Il cinema gratis permette di sperimentare...
Film 1142: "Hardcore!" (2015) di Ilya Naishuller
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe, Erika
Pensieri: Promette un'esperienza. E' impostato come un videogioco. E' una grandissima ca**ta.
Era da un po' di tempo che un film non mi lasciava tanto insoddisfatto o scocciato e, grazie ad "Hardcore Henry" il traguardo è nuovamente raggiunto. Stupido, solamente violento, senza una trama, ricolmo di cliché, volgarità, uccisioni ed esplosioni - il tutto ovviamente per il puro piacere di sbrindellare tutto e tutti -, questa pellicola promette un viaggio innovativo e rivoluzionario (tecnicamente), ma si perde per quanto riguarda tutto il resto. Di fatto la telecamera (in realtà una GoPro) in soggettiva che non ci permette di vedere mai chi sia/siamo il protagonista è davvero qualcosa di nuovo e potente e, almeno all'inizio, l'idea di per sé non sembra sciocca. il problema arriva quanto oltre a tutte le scene di azione e splatter, la storia non evolve e rimane bloccata alla pura logica da videogame "spaccatutto" o "picchiaduro", per un risultato finale che diventa una mera sequenza indistinguibile di sangue, morti, stripper, salti nel vuoto, esplosioni.
Sulla carta poteva sembrare un'avventura. Il risultato finale, invece, fa schifo.
Cast: Sharlto Copley, Danila Kozlovsky, Haley Bennett, Tim Roth, Andrei Dementiev, Sergey Valyaev, Ilya Naishuller, Darya Charusha.
Box Office: $14.3 milioni
Consigli: Se proprio siete curiosi di vedere come possa essere stare in mezzo ad un fuoco incrociato o volare verso la Terra dallo spazio questo film può essere un degno sostituto di un'esperienza reale. Rimane una grandissima schifezza, ma mi rendo conto che abbia un suo pubblico cui certamente piacerà. Se non siete da violenza+donne nude+volgarit+morte da tutte le parti, lasciate semplicemente stare.
Parola chiave: Cyborg.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
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martedì 24 maggio 2016
Film 1142 - Hardcore!
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sabato 23 maggio 2015
Film 921 - Humandroid
Grande cast, intelligenza robotica, le promesse di uno sci-fi a tinte thriller: il titolo perfetto per un sabato sera al cinema!
Film 921: "Humandroid" (2015) di Neill Blomkamp
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Neill Blomkamp è già la terza volta che mi frega. Sembra promettere grandi film, storie di distopici, terribili futuri in cui le macchine sono intrinsecamente legate allo sviluppo dell'uomo e della società tutta, strumenti di potere o, addirittura, intelligenze artificiali in grado di contrapporsi alla viltà di chi le ha generate. Premesse del genere non sono sempre facili da mantenere in una storia, eppure Blomkamp - la cui brevissima filmografia cinematografica annovera 3 titoli che, a parte questo, sono "District 9" ed "Elysium" - ci prova tutte le volte e tutte le volte fallisce. In questo caso specifico, il fallimento è il classico buco nell'acqua.
"Chappie" - questo il titolo originale del film, nonché nome del protagonista robotico - è un bruttissimo titolo, volgare e chiassoso, francamente molto poco interessante e con poche idee da mostrare. Per non parlare del fatto che, con un cast composto da Dev Patel, Hugh Jackman e Sigourney Weaver, la storia si concentra sui due assurdi personaggi confezionati ad hoc per i frontman dei sudafricani Die Antwoord, Ninja (al secolo Watkin Tudor Jones) e Yo-Landi Visser. Dove inizialmente l'idea di concedere loro molto spazio all'interno della storia poteva sembrare interessante, col passare del tempo se ne comprende il gigantesco limite: oltre a non essere personaggi particolarmente interessanti (sono strani, atipici e meno conosciuti al grande pubblico), l'insieme di novità che portano si esaurisce ben presto a causa delll'evidente bidimensionalità dei loro personaggi-fotocopia dei rispettivi alter ego nel gruppo musicale.
