Intro: Tanti anni fa avevo visto questo film ed ero rimasto deluso. Ci è capitato il dvd tra le mani qui al Takarakka e mi è sembrato sensato dargli una seconda possibilità.
Film 1493: "Eagle Eye" (2008) di D.J. Caruso
Visto: dalla tv di Tracey
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: cospirazioni, sicurezza interna, ricatti e sopravvivenza il tutto mixato in un prodotto d’azione che più che adrenalinico è caotico. Non c’è un attimo di respiro, non un momento che stemperi tensione e chiasso, tanto che si esce dall’esperienza “Eagle Eye” con mal di testa e insofferenza per un prodotto mediocre che punta tutto sull’acceleratore dimenticandosi di raccontare un finale soddisfacente. Perché in effetti le premesse della trama sono anche intriganti, tra voci meccaniche che danno ordini al cellulare e un countdown per l’obiettivo finale che risuona micidiale, peccato che una volta scoperte le carte in tavola, la storia lascia la quanto a desiderare;
LaBeouf e Monaghan fanno quello che possono per risultare credibili in una storia incredibile, un racconto concitato che trasporta questo prodotto dall’action alla fantascienza senza riuscire a centrare l’obiettivo. Perché pur volendo far leva sulla legittimità o meno del voyerismo del potere centrale ai fini della sicurezza, non se ne può parlare in termini così semplicistici. Può la macchina prendere vita e ribellarsi contro il proprio padrone? E’ sensato affidare ad uno strumento potenzialmente indistruttibile e imbattibile le sorti della popolazione? Sono domande che “Eagle Eye” solleva, ma evita di approfondire.
è una pellicola rumorosa e casinara che sembra in grado di intrattenere bene lo spettatore all’inizio, ma poi preferisce percorrere il sentiero già battuto della macchina che si ribella al suo creatore; in mezzo ci capitano due civili che vengono ricattati e obbligati a condurre una missione della quale non sanno lo scopo e che ovviamente cercheranno di sabotare per salvare il mondo. Non molto originale.
Cast: Shia LaBeouf, Michelle Monaghan, Rosario Dawson, Michael Chiklis, Anthony Mackie, Billy Bob Thornton, Ethan Embry, Lynn Cohen.
Box Office: $178.1 milioni
Vale o non vale: dimenticabile e quindi evitabile. La fantascienza ha generato titoli ben più interessanti.
Premi: /
Parola chiave: Memory card.
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Bengi
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domenica 20 maggio 2018
Film 1493 - Eagle Eye
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domenica 26 febbraio 2017
Film 1317 - Il gatto con gli stivali
Scelto dal catalogo Netflix per la serie "metti una sera a cena".
Film 1317: "Il gatto con gli stivali" (2011) di Chris Miller
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Non avevo mai visto questo film, spin-off derivato dal conosciutissimo franchise di "Shrek" che, personalmente, non ho mai particolarmente amato. Sarà anche per questo che nel tempo non ho sentito la necessità impellente di recuperare "Puss in Boots".
Questo film d'animazione totalmente incentrato sulla figura del gatto spadaccino, versione di Zorro con pelliccia, nel primo tempo non si capisce dove voglia andare a parare in quanto la storia sembra più che altro una semplice serie di situazioni comiche proposte una dopo l'altra, senza un vero filo logico. Quando, però, la trama ingrana il risultato finale è anche soddisfacente, con qualche buon momento comico e un divertimento per tutta la famiglia a cuor legger(issim)o. Gli unici aspetti che non mi hanno soddisfatto sono l'uovo Humpty Dumpty che è inquietante e la caricata espressività dei gatti che, per quanto fatta bene, l'ho trovata a volte disturbante.
in ogni caso un onesto cartoon che non sarà niente di eccezionale, ma risulta simpatico e sciocco quanto basta per lasciare soddisfatti.
Ps. Addirittura una candidatura all'Oscar come Miglior film d'animazione. Mi pare un po' esagerato.
Film 1317 - Il gatto con gli stivali
Film 2162 - Puss in Boots: The Last Wish
Cast: Antonio Banderas, Zach Galifianakis, Salma Hayek, Billy Bob Thornton, Amy Sedaris, Constance Marie.
Box Office: $555 milioni
Consigli: Come per "Shrek", anche qui si saccheggia a piene mani dalla narrativa classica per ragazzi, mischiando non pochi elementi e personaggi originali di altre storie. Nel caotico risultato finale, il gatto - doppiato dallo stesso Banderas anche in italiano - riesce comunque a risultare non solo un personaggio vincente, ma anche particolarmente riuscito nella sua natura caricaturale. Il film non è davvero niente di che, ma è sicuramente perfetto per un qualunque momento di totale disimpegno in cui l'unico sforzo che si intende fare è quello di spingere il tasto play.
