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lunedì 6 marzo 2023

Film 2176 - Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Intro: La saga Marvel di Ant-Man mi è piaciuta fin da subito, quindi appena ho potuto mi sono fiondato al cinema a recuperare il nuoco capitolo.

Film 2176: "Ant-Man and the Wasp: Quantumania" (2023) di Peyton Reed
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: così comincia la fase 5 dell'universo Marvel e, diciamocelo fin da subito, le cose non promettono benissimo. Questo terzo "Ant-Man" manca di molte cose, a partire dalla personalità: non si ride granché, il tono è tutto sbagliato (non abbastanza serio e allo stesso non divertente a sufficienza), ci sono una marea di nuovi personaggi con cui non si ha il tempo di familiarizzare, Michelle Pfeiffer è più fondamentale per la trama di Ant-Man (Paul Rudd) stesso e la sensazine finale è che si sia perso lo spirito giocoso del personaggio che, fino ad ora, non si era mai preso troppo sul serio.
Questo nuova mania della Marvel di buttarci addosso una marea infinita di universi e mondi paralleli mi pare stia perdendo un po' il suo focus. Con il sequel di "Doctor Strange" sono riusciti a malapena a dare un senso alla location multidimensionale e anche qui mi pare si riproponga lo stesso problema. Siamo passati dall'incommensurabilmente grande al microscopico, eppure le premesse sono le stesse: un'infinità di possibilità e variabili, di mondi inesplorati, galassie popolate di civiltà mai sentite prima (sì perchè adesso anche nel sub-atomico dobbiamo per forza trovarci forme di vita simili a noi). Ce n'era bisogno? Visto il risultato finale, non credo. Ed è un peccato, perchè fino ad ora "Ant-Man" era rimasto uno dei personaggi che ancora si proponevano con una certa originalità e stile personale (soprattutto nel primo film).
La verità è che questo "Ant-Man and the Wasp: Quantumania" sembra una copia mal riuscita di "Endgame", con la differenza che per ottenere quel risultato in termini di pathos e interesse del pubblico, ci sono voluti anni e una buona manciata di film. Senza offesa, ma come si può pretendere che il pubblico si interessi alla storia dei popoli braccati da Kang se non li abbiamo mai visti prima d'ora?A meno di un'ora dall'inizio del film siamo già stati catapultati in anni di guerre pregresse, passati di conquiste, la storia di Janet (Pfeiffer) e il racconto di Scott Lang (Rudd) post "Endgame". Ed è tutto TROPPO veloce, quasi artificiale.
Per non parlare del fatto che, nel mezzo, c'è la storia familiare di Scott, qui alle prese con la figlia ribelle che, all'inizio del film, ha perso un po' del rispetto che aveva per il padre. E come già è successo per altri eori della Marvel (Thro in primis), anche Ant-Man si è tramutato in una sorta di barzelletta, un po' preso in giro da tutti quelli che gli stanno intorno. E non che Scott Lang fosse mai stato uno da prendere troppo sul serio, per carità, però la linea si assottiglia man mano che ti fai beffa del tuo protagonista.
Onestamente sono rimasto deluso da questo film. Non che sia un prodotto terribile, per carità, si lascia guardare e fa quello per cui si è pagato - ovvero intrattenere lo spettatore il giusto indispensabile - ma non è più sufficiente lo spettacolo visivo, c'è davvero bisogno più che mai di sostanza e, forse ancora di più, di una direzione. "Ant-Man and the Wasp: Quantumania" sarebbe tranquillamente potuto essere uno speciale per la tv in termini di qualità della storia perché manca dei tempi giusti e delle capacità di creare quel senso di attesa e pathos nello spettatore a causa di una certa fretta narrativa (anche dettata dai troppi personaggi in scena e dagli innumerevoli accadimenti durante a malapena 2 ore di film). C'è troppa carne al fuoco e il risultato finale è veramente tiepidino. Peccato.
Ps. Il numero delle volte in cui viene nominato il personaggio di Janet per nome durante i 124 minuti di pellicola è insensato.
Pps. Orrore, orrore, orrore per l'inutile personaggio demenziale di Corey Stoll che qui torna nei panni di Darren Cross nel nuovo formato M.O.D.O.K. Tremendo.
Film 1004 - Ant-Man
Film 1195 - Ant-Man
Film 1975 - Ant-Man and the Wasp
Film 2176 - Ant-Man and the Wasp: Quantumania
Cast: Paul Rudd, Evangeline Lilly, Jonathan Majors, Kathryn Newton, David Dastmalchian, Katy O'Brian, William Jackson Harper, Bill Murray, Michelle Pfeiffer, Corey Stoll, Michael Douglas.
Box Office: $419.6 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Marvel ultimamente ha prodotto sicuramente di peggio, ma questo "Ant-Man 3" è un grande passo indietro rispetto ai precedenti capitoli della serie. Se si lascia guardare è principalmente grazie alla magnifica performance di Jonathan Majors nei panni del nuovo cattivo Kang, veramente fantastica. Il resto è abbastanza dimenticabile. Premi: /
Parola chiave: Janet.
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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 27 marzo 2021

