano solo quando lette in un libro o raccontate al cinema. Poi ci si ricorda che la vita vera è altro e di "Dear John" ci si dimentica in un attimo.
Premi: /
Parola chiave: 11 Settembre.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 21 marzo 2019

Film 1534 - The Shape of Water

Intro: La "corsa" agli Oscar continua con uno dei film più chiacchierati e meglio accolti dalla critica. Ergo, altissime aspettative!
Film 1534: "The Shape of Water" (2017) di Guillermo del Toro
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: da Guillermo del Toro mi aspetto sempre un po' di tutto, diciamo. E' un grande regista, un artista in grado di raccontare storie fantastiche e al contempo terrificanti attraverso immagini particolarmente poetiche, colorate e sicuramente molto personali. Potremmo dire che ha un suo stile. Per "The Shape of Water" avevo particolari aspettative, sia per via delle ottime critiche, i premi a pioggia e, personalmente, la presenza di Sally Hawkins finalmente protagonista. Tutti questi elementi assieme hanno condizionato non poco il mio giudizio finale che, diciamolo subito, non è stato positivo quanto mi sarei immaginato. Per farla semplice: il film è bello, ma non quanto "Three Billboards Outside Ebbing, Missouri" e "Call Me by Your Name". Facile immaginare il mio disappunto, quindi, quando questa pellicola ha vinto come Miglior film agli Oscar 2018;
metto in conto una serie di fattori, prima di proseguire: la mia visione del film non era in buona qualità, il mio mood pre Oscar è sempre piuttosto concitato (per non dire "fagocitativo"), mi aspettavo un capolavoro. Niente di tutto questo ha favorito una fruizione quanto più possibile oggettiva, mancando premesse di imparzialità e qualità video; detto ciò, ribadisco che per me questo titolo è stato una piccola delusione. Per carità, ci sono tutti gli elementi per una romanticamente bizzarra storia d'amore, eppure la sensazione è che più che di una fiaba dark contemporanea si tratti di qualcosa più sponsorizzato dalla critica che dall'entusiasmo genuino dello spettatore. Probabilmente dovrei riguardare il film e concedergli una seconda possibilità;
Sally Hawkins è una grandissima protagonista, in questo ruolo più che mai. Muta e spesso nuda per copione, l'ho trovata capace di spingersi oltre i personaggi fino ad ora interpretati, riuscendo a dimostrare genuinamente un talento troppo spesso relegato in secondo piano. Frances McDormand era imbattibile, ma sicuramente la Hawkins si è difesa egregiamente. Trovo, invece, esagerate le candidature per Richard Jenkins e Octavia Spencer, bravi, ma di certo non eccezionali o indimenticabili;
ricordo di aver trovato intriganti le musiche di Alexandre Desplat - sempre in grado di far risaltare le immagini - e davvero belle le scenografie, capaci di combinare l'atmosfera anni '60 con un certo grado di moderno/futuristico (quasi spaziale) che esalta lo stile particolare del film. Perfetto anche il montaggio della scena iniziale, in grado di sottolineare la monotona routine di Elisa prima di conoscere la creatura. Relativamente a quest'ultima, onestamente mi sarei aspettato una candidatura per gli effetti speciali che, invece, agli Oscar non è arrivata;
tutto sommato "The Shape of Water" è un bel prodotto che, sicuramente, ho giudicato molto severamente per via delle condizioni di cui sopra. Ne ho un ricordo piacevole e al contempo di delusione, perché mi aspettavo di più. Manca di quell'atmosfera magica che vende il trailer proponendo, invece, una certa crudezza inattesa; lancia un bel messaggio di inclusione e umanità, ma in maniera spietata; vive di uno humor assolutamente personale che, alle volte, mi è risultato più strano che piacevole. Insomma, relativamente a questo titolo sono ancora diviso abbastanza equamente tra ciò che mi è piaciuto e quello che, invece, non mi ha lasciato soddisfatto. Sicuramente non il mio miglior film del 2017.
Cast: Sally Hawkins, Michael Shannon, Richard Jenkins, Doug Jones, Michael Stuhlbarg, Octavia Spencer, Martin Roach.
Box Office: $195.2 milioni
Vale o non vale: Da vedere, se non altro per farsi un'opinione propria relativamente a una delle pellicole (e storie) che ha più conquistato critica e pubblico della stagione 2017.
Premi: Candidato a 13 Oscar, ne ha vinti 4 (Miglior film, regia, colonna sonora e scenografia); 7 nomination ai Golden Globes e 2 vittorie (Miglior regia e colonna sonora); 12 nomination ai BAFTA e 3 vittorie (regia, colonna sonora e scenografia); Leone d'Oro a Venezia 2017.
Parola chiave: Uovo.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 6 ottobre 2015

Film 1009 - Jack Reacher - La prova decisiva

Non lo avevo mai visto, ma ero rimasto con la curiosità di recuperarlo. Anche perché continuavo a confonderlo con "Innocenti bugie"...