Parola chiave: Fagioli.
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Bengi
Film 1317: "Il gatto con gli stivali" (2011) di Chris Miller
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Non avevo mai visto questo film, spin-off derivato dal conosciutissimo franchise di "Shrek" che, personalmente, non ho mai particolarmente amato. Sarà anche per questo che nel tempo non ho sentito la necessità impellente di recuperare "Puss in Boots".
Questo film d'animazione totalmente incentrato sulla figura del gatto spadaccino, versione di Zorro con pelliccia, nel primo tempo non si capisce dove voglia andare a parare in quanto la storia sembra più che altro una semplice serie di situazioni comiche proposte una dopo l'altra, senza un vero filo logico. Quando, però, la trama ingrana il risultato finale è anche soddisfacente, con qualche buon momento comico e un divertimento per tutta la famiglia a cuor legger(issim)o. Gli unici aspetti che non mi hanno soddisfatto sono l'uovo Humpty Dumpty che è inquietante e la caricata espressività dei gatti che, per quanto fatta bene, l'ho trovata a volte disturbante.
in ogni caso un onesto cartoon che non sarà niente di eccezionale, ma risulta simpatico e sciocco quanto basta per lasciare soddisfatti.
Ps. Addirittura una candidatura all'Oscar come Miglior film d'animazione. Mi pare un po' esagerato.
Film 1317 - Il gatto con gli stivali
Film 2162 - Puss in Boots: The Last Wish
Cast: Antonio Banderas, Zach Galifianakis, Salma Hayek, Billy Bob Thornton, Amy Sedaris, Constance Marie.
Box Office: $555 milioni
Consigli: Come per "Shrek", anche qui si saccheggia a piene mani dalla narrativa classica per ragazzi, mischiando non pochi elementi e personaggi originali di altre storie. Nel caotico risultato finale, il gatto - doppiato dallo stesso Banderas anche in italiano - riesce comunque a risultare non solo un personaggio vincente, ma anche particolarmente riuscito nella sua natura caricaturale. Il film non è davvero niente di che, ma è sicuramente perfetto per un qualunque momento di totale disimpegno in cui l'unico sforzo che si intende fare è quello di spingere il tasto play.
Parola chiave: Fagioli.
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lunedì 8 febbraio 2016
Film 1064 - The Judge
Poe non lo aveva visto ed era interessato a recuperarlo, perciò non ho perso tempo!
Film 1064: "The Judge" (2014) di David Dobkin
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Comprato il dvd - e la confezione era pure vuota! - ho recuperato appena possibile questa pellicola, che mi era molto piaciuta. Da sempre mi appassiono a storie ambientate in tribunali, con i protagonisti avvocati che promuovono la loro arringa o giocano la carta vincente all'ultimo secondo, con il testimone alla sbarra che rimane spiazzato dalla rivelazione appena appresa. Ecco, anche "The Judge" è un titolo un po' così, fatto di molti di questi elementi che io gradisco.
In aggiunta abbiamo il dramma familiare in piena esecuzione, il tema del ritorno a casa del figliol prodigo, la cittadina di provincia soffocante, i primi amori, le cose non dette e lasciate indietro e tutta un'altra serie di temi che contornano la pellicola di Dobkin di quell'aura meno unicamente giurisprudenziale e più caratterizzante a tutto tondo. Non siamo di fronte al capolavoro, ma io ho davvero gradito pure questa seconda volta.
Film 819 - The Judge
Cast: Robert Downey, Jr., Robert Duvall, Vera Farmiga, Vincent D'Onofrio, Jeremy Strong, Dax Shepard, Billy Bob Thornton, Leighton Meester, Balthazar Getty, Denis O'Hare, Ken Howard, David Krumholtz.
Box Office: $84.4 milioni
Consigli: Candidatura all'Oscar per Robert Duvall nei panni del giudice del titolo, un ottimo cast di comprimari, una storia sufficientemente intrigante dall'inizio alla fine, una bella fotografia. Io questo "The Judge" lo consiglio.
Parola chiave: Cancro.
