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mercoledì 18 dicembre 2024

Film 2331 - Hidden Figures

Intro: Tornato a casa, rivedo Michael e qual è il titolo che gli propongo di vedere? Ma ovviamente quello che "Fly Me to the Moon" mi aveva ricordato qualche giorno prima...

Film 2331: "Hidden Figures" (2016) di Theodore Melfi
Visto: dalla tv
Lingua: inglese
Compagnia: Michael
In sintesi: ancora non posso credere che Michael non lo avesse mai visto prima. Io, alla mia ennesima visione, trovo sempre - se non ancora di più - che "Hidden Figures" sia un gran bel film, con un bel messaggio e ben realizzato, nonché portato sulle spalle di 3 fantastiche protagoniste che fanno un lavoro egregio: Taraji P. Henson, Octavia Spencer e Janelle Monáe.
Grande pellicola.
Film 1320 - Hidden Figures
Film 1665 - Hidden Figures
Film 2329 - Hidden Figures
Cast: Taraji P. Henson, Octavia Spencer, Janelle Monáe, Kevin Costner, Kirsten Dunst, Jim Parsons, Mahershala Ali, Aldis Hodge, Glen Powell.
Box Office: $236.2 milioni
Vale o non vale: Un film che riguardo sempre volentieri e riesce, tutte le volte, a mettermi di buon umore. La storia è bella (e vera) e ben raccontata, le protagoniste interagiscono tra di loro magnificamente, il resto del cast è ottimo, le musiche accompagnano alla perfezione. Insomma, per me, un titolo da recuperare.
Premi: Candidato a 3 premi Oscar per Miglior film, sceneggiatura non originale e attrice non protagonista (Octavia Spencer). 1 nomination ai BAFTA per la Miglior sceneggiatura non originale e 2 ai Golden Globes per attrice non protagonista (Spencer) e colonna sonora. 2 candidature ai Grammy per Best Score Soundtrack for Visual Media e Best Compilation Soundtrack for Visual Media. 2 vittorie agli MTV Movie + TV Award per Best Hero (Taraji P. Henson) e Best Fight Against the System e 1 nomination per Best Actor in a Movie (Henson).
Parola chiave: Computer.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 31 ottobre 2024

Film 2317 - Under Paris

Intro: Secondo film del sabato sera casalingo salotto con proiettore. In realtà avevo in programma di recuperare un'altra pellicola, ma dato che non si scaricava, ho optato per l'opzione più semplice: Netflix.

Film 2317: "Under Paris" (2024) di Xavier Gens
Visto: dal proiettore
Lingua: francese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ammetto che fossi un po' restio a scegliere questo film all'inizio: non solo si tratta di un prodotto di Netflix (si sa che i loro film sono terribili), ma per di più in francese, il che avrebbe comportato il dover seguire tramite sottotitoli. D'altro canto, però, adoro i film con squali assassini che sembrano intenzionati a voler decimare la razza umana, per cui alla fine mi sono deciso. E ho fatto bene.
Per quanto "Sous la Seine" non si certo "Lo squalo", devo comunque ammettere che la visione non mi sia per niente dispiaciuta. Mi ci è voluto un attimo per risintonizzare l'orecchio sul francese (parlano veramente veloci), ma una volta abituato non ho più avuto problemi, anche perché, diciamocelo pure, non è che la storia sia poi troppo complessa da seguire.
Non troppo complessa, comunque, non vuol dire semplice. Succedono un sacco di cose in questa storia, infatti, il che è abbastanza inusuale per un prodotto di questo genere. Di solito o il racconto non ha niente di nuovo da dire, oppure la trama è talmente farcita di elementi, che il risultato finale è un'accozzaglia informe difficile da digerire. Qui mi pare si sia trovato il giusto equilibrio.
La storia è assurda tanto quanto lo può sembrare ad una prima occhiata: uno squalo bianco che si "trasferisce" nella Senna per mettere al mondo una colonia di altri squali bianchi, il tutto per culminare in una frenesia di spuntini per pescioloni affamati durante una competizione di triathlon in previsioni delle Olimpiadi di Parigi 2024. Insomma, c'è proprio un po' di tutto in questo "Under Paris".
Per quanto, appunto, ampiamente ancorato all'universo dell'improbabile, il film riesce in ogni caso a presentare un mondo sufficientemente credibile e radicato nella realtà. La sempre ottima Bérénice Bejo - la stessa di "The Artist", ruolo per cui fu candidata all'Oscar come Miglior attrice non protagonista - sostiene alla grande il film, tra l'altro in compagnia di un Nassim Lyes davvero niente male. Gli effetti speciali non sono perfetti, ma funzionali e le scene d'azione sono ben girate, specialmente quelle nelle catacombe e della gara. Il finale deraglia un po' nell'assurdo e, ammetto, se non avessi letto il riassunto su Wikipedia avrei faticato a mettere insieme i pezzi del cosa sta succedendo e perché, ma a parte questo "Under Paris" funziona senza intoppi.
Una piacevole sorpresa di Halloween!
Cast: Bérénice Bejo, Nassim Lyes, Léa Léviant, Sandra Parfait, Aksel Ustun, Aurélia Petit, Anne Marivin.
Box Office: /
Vale o non vale: Il film mantiene le promesse: c'è uno squalo che divora tutti, ci sono ottime scene d'azione e il risultato finale è tanto assurdo quanto ben confezionato. Per gli amanti del genere, un titolo sicuramente da tenere in considerazione.
Premi: /
Parola chiave: Parthenogenesis.
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 16 febbraio 2024

Film 2249 - Poor Things

Intro: Ammetto che non avessi intenzione originariamente di vedere questo film. Poi hanno cominciato a parlarne bene tutti, così alla fine mi sono convinto.

