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lunedì 8 novembre 2021

Film 2058 - V for Vendetta

Intro: Ho visto questo film in realtà quando ero ancora in Argentina, ma per qualche motivo lo avevo erroneamente lasciato indietro.

Film 2058: "V for Vendetta" (2005) di James McTeigue
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Eric
In sintesi: adoro questo film, lo trovo sempre gentiale e narrativamente ben architettato. Nonché probabilmente l'ultimo buon esempio di prodotto delle sorelle Wachowskis (qui sceneggiatrici).
Molto orwelliano, a tratti inquietantemente similare alla realtà (odierna), "V for Vendetta" è un piccolo gioiellino che, nel tempo, è riuscito a guadagnarsi lo status di cult sia a livello estetico (chi non conosce la maschera di V?!) che narrativo che andrebbe, a mio avviso, oggi riscoperto. Bello e con un cast pazzesco capitanato da una Natalie Portman rasata a zero e uno Hugo Weaving (troppo spesso sottovalutato) che fa scintille anche privato dell'espressività del volto. E se non è talento questo, non so cosa lo sia.
Film 771 - V per Vendetta
Film 2058 - V for Vendetta
Cast: Natalie Portman, Hugo Weaving, Stephen Rea, Stephen Fry, John Hurt, Rupert Graves, Eddie Marsan, Imogen Poots.
Box Office: $132.5 milioni
Vale o non vale: Ben congeniato, di grande intrattenimento e capace di sollevare non pochi spunti di riflessione, "V for Vendetta" è un titolo assolutamente da recuperare che, a suo tempo, avrebbe meritato ben più riconoscimento.
Premi: /
Parola chiave: Virus.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 28 aprile 2020

Film 1698 - Mortal Engines

Intro: Di passaggio a Hamilton per andare a trovare una coppia di amici prima di ritornare in Italia per le feste 2018, ho trovato il tempo di fare una capatina al cinema per farmi un'idea sull'ultimo titolo della cinematografia mainstream neozelandese.
Film 1698: "Mortal Engines" (2018) di Christian Rivers
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Donna
In sintesi: avendo precedentemente spiato le recensioni sul film, ammetto che fossi abbastanza preparato. Devo dire che questo "Mortal Engines", pur visivamente d'impatto, fatica non poco dal punto di vista della sceneggiatura, il che mi ha colpito considerando che è stata scritta dagli stessi che ci hanno regalato "Il Signore degli Anelli", "King Kong" e "Lo Hobbit". C'è poco approfondimento dei personaggi, nonché un approfondimento sociale (che sarebbe stato anche molto interessante), e una certa dose di frettolosità, il tutto combinato alla necessità di orientare il prodotto finale alla spettacolarità, il che ha portato a un generale deragliamento verso una minor qualità d'insieme.
Ribadisco, rimango perplesso più che altro dal fatto che il punto debole del tutto sia la trasposizione della storia - tratta dal romanzo omonimo (in italiano "Macchine mortali") di Philip Reeve - immaginandomi che quello sarebbe stato il porto sicuro di tutta la produzione. Poi rimane il fatto che si tratti di una pellicola inoffensiva e di certo non pessima, ma nemmeno all'altezza delle aspettative generali. Insomma, un viaggio un po' inconcludente.
Cast: Hera Hilmar, Robert Sheehan, Hugo Weaving, Jihae, Ronan Raftery, Leila George, Patrick Malahide, Stephen Lang.
Box Office: $83.7 milioni
Vale o non vale: Budget mastodontico tra i 100 e i 150 milioni di dollari ed effetti speciali a gogo non salvano l'ultima fatica (narrativa) di Peter Jackson, che non riesce a sprigionare il magico interesse dei suoi lavori precedenti. La colpa non è certo della sua assenza dietro la macchina da presa, la verità è che questa pellicola manca di un generale appeal commerciale (non c'è nessuna vera e propria star riconoscibile se si esclude Hugo Weaving, comunque più conosciuto nel continente oceanico) oltre che di una storia confezionata a dovere. Il risultato finale non è terribile, ma nemmeno da considerarsi sufficiente. Si lascia guardare, ma non ricordare.
Premi: /
Parola chiave: U.S.A.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 22 agosto 2019

