Un film italiano ogni tanto non dovrebbe fare male alla salute. O no?
Film 247: "Matrimoni e altri disastri" (2010) di Nina Di Majo
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Che l'altro disastro del titolo sia effettivamente questa pellicola? No perchè, effettivamente, è piuttosto bruttina.
Con uno stuolo di attori solitamente piuttosto capaci (Buy, Volo, Inaudi e Berenson, quest'ultima frequenta molto il cinema italiano di recente) e una figura della comicità italiana più genuina (Littizzetto) non si doveva toppare così clamorosamente.
Un film senza brio, senza coinvolgimento, senza magia (per un film che parla di amore è abbastanza fondamentale), senza la malizia necessaria per giustificare un tradimento a un giorno dalle nozze, senza lo spirito sufficientemente anticonformista e ribelle per essere 'zitella' per scelta.
La Buy è bravissima, si sa, ma si sa altrettanto che la sua peculiarità è la nevrosi senza freni e, in un film come questo, è un po' il suo punto debole. Come può far sorridere una che, in mille situazioni imbarazzanti (da commedia) reagisce farfugliando come una 12enne incapace ancora di relazionarsi agli eventi? Stanca, ed è un peccato.
Per non parlare della relazione a tre della madre Lucrezia/Berenson di Nanà (ma che nome è?!)/Buy: imbarazzante. Un tema che sarebbe potuto essere la cigliegina sulla torta è, invece, trattato come se a viverlo fossero due adolescenti. Nanà che si chiude in bagno e non vuole parlare con nessuno, Lucrezia che dice di non saper scegliere. L'unico colpo di scena che vale (effettivamente non me l'aspettavo, ma scommetto che in molti potrebbero dire che fosse prevedibile stando un po' più 'svegli') è la verità sulla sorella Beatrice/Inaudi.
Alessandro/Volo ha un ruolo finto stronzo (in realtà - ma va?! - è solo incompreso per una vita di sfighe), ma è recitato talmente male che ogni tanto viene la pelle d'oca per l'inbarazzo. Idem, e mi spiace dirlo, per la parte di Benedetta/Littizzetto che, in un ruolo di non soli 5 minuti ("Maschi contro femmine"), fa sentire tutta la sua inesperienza. Un peccato, inoltre, che la costringano sempre in questi ruoli comici forzati. Magari c'è anche altro, ma con queste parti secondarie di spalla divertente difficilmente viene fuori.
Insomma non ci siamo.
Consigli: Eviterei di spendere troppe energie nell'attesa di vedere questo film. Non arriva nemmeno alla sufficienza. Si salva la bella cornice fiorentina.
Parola chiave: La vita è complicata.
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Ric
sabato 30 aprile 2011
Film 247 - Matrimoni e altri disastri
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Film 246 - The School of Rock
Secondo appuntamento cinematografico con Licia.
Film 246: "The School of Rock" (2003) di Richard Linklater
Visto: dal computer di Licia
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Perfetto connubio di comicità e buon cinema al ritmo di una trascinante ed azzeccatissima colonna sonora. E così una probabile teen-comedy si trasforma, grazie al talento di Jack Black, in un'opera interessante sia dal punto di vista musicale, sia perchè divertente e ben riuscita. Considerando, poi, la banda di ragazzini assoldata, il irschio di ricadere in un target troppo giovane era alto, ma visto il risultato si può considerare questo film come davvero per tutti.
Simpatica l'idea del fallito fanatico di rock 'n' roll che, fingendosi un suo amico, finisce a fare il supllente in una scuola elementare. Da lì i guai non tarderanno ad arrivare, considerando che l'"insegnante" Jack Black impartisce solo lezioni di musica (rock, ovviamente).
Ottimo Black per il ruolo (costruito per e su di lui da Mike White, l'attore che nel film interpreta il vero supplente Ned Schneebly) come fantastica risulta la nevrotica preside Joan Cusack ("Una donna in carriera", "In & Out", "La famiglia Addams 2"), davvero divertente. Perfetto ogni ragazzino nella sua parte e, da notare, spicca già nel gruppo la stella di Miranda Cosgrove, oggi piuttosto conosciuta negli USA per ruoli in "Drake & Josh" e "I tuoi, i miei e i nostri".
Insomma, una pellicola piacevole e riuscita, capace di intrattenere e strappare più di un sorriso, accompagnata da una valanga di grandissimi della tradizione rock. Un mix esplosivo da non perdere!
Ps. Curiosamente, la comica Sarah Silverman ha qui il ruolo serio e impostato della fidanzata/tiranna di Schneebly.
Consigli: Gli appassionati di musica non sottovalutino questo film! Potrebbe essere una piacevole sorpresa...
Parola chiave: Let's rock!
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Ric
Film 246: "The School of Rock" (2003) di Richard Linklater
Visto: dal computer di Licia
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Perfetto connubio di comicità e buon cinema al ritmo di una trascinante ed azzeccatissima colonna sonora. E così una probabile teen-comedy si trasforma, grazie al talento di Jack Black, in un'opera interessante sia dal punto di vista musicale, sia perchè divertente e ben riuscita. Considerando, poi, la banda di ragazzini assoldata, il irschio di ricadere in un target troppo giovane era alto, ma visto il risultato si può considerare questo film come davvero per tutti.
Simpatica l'idea del fallito fanatico di rock 'n' roll che, fingendosi un suo amico, finisce a fare il supllente in una scuola elementare. Da lì i guai non tarderanno ad arrivare, considerando che l'"insegnante" Jack Black impartisce solo lezioni di musica (rock, ovviamente).
Ottimo Black per il ruolo (costruito per e su di lui da Mike White, l'attore che nel film interpreta il vero supplente Ned Schneebly) come fantastica risulta la nevrotica preside Joan Cusack ("Una donna in carriera", "In & Out", "La famiglia Addams 2"), davvero divertente. Perfetto ogni ragazzino nella sua parte e, da notare, spicca già nel gruppo la stella di Miranda Cosgrove, oggi piuttosto conosciuta negli USA per ruoli in "Drake & Josh" e "I tuoi, i miei e i nostri".
Insomma, una pellicola piacevole e riuscita, capace di intrattenere e strappare più di un sorriso, accompagnata da una valanga di grandissimi della tradizione rock. Un mix esplosivo da non perdere!
Ps. Curiosamente, la comica Sarah Silverman ha qui il ruolo serio e impostato della fidanzata/tiranna di Schneebly.
Consigli: Gli appassionati di musica non sottovalutino questo film! Potrebbe essere una piacevole sorpresa...
Parola chiave: Let's rock!
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mercoledì 27 aprile 2011
Film 245 - Amici, amanti e...