Film 2249: "Poor Things" (2023) di Yorgos Lanthimos
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: le pellicole precedenti di Lanthimos che ho visto mi sono piaciute tutte (tranne "The Killing of a Sacred Deer") per cui risultava strano a me per primo che mancassi di curiosità nei confronti del suo ultimo progetto. Credo che, per me, l'aspetto visivo fosse il primo deterrente: in un momento personale in cui (ancora) fatico ad approcciarmi a prodotti drammatici emotivamente provanti, l'idea che mi ero originariamente fatto di "Poor Things" era che potesse essere uno di quei film complessi, un po' cerebrali, tendenzialmente d'essai. Ovvero tutto ciò per cui non riesco a sviluppare un interesse ultimamente.
Poi, con tutto il clamore ottenuto, mi sono lasciato convincere e, devo dire, di fatto il film non mi è dispiaciuto. Ammetto che non sia una di quelle storie che sento il bisogno di rivivere - ovvero, vista la pellicola una volta sono contento così - però sicuramente "Poor Things" è un'esperienza visiva che, se si è appassionati di cinema contemporaneo, va fatta. Lanthimos è chiaramente un grande narratore e artista che, in questo caso, ha più che mai lasciato libera la sua creatività, confezionando un prodotto stilisticamente meraviglioso e artisticamente interessante. Oltre a lui, il merito va ovviamente a una Emma Stone mai così assorbita in un ruolo che ne mettesse alla prova le capacità (non solo recitative in questo caso, dato che qui è anche produttrice del film, ergo la Stone è anche candidata all'Oscar per il Miglior film quest'anno). A lei va tutto il merito di portare sulle spalle un prodotto complicato e complesso e, soprattutto, non facile da "vendere" al pubblico. Se il risultato finale funziona è anche per merito suo. Tra l'altro secondo me è possibile che la Stone vinca il suo secondo Oscar per la sua performance, anche se sarà difficile battere la Lily Gladstone di "Killers of the Flower Moon" (anche per una questione un po' politica a dire il vero, ma quella è un'altra storia).
Detto cioò, ho trovato "Poor Things" un po' troppo lungo per i miei gusti (142 minuti), in particolare mi è risultata "faticosa" la parentesi portoghese - per quanto spettacolare in termini visivi - probabilmente anche in conseguenza del fatto che l'antipatico personaggio interpretato da Mark Ruffalo in questo capitolo è molto presente.
A prescindere, comunque, avrei un po' sforbiciato qui e là, specialmente una parte iniziale particolarmente disorientante che mi ha lasciato per troppo tempo a chiedermi a cosa stessi assistento, sottraendo la mia attenzione dal film.
Particolarmente godibile, invece, la parentesi francese in cui Bella (Stone) matura una consapevolezza di sé stessa e del suo corpo che fino a quel momento non aveva. Quella che sarebbe potuta essere la parte più difficile della storia da digerire risulta, invece, divertente e sorprendentemente "self-aware".
Tutto sommato, quindi, una visione godibile di un prodotto artisticamente ricchissimo (costumi, scenografie, musiche, fotografia) che, insieme ad altri titoli più pop della passa stagione, la fa da padrone in una stagione cinematografica altrimenti particolarmente priva di ispirazione.
Cast: Emma Stone, Mark Ruffalo, Willem Dafoe, Ramy Youssef, Christopher Abbott, Margaret Qualley, Jerrod Carmichael, Hanna Schygulla.
Box Office: $90.5 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Lanthimos si spinge ancora oltre "The Favourite" e confeziona una pellicola che, ad oggi, sembra essere la continuazione naturale di tutto ciò che ha portato precedentemente al cinema: più colorato, più audace, ancora più creativo, "Poor Things" è un altro film con una forte protagonista femminile, un'altra storia profondamente personale - del resto cosa c'è di più personale del trovare se stessi? - nonché un altro titolo dallo humor provocatorio, ma estremamente efficace. Insomma, nel marasma di robaccia che esce ultimamente, fatevi un regalo e date una chance a questa pellicola. Magari non è il vostro genere, ma almeno è un prodotto creativo che ha qualcosa da dire, nonché da mostrare.
Premi: Candidato a 11 premi Oscar per il Miglior film, regia, attrice protagonista (Stone), attore non protagonista (Ruffalo), sceneggiatura non originale, fotografia, scenografia, colonna sonora, montaggio, cortumi, make-up e acconciature. Vincitore di 2 Golden Globes per Miglior film musical/commedia e attrice protagonista (Stone) su 6 nomination (per regia, sceneggiatura, colonna sonora e i due attori non protagonisti Ruffalo e Dafoe). 11 nomination ai BAFTA per Miglior film, regia, attrice protagonista, sceneggiatura non originale, colonna sonora, montaggio, fotografia, costumi, scenografia, make-up e acconciature, effetti speciali e film britannico dell'anno. Il film ha vinto il Leone d'oro alla Mostra del cinema di Venezia 2023.
Parola chiave: Experiment.
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Bengi