Film 1660 - Captain America: The First Avenger

Intro: Sempre in treno, sempre convinti che la Marvel fosse l'unica salvezza.
Film 1660: "Captain America: The First Avenger" (2011) di Joe Johnston
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: - The Avengers
Film 411 - The Avengers
Film 808 - The Avengers
Film 1568 - The Avengers
Film 930 - Avengers: Age of Ultron
Film 932 - Avengers: Age of Ultron
Film 1177 - Avengers: Age of Ultron
Film 1571 - Avengers: Age of Ultron
Film 1613 - Avengers: Infinity War
Film 1717 - Avengers: Infinity War
Film 1757 - Avengers: Endgame
Film 1792 - Avengers: Endgame
Film 2023 - Avengers: Endgame
Film 1757 - Avengers: Endgame
- Captain America
Film 695 - Captain America - Il primo vendicatore
Film 1660 - Captain America: The First Avenger
Film 814 - Captain America: The Winter Soldier
Film 1156 - Captain America: Civil War
Film 1395 - Captain America: Civil War
- Thor
Film 268 - Thor
Film 1191 - Thor
Film 1659 - Thor
Film 631 - Thor: The Dark World
Film 1193 - Thor: The Dark World
Film 1447 - Thor: Ragnarok
- Iron Man
Film 543 - Iron Man 2
Film 676 - Iron Man 3
- Ant-Man
Film 1004 - Ant-Man
Film 1195 - Ant-Man
- Doctor Strange
Film 1250 - Doctor Strange
Film 1433 - Doctor Strange
- Spider-Man
Film 1394 - Spider-Man: Homecoming
Film 1653 - Spider-Man: Homecoming
Film 467 - The Amazing Spider-Man
Film 718 - The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro
- Black Panther
Film 1612 - Black Panther
Guardiani della Galassia
Film 817 - Guardiani della Galassia
Film 974 - Guardiani della Galassia
Film 1054 - Guardiani della Galassia
Film 1358 - Guardiani della Galassia Vol. 2
Cast: Chris Evans, Tommy Lee Jones, Hugo Weaving, Hayley Atwell, Sebastian Stan, Dominic Cooper, Neal McDonough, Derek Luke, Stanley Tucci, Richard Armitage, Samuel L. Jackson, Toby Jones.
Box Office: $370.6 milioni
Vale o non vale: Onestamente tra tutti i film Marvel questo è quello che mi piace di meno. Capisco la contestualizzazione e la necessità di introdurre la storia di Captain America in maniera coerente e sensata, ma trovo il tutto a tratti noioso.
Premi: /
Parola chiave: Hydra.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 2 ottobre 2018

Film 1515 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring

Intro: One of my favourite movies of all time. There's no need to have an excuse to watch it all over again.
Film 1515: "The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring" (2001), Peter Jackson
Watched: my laptop
Language: English
Watched with: Fre
Briefly: perfectly directed and acted, the first film of this trilogy is the one that made me fall in love with the movies. It's epic, it's entertaining and brilliant, outstandingly crafted thanks to the work of motion picture industry artists, and I think it pays a perfect homage to the book;
visual effects are still stunning even though it's a 17 years old work. The soundtrack is simply amazing and it manages to balance the action sequences with the romantic or quieter moments. Howard Shore and Enya did a great job;
Peter Jackson leads this picture perfectly: I'm still getting excited every time I watch this movie thanks to his great vision and talent.
Film 159 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 313 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 1270 - Il signore degli anelli - La compagnia dell'anello
Film 1515 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 1803 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 2079 - Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello
Film 314 - Il signore degli anelli - Le due torri
Film 1279 - Il Signore degli Anelli - Le due torri
Film 1295 - Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re
Film 2214 - The Lord of the Rings: The Return of the King
Cast: Elijah Wood, Ian McKellen, Viggo Mortensen, Liv Tyler, Sean Astin, Cate Blanchett, John Rhys-Davies, Billy Boyd, Dominic Monaghan, Orlando Bloom, Christopher Lee, Hugo Weaving, Sean Bean, Ian Holm, Andy Serkis.
Box Office: $871.5 milion
Worth watching?: Between "The Lord of the Rings" trilogy and "The Hobbit" one I have always preferred the first. It's groundbreaking, absolutely entertaining and magical at the same time. So if you love J.R.R. Tolkien, fantasy or you're simply looking for a good story, start with "The Fellowship of the Ring" and don't stop until the Ring of Power has been destroyed.
Awards: 4 Oscars win out of 13 nominations (Best Cinematography, Best Makeup, Best Music, Original Score, Best Effects, Visual Effects), 4 Golden Globes nominations (Best Motion Picture - Drama, Director, Score, Song), and 5 BAFTAs win (Best Film, Best Direction, the Audience Award, Best Special Effects, Best Make-up).
Key word: Moria.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 20 marzo 2018

Film 1476 - Cloud Atlas

Intro: Penso che il fatto che non mi ricordassi di averlo visto sia già sufficientemente autoesplicativo.