Inoltre la storia, molto caotica, parte dall'interessante (anche se già vista) questione dell'intelligenza artificiale per andare a sbandare e perdersi all'interno di un sottogenere "gangsta" che cozza con ciò che ci si sarebbe aspettati dalla storia. Il che delude e rompe non poco le scatole. Peccato, perché se il film si fosse concentrato di più sul mostrare le evoluzioni mentali di Chappie, gli stadi del suo apprendimento (anche in negativo: l'idea di mostrare cosa accade al robot nelle mani dei tre criminali ha anche un suo perché) e le possibili conseguenze di dover "educare" un robot la cui capacità intellettiva è potenzialmente illimitata ma che al momento della sua creazione è plasmabile al pari della mente umana, forse il risultato finale non sarebbe stato così insoddisfacente, sconclusionato e brutto. Una gran perdita di tempo.
Box Office: $94.8 milioni
Consigli: La storia sembrerebbe promettere bene, ma prende un'inaspettata piega action che francamente non ci sta. Chiassoso, volgare, con uno Hugh Jackman sprecato e dal parrucchino imbarazzante (per non parlare del suo guardaroba), con un pessimo product placement (Vodafone, tutta intorno a te letteralmente) e un risultato finale insoddisfacente. Peccato, le carte in regola sembrava averle. Personalmente non lo rivedrei per nessun motivo, anche se mi rendo conto che il trailer sia capace di incuriosire e creare interesse, per cui se volete proprio vederlo fatelo, ma non dite che non vi avevo avvertito.
Parola chiave: Robot senziente.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 921: "Humandroid" (2015) di Neill Blomkamp
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Neill Blomkamp è già la terza volta che mi frega. Sembra promettere grandi film, storie di distopici, terribili futuri in cui le macchine sono intrinsecamente legate allo sviluppo dell'uomo e della società tutta, strumenti di potere o, addirittura, intelligenze artificiali in grado di contrapporsi alla viltà di chi le ha generate. Premesse del genere non sono sempre facili da mantenere in una storia, eppure Blomkamp - la cui brevissima filmografia cinematografica annovera 3 titoli che, a parte questo, sono "District 9" ed "Elysium" - ci prova tutte le volte e tutte le volte fallisce. In questo caso specifico, il fallimento è il classico buco nell'acqua.
"Chappie" - questo il titolo originale del film, nonché nome del protagonista robotico - è un bruttissimo titolo, volgare e chiassoso, francamente molto poco interessante e con poche idee da mostrare. Per non parlare del fatto che, con un cast composto da Dev Patel, Hugh Jackman e Sigourney Weaver, la storia si concentra sui due assurdi personaggi confezionati ad hoc per i frontman dei sudafricani Die Antwoord, Ninja (al secolo Watkin Tudor Jones) e Yo-Landi Visser. Dove inizialmente l'idea di concedere loro molto spazio all'interno della storia poteva sembrare interessante, col passare del tempo se ne comprende il gigantesco limite: oltre a non essere personaggi particolarmente interessanti (sono strani, atipici e meno conosciuti al grande pubblico), l'insieme di novità che portano si esaurisce ben presto a causa delll'evidente bidimensionalità dei loro personaggi-fotocopia dei rispettivi alter ego nel gruppo musicale.
Inoltre la storia, molto caotica, parte dall'interessante (anche se già vista) questione dell'intelligenza artificiale per andare a sbandare e perdersi all'interno di un sottogenere "gangsta" che cozza con ciò che ci si sarebbe aspettati dalla storia. Il che delude e rompe non poco le scatole. Peccato, perché se il film si fosse concentrato di più sul mostrare le evoluzioni mentali di Chappie, gli stadi del suo apprendimento (anche in negativo: l'idea di mostrare cosa accade al robot nelle mani dei tre criminali ha anche un suo perché) e le possibili conseguenze di dover "educare" un robot la cui capacità intellettiva è potenzialmente illimitata ma che al momento della sua creazione è plasmabile al pari della mente umana, forse il risultato finale non sarebbe stato così insoddisfacente, sconclusionato e brutto. Una gran perdita di tempo.