martedì 13 ottobre 2020

Film 1935 - Deep Blue Sea

Intro: La mia paura irrazionale per gli squali si sposa benissimo con la mia passione spasmodica per le pellicole che li vede feroci protagonisti!
Film 1935: "Deep Blue Sea" (1999) di Renny Harlin
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: insieme al primo lettore dvd che abbia mai posseduto venivano offerti una serie di titoli più o meno commerciali come regalo conseguente all'acquisto ed è proprio grazie a questa combinazione che sono entrato in contatto, ormai 20 anni fa, con questo film. Inutile dire quanto fossi elettrizzato prima della visione, immaginandomi chissà quale capolavoro alla Spielberg a rimpolpare la mia passione per i killer più temuti dell'oceano. In realtà la visione fu piuttosto deludente, motivo per cui dimenticai in fretta l'esistenza di "Deep Blue Sea" fino a quando, l'altra sera, Netflix non me lo ha suggerito fra le proposte in linea con i miei gusti. Ah, gli algoritmi!
Sapendo bene a cosa andassi in contro, ho pensato che questa storia potesse essere il giusto accompagnamento facile facile per la mia ennesima serata di quarantena dublinese (ebbene sì, sono ancora chiuso in casa!)... peccato non avevo messo in conto che, nonostante tutto, una paura irrazionale lo è a prescindere dal livello di stupidità di una storia.
Con mia grande sorpresa, infatti, questa pellicola mi ha messo non poca paura, tanto che in più momenti sono letteralmente scattata per lo spavento! Ribadisco, non si tratta certo di un horror magistralmente realizzato, ma quella parte di me che non può fare a meno di sentirsi nel panico nell'immaginarmi completamente solo in un mare potenzialmente popolato da squali ha preso il sopravvento. Il che, lo devo dire, è stato divertente.
Per quelli che, diversamente da me, non sono intimoriti dal mastodontico animale marino o che, in generale, faticano ad immedesimarsi in storie come questa, sicuramente "Deep Blue Sea" risulterà inevitabilmente una boiata pazzesca e mal recitata, incapace di proporre una storia originale che vada oltre l'idea dello squalo killer super intelligente e vendicativo. Perché diciamolo, la storia raccontata qui è semplicemente accessoria all'elemento di paura e il banale effetto speciale spettacolare che sì, vent'anni fa risultava assolutamente d'impatto, ma oggi fa un po' ridere. Poi, a voler essere puntigliosi, un sacco di cose non tornano (spoiler): perché gli squali prima sono enormi e poi passano attraverso i corridoi semi allagati della struttura? Perché il personaggio di LL Cool J - azzannato alla gamba dallo squalo non si sa bene per quanti minuti, poi non solo non muore dissanguato, ma nel finale muove proprio la gamba ferita come se niente fosse? E perché lo stesso squalo, dopo aver praticamente masticato chiunque altro in 5 secondi, con lui perde tempo a "passeggiare"?! E come fa una banale barella da ambulanza a spaccare il vetro - di chissà quanti metri di spessore e quindi in grado di sopportare chissà che pressione - del laboratorio sottomarino? E come mai gli stessi squali iper intelligenti che praticamente saltano fuori dall'acqua come delfini ammaestrati nel momento in cui devono pasteggiare con qualche personaggio, poi nel finale non provano nemmeno a saltare la bassissima recinzione che li separa dal mare aperto? Tra l'altro, riferito alla questione della recinzione, la sceneggiatura ci fa intendere che il piano degli squali (sì, avete letto bene, non sto delirando) è sempre stato fin dall'inizio quello di causare il collasso della struttura dove sono rinchiusi per poter evdare, facendo sì che la parte sommersa di recinzione, quella in titanio, sprofondasse lasciando il posto a quella in semplice di semplice metallo in superficie e quindi per loro sfondabile. Ora, in tutto questo delirio, io mi chiedo: ma sti squali come fanno a sapere di che materiale sono fatte le varie recinzioni?!
Insomma, capite anche voi che la coerenza narrativa e la plausibilità non sono alla base di questo progetto; eppure la parte bambina di me ha onestamente apprezzato la buona dose di spaventi che questo film è in grado di causare. Concesso questo, "Deep Blue Sea" è banalmente un B movie travestito da blockbuster.
Cast: Saffron Burrows, Thomas Jane, LL Cool J, Jacqueline McKenzie, Michael Rapaport, Stellan Skarsgård, Samuel L. Jackson.
Box Office: $165 milioni
Vale o non vale: Se vi piacere il sottogenere horror che coinvolge squali assassini a caccia di umani questo è certamente un titolo appetibile. Per tutti gli altri alla ricerca di qualcosa di più... diciamo raffinato, allora meglio guardare altrove.
Premi: /
Parola chiave: Alzheimer.

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Bengi

venerdì 1 maggio 2020

Film 1700 - The Meg

Intro: Primo film sul primo aereo che mi riporta in Europa. Dopo essermi preparato la lista mentale di titoli che ho intenzione di vedere, decido di cominciare da una pellicola facile facile - del resto sto aspettando che mi portino da mangiare - che non ero riuscito a vedere al cinema.
Film 1700: "The Meg" (2018) di Jon Turteltaub
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: nessuno più di me ama un disaster movie sugli squali che fanno razzia, però diciamocelo, questo "The Meg" è solo una gran boiata.
Non è sufficientemente serio per essere interessante, né così tanto cagata da risultare divertente, per cui rimane incastrato in un limbo indefinito di cui fanno parte quei titoli che si lasciano guardare, ma non rimangono impressi per nessun motivo. Perché sì, il megalodonte è enorme e fa (teoricamente) paura, ma è tanto palesemente finto che manca la possibilità dello spavento che generava "Lo squalo"; senza contare che, diversamente da quest'ultimo, la possibilità che uno squalo preistorico grande come la Sicilia sia una minaccia plausibile anche fuori dalla sala cinematografica è pari a 0, motivo per cui si perde tutto quel gioco di ansie e paure irrazionali che hanno reso il classico di Spielberg tanto riuscito quanto inquietante. Aggiungo: ma a un megalodonte che gli fregherebbe di mangiarsi una persona? Per fare un parallelismo, a prescindere dal sapore, voi che soddisfazione ne trarreste dal mangiare un moscerino? Appunto.
Cast: Jason Statham, Li Bingbing, Rainn Wilson, Ruby Rose, Winston Chao, Cliff Curtis, Page Kennedy, Jessica McNamee, Ólafur Darri Ólafsson, Masi Oka.
Box Office: $530.2 milioni
Vale o non vale: Blockbuster pompatissimo che riempie di steroidi qualsiasi suo elemento per elevarlo all'ennesima potenza, riuscendo però solo a sgonfiare il risultato finale. Credo che gli spettatori non abbiano bisogno di niente di più grande, più clamoroso o più incredibile, ma di storie - a prescindere dal genere - che centrino il loro obiettivo. In questo senso "The Meg" si dimentica che alla base di un film che coinvolge uno squalo assassino ci sono la paura irrazionale e l'istinto di sopravvivenza, non esplosioni subacquee e dimensioni da Guinness dei primati. Il budget sarà anche monster ($130 milioni), ma la storia di per sé si dimentica le cose che dovrebbero contare per un prodotto come questo. Insomma, guardabile ma si poteva fare decisamente meglio.
Premi: Candidato al Razzie per il Peggior prequel, remake, rip-off o sequel.
Parola chiave: Abissi.