Film 1009: "Jack Reacher - La prova decisiva" (2012) di Christopher McQuarrie
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Tom Cruise rifà il suo solito personaggio in cento milioni di declinazioni differenti, ma sembre dell'uomo tutto azione e addominali parliamo. E non se ne esce.
Non che il film in questione sia malvagio a dire il vero, però non si può non sottolineare la costante tutta-d-un-pezzo riproposta anche in questa pellicola che, più che un all action, è uno strano connubio tra pellicola d'azione e thriller che divide la sua narrazione tra sparatorie e linguaggio giuridico. La premessa è questa: un cecchino spara a caso sulla folla uccidendo una serie di persone, poi si da alla fuga. Trovato tramite una serie di indizi, l'uomo viene interrogato, ma l'unica cosa farà sarà scrivere il nome di Jack Reacher che, neanche a dirlo, di lì a poco si presenterà spontaneamente e finirà perfino per diventare consulente della difesa del presunto cecchino. Un po' come gli esperti che si vedono apparire come funghi nei crime drama - vedi "The Good Wife", "CSI", i vari "Law & Order", ecc -, anche Jack si metterà a verificare la tesi dell'accusa relativamente a ciò che è accaduto durante la sparatoria, andando ad esaminare ogni dettaglio per confutare la tesi princiaple: il cecchino non è chi è stato preso. Per farlo, chiaramente, Jack e la nuova fiamma Helen (Rosamund Pike) si metteranno in un mare di guai.
Devo dire che anche se parliamo di una variante sul tema, alla fine "Jack Reacher - La prova decisiva" è un buon esempio nel suo genere e sorvolando sul machismo spinto all'assurdo, tutto sommato il risultato è buono.
Ps. Tratto dal romanzo "One Shot" di Lee Child, questa pellicola avrà a breve un sequel: "Jack Reacher 2" uscirà in America il 1° ottobre 2016, questa volta basato sul romanzo "Never Go Back" dello stesso autore.
Cast: Tom Cruise, Rosamund Pike, Richard Jenkins, Werner Herzog, David Oyelowo, Jai Courtney, Joseph Sikora, Robert Duvall.
Box Office: $218.3 milioni
Consigli: I film d'azione di Cruise sono in fin dei conti un po' tutti uguali, ma con il pregio costante di una qualità sufficiente a rendere ogni progetto più che guardabile. Questo, in particolare, presenta una serie di aspetti positivi (l'indagine, il processo, lo studio della dinamica della sparatoria, la verifica delle tesi) che aiutano la pellicola a caratterizzarsi sufficientemente. Il personaggio di Reacher, invece, non è niente di nuovo, ma se è stato scelto Cruise è perché ci sa fare e risulta credibile come vendicatore della notte nonostante i suoi 50 anni (all'epoca). Insomma, una pellicola di intrattenimento, con tanta violenza, una leggera critica al mondo delle armi e una storia intricata ma che lascia soddisfatti. Si può vedere.
Parola chiave: Parchimetro.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 7 maggio 2015

Film 913 - A.C.O.D.

Proseguendo con i film ad alta quota... #TokyoDays: film 2.

