Visualizzazione post con etichetta Sigourney Weaver. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Sigourney Weaver. Mostra tutti i post

martedì 10 gennaio 2023

Film 2155 - Avatar: The Way of Water

Intro: Tredici anni di attesa e aspettative alle stelle per il sequel del film con l'incasso più alto della storia del cinema (non considerando l'inflazione).

Film 2155: "Avatar: The Way of Water" (2022) di James Cameron
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: 192 minuti di film per questo ritorno a Pandora che, diciamocelo tranquillamente, funziona tanto bene quanto il primo. Intelligente l'idea di cambiare location e spostare la storia nel reame acquatico, trovata che mantiene lo spettatore sufficientemente interessato, oltre che visivamente stimolato, il tutto per un risultato finale lunghissimo, ma che in ogni caso funziona.
Poi, certo, durante la visione non ho potuto fare a meno di chiedermi: c'era davvero bisogno di richiamare ogni membro del cast del primo film (specialmente gli interpreti di personaggi il cui arco narrativo si era esaurito nella storia precedente)? Non era possibile immaginarsi un secondo capitolo che non fosse l'esatta copia del precedente? E perché le balene di questo film parlano, mentre gli altri animali no? Inoltre, c'era davvero bisogno di usare mezzora di racconto per mostrare la caccia alle balene? E perché Cameron non può fare a meno di piazzare una nave che affonda all'interno delle sue storie? O, ancora, il personaggio di Spider (Jack Champion) poteva essere scritto in maniera meno contraddittoria?
Queste solo alcune delle domande che non si può fare a meno di porsi e anche se certe risposte sono ovvie, ribadisco che, di fatto, "Avatar: The Way of Water" sia il blockbuster della stagione natalizia di cui - per tante e diverse ragioni - ci fosse bisogno. Inattacabile a livello di concept visivo ed effetti speciali, sicuro nella regia, sufficientemente comprensibile a livello narrativo e di tematiche della storia (la famiglia, la famiglia, la famiglia!), questo secondo "Avatar" non delude le aspettative e consegna ai fan della pellicola del 2009 esattamente quello che ci si aspettava: un intrattenimento su larga scala tra colorate meraviglie e potenti scene d'azione. Per chi apprezza, il perfetto regalo di Natale.
Film 62 - Avatar
Film 68 - Avatar (3D)
Film 312 - Avatar
Film 604 - Avatar
Film 1291 - Avatar
Film 2155 - Avatar: The Way of Water
Cast: Sam Worthington, Zoe Saldaña, Sigourney Weaver, Stephen Lang, Kate Winslet, Cliff Curtis, Joel David Moore, CCH Pounder, Edie Falco, Jack Champion.
Box Office: $1.713 miliardi (ad oggi)
Vale o non vale: "Avatar 2" si scosta di poco in termini narrativi e visivi dal suo predecessore, ma quanto basta (e a distanza di tempo sufficiente) da riuscire a replicare l'istantaneo successo del primo film. Chiaro, le 3 ore e passa di durata possono essere un deterrente per molti, ma tutto sommato il ritmo della narrazione è quasi sempre quello giusto (la caccia alle balene... insomma) e il risultato finale è comunque quella giostra colorata perfetta da abbinare allo spirito natalizio. Tra due anni, confermato il terzo episodio.
Premi: Candidato a 2 Golden Globes 2023 per Miglior film drammatico e Miglior regia.
Parola chiave: Famiglia.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

domenica 28 agosto 2022

Film 2127 - Working Girl

Intro: Mi è tornato in mente qualche settimana fa e mi è subito venuta voglia di farlo recuperare a Ciarán, che non lo aveva mai visto.

Film 2127: "Working Girl" (1988) di Mike Nichols
Visto: dal computer di Ciarán
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: per quanto in inglese mi sia risultato ancora più difficile comprendere gli aspetti finanziari della storia, il fascino di questa commedia romantica diretta da Mike Nichols rimane evidente ancora oggi.
Divertente, ben recitato, con due personaggi femminili di grande impatto a trainare la baracca e due attrici innegabilmente magnifiche - nonché uno dei momenti di rivincita più soddisfacenti della storia del cinema quando Katharine (Weaver) non è in grado di spiegare che cosa abbia ispirato l'idea per il progetto - "Working Girl" è certamente uno dei titoli anni '80 più riusciti e ad oggi ancora attuali.
Film 250 - Una donna in carriera
Film 2127 - Working Girl
Cast: Melanie Griffith, Harrison Ford, Sigourney Weaver, Alec Baldwin, Joan Cusack, Zach Grenier, Oliver Platt, Kevin Spacey, Olympia Dukakis.
Box Office: $103 milioni
Vale o non vale: Sicuramente da vedere (e rivedere!). Un ottimo esempio di cinema leggero, ma con una solida idea alle spalle e un cast pazzesco.
Premi: Vincitore dell'Oscar per la Miglior canzone originale ("Let the River Run" di Carly Simon) su 6 nomination totali (Miglior film, regia, attrice protagonista per Griffith e attrici non protagoniste per Weaver e Cusack); 3 nomination ai BAFTA per Miglior attrice, attrice non protagonista (Weaver) e canzone originale; 4 Golden Globe vinti su 6 nomination (film, attrice protagonista per Griffith, attrice non protagonista per Weaver e canzone originale). 1 Grammy vinto per Best Song Written Specifically for a Motion Picture or Television.
Parola chiave: Agenda.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 1 maggio 2019

Film 1573 - Finding Dory

Intro: Dopo averlo visto la prima volta in italiano al cinema, ero curioso di recuperarlo in inglese (soprattutto per la gag con Licia Colò).
Film 1573: "Finding Dory" (2016) di Andrew Stanton
Visto: dal pc portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: lo ricordavo divertente, anche se leggermente meno riuscito dell'originale Nemo. Questo film totalmente dedicato alla leggendaria Dory è simpatico, bellissimo da guardare e con molte idee, anche se in effetti niente batte "Alla ricerca di Nemo". Come protagonista Dory funziona e non stanca - il rischio c'era - e anche solo per questo la scommessa di Pixar e Disney è stata certamente vinta. E' mancata, però, una nomination all'Oscar. Poco male, l'incasso è stato stratosferico.
Film 295 - Alla ricerca di Nemo
Film 1175 - Alla ricerca di Nemo
Film 1539 - Finding Nemo
Film 1227 - Alla ricerca di Dory
Film 1573 - Finding Dory
Cast: Ellen DeGeneres, Albert Brooks, Hayden Rolence, Ed O'Neill, Kaitlin Olson, Ty Burrell, Diane Keaton, Eugene Levy, Idris Elba, Dominic West, Andrew Stanton, Sigourney Weaver, Bill Hader, Kate McKinnon, Willem Dafoe, Allison Janney, Stephen Root.
Box Office: $1.029 miliardi
Vale o non vale: Simpatico e bellissimo da guardare, questo sequel/spin-off riflette perfettamente lo spirito del precedente, anche se non riesce a raggiungere lo stesso livello di perfezione. Film per tutta la famiglia, "Finding Dory" è assolutamente un'avventura perfetta per ogni occasione.
Premi: Candidato al BAFTA per il Miglior film d'animazione.
Parola chiave: Purple shells.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 17 aprile 2019