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Bengi

sabato 7 dicembre 2019

Film 1688 - Venom

Intro: Tutti ne parlavano, tutti andavano a vederlo: non ce lo siamo lasciati scappare neanche noi. Anche perché andare al cinema era la nostra attività preferita durante l'unico giorno libero del lunedì.
Film 1688: "Venom" (2018) di Ruben Fleischer
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jenny
In sintesi: ai critici non sarà piaciuto per niente, ma di sicuro il pubblico ha gradito. Poi no, il risultato finale di questo primo titolo su Eddie Brock non è risultato il solito capolavoro Marvel - che qui condivide gli sforzi insieme a Sony e Columbia -, ma devo dire che mi aspettassi decisamente di peggio. Davvero da quello che avevo letto sembrava ci si dovesse preparare a un disastro su tutti i fronti, mentre "Venom" è una chiassosissima pellicola ripiena di effetti speciali e di twist della trama non particolarmente ispirati, eppure nel complesso il risultato finale è ok, certamente di intrattenimento quanto basta per portare la gente al cinema.
Non ci vedo niente di male nel portare al pubblico quel mix di cazzeggio e cazzata, specialmente quando si ha alla mano un protagonista così evidentemente diviso tra un'umanità e una disumanità tanto agli antipodi: Eddie muta per caso, non vuole e non sa come combattere il se stesso malvagio; Venom prende il sopravvento e fornisce una soluzione estrema e violentissima ai problemi del corpo di cui si è impadronito. Insomma, si poteva forse cercare di lanciarsi un tantino di più sull'introspezione e meno sull'esplosione, ma rimane il fatto che esistono pellicole ben più confuse o mal riuscite. Senza contare che si tratta di una combo Sony + Marvel i cui precedenti "The Amazing Spider-Man" 1 e 2 sono risultati in due gigantesche boiate. Insomma, secondo me si poteva fare molto, molto di peggio.
Ps. "Venom 2" arriva il 2 ottobre 2020.
Film 1688 - Venom
Film 2063 - Venom: Let There Be Carnage
Cast: Tom Hardy, Michelle Williams, Riz Ahmed, Scott Haze, Reid Scott, Jenny Slate, Melora Walters, Woody Harrelson, Peggy Lu.
Box Office: $856.1 milioni
Vale o non vale: Non sarà la migliore pellicola di sempre tratta da un fumetto, ma rimane comunque un titolo d'intrattenimento che giova di un grandissimo protagonista e un personaggio cattivo che, nonostante il suo operato totalmente fuori controllo, rimane piuttosto intrigante.
Premi: /
Parola chiave: Parassite.

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Bengi

giovedì 16 maggio 2019

Film 1586 - Annihilation

Intro: Uscito al cinema a febbraio dell'anno scorso e disponibile su Netflix a nemmeno un mese di distanza, non abbiamo perso tempo a recuperarlo appena disponibile per lo streaming.
Film 1586: "Annihilation" (2018) di Alex Garland
Visto: dall'iPad
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: ma che è sta roba? No sul serio, di che cavolo stiamo parlando? Trascinato da una personalissima scia di attese piuttosto elevate a causa dal mix di elementi presenti nella storia (Natalie Portman + una storia apparentemente intrigante + strane creature dalle incredibili mutazioni + effetti speciali da paura), con dispiacere ho constato che questo film non è altro che un gigantesco bluff. Oltre a presentare una trama complessa e un finale ridicolo anche a livello visivo, il vero problema di "Annihilation" è che promette tantissimo, ma non riesce a mantenere le aspettative. Ed è un peccato, perché gli elementi ci sarebbero tutti. Eppure perfino il cast non lega bene e la storia perde di credibilità man mano che procede verso la fine. Peccato, davvero un'occasione persa per un prodotto che, sulla carta, prometteva scintille.
Cast: Natalie Portman, Jennifer Jason Leigh, Gina Rodriguez, Tessa Thompson, Tuva Novotny, Oscar Isaac, Benedict Wong.
Box Office: $43.1 milioni
Vale o non vale: Una sorta di mix tra "Arrival", "Ultimatum alla Terra" e "Under the Dome", la pellicola di Alex Garland basata sul romanzo omonimo scritto da Jeff VanderMeer in realtà non funziona granché. Fallisce nel mantenere acceso l'interesse dello spettatore nel momento in cui la storia comincia a non avere più niente di sensato da raccontare. Francamente un film che si può evitare di guardare.
Premi: /
Parola chiave: Shimmer.