Film 1975 - Ant-Man and the Wasp

Intro: L'ho visto al cinema. Con cuggy. A Brisbane, in Australia. Tre anni fa. E, lo ammetto, me ne ero dimenticato...
Film 1975: "Ant-Man and the Wasp" (2018) di Peyton Reed
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: il fatto che mi sia dimenticato di aver visto questo secondo capitolo delle avventure di "Ant-Man" non parrebbe deporre a favore di questo ennesimo franchise Marvel, eppure devo ammettere che a suo tempo il film mi piacque esattamente quanto il primo episodio. Semplicemente all'epoca ero sempre in giro, spesso senza connessione e con la mente occupata da un milione di cose diverse. Capita.
La realtà è che "Ant-Man and the Wasp" è un sequel perfettamente in linea con l'originale che ricalca efficacemente gli aspetti positivi di "Ant-Man" e li riproduce con intelligenza - evidando il mero copia-incolla -, trasportando il mondo dell'uomo formica verso un nuovo episodio divertente e spensierato che non fa rimpiangere il materiale d'origine. Insomma, direi un ottimo lavoro. Memorabile? No, ma decisamente di buon intrattenimento. E, francamente, ho apprezzato che abbiano dato più spazio alla componente femminile, qui rappresentata da Evangeline Lilly e una sempiterna Michelle Pfeiffer (che è sempre un piacere rivedere sul grande schermo).
Film 1004 - Ant-Man
Film 1195 - Ant-Man
Film 1975 - Ant-Man and the Wasp
Film 2176 - Ant-Man and the Wasp: Quantumania
Cast: Paul Rudd, Evangeline Lilly, Michael Peña, Walton Goggins, Bobby Cannavale, Judy Greer, Tip "T.I." Harris, David Dastmalchian, Hannah John-Kamen, Abby Ryder Fortson, Randall Park, Michelle Pfeiffer, Laurence Fishburne, Michael Douglas.
Box Office: $622.7 milioni
Vale o non vale: Simpatico e giocoso quanto il primo capitolo, "Ant-Man and the Wasp" porta avanti la storia del suo supereroe affiancandogli una degna compagna di avventure e riproponendo con successo la formula che ha reso questo franchise il più spensierato della squadra Marvel.
Premi: /
Parola chiave: Regno quantico.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 18 agosto 2016

Film 1195 - Ant-Man

Sky Go lo offriva tra le sue nuove proposte e abbiamo deciso di vederlo, anche perché Poe al cinema lo aveva perso...

Film 1195: "Ant-Man" (2015) di Peyton Reed
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Mi era già piaciuto la prima volta al cinema e confermo il responso positivo. Sicuramente un supereroe inusuale per molti motivi e la storia è necessariamente influenzata da tutte queste "anomalie", ma in definitiva un titolo piacevole e sufficientemente ben fatto per essere un primo episodio conoscitivo ed esplorativo.
Paul Rudd, altro elemento che non ti aspetteresti in un blockbuster, è un ottimo protagonista, perfetto per il ruolo di Scott Lang, tra lo stropicciato e l'anti-eroe. Insieme a lui un cast di tutto rispetto che vede Evangeline Lilly, Corey Stoll e Michael Douglas contendersi la scena.
Effetti speciali davvero spettacolari, una storia divertente e spesso ludica, sufficiente azione e la promessa di un nuovo franchise che non dovrebbe deludere.
- The Avengers
Film 411 - The Avengers
Film 808 - The Avengers
Film 1568 - The Avengers
Film 930 - Avengers: Age of Ultron
Film 932 - Avengers: Age of Ultron
Film 1177 - Avengers: Age of Ultron
Film 1571 - Avengers: Age of Ultron
Film 1613 - Avengers: Infinity War
Film 1757 - Avengers: Endgame
Film 1792 - Avengers: Endgame
- Captain America
Film 695 - Captain America - Il primo vendicatore
Film 814 - Captain America: The Winter Soldier
Film 1156 - Captain America: Civil War
Film 1395 - Captain America: Civil War
- Thor
Film 268 - Thor
Film 1191 - Thor
Film 631 - Thor: The Dark World
Film 1193 - Thor: The Dark World
Film 1447 - Thor: Ragnarok
- Iron Man
Film 543 - Iron Man 2
Film 676 - Iron Man 3
- Ant-Man

Film 1004 - Ant-Man
Film 1195 - Ant-Man
Film 1975 - Ant-Man and the Wasp
Film 2176 - Ant-Man and the Wasp: Quantumania
- Doctor Strange
Film 1250 - Doctor Strange
Film 1433 - Doctor Strange
- Spider-Man
Film 1394 - Spider-Man: Homecoming
Film 1653 - Spider-Man: Homecoming
Film 467 - The Amazing Spider-Man
Film 718 - The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro
- Black Panther
Film 1612 - Black Panther
Cast: Paul Rudd, Evangeline Lilly, Corey Stoll, Bobby Cannavale, Michael Peña, Tip "T.I." Harris, Anthony Mackie, Wood Harris, Judy Greer, David Dastmalchian, Michael Douglas, John Slattery, Hayley Atwell.
Box Office: $519.4 milioni
Consigli: Tra formiche, cassaforti e la sede degli Avengers troviamo Ant-Man, supereroe dalle dimensioni microscopiche e la potenza sovraumana che riesce a rimpicciolire e ingrandirsi così da poter sorprendere e neutralizzare i nemici. Se vi attraggono i dettagli al microscopio, le avventure Marvel e in generale i blockbuster ben confezionati, non dovreste rimanere delusi da questo titolo di cui, ovviamente, è già previsto un sequel per il 2018 ("Ant-Man and the Wasp").
Parola chiave: Il Calabrone.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 29 dicembre 2015