Giusto per non stare mai fermi, ecco inaugurata la 'sera del mercoledì' con Licia. E questo è il primo film visto assieme...
Film 245: "Amici, amanti e..." (2011) di Ivan Reitman
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Dopo un Oscar ci si aspetta che tu faccia le scelte giuste o che, quantomeno, tu scelga in maniera oculata i tuoi copioni. Natalie Portman, ultimamente, pare non voler seguire il diktat (prima di lei anche la Witherspoon o la Berry, per esempio). Vista e apprezzata in "Black Swan", spaparazzata ovunque col pancione, apparsa in ogni foto con il suo Oscar, nella nuova campagna Dior e con ben due film in uscita: "Your Highness" (un flop colossale al botteghino USA) e "Thor" di Branagh. In mezzo questa commediola dei buoni sentimenti (e ostentata disinvoltura sessuale) con il bel Ashton Kutcher (qui in veste di innamorato dell'amica di letto) e una storia che alla fine non riesce a prenderti.
Si sorride più che ridere, si assiste ben consci di ogni mossa che la trama propinerà allo spettatore, ci si domanda il perchè lei sia tanto restia quando non ce ne sarebbe motivo. Nemmeno il papà strampalato - e fumato - Kevin Kline (ma come ci siamo ridotti?!) convince appieno.
Di fatto, comunque, la Portman è brava (e bellissima) e il mix finale di elementi è sufficientemente amalgamato da formare una pellicola discreta e spensierat(issim)a.
Il tratto peculiare che si spaccia per trovata inusuale (il fatto che i due siano 'trombamici', ma che ad innamorarsi sia lui) è, in realtà, poco innovativo anche perchè trattato superficialmente e senza un punto di vista davvero originale. La trovata forse più 'trasgressiva' è la compilation per il periodo mestruale, una trovata davvero simpatica!
Ps. Il regista Ivan Reitman, che compare anche nel film per qualche secondo, è conosciuto per film come "Ghostbusters - Acchiappafantasmi", "Un poliziotto alle elementari" e "La mia super ex-ragazza". Suo figlio è Jason Reitman - 4 nomination all'Oscar - regista di film come "Thank You for Smoking", "Juno" e "Tra le nuvole".
Film 1575 - No Strings Attached
Consigli: Non sconvolge e non travolge. Piacevole per una seratina tranquilla al sapore di relax. In compagnia è meglio!
Parola chiave: Sesso senza amore.
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Ric
Film 245: "Amici, amanti e..." (2011) di Ivan Reitman
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Dopo un Oscar ci si aspetta che tu faccia le scelte giuste o che, quantomeno, tu scelga in maniera oculata i tuoi copioni. Natalie Portman, ultimamente, pare non voler seguire il diktat (prima di lei anche la Witherspoon o la Berry, per esempio). Vista e apprezzata in "Black Swan", spaparazzata ovunque col pancione, apparsa in ogni foto con il suo Oscar, nella nuova campagna Dior e con ben due film in uscita: "Your Highness" (un flop colossale al botteghino USA) e "Thor" di Branagh. In mezzo questa commediola dei buoni sentimenti (e ostentata disinvoltura sessuale) con il bel Ashton Kutcher (qui in veste di innamorato dell'amica di letto) e una storia che alla fine non riesce a prenderti.
Si sorride più che ridere, si assiste ben consci di ogni mossa che la trama propinerà allo spettatore, ci si domanda il perchè lei sia tanto restia quando non ce ne sarebbe motivo. Nemmeno il papà strampalato - e fumato - Kevin Kline (ma come ci siamo ridotti?!) convince appieno.
Di fatto, comunque, la Portman è brava (e bellissima) e il mix finale di elementi è sufficientemente amalgamato da formare una pellicola discreta e spensierat(issim)a.
Il tratto peculiare che si spaccia per trovata inusuale (il fatto che i due siano 'trombamici', ma che ad innamorarsi sia lui) è, in realtà, poco innovativo anche perchè trattato superficialmente e senza un punto di vista davvero originale. La trovata forse più 'trasgressiva' è la compilation per il periodo mestruale, una trovata davvero simpatica!
Ps. Il regista Ivan Reitman, che compare anche nel film per qualche secondo, è conosciuto per film come "Ghostbusters - Acchiappafantasmi", "Un poliziotto alle elementari" e "La mia super ex-ragazza". Suo figlio è Jason Reitman - 4 nomination all'Oscar - regista di film come "Thank You for Smoking", "Juno" e "Tra le nuvole".
Film 1575 - No Strings Attached
Consigli: Non sconvolge e non travolge. Piacevole per una seratina tranquilla al sapore di relax. In compagnia è meglio!
Parola chiave: Sesso senza amore.
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Film 244 - Io sono l'amore
Anche se visto recentemente, il popolo del martedì ha scelto per me di (ri)vedere questo bel film italiano per la solita cena.
Film 244: "Io sono l'amore" (2009) di Luca Guadagnino
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea Puffo, Andrea, Marco, Diego, Titti, Pier, Michele
Pensieri: Ammetto che non lo avrei rivisto così presto, un film come questo. Dovevo ancora 'digerire' la precedente visione di qualche mese fa. Non perchè il film non mi sia piaciuto, anzi(!), ma perchè per il disimpegno del martedì avrei preferito vedere (o dover rivedere) qualcosa di un attimino più leggero. Ma, lo devo ammettere, questa seconda rapida visione non è stat per nulla pesante e, anzi, mi ha fatto apprezzare di più elementi che la prima volta avevo perso.
Quello che consideravo essere un film dal ritmo piuttosto lento è diventato, invece, scorrevole e la pesantezza che temevo di incontrare lungo la visione è svanita. Bellissimo, musiche fantastiche e coinvolgenti, azzeccatissime per lo squarcio della Milano 'alta' che propone la pellicola. Tra l'altro ho dato uno sguardo più 'interessato' all'interpretazione della Berenson (attrice newyorkese famosissima per film come "Morte a Venezia", "Barry Lyndon" o "Cabaret") che, in italiano, recita piuttosto bene. Ottime la Swinton e la Rohrwacher, molto fisico il cuoco Antonio Biscaglia/Edoardo Gabbriellini.
Il film è sicuramente molto interessante e inusualmente interculturale per un film italiano. Vale veramente la pena di vederlo per un'infinità di ragioni.
Consigli: La scena d'amore in mezzo al campo è bellissima e molto 'naturale'. Da vedere pensando agli odori del prato in maggio...
Parola chiave: Famiglia.