Film 1476: "Cloud Atlas" (2012) di Lana Wachowski, Tom Tykwer, Andy Wachowski
Visto: dall'ipad
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: ho letto di un’intervista in cui i Wachowski parlavano di questa loro creazione in termini di arte. Ho trovato “Cloud Atlas” caotico e mal gestito a livello narrativo, per nulla funzionale al racconto e trovo veramente ridicolo riferirsi a questo film quale opera d’arte. Non nel senso accademico, quantomeno. E’ un’opera artistica, derivata da chi di professione fa l’artistita, ma non credo possieda alcuna caratteristica che la elevi ad opera d’arte;
il risultato finale è incomprensibile, tanto che per interpretare e decifrare cosa si è appena visto bisogna andare a leggere il racconto lineare su Wikipedia. Per quanto stiracchiata, la storia funziona già di più;
il casting è curioso, tutti gli attori sono riciclati in ruoli paralleli e molti rivestono i panni di personaggi di entrambi i sessi. Ho trovato la cosa divertente, forse l’aspetto più peculiare che si tende ad associare a questo prodotto altrimenti privo di altri elementi davvero rilevanti. La cosa è talmente tanto ben gestita che i titoli di coda sveleranno ogni parte per i vari attori e non mancano le sorprese. D’altra parte avrei evitato di usare attori occidentali per ruoli orientali, il risultato è esteticamente bizzarro (per non dire brutto); ;
bella fotografia e belle scenografie, colonna sonora giusta per accompagnare le immagini curate.
Cast: Tom Hanks, Halle Berry, Jim Broadbent, Hugo Weaving, Jim Sturgess, Doona Bae, Ben Whishaw, James D'Arcy, Zhou Xun, Keith David, David Gyasi, Susan Sarandon, Hugh Grant.
Box Office: $130.5 milioni
Vale o non vale: tornassi indietro non lo rivedrei. Non aggiunge nulla di nuovo a quanto il cinema mi ha mostrato finora.
Premi: Candidato a un Golden Globe per la colonna sonora.
Parola chiave: Connessioni.

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Bengi

mercoledì 27 dicembre 2017

Film 1464 - The Matrix Revolutions

Visto il primo, mi lancio convinto sul secondo. O no?

Film 1464: "The Matrix Revolutions" (2003) di The Wachowskis
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Va fatta una premessa importante: credevo di stare guardando il secondo episodio e fino alla fine del film non ho neanche sospetto potesse essere il terzo da tanto che ero certo della mia convinzione. A parziale discolpa 1) la mia quasi totale ignoranza nei confronti del franchise; 2) due titoli praticamente identici e stesso anno di uscita; 3) un momento particolarmente stancante dell'esperienza australiana tra ricerca di una macchina e progetti di viaggio dietro l'angolo. Detto questo, si spiega la mia iniziale avversione nei confronti della storia che mi sembrava del tutto incomprensibile e per nulla collegata al precedente "The Matrix". Non mi sembrava vero che potesse esserci una così grande distanza narrativa tra i due progetti, tanto profonda da renderli quasi estranei. Col senno di poi tutto prende una piega diversa e, in fin dei conti, anche questo "Matrix 3" non è così male. Certamente epico, anche se un tantino esagerato in un finale preoccupato degli effetti speciali che del resto, ma sicuramente in grado di intrattenere a dovere. L'unica vera pecca è la mancanza di quel fascino dietro la premessa del primo film che aveva fatto impazzire il pubblico. Si è passati dalla realtà fittizia creata dalle macchine all'imbastimento di uno scenario di guerra che cambia decisamente le carte in tavola per chi aveva apprezzato il raconto high tech post apocalittico e anche se il cambiamento ai fini della trama era necessario, è indubbio che il risultato finale soffra di questa disparità narrativa. L'introduzione di una marea di personaggi, poi, tra cui una Monica Bellucci cui spetta ben una battuta in tutto il film, non fa che distrarre l'attenzione da quelli originali, troppo spesso sacrificati dalla storia in favore delle sottotrame collaterali, riducendoli a una sorta di comprimari; il tutto per favorire un racconto molto complicato e carico di eventi che, da solo, è il vero protagonista di questo terzo ed ultimo capitolo.
Tutto sommato, quindi, "Revolutions" non è un prodotto malvagio, semplicemente non è il primo "Matrix" e questo è di fatto la prima grande mancanza del prodotto; secondariamente si può dire che le sorelle Wachowski si siano molto concentrate sulla parte scenica - assolutamente accattivante - dimenticandosi però di caratterizzare il loro sequel in maniera un po' più personale e distintiva. Siamo ancora in quel periodo in cui il primo episodio rimaneva sempre il migliore del franchise. Oggi, fortunatamente, non è più detto che sia così.
Film 1463 - The Matrix
Film 1464 - The Matrix Revolutions
Film 2080 - The Matrix Resurrections
Cast: Keanu Reeves, Laurence Fishburne, Carrie-Anne Moss, Hugo Weaving, Jada Pinkett Smith, Mary Alice, Harry J. Lennix, Harold Perrineau, Lambert Wilson, Monica Bellucci, Gina Torres, Clayton Watson.
Box Office: $427.3 milioni
Consigli: Da evitare il mio errore di confonderlo con il secondo episodio, certamente è meglio vedere questo film nella sua sequenza prestabilita. Senza le necessarie premesse è francamente un po' ostico da interpretare. La sensazione è che si tratti di un titolo non del tutto in grado di vivere anche al di fuori del franchise che lo tiene a battesimo, fallendo nel fornire quel duplice valore che ogni sequel dovrebbe garantire: proseguire la storia originale eventualmente portandola alla conclusione e risultare godibile e piacevole anche come soluzione singola, ovvero senza la precedente visione dei capitoli precedenti.
Parola chiave: Agente Smith.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 25 dicembre 2017

Film 1463 - The Matrix

Avevo sempre saputo che prima o poi avrei ripreso in mano questa trilogia per fare chiarezza tra i vaghi ricordi che portavo con me. Non è stata una saga che mi ha rapito, così avevo bisogno della spinta giusta per ritrovare lo slancio necessario. La combinazione perfetta si è verificata qui in Australia: un sito di streaming che aveva tutti e 3 i titoli in catalogo e una certa qual dose di tempo a disposizione per dedicarmici.