Film 1059 - Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate

Ho rivisto tutta la saga solo per poter rivedere questo film di cui avevo appena comprato il dvd. Eccomi, quindi, al capitolo conclusivo (di nuovo)!
Film 1059: "Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate" (2014) di Peter Jackson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Nuova, mastodontica impresa compiuta per Peter jackson che, dopo i fasti de "Il signore degli anelli", bissa con il suo "Lo Hobbit" e porta a casa gli stessi quasi 3 miliardi di dollari incassati con la precedente trilogia (certo questa è costata qualcosa come 400 milioni in più, ma chi siamo noi per giudicare?).
In ogni caso, la prima e unica volta in cui mi ero dedicato al capitolo conclusivo su Bilbo e gli amici nani non ero rimasto pienamente soddisfatto. O meglio, il confronto con "Il ritorno del re" si faceva costantemente sentire e, inevitabilmente, al momento ha un po' alterato la mia visione d'insieme. Di fatto "Lo Hobbit 3" non è malaccio, anzi, tutta la trilogia funziona bene e regala ai personaggi creati da Tolkien uno spazio dignitoso e coerente oltre che, sono sicuro, indelebile all'interno della cinematografia contemporanea. Insomma, non sarà epica come l'avventura di Frodo verso il Monte Fato, ma anche qui siamo davanti ad una storia con molto da dire e mostrare.
Il risultato finale è molto buono, anche se forse, per quanto mi riguarda, un po' troppo fiabesco nella realizzazione delle immagini in computer grafica. Gli effetti speciali sono sempre spettacolari, ma non rendono totalmente giustizia ai personaggi completamente inventati come orchi e goblin; il drago Smaug è fantastico, stupendamente realizzato, al pari delle scene di guerra, sempre di grande impatto grazie anche alla regia di Jackson, vero maestro da questo punto di vista. Del resto se siamo sopravvissuti ad oltre un'ora non-stop di battaglia al Fosso di Helm è solo grazie a lui e alla sua maestria (e del montaggio) nel proporre la narrazione.
In definitiva, dunque, un buon capitolo conclusivo, meno lungo dei precedenti due, epico a sufficienza - nella misura in cui lo è stata l'avventura di Bilbo e Thorin - e di grande intrattenimento. Confrontare tutta l'operazione con la precedente trilogia a questo punto non ha molto senso perché, pur collegate, per toni, trama, realizzazione e identità differiscono l'una dall'altra anche se a prima vista potrebbe non sembrare. "The Hobbit: The Battle of the Five Armies" è un bel film (corale) di guerra e d'azione.
Film 494 e 496 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 616 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 1050 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 641 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug
Film 701 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug
Film 1052 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug
Film 855 - Lo Hobbit - La battaglia delle Cinque Armate
Cast: Martin Freeman, Ian McKellen, Richard Armitage, Evangeline Lilly, Lee Pace, Luke Evans, Benedict Cumberbatch, Ken Stott, James Nesbitt, Cate Blanchett, Ian Holm, Christopher Lee, Hugo Weaving, Orlando Bloom, Graham McTavish, William Kircher, Stephen Hunter, Dean O'Gorman, Aidan Turner, John Callen, Peter Hambleton, Jed Brophy, Mark Hadlow, Adam Brown, Sylvester McCoy, Stephen Fry, Billy Connolly, Manu Bennett, Bret McKenzie, Mikael Persbrandt, Ryan Gage, Christopher Lee.
Box Office: $956 milioni
Consigli: Chiaramente ha senso guardarlo a seguito della visione dei precedenti due altri titoli del franchise, ma secondo me potrebbe funzionare abbastanza bene anche senza il preambolo. Nomination all'Oscar per il montaggio sonoro (forse un po' poco), un incasso stellare, il cast al gran completo, una conclusione agrodolce, un drago che forse potevamo salutare nel precedente capitolo, un anello che, ahinoi, arriverà sano e salvo alla Contea e tanto, tanto altro ancora. I motivi per vedere quest'ultimo hobbit ci sono e sono tanti, non fosse solo perché si tratta di un buon film d'azione carico di effetti speciali e scontri all'ultimo sangue.
Parola chiave: Arkengemma.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 15 dicembre 2015

Film 1052 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

Continuando la saga in vista dell'ultimo capitolo...
Film 1052: "Lo Hobbit - La desolazione di Smaug" (2013) di Peter Jackson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: I secondi capitoli delle saghe sono sempre i più difficili da produrre, perché non hanno un inizio vero e proprio e, peggio ancora, non conducono a nessuna fine. Lo dimostra anche "Lo Hobbit - La desolazione di Smaug" che, in un finale sempre più interessante, spezza in tronco la narrazione e rimanda Smaug al film successivo, in vista di uno scontro col drago che si prospetta epico.
Comunque, nonostante la collocazione "a metà", questo episodio riesce bene a Jackson che dà il meglio di sé nelle scene di battaglia, davvero spettacolari e coinvolgenti. I nani, nonostante all'apparenza non molto ginnici, sono invece un gruppo piuttosto movimentato e non si risparmiano quando è il momento di menarle a tutti, per cui il risultato finale è una pellicola molto dinamica e d'azione che ci fa dimenticare l'inizio un po' lento - seppur bello - della saga e ci riporta a ritmo sostenuto verso l'obiettivo di questa compagnia: riconquistare il regno dei nani e rubare l'Arkengemma al drago.
Il cast è sempre molto ricco, ritroviamo Bloom nei panni di Legolas e si introduce l'unica presenza femminile a cui spettino più di 10 battute: Tauriel (Evangeline Lilly); il risultato finale è buono e conduce senza sosta al terzo e ultimo titolo di una saga ben fatta, anche se meno trascinante della precedente ("Il Signore degli Anelli").
Film 494 e 496 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 616 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 1050 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 641 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug
Film 701 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug
Film 855 - Lo Hobbit - La battaglia delle Cinque Armate
Film 1059 - Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate
Cast: Ian McKellen, Martin Freeman, Richard Armitage, Benedict Cumberbatch, Evangeline Lilly, Lee Pace, Luke Evans, Stephen Fry, Ken Stott, James Nesbitt, Orlando Bloom, Graham McTavish, William Kircher, Stephen Hunter, Dean O'Gorman, Aidan Turner, John Callen, Peter Hambleton, Jed Brophy, Mark Hadlow, Adam Brown, Sylvester McCoy, Manu Bennett, Bret McKenzie, Cate Blanchett, Mikael Persbrandt, Ryan Gage.
Box Office: $958.4 milioni
Consigli: Ha sempre senso considerare le saghe nella loro interezza, anche se preso singolarmente "The Hobbit: The Desolation of Smaug" si fa vedere benissimo. Pieno d'azione, effetti speciali sempre funzionali allo spettacolo e scenografie e costumi da sogno, questo film tiene compagnia e riesce nell'intento di stupire e intrattenere in vista del finale col botto (leggi l'ennessima battaglia finale estrema e definitiva).
Parola chiave: Dì di Durin.