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Ric
Film 244: "Io sono l'amore" (2009) di Luca Guadagnino
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea Puffo, Andrea, Marco, Diego, Titti, Pier, Michele
Pensieri: Ammetto che non lo avrei rivisto così presto, un film come questo. Dovevo ancora 'digerire' la precedente visione di qualche mese fa. Non perchè il film non mi sia piaciuto, anzi(!), ma perchè per il disimpegno del martedì avrei preferito vedere (o dover rivedere) qualcosa di un attimino più leggero. Ma, lo devo ammettere, questa seconda rapida visione non è stat per nulla pesante e, anzi, mi ha fatto apprezzare di più elementi che la prima volta avevo perso.
Quello che consideravo essere un film dal ritmo piuttosto lento è diventato, invece, scorrevole e la pesantezza che temevo di incontrare lungo la visione è svanita. Bellissimo, musiche fantastiche e coinvolgenti, azzeccatissime per lo squarcio della Milano 'alta' che propone la pellicola. Tra l'altro ho dato uno sguardo più 'interessato' all'interpretazione della Berenson (attrice newyorkese famosissima per film come "Morte a Venezia", "Barry Lyndon" o "Cabaret") che, in italiano, recita piuttosto bene. Ottime la Swinton e la Rohrwacher, molto fisico il cuoco Antonio Biscaglia/Edoardo Gabbriellini.
Il film è sicuramente molto interessante e inusualmente interculturale per un film italiano. Vale veramente la pena di vederlo per un'infinità di ragioni.
Consigli: La scena d'amore in mezzo al campo è bellissima e molto 'naturale'. Da vedere pensando agli odori del prato in maggio...
Parola chiave: Famiglia.
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domenica 24 aprile 2011
Film 243 - Sucker Punch
Ecco una pellicola che non vedevo l'ora di guardare! Mesi di attesa...
Film 243: "Sucker Punch" (2011) di Zack Snyder
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Diego, Andrea, Marco, Andrea Puffo, Marco C., Andrea, Davide
Pensieri: Pareri discordi già all’inizio dei titoli di coda. Ma non lasciatevi distrarre, una chicca del film è servita proprio in quel momento. Per chiacchierare di questo Sucker Punch ci sarà tempo fuori dalla sala.
Già perchè, sicuramente, non saprete astenervi dal commentarlo. Bello? Brutto? Visionario? Cazzata? Non sarà facile esprimersi su un film del genere.
Innanzitutto bisogna tenere a mente chi lo ha creato. Zack Snyder è stato regista di film piuttosto famosi quali "L’alba dei morti viventi", "300" e "Watchmen", tutti nello specifico abbastanza particolari e, soprattutto, molto spettacolari per quanto riguarda computer grafica ed effetti speciali.
Questa pellicola, uscita il 25 marzo in buona parte del mondo tra cui l’Italia, non è da meno. Un guazzabuglio di mondi, realtà, mostri, zombie, armi e combattimenti a ritmo di una colonna sonora da urlo. Ma cominciamo dall’inizio.
Emily Browning ("Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi") è Baby Doll, visino angelico di porcellana e labbra carnose al limite del botox, quasi stuprata dal patrigno il giorno della morte della madre che finisce per uccidere la sorellina nel tentativo di salvarla dalle grinfie del disgustoso uomo. A questa premessa di sole immagini e musica – tra un rallenty e un accorgimento stilistico e l’altro (bello il bottone che rotola sul pavimento) – segue l’ingresso nell’istituto di igiene mentale in cui si svolge la parte reale del film. L’incontro di lì a cinque giorni con High Roller/Jon Hamm ("Mad Men") per quella che, in una delle realtà parallele (quella della casa chiusa), sarà la sua prima esperienza sessuale la spinge a mettere in atto la sua personale rivolta. Si scoprirà ballerina ipnotizzatrice, capace con le sue movenze (che non si vedranno mai, sia chiaro) di ammaliare ogni uomo a lei di fronte. E, inoltre, grazie alla danza avrà accesso ad una serie di realtà parallele in cui affrontare tutte le sfide per ottenere la libertà. Compagne di viaggio in questa fuga da Alcatraz saranno Sweat Pea (in italiano misteriosamente mutato in Sweetie)/Abbie Cornish ("Bright Star"), Rocket/Jena Malone ("Donnie Darko"), Blondie/Vanessa Hudgens ("High School Musical") e Amber/Jamie Chung ("Un weekend da bamboccioni"). Dirige il bordello Madam Gorski/Carla Gugino (Sin City), ovvero la dottoressa psichiatra nella realtà del manicomio.
Scopo dei mondi paralleli – oltre all’ovvio motivo di dare al film una spinta fantasy e action – quello di definire le missioni di Baby Doll & Co. al fine di collezionare i cinque oggetti che permetteranno loro la fuga: mappa, fuoco, coltello, chiave e… la quinta cosa è un mistero (neanche troppo complesso da immaginare). Ottenuti i cinque oggetti non resterà che tentare la fuga. Non mancheranno vittime lungo il cammino…
Come si noterà, la trama non risulta particolarmente innovativa. E’ più inusuale dal punto di vista della messa in scena. Realtà parallele su più livelli – a volte difficili da incastrare insieme – ricordano molto (alla lontana) il bellissimo "Inception" di Nolan, ma con un riscontro nella trama molto meno onirico. Gli effetti speciali sono da 10 e lode e, inevitabilmente, rimandano al "300" dello stesso regista, forse anche per via della natura massacro-violenta con toni ricercatamente epici che anche questa pellicola presenta. Il marchio di Snyder è piuttosto evidente e piace più che altro per la cura dei dettagli quasi maniacale. La resa dell’immagine è ricercata, come del resto il taglio delle inquadrature (notare la contrattazione tra patrigno e Blue Jones/Oscar Isaac: Baby Doll è in primissimo piano e dovrebbe essere sfocata, per poter inquadrare sullo sfondo i due uomini, ma non lo è. Non vi ricorda, per caso, una scena di "Quarto potere" di Welles?). Insomma, dal punto di vista visivo è un’esperienza davvero potente.
Altra nota a favore è per la colonna sonora davvero azzeccata. Pezzi di Bjork, Queen, Emiliana Torrini riarrangiati ed esaltati dalle immagini fanno faville. La Love Is the Drug cantata da Gugino e Isaac nei titoli di coda è decisamente ben riuscita e riporta alle atmosfere di film come "Moulin Rouge!" e "Burlesque" sganciandosi in maniera netta dall’immagine del film data fino a quel momento. Spiazzante ma bello.
Rock e atmosfere da videogioco ricordano anche il recente e bellissimo "Scott Pilgrim vs. the World" con una virata dark alla "Silent Hill" davvero niente male. L’effetto finale, nel complesso, è, a mio avviso, riuscito.