Film 1463: "The Matrix" (1999) di The Wachowskis
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Rivedere questo film è stato, di fatto, come vederlo per la prima volta dato che non me lo ricordavo per niente. Non si può dire certo sia mai stato particolarmente affascinato dalla saga, considerato che dopo il secondo film non mi ero nemmeno scomodato a vedere il terzo. Insomma, peccavo un poco di entusiasmo.
In realtà questa nuova visione mi ha lasciato soddisfatto, rilanciando in me diciamo un curioso interesse. Rivisto oggi, va detto, "The Matrix" è davvero interessante e ben fatto, visivamente affascinante e narrativamente capace di intrigare: e se ciò che riteniamo reale fosse solamente una simulazione virtuale di un mondo ricreato dalle macchine per renderci loro schiavi? Gli umani non nascono più, ma vengono allevati ed usati per alimentare le macchine stesse che ne sfruttano l'energia. Al di fuori della realtà fittizia, quella effettiva è una desolante conseguenza della guerra persa dagli umani contro le loro stesse creazioni tecnologiche. E' su questo campo di battaglia post apocalittico che si basa la storia, primo passo di una rivoluzione che, si spera, vedrà l'uomo liberarsi dall'imposta schiavitù.
Il primo episodio della trilogia delle ormai sorelle Wachowski è un concentrato di high tech, arti marziali, indumenti in pelle e latex ed effetti speciali, a garantire la costruzione di un universo all'epoca di uscita totalmente nuovo e maledettamente possibile.
Rapiti da Morpheus (Laurence Fishburne) e la sua certezza sul prescelto Neo (Keanu Reeves) anche noi spettatori ci addentriamo nel verde codice su sfondo nero e sogniamo un mondo in cui per imparare il tai chi basti un antiquato floppy disc e il suo upload nella nostra mente.
Visto oggi, insomma, questo film funziona ancora benissimo e il suo fascino scaturisce certamente dalla sua originale premessa, oltre che dall'enorme sforzo degli effetti computerizzati che arrivano in aiuto di una regia certamente in grado di sperimentare. La bellezza sfacciata di Reeves lo rende un magnifico messia moderno dal viso immacolato e quasi puerile, capace di superare le prove cui lo sottoporrà il suo maestro Morpheus e rendersi devoto martire della causa. Francamente meno riuscita la performance di Carrie-Anne Moss, a tratti quasi comica tanto si sforza a dare vita alla sua trinity. Iconici, invece, sia Fishburne che Hugo Weaving, quest'ultimo indimenticabile supercattivo di tutta la trilogia: il suo agente Smith è rachitico e non sembrerebbe avere il physique du rôle per il combattimento, eppure saprà sorprendere per agilità e tenacia.
In definitiva ho rivisto volentieri questa pellicola che mi ha sinceramente colpito. La trama intrigante e la visione estetica precisa ne fanno uno dei titoli-simbolo della cinematografia moderna, nonché un cult per gli amanti del genere sci-fi. Un'avventura ben costruita e in un certo qual modo oggi attuale.
Ps. Vincitore di 4 premi Oscar su 4 nomination (Miglior montaggio, sonoro, montaggio sonoro ed effetti speciali) e 2 BAFTA (sonoro ed effetti speciali) su 5 candidature.
Film 1463 - The Matrix
Film 1464 - The Matrix Revolutions
Film 2080 - The Matrix Resurrections
Cast: Keanu Reeves, Laurence Fishburne, Carrie-Anne Moss, Hugo Weaving, Joe Pantoliano, Gloria Foster, Marcus Chong, Matt Doran, Belinda McClory.
Box Office: $463.5 milioni
Consigli: Ottimo primo capitolo di una saga che non saprà mantenere lo standard iniziale, questo film è riuscito a mantenere a guadagnarsi fin da subito lo statu di cult per tutta una serie di motivi che vale la pena di scoprire. Va visto almeno una volta nella vita.
Parola chiave: Pillola rossa.

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 26 febbraio 2017

Film 1316 - Hacksaw Ridge

Oggi è il giorno degli Oscar e questo film è candidato a 6 statuette!