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Bengi

venerdì 2 ottobre 2015

Film 1004 - Ant-Man

Molto atteso, finalmente recuperato al cinema!

Film 1004: "Ant-Man" (2015) di Peyton Reed
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Lu
Pensieri: Diciamo che, tra i blockbuster riusciti di casa Marvel, questo è il più debole. Niente di grave, "Ant-Man" funziona.
Mancando di una serie di potenzialità legate al supereroe tradizionale per quanto riguarda la visibilità, gli atti di eroismo, quel potenziale frammassone e spaccatutto, questo film deve inventare ex novo un metodo funzionale a raccontare una storia in miniatura che, sulla carta, sembra tutto tranne che maledettamente intrigante. La missione è compiuta, la storia è di intrattenimento, Paul Rudd è un grande protagonista e la trama presenta un buon grado di ironia capace di elevare questo titolo al di sopra di certi altri prodotti della stessa "specie" (il primo Capitan America, per esempio).
Anche se non posso dire di essere rimasto folgorato da "Ant-Man" - come fu per esempio con "The Avengers" -, il risultato finale è inaspettatamente piacevole e, per essere il primo capitolo di quella che sospetto essere una nuova saga Marvel, direi che la direzione intrapresa è quella giusta. Necessitando di una tuta speciale, la sceneggiatura approfondisce necessariamente il training del personaggio, un allenamento preparatorio che mette il pubblico in condizione di venire a conoscenza delle possibilità ludiche legate al nuovo eroe microscopico, ma non per questo invisibile.
Inoltre, e questo è certamente uno dei punti di forza, il macro che diventa micro, l'esplorazione del quotidiano come campo di battaglia (un tappeto, un trenino giocattolo, una vasca da bagno, ecc) è un aspetto accattivante che gli effetti speciali riescono a ricreare magnificamente. Dall'altra parte, il fatto che utilizzi gli insetti come alleati e personale esercito non mi ha esaltato.
In definitiva, comunque, "Ant-Man" è una scommessa vinta, un film sul quale non avrei puntato granché che, invece, ha saputo sorprendermi facendo leva sui giusti punti e snodi, guadagnandosi il suo spazio nella ormai straparlante filmografia legata ai supereroi.
- The Avengers
Film 411 - The Avengers
Film 808 - The Avengers
Film 1568 - The Avengers
Film 930 - Avengers: Age of Ultron
Film 932 - Avengers: Age of Ultron
Film 1177 - Avengers: Age of Ultron
Film 1571 - Avengers: Age of Ultron
Film 1613 - Avengers: Infinity War
Film 1757 - Avengers: Endgame
Film 1792 - Avengers: Endgame
- Captain America
Film 695 - Captain America - Il primo vendicatore
Film 814 - Captain America: The Winter Soldier
Film 1156 - Captain America: Civil War
Film 1395 - Captain America: Civil War
- Thor
Film 268 - Thor
Film 1191 - Thor
Film 631 - Thor: The Dark World
Film 1193 - Thor: The Dark World
Film 1447 - Thor: Ragnarok
- Iron Man
Film 543 - Iron Man 2
Film 676 - Iron Man 3
- Black Widow
Film 2036 - Black Widow
- Ant-Man
Film 1004 - Ant-Man
Film 1195 - Ant-Man
Film 1975 - Ant-Man and the Wasp
Film 2176 - Ant-Man and the Wasp: Quantumania
- Doctor Strange
Film 1250 - Doctor Strange
Film 1433 - Doctor Strange
- Spider-Man
Film 1394 - Spider-Man: Homecoming
Film 1653 - Spider-Man: Homecoming
Film 467 - The Amazing Spider-Man
Film 718 - The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro
- Black Panther
Film 1612 - Black Panther
Cast: Paul Rudd, Michael Douglas, Evangeline Lilly, Corey Stoll, Bobby Cannavale, Michael Peña, Tip "T.I." Harris, Anthony Mackie, Wood Harris, Judy Greer, David Dastmalchian.
Box Office: $406.8 milioni
Consigli: Al di là del piacere di seguire un film divertente e dinamico legato al mondo dei fumetti Marvel, questo titolo è sicuramente uno tra quelli più non convenzionali proposti dalla casa. Il risultato finale riuscito non era per nulla scontato: "Ant-Man" è una pellicola carina e di buon intrattenimento, oltre che sorprendente per quanto riguarda il micromondo ricreato grazie agli effetti speciali. Insomma, che si sia fan dei supererei, della Marvel, di Paul Rudd o che si stia semplicemente cercando una distrazione piacevole, questa è una storia che fa al caso vostro.
Parola chiave: Regno quantico subatomico.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 19 dicembre 2014

Film 855 - Lo Hobbit - La battaglia delle Cinque Armate

Con solo un giorno di ritardo sull'uscita italiana, ci siamo subito fiondati al cinema a vederlo, decisamente impazienti!