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Film 1064: "The Judge" (2014) di David Dobkin
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Comprato il dvd - e la confezione era pure vuota! - ho recuperato appena possibile questa pellicola, che mi era molto piaciuta. Da sempre mi appassiono a storie ambientate in tribunali, con i protagonisti avvocati che promuovono la loro arringa o giocano la carta vincente all'ultimo secondo, con il testimone alla sbarra che rimane spiazzato dalla rivelazione appena appresa. Ecco, anche "The Judge" è un titolo un po' così, fatto di molti di questi elementi che io gradisco.
In aggiunta abbiamo il dramma familiare in piena esecuzione, il tema del ritorno a casa del figliol prodigo, la cittadina di provincia soffocante, i primi amori, le cose non dette e lasciate indietro e tutta un'altra serie di temi che contornano la pellicola di Dobkin di quell'aura meno unicamente giurisprudenziale e più caratterizzante a tutto tondo. Non siamo di fronte al capolavoro, ma io ho davvero gradito pure questa seconda volta.
Film 819 - The Judge
Cast: Robert Downey, Jr., Robert Duvall, Vera Farmiga, Vincent D'Onofrio, Jeremy Strong, Dax Shepard, Billy Bob Thornton, Leighton Meester, Balthazar Getty, Denis O'Hare, Ken Howard, David Krumholtz.
Box Office: $84.4 milioni
Consigli: Candidatura all'Oscar per Robert Duvall nei panni del giudice del titolo, un ottimo cast di comprimari, una storia sufficientemente intrigante dall'inizio alla fine, una bella fotografia. Io questo "The Judge" lo consiglio.
Parola chiave: Cancro.
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martedì 18 novembre 2014
Film 819 - The Judge
Un cast molto interessante e un titolo aperto che lasciava ben sperare... Potevo, forse, perdermelo?
Film 819: "The Judge" (2014) di David Dobkin
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Ammetto che il mio interesse per questa pellicola è derivato principalmente dal fatto che, visto il red carpet all'ultimo Toronto Film Festival, mi avesse incuriosito lo strano duo Downey Jr.-Duvall con annessa Vera Farmiga per un titolo che suggeriva giuria, tribunale e un possibile genere thriller per cui non potevo chiedere di meglio. Alla prima occasione, quindi, subito al cinema!
La vera paura che mi ha assalito, però, è stata quella di non riconoscere praticamente niente di quello che mi aspettavo nella prima parte del film. Downey Jr. è, sì, un avvocato e Duvall è, sì, un giudice, ma per il resto si parlava di lutto, dinamiche famigliari arrugginite e precarie e il solito confronto-scontro tra grande città e realtà paesana che è tanto cara e presenta nella filmografia americana. Insomma, la prima mezzora-quaranta minuti mi ero un po' spaventato. Non volevo un dragone familiare alla "August: Osage County", per capirsi.
Passato l'inizio, però, con un introduzione minuziosa ma un po' lenta, la storia prende la piega da me sperata e il tutto si fa discretamente interessante. Dove prima c'era solo un durissimo padre incazzato nero con il figlio con cui a malapena parla, ora c'è una persona anziana che è in un enorme guaio - pare che abbia investito un tizio per la strada - e suo malgrado dovrà farsi aiutare dal figlio avvocato con cui a stento parla per difendersi nello stesso tribunale in cui ha lavorato per una vita come giudice. Ecco, questo è il vero succo della storia.
Per quanto abbia gradito la piega giudiziaria presa dal film, mi sono dovuto scontrare con il disgusto per la figura paterna interpretata da Duvall - che, tranquilli!, avrà modo di spiegare le sue motivazioni, figuriamoci... - e la cosa non è stata per nulla facile. Un uomo duro e chiuso con il figlio - che, tranquilli!, ha le sue colpe ma potrà redimerle... - ma che con gli altri è affettuoso e disponibile, un uomo retto, fiero e testardo che, dopo un po', stufa lo spettatore che non ne capisce le motivazioni. Questo aspetto disorientante della storia è forse un po' troppo calcato e rischia di distrarre chi guarda dalla questione giudiziaria che certo sarebbe più interessante, considerato che il giudice pare proprio abbia investito la persona (ex galeotto che aveva fatto precedentemente incarcerare), ma non si ricorda di averlo fatto.
Le vicende, nel finale, regalano allo spettatore quello che stava cercando, mitigando l'aspetto familiare in favore di meccanismi processuali che metteranno in scena la macchina della giustizia in piena fase di lavorazione. Molto del merito in questo caso va proprio a Downey Jr. - che mica un po' Tony Stark e un po' Sherlock Holmes in panni civili -, ma anche a Billy Bob Thornton, avvocato dell'accusa serio e concentrato, promessa di una lotta senza esclusione di colpi alla sbarra che, nonostante l'aspetto pulito e di certo non aggressivo, riesce nell'intento di mettere in pratica le minacce che promette.