Box Office: $94.8 milioni
Consigli: La storia sembrerebbe promettere bene, ma prende un'inaspettata piega action che francamente non ci sta. Chiassoso, volgare, con uno Hugh Jackman sprecato e dal parrucchino imbarazzante (per non parlare del suo guardaroba), con un pessimo product placement (Vodafone, tutta intorno a te letteralmente) e un risultato finale insoddisfacente. Peccato, le carte in regola sembrava averle. Personalmente non lo rivedrei per nessun motivo, anche se mi rendo conto che il trailer sia capace di incuriosire e creare interesse, per cui se volete proprio vederlo fatelo, ma non dite che non vi avevo avvertito.
Parola chiave: Robot senziente.
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lunedì 8 settembre 2014
Film 770 - Elysium
Una pellicola che volevo recuperare da qualche tempo.
Film 770: "Elysium" (2013) di Neill Blomkamp
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Visto lo scarso successo commerciale e le voci che mi erano giunte, non ero esattamente sicuro mi sarebbe piaciuto questo "Elysium". Tutto sommato, invece, me lo sono goduto.
Dico 'tutto sommato' perché non parliamo di un prodotto innovativo o di un capolavoro cinematografico, ma nemmeno lo sconclusionato blockbuster tutto effetti speciali e nient'altro che mi aspettavo. Forse il vero problema di questa pellicola è che risulta semplicemente come l'ennesia del suo genere - quello distopico di fantascienza ultimamente tanto caro a Tom Cruise - e soffre, come hanno sofferto altri prodotti simili prima di lui ("Oblivion", "Edge of Tomorrow - Senza domani"), di quello che si potrebbe definire un calo di popolarità.
La storia è sempre la stessa, cambiano solo i motivi per cui l'elemento pacificamente integrato nel suo 'sistema' diventi eroe solitario capace di vincere il sistema che soggioca lui e il popolo, causandone la liberazione in ultima battuta. Poco male, allora, se si sceglie che il gioco valga la candela. Per quanto riguarda "Elysium", rendono assolutamente accettabile la visione i bellissimi effetti speciali e la presenza di una cattivissima Jodie Foster, per troppo tempo lontana dal grande schermo.
Il risultato finale, comunque, richiama vagamente anche la pellicola d'esordio cinematografico del regista Neill Blomkamp "District 9": non solo per la presenza dell'attore Sharlto Copley in entrambi i film, ma soprattutto per l'evoluzione ibrida dei suoi protagonisti, che in entrambe le storie fondono il loro DNA con organismi estranei - lì alieni, qui componenti robotiche - e si muovono per un tempo del racconto che è scandito tachicardicamente da un conto alla rovescia per la vita.
In ogni caso, questione di gusti, ho assolutamente preferito questo film al precedente - e clamorosamente di successo - "District 9" che, all'epoca, mi era parso privo di particolari motivi di rilievo che giustificassero le 4 nomination all'Oscar tra cui Miglior film (bah!).
In conclusione, per tornare ad "Elysium", un film di fantascienza con un minimo di morale (equità sociale) ed un largo uso di effetti speciali, con un Matt Damon protagonista che è pompato da far paura (43 anni wow) e una realizzazione che è degna del miglior blockbuster. Migliore, per esempio, di quel "World War Z" che ha incassato 254 milioni di dollari in più, ma che non ha nulla di più di questo film (se escludiamo, chiaramente, al voce Brad Pitt). Insomma, considerato cosa riesce ad ottenere successo al cinema al giorno d'oggi, si sarebbe potuto ipotizzare un risultato ben migliore per questa pellicola al box-office (dove pure ha esordito alla #1), che però non si è verificato. Né male né bene: il film è carino, ma nulla di più.
Box Office: $286,140,700
Consigli: Per una serata nello spazio o che ipotizzi un futuro dove ricchi e poveri siano tanto separati da vivere su pianeti differenti, questo è il film giusto. Anche per gli appassionati di effetti speciali o, inevitabilmente, per i fan di Damon o Foster. Per gli altri "Elysium" può rappresentare una buona distrazione serale capace di intrattenere dignitosamente senza stancare o annoiare. Non molto di più, però.
