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sabato 13 agosto 2022

Film 2122 - Where the Crawdads Sing

Intro: Il trailer ci aveva incuriosito, così ne abbiamo approfittato per andare a vederlo.

Film 2122: "Where the Crawdads Sing" (2022) di Olivia Newman
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: uhm. Ci sono aspetti riguardo a questo film che mi sono piaciuti (come per esempio il finale) e altri che mi hanno lasciato perplesso.
Non posso dire che questavisione non sia stata sufficientemente di intrattenimento, ma qualcosa non torna. La parte iniziale, principalmente. Premesso che questa è una storia di fantasia e nella vita, comunque, tutto è possibile, mi chiedo come faccia un'intera famiglia di ettordici persone a lasciare, uno ad uno, la più piccola di casa nelle grinfie del dispotico patriarca ubriacone. Cioè, con quale cuore la madre abbandona tutti i suoi figli sapendo che il marito è un violento alcolista che non si fa problemi ad alzare le mani? E con che coraggio i fratelli maggiori spariscono senza sentire il bisogno di farsi carico di quelli più piccoli? E qual è il senso di lasciarsi alle spalle la sorella minore dopo che ci sei cresciuto insieme? Non so, a me già questo inizio non mi ha convinto.
A peggiorare le cose succede che, rimasta sola, la più piccola di casa ovvero Kya (Daisy Edgar-Jones) finisce per affrontare in totale - e sottolineo totale - solitudine gli anni dall'infanzia fino all'età adulta, senza che nessuno pensi di offrirle quantomeno aiuto. Lo so che la coppia dello shop di alimentari prova a darle due dritte all'inizio, ma non mi pare che accettare il lavoro di una minorenne in cambio di due spicci con cui questa potrà permettersi di che vivere (tra l'altro comprando al tuo negozio) sia una forma responsabile di aiuto.
Senza contare che i servizi sociali sono talmente incapaci da farsi prendere per i fondelli per anni da una ragazzina che si va a nascondere nella palude per evitarli. E aspettare che prima o poi torni a casa, magari? Macché, lasciamola raccogliere crostacei e vivere da sola, evitare ogni forma di educazione e di interazione sociale. Il tutto perché non sappiamo giocare a nascondino. Bah.
Ecco, diciamo che questa prima parte della storia mi ha lasciato un po' indifferente, per non dire deluso. Poi, in realtà, "Where the Crawdads Sing" recupera lentamente. Senza mai toccare picchi di grandezza, però almeno regala una seconda parte di storia - da quando Kya è adulta - più credibile o quantomento accettabile.
Mi ha infastidito tutto il circo imbastito attorno al tentativo di rendere Kya una vittima del bullismo cittadino. La ragazza della palude è un nomigliolo che si sarebbe potuto evitare avessero le persone vicine alla ragazzina pensato di fare qualcosa per aiutarla. E siccome ci sarebbe stato ampio margine di miglioramento rispetto ai tentativi di aiuto e solo marginalmente la condizione di Kya è stata determinata da fattori esterni incontrollabili, allora da spettatore mi sento di dire che questo è un modo semplicemente troppo facile per farci provare compassione per la povera protagonista. Kya non ha un forma rarissima di cancro e non si può alzare dal letto per 15 anni, per cui salta la scuola e ogni forma di interazione sociale coi suoi pari. No, Kya viene lasciata indietro da ogni membro della sua famiglia per nessun motivo ragionevole e, sul suo cammino, non incontra nessun adulto responsabile che si sente di farsi carico del benestare di una bambina che ha evidente bisogno d'aiuto. E va bene che la storia è ambientata negli anni '50 in una parte estremamente rurale dell'America, ma mi risulta comunque difficile da digerire come premessa narrativa.
Quindi, bypassando la questione della poverina trattata male da tutti, quello che davvero mi è piaciuto di questo film è il potente arco narrativo di Kya. E' vero che all'inizio è totalmente incapace di reagire - e chi lo sarebbe, dopo essere stati rincorsi dalla polizia e sbattuti in galera accusati di omicidio? - ma il personaggio trova la sua forza e piano piano si rivela allo spettatore, fino a quell'inaspettato finale che, onestamente, mi ha colto davvero di sorpresa.
Nel mezzo c'è un omicidio, un processo (troppo marginale, avrei preferito ci fossero state più scene dedicate a questa parte della storia), il primo amore, il secondo, la carriera e la vendetta, il tutto per un secondo tempo che trova finalmente il suo ritmo grazie alla zavorra iniziale che ci siamo lasciati alle spalle.
Insomma, "Where the Crawdads Sing" poteva essere sicuramente un film migliore di quello che in effetti si rivela essere, anche se tutto sommato il film si salva grazie al secondo tempo, un buon cast e quello strano fascino esercitato dalla palude e i suoi dintorni.
Cast: Daisy Edgar-Jones, Taylor John Smith, Harris Dickinson, Michael Hyatt, Sterling Macer, Jr., David Strathairn.
Box Office: $80.8 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Non avendo letto il libro di Delia Owens non posso che basarmi su quello che ho visto al cinema. Il risultato finale intrattiene a sufficienza, anche se la prima parte del film - non avendo alcuna credibilità - finisce per intaccare negativamente il resto del film. In ogni caso, guardabile.
Premi: /
Parola chiave: Swamp.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