Ovviamente non a tutti piacerà. I limiti evidenti di una pellicola come questa sono molti. I dialoghi, per esempio, a volte banali e scontati, a volte fastidiosamente esagerati da toni solenni e retorici che spengono un po’ l’interesse dello spettatore. La trama, poi, come si è visto non ha nulla di speciale e, anzi, a volte presenta dei buchi che non semplificano la comprensione di chi guarda (per esempio: Amber e Blondie esistono davvero nella realtà del manicomio?).
Da aggiungere che, tra tutti gli scenari, la parte del manicomio è piuttosto lenta e richiede una certa pazienza; come, del resto, la richiedono i vari moneti-lacrima a fiume che spezzano il ritmo adrenalinico dei segmenti di azione e sparatorie per riportare il tutto ad una dimensione da camerata al femminile di una qualunque caserma. Altalentante.
E ancora: la Browning è zuccherosa e ha occhioni enormi incantatori, ma alla lunga è stucchevole. Il viso rigonfio agli zigomi stanca e l’espressione costantemente smarrita alla Frodo riporta spesso la mente a chiedersi se anche lei non si stia dirigendo effettivamente al Monte Fato…
Insomma, a meno che non siate amanti del genere ragazzine con la spada-bombardamenti a gogo-dimensione surreale (Tarantino docet) è bene che siate preparati ad un’avventura non convenzionale. Bisogna prendere "Sucker Punch" per quello che è, senza pretendere che sia un capolavoro. E’ perfettamente inseribile nella filmografia di Snyder come suo film ‘classico’ e forse è proprio questo il suo più grande pregio.
Consigli: Da vedere se non altro per un'esperienza differente. E per farsi un'idea personale su un film che fa decisamente parlare di sé.
Parola chiave: Lobotomia.
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Ric
Film 243: "Sucker Punch" (2011) di Zack Snyder
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Diego, Andrea, Marco, Andrea Puffo, Marco C., Andrea, Davide
Pensieri: Pareri discordi già all’inizio dei titoli di coda. Ma non lasciatevi distrarre, una chicca del film è servita proprio in quel momento. Per chiacchierare di questo Sucker Punch ci sarà tempo fuori dalla sala.
Già perchè, sicuramente, non saprete astenervi dal commentarlo. Bello? Brutto? Visionario? Cazzata? Non sarà facile esprimersi su un film del genere.
Innanzitutto bisogna tenere a mente chi lo ha creato. Zack Snyder è stato regista di film piuttosto famosi quali "L’alba dei morti viventi", "300" e "Watchmen", tutti nello specifico abbastanza particolari e, soprattutto, molto spettacolari per quanto riguarda computer grafica ed effetti speciali.
Questa pellicola, uscita il 25 marzo in buona parte del mondo tra cui l’Italia, non è da meno. Un guazzabuglio di mondi, realtà, mostri, zombie, armi e combattimenti a ritmo di una colonna sonora da urlo. Ma cominciamo dall’inizio.
Emily Browning ("Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi") è Baby Doll, visino angelico di porcellana e labbra carnose al limite del botox, quasi stuprata dal patrigno il giorno della morte della madre che finisce per uccidere la sorellina nel tentativo di salvarla dalle grinfie del disgustoso uomo. A questa premessa di sole immagini e musica – tra un rallenty e un accorgimento stilistico e l’altro (bello il bottone che rotola sul pavimento) – segue l’ingresso nell’istituto di igiene mentale in cui si svolge la parte reale del film. L’incontro di lì a cinque giorni con High Roller/Jon Hamm ("Mad Men") per quella che, in una delle realtà parallele (quella della casa chiusa), sarà la sua prima esperienza sessuale la spinge a mettere in atto la sua personale rivolta. Si scoprirà ballerina ipnotizzatrice, capace con le sue movenze (che non si vedranno mai, sia chiaro) di ammaliare ogni uomo a lei di fronte. E, inoltre, grazie alla danza avrà accesso ad una serie di realtà parallele in cui affrontare tutte le sfide per ottenere la libertà. Compagne di viaggio in questa fuga da Alcatraz saranno Sweat Pea (in italiano misteriosamente mutato in Sweetie)/Abbie Cornish ("Bright Star"), Rocket/Jena Malone ("Donnie Darko"), Blondie/Vanessa Hudgens ("High School Musical") e Amber/Jamie Chung ("Un weekend da bamboccioni"). Dirige il bordello Madam Gorski/Carla Gugino (Sin City), ovvero la dottoressa psichiatra nella realtà del manicomio.
Scopo dei mondi paralleli – oltre all’ovvio motivo di dare al film una spinta fantasy e action – quello di definire le missioni di Baby Doll & Co. al fine di collezionare i cinque oggetti che permetteranno loro la fuga: mappa, fuoco, coltello, chiave e… la quinta cosa è un mistero (neanche troppo complesso da immaginare). Ottenuti i cinque oggetti non resterà che tentare la fuga. Non mancheranno vittime lungo il cammino…
Come si noterà, la trama non risulta particolarmente innovativa. E’ più inusuale dal punto di vista della messa in scena. Realtà parallele su più livelli – a volte difficili da incastrare insieme – ricordano molto (alla lontana) il bellissimo "Inception" di Nolan, ma con un riscontro nella trama molto meno onirico. Gli effetti speciali sono da 10 e lode e, inevitabilmente, rimandano al "300" dello stesso regista, forse anche per via della natura massacro-violenta con toni ricercatamente epici che anche questa pellicola presenta. Il marchio di Snyder è piuttosto evidente e piace più che altro per la cura dei dettagli quasi maniacale. La resa dell’immagine è ricercata, come del resto il taglio delle inquadrature (notare la contrattazione tra patrigno e Blue Jones/Oscar Isaac: Baby Doll è in primissimo piano e dovrebbe essere sfocata, per poter inquadrare sullo sfondo i due uomini, ma non lo è. Non vi ricorda, per caso, una scena di "Quarto potere" di Welles?). Insomma, dal punto di vista visivo è un’esperienza davvero potente.
Altra nota a favore è per la colonna sonora davvero azzeccata. Pezzi di Bjork, Queen, Emiliana Torrini riarrangiati ed esaltati dalle immagini fanno faville. La Love Is the Drug cantata da Gugino e Isaac nei titoli di coda è decisamente ben riuscita e riporta alle atmosfere di film come "Moulin Rouge!" e "Burlesque" sganciandosi in maniera netta dall’immagine del film data fino a quel momento. Spiazzante ma bello.
Rock e atmosfere da videogioco ricordano anche il recente e bellissimo "Scott Pilgrim vs. the World" con una virata dark alla "Silent Hill" davvero niente male. L’effetto finale, nel complesso, è, a mio avviso, riuscito.