Insomma, mi pare si possa suddividere questa storia in due parti ben distinte, quella sulla famiglia Palmer e quella relativa al processo giudiziario per il giudice Joseph Palmer. Diciamo che, per quanto "The Judge" sia un film che funzioni, il vero problema di fondo è che le due storie che lo costituiscono non riescono mai bene a fondersi in una. La sensazione è sempre quella che, di scena in scena, sia possibile distinguere a quale delle due porzioni di storia si stia assistendo, limitando così l'effetto di omogeneità che un film dovrebbe avere. Questo 'dualismo' è presente in tutta la vicenda, essendo che la storia oppone la figura patriarcale a quella del figlio, la verità alla menzogna, la famiglia all'individuo e, al di fuori, la metropoli alla cittadina di periferia. Insomma, molti degli elementi principali della storia sembrano suggerire questa impostazione.
In generale, comunque, ho gradito questa pellicola e l'ho trovata abbastanza interessante e piacevole da seguire. E' abbastanza conforme alle mie aspettative e i miei gusti in fatto di titoli di genere thriller con numerosi elementi giuridici e qualche verità nascosta da riportare a galla, quindi ho apprezzato il lavoro fatto qui. Al di fuori delle mie preferenze personali, mi rendo conto che questo sia un prodotto non esattamente commerciale di massa (per quanto i 50 milioni di dollari di budget parrebbero suggerirlo) e che ci sia qualche carenza narrativa - come per esempio una certa stereotipazione generale -, però credo si possa dire serenamente che vedere "The Judge" può piacere ed intrattenere lo spettatore per 141 minuti anche interessanti.
Film 1064 - The Judge
Box Office: $73.4 milioni
Consigli: Robert Downey Jr. e Robert Duvall veri protagonisti di questo film sono un padre e un figlio agli opposti che, a prima vista, parrebbero non riuscire a sopportarsi. La storia li costringerà a doversi confrontare, fino a risalire la china dei loro problemi arrivando al confronto. Nel mezzo ci sono una serie di personaggi-spalla piuttosto famosi (Vera Farmiga, Vincent D'Onofrio, Jeremy Strong, Dax Shepard, Billy Bob Thornton, Leighton Meester), una vicenda giudiziaria pesante, un lutto e una serie di verità che verranno a galla. Insomma, sulla carta una storia che promette bene. Di fatto bisogna tenere in considerazione che la narrazione è un po' lenta e prima che il processo cominci l'orologio segnerà lo scorrere di non poco tempo. Presi in considerazione questi aspetti, secondo me vale la pena di dare una chance a questo film, sia per vedere Downey Jr. in un contesto alternativo al blockbuster, sia per apprezzare un grande attore come Duvall alle prese con una nuova sfida cinematografica. Non è un film leggero, ma ha certi buoni elementi intriganti e interessanti, oltre che un buon cast e due ottimi protagonisti.
Parola chiave: Incidente.
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Bengi
Film 819: "The Judge" (2014) di David Dobkin
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Ammetto che il mio interesse per questa pellicola è derivato principalmente dal fatto che, visto il red carpet all'ultimo Toronto Film Festival, mi avesse incuriosito lo strano duo Downey Jr.-Duvall con annessa Vera Farmiga per un titolo che suggeriva giuria, tribunale e un possibile genere thriller per cui non potevo chiedere di meglio. Alla prima occasione, quindi, subito al cinema!
La vera paura che mi ha assalito, però, è stata quella di non riconoscere praticamente niente di quello che mi aspettavo nella prima parte del film. Downey Jr. è, sì, un avvocato e Duvall è, sì, un giudice, ma per il resto si parlava di lutto, dinamiche famigliari arrugginite e precarie e il solito confronto-scontro tra grande città e realtà paesana che è tanto cara e presenta nella filmografia americana. Insomma, la prima mezzora-quaranta minuti mi ero un po' spaventato. Non volevo un dragone familiare alla "August: Osage County", per capirsi.
Passato l'inizio, però, con un introduzione minuziosa ma un po' lenta, la storia prende la piega da me sperata e il tutto si fa discretamente interessante. Dove prima c'era solo un durissimo padre incazzato nero con il figlio con cui a malapena parla, ora c'è una persona anziana che è in un enorme guaio - pare che abbia investito un tizio per la strada - e suo malgrado dovrà farsi aiutare dal figlio avvocato con cui a stento parla per difendersi nello stesso tribunale in cui ha lavorato per una vita come giudice. Ecco, questo è il vero succo della storia.