Film 913: "A.C.O.D." (2013) di Stu Zicherman
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Adam Scott lo seguo abbastanza piacevolmente dai tempi in cui faceva l'amico gay di JLo in "Quel mostro di suocera", ancora più volentieri da quando ha preso parte al cast di "Parks and Recreation" con la mia amata Amy Poehler, presente anche lei in questo film. Quindi, diciamo, che "A.C.O.D." (l'acronimo sta per Adult Children of Divorce, che più o meno vuole indicare il figlio ormai adulto di una coppia divorziata) sembrava sia riflettere i miei gusti in fatto di attori, sia fornirmi quel necessario svago da traversata oceanica di quasi 10 ore di volo. Errore.
Già perché anche senza comprendere alle perfezione tutte le battute - ma assicuro che ne ho capite un bel po' - questa pellicola è brutta. E non fa ridere, il che è peggio se consideriamo che è una commedia che vuole ironizzare sul divorzio.
Più che un film, a me è sembrato una gran accozzaglia di luoghi comuni presentati in salsa indie-film indipendente, il tutto per giustificare una tentata comicità senza freni su genitori pazzi che divorziano e relativo mondo parallelo di follia che contribuiscono a creare e una trama che si crede non convenzionale solo perché fa fare ai suoi personaggi cose pazze e dire cose ancora più senza senso. Non basta che tutti sembrino vivere in una dimensione parallela perché un prodotto si possa ritenere sufficientemente interessante o innovativo. Di divorzi, amori finiti, genitori che si lasciano, figli che ne rimangono segnati, terapie, riconciliazioni, famiglie strane o a pezzi ne abbiamo sentito parlare a iosa, il che già di per sé non aiuta a creare un prodotto nuovo, fresco. Qui ci si adagia sul già visto - pensavano non si sarebbe capito dopo i primi 10 minuti che i genitori di Carter li avremmo ritrovati di lì a poco a ricongiungersi biblicamente dopo anni di guerra tra ex? - e non si punta nemmeno su una comicità divertente, caratterizzando personaggi in maniera lunatica o tediosa (la finta psicologa Dr. Judith/Jane Lynch è qualcosa di insostenibile), il che porta il risultato finale a non essere nemmeno mediocre, ma proprio brutto. Ed è un vero peccato se pensiamo che si spreca un cast di attori come Scott, Poehler e Lynch ma anche Richard Jenkins, Catherine O'Hara, Clark Duke e Jessica Alba.
Insomma, considerate le aspettative che avevo (leggi commedia divertente e ironica con un bel cast e atmosfere irriverenti) questo "A.C.O.D." mi ha lasciato insoddisfatto. Anzi, non mi è proprio piaciuto per niente.
Ps. in Italia il film è uscito direttamente in dvd l'anno scorso con il titolo "A.C.O.D. - Adulti complessati originati da divorzio".
Box Office: $175,705
Consigli: Carter scopre dopo anni che la terapista che lo aveva aiutato a superare il divorzio dei suoi genitori durante l'infanzia non è in realtà un vero dottore, ma una scrittrice che, approfittando delle sue confessioni (e quelle di un altro gruppo di ragazzi nella stessa situazione), ne ha scritto un libro di successo. Questo aggiunto al fatto che il fratello minore sta per sposarsi e i loro genitori non riescono nemmeno a stare nella stessa stanza insieme per 5 minuti crea i presupposti per l'inizio di questa storia, promessa di commedia che dovrebbe ironizzare non solo sul divorzio, ma anche le assurdità che la vita porta con sé. Il film, però, non riesce nell'intento di divertire o intrattenere in maniera interessante, fatica ad imporre un'impronta personale, una visione dei vari argomenti che vada oltre il già visto e un costante e innaturale caos di fonda. E' una pellicola rumorosa e poco ispirata, un tentativo non riuscito. Vale la pena di vederlo? Io eviterei.
Parola chiave: Libro.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 20 settembre 2012

Film 453 - Quella casa nel bosco

Lo streaming me lo proponeva e, tempo fa, mi era stato detto che era certamente un film originale... Potevo astenermi dal guardarlo?