Ovviamente non a tutti piacerà. I limiti evidenti di una pellicola come questa sono molti. I dialoghi, per esempio, a volte banali e scontati, a volte fastidiosamente esagerati da toni solenni e retorici che spengono un po’ l’interesse dello spettatore. La trama, poi, come si è visto non ha nulla di speciale e, anzi, a volte presenta dei buchi che non semplificano la comprensione di chi guarda (per esempio: Amber e Blondie esistono davvero nella realtà del manicomio?).
Da aggiungere che, tra tutti gli scenari, la parte del manicomio è piuttosto lenta e richiede una certa pazienza; come, del resto, la richiedono i vari moneti-lacrima a fiume che spezzano il ritmo adrenalinico dei segmenti di azione e sparatorie per riportare il tutto ad una dimensione da camerata al femminile di una qualunque caserma. Altalentante.
E ancora: la Browning è zuccherosa e ha occhioni enormi incantatori, ma alla lunga è stucchevole. Il viso rigonfio agli zigomi stanca e l’espressione costantemente smarrita alla Frodo riporta spesso la mente a chiedersi se anche lei non si stia dirigendo effettivamente al Monte Fato…
Insomma, a meno che non siate amanti del genere ragazzine con la spada-bombardamenti a gogo-dimensione surreale (Tarantino docet) è bene che siate preparati ad un’avventura non convenzionale. Bisogna prendere "Sucker Punch" per quello che è, senza pretendere che sia un capolavoro. E’ perfettamente inseribile nella filmografia di Snyder come suo film ‘classico’ e forse è proprio questo il suo più grande pregio.
Consigli: Da vedere se non altro per un'esperienza differente. E per farsi un'idea personale su un film che fa decisamente parlare di sé.
Parola chiave: Lobotomia.
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Film 242 - Ex
Curiosità a mille per un film italiano uscito un paio di anni fa e che mi ero perso.
Film 242: "Ex" (2009) di Fausto Brizzi
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luca
Pensieri: Ma che delusione! Ma siamo sicuri sia lo stesso regista di "Maschi contro femmine"? No perchè il prodotto finale è decisamente differente...
Al di là del cast italiano in grande spolvero (Brilli e Salemme non li reggo) non c'è davvero nient'altro da segnalare. La storia è caotica e scontata, buonista e superficiale, ridicola in certi passaggi (Orlando che balla con le amiche del figlio adolescente non si può guardare) e talmente 'piaciona' che infastidisce. Crisi di mezz'età, amori non corrisposti, amori lontani, amori impossibili, Jalisse e chi più ne ha più ne metta. No no no, non ci siamo.
Peccato perchè il potenziale era tantissimo. Considerando gli attori (la metà esatta sono quelli dei due maschi e femmine contro) e il regista (lo stesso anche dei due "Notte prima degli esami", sceneggiatore di film come "Nessuno mi può giudicare", "Oggi sposi") ci si aspettava molto, moltissimo di più. E invece il prodotto è mediocre, giocato su un appeal commerciale solo di immagine (locandina interessante coi nomi ben in vista di tutti i partecipanti, un trailer ben fatto) per richiamare i fans del genere (commedia italiana corale) o di questo o quell'attore.
Ci si poteva impegnare davvero di più.
Consigli: Guardatelo prima di "Maschi contro femmine", se potete, altrimenti vi aspetterete troppo da questa pellicola deboluccia.
Parola chiave: Amore.
Trailer
Ric
Film 242: "Ex" (2009) di Fausto Brizzi
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luca
Pensieri: Ma che delusione! Ma siamo sicuri sia lo stesso regista di "Maschi contro femmine"? No perchè il prodotto finale è decisamente differente...
Al di là del cast italiano in grande spolvero (Brilli e Salemme non li reggo) non c'è davvero nient'altro da segnalare. La storia è caotica e scontata, buonista e superficiale, ridicola in certi passaggi (Orlando che balla con le amiche del figlio adolescente non si può guardare) e talmente 'piaciona' che infastidisce. Crisi di mezz'età, amori non corrisposti, amori lontani, amori impossibili, Jalisse e chi più ne ha più ne metta. No no no, non ci siamo.
Peccato perchè il potenziale era tantissimo. Considerando gli attori (la metà esatta sono quelli dei due maschi e femmine contro) e il regista (lo stesso anche dei due "Notte prima degli esami", sceneggiatore di film come "Nessuno mi può giudicare", "Oggi sposi") ci si aspettava molto, moltissimo di più. E invece il prodotto è mediocre, giocato su un appeal commerciale solo di immagine (locandina interessante coi nomi ben in vista di tutti i partecipanti, un trailer ben fatto) per richiamare i fans del genere (commedia italiana corale) o di questo o quell'attore.
Ci si poteva impegnare davvero di più.
Consigli: Guardatelo prima di "Maschi contro femmine", se potete, altrimenti vi aspetterete troppo da questa pellicola deboluccia.
Parola chiave: Amore.
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giovedì 21 aprile 2011
Film 241 - Easy A
Cena del martedì e un film che mi era piaciuto davvero tanto. E non mi ha deluso alla seconda visione.
Film 241: "Easy A" (2010) di Will Gluck
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Jé, Marco, Andrea Puffo, Andrea, Marco C., Samuele
Pensieri: Rivisto in italiano il film rimane piuttosto carino e divertente, ma perde un po' del suo smalto. La grintosa voce roca di Emma Stone nella versione originale in italiano manca e fa perdere al personaggio di Olive parte della sua caratteristica ribelle-anticonformista e la colloca, invece, nel classico imaginario da commediola teen (c'è poco da fare, i doppiatori italiani sono bravi, ma sempre gli stessi e, inevitabilmente, un prodotto si associa ad un altro che magari non c'entra nulla).
Meno male che, in ogni caso, questo rimane un prodotto cinematografico di (inaspettato) alto livello e conquista indipendentemente.
La burla delle commediole americane preconfezionate, della società dell'apparire, delle comunità religiose che producono adepti più che fedeli, della distorsione sulla realtà che possono avere i nuovi mezzi di comunicazione e di quanto conti nella nostra attuale realtà sociale il sesso, sono tutte tematiche ben presenti e non banalmente estremizzate in questa pellicola. Ovviamente il descritto ha prevalentemente funzionalità narrativa (piuttosto che educativa), ma fermandosi un attimo ad analizzare, risulta evidente una certa critica di fondo.