Film 1550 - The Village

Intro: Non lo rivedevo da una vita e mi era tornata voglia.
Film 1550: "The Village" (2004) di M. Night Shyamalan
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Fre
In sintesi: nonostante non sia un film perfetto sotto molti punti di vista, non riesco a non pensare che "The Village" sia geniale dal punto di vista della trama. Si sa che M. Night Shyamalan ha prodotto una serie di cagate pazzesche tra le quali "Lady in the Water" è sicuramente la peggiore, ma gli va riconosciuto che in quanto a colpi di scena il ragazzo ci sappia fare. Qui, nonostante il mistero sui mostri sia svelato abbastanza presto, riesce comunque a stupire lo spettatore con un finale per niente scontato e assolutamente perfetto. Al di là di questo, comunque, il film vede in Bryce Dallas Howard un'ottima protagonista e nel resto del cast (e che cast!) delle buone performance. In generale è un thriller travestito da horror che funziona bene la prima volta, ma perde in suspense nel momento in cui si sa dove la trama andrà a parare. Comunque non male.
Cast: Joaquin Phoenix, Adrien Brody, Bryce Dallas Howard, William Hurt, Sigourney Weaver, Brendan Gleeson, Cherry Jones, Celia Weston, Judy Greer, Michael Pitt, Jesse Eisenberg.
Box Office: $256.7 milioni
Vale o non vale: Sicuramente non un capolavoro, ma un film con un suo perché. Intrattiene bene ed è capace di sorprendere lo spettatore, tra atmosfere horror e un'incredibile protagonista non vedente che corre tra i boschi che neanche Usain Bolt.
Premi: Candidato all'Oscar per la colonna sonora di James Newton Howard.
Parola chiave: Scatola.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 4 maggio 2017

Film 1362 - A Monster Calls

Invitati all'apertura del Future Film Festival grazie a Marta e al Cinema Galliera, io e Poe non ci siamo lasciati scappare l'occasione di vedere questa pellicola in anteprima.
A Monster Calls

Film 1362: "A Monster Calls" (2016) di J.A. Bayona
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Poe
Pensieri: L'approccio a questa pellicola è stato di totale inconsapevolezza se escludiamo l'unico dettaglio a me conosciuto prima di entrare in sala, ovvero la presenza di Felicity Jones. La presentazione introduttiva di apertura all'evento ci fa scoprire qualche dettaglio in più, ma rimane il fatto che "A Monster Calls" è stato soprattutto una sorpresa.
In un festival che quest'anno punta tutto sui personaggi - più volte preferito l'inglese character -, pare abbastanza evidente che il mostro sia il motivo scatenante della presenza di questa storia addirittura prima di tutte le altre. Va detto che quest'ultimo risulta piuttosto d'impatto, fatto di rami ed effetti speciali, oltre che di una voce profonda e affascinante regalata da nientemeno che un Liam Neeson capace di rendere indimenticabile una performance catturata attraverso il mocap, ovvero il motion capture che, da una tuta e dei marcatori fissati su di essa e collegati a un computer, trasforma la recitazione in carne ed ossa in quella che qui è sotto forma di arbusto abnorme.
L'elemento mostruoso è certamente uno di quelli che colpisce di più relativamente a questo film, ma non solo. Ci sono la difficoltà dell'affrontare una malattia che non recede e, sorpresa non da poco, un giovane protagonista davvero capace. Su Lewis MacDougall ci si deve un attimo soffermare. Il 14enne scozzese, qui alla sua prima esperienza da protagonista, è un ragazzo né già uomo né tuttavia bambino (per dirla con la storia) con alcuni problemi a relazionarsi con gli altri, sofferente pe la malattia della madre e la lontananza di un padre risposato in America. La performance di MacDougall è intensa e credibile, sfaccettata e ricca di sfumature, neanche parlassimo di un consumato signore del mestiere. A lui sicuramente il merito di trainare un prodotto altrimenti francamente un po' lento, a volte quasi piatto.
Non fosse per la malattia della mamma (una brava Felicity Jones), per le storie e le belle illustrazioni che le animano o per gli elementi già citati, "7 Minuti dopo la Mezzanotte" (questo il titolo italiano) risulterebbe un tantino statico. La colonna sonora c'è, ma non sempre si nota, i personaggi di Conor e la nonna a volte si faticano a comprendere e per la maggior parte del tempo si vaga nella storia in attesa di una spiegazione che metta assieme i vari pezzi del puzzle, il tutto per 2 ore di pellicola a cui forse una sforbiciatina qua e là non avrebbe guastato. Il risultato finale non è male, quello no, ma forse considerate le premesse mi sarei aspettato un prodotto leggermente più dinamico, addirittura meno introspettivo.
Rimane incerta, tra l'altro, l'interpretazione del finale: anche la madre finirà per vedere il mostro, ma sarà perché lo aveva già visto o perché è una sorta di proiezione della figura del padre (me lo chiedo perché Neeson appare in una foto di famiglia, facendo capire che è il nonno di Conor)? E poi perché appare il mostro? Il ragazzo lo crea, si capisce dalla storia, ma allora come mai la donna finirà per vederlo?
Insomma, non è proprio tutto chiaro relativamente a questa pellicola che è tratta dall'omonimo romanzo di Patrick Ness. Il risultato finale è tecnicamente molto elevato, gli effetti speciali sono ben fatti e credibili e la scelta del cast mi è sembrata particolarmente felice; dal punto di vista del racconto e della sua resa per il grande schermo, forse avrei preferito un approccio più incisivo che riuscisse a trascinare anche lo spettatore inconsapevole del fatto che, iniziato il film, si sarebbe trovato di fronte ad una storia non facile, un percorso di formazione atipico e a tratti disperato, un'esperienza umana complessa e carica di emotività, un viaggio pesante verso un epilogo inevitabile, oltre che la maturità dei propri personaggi. Insomma, "A Monster Calls" mette sul piatto non pochi elementi complicati da gestire ed esporre e ne esce vincitore per i toni, un po' meno per i modi (cinematografici). Credo che il suo più grande pregio sia quello di saper comunicare in maniera perfetta la singolarità e peculiarità dell'essere umano, delle contraddizioni che lo caratterizzano e, neanche a dirlo, dell'umanità che ne sta alla base. Non mi sarei mai aspettato un budget tanto alto (43 milioni di dollari) per una storia tanto difficile da vendere. Il box-office non è stato clemente, anche se forse questo titolo qualche chance in più se la meritava.
Cast: Lewis MacDougall, Sigourney Weaver, Felicity Jones, Toby Kebbell, Liam Neeson, Geraldine Chaplin.
Box Office: $43.4 milioni
Consigli: Una storia per nulla facile, un protagonista con i problemi tipici dei ragazzi di oggi oltre che quelli stabilmente presenti dentro casa. A sbloccare la situazione ci penserà un mostro apparentemente cattivo, una sorta di Grillo parlante dalle dimensioni inconsuete che porterà il ragazzo al confronto con se stesso e la situazione che sta passando. Il risultato finale è di qualità, anche se a volte si ha la sensazione che niente stia procedendo. Il finale è assolutamente di impatto e dovrebbe ripagare anche chi, nel caso, non dovesse apprezzare i toni un po' sommessi della prima parte. Di sicuro non è un titolo da scegliere per un'occasione spensierata.
Parola chiave: 00:07.