Parola chiave: Radiazioni.
Trailer
Bengi
Film 770: "Elysium" (2013) di Neill Blomkamp
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Visto lo scarso successo commerciale e le voci che mi erano giunte, non ero esattamente sicuro mi sarebbe piaciuto questo "Elysium". Tutto sommato, invece, me lo sono goduto.
Dico 'tutto sommato' perché non parliamo di un prodotto innovativo o di un capolavoro cinematografico, ma nemmeno lo sconclusionato blockbuster tutto effetti speciali e nient'altro che mi aspettavo. Forse il vero problema di questa pellicola è che risulta semplicemente come l'ennesia del suo genere - quello distopico di fantascienza ultimamente tanto caro a Tom Cruise - e soffre, come hanno sofferto altri prodotti simili prima di lui ("Oblivion", "Edge of Tomorrow - Senza domani"), di quello che si potrebbe definire un calo di popolarità.
La storia è sempre la stessa, cambiano solo i motivi per cui l'elemento pacificamente integrato nel suo 'sistema' diventi eroe solitario capace di vincere il sistema che soggioca lui e il popolo, causandone la liberazione in ultima battuta. Poco male, allora, se si sceglie che il gioco valga la candela. Per quanto riguarda "Elysium", rendono assolutamente accettabile la visione i bellissimi effetti speciali e la presenza di una cattivissima Jodie Foster, per troppo tempo lontana dal grande schermo.
Il risultato finale, comunque, richiama vagamente anche la pellicola d'esordio cinematografico del regista Neill Blomkamp "District 9": non solo per la presenza dell'attore Sharlto Copley in entrambi i film, ma soprattutto per l'evoluzione ibrida dei suoi protagonisti, che in entrambe le storie fondono il loro DNA con organismi estranei - lì alieni, qui componenti robotiche - e si muovono per un tempo del racconto che è scandito tachicardicamente da un conto alla rovescia per la vita.
In ogni caso, questione di gusti, ho assolutamente preferito questo film al precedente - e clamorosamente di successo - "District 9" che, all'epoca, mi era parso privo di particolari motivi di rilievo che giustificassero le 4 nomination all'Oscar tra cui Miglior film (bah!).
In conclusione, per tornare ad "Elysium", un film di fantascienza con un minimo di morale (equità sociale) ed un largo uso di effetti speciali, con un Matt Damon protagonista che è pompato da far paura (43 anni wow) e una realizzazione che è degna del miglior blockbuster. Migliore, per esempio, di quel "World War Z" che ha incassato 254 milioni di dollari in più, ma che non ha nulla di più di questo film (se escludiamo, chiaramente, al voce Brad Pitt). Insomma, considerato cosa riesce ad ottenere successo al cinema al giorno d'oggi, si sarebbe potuto ipotizzare un risultato ben migliore per questa pellicola al box-office (dove pure ha esordito alla #1), che però non si è verificato. Né male né bene: il film è carino, ma nulla di più.
Box Office: $286,140,700
Consigli: Per una serata nello spazio o che ipotizzi un futuro dove ricchi e poveri siano tanto separati da vivere su pianeti differenti, questo è il film giusto. Anche per gli appassionati di effetti speciali o, inevitabilmente, per i fan di Damon o Foster. Per gli altri "Elysium" può rappresentare una buona distrazione serale capace di intrattenere dignitosamente senza stancare o annoiare. Non molto di più, però.
Parola chiave: Radiazioni.
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Bengi
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lunedì 30 giugno 2014
Film 734 - Maleficent
Un sacco di attese e promesse per questa pellicola. Ne è valsa la pena?
Film 734: "Maleficent" (2014) di Robert Stromberg
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Erika, Licia
Pensieri: La Disney deve ringraziare Angelina Jolie e il suo potere magnetico perché di questi 180 milioni di dollari spesi per produrre il film, davvero pochissimi sono stati destinati a scrivere una buona storia. O anche solo una storia.