Film 453: "Quella casa nel bosco" (2011) di Drew Goddard
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: "Quella casa nel bosco" è una pellicola certamente insolita, difficile da incasellare in un sistema rigido di generi filmici. Perfino Wikipedia inglese lo definisce in maniera interessante: '"The Cabin in the Woods" is a 2012 American comedy horror film'. Ora, parliamone: commedia e horror assieme? Non sono molto d'accordo...
Innanzitutto non ho riso molto durante la visione, quindi non capisco dove gli americani abbiano colto tanta ironia. Secondo, anche definirlo dell'orrore mi pare un attimo vago. Non tanto perchè non lo sia, ma perchè non lo è del tutto. E' più horror fantascientifico. Ma comunque mi risulta difficile da inquadrare.
Tanti generi mixati, una storia che credi procederà nel solito modo e, invece, non finisce mai di evolversi in qualcos'altro, un finale che ti lascia perplesso. Devo dire che, tutto sommato, ho apprezzato lo sforzo di non omologazione degli sceneggiatori Joss Whedon (responsabile del successone di "The Avengers") e Drew Goddard, ma nel complesso non posso dirmi totalmente favorevole riguardo a questo lavoro.
I presupposti non sarebbero sbagliati - un gran carnet di personaggi da paura che si predispongono alla battaglia epica del tutti contro tutti - ma nel finale mi pare si perda un po' di vista il progetto, con un caos regnante poco chiaro che tende ad una conclusione chiassosa e frettolosa.
Insomma, direi che qui il pregio più evidente è quello di essere un prodotto che, per una volta, non è esattamente conforme all'idea originale che parrebbero comunicarti locandina, trailer e la definizione del genere. Ma, nel complesso, non tutto funziona a dovere.
Nel cast la protagonista è la verginella Kristen Connolly (chi?), ma tra i volti noti c'è il Chris Hemsworth che impersona "Thor" (sì, anche "The Avengers"...), Jesse Williams (da "Grey's Anatomy"), Bradley Whitford ("Studio 60 on the Sunset Strip", "The West Wing" e "Scent of a Woman - Profumo di donna") e il candidato all'Oscar Richard Jenkins ("L'ospite inatteso", "Mangia Prega Ama").
Ps. Cameo a sopresa sul finale di una grandissima attrice! Inaspettato e molto gradito. Pps. $65,902,967 di incasso mondiale.
Consigli: I fan degli horror potrebbero tentare di sorprendersi con la trama di questo film. Non è niente di che, ma si lascia comunqeu guardare. Provare per credere.
Parola chiave: Antichi.

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BB

sabato 10 dicembre 2011

Film 340 - Amici di letto

Commedia americana su sesso vs amore. Chi la spunterà?


Film 340: "Amici di letto" (2011) di Will Gluck
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Dalla stessa mano che ha diretto "Easy A"(o "Easy Girl" che dir si voglia), un'altra commedia spensierata e divertente, anche se questa volta meno piacevole e tagliente.
Delusi dalle precedenti storie d'amore appena terminate, quando si conoscono Dylan/Justin Timberlake e Jamie/Mila Kunis capiscono che potrebbero avere la soluzione ai loro problemi: sesso senza amore. Una formula più e più volte tentata e analizza dal cinema - a quello americano pare piacere parecchio - che, di recente, ha prodotto il non proprio stupefacente "Amici, amanti e..." (notare la fantasia italiana che ci stupisce con un titolo vagamente simile a quello di questa pellicola...) col duo Ashton Kutcher e la collega della Kunis in "Black Swan" Natalie Portman.
Anche in questa pellicola, seppure un certo humor frivolo di fondo aiuta ad arrivare fino in fondo, non fa pieno centro e risulta piacevole soprattutto nel primo tempo, quello più leggero e provocatorio. Inutile dire che nel secondo tempo si lascerà spazio ad amore, sentimenti, famiglia, malattia. Del resto pare che la commedia per far riflettere lo spettatore debba per forza piombare nella banalità o nel patetico.
Comunque la pellicola è godibile, i tuoi attori protagonisti sono decisamente in forma e perfetti per il ruolo, freschi e piacevoli, divertiti e divertenti. Pare che l'alchimia ci sia davvero.
Un buon cast di comprimari fa il resto: Patricia Clarkson ("Easy A", "Shutter Island"), Richard Jenkins ("L'ospite inatteso"), Woody Harrelson ("Assassini nati", "Benvenuti a Zombieland", "2012"), Jenna Elfman ("Dharma & Greg") e la stessa Emma Stone di "Easy A" (ma anche "Benvenuti a Zombieland", "Crazy, Stupid, Love." e il prossimo "The Help").
Tutto sommato si vede volentieri e ci si lascia corrompere da un certo voyeurismo nei confronti dei bei protagonisti. Niente di sensazionale, però si lascia vedere.
Consigli: Perfetta commedia svuota cervello, assolutamente da vedere per gli amanti del genere (o dei due protagonisti).
Parola chiave: Flash mob.

Trailer

Ric

lunedì 8 novembre 2010

Film 176 - Mangia, prega, ama

Anche qui è un po' come per Tom Cruise: ce la farà la 'diva Julia' a riportare in auge la sua carriera?