Film 1316: "Hacksaw Ridge" (2016) di Mel Gibson
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ho visto per la prima volta la locandina di questo film ad ottobre, appesa all'interno di un cinema di Copenhagen. L'avevo guardata distrattamente, colpito dall'iimmagine di sofferenza che mi dava il soldato con in spalla il suo compagno. Qualche tempo dopo ho scoperto che il film stava andando bene al botteghino e che si trattava di una sorta di perdono da parte di Hollywood alla controversa figura di Mel Gibson che, per essere uno cui piace tanto parlare di Dio, non si presenta particolarmente tollerante. Al di là di questo, l'insieme di fattori, oltre che le buone critiche che ne parlavano bene, mi hanno convinto a vedere questa pellicola ancor prima che le nomination importanti cominciassero a fioccare. Ecco perché appena ho trovato "Hacksaw Ridge" in streaming ho voluto subito recuperarlo.
La prima cosa che mi è saltata all'occhio è che quest'anno Andrew Garfield sembra perseguitato da ruoli che richiedono una ferrea credenza nella religione cattolica. Anche qui come in "Silence", il suo personaggio Desmond Doss, militare realmente esistito, è un fervente credente che si appoggerà per tutta la storia alla preghiera e al Signore. Curiosa anche la coincidenza che lega i ruoli: entrambi vengono perseguitati per le loro convinzioni.

Garfield è molto bravo e credibile nella parte e sfodera un accento del sud tanto stretto che a volte è praticamente incomprensibile. Come lui anche Teresa Palmer, che certamente qui non sfigura e, anzi, dimostra di riuscire a vestire perfettamente i panni del personaggio femminile protagonista. E di rimanere impressa, per di più. Il ruolo di Vince Vaughn, invece, sembra ricalcato su quello del sergente di "Full Metal Jacket" che fu di R. Lee Ermey, specialmente nella scena in cui si presenta alle reclute nel dormitorio e, in seguito, quando le allena in preparazione alle attività militari. Non mancano grida, insulti e vessazioni.
Uscendo un attimo dalla categoria attoriale, la regia di Gibson è spietata, quasi morbosa. La guerra è alla nostra porta e, come i poveri soldati, ci troviamo a doverci confrontare con gli orrori, la violenza e le atrocità che porta con sé.  Il serrato montaggio, le scene tanto credibili, l'ansia generata da un nemico costantemente nascosto sono tutti elementi che contribuiscono a creare un'idea particolarmente suggestiva ed efficace della guerra anche per chi, come me, non l'hai fortunatamente mai dovuta vivere dal vivo. In contrapposizione a questo iperrealismo bellico, l'idillio amoroso tra Desmond e Dorothy sembra quasi un altro film, un'altra storia, come se non potessero coesistere allo stesso tempo due realtà tanto agli antipodi. Queste due apparentemente inconciliabili storie parallele si compongono in un film che mostra una storia straordinaria e ne eleva l'esempio pacifico oltre che la casistica peculiare ed irripetibile. Nonostante i presupposti da dramma strappalacrime, in realtà "Hacksaw Ridge" sfrutta in minima parte, rispetto a quanto avrebbe effettivamente potuto, le occasioni alla "supereroe" - o meglio eroe sovrumano -, optando per un taglio più sobrio (per esempio non ci sono musiche eroiche durante i combattimenti, ma solo i crudi rumori della battaglia) e andando a celebrare il suo protagonista soprattutto attraverso i titoli di coda, dedicandogli un momento fuori dalla ricostruzione in cui, attraverso filmati d'archivio, i suoi commilitoni e lo stesso Doss si raccontano alcuni degli episodi accaduti nella realtà e che sono raccontati nel film.
Dunque una storia potente raccontata, sì, con forza, ma senza esagerare nei toni. Un ottimo risultato finale - francamente migliore rispetto alle mie aspettative -, per una storia tanto pazzesca da sembrare di finzione, con scene di guerra da togliere il fiato per tutto ciò che riescono ad evocare.
Ps. 6 nomination agli Oscar 2017: Miglior film, regia, attore protagonista, montaggio, missaggio sonoro, montaggio sonoro.
Cast: Andrew Garfield, Sam Worthington, Luke Bracey, Teresa Palmer, Hugo Weaving, Rachel Griffiths, Vince Vaughn.
Box Office: $175 milioni
Consigli: Nonostante le non poche scene di guerra e le implicazioni che ne conseguono, questo non è un titolo che fa suoi i classici elementi della pellicola d'azione o di quella a sfondo storico (siamo durante la Seconda Guerra Mondiale), o meglio li utilizza, ma come strumenti di confronto per il proprio caso esemplare. Nella fattispecie si tratta di un militare, un ragazzo che per scelta personale decide di arruolarsi pur non avendo alcuna intenzione di impugnare alcuna pistola, figuriamoci sparare. Il paradosso è evidente a tutti, eppure la storia raccontata qui funziona sia perché è vera, sia perché, appunto, la pellicola sceglie quegli elementi di cui sopra solamente per far risaltare ancora di più il proprio grande protagonista. Un bel titolo, efficace e convincente, una regia priva di fronzoli, un bel cast e un risultato finale che non manca di colpire lo spettatore.
Parola chiave: Obiettore di coscienza.

