Oggi è il giorno degli Oscar e questo film è candidato a 6 statuette!
Film 1316: "Hacksaw Ridge" (2016) di Mel Gibson
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ho visto per la prima volta la locandina di questo film ad ottobre, appesa all'interno di un cinema di Copenhagen. L'avevo guardata distrattamente, colpito dall'iimmagine di sofferenza che mi dava il soldato con in spalla il suo compagno. Qualche tempo dopo ho scoperto che il film stava andando bene al botteghino e che si trattava di una sorta di perdono da parte di Hollywood alla controversa figura di Mel Gibson che, per essere uno cui piace tanto parlare di Dio, non si presenta particolarmente tollerante. Al di là di questo, l'insieme di fattori, oltre che le buone critiche che ne parlavano bene, mi hanno convinto a vedere questa pellicola ancor prima che le nomination importanti cominciassero a fioccare. Ecco perché appena ho trovato "Hacksaw Ridge" in streaming ho voluto subito recuperarlo.
La prima cosa che mi è saltata all'occhio è che quest'anno Andrew Garfield sembra perseguitato da ruoli che richiedono una ferrea credenza nella religione cattolica. Anche qui come in "Silence", il suo personaggio Desmond Doss, militare realmente esistito, è un fervente credente che si appoggerà per tutta la storia alla preghiera e al Signore. Curiosa anche la coincidenza che lega i ruoli: entrambi vengono perseguitati per le loro convinzioni.
Garfield è molto bravo e credibile nella parte e sfodera un accento del sud tanto stretto che a volte è praticamente incomprensibile. Come lui anche Teresa Palmer, che certamente qui non sfigura e, anzi, dimostra di riuscire a vestire perfettamente i panni del personaggio femminile protagonista. E di rimanere impressa, per di più. Il ruolo di Vince Vaughn, invece, sembra ricalcato su quello del sergente di "Full Metal Jacket" che fu di R. Lee Ermey, specialmente nella scena in cui si presenta alle reclute nel dormitorio e, in seguito, quando le allena in preparazione alle attività militari. Non mancano grida, insulti e vessazioni.
Uscendo un attimo dalla categoria attoriale, la regia di Gibson è spietata, quasi morbosa. La guerra è alla nostra porta e, come i poveri soldati, ci troviamo a doverci confrontare con gli orrori, la violenza e le atrocità che porta con sé. Il serrato montaggio, le scene tanto credibili, l'ansia generata da un nemico costantemente nascosto sono tutti elementi che contribuiscono a creare un'idea particolarmente suggestiva ed efficace della guerra anche per chi, come me, non l'hai fortunatamente mai dovuta vivere dal vivo. In contrapposizione a questo iperrealismo bellico, l'idillio amoroso tra Desmond e Dorothy sembra quasi un altro film, un'altra storia, come se non potessero coesistere allo stesso tempo due realtà tanto agli antipodi. Queste due apparentemente inconciliabili storie parallele si compongono in un film che mostra una storia straordinaria e ne eleva l'esempio pacifico oltre che la casistica peculiare ed irripetibile. Nonostante i presupposti da dramma strappalacrime, in realtà "Hacksaw Ridge" sfrutta in minima parte, rispetto a quanto avrebbe effettivamente potuto, le occasioni alla "supereroe" - o meglio eroe sovrumano -, optando per un taglio più sobrio (per esempio non ci sono musiche eroiche durante i combattimenti, ma solo i crudi rumori della battaglia) e andando a celebrare il suo protagonista soprattutto attraverso i titoli di coda, dedicandogli un momento fuori dalla ricostruzione in cui, attraverso filmati d'archivio, i suoi commilitoni e lo stesso Doss si raccontano alcuni degli episodi accaduti nella realtà e che sono raccontati nel film.
Dunque una storia potente raccontata, sì, con forza, ma senza esagerare nei toni. Un ottimo risultato finale - francamente migliore rispetto alle mie aspettative -, per una storia tanto pazzesca da sembrare di finzione, con scene di guerra da togliere il fiato per tutto ciò che riescono ad evocare.
Ps. 6 nomination agli Oscar 2017: Miglior film, regia, attore protagonista, montaggio, missaggio sonoro, montaggio sonoro.
Cast: Andrew Garfield, Sam Worthington, Luke Bracey, Teresa Palmer, Hugo Weaving, Rachel Griffiths, Vince Vaughn.
Box Office: $175 milioni
Consigli: Nonostante le non poche scene di guerra e le implicazioni che ne conseguono, questo non è un titolo che fa suoi i classici elementi della pellicola d'azione o di quella a sfondo storico (siamo durante la Seconda Guerra Mondiale), o meglio li utilizza, ma come strumenti di confronto per il proprio caso esemplare. Nella fattispecie si tratta di un militare, un ragazzo che per scelta personale decide di arruolarsi pur non avendo alcuna intenzione di impugnare alcuna pistola, figuriamoci sparare. Il paradosso è evidente a tutti, eppure la storia raccontata qui funziona sia perché è vera, sia perché, appunto, la pellicola sceglie quegli elementi di cui sopra solamente per far risaltare ancora di più il proprio grande protagonista. Un bel titolo, efficace e convincente, una regia priva di fronzoli, un bel cast e un risultato finale che non manca di colpire lo spettatore.
Parola chiave: Obiettore di coscienza.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
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