Se ti interessa/ti è piaciuto

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 31 gennaio 2017

Film 1291 - Avatar

Ultimo film del 2016!

Film 1291: "Avatar" (2016) di James Cameron
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Era qualche anno che non rivedevo questa pellicola e il fatto che Poe per un motivo o per un altro non fosse mai riuscito a vederla è stata la spinta giusta per recuperarlo.
Anche se alla fine la storia, come ormai ho già detto mille volte, sa di già visto, il risultato finale è comunque qualcosa di spettacolare che, a mio avviso, ad oggi non è riuscito a trovare molti avversari con cui competere. Parlo più che altro dell'aspetto visivo, perché checché se ne dica, "Avatar" rimane una delle più entusiasmanti pellicole da vedere e rivedere prodotte fino ad ora.
Ps. 3 premi oscar: Migliori effetti speciali, scenografie e fotografia (dell'italiano Mauro Fiore).
Film 62 - Avatar
Film 68 - Avatar (3D)
Film 312 - Avatar
Film 604 - Avatar
Film 1291 - Avatar
Film 2155 - Avatar: The Way of Water
Cast: Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang, Michelle Rodriguez, Sigourney Weaver, Giovanni Ribisi, Joel David Moore, CCH Pounder.
Box Office: $2.788 miliardi
Consigli: Tecnicamente all'avanguardia, coloratissimo e certamente fantasioso nel creare un mondo inventato basato su un messaggio molto semplice: la convivenza rispettosa fra tutti gli elementi. Sicuramente una bella avventura, un mega blockbuster e una storia che ripercorre il lungo antagonismo tra uomo e natura alla ricerca di un tesoro da accaparrarsi, il tutto in un mix lunghissimo che però non stanca. Non una scelta buona per ogni serata, sicuramente un intrattenimento capace di affascinare per molteplici ragioni. In attesa dei prossimi sequel (se Cameron mai si degnerà...).
Parola chiave: Na'vi.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 10 gennaio 2017

Film 1278 - Copycat - Omicidi in serie

Ogni tanto mi piace immergermi nelle atmosfere di un thriller anni '80 o '90. Così spulcio gli archivi di Netflix o Sky Go alla ricerca di qualcosa che possa fare al caso mio. E' così che ho trovato questa pellicola di cui non conoscevo assolutamente l'esistenza.

Film 1278: "Copycat - Omicidi in serie" (1995) di Jon Amiel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Diciamo pure che "Copycat" è un film così così che beneficia di un'ottima protagonista ma perde colpi quando si tratta di veicolare ansie e paure del suo personaggio. Non so se sia per l'ambientazione così "90s high tech" o per l'orrore fatto con il trucco di Harry Connick Jr., di fatto buona parte degli snodi da genere thriller si sono persi, per me, in questa miscela micidiale di bruttezza e tecnologia prepuberale.
Poi, anche volendo escluderli, il risultato finale rimane tendenzialmente invariato: questo film è un prodotto non sufficiente ad emergere dal marasma di titoli legati al genere che più o meno spingono sugli stessi elementi e propongono serial killer che replicano vecchi delitti, uomini ossessionati da donne forti e respingenti, pazzi maniaci che uccidono per il gusto di farlo. Per non parlare dei poliziotti tutti d'un pezzo che cercano di fare la cosa giusta e poi si accorgono che la vita è anche sporcarsi le mani e andare contro le proprie convinzioni. Non c'è nulla di male a riproporre una formula che, di fatto, è ciò che la sceneggiatura fa con il pubblico: prende ad esempio altre pellicole e ne replica alcune caratteristiche chiave cambiando solo sfondo e attori. Il risultato piacerà più o meno degli altri predecessori e quelli successivi, in ogni caso "Copycat - Omicidi in serie" può essere solo un passatempo per una serata, ma sicuramente niente di incisivo o memorabile, per quanto si sforzi con i suoi colpi di scena e svolte malate o deviate a tentare di sconvolgere chi guarda. Non so nel '95, ma di sicuro oggi non funziona.
Cast: Sigourney Weaver, Holly Hunter, Dermot Mulroney, William McNamara, Will Patton, John Rothman, J. E. Freeman, Harry Connick, Jr..
Box Office: $32,051,917 (solo America)
Consigli: Elementi thriller, una protagonista testarda e castrante, due pazzi assassini e un paio di poliziotti che fanno quello che possono in un'atmosfera anni '90 che a dirla tutta mi ha ricordato più che altro il finire degli '80; l'assetto tecnologico spinto probabilmente doveva essere quel non plus ultra da orgasmo nerd. "Copycat" è un film mainstream travestito da thriller disturbante che, forse visto il tempo trascorso, oggi non fa granché stupore. La Weaver è sempre una grande protagonista - anche se le rifilano sempre la donna forte - e francamente il personaggio di Holly Hunter non l'ho granché capito, in ogni caso si tratta di due brave attrici qui un po' sacrificate. Diciamo che si tratta di una pellicola buona per una serata con qualche tentativo di brivido in più e quel retrogusto vintage che ogni tanto ci sta.
Parola chiave: Agorafobia.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

sabato 23 maggio 2015

Film 921 - Humandroid

Grande cast, intelligenza robotica, le promesse di uno sci-fi a tinte thriller: il titolo perfetto per un sabato sera al cinema!