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Bengi

sabato 30 aprile 2016

Film 1125 - The Dressmaker

Appena uscito in Italia, ho visto questo film un mesetto fa perché non riuscivo a trattenermi dalla curiosità!
Film 1125: "The Dressmaker" (2015) di Jocelyn Moorhouse
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Poe
Pensieri: Ammetto che mi aspettassi un prodotto più sciocchino, forse quasi più una commedia all'americana. Invece "The Dressmaker", che pure è simpatico e suscita qualche risata, non disdegna momenti anche molto drammatici, oltre che una certa cattiveria di fondo, il che mi ha sorpreso.
Tutto comincia con la bellissima Tilly Dunnage (Kate Winslet) che torna nel suo sperduto paesino natale australiano dopo essersi girata il mondo grazie al suo lavoro e al suo talento: la nostra protagonista è donna di stile e gusto capace di creare abiti da red carpet e di valorizzare la fisicità praticamente di chiunque. Ovviamente il suo ritorno a Dungatar creerà non poco scompiglio, sia perché la donna si presenterà ai suoi concittadini in abiti cui certamente loro non sono abituati, sia perché il suo andarsene via era legato ad un fatto del passato che aveva scosso la comunità, che aveva finito per odiarla.
Queste, a grandi linee, le premesse di una trama in grado di regalare non poche sorprese. Principalmente perché fin dall'inizio la sensazione è che di questa pellicola se ne voglia trarre un prodotto principalmente comico, uno di quelli cui siamo solitamente abituati, ma in realtà si tratta di qualcosa di meno convenzionale che si rifà a canoni leggermente diversi da quelli più (ab)usati. Anche solo per questo "The Dressmaker" si guadagna non pochi punti. In aggiunta a ciò, va detto che la Winslet è la solita ottima scelta in grado di valorizzare una pellicola con la sua capacità e bravura e qui anche con una bellezza spiazzante. Insieme a lei, altri aspetti positivi sono assolutamente i non protagonisti: la madre pazza Molly (Judy Davis) e il poliziotto en travesti Farrat (Hugo Weaving, che qui ripercorre i vecchi fasti di quel gioiellino che è "Priscilla - La regina del deserto"), insieme al sempre ben piazzato Liam Hemsworth nella parte dell'amore della protagonista.
In generale, quindi, un titolo riuscito, sorpresa piacevole e meno convenzionale di quanto non ci si potrebbe aspettare all'inizio. Sarà l'animo australiano della produzione, sarà il materiale da cui è tratto - dal romanzo di Rosalie Ham - o la semplice presenza magnetica di una Winslet in gran forma, di fatto "The Dressmaker" riesce nell'impresa di piacere e coinvolgere sufficientemente lo spettatore che, neanche a dirlo, per tutta la durata del film tiferà per l'emarginata Tilly. Insomma, un ottimo lavoro.
Ps. Vincitore di 4 AACTA Awards - gli Oscar australiani - su 13 nomination totali: Miglior attrice protagonista (Winslet) e Migliori attori non protagonisti (Davis e Weaving), Migliori costumi.
Cast: Kate Winslet, Judy Davis, Liam Hemsworth, Hugo Weaving, Sarah Snook, Kerry Fox, Rebecca Gibney, Julia Blake, Gyton Grantley, James Mackay.
Box Office: $18.34 milioni
Consigli: Un titolo carino da tenere in considerazione, soprattutto ora che è appena uscito al cinema da noi. Gran bei costumi, una Winslet che porta sulle sue spalle tutta la produzione - e ci riesce divinamente -, un cast veramente ben assortito, con due piacevoli ritrovamenti: Hugo Weaving e una grandissima Judy Davis. La storia non sarà sempre tutta lustrini e scollature pericolose, il che potrebbe stupire chi da "The Dressmaker" si aspetta solo qualche passerella e un mondo di battute, però il risultato finale è piacevole e meno 'a catena di montaggio' del solito, per cui correte al cinema e date una chance a questo film!
Parola chiave: Stewart Pettyman.