Film 855: "Lo Hobbit - La battaglia delle Cinque Armate" (2014) di Peter Jackson
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Mi divido in due. A caldissimo (visto ieri sera), la mia impressione è ancora doppia, come quando sono uscito dalla sala. Mi spiego subito.
"The Hobbit: The Battle of the Five Armies" è il sesto titolo legato a Terra di Mezzo e universo di Tolkien, un mondo a cui da più di 10 anni sono particolarmente legato e affezionato. In quest'ottica un film in più per mano di Peter Jackson non può che essere benvenuto, l'ennesimo evento dell'anno, un appuntamento cinematografico che mi ricorda la miriade di volte che mi sono rintanato in questo mondo per sognare e intrattenermi. Hobbit, nani, elfi, stregoni, ragni giganti: nel 2001 avevo 14 anni ed ero il ragazzino più felice del mondo quando scoprii "La Compagnia dell'Anello". Amore a prima vista, ossessione, ammirazione (so ancora le battute a memoria) e un destino segnato che ha decretato, con quel film, il mio spassionato amore per il cinema. Non più un passatempo, insomma.
Ora, è chiaro che dopo questa full immersion autobiografica sia facile capire cosa voglia dire per me riapprocciarmi a "Lo Hobbit", di quali significati personali riempa questa esperienza. Motivo per cui la prima parte della mia opinione a riguardo è necessariamente positiva. Meno oggettiva, però.
D'altro canto non si possono non individuare un discreto numero di problemi in questo film. Partirei dal generale: il lavoro più importante di Peter Jackson è sicuramente rapresentato dalla trilogia de "Il Signore degli Anelli", 3 episodi cinematografici capaci di raccimolare 17 Oscar, quasi 3 miliardi di dollari di incasso e puntare un faro sulla Nuova Zelanda che favorisce turismo e cinema. Un plebiscito, insomma. Con "Lo Hobbit" Jackson fa il bis e replica l'approccio originale scegliendo di tagliare in 3 una storia precedentemente destinata ad essere divisa solo in 2, richiama metà del primo cast, riporta tutto alla situazione di partenza: siamo di nuovo al compleanno di Bilbo. Il rimando quindi non è generico, ma voluto; il confronto, di conseguenza, è suggerito (se non imposto). Film dopo film, il doppio in fotocopia è sempre più evidente: Bard è il nuovo Aragorn, Tauriel la nuova Arwen, i due fratelli nani Kili e Fili i nuovi Pipino e Merry, il Gandalf rinchiuso qui a Dol Guldur ricorda l'episodio analogo in cui lo stregone è prigioniero della torre di Saruman, i nani che si barricano all'interno della Montagna Solitaria richiamano Théoden e i suoi che si rifugiano al Fosso di Helm, la caduta di Gondor e Minas Tirith ricordano l'assedio alle rovine della città di Dale. Perfino i titoli di coda degli ultimi episodi delle due trilogie sono identici. Mi fermo qui a sottolineare questa anima doppia, anche se ci sarebbero numerosi altri esempi.
La cosa di per sé non sarebbe nemmeno fastidiosa, non fosse che per questo "Hobbit" e soprattutto questo capitolo, alla narrazione epica e ispirata si sostituisce una specie di strano videogioco in cui computer grafica e attori in carne ed ossa si alternano per un risultato finale francamente non soddisfacente. Ricordiamoci che le indiscrezioni vogliono questo terzo capitolo (come i precedenti, del resto) costoso al pari di tutta la trilogia precedente: un film che costa 250 milioni di dollari non può sembrare finto, artificiale, disomogeneo.
Fondali a parte, che sono piuttosto ben fatti, nessuna delle creature mostruose e nemmeo il nano Dáin, però, risultano credibili e si infrange il tabù della verosimiglianza retrocedendo di un bel po' riguardo alla resa degli effetti speciali. Come è possibile accettare un simile compromesso? Questa è la cosa che più mi ha deluso del film.
Mancando di fornire personaggi visivamente credibili, è chiaro che qualcosa del processo si guasta, interferendo non poco con la capacità dello spettatore di lasciare che la storia "faccia il suo corso" o, meglio, che un film come questo imbastisca la sua magia. Per la maggior parte della pellicola ho veramente faticato a distrarmi da questa idea di posticcio che avevo nella mia testa, riuscendo a lasciarmi trasportare dalla narrazione di Jackson solamente dal momento della discesa in battaglia dei nani in poi. Da quel punto, fino alla conclusione, il regista sembra riuscire nuovamente a dare compattezza e linearità ad una narrazione fino a quel momento caotica e oserei dire schizofrenica (vedi apparizione di Sauron, ma in generale tutto il primo tempo, agitato e confusionario).
Poi ancora: perché far morire Smaug a 20 miuti dall'inizio della pellicola, rubando e sprecando un'occasione narrativa che andava usata nel film precedente? Smaug è il protagonista di "Lo Hobbit - La desolazione di Smaug", il suo ritrovamento, risveglio e successivo inc****mento è tutto narrato in quell'episodio, felice risultato di un climax narrativo spezzato ad arte, ma di fatto qui calpestato come cartaccia. Qual è il senso di una mossa del genere? Gli spettatori al cinema sarebbe accorsi lo stesso, quindi mi pare una mossa un po' fine a sé stessa quella di sacrificare il drago in questo modo.
Per finire con le critiche, riprenderei un concetto già espresso prima: manca pathos, manca la legittimazione di un'avventura che sulla carta è epica, ma che di fatto non ne ha minimamente i toni. Il giullare di corto con monociglio è antipatico e non fa ridere, spezzando di continuo momenti altrimenti più seri e funzionali a creare l'atmosfera di una battaglia in arrivo. D'altro canto, una volta schierate tutte le forze in campo, nemmeno gli eserciti sono in grado di creare quell'illusione che suggerisca di non stare assistendo alla riproduzione in giga-schermo di un videogame, ma che si tratti di un film con la F maiuscola. Tutto finto e tutto in fretta sono due caratteristiche che snaturano il risultato finale de "Lo Hobbit 3" e lo consegnano allo spettatore in una veste mediocre e francamente sottotono.
Sul fronte positivo - e ce ne sono eh, per carità! - un grandissimo Martin Freeman conferma di essere stata la scelta perfetta per il ruolo di Bilbo, in grado di costruire il personaggio e caratterizzarlo così bene e così a fondo da sentirne l'assenza quando non compare sullo schermo. Tra tutti quei nani e quegli elfi rissosi - e genericamente un po' inutili - ti chiedi spesso: ma Bilbo? Perché non c'è, dov'è? Il suo essere genuino, gentile e, diciamocelo, un po' bonaccione lo rende simpatico e meno costruito di altri. In particolare mi riferisco a Thorin, fino a un film fa stoico, duro e giusto ed ora maledetto dall'oro e dal drago, consumato da una cupidigia peggiore perfino di quella del "mio tesssoro". Anche qui c'è un rimando, un ricordo di Gollum che, discorrendo tra una personalità e l'altra, costruiva un dialogo in realtà soliloquio per decidere sul da farsi e in chi riporre la propria lealtà. Thorin dovrà scegliere tra la sua essenza e l'oro, combattere tra bene e male, ovviamente, quelli interiori. La scena un po' onirica con il pavimento che lo inghiotte, poi, sono la ciliegina su una torta non proprio ben riuscita. Pace, le intenzioni erano buone, anche se la resa è troppo frettolosa (quasi infantile).
Da non sottovalutare, poi, l'effetto nostalgia che il sottinteso addio conferisce a questa pellicola. La presenza di Legolas, Galadriel, Saruman, perfino il Bilbo anziano, sono tutti elementi ponte che chiudono il cerchio, speriamo per sempre. La Terra di Mezzo e le sue peripezie sono state sapientemente spremute, ampiamente onorate, minuziosamente descritte. Si esce dalla sala storditi di nomi, luoghi e idiomi che faticano ad essere correttamente ricollocati. In questo vortice emotivo e confuso si colloca il mio pensiero a caldo su "Lo Hobbit - La battaglia delle Cinque Armate", una pellicola che mi ha deluso, ma principalmente perché non è "Il Ritorno del Re". E forse, ma lo dico a bassissima voce, perché non ho più 14 anni.
Film 494 e 496 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 616 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 1050 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 641 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug
Film 701 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug
Film 1052 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug
Film 1059 - Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate
Box Office: $146.7 milioni (ad oggi, ovvero ancora senza gli incassi americani che verranno comunicati domenica)
Consigli: La storia riprende esattamente da dove era stata lasciata, motivo per il quale ha decisamente senso sapere cos'è successo quantomeno nel capitolo precedente. L'inizio è decisamente inaspettato, veloce e quasi compulsivo, motivo per cui si fatica a seguire tutto ciò che sta accadendo con lucidità (da non sottovalutare il fatto che qualcosa dei dialoghi si perde nei rumori). E' chiaro che, più ancora del terzo "Hunger Games", questo sia uno dei titoli da vedere quest'anno, un prodotto giustamente atteso, anche se meno colossale dei precedenti. La sensazione è sempre quella che, nonostante il budget e tutti gli elementi giusti, il risultato sia meno "senza precedenti". Si vede bene, si segue senza problemi e si apprezzerà la lungheza decisamente minore rispetto a tutti gli altri titoli (144 minuti totali). Insomma, magari vi piacerà meno di quanto avreste sperato, ma tutto sommato (specialmente se si è fan) va visto.
Parola chiave: Ghiaccio.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 28 aprile 2014