Senza la Jolie, infatti, Malefica avrebbe forse avuto quell'aspetto intrigante, misterioso e leggermente spaventoso? No. Sarebbe, forse, riuscita a caratterizzarsi in maniera così spiccata, rendendosi iconica e già riconoscibilissimo personaggio che dal cartoon è diventato realtà? Di nuovo, no.
Ecco, allora sarebbe meglio davvero che alla Disney prendessero seriamente in considerazione di ringraziare Angie e i quasi 600 milioni di dollari d'incasso portati a casa grazie a lei e, veramente, pochissimo/i altro/i. Già, perché se lei funziona bene - senza neanche impegnarsi troppo nella recitazione, a dire il vero - tutto il resto è piuttosto carente: pochissima trama, altri personaggi davvero poco interessanti, stravolgimento di un classico.
Sinceramente non credo che la mia delusione risieda nel totale stravolgimento di una storia che per decenni ha funzionato benissimo ("La bella addormentata nel bosco"); semplicemente la storia che qui si racconta non è niente di straordinario o mai visto. Anzi, il racconto si sarebbe potuto esaurire in ben minor tempo. I canonici passaggi della fiaba ci sono tutti (con anche la redenzione del cattivo, chiaramente) e non ci risparmiamo nemmeno la caratterizzazione psicologica più banale della nostra protagonista, tradita in amore e dunque vendicativa nei confronti di colui che - vero cattivo della storia - le ha voltato le spalle e spezzato il cuore. Ci sta, per carità: l'intento non era certo di documentare la discesa agli inferi di uno dei cattivi più glam e intriganti della storia dei cartoni animati, però a mio avviso ci si poteva mettere più impegno o fantasia (premessa di partenza: angelica presenza dei boschi di natura fatata, candida e pura bambina, il suo nome qual è? Malefica. Non fa una piega).
Sono rimasto deluso, sì, perché mi aspettavo che anche la Disney avrebbe optato per uno svecchiamento o quantomeno cambio direzionale, diciamo verso una sorta di realismo che legittimasse la protagonista a più reale possibile e che, finalmente, si abbandonasse l'approccio 'fatato'. La realtà è che, nonostante i trailer facessero intuire uno sfondo dark inusuale per la casa di produzione, tra ombre, sussurri, creature magiche inquietanti, una Lana Del Rey al suo gotico massimo in "Once Upon a Dream" e mostri ricreati grazie alla computer grafica, la realtà è che, come al solito, la Disney ha optato per il terreno sicuro della favolata, senza arrischiarsi davvero per un percorso più inedito o maturo. L'happy ending c'è e anche il sospiro di sollievo finale da parte dello spettatore di 10 anni. Bene così, evidentemente i risultati ottenuti confermano che target e direzione presa erano giusti, però rimango del parere che questo "Maleficent", pompato, pubblicizzato, reso già cult dalla sua protagonista, sia un film certamente ben realizzato, ma privo di concretezza e originalità. Peccato.
Film 1851 - Maleficent: Mistress of Evil
Box Office: $585,571,000 (ad oggi)
Consigli: E' una favola Disney e rimane tale. Il mascheramento dark funziona solo per un po', ma il film finirà per rimangiarsi tutte le buone premesse iniziali (oltre che voltare le spalle al classico da cui ha trascinato fuori l'antagonista di Aurora). La conclusione con 'atto di amore' è imbarazzante al pari della banalità della conclusione, anche se non posso dire non sia una pellicola che si possa vedere con piacevole serenità. Priva di veri sbalzi narrativi in grado di colpire gli spettatori (se non forse il tradimento dell'amato), questa storia è perfetta per una serata all'insegna delle sinapsi spente e della pura celebrazione di Angelina Jolie in grado, da sola, di sostenere l'intera - troppo lunga per quello che accade - pellicola.
Parola chiave: Ali.