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martedì 16 febbraio 2016

Film 1069 - Priscilla - La regina del deserto

E' vero, non lo avevo mai visto. E sì, sapevo che dovevo assolutamente recuperarlo.
Film 1069: "Priscilla - La regina del deserto" (1994) di Stephan Elliott
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Stupendo capolavoro, non so perché ho aspettato tanto per recuperarlo!
Colorato, pazzo, ironico, spesso geniale, glitterato e pailettato, "The Adventures of Priscilla, Queen of the Desert" è un vero cult del genere e ora so anche perché. Si tratta di un vero e proprio viaggio - non solo attraverso l'Australia -, un'avventura molto gay e molto drag che diverte e intrattiene, riuscendo anche a lasciare un bel messaggio, costruttivo e positivo (che noi che ancora stiamo a discutere di unioni civili e disegni di legge siamo indietro anni luce).
Al di là dell'evidente imbarazzo retrogrado italiano, vedere una commedia del genere e scoprire che è datata 1994 fa capire non solo che accettare gli altri indipendentemente da chi o come siano è possibile, ma che lo è allo stesso tempo produrre una cultura popolare che sappia affrontare e gestire serenamente e in maniera matura un tipo di prodotto che della diversità non solo fa un vanto, ma anche uno sfoggio eccessivo. Mi rendo conto che non sia un prodotto per tutti, ma constatare che dopo tanti anni questa pellicola è diventata un vero e proprio cult, con tanto di musical e tournée, fa capire che qualche speranza pare esserci.
Le fantastiche Mitzi Del Bra, Bernadette Bassinger e Felicia Jollygoodfellow (rispettivamente Hugo Weaving, Terence Stamp e Guy Pearce) affronteranno non solo il deserto e la paura del palcoscenico ignoto, ma anche una serie di soggetti cafoni, violenti o strampalati, riuscendo a cavarsela rimanendo se stesse e ricordandosi a vicenda che l'amicizia è più forte della paura, dell'odio o della violenza. Io le ho amate.
Cast: Hugo Weaving, Guy Pearce, Terence Stamp, Bill Hunter, Sarah Chadwick.
Box Office: $29.7 milioni
Consigli: Una piacevole scoperta, questa commedia australiana ha saputo conquistarmi con i suoi toni sopra le righe, irriverenti e simpatici. E' una storia on the road - o più che road direi desert - che mixa subcultura omosessuale, musical e battute taglienti per un risultato finale davvero da non perdere. Al giorno d'oggi è un prodotto non ancora per tutti, mi pare evidente, eppure una chance bisognerebbe dargliela.
Parola chiave: Torpedone.

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martedì 23 settembre 2014

Film 771 - V per Vendetta

Una pellicola vista al cinema tanti anni fa. Prima del mio amore per i film, prima dei miei studi di semiotica. Tutta un'altra storia, insomma.

Film 771: "V per Vendetta" (2005) di James McTeigue
Visto: dalla tv di Erika
Lingua: italiano
Compagnia: Erika, Luigi
Pensieri: "V per Vendetta" è un gran bel film, scritto bene e ricchissimo di idee. Da non sottovalutare, poi, le scelte della trama che rimandano ad approccio coi media, rapporto tra stato e potere, cittadini e giustizia, ideale e reale, per non parlare di un rimando a "1984" di Orwell.
I fratelli Wachowski sviluppano bene il graphic novel di Alan Moore (che però si è dissociato dal risultato finale della pellicola) e le idee che lo compongono e riescono nell'intento di costruire la nascita di un'eroina moderna, plasmata da un rivoluzionario che sarà in grado di scuoterne animo e coscienza risvegliandola da un torpore sociale e personale che l'aveva dominata per tutte l'esistenza.
Natalie Portman si dona al ruolo in maniera magnifica - rasata è sempre stupenda -, ma la vera sorpresa rimane Hugo Weaving in grado di risultare tanto espressivo quanto enigmaticamente immobile dietro la sua maschera-simbolo. Due protagonisti che insieme da soli fanno la storia e conducono la pellicola dall'inizio alla fine.
Il risultato finale è un'opera molto interessante, basata moltissimo sul verbale, che gioca sulla costruzione di simboli e si genera nella concretizzazione di un'idea che diventa ideale: battere il sistema, il governo corrotto, riportare l'equilibrio attraverso atti di mirata violenza e mediatico scalpore, combattere in ciò in cui si crede fino all'estremo sacrificio. Insomma, per certi versi epico, per altri molto moderno, sicuramente distopico ed inquietante, ma assolutamente irresistibile se gli si da il tempo di carburare. V è un personaggio intricatissimo, il governo corrotto che qui è rappresentato ha caratteristiche molto attuali (il film è di 9 anni fa). Bello.
Box Office: $132,511,035
Consigli: Credo di non esagerare nel dire che è certamente un film simbolo degli anni '00, uno di quelli che si deve vedere. "V for Vendetta", con i Wachowski in gran forma, un cast perfetto e il molto interessante graphic novel da cui è tratto, si colloca nell'universo sci-fi guadagnandosi un posto di tutto rispetto nelle pellicole di genere. Una dialettica fantastica per V, una meravigliosa trasformazione per Evey, una storia appassionante e una buona realizzazione tecnica. Davvero vale la pena di vederlo almeno una volta nella vita: anche non dovesse piacere, gli spunti che la storia regala valgono certamente la visione.
Parola chiave: 5 novembre.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 14 aprile 2014

Film 695 - Captain America - Il primo vendicatore

Solo con qualche anno di ritardo...