Oltre alla trama, comunque, molto bene Emma Stone e il resto del - variegato - cast (Amanda Bynes, Thomas Haden Church, Patricia Clarkson, Cam Gigandet, Lisa Kudrow, Malcolm McDowell, Stanley Tucci, Penn Badgley), molto interessante lo spunto letterario de "La lettera scarlatta" come traino del film e prodotto finale di categoria da 10 e lode.
Film 190 - Easy A
Film 241 - Easy A
Film 530 - Easy Girl
Film 1046 - Easy Girl
Film 1557 - Easy Girl
Film 1994 - Easy A
Consigli: Guardare, comprare il dvd e rivedere periodicamente!
Parola chiave: A.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 241: "Easy A" (2010) di Will Gluck
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Jé, Marco, Andrea Puffo, Andrea, Marco C., Samuele
Pensieri: Rivisto in italiano il film rimane piuttosto carino e divertente, ma perde un po' del suo smalto. La grintosa voce roca di Emma Stone nella versione originale in italiano manca e fa perdere al personaggio di Olive parte della sua caratteristica ribelle-anticonformista e la colloca, invece, nel classico imaginario da commediola teen (c'è poco da fare, i doppiatori italiani sono bravi, ma sempre gli stessi e, inevitabilmente, un prodotto si associa ad un altro che magari non c'entra nulla).
Meno male che, in ogni caso, questo rimane un prodotto cinematografico di (inaspettato) alto livello e conquista indipendentemente.
La burla delle commediole americane preconfezionate, della società dell'apparire, delle comunità religiose che producono adepti più che fedeli, della distorsione sulla realtà che possono avere i nuovi mezzi di comunicazione e di quanto conti nella nostra attuale realtà sociale il sesso, sono tutte tematiche ben presenti e non banalmente estremizzate in questa pellicola. Ovviamente il descritto ha prevalentemente funzionalità narrativa (piuttosto che educativa), ma fermandosi un attimo ad analizzare, risulta evidente una certa critica di fondo.
Oltre alla trama, comunque, molto bene Emma Stone e il resto del - variegato - cast (Amanda Bynes, Thomas Haden Church, Patricia Clarkson, Cam Gigandet, Lisa Kudrow, Malcolm McDowell, Stanley Tucci, Penn Badgley), molto interessante lo spunto letterario de "La lettera scarlatta" come traino del film e prodotto finale di categoria da 10 e lode.
Film 190 - Easy A
Film 241 - Easy A
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Consigli: Guardare, comprare il dvd e rivedere periodicamente!
Parola chiave: A.
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lunedì 18 aprile 2011
Film 240 - La maledizione della prima luna
Per un pomeriggio in tranquillità.
Film 240: "La maledizione della prima luna" (2003) di Gore Verbinski
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Alessandro
Pensieri: Non sono uno di quelli che, a suo tempo, è impazzito per la saga dei Pirati. In effetti questo primo capitolo è piuttosto riuscito e divertente, ma trovo i successivi più mirati ad incassare che a proporre un decente prodotto commerciale...
Con ben 5 candidature all'Oscar non fruttate (la più importante era la prima - già, solo la prima - nomination a Johnny Depp come miglior attore protagonista), questo blockbuster sulla vita dei Pirati e, in particolare, sulle avventure dello strambo Jack Sparrow/Depp è stato un enorme successo commerciale ($653,200,000 guadagnati in tutto il mondo) nonché di critica.
La pellicola possiede in effetti tutti gli elementi giusti per attirare il pubblico in sala: a) un cast stellare (oltre a Depp Geoffrey Rush, Orlando Bloom - all'epoca fresco fresco di 'Signore degli Anelli' - e Keira Knightley - allora diva in rapida ascesa); b) un regista (Gore Verbinski) accorto e già abituato ai successi ("The Mexican", "The Ring"); c) effetti speciali all'avanguardia; d)un produttore come Jerry Bruckheimer (suoi, tra i tantissimi, "Top Gun", "Giorni di tuono", "Armageddon - giudizio finale", "Pearl Harbor", "Prince of Persia: Le sabbie del tempo" e tutti i "CSI").
Con questi presupposti, quantomeno un buon riscontro al botteghino c'era da aspettarselo. Ovviamente non così esagerato! Ad oggi la trilogia dei Pirati ha incassato qualcosa come $2,677,500,693 in soli 4 anni (i film vanno dal 2003 al 2007) e, a maggio, è prevista l'uscita del quarto capitolo, "Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare" che, sicuramente, non farà attendere ottimi profitti.
Ma, per tornare a questo film, cosa si può dire in più riguardo ad aspetti tecnici? Bene costumi e fotografia, grandissima la colonna sonora di Klaus Badelt e Hans Zimmer, regia e montaggio funzionali ad un genere di misto avventura-horror che per la Disney era sicuramente un terriorio poco esplorato. L'insieme di buoni elementi è riuscito a svecchiare il trend negativo delle pellicole sui corsari e a creare un film di genere assolutamente in linea coi tempi: battutine taglienti, personaggi strambi ma accattivanti, azione e desimpegno.
In tutta sincerità continuo a non andarne pazzo, ma non posso non ammettere che rivederlo non mi abbia divertito.
Film 240 - La maledizione della prima luna
Film 1560 - Pirates of the Caribbean: The Curse of the Black Pearl
Film 1570 - Pirates of the Caribbean: Dead Man's Chest
Film 1579 - Pirates of the Caribbean: At World's End
Film 1242 - Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare
Film 1415 - Pirates of the Caribbean: Dead Men Tell No Tales Consigli: Perfetto per una serata tranquilla tra divano, patatine e buona compagnia!
Parola chiave: Tesoro.
Trailer
Ric
Film 240: "La maledizione della prima luna" (2003) di Gore Verbinski
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Alessandro
Pensieri: Non sono uno di quelli che, a suo tempo, è impazzito per la saga dei Pirati. In effetti questo primo capitolo è piuttosto riuscito e divertente, ma trovo i successivi più mirati ad incassare che a proporre un decente prodotto commerciale...
Con ben 5 candidature all'Oscar non fruttate (la più importante era la prima - già, solo la prima - nomination a Johnny Depp come miglior attore protagonista), questo blockbuster sulla vita dei Pirati e, in particolare, sulle avventure dello strambo Jack Sparrow/Depp è stato un enorme successo commerciale ($653,200,000 guadagnati in tutto il mondo) nonché di critica.
La pellicola possiede in effetti tutti gli elementi giusti per attirare il pubblico in sala: a) un cast stellare (oltre a Depp Geoffrey Rush, Orlando Bloom - all'epoca fresco fresco di 'Signore degli Anelli' - e Keira Knightley - allora diva in rapida ascesa); b) un regista (Gore Verbinski) accorto e già abituato ai successi ("The Mexican", "The Ring"); c) effetti speciali all'avanguardia; d)un produttore come Jerry Bruckheimer (suoi, tra i tantissimi, "Top Gun", "Giorni di tuono", "Armageddon - giudizio finale", "Pearl Harbor", "Prince of Persia: Le sabbie del tempo" e tutti i "CSI").