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Bengi

mercoledì 17 aprile 2019

Film 1549 - Flubber

Intro: Come al solito alterniamo grandi titoli ad alcuni... meno impegnati.
Film 1549: "Flubber" (1997) di Les Mayfield
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: visto a 10 anni questo film sembrava tutt'altra cosa. Visto a 31, non ho potuto fare a meno di pensare a quanto "Flubber" sia più simile a un film per la tv che a un titolo destinato ad uscire al cinema (e per il quale sono stati spesi $80 milioni di dollari solo di produzione). Detto ciò, questa pellicola è tremenda, salvata solo dal grande Robin Williams e dall'impressionante lavoro degli effetti speciali che, più di 20 anni fa, facevano già un'ottima figura. Il resto è noia. Letteralmente;
scritto dal grande John Hughes di "Sixteen Candles", "The Breakfast Club", "Pretty in Pink", "Ferris Bueller's Day Off", "Home Alone", "Beethoven", "Miracle on 34th Street", "101 Dalmatians"... Devo continuare?
Cast: Robin Williams, Marcia Gay Harden, Christopher McDonald, Raymond J. Barry, Clancy Brown, Ted Levine, Wil Wheaton, Sam Lloyd.
Box Office: $178 milioni
Vale o non vale: Decisamente una pellicola per bambini. Non disturbatevi a recuperarla a meno che non siate grandi fan di Williams.
Premi: /
Parola chiave: Scuola.

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Bengi

giovedì 26 ottobre 2017

Film 1426 - Kon-Tiki

Di nuovo in ostello, di nuovo mi affido a Netflix per trovare compagnia durante una serata qualsiasi in quel di Adelaide.

Film 1426: "Kon-Tiki" (2012) di Joachim Rønning, Espen Sandberg
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Produzione interessante, un film sulla storica impresa che portò Thor Heyerdahl a partire dal Perù per arrivare in Polinesia tramite uno speciale tipo di imbarcazione (tanto simile ad un'enorme zattera) perfettamente somigliante a quella che plausibilmente fu usata in epoca precolombiana dalle antiche popolazioni del Sud America per attraversare il pacifico. Lo scopo era quello di dimostrare alla comunità scientifica dell'epoca - siamo negli anni '40 - che la teorica di Heyerdahl non solo fosse plausibile, ma anche concretamente praticabile. A tale scopo lo scienziato, insieme ad un equipaggio di altri quattro avventurieri, si imbarcò per 101 giorni di viaggio decidendo di dare credito alla teoria, mettendo a repentaglio la propria vita, nell'incertezza del successo della spedizione: a parte qualche modernità, infatti, i cinque intrapresero il viaggio rispettando le condizioni della traversata originale. Dei veri e propri esploratori.
"Kon-Tiki" racconta una storia di grande coraggio, una vera e propria avventura moderna che celebra la scoperta e il credere nelle proprie idee, oltre che la sfrontataggine di un certo tipo di genialità. Heyerdahl diventa un eroe, quasi un profeta, ma finché l'impresa non sarà compiuta sembrerà principalmente un pazzo visionario, al pari di chi decide di seguirlo ciecamente. Il tempo e la dedizione al progetto dimostreranno che l'audacia di certe convinzioni richiederà anche una buona dose di follia.
L'impresa raccontata qui è particolarmente interessante e coinvolgente e mette lo spettatore in condizione di immedesimarsi e diventare, di fatto, un altro membro dell'equipaggio. Non mancano i momenti drammatici dovuti alle condizioni estreme della missione, ma ogni sacrificio richiesto sarà ricompensato dalla grandezza della scoperta derivata dal successo dell'impresa. La pellicola è ben realizzata, presenta una bella fotografia ed effetti speciali piuttosto realistici; tutti i protagonisti sono in parte e credibili.
Insomma il risultato finale è molto buono, anche se un po' più patinato di quanto mi sarei aspettato da un prodotto su una storia del genere. In ogni caso una produzione europea che non ha niente da invidiare alle più commerciali americane, anzi è spesso di livello superiore. Una bella sorpresa.
Ps. Candidato all'Oscar e al Golden Globe come Miglior film straniero, ha perso contro "Amour" di Michael Haneke.
Cast: Pål Sverre Hagen, Anders Baasmo Christiansen, Tobias Santelmann, Gustaf Skarsgård, Odd-Magnus Williamson, Jakob Oftebro, Agnes Kittelsen.
Box Office: $22.8 milioni
Consigli: Sinceramente l'ho trovato un prodotto ben fatto e dalla storia particolarmente intrigante. Ero molto catturato dall'idea di dare alla storia che già mi aveva rapito durante il mio viaggio ad Oslo - sono stato al Kon-Tiki Museum di Bygdøy dove, tra l'altro, è conservato l'Oscar originale del 1952 al Miglior documentario per la pellicola omonima di Olle Nordemar - una consistenza più reale, per cui dal mio punto di vista recuperare questa pellicola aveva ancora più senso. Non è esattamente un titolo da ogni occasione, per quanto di fiction rimane un prodotto che racconta un fatto realmente accaduto e, probabilmente, ci deve essere l'interesse a saperne di più. In ogni caso, a mio avviso, "Kon-Tiki" è da recuperare.
Parola chiave: Oceano.

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Bengi

mercoledì 12 aprile 2017

Film 1340 - Assassin's Creed

Ero rimasto con la curiosità di vederlo senza riuscire a recuperarlo al cinema. Così, appena lo streaming lo ha reso disponibile, gli ho dedicato una serata casalinga.