Film 921: "Humandroid" (2015) di Neill Blomkamp
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Neill Blomkamp è già la terza volta che mi frega. Sembra promettere grandi film, storie di distopici, terribili futuri in cui le macchine sono intrinsecamente legate allo sviluppo dell'uomo e della società tutta, strumenti di potere o, addirittura, intelligenze artificiali in grado di contrapporsi alla viltà di chi le ha generate. Premesse del genere non sono sempre facili da mantenere in una storia, eppure Blomkamp - la cui brevissima filmografia cinematografica annovera 3 titoli che, a parte questo, sono "District 9" ed "Elysium" - ci prova tutte le volte e tutte le volte fallisce. In questo caso specifico, il fallimento è il classico buco nell'acqua.
"Chappie" - questo il titolo originale del film, nonché nome del protagonista robotico - è un bruttissimo titolo, volgare e chiassoso, francamente molto poco interessante e con poche idee da mostrare. Per non parlare del fatto che, con un cast composto da Dev Patel, Hugh Jackman e Sigourney Weaver, la storia si concentra sui due assurdi personaggi confezionati ad hoc per i frontman dei sudafricani Die Antwoord, Ninja (al secolo Watkin Tudor Jones) e Yo-Landi Visser. Dove inizialmente l'idea di concedere loro molto spazio all'interno della storia poteva sembrare interessante, col passare del tempo se ne comprende il gigantesco limite: oltre a non essere personaggi particolarmente interessanti (sono strani, atipici e meno conosciuti al grande pubblico), l'insieme di novità che portano si esaurisce ben presto a causa delll'evidente bidimensionalità dei loro personaggi-fotocopia dei rispettivi alter ego nel gruppo musicale.
Inoltre la storia, molto caotica, parte dall'interessante (anche se già vista) questione dell'intelligenza artificiale per andare a sbandare e perdersi all'interno di un sottogenere "gangsta" che cozza con ciò che ci si sarebbe aspettati dalla storia. Il che delude e rompe non poco le scatole. Peccato, perché se il film si fosse concentrato di più sul mostrare le evoluzioni mentali di Chappie, gli stadi del suo apprendimento (anche in negativo: l'idea di mostrare cosa accade al robot nelle mani dei tre criminali ha anche un suo perché) e le possibili conseguenze di dover "educare" un robot la cui capacità intellettiva è potenzialmente illimitata ma che al momento della sua creazione è plasmabile al pari della mente umana, forse il risultato finale non sarebbe stato così insoddisfacente, sconclusionato e brutto. Una gran perdita di tempo.
Box Office: $94.8 milioni
Consigli: La storia sembrerebbe promettere bene, ma prende un'inaspettata piega action che francamente non ci sta. Chiassoso, volgare, con uno Hugh Jackman sprecato e dal parrucchino imbarazzante (per non parlare del suo guardaroba), con un pessimo product placement (Vodafone, tutta intorno a te letteralmente) e un risultato finale insoddisfacente. Peccato, le carte in regola sembrava averle. Personalmente non lo rivedrei per nessun motivo, anche se mi rendo conto che il trailer sia capace di incuriosire e creare interesse, per cui se volete proprio vederlo fatelo, ma non dite che non vi avevo avvertito.
Parola chiave: Robot senziente.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 25 febbraio 2015

Film 882 - Exodus - Dei e re

Impaziente di vederlo, curiosissimo di scoprirne il risultato.

Film 882: "Exodus - Dei e re" (2014) di Ridley Scott
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Erika
Pensieri: Ridley Scott ci riprova e torna al genere epico in costume cercando di bissare il successo clamoroso de "Il gladiatore", senza di fatto riuscirci.
Innanzitutto sceglie un protagonista atipico per questo genere, un Batman teoricamente egiziano e di fatto israelita che un po' cozza per lineamenti ed etnia, ma facciamo finta di niente e guardiamo al più credibile Joel Edgerton, sorprendentemente in parte nell'interpretare l'iracondo re egiziano Ramses.
Dopo la profezia che li metterà uno contro l'altro, Mosé/Batman si porrà - prima riluttante - alla guida dello stesso popolo che egli stesso aveva tirannizato e si riprometterà di sottrarlo alla schiavitù egiziana. Missione di per sé non facile, ma come tutti sappiamo ha dalla sua il vero Dio, il che aiuta un tantino.
A niente servono, quindi, i tentativi di Ramses di ribaltare la sorte in suo favore, le piaghe d'Egitto si abbatteranno sul suo regno fino a togliergli l'amato primogenito finendo, così, per muovere guerra a colui che si è fatto voce e braccio di Dio e, soprattutto, al suo popolo di esuli. La divisione delle acque del Mar Rosso è l'episodio rappresentativo per eccellenza di questa vicenda e, naturalmente, non poteva che essere incluso nel pacchetto.
Se quest'ultimo è la buona ricompensa che soddisfa lo spettatore dopo innumerevoli ore di visione (il film dura 150 minuti), in generale non si può dire che la soddisfazione sia una di quelle emozioni che provi all'uscita dalla sala. "Exodus - Dei e re" è un film tecnicamente curato e per certi aspetti avrebbe tutte le carte in regola per essere un peplum in chiave odierna riuscito e di sano intrattenimento, eppure fallisce nell'intavolare una storia che avrebbe necessitato di più contestualizzazione e consequenziale linearità. Spesso, infatti, si ha la sensazione che manchi qualcosa, che si sia saltati da un punto all'altro della vicenda senza che la produzione si sia presa il disturbo di mettere in scena tutti quegli elementi necessari che avrebbero reso il passaggio meno meccanico. Insomma, si danno per scontate troppe cose. E già questo tronca la magia.
In più, aggiungo io, questo approccio iperrealistico di una vicenda biblica mi ha fatto un po' ridere, più che altro perchè cercare il realismo in una storia in cui Dio separa le acque, tramuta l'acqua in sangue, fa piovere grandine sulle Piramidi, ecc ecc mi pare strida leggermente. Non dico che dovesse essere una favola, per carità, però liberarsi di un po' di quella rigorosa ricerca della plausibilità là dove il plausibile è soppiantato dall'incredibile mi fa pensare avrebbe regalato più tempo per gestire meglio altre questioni. Una su tutte la metamorfosi del pensiero di Mosè/Christian Bale/Batman, che prima è pro Egitto e poi è pro israeliti. Insomma, dal suo punto di vista le questioni in ballo erano tante: ha venerato falsi dèi, ha perso il "fratello", ha una totalmente nuova identità (sia personale che spaziale) e deve fare i conti con anni di disinteresse relativamente alla schiavitù di quella che ora è la sua gente. Tutte queste mastodontiche considerazioni qui sono trattate con una velocità sconfortante, come un voltare pagina che è proprio da concepirsi nel senso letterale: giro il foglio e sono nuovo.
Ed è qui che per me "Exodus: Gods and Kings" fallisce la sua impresa, perché non serviva citare la Bibbia per mettere in piedi una storia action-fantasy, bastava crearne una nuova e ci si risparmiava la fatica di dover rivedere in maniera contemporanea il libro dell'Esodo e, forse ancora di più, il confronto con il cult del '56 "I dieci comandamenti".
Insomma, diciamo che senza pretesa alcuna il film funziona abbastanza e regala buoni momenti spettacolari grazie all'abbondanza di effetti speciali. Uscendo dal disincanto, questa pellicola si dimostra un blockbuster insipido che spreca il suo potenziale (budget, cast - ma che senso ha avere Sigourney Weaver e usarla per due scene? -, ricchezza della storia) per realizzare un prodotto mediocre che spinge a tavoletta sull'azione dimenticatosi totalmente della dimensione spirituale ed umana che una vicenda come questa dovrebbe avere.
Box Office: $265.4 milioni
Consigli: Il film tenta di accontentare sia chi ama le pellicole commerciali che coloro che preferiscono storie con qualcosa in più da dire. Ridley Scott punta nientemeno che sulla Bibbia e ci ricama sopra tentando di riportarci alle atmosfere epiche che furono de "Il gladiatore", giocando non al meglio le sue carte. Cast ricchissimo (Christian Bale, Joel Edgerton, John Turturro, Aaron Paul, Ben Mendelsohn, Sigourney Weaver, Ben Kingsley), budget faraonico (d'altronde...), storia dai numerosi snodi epici (piaghe d'Egitto, divisione delle acque, scrittura delle Tavole della Legge), eppure nulla di tutto questo riesce a regalare al film e allo spettatore la spettacolarità che si meriterebbero. Questo "Exodus - Dei e re" è, insomma, un tentativo riuscito solo a metà, buono per essere fruito senza alcuna pretesa di contenuti maturi, utile allo svago e funzionale a una serata al vago sapore biblico, ma più che altro a tinte action.
Parola chiave: Schiavitù.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 30 maggio 2014