Film 695: "Captain America - Il primo vendicatore" (2011) di Joe Johnston
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Devo dire che per essere un film su un supereroe questo è uno strano blockbuster. Innanzitutto non c'è una figura femminile di riferimento che sia o famosa o sufficientemente sexy da distogliere l'attenzione di un certo target di pubblico. La scelta dell'unico personaggio femminile è ricaduta su Hayley Atwell, né particolarmente conosciuta né riconducibile ai canoni hollywoodiani di bellezza da cinema commerciale.
Inoltre il contesto della pellicola è certo inusuale (guerra alla Germania nazista da parte degli USA) considerato che, appunto, parliamo di un prodotto incentrato su un supereroe "geneticamente modificato" che combatte il male, ovvero un tipo di spettacolo soitamente considerato leggero.
Nella mia visione della cosa (anche) questi due elementi hanno contribuito a determinare il circoscritto successo di questo primo Capitan America che, seppure ha ottenuto un buon incasso, è stato certamente inferiore alle attese. Non ho ancora visto il secondo, ma, oltre ad esserci stato un notevole incremento al botteghino ($476,706,000 di incasso mondiale ad oggi), ho letto di un favore abbastanza esteso da parte dei critici rispetto ad un approccio alla trama migliorato. Sperando che la direzione presa si concentri meno sugli eventuali altri episodi storici (per quanto si ricerchi un'aderenza con il fumetto), oltre che sfruttare la potenziale simpatia del personaggio e del suo interprete Chris Evans per caratterizzare meglio Captain America e, diciamocelo, renderlo un pochino più simpatico.
In linea di massima "Captain America: The First Avenger" non è male, ma oltre ad essere molto cupo, non centra mai veramente il bersaglio. Qualcosa non convince mai del tutto e, alla fine, si finisce la visione rimanendo non pienamente soddisfatti di ciò che si è visto.
L'anima estremamente patriottica di questa vicenda emerge fin dall'inizio ed è, alla lunga, un po' limitante considerando che la maggior parte dell'inizio del film si concentra su dinamiche di ammissione o rifiuto delle nuove leve dell'esercito degli Stati Uniti. I poteri di Steve Rogers arrivano abbastanza tardi e, anche quando i muscoli riempono ogni centimetro del suo corpo, la nuova creatura Captain America spicca solo nella sua veste circense di uomo (immagine) di punta di uno spettacolo recluta-truppe che è un'"avventura" che non conduce a nulla nonostante il grandissimo spazio che le è concesso nella trama. Si comincerà finalmente a parlare di azione solo verso la fine - quando lo spettatore si è già un po' annoiato - e nonostante le buone intenzioni e l'ottimo lavoro come cattivo da parte di Hugo Weaving (già Agente Smith di "Matrix") non si può cancellare l'attesa che ha portato ad arrivare finalmente a qualche scontro.
Per questo motivo, in generale, sono portato a dire che "Captain America - Il primo vendicatore" è un prodotto atipico rispetto agli altri franchise Marvel, molto concentrato su una contestualizzazione storico-temporale del personaggio, con un lungo lavoro dedicato a dinamiche sociali che, però, non sono trattate in maniera da rendere interessante e il personaggio principale e i comprimari presenti sullo schermo, riducendo il tutto ad un susseguirsi di eventi piuttosto impersonale. Ed è, penso, anche per questa ragione che il film non ha ottenuto i risultati sperati. Siamo abituati a pellicole sui supereroi che definire di intrattenimento è riduttivo, quindi non stupisce che un prodotto meno incisivo, per quanto tecnicamente ben realizzato, non centri il proprio obiettivo. Vedremo con "Captain America: The Winter Soldier" cosa succederà.
- The Avengers
Film 411 - The Avengers
Film 808 - The Avengers
Film 1568 - The Avengers
Film 930 - Avengers: Age of Ultron
Film 932 - Avengers: Age of Ultron
Film 1177 - Avengers: Age of Ultron
Film 1571 - Avengers: Age of Ultron
Film 1613 - Avengers: Infinity War
Film 1717 - Avengers: Infinity War
Film 1757 - Avengers: Endgame
Film 1792 - Avengers: Endgame
Film 2023 - Avengers: Endgame
- Captain America
Film 695 - Captain America - Il primo vendicatore
Film 814 - Captain America: The Winter Soldier
Film 1156 - Captain America: Civil War
Film 1395 - Captain America: Civil War
- Thor
Film 268 - Thor
Film 1191 - Thor
Film 631 - Thor: The Dark World
Film 1193 - Thor: The Dark World
Film 1447 - Thor: Ragnarok
- Iron Man
Film 543 - Iron Man 2
Film 676 - Iron Man 3
- Ant-Man
Film 1004 - Ant-Man
Film 1195 - Ant-Man
- Doctor Strange
Film 1250 - Doctor Strange
Film 1433 - Doctor Strange
- Spider-Man
Film 1394 - Spider-Man: Homecoming
Film 1653 - Spider-Man: Homecoming
Film 467 - The Amazing Spider-Man
Film 718 - The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro
- Black Panther
Film 1612 - Black Panther
Box Office: $370,569,774
Consigli: Se si è fan degli Avengers, dei supereroi o dell'universo Marvel in generale di certo non si può perdere anche questo titolo, specialmente nell'ottica di vedere il secondo episodio appena uscito al cinema. Come spesso accade, meglio aspettare che i titoli di coda siano scorsi per intero prima di lasciare la visione: un'altra breve scena collegherà Capitan America alla sua nuova missione: "The Avengers"!
Parola chiave: Tesseract.

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