Film 701 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

In volo verso New York, questo è il primo film che decido di vedere nella lunga attesa per arrivare! Nonostante pochi giorni prima avessi appena comprato il dvd e attendesi di vederlo, comodo comodo, sul mio divano...

Film 701: "Lo Hobbit - La desolazione di Smaug" (2013) di Peter Jackson
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Lo avevo sia sopravvalutato che sottovalutato. Dipende dal punto di vista.
Sopravvalutato perché le mie aspettative prima di vedere questo secondo 'Hobbit' erano altissime, cariche di ricordi relativi a "Il signore degli anelli" e giustificate anche da un "Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato" piuttosto ben riuscito (e capace di non poche connessioni con la saga precedente). Sottovalutato perché, ora che l'ho visto per la seconda volta, mi rendo conto che "The Hobbit: The Desolation of Smaug" non è così malvagio come mi era parso alla prima visione.
In un bilanciamento di impressioni ora più equilibrato, posso dire che "Lo Hobbit 2" è una pellicola divertente, spensierata e certamente ricca di avventura, anche se decisamente inferiore rispetto, per esempio, a "Il signore degli anelli - Le due torri". Ciononostante, nell'ottica della trilogia de "Lo Hobbit", è un episodio in linea con i toni più scherzosi o spensierati legati ad entrambi i mondi dei nani e degli hobbit. L'errore sta nel non confondere le due saghe di Jackson che, seppure si assomigliano, non sono la stessa cosa.
3 nomination all'Oscar (effetti speciali, montaggio e missaggio sonoro), un ottimo incasso al botteghino, il ritorno di Legolas (Orlando Bloom) nella saga e l'esordio di Smaug/Benedict Cumberbatch nonché dell'elfa (inventata) Tauriel/Evangeline Lilly, di fatto unica presenza femminile della pellicola, ovvero novella Arwen/Liv Tyler. Vedremo come andrà a finire e, soprattutto, se il terzo e ultimo capitolo, ora ribattezzato "Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate" ("The Hobbit: The Battle of the Five Armies") riuscirà a portare a casa qualche premio oltre che nuovamente un incasso sopra al miliardo di dollari.