Film 722 - Baby Mama

Visto in occasione del compleanno di Tina Fey domenica 18 maggio.

Film 722: "Baby Mama" (2008) di Michael McCullers
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Tina Fey + Amy Poehler sono una coppia esplosiva e lo hanno dimostrato negli anni servendo sotto lo stesso fuoco mediatico in non poche occasioni oltre questa ("Saturday Night Live" e due conduzioni dei Golden Globes e una, la prossima, che deve ancora arrivare). Qui, cinte dai meccanismi della commedia americana, funzionano bene, anche se non al loro meglio.
La sceneggiatura, per quanto divertente, non è all'altezza di quel capolavoro del suo genere che è "Mean Girls" - non a caso scritto dalle Fey - e i momenti divertenti sono per la maggior parte concentrati nella prima parte del film. Niente di veramente innovativo, a dire il vero, ma le due attrici sono in grado di far vivere le battute e le situazioni al limite dell'assurdo grazie alla loro comicità fisica ed espressiva.
Tutto ruota intorno a questa strana coppia dove la Fey è la signora single impostata, benestante e in cerca della chance di avere un figlio e la Poehler diviene colei che sarà in grado di darglielo affittandole l'utero. L'estrazione sociale diversissima, i caratteri opposti e i personaggi di contorno stralunati saranno gli elementi che porteranno le due ad avere non pochi diverbi... per cominciare!
Insomma, questo "Baby Mama" è un prodotto commerciale carino e spensierato che si può vedere in assoluta tranquillità facendosi due risate e riflettendo su quel vastissimo argomento che è il diventare genitori (e su quanto dovrebbe essere un diritto di tutti).
Ps. Presenti nel cast anche Sigourney Weaver, Steve Martin, Greg Kinnear, Dax Shepard e Maura Tierney.
Box Office: $64,163,648
Consigli: Classica commedia americana degli equivoci e dall'happy ending facile, ma impreziosita dalla presenza di due delle attrici comiche più capaci della televisione americana, ovvero Tina Fey ("30 Rock") e Amy Poehler ("Parks and Recreation"). Si può vedere e digerire con estrema facilità (e nel mentre, ragionare al volo sulla questione dell'inseminazione artificiale o delle madri surrogato). Carino.
Parola chiave: Gravidanza.

Trailer

Bengi

lunedì 19 maggio 2014

Film 715 - WALL·E

Avevo comprato il dvd un sacco di tempo fa e avevo molta voglia di rivedere questo film!