Trailer
Bengi
Film 734: "Maleficent" (2014) di Robert Stromberg
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Erika, Licia
Pensieri: La Disney deve ringraziare Angelina Jolie e il suo potere magnetico perché di questi 180 milioni di dollari spesi per produrre il film, davvero pochissimi sono stati destinati a scrivere una buona storia. O anche solo una storia.
Senza la Jolie, infatti, Malefica avrebbe forse avuto quell'aspetto intrigante, misterioso e leggermente spaventoso? No. Sarebbe, forse, riuscita a caratterizzarsi in maniera così spiccata, rendendosi iconica e già riconoscibilissimo personaggio che dal cartoon è diventato realtà? Di nuovo, no.
Ecco, allora sarebbe meglio davvero che alla Disney prendessero seriamente in considerazione di ringraziare Angie e i quasi 600 milioni di dollari d'incasso portati a casa grazie a lei e, veramente, pochissimo/i altro/i. Già, perché se lei funziona bene - senza neanche impegnarsi troppo nella recitazione, a dire il vero - tutto il resto è piuttosto carente: pochissima trama, altri personaggi davvero poco interessanti, stravolgimento di un classico.
Sinceramente non credo che la mia delusione risieda nel totale stravolgimento di una storia che per decenni ha funzionato benissimo ("La bella addormentata nel bosco"); semplicemente la storia che qui si racconta non è niente di straordinario o mai visto. Anzi, il racconto si sarebbe potuto esaurire in ben minor tempo. I canonici passaggi della fiaba ci sono tutti (con anche la redenzione del cattivo, chiaramente) e non ci risparmiamo nemmeno la caratterizzazione psicologica più banale della nostra protagonista, tradita in amore e dunque vendicativa nei confronti di colui che - vero cattivo della storia - le ha voltato le spalle e spezzato il cuore. Ci sta, per carità: l'intento non era certo di documentare la discesa agli inferi di uno dei cattivi più glam e intriganti della storia dei cartoni animati, però a mio avviso ci si poteva mettere più impegno o fantasia (premessa di partenza: angelica presenza dei boschi di natura fatata, candida e pura bambina, il suo nome qual è? Malefica. Non fa una piega).
Sono rimasto deluso, sì, perché mi aspettavo che anche la Disney avrebbe optato per uno svecchiamento o quantomeno cambio direzionale, diciamo verso una sorta di realismo che legittimasse la protagonista a più reale possibile e che, finalmente, si abbandonasse l'approccio 'fatato'. La realtà è che, nonostante i trailer facessero intuire uno sfondo dark inusuale per la casa di produzione, tra ombre, sussurri, creature magiche inquietanti, una Lana Del Rey al suo gotico massimo in "Once Upon a Dream" e mostri ricreati grazie alla computer grafica, la realtà è che, come al solito, la Disney ha optato per il terreno sicuro della favolata, senza arrischiarsi davvero per un percorso più inedito o maturo. L'happy ending c'è e anche il sospiro di sollievo finale da parte dello spettatore di 10 anni. Bene così, evidentemente i risultati ottenuti confermano che target e direzione presa erano giusti, però rimango del parere che questo "Maleficent", pompato, pubblicizzato, reso già cult dalla sua protagonista, sia un film certamente ben realizzato, ma privo di concretezza e originalità. Peccato.
Film 1851 - Maleficent: Mistress of Evil
Box Office: $585,571,000 (ad oggi)
Consigli: E' una favola Disney e rimane tale. Il mascheramento dark funziona solo per un po', ma il film finirà per rimangiarsi tutte le buone premesse iniziali (oltre che voltare le spalle al classico da cui ha trascinato fuori l'antagonista di Aurora). La conclusione con 'atto di amore' è imbarazzante al pari della banalità della conclusione, anche se non posso dire non sia una pellicola che si possa vedere con piacevole serenità. Priva di veri sbalzi narrativi in grado di colpire gli spettatori (se non forse il tradimento dell'amato), questa storia è perfetta per una serata all'insegna delle sinapsi spente e della pura celebrazione di Angelina Jolie in grado, da sola, di sostenere l'intera - troppo lunga per quello che accade - pellicola.
Parola chiave: Ali.