Film 1340: "Assassin's Creed" (2016) di Justin Kurzel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano, spagnolo
Compagnia: nessuno
Pensieri: In tutta onestà la trama mi rimane ancora un po' oscura, un po' perché metà dei dialoghi erano in spagnolo senza sottotitoli, un po' perché... Beh, adesso lo spiego.
Marion Cotillard vuole cancellare la violenza, i templari vogliono cancellare il libero arbitrio, Michael Fassbender vuole fare qualcosa (ma cosa? Cosa??) e tutti si muovono verso un finale che fa schifo senza che sia minimamente spiegato il perché del loro agire. E poi sti spagnoli incazzati cos'è che vogliono? Perché si chiamano Assassins? Ma Fassbender interpreta anche il suoantenato del passato? E perché ad un certo punto sembra che anche la Cotillard abbia un'antenata spagnola? E quando alla fine il protagonista vede la madre - anche lei versione spagnola - lei cos'è: un angelo? Una proiezione astrale? E come fanno a comunicare?
E la mossa che ad un certo punto fa Fassbender... che senso e scopo ha? Com'è che all'improvviso se ne esce con una piroetta mirabolante di cui nessuna sa niente e non è nemmeno contestualizzata? E il braccio robotico che lo assiste nelle mosse presente-passato come fa a funzionare? Cioè, chi c'è sopra si muove e il braccio si adegua... in base al pensiero? E come fa a prevedere quali saranno gli ostacoli e le interazioni provenienti dal mondo del passato?
E poi la Cotillard lascia sgozzare il padre senza muovere un dito, poi sembra se ne penta, poi la storia sembra sottintendere che sarà lei la nuova cattiva... Insomma, non ci ho capito una fava. Ma sto videogioco è davvero così incasinato o è solo la trama del film che fa cagare?
Cast: Michael Fassbender, Marion Cotillard, Jeremy Irons, Brendan Gleeson, Charlotte Rampling, Michael K. Williams, Essie Davis.
Box Office: $241.4 milioni
Consigli: Non ho mai giocato al videogioco e mi approcciavo per la prima volta al franchise e francamente ho trovato il film particolarmente confuso e privo di spiegazioni adeguate. Forse i fan lo troveranno più conforme alle proprie aspettative. Io non l'ho trovato soddisfacente e, anzi, trovo questo adattamento cinematografico di "Assassin's Creed" un'occasione sprecata. Da vedere solo se si apprezza il video game.
Parola chiave: Mela dell'Eden.

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lunedì 3 ottobre 2016

Film 1220 - Mission Blue

Tra le proposte documentaristiche di Netflix.

Film 1220: "Mission Blue" (2014) di Robert Nixon, Fisher Stevens
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: "It focuses on Earle's life and career as well as her Mission Blue campaign to create a global network of marine protected areas." (Wikipedia)
Questo lo scopo di un documentario che tanto approfondisce la storia personale, le battaglie, i successi e le speranza di una visionaria come Sylvia Earle, biologo marino ed esploratrice, mancando però in parte di risultare efficace sulla questione pratica del "cosa fare". Mi rendo perfettamente conto, sia chiaro, che non sia negli scopi di un documentario fornire soluzioni pratiche, ma nel momento in cui "Mission Blue" decide di riportare la violenza dell'intervento umano sull'ecosistema marino, denunciandone giustamente gli abusi, lo sfruttamento industriale e il poco rispetto di flora e fauna, io spettatore allora mi aspetto una proposta, un suggerimento, qualcosa di concreto che gridi al mondo non solo quanto inesorabilmente stiamo danneggiando il nostro pianeta, ma anche come salvarlo. Me lo aspetto perché dopo un'ora di allarmismi a dir poco apocalittici, non posso che chiedermi: quindi adesso che si fa, muoriamo tutti o c'è una soluzione? Quelli di "Mission Blue" ce l'hanno una soluzione? La Earle ce l'ha. Piccola, ma la propone: le aree marine protette. Il documentario e gli specialisti che interroga, invece, no.
Questione propositiva a parte, quello raccontato qui è un documentario abbastanza interessante, anche se forse davvero troppo allarmista se poi si considera che non ha alcun progetto di salvaguardia da raccontare. Quello che tratta molto, invece, è la vita personale della sua protagonista, che percorre dalla nascita ai tempi presenti; va detto che se il prodotto finito funziona bene è anche - e forse soprattutto - grazie alla capacità comunicativa di Sylvia Earle, non solo personaggio interessante ma anche persona in grado di far appassionare chi guarda o ascolta, di far capire con semplicità e trasmettere la sua passione e il suo coraggio. Davvero una donna unica. "Mission Blue" è, in pratica, la sua storia e la si ascolta volentieri.
Ps. Sì, c'è anche James Cameron.
Cast: Sylvia Earle, James Cameron, Michael deGruy.
Box Office: /
Consigli: Se soffrite d'ansia è meglio lasciar perdere perché si tratta di un documentario che non lascia particolare spazio all'ottimismo, soprattutto nella seconda parte. Se amate le biografie di personaggi interessati, unici nel loro genere, oppure siete affascinati dal mare e dalle sue meraviglie, "Mission Blue" è certamente un buon candidato.
Parola chiave: Oceano.

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 2 ottobre 2016

Film 1219 - Stargate

Ho trovato il dvd in super offerta e non ho saputo resistere...!