Film 715: "WALL·E" (2008) di Andrew Stanton
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Ormai, praticamente, non me lo ricordavo più. Ricordavo che all'epoca della sua uscita, il film aveva avuto un successo pazzesco di critica e tutti ne parlavano così bene che era impossibile non desiderare vederlo. Tutto questa frenesia da "WALL·E" mi aveva naturalmente incuriosito e inevitabilmente lasciato insoddisfatto. Non che non mi fosse piaciuto, ma non mi aveva nemmeno sconvolto l'esistenza.
Rimasto con il tarlo del 'lo rivedrò', l'occasione si è ripresentata e l'ho colta al volo. Ho molto rivalutato questo film d'animazione e, anche se non è amore incondizionato come per altri film animati ("Aladdin", "La Sirenetta", "La Bella e la Bestia"), posso sinceramente dire che è un bellissimo esempio di cinema fatto con il computer.
Le idee, come spesso accade in casa Pixar, non mancano. Il robottino dal cuore d'oro (e nostalgico) che si innamora dell'irraggiungibile (e dal cuore 'green') EVE è un piacevolissima favola a tinte ecologiche in grado di risvegliare anche le coscenze più assopite riguardo il tema ambientale. Nella storia, infatti, la Terra è stata ormai abbandonata da 700 anni e gli umani, rifugiatisi nello spazio, sono ormai enormi smidollati in grado di rapportarsi gli uni agli altri solo attraverso la tecnologia. 6 anni dopo, seppure siamo ancora ancorati alla nostra gravità e possediamo una struttura ossea in grado di trasportarci, la questione della tecnologia che soppianta il rapporto con l'altro è assolutamente veritiera.
Sperando in una trama che non si verifichi essere troppo profetica, rimane comunque il fatto che "WALL·E" è un buon esempio di cinema d'animazione contemporaneo, capace di raccontare una fiaba, legarci un messaggio e incorniciare il tutto con grazia e un amore smodato per i particolari. Un film come questo, quasi muto per la maggior parte del tempo, è un prodotto che vive di immagini create ed evocate, in grado accendere ricordi e mettere in piedi una realtà tanto distante dalla nostra eppure ancora così vicina. Che cos'è, del resto, il tesoro di cianfrusaglie di WALL·E se non una macchina del tempo in grado di far sognare lui e divertire noi nonostante, in questa storia, ci sia capitato un tale futuro distopico? WALL·E e la sua compagnia sono la speranza nonché la diretta connessione con il 'noi' di oggi, ancora parzialmente in grado di guardarci negli occhi e renderci conto che siamo presenti.
Da questo punto di vista il messaggio veicolato da questa pellicola mi è molto piaciuto e, nonostante un lavoro di fiction molto spinto nel considerare il futuro della nostra specie, ho trovato molto interessante che si sia scelto un tema del genere per quello che, banalmente, viene definito un cartone animato. Evidentemente - e questo non è che un solo esempio - anche i semplici cartoni animati possono avere un'anima.
Box Office: $521,311,860
Consigli: 6 candidature all'Oscar e una statuetta vinta come Miglior film d'animazione. Una bella storia, un protagonista assolutamente adorabile e un risultato finale molto, molto carino.
Parola chiave: Pianta.

Trailer

Bengi

giovedì 24 ottobre 2013

Film 604 - Avatar

Ogni tanto lo riguardo...


Film 604: "Avatar" (2009) di James Cameron
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi (che dorme nel secondo tempo)
Pensieri: Per quanto la storia nei suoi macrotemi non brilli per originalità, certamente la messa in scena è e rimane potente. Visivamente accattivante e tecnologicamente all'avanguardia, "Avatar" 4 anni dopo è ancora un film che lascia a bocca aperta per quanto è ben realizzato.
I temi universali di amore interrazziale, natura, conflitto bene-male combinati al percorso di formazione dell'eroe Jake Sully funzionano tutte le volte e riescono a rendere "Avatar" facile da seguire e - merito degli effetti speciali - anche bello da guardare. Questa combinazione fa sì che non ci si stufi facilmente questa pellicola. James Cameron in quanto a creare un kolossal cinematografico ci sa fare!
Film 62 - Avatar
Film 68 - Avatar (3D)
Film 312 - Avatar
Film 604 - Avatar
Film 1291 - Avatar
Film 2155 - Avatar: The Way of Water
Consigli: Per una serata di svago è certo uno dei film più indicati. Un po' lungo, ma si segue con interesse in quasi tutte le sue parti.
Parola chiave: Toruk.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 7 dicembre 2012

Film 488 - Ancora tu!

Serata casalinga per combattere il gelo ormai arrivato. Ci voleva per forza un film da guardare!


Film 488: "Ancora tu!" (2010) di Andy Fickman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Jé
Pensieri: In cerca di una commediola senza pretese di testa o contenuti, ci siamo imbattuti nel divertente trailer di "You Again" che racconta la storia di una generazionale battaglia di popolarità pre e post liceale consumata durante l'organizzazione di un matrimonio. Già perchè la sposa al liceo vessava la sorella del futuro marito; stesso discorso per la madre di quest'ultimo con la zia della sposa stessa. Intricato da dire, ma sul grande schermo immediato.
Davvero niente di che se non una serie di gag da risata facile dietro l'altra, eppure il divertimento non è mancato. Vincono su tutte la mitica nonnia Betty White, sessuomane social network dipendende, e la fantastica wedding planner Kristin Chenoweth che più bislacca non si può.
Per il resto i personaggi sono piuttosto standard e l'ordine degli eventi è prevedibile, ma si sopravvive alla visione dei 105 minuti in compagnia, però, di un cast di tutto rispetto: da Kristen Bell ("Scream 4", "Burlesque", "Non mi scaricare") a Jamie Lee Curtis ("Halloween: La notte delle streghe", "Un pesce di nome Wanda") passando per Sigourney Weaver ("Una donna in carriera", "Avatar"), Victor Garber ("Alias", "Argo") e Odette Annable ("Dr. House - Medical Division").
Tutto sommato è un prodotto che mantiene le aspettative di disimpegno e e brio; certamente non si può dire che sia nulla di che e, anzi, come commedia ad alto potenziale d'incasso ha dimostrato di non funzionare granché: $32,005,248 guadagnati nel mondo a fronte di una spesa di 20 milioni.
Se posso essere sincero credo che principalmente la cosa si debba alla poca affermazione della Bell che, nonostante i numerosi tentativi di lancio nel mondo del cinema dopo la fortuna in tv con "Veronica Mars", non è mai riuscita ad avere un film che facesse il botto al box office.
Comunque, a parte questo, "Ancora tu!" non è niente di malvagio.
Consigli: Per una serata tra amici all'insegna della risata leggera. Da non perdere il finale: la storia si ripete!
Parola chiave: Popolarità.

Trailer

Ric

lunedì 24 settembre 2012

Film 454 - Prometheus

Non vedevo l'ora di vederlo!