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Bengi
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venerdì 10 dicembre 2010
Film 195 - A-Team
Un po' in ritardo con le recensioni, mi accingo a scrivere di questo film che ho finito di vedere qualche giorno fa.
Film 195: "A-Team" (2010) di Joe Carnahan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: No, non sono fan della serie televisiva e no, non l'ho nemmeno mai vista. So perfettamente che i toni sono completamente differenti dall'originale (da cui l'idea dei personaggi rimane invariata, suppongo), sta di fatto che, per il risultato di questa pellicola, non si può certo dire che questo sia un gran film d'azione-gag-divertimento-umorismo facilotto.
Poco appeal della squadra 'A-Team', composta dai famosi Liam Neeson ("Scontro tra titani") e Bradley Cooper ("Case 39"), dal già visto Sharlto Copley ("District 9") e dallo sconosciuto Quinton 'Rampage' Jackson ("Prossima fermata - L'inferno", sempre con Cooper), troppo impegnata ad essere 'too cool to be truth', il che alla lunga stanca.
Fastidioso anche il montaggio che spezza i piani delle missioni man mano che vengono rivelati per anticipare in immagini quello che viene detto. E' frustrande e poco produttivo, a mio avviso.
Non molto riuscita la parte di Charissa Sosa/Jessica Biel ("Un matrimonio all'inglese") qui particolarmente antipatica e infrigidita nonostante il ruolo volesse probabilmente rappresentare la donna sexy, intelligente e di potere. Non da meno il cattivo delle situazione: un inedito Patrick Wilson ("Watchmen") nelle vesti (non proprio ben riuscite) di cattivone senza scrupoli.
La miscela di elementi, che doveva essere esplosiva, è solamente confusa e confusuionaria, incapace di creare nello spettatore quell'adrenalina e quello spasso che un film come questo e di questo calibro (a livello di produzione) dovrebbe garantire. In assenza di ciò, questo film diventa non necessario quanto inutile.
Consigli: Da vedere se nostalgici dei bei tempi andati, quando questo era solo un tv show. Altrimenti è tranquillamente evitabile.
Parola chiave: Riabilitazione.
Ric
Film 195: "A-Team" (2010) di Joe Carnahan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: No, non sono fan della serie televisiva e no, non l'ho nemmeno mai vista. So perfettamente che i toni sono completamente differenti dall'originale (da cui l'idea dei personaggi rimane invariata, suppongo), sta di fatto che, per il risultato di questa pellicola, non si può certo dire che questo sia un gran film d'azione-gag-divertimento-umorismo facilotto.
Poco appeal della squadra 'A-Team', composta dai famosi Liam Neeson ("Scontro tra titani") e Bradley Cooper ("Case 39"), dal già visto Sharlto Copley ("District 9") e dallo sconosciuto Quinton 'Rampage' Jackson ("Prossima fermata - L'inferno", sempre con Cooper), troppo impegnata ad essere 'too cool to be truth', il che alla lunga stanca.
Fastidioso anche il montaggio che spezza i piani delle missioni man mano che vengono rivelati per anticipare in immagini quello che viene detto. E' frustrande e poco produttivo, a mio avviso.
Non molto riuscita la parte di Charissa Sosa/Jessica Biel ("Un matrimonio all'inglese") qui particolarmente antipatica e infrigidita nonostante il ruolo volesse probabilmente rappresentare la donna sexy, intelligente e di potere. Non da meno il cattivo delle situazione: un inedito Patrick Wilson ("Watchmen") nelle vesti (non proprio ben riuscite) di cattivone senza scrupoli.
La miscela di elementi, che doveva essere esplosiva, è solamente confusa e confusuionaria, incapace di creare nello spettatore quell'adrenalina e quello spasso che un film come questo e di questo calibro (a livello di produzione) dovrebbe garantire. In assenza di ciò, questo film diventa non necessario quanto inutile.
Consigli: Da vedere se nostalgici dei bei tempi andati, quando questo era solo un tv show. Altrimenti è tranquillamente evitabile.
Parola chiave: Riabilitazione.
Ric
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