Film 1219: "Stargate" (1994) di Roland Emmerich
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Il ricordo nostalgico di questo film proviene dalla mia infanzia e sì, lo conservo con affetto. Non solo perché da bambino sono rimasto affascinato da questa pellicola ricolma di effetti speciali, ma perché nonostante non si tratti certo di un capolavoro, "Stargate" è comunque in grado ancora oggi di raccontare una favola, un'avventura praticamente all'indietro nel tempo nonostante si tratti di un viaggio in un universo parallelo.
Ammetto che rivisto nel 2016 questo film presenti numerose pecche, che vanno dagli svariati cliché all'inevitabile superamento degli effetti computerizzati, ma per chi come me a suo tempo ha vissuto "Stargate" come una sorta di evento, oltre che spettacolare esempio di come gli americani sappiano strabiliare il pubblico cinematografico, è impossibile non ricordare in chiave positiva questo faraonico - è il caso di dirlo! - blockbuster.
La trama è delle più semplici: si riapre un portale che dà direttamente su un altro mondo, lo si attraversa e non si riesce più a tornare indietro. Nel mentre che ci si trova al di là, si scopre una civiltà molto simile a quella egizia che, però, è dominata da un faraone alieno che non tarderà a rendersi minaccioso. Il militare (Kurt Russell) e lo scienziato (James Spader) a capo della spedizione dalla terra faticheranno a trovare una situazione di accordo, ma per il bene della squadra uniranno le loro forze per tentare di ritornare a casa: nel mentre, il secondo ha il tempo non solo di decifrare i geroglifici e capire come riaprire il portale, ma anche di imparare la lingua locale, diventare madrelingua e trovare la fidanzata. Oltre che salvare il mondo, ovviamente!
Che è inutile stupirsi di certi snodi poco originali l'ho già detto: "Stargate" è una favola per ragazzi e un film commerciale pensato anche per stupire gli adulti, uno degli esempi più calzanti dell'epoca di come portare al cinema bambini accompagnati e, in definitiva, un prodotto simpatico che può suscitare un piacevole ricordo dei nostalgici. Come me.
Cast: Kurt Russell, James Spader, Jaye Davidson, Viveca Lindfors, Alexis Cruz, Mili Avital, Djimon Hounsou, Erick Avari.
Box Office: $196.6 milioni
Consigli: Simpatico e facile facile, questo film è un perfetto rilassamento per tutta la famiglia. Sì, ok, è un po' datato, ma è ancora in grado secondo me di affascinare anche le nuove generazioni. E di ripescare qualche ricordo più datato agli spettatori più grandi...
Parola chiave: Cartiglio.

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Bengi

sabato 17 ottobre 2015

Film 1018 - Fantastic 4 - I fantastici quattro

Moltissima attesa, altissime aspettative, pessime critiche d'oltreoceano e incassi imbarazzanti. Era il caso di farmi al più presto un'opinione!

Film 1018: "Fantastic 4 - I fantastici quattro" (2015) di Josh Trank
Visto: dal computer di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: Lu
Pensieri: Quando ci piacciono sti reboot? La risposta ce la diamo tra un po'.
Dopo una serie di fenomenali successi al botteghino, dopo essere riusciti a riunire in un solo franchise tutti gli Avengers, dopo aver perfino utilizzato sapientemente la carta "Ant-Man"... ebbene sì, anche la Marvel pare aver fallito.
A 2015 più che inoltrato, abituati da anni a buoni blockbuster e, quest'anno in particolare, dopo una serie di titoli pro super eroi, la nuova scommessa della casa di produzione di Stan Lee riesuma dal cilindro nientemeno che i Fantastici 4, già portati due volte sul grande schermo negli ultimi 10 anni. Ce n'era bisogno? Sicuramente no, ma questo non vuol dire che non valesse la pena tentare di dare nuovo lustro ad una saga che certo non aveva trovato giustizia nei precedenti lavori.
Sulla carta tutto sembrava perfetto: un gigantesco budget, un cast completamente rinnovato e svecchiato che punta su nuovi talenti emergenti di Hollywood (Miles Teller, Kate Mara, Michael B. Jordan, Jamie Bell), la Torcia Umana che diventa di colore, un tam tam mediatico di prim'ordine (tanto che si dice siano stati spesi 100 milioni di dollari solo di pubblicità). Insomma, blockbuster era e doveva essere e, neanche a dirlo, lo stesso doveva dirsi in termini di successo commerciale. Così, lo sappiamo, non è stato. E ora la domanda iniziale: ci piace, questo reboot? Francamente no, ma non è nemmeno così terribile come lo hanno dipinto. E' vero, manca totalmente di dinamismo e azione, oltre che di un certo ritmo interno. E' tutto molto statico, molto serio, il che alla lunga tedia. Non è colpa dei quattro giovani attori, la loro scelta mi pare sufficientemente adeguata - pure trovo uno spreco avere Bell nel cast e trasformarlo nella Cosa, ma tant'è -, il fatto è che la storia forse si prende troppo sul serio. Senza stare ad analizzare ogni eroe marvel passato al cinema, credo sia indubbio affermare che ironia e divertimento siano sempre stati alla base dei protagonisti dei fumetti/film della casa. Qui questa caratteristica manca totalmente e viene rimpiazzata da sottesa tensione mai espressa, mai lasciata scatenare davvero. Anche le scena d'azione - che pure sono pochissime - non soddisfano in pieno e lasciano lo spettatore leggermente frustrato: se nemmeno i blockbuster tutti supereroi e missioni da portare a termine hanno scene d'azione... di cosa si sta parlando? Bella domanda.
Nell'insieme "Fantastic Four" è davvero meno pessimo di come l'abbiano dipinto, eppure non basta. Gli effetti speciali relativi al personaggio del Dr. Doom sono bruttini, la storia fatica ad ingranare e, alla fine, non si esce soddisfatti da questa nuova avventura che manca sia di personalità che di un progetto sensato. Mi spiego meglio: il primo capitolo della precedente saga con Jessica Alba & co. era essenzialmente identico, cambiando solo per realismo degli effetti speciali e flashback del passato. Era dunque necessario fotocopiare il precedente e leggermente fallimentare tentativo, riproponendolo a 10 anni di distanza o si poteva tentare qualcosa di nuovo? Seppure poteva servire una contestualizzazione per creare le basi del franchise, non era meglio limitarsi a un prologo e proseguire verso nuove avventure già da questo titolo?
Davvero molte domande per un unico e certamente dimenticabile film. "Fantastic 4 - I fantastici quattro" poteva essere un nuovo fiore all'occhiello della casa cinematografica, ma la direzione finale di questa pellicola ha convinto pochi. Il sequel già annunciato è in forse e a meno che non decidano di ricostruire daccapo questa nuova visione dei quattro supereroi, dubito l'operazione potrebbe in ogni caso funzionare. Fino ad allora, Jessica Alba & co. possono stare tranquilli: contro ogni pronostico i loro 4 sono ancora i più fantastici.
Ps. Mi ha fatto sorridere e rincuorato leggere che anche nelle recensioni ufficiali al film, non sono stato il solo a notare una certa mancanza di cura dei dettagli, necessariamente sfociata in errori. Da Wikipedia: «[...] also criticized the blatant continuity errors, such as Mara's changing hair style and color and Teller's disappearing facial hair, brought on by the film's reshoots.»
Film 757 - I Fantastici 4
Film 760 - I Fantastici 4 e Silver Surfer
Cast: Miles Teller, Kate Mara, Michael B. Jordan, Jamie Bell, Toby Kebbell, Reg E. Cathey, Tim Blake Nelson, Dan Castellaneta.
Box Office: $166.6 milioni
Consigli: Può valere una visione se si è fan dei 4, dei fumetti marvel o delle pellicole sui supereroi. E' un peccato perché il risultato finale è meno entusiasmante del previsto e di certo questo reboot non fa rimpiangere il precedente franchise. Ognuno è libero di farsi un'opinione visionando questo titolo: a mio avviso non assolutamente pessimo, eppure certamente mi aspettavo molto di più. La sufficienza non c'è, ma i quattro attori protagonisti sono una bella squadra glamour e giovane e può valere la pena anche solo per loro dare una chance al film.
Parola chiave: Pianeta Zero.