Film 454: "Prometheus" (2012) di Ridley Scott
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese, italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Quando sono stato a Londra a giugno, i cartelloni di "Prometheus" spopolavano per le strade cittadine gridando ad un successo assicurato che, immancabile, è arrivato.
Se questo prequel della saga di "Alien" è anche il più remunerativo ($398 milioni di incasso), non si può dire che sia al contempo il più bello.
Visivamente certamente più riuscito dei suoi quattro predecessori - ricordiamoci, però, che il primo "Alien" è del 1979! - a livello di trama devo confessare che mi aspettassi davvero qualcosa di molto diverso, per non dire spettacolare.
Dove sono i colpi di scena? Perchè tantissime domande non trovano risposta? E quanto si collega davvero questa pellicola con quella che, a livello temporale, rappresenta il capostipite della saga? Vero che è già previsto un "Prometheus 2", ma mi aspettavo sinceramente che in questa pellicola avrei trovato le chiare spiegazioni della genesi dei mostruosi alieni.
I grandi pregi di un prodotto come questo, comunque, sono di certo di natura tecnica. Bellissima fotografia e un ambiente non terrestre ricreato alla perfezione grazie alle azzeccate scenografie e agli immancabili effetti speciali. Il futuro prossimo - siamo nel 2089 - è ricreato in maniera molto affascinante e si riconosce l'occhio visionario del Ridley Scott dei bei tempi di "Blade Runner".
Peccato che, però, in questa cornice si inserisca un lavoro troppo superficiale su personaggi e trama. Oltre a non accadere granché per buona parte del film, anche quando si giunge alla vera azione, ci si accorge che, in fin dei conti, niente dei fantastici momenti di panico e suspense che ci regalavano i precedenti capitoli è paragonabile alle vicende narrate in "Prometheus". Anche colpa, purtroppo, dei personaggi principali piuttosto piatti e privi di appeal. A parte un Michael Fassbender robotico doppiogiochista (di un'antipatia infinita, pari solo a quella del personaggio di Charlize Theron), non salvo nessuno degli altri personaggi. Se Noomi Rapace è secondo me un'attrice capace di sostenere il peso di una produzione come questa, non lo è il suo personaggio Elizabeth Shaw (molte somiglianze con la Ellen Ripley di Sigourney Weaver, tra l'altro), troppo debolmente trasparente per poter risaltare su uno sfodno interspaziale capace di inglobare qualunque cosa non sia capace di brillare di luce propria. Stesso discorso per il suo compagno Charlie Holloway (interpretato da Logan Marshall-Green).
Ma, se devo incoronare il peggiore dei personaggi, non posso che pensare al vecchio senza scrupoli Peter Weyland, in cerca della cura per salvarsi la vita. Oltre al fatto che non mi è chiaro il perchè di tanta speranza riposta in alieni supposti creatori della specie umana (si sono estinti anche loro, che cosa ti aspetti di scoprire?!), mi pare ancora più assurdo che si sia scelto di dare la parte ad un attore come Guy Pearce (45 anni) che, non essendo particolarmente riconosciuto dal grande pubblico, fatica già nell'essere identificato e qui, per di più, è invecchiato dal trucco tanto da non essere nemmeno vagamente identificabile. Chiaro che lo scopo non è dare una parte per accrescere la fama. Io mi chiedo solo perchè sceglierlo quando una miriade di attori dell'età giusta sarebbero stati perfetti per interpretare il ruolo, senza usufruire di un make-up piuttosto brutto e inutile.
Miei dubbi a parte, direi che questa pellicola mi ha deluso principalmente per il fatto che, da fan di "Alien", mi aspettavo di trovarmi di fronte ad una sorta di 'padre' della mitica saga. Forse, con il secondo capitolo completato, sarà più individuabile la linea adottata dagli sceneggiatori Jon Spaihts e Damon Lindelof e niente esclude che non possa rivalutare questo primo prodotto. Fino ad allora, però, devo ammettere che le mie speranze sono state disattese. Peccato.
Film 2307 - Alien: Romulus
Film 454 - Prometheus
Film 1401 - Alien: Covenant
Consigli: Chiaramente sarebbe preferibile ripassare tutta la saga d'origine. In mancanza di tempo/voglia, è comunque una pellicola che si lascia guarda e (abbastanza) capire per un appuntamento al cinema senza impegno.
Parola chiave: Gravidanza.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 20 settembre 2012

Film 453 - Quella casa nel bosco

Lo streaming me lo proponeva e, tempo fa, mi era stato detto che era certamente un film originale... Potevo astenermi dal guardarlo?


Film 453: "Quella casa nel bosco" (2011) di Drew Goddard
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: "Quella casa nel bosco" è una pellicola certamente insolita, difficile da incasellare in un sistema rigido di generi filmici. Perfino Wikipedia inglese lo definisce in maniera interessante: '"The Cabin in the Woods" is a 2012 American comedy horror film'. Ora, parliamone: commedia e horror assieme? Non sono molto d'accordo...
Innanzitutto non ho riso molto durante la visione, quindi non capisco dove gli americani abbiano colto tanta ironia. Secondo, anche definirlo dell'orrore mi pare un attimo vago. Non tanto perchè non lo sia, ma perchè non lo è del tutto. E' più horror fantascientifico. Ma comunque mi risulta difficile da inquadrare.
Tanti generi mixati, una storia che credi procederà nel solito modo e, invece, non finisce mai di evolversi in qualcos'altro, un finale che ti lascia perplesso. Devo dire che, tutto sommato, ho apprezzato lo sforzo di non omologazione degli sceneggiatori Joss Whedon (responsabile del successone di "The Avengers") e Drew Goddard, ma nel complesso non posso dirmi totalmente favorevole riguardo a questo lavoro.
I presupposti non sarebbero sbagliati - un gran carnet di personaggi da paura che si predispongono alla battaglia epica del tutti contro tutti - ma nel finale mi pare si perda un po' di vista il progetto, con un caos regnante poco chiaro che tende ad una conclusione chiassosa e frettolosa.
Insomma, direi che qui il pregio più evidente è quello di essere un prodotto che, per una volta, non è esattamente conforme all'idea originale che parrebbero comunicarti locandina, trailer e la definizione del genere. Ma, nel complesso, non tutto funziona a dovere.
Nel cast la protagonista è la verginella Kristen Connolly (chi?), ma tra i volti noti c'è il Chris Hemsworth che impersona "Thor" (sì, anche "The Avengers"...), Jesse Williams (da "Grey's Anatomy"), Bradley Whitford ("Studio 60 on the Sunset Strip", "The West Wing" e "Scent of a Woman - Profumo di donna") e il candidato all'Oscar Richard Jenkins ("L'ospite inatteso", "Mangia Prega Ama").
Ps. Cameo a sopresa sul finale di una grandissima attrice! Inaspettato e molto gradito. Pps. $65,902,967 di incasso mondiale.
Consigli: I fan degli horror potrebbero tentare di sorprendersi con la trama di questo film. Non è niente di che, ma si lascia comunqeu guardare. Provare per credere.
Parola chiave: Antichi.

Trailer

BB

martedì 24 gennaio 2012

Film 358 - Paul

Quasi fuori dalla malattia, in compagnia di Licia, uno dei nostri tanto piacevoli ritrovi cena + film!