domenica 5 dicembre 2021

Grammys 2022: nomination e vincitori

64th Annual Grammy Awards

Best Compilation Soundtrack for Visual Media
Cruella – Various artists
Dear Evan Hansen – Various artists
In the Heights – Various artists
One Night in Miami... – Various artists
Respect – Jennifer Hudson
Schmigadoon! Episode 1 – Various artists
The United States vs. Billie Holiday – Andra Day

Best Score Soundtrack for Visual Media
Bridgerton – Kris Bowers, composer
Dune – Hans Zimmer, composer
The Mandalorian: Season 2 – Vol. 2 (Chapters 13–16) – Ludwig Göransson, composer
The Queen's Gambit – Carlos Rafael Rivera, composer
Soul – Jon Batiste, Trent Reznor and Atticus Ross, composers

Best Song Written for Visual Media
"Agatha All Along" (from WandaVision)
Kristen Anderson-Lopez and Robert Lopez (Kristen Anderson-Lopez and Robert Lopez Featuring Kathryn Hahn, Eric Bradley, Greg Whipple, Jasper Randall and Gerald White)
"All Eyes on Me" (from Bo Burnham: Inside)
Bo Burnham (Bo Burnham)

"All I Know So Far" (from Pink: All I Know So Far)
Alecia Moore, Benj Pasek and Justin Paul (Pink)
"Fight For You" (from Judas and the Black Messiah)
Dernst Emile II, H.E.R. and Tiara Thomas (H.E.R.)
"Here I Am (Singing My Way Home)" (from Respect)
Jamie Hartman, Jennifer Hudson and Carole King (Jennifer Hudson)
"Speak Now" (from One Night in Miami...)
Sam Ashworth and Leslie Odom, Jr. (Leslie Odom, Jr.)