Film 494 e 496 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 616 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 1050 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 641 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug
Film 1052 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug
Film 855 - Lo Hobbit - La battaglia delle Cinque Armate
Film 1059 - Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate
Box Office: $953,066,855
Consigli: Necessario per continuare la saga ispirata alle avventure di Bilbo Baggins/Martin Freeman e della compagnia di nani da cui è assoldato, questo secondo capitolo della saga è meno riuscito del precedente, ma sicuramente un'ottima scelta per una serata spensierata e visivamente molto affascinante. Solo, bisogna ricordarsi che la pellicola dura 161 minuti...
Parola chiave: Drago.

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Bengi

giovedì 26 dicembre 2013

Film 641 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

Finalmente il secondo capitolo. Finalmente di nuovo nella Terra di Mezzo!

Film 641: "Lo Hobbit - La desolazione di Smaug" (2013) di Peter Jackson
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Marco
Pensieri: Non amo i capitoli di passaggio e questo Hobbit 2, come fu per "Le due torri", è di fatto un film-ponte che traghetta i protagonisti dalle prime avventure de "Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato" al grande epilogo dell'episodio conclusivo dell'anno prossimo, "Lo Hobbit - Racconto di un ritorno". Quindi, anche per questo motivo, risulta uno strano esempio cinematografico, in quanto ha un inizio e una fine che non sono tali per definizione.
A prescindere da questo, però, il secondo episodio della nuova saga di Jackson mi è piaciuto meno. Ho letto di critiche più positive rispetto alla prima pellicola poiché la lentezza iniziale che la contraddistingueva qui, invece, non c'è. A mio avviso, però, non è sufficiente a dire che ci sia stato un miglioramento.
Il film non è male, per carità, e non ci sono mai momenti noiosi, ma il nuovo assetto da videogioco coloratissimo e pieno di azione mi ha lasciato perplesso. Tutto questo nuovo dinamismo è veramente dettato dalla necessità di raccontare la storia o si è semplicemente voluto cambiar rotta rispetto al precedente risultato? In aggiunta: quanto era veramente necessario girare un capitolo aggiuntivo piuttosto che i soli due decisi all'inizio della produzione?
Perché, di fatto, l'impressione che ho avuto è che molti degli intrighi narrativi e delle trame secondarie potessero benissimo essere abbreviati e, in aggiunta, moltissimi dei momenti di guerriglia potessero essere sforbiciati. Non si è, dunque, calcata un po' troppo la mano sull'azione per riempire un vuoto narrativo altrimenti palese? Leggere il libro sicuramente aiuterebbe a capirlo.
In generale "The Hobbit: The Desolation of Smaug" è una pellicola carina con i suoi buoni momenti, anche se rispetto alla bellezza de "Il signore degli anelli" non c'è confronto. Qui manca totalmente un realismo dell'immagine che 10 anni fa aveva reso Frodo e compagnia tanto intriganti quanto verosimili. Thorin (Richard Armitage) non è Aragorn né ha il suo magnetico carisma, la nuova elfa Tauriel (Evangeline Lilly) non è Arwen e mai sarà tanto eterea, nonostante il tentativo un po' sciocco di sovrapposizione tra le due attraverso l'espediente della luce divina da incantesimo curativo. Non è comunque tutta "colpa" loro. La combricola di nani è simpatica, ma non ci si riesce ad affezionare ad alcuno di loro. I nomi sono impossibili da ricordare e anche a livello visivo non sono facili da riconoscere (tranne quello grasso con le trecce rosse tipo Obelix). Thranduil (Lee Pace), che dal trailer ti aspetteresti essere il nuovo elemento-sorpresa della storia è, invece, una delusione e finisce per sembrare un isterico capo degli elfi impaurito ed allucinato. Quest'ultima caratteristica si riscontra bene anche in suo figlio Legolas (grande ritorno di Orlando Bloom nella saga), un po' inutilmente sfruttato all'interno del racconto e più che altro calato dalla promozione come asso nella manica per i nostalgici delle precedenti pellicole. Bloom non è mai stato un campione dell'espressività e le caratteristiche peculiari degli elfi - algidi, privi di emozioni evidenti, biondi - non gli si addicono granché e, anzi, sembra peggiorato rispetto all'ultima volta che aveva portato il ruolo sullo schermo. Infine Gandalf non è lo stesso Gandalf (Ian McKellen), ma una specie di caricatura simpatica e meno iconica.
Impeccabile, invece, è Martin Freeman nelle vesti di Bilbo, capacissimo interprete dall'evidente espressività, vero re della storia nonostante la sua parte qui cominci a ridursi in favore di elfi e nani, nonché il ritorno di Sauron attraverso l'occhio di fuoco. L'anello, infatti, comincerà a dare i primi segni di pesantezza malvagia e anche lo stregone grigio se ne accorgerà.
Il grande momento della pellicola, l'incontro con il drago, è effettivamente il picco di tutta la storia, assolutamente all'altezza delle aspettative: Freeman duetta con Smaug - doppiato in inglese da Benedict Cumberbatch, suo compagno di set in "Sherlock" - in maniera egregia, in un balletto sull'oro che è un piacere da guardare. Grazie agli effetti speciali l'enorme creatura è resa benissimo ed è cento volte meglio di momenti precedentemente digitalmente ricreati che, invece, fanno pensare più che altro ad un videogame non sempre realizzato al meglio. Senza il carisma di Freeman, perfetto erede dei precedenti 4 hobbit Frodo, Sam, Pipino e Merry, "La desolazione di Smaug" non avrebbe avuto alcun pregio di per sé, se non quello di rappresentare il capitolo di passaggio verso la conclusione della saga (anche perché moltissimi degli snodi narrativi sembrano fotocopiati dai tre precedenti episodi della trilogia dell'anello).
In generale, per carità, questo film non è brutto e si fa guardare in maniera assolutamente piacevole, ma la sensazione è che si siano un po' traditi i precedenti lavori in favore di un patinato fastidioso e una superficialità un po' vuota. Gli scenari sono fantastici, la fotografia curatissima e, inevitabilmente, l'attaccamento per tutto ciò che la Terra di Mezzo rappresenta e ha rappresentato non può essere cancellato. Però mi aspettavo molto più. Meno giochetti e -paradossalmente - stereotipi in favore di quella magia che Jackson ha saputo da solo creare per le belle storie di Tolkien. La sensazione è che anche lui si sia piegato ai meccanismi hollywoodiani di standardizzazione di prodotto e contenuto, mentre l'aspetto bello di tutta la saga era proprio che, per una volta, un colossal contemporaneo potesse avere le idee, i paesaggi, i volti e la realizzazione di stampo più indipendente e libero da un vincolo glamour e piatto cui siamo solitamente abituati. Sebbene non si possa dire che Jackson abbia optato totalmente per tali meccanismi, l'impressione globale è, però, che "Lo Hobbit - La desolazione di Smaug" ne sia in parte contagiato suo malgrado: visivamente potente e capace, come ci si aspettava, di grande intrattenimento, è tuttavia carente di un'anima propria che lo elevi rispetto al resto, nonché lo caratterizzi inequivocabilmente rispetto agli altri film collegati alla saga.
Godibile e dal tempismo perfetto per risultare un successo, ma non è di certo il più significativo tra i film di Jackson sulle gesta della famiglia Baggins.
Ps. Ad oggi il film ha incassato $416,924,000 al botteghino mondiale. Riuscirà ad incassare più di un miliardo di dollari, come ha fatto la pellicola che lo ha preceduto? Al momento, un aspetto che li accomuna, è di essere stati completamente ignorati dalle nomination ai Golden Globes: gli Oscar dovrebbero regalare più soddisfazioni (effetti speciali e scenografie, probabilmente).
Film 494 e 496 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 616 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 1050 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 701 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug
Film 1052 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug
Film 855 - Lo Hobbit - La battaglia delle Cinque Armate
Film 1059 - Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate
Consigli: Meno indipendente rispetto al capitolo 2 de "Il signore degli anelli", questo "Lo Hobbit - La desolazione di Smaug" ha bisogno del suo predecessore per essere compreso appieno. E' un bel prodotto commerciale da vedere e ha buone sequenze di azione, anche se manca un poco di personalità. Divertente, spensierato e con un bel finale incendiario grazie al drago Smaug. Perfetto per le feste, in attesa de "Lo Hobbit" 3 esattamente tra un anno.
Parola chiave: Arkengemma.