Con questi presupposti, quantomeno un buon riscontro al botteghino c'era da aspettarselo. Ovviamente non così esagerato! Ad oggi la trilogia dei Pirati ha incassato qualcosa come $2,677,500,693 in soli 4 anni (i film vanno dal 2003 al 2007) e, a maggio, è prevista l'uscita del quarto capitolo, "Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare" che, sicuramente, non farà attendere ottimi profitti.
Ma, per tornare a questo film, cosa si può dire in più riguardo ad aspetti tecnici? Bene costumi e fotografia, grandissima la colonna sonora di Klaus Badelt e Hans Zimmer, regia e montaggio funzionali ad un genere di misto avventura-horror che per la Disney era sicuramente un terriorio poco esplorato. L'insieme di buoni elementi è riuscito a svecchiare il trend negativo delle pellicole sui corsari e a creare un film di genere assolutamente in linea coi tempi: battutine taglienti, personaggi strambi ma accattivanti, azione e desimpegno.
In tutta sincerità continuo a non andarne pazzo, ma non posso non ammettere che rivederlo non mi abbia divertito.
Film 240 - La maledizione della prima luna
Film 1560 - Pirates of the Caribbean: The Curse of the Black Pearl
Film 1570 - Pirates of the Caribbean: Dead Man's Chest
Film 1579 - Pirates of the Caribbean: At World's End
Film 1242 - Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare
Film 1415 - Pirates of the Caribbean: Dead Men Tell No Tales Consigli: Perfetto per una serata tranquilla tra divano, patatine e buona compagnia!
Parola chiave: Tesoro.
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lunedì 11 aprile 2011
Film 239 - Il Grinta
10 nomination all'Oscar e 0 statuette. Assolutamente da vedere!
Film 239: "Il Grinta" (2010) di Ethan Coen, Joel Coen
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jessica, Marco
Pensieri: Ammetto che i Coen mi piacciano a fasi alterne. Non ho sempre apprezzato i loro lavori (spesso un po' lenti), ma effettivamente in alcuni casi hanno fatto davvero centro. "Il Grinta" (o "True Grit" in originale) è nella seconda casistica.
Con un cast maschile decisamente ben assortito (Jeff Bridges fresco di Oscar dell'anno scorso e nuovamente candidato quest'anno, Matt Damon e Josh Brolin - che ultimamente collezziona parti un po' marginali, a dire il vero) e un'ottima Hailee Steinfeld sconosciuta protagonista femminile (e qui parte la polemica Oscar: Jeff Bridges protagonista sì, Hailee Steinfeld protagonista no? Chi ha visto il film sa perfettamente che è su di lei che è incentrata la storia). Gli attori in questo caso fanno decisamente la differenza.
La storia - preannunciata come estremamente lenta - scorre fluida e interessante, divertente nei momenti più stralunati dello sceriffo Cogburn/Bridges e nei taglienti scontri verbali tra lui è la (dolcissima) Mattie Ross/Steinfeld. La versione in lingua originale è, però, molto complessa da seguire per via del (notevole) lavoro sulla voce di entrambi i protagonisti: sbiascicato lui, velocissima lei. Per non parlare poi delle cadenze! Insomma, senza sottotitoli è quasi impossibile capire se non si ha un'ottima conoscenza dell'inglese.
Damon e Brolin hanno parti più marginali, ma rendono comunque perfettamente i loro protagonisti. Insomma, perfetti per la loro parte.
E' un western che è stato definito atipico in un'epoca in cui il western pareva non aver più nulla da dire. Non essendo né appassionato del genere né esperto non posso dire se effettivamente comporti (o riporti) ad un'innovazione di categoria. Di fatto posso assicurare che il film non delude assolutamente. Avventuroso e selvaggio come solo i Coen potevano renderlo (vedere "Non è un paese per vecchi" e il prologo di "A Serious Man", nonché "Fargo"), solido nella sceneggiatura e supportato da un cast che sa fare scintille, questo "Il Grinta" è stato (per me) decisamente un'ottima sorpresa. Bene anche i costumi (che prima di vedere la pellicola avevo sottovalutato e declassato a 'troppo standard' per ricevere una nomination), la colonna sonora di Carter Burwell e - ovviamente - la regia (particolarmente d'effetto il finale coi titoli di coda). Il montaggio è degli stessi Coen sotto lo pseudonimo di Roderick Jaynes.
Ps. Con ben 10 nomination all'Oscar nelle categorie più importanti (tra cui film, regia, sceneggiatura, attore protagonista e attrice non protagonista) fa un po' ridere che, invece, ai Golden Globes il film non abbia ricevuto nemmeno una candidatura.
Consigli: Da vedere sottotitolato o doppiato. Altrimenti capirlo in lingua originale è davvero difficile!
Parola chiave: Vendetta.
Trailer
Ric
Film 239: "Il Grinta" (2010) di Ethan Coen, Joel Coen
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jessica, Marco
Pensieri: Ammetto che i Coen mi piacciano a fasi alterne. Non ho sempre apprezzato i loro lavori (spesso un po' lenti), ma effettivamente in alcuni casi hanno fatto davvero centro. "Il Grinta" (o "True Grit" in originale) è nella seconda casistica.
Con un cast maschile decisamente ben assortito (Jeff Bridges fresco di Oscar dell'anno scorso e nuovamente candidato quest'anno, Matt Damon e Josh Brolin - che ultimamente collezziona parti un po' marginali, a dire il vero) e un'ottima Hailee Steinfeld sconosciuta protagonista femminile (e qui parte la polemica Oscar: Jeff Bridges protagonista sì, Hailee Steinfeld protagonista no? Chi ha visto il film sa perfettamente che è su di lei che è incentrata la storia). Gli attori in questo caso fanno decisamente la differenza.
La storia - preannunciata come estremamente lenta - scorre fluida e interessante, divertente nei momenti più stralunati dello sceriffo Cogburn/Bridges e nei taglienti scontri verbali tra lui è la (dolcissima) Mattie Ross/Steinfeld. La versione in lingua originale è, però, molto complessa da seguire per via del (notevole) lavoro sulla voce di entrambi i protagonisti: sbiascicato lui, velocissima lei. Per non parlare poi delle cadenze! Insomma, senza sottotitoli è quasi impossibile capire se non si ha un'ottima conoscenza dell'inglese.