Film 176: "Mangia, prega, ama" (2010) di Ryan Murphy
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ryan Murphy, creatore di tormentoni tv come "Popular", "Nip/Tuck" e il recentissimo "Glee" approda alla regia sul grande schermo (dopo "Correndo con le forbici in mano") con la trasposizione di un romanzo, pare, molto conosciuto tra le ladies amaricane dei dopo 'anta'. Così sceglie una diva hollywoodiana già nei citati 'anta' e con la carriera un po' in declino dopo ben 3 gravidanze e l'assenza dalle scene di anni e tenta il colpaccio della sua carriera.
Il risultato della trasposizione è, cinematograficamente parlando, non totalmente riuscito. Sarà che la stella di Julia Roberts non si è appannata solo a causa dell'assenza dalle scene, ma per quella perdita di smalto di cui ci siamo accorti un po' tutti. O che, in fondo in fondo, Julia c'è sempre stata un po' antipatica con quel sorriso tanto grande quanto sproporzionato. Sta di fatto che non ci si riesce ad identificare con lei appieno perchè, forse, ormai ha acquisito un'aria da spocchiosetta che, quando non riesce a controllarsi, traspare dallo sguardo furbo.
A livello di trama, poi, si cade un po' nei cliché del folklore popolare, delle dicerie, della cultura da turista un po' troppo facile. Sarà che chiamano in causa proprio noi italiani (a fare da cicerone a Liz/Julia Roberts c'è proprio il nostro Luca Argentero) spacciandoci per assoluti cultori del 'dolce far niente' e null'altro...
In ogni caso il viaggio della nostra eroina è un cammino, un percorso di formazione annunciato, bello visivamente e profondo spiritualmente, ma sembra sempre un pelino forzato, un attimo aggiustato per rendere tutto ancora più sensazionalmente incredibile. Nel complesso una pellicola più che godibile, per carità, ma forse meno spirituale di quanto quei 'prega' e 'ama' ci vogliano far credere.
Comprimari maschili della Roberts piovono a bizzeffe dalla Holliwood che conta: James Franco ("Howl", "Notte folle a Manhattan", "Spider-Man"), Billy Crudup ("Quasi famosi", "Watchmen"), Richard Jenkins (nominato all'Oscar per "L'ospite inatteso") e Javier Bardem (Oscar 2008 per "Non è un paese per vecchi"). Sul piano femminile la più nota è Viola Davis ("State of Play", "Il dubbio", "Innocenti bugie").
Per tirare le somme: non c'è male, ma non è né un capolavoro né nulla di trascendentale. E' un film che passa e lascia il tempo che trova. Forse il problema sta anche lì, nel tempo: 133 minuti sono troppi.
Consigli: Meglio guardare questa pellicola con lo stomaco pieno, altrimenti l'irresistibile necessità di mangiare diverrà irrefrenabile!
Parola chiave: Voglia di vivere.




Ric

giovedì 16 settembre 2010

Film 137 - L'ospite inatteso

Me against TV: episodio 3. Questa è la volta buona.


Film 137: "L'ospite inatteso" (2007) di Thomas McCarthy
Visto: dalla TV
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Miracolosamente la tv della seconda serata mi propone qualcosa di buono, interessante e recente. Un film uscito al cinema qualche anno fa e che mi aveva colpito perchè casualmente visto dalla mia capa di allora che me lo aveva consigliato. E, in effetti, non è per niente male come film.
Molte tematiche emergono da un'unica storia, qui raccontata col garbo della semplicità, dal razzismo ai pregiudizi, dal fallimento all'amore alla musica ai sogni. C'è n'è per tutti, basta lasciarsi trasportare.
Richard Jenkins - che per questo ruolo ha ottenuto nel 2008 la sua prima nomination all'Oscar - interpreta un professore che scopre degli intrusi in una sua seconda casa e, in un primo momento di spavento, li caccia. Non ci vorrà molto perchè il prof. Vale torni suoi suoi passi per cominciare una convivenza, e un'amicizia, che cambierà le vite di tutti i protagonisti.
La solitudine dell'uomo, poi, farà sì che la sua disponibilità ad interagire ed integrarsi con quelli che erano estranei (anche a livello culturale) sia totale e, dai nuovi interessi che nasceranno, quello per la musica porterà ad avventure decisamente impensate dall'uomo che fino a pochi mesi prima si nascondeva dietro la menzogna di un lavoro soddisfacente ed appagante.
Consigli: Una pellicola decisamente alternativa in cui, per una volta, è il 'bianco' che si mescola e fonde con l'amico 'nero'. E' un bell'esperimento, garbato e profondo.
Parola chiave: Immigrazione.


Ric