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Bengi

martedì 21 febbraio 2012

Film 368 - Real Steel

Comincia la serie di recensioni pre-Oscar che anticipano di qualche giorno la serata del 26 febbraio.
Ho pensato, infatti, di privilegiare quei film che concorrono ad una qualsiasi categoria degli Academy Awards di quest'anno in modo non farmi trovare troppo impreparato per domenica sera. Recupererò, poi, con calma le altre pellicole, mantenendo immutato come criterio di numerazione l'ordine di visione.
And the winner is...


Film 368: "Real Steel" (2011) di Shawn Levy
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Dallo stesso regista di "Notte folle a Manhattan" un prodotto decisamente differente.
Giustamente candidato all'Oscar per gli effetti speciali, l'ultimo film di Hugh Jackman è stranamente fuori dai suoi ultimi canoni. Meno eroe fortemente positivo o negativo, più ambiguo, senza superpoteri o trucchi di magia e, da non sottovalutare, qui anche padre di un figlio volontariamente lasciato alla madre. Il destino li farà ricongiungere.
Parte così l'avventura di Charlie Kenton/Jackman e Max/Dakota Goyo, da perfetti sconosciuti ad affiatati partner sul ring. Uno imparerà dall'altro e, inutile dirlo, il percorso di formazione sarà di quelli che ti cambiano la vita. Sullo sfondo anche una Evangeline Lilly rediviva post-"Lost" di cui avevamo perso un po' le tracce. Non è il suo ruolo della vita, ma almeno questo film le ha ridato visibilità ($295,120,796 di incasso in tutto il mondo) in attesa di vederla in "Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato" e seguito.
Tutto sommato il film me lo sono goduto, ma, sia chiaro, non avrei volentieri sostenuto la spesa del biglietto. E' un perfetto intrattenimento da divano con compagnia annessa perchè distrae e intrattiene, ma non si può certo classificare come prodotto degno di nota. Fa il suo dovere nell'ottica del blockbuster ad alto budget, adrenalina e buoni sentimenti.
Il finale (finto) agrodolce è nell'ottica del 'deve andare tutto bene perchè il pubblico lo vuole, però meglio metterci un unico elemento negativo altrimenti risulta troppo falso perfino ad un bambino di 2 anni'. Chi guarda questo particolare tipo di pellicole lo sa bene che non c'è molto altro dietro l'anima patinata di titoli come questo. Ripeto: fa il suo dovere, se cercate disimpegno e una serata da cervello spento. Altrimenti meglio dirigersi verso altri lidi.
Consigli: Per gli amanti della boxe (qui è tra robot) e/o degli effetti speciali è sicuramente un film da mettere in scaletta. Lo consiglio anche ai nostalgici di "Rocky".
Parola chiave: Zeus.

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Ric