Per quanto abbia gradito la piega giudiziaria presa dal film, mi sono dovuto scontrare con il disgusto per la figura paterna interpretata da Duvall - che, tranquilli!, avrà modo di spiegare le sue motivazioni, figuriamoci... - e la cosa non è stata per nulla facile. Un uomo duro e chiuso con il figlio - che, tranquilli!, ha le sue colpe ma potrà redimerle... - ma che con gli altri è affettuoso e disponibile, un uomo retto, fiero e testardo che, dopo un po', stufa lo spettatore che non ne capisce le motivazioni. Questo aspetto disorientante della storia è forse un po' troppo calcato e rischia di distrarre chi guarda dalla questione giudiziaria che certo sarebbe più interessante, considerato che il giudice pare proprio abbia investito la persona (ex galeotto che aveva fatto precedentemente incarcerare), ma non si ricorda di averlo fatto.
Le vicende, nel finale, regalano allo spettatore quello che stava cercando, mitigando l'aspetto familiare in favore di meccanismi processuali che metteranno in scena la macchina della giustizia in piena fase di lavorazione. Molto del merito in questo caso va proprio a Downey Jr. - che mica un po' Tony Stark e un po' Sherlock Holmes in panni civili -, ma anche a Billy Bob Thornton, avvocato dell'accusa serio e concentrato, promessa di una lotta senza esclusione di colpi alla sbarra che, nonostante l'aspetto pulito e di certo non aggressivo, riesce nell'intento di mettere in pratica le minacce che promette.
Insomma, mi pare si possa suddividere questa storia in due parti ben distinte, quella sulla famiglia Palmer e quella relativa al processo giudiziario per il giudice Joseph Palmer. Diciamo che, per quanto "The Judge" sia un film che funzioni, il vero problema di fondo è che le due storie che lo costituiscono non riescono mai bene a fondersi in una. La sensazione è sempre quella che, di scena in scena, sia possibile distinguere a quale delle due porzioni di storia si stia assistendo, limitando così l'effetto di omogeneità che un film dovrebbe avere. Questo 'dualismo' è presente in tutta la vicenda, essendo che la storia oppone la figura patriarcale a quella del figlio, la verità alla menzogna, la famiglia all'individuo e, al di fuori, la metropoli alla cittadina di periferia. Insomma, molti degli elementi principali della storia sembrano suggerire questa impostazione.
In generale, comunque, ho gradito questa pellicola e l'ho trovata abbastanza interessante e piacevole da seguire. E' abbastanza conforme alle mie aspettative e i miei gusti in fatto di titoli di genere thriller con numerosi elementi giuridici e qualche verità nascosta da riportare a galla, quindi ho apprezzato il lavoro fatto qui. Al di fuori delle mie preferenze personali, mi rendo conto che questo sia un prodotto non esattamente commerciale di massa (per quanto i 50 milioni di dollari di budget parrebbero suggerirlo) e che ci sia qualche carenza narrativa - come per esempio una certa stereotipazione generale -, però credo si possa dire serenamente che vedere "The Judge" può piacere ed intrattenere lo spettatore per 141 minuti anche interessanti.
Film 1064 - The Judge
Box Office: $73.4 milioni
Consigli: Robert Downey Jr. e Robert Duvall veri protagonisti di questo film sono un padre e un figlio agli opposti che, a prima vista, parrebbero non riuscire a sopportarsi. La storia li costringerà a doversi confrontare, fino a risalire la china dei loro problemi arrivando al confronto. Nel mezzo ci sono una serie di personaggi-spalla piuttosto famosi (Vera Farmiga, Vincent D'Onofrio, Jeremy Strong, Dax Shepard, Billy Bob Thornton, Leighton Meester), una vicenda giudiziaria pesante, un lutto e una serie di verità che verranno a galla. Insomma, sulla carta una storia che promette bene. Di fatto bisogna tenere in considerazione che la narrazione è un po' lenta e prima che il processo cominci l'orologio segnerà lo scorrere di non poco tempo. Presi in considerazione questi aspetti, secondo me vale la pena di dare una chance a questo film, sia per vedere Downey Jr. in un contesto alternativo al blockbuster, sia per apprezzare un grande attore come Duvall alle prese con una nuova sfida cinematografica. Non è un film leggero, ma ha certi buoni elementi intriganti e interessanti, oltre che un buon cast e due ottimi protagonisti.
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