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mercoledì 17 giugno 2015

Film 940 - The Lazarus Effect

Luigi è fan di Olivia Wilde ed era curioso di vederla in questo film. Io un po' meno, ma un horror alla fine ci sta sempre.

Film 940: "The Lazarus Effect" (2015) di David Gelb
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: L'idea di base è intrigante: trovare il modo di resuscitare i morti attraverso un siero. Da qui il Lazzaro del titolo. L'altra idea carina sta in ciò che accade dopo, ovvero la non proprio piacevole conseguenza: chi torna dall'aldilà è, sì, vivo, ma dimostra quasi subito un'indole ostile, poteri soprannaturali e, infine, una tendenza all'omicidio che potremmo considerare quale effetto collaterale peggiore. Fin qui tutto bene, pare un horror che abbia qualcosa da mostrare.
E, invece, la triste verità è che "The Lazarus Effect" è esattamente quel tipo di film che promette una buona idea, ma non ha altro da giocarsi. Quindi basta vederne il trailer e si è a posto. Chi come me si imbarca nella visione, rimane profondamente deluso: la trama è banale, se ne può intuire la conclusione non appena resuscitano la povera Zoe/Olivia Wilde (leggi so cazzi amari per tutti).
Il cast fa quello che può, ma la caratterizzazione dei personaggi è minima e tutto ciò che preme mostrare è la trasformazione demoniaca di Zoe di pari passo al suo desiderio di sterminare i suoi compagni di laboratorio, chiusi insieme a lei sottoterra a causa di un cortocircuito. Che, di base, non sarebbe nemmeno sbagliato, considerato che parliamo di un horro il cui intento è spaventare il suo pubblico. Il punto è che, non solo non spaventa, ma perde l'occasione di una premessa intrigante che avrebbe potuto portare a qualcosa di decisamente più interessante. Insomma, lasciamo Lazzaro riposare per sempre.
Ps. Cast composto, oltre che dalla Wilde, da Mark Duplass, Evan Peters, Sarah Bolger e Donald Glover.
Box Office: $36.1 milioni
Consigli: Pellicola dell'orrore dall'intrigante trovata della resurrezione in collegamento diretto con la figura biblica di Lazzaro con, aggiunte, implicazioni demoniache e visioni infernali, questo "The Lazarus Effect" fallisce nel tentativo di portare sullo schermo qualcosa di innovativo, preferendo percorrere alla grande la strada del già visto. E' un prodotto che si lascia guardare, anche se sarebbe stato preferibile il racconto di qualcosa di meno scontato o meno marcatamente "a scopo di lucro".
Parola chiave: Incendio.

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Bengi

giovedì 30 settembre 2010

Film 142 - Piovono polpette

Cosa c'è di meglio di un bel film per passare una notte insonne in compagnia di persone nuove?!


Film 142: "Piovono polpette" (2009) di Phil Lord, Chris Miller
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Daniele
Pensieri: "Cloudy with a Chance of Meatballs" è un titolo veramente carino, secondo me. 'Nuvoloso con possibilità di precipitazioni di polpette', in effetti, in italiano avrebbe reso meno bene, ma non riesco comunque a togliermi dalla testa che, il titolo (inglese), sia veramente azzeccato rimandando alle previsioni del tempo! Il film, poi, è davvero carino.
E' divertente l'idea del cibo che piove dal cielo anche se, oltre alla ovvia conseguente obesità della popolazione, forse si poteva anche pensare un attimo ad un accenno al sociale (fame nel mondo dice niente?). Ma è pur sempre un film d'animazione atto alla scalata del box office - e c'è ben riuscito, con $239,470,275 di incasso nel mondo - e nessuno vuole pretendere nulla più del simpatico intrattenimento che riesce ampiamente a dare.
Unico vero neo, la figura dello scienziato geniale sempre sfigato che è un 'classico' ormai visto e rivisto e qui, di fatto, niente di nuovo. Si poteva destrutturare un po' il cliché o quanto meno evitare lo stereotipo. E' colpa anche dei film se l'immagine che passa dello scienziato è quella di nerd che combina pasticci facendo esplodere le provette... (La questione mi è stata cara...)
Sta di fatto, comunque, che rimane una pellicola spassosa e divertente, davvero godibile!
Consigli: Da vedere in compagnia o, se siete soli, non in periodi di carenze affettive (specialmente se sublimate col cibo!): questo film mette fame!
Parola chiave: FLDSMDFR (Flint Lockwood Diatonic Super Mutating Dynamic Food Replicator)




Ric