Damon e Brolin hanno parti più marginali, ma rendono comunque perfettamente i loro protagonisti. Insomma, perfetti per la loro parte.
E' un western che è stato definito atipico in un'epoca in cui il western pareva non aver più nulla da dire. Non essendo né appassionato del genere né esperto non posso dire se effettivamente comporti (o riporti) ad un'innovazione di categoria. Di fatto posso assicurare che il film non delude assolutamente. Avventuroso e selvaggio come solo i Coen potevano renderlo (vedere "Non è un paese per vecchi" e il prologo di "A Serious Man", nonché "Fargo"), solido nella sceneggiatura e supportato da un cast che sa fare scintille, questo "Il Grinta" è stato (per me) decisamente un'ottima sorpresa. Bene anche i costumi (che prima di vedere la pellicola avevo sottovalutato e declassato a 'troppo standard' per ricevere una nomination), la colonna sonora di Carter Burwell e - ovviamente - la regia (particolarmente d'effetto il finale coi titoli di coda). Il montaggio è degli stessi Coen sotto lo pseudonimo di Roderick Jaynes.
Ps. Con ben 10 nomination all'Oscar nelle categorie più importanti (tra cui film, regia, sceneggiatura, attore protagonista e attrice non protagonista) fa un po' ridere che, invece, ai Golden Globes il film non abbia ricevuto nemmeno una candidatura.
Consigli: Da vedere sottotitolato o doppiato. Altrimenti capirlo in lingua originale è davvero difficile!
Parola chiave: Vendetta.
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martedì 5 aprile 2011
Film 238 - Una notte con Beth Cooper
Che le commedie americane mi piacciano non è certo una novità. Da questa, però, non sapevo cosa aspettarvi. Vuoi per il basso richiamo mediatico o per il poco incasso commerciale, insomma, temevo nella fregatura. E invece...
Film 238: "Una notte con Beth Cooper" (2009) di Chris Columbus
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Hayden Panettiere è, di primo acchito, piuttosto carina. Bionda dallo sguardo un po' misto pazzo-fatale, giovane e curata, bellissimi occhi.
Peccato che, a ben guardare, risultino una serie di elementi meno armonici del previsto. Testa gigante (sicuramente anche dovuta all'acconciatura cotonato-voluminosa) e corpo piccolo, braccia tozze, un'idea di insieme che ricorda qualche tracca di nanismo.
Sorvolato l'effetto - un po' deludente all'inizio - della bambolina sexy in realtà a volte vagamente impacciata (guardarla guidare un Hammer fa uno strano effetto), ci si ritrova davanti ad una commedia a basso budget (neanche 20ml di $) piuttosto divertente e fuori dagli schemi.
La regia di Chris Columbus ("Mamma, ho perso l'aereo", "Mrs. Doubtfire - Mammo per sempre", "Harry Potter" 1 e 2, "Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo: Il ladro di fulmini") è piuttosto impersonale, a dire il vero, ed è il connubio trama-attori a farla da padrone.
Molto fisico nella sua interpretazione lo sconosciuto (e drammaticamente divertente-sfigato) Paul Rust; la Panettiere stessa, a sorpresa, ha negli occhi quella scintilla folle che il suo personaggio richiede; i personaggi spalla molto divertenti anche se sicuramente convenzionali.
Come si diceva, sceneggiatura azzeccata e scoppiettante - che naturalmente ricade nell'happy end di categoria - che ingrana soprattutto nelle situazioni più estreme e fuori dagli schemi.
La notte di Mr. Nerd Denis Cooverman/Rust con Miss Beth Cooper/Panettiere non sarà per niente una passeggiata, ma valrà sicuramente il 'prezzo del biglietto'. Ovviamente viene iserita anche una parte più ponderata e tendente-introspettiva (omosessualità, vita dopo il college, università, futuro), ma non rovina troppo il sapore spensierato di un prodotto easy come questo.
Di fatto un mix divertente per una leggerissima commedia generazionale (a tratti grottesca) dei maldestri equivoci che, fortunatamente, lascia con un sorriso (spensierato) sulle labbra.
Ps. Questo film ricorda molto "Easy A" con Emma Stone!
Consigli: Assolutamente un film da vedere in compagnia per farsi quattro risate!
Parola chiave: Beth Cooper.
Trailer
Ric
Film 238: "Una notte con Beth Cooper" (2009) di Chris Columbus
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Hayden Panettiere è, di primo acchito, piuttosto carina. Bionda dallo sguardo un po' misto pazzo-fatale, giovane e curata, bellissimi occhi.
Peccato che, a ben guardare, risultino una serie di elementi meno armonici del previsto. Testa gigante (sicuramente anche dovuta all'acconciatura cotonato-voluminosa) e corpo piccolo, braccia tozze, un'idea di insieme che ricorda qualche tracca di nanismo.
Sorvolato l'effetto - un po' deludente all'inizio - della bambolina sexy in realtà a volte vagamente impacciata (guardarla guidare un Hammer fa uno strano effetto), ci si ritrova davanti ad una commedia a basso budget (neanche 20ml di $) piuttosto divertente e fuori dagli schemi.
La regia di Chris Columbus ("Mamma, ho perso l'aereo", "Mrs. Doubtfire - Mammo per sempre", "Harry Potter" 1 e 2, "Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo: Il ladro di fulmini") è piuttosto impersonale, a dire il vero, ed è il connubio trama-attori a farla da padrone.
Molto fisico nella sua interpretazione lo sconosciuto (e drammaticamente divertente-sfigato) Paul Rust; la Panettiere stessa, a sorpresa, ha negli occhi quella scintilla folle che il suo personaggio richiede; i personaggi spalla molto divertenti anche se sicuramente convenzionali.
Come si diceva, sceneggiatura azzeccata e scoppiettante - che naturalmente ricade nell'happy end di categoria - che ingrana soprattutto nelle situazioni più estreme e fuori dagli schemi.
La notte di Mr. Nerd Denis Cooverman/Rust con Miss Beth Cooper/Panettiere non sarà per niente una passeggiata, ma valrà sicuramente il 'prezzo del biglietto'. Ovviamente viene iserita anche una parte più ponderata e tendente-introspettiva (omosessualità, vita dopo il college, università, futuro), ma non rovina troppo il sapore spensierato di un prodotto easy come questo.
Di fatto un mix divertente per una leggerissima commedia generazionale (a tratti grottesca) dei maldestri equivoci che, fortunatamente, lascia con un sorriso (spensierato) sulle labbra.
Ps. Questo film ricorda molto "Easy A" con Emma Stone!
Consigli: Assolutamente un film da vedere in compagnia per farsi quattro risate!
Parola chiave: Beth Cooper.
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