#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 12 febbraio 2016

Film 1068 - Turista per caso

Scaricato sul computer chissà da quanto, erano anni che volevo recuperarlo. Un pomeriggio mi sono deciso...
Film 1068: "Turista per caso" (1988) di Lawrence Kasdan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Mah, in tutta onestà a me non è piaciuto. Non che mi aspettassi niente di particolare, semplicemente il risultato finale mi sembra lungo, lento e a tratti noioso. L'unica nota di colore, interessante e anche divertente, è Geena Davis nei panni di Muriel Pritchett, strampalata addestratrice di cani decisamente fuori dal comune (per i canoni dell'epoca). Oggi non stupisce nemmeno tanto, considerato a cosa siamo abituati, eppure immersa in questo contesto statico e acromatico non può non spiccare.
In generale si tratta di una storia non particolarmente innovativa: una coppia (molto noiosa) di genitori perde il figlio e fatica a ritrovarsi. Lei vuole lasciarlo e lui cade a pezzi, abituato com'è ad una vita quanto più possibile senza scossoni. Il che sarebbe in totale contrasto con il tipo di lavoro che fa - girare il mondo per scrivere guide turistiche - non fosse che la sua guida in particolare prende in considerazione un approccio assolutamente inedito: come viaggiare per il mondo senza subire il trauma del distacco dal focolare di casa. Quindi lasciato dalla moglie, tornato a vivere con i fratelli (pazzi) e con la sola certezza del lavoro, l'uomo tenterà di ritrovare la sua strada, quanto più noiosamente possibile. Sul suo cammino l'arrivo della destabilizzante e confusionaria Muriel (che oggi definiremmo stalker) minerà alla base le certezze di una vita, aiutandolo ad uscire da quel torpore e quell'insicurezza che lo avevano da sempre caratterizzato.
Un titolo sull'amore, dunque, e certamente anche sulla rinascita. Ciò che crediamo di volere non è sempre ciò di cui avremmo bisogno e l'idea che la sicurezza di ciò che conosciamo sia da impedimento al vivere pienamente lanostra esistenza sono solo alcuni dei temi portanti di una storia che, però, non soddisfa pienamente. Sarà il gap culturale formatosi nei 30 anni dall'uscita in sala della pellicola, sarà che davvero la storia è un po' noiosa e, soprattutto, che è difficile affezionarsi al suo protagonista - ma non è colpa di William Hurt, è proprio il personaggio -, di fatto "The Accidental Tourist" è stata un'inaspettata delusione.
Ps. 4 candidature all'Oscar (tra cui Miglior film) e una vittoria per Geena Davis Miglior attrice non protagonista, anche se quell'anno c'era di meglio.
Cast: William Hurt, Kathleen Turner, Geena Davis, Bill Pullman, Amy Wright, David Ogden Stiers, Ed Begley, Jr.
Box Office: $32,632,093
Consigli: Per i canoni odierni è una pellicola molto lenta, che basa i suoi temi principali su una serie di bizzarrie che ho trovato francamente più snervanti che simpatiche. L'annientamento di sé per ritrovarsi e migliore non è certo alunché di innovativo e forse anche per questo la storia risulta poco efficace. Si salva l'unico personaggio che, dovendo essere strambo, è di fatto il più vicino al pubblico contemporaneo, ovvero quello della Davis. Forse non esattamente un titolo che consiglierei a tutti, è più un film da recuperare per i fan del cast. Tratto dal romanzo omonimo di Anne Tyler.
Parola chiave: Parigi.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 8 febbraio 2016

Film 1064 - The Judge

Poe non lo aveva visto ed era interessato a recuperarlo, perciò non ho perso tempo!
Film 1064: "The Judge" (2014) di David Dobkin
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Comprato il dvd - e la confezione era pure vuota! - ho recuperato appena possibile questa pellicola, che mi era molto piaciuta. Da sempre mi appassiono a storie ambientate in tribunali, con i protagonisti avvocati che promuovono la loro arringa o giocano la carta vincente all'ultimo secondo, con il testimone alla sbarra che rimane spiazzato dalla rivelazione appena appresa. Ecco, anche "The Judge" è un titolo un po' così, fatto di molti di questi elementi che io gradisco.
In aggiunta abbiamo il dramma familiare in piena esecuzione, il tema del ritorno a casa del figliol prodigo, la cittadina di provincia soffocante, i primi amori, le cose non dette e lasciate indietro e tutta un'altra serie di temi che contornano la pellicola di Dobkin di quell'aura meno unicamente giurisprudenziale e più caratterizzante a tutto tondo. Non siamo di fronte al capolavoro, ma io ho davvero gradito pure questa seconda volta.
Film 819 - The Judge
Cast: Robert Downey, Jr., Robert Duvall, Vera Farmiga, Vincent D'Onofrio, Jeremy Strong, Dax Shepard, Billy Bob Thornton, Leighton Meester, Balthazar Getty, Denis O'Hare, Ken Howard, David Krumholtz.
Box Office: $84.4 milioni
Consigli: Candidatura all'Oscar per Robert Duvall nei panni del giudice del titolo, un ottimo cast di comprimari, una storia sufficientemente intrigante dall'inizio alla fine, una bella fotografia. Io questo "The Judge" lo consiglio.
Parola chiave: Cancro.

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#HollywoodCiak
Bengi