Film 358: "Paul" (2011) di Greg Mottola
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Non ero molto interessato a questa pellicola, ma tra le proposte della serata era la più interessante. In effetti, a sorpresa, si è rivelato un prodotto divertente e azzeccato, buonissimo per una serata in compagnia.
Il duo comico inglese Simon Pegg e Nick Frost, dopo alcune collaborazioni precedenti ("L'alba dei morti dementi", "Hot Fuzz"), sbraca in suolo americano con un nerd movie che strappa ben più di una risata.
L'alieno Paul è sfacciato e grezzo, certamente non conforme all'immaginario extraterrestre costituitosi grazie alla storia del cinema.
In Italia doppiato dal non idoneo Elio (di Elio e le Storie Tese) in lingua originale ha, invece, beneficiato del fascino ruvido della voce di Seth Rogen ("The Green Hornet", "Molto incinta"). Le due scelte non sembrano seguire la stessa logica, ma si sa che da noi vale più che altro il tentativo di profitto a tutti i costi.
La pellicola, comunque, di per sé è piacevole e spiritosa, mescola benissimo la comicità con un pizzico di avventura in salsa Men in Black e regala certi camei di alto livello: Sigourney Weaver, Blythe Danner e Jane Lynch in parti molto piccole, Jason Bateman e Kristen Wiig in ruoli secondari. Tutti sono adatti alle loro parti (W Sigourney!).
Insomma, il tutto mi è piaciuto, ha segnato una serata davvero piacevole e - nota personale - ha accompagnato un momento molto importante del mio recente presente.
Consigli: Spensierato e senza pretese, figlio di una comicità ben scritta (i due attori protagonisti Simon Pegg e Nick Frost sono anche gli sceneggiatori) è un ottimo prodotto per una serata in compagnia o pr un momento in cui si necessiti un passatempo che metta di buon umore. Lo rivedrei.
Parola chiave: Comic-Con.

Trailer

Ric

venerdì 14 ottobre 2011

Film 312 - Avatar

Comprato il dvd a Trastevere, non ho perso tempo a rivedere quello che è stato il caso cinematografico del 2010.


Film 312: "Avatar" (2009) di James Cameron
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Dopo le due visioni al cinema con e senza 3D, ricordavo principalmente un certo piacevole, accurato lavoro su immagini e colori, ma dovevo schiarirmi le idee sul resto dell’opera.
Idee chiarite: dietro un’accattivante lavoro di effetti speciali, animation capture, colori sgargianti e incassi da capogiro, “Avatar” nasconte un vuoto cosmico causato dalla sceneggiatura lunga, ma per nulla innovativa. La formula è la stessa del “Titanic”: belloccio + ragazza sfigata/diversa/di estrazione sociale completamente differente + amore controcorrente (lei è già promessa a qualcun’altro) + catastrofici eventi + una spalla femminile sbruffona e anticonformista (qui Sigourney Weaver, in mezzo al mare Kathy Bates) + canzone finale strappalacrime interpretata da cantante con voce potentissima (qui Leona Lewis, in nave Céline Dion) = pellicola di enorme successo firmata da James Cameron.
Non c’è un elemento innovativo che non sia una voce tecnica e, nonostante la spettacolarità delle immagini proposte, alla terza visione, questo deficit si fa sentire. E’ un film interessante e visivamente potente, ma debole nel presentare la storia della moderna “Pocahontas” con chiavetta USB alla fine della treccia.
Innovativo solo a metà.
Film 62 - Avatar
Film 68 - Avatar (3D)
Film 312 - Avatar
Film 604 - Avatar
Film 1291 - Avatar
Film 2155 - Avatar: The Way of Water
Consigli: Meglio possedere il dolby surround e una buona risoluzione video!
Parola chiave: Eywa.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

domenica 8 maggio 2011

Film 250 - Una donna in carriera

Cena del martedì al sapore 'storico' degli anni '80. Un tuffo nella lacca...


Film 250: "Una donna in carriera" (1988) di Mike Nichols
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea, Michele, Andrea Puffo, Marco C., Gianpaolo, Diego
Pensieri: Questo film è una benedizione. Ha il non facile compito di divertire e piacere, di trasportare una generazione negli occhi di una nuova, di far ridere e sognare. E ci riesce.
"Working Girl" (titolo originale) è talmente anni '80 che a confronto "Senti chi parla" è un film sobrio, ma ha davvero una marcia in più! Sarà la segretaria svitata (e stra-cotonata) Cyn/Joan Cusack oppure la formula da "Wall Street" al femminile (e più comprensibile) oppure ancora la favolosa rivincita finale di Tess McGill/Melanie Griffith su Katharine Parker/Sigourney Weaver, di fatto, questa è una pellicola davvero spassosissima.
Le pecche ci sono, in effetti, ma si riesce a sorvolare sul pessimo doppiaggio (alla Griffith appioppata una voce antipatica e troppo poco civetta), o la scontatezza di certi passaggi (ma non dimentichiamo che è del 1988!) perchè il risultato finale lascia con un grande sorriso sulle labbra.
La storia è semplice: Tess è una segretaria furba e attenta con desiderio di scalare il mondo del lavoro. Quando viene affidata alla giovane e autocelebrativa Katharine, che però si rompe subito una gamba sciando, nasce lo spunto per l'equivoco: Tess, spacciandosi per la sua capa, cerca di fare affermare una sua idea che la stessa Katharine sta tentando di rubarle. Nel mezzo ci si metterà anche l'amore, ovviamente (Jack Trainer/Harrison Ford i cui addominali vengo applauditi dalle segretarie).
Frizzante e divertente, orrendo per la moda, catastrofico per le acconciature, ma per tutto questo davvero perfetto per una serata tra amici tra un buon film e molte risate. Tra l'altro tantissime sono le star in ruoli secondari: Alec Baldwin, Oliver Platt, Kevin Spacey, Olympia Dukakis.
Un classico, davvero.
Ps. 6 nomination agli Oscar dell'89 (tra cui miglior film, regia, e le tre attrici Griffith, Weaver e Cusack) e 1 statuetta vinta per la miglior canzone originale "Let the River Run" di Carly Simon oltre che ben 4 Golden Globes assegnati a film, canzone, Griffith e Weaver.
Consigli: Non sottovalutare questa commedia! Oltre che divertente e spiritosa, è davvero ben realizzata. E, a suo modo, presenta uno spaccato tangibile dell'America anni '80. Interessante.
Parola chiave: Radio.

Trailer

Ric

venerdì 29 gennaio 2010

Film 68 - Avatar (3D)

Per la prima pellicola in 3D di questo blog ho scelto di testare il film dei record e di vederlo, quindi, un'altra volta!


Film 68: "Avatar" (2009) di James Cameron
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Papà
Pensieri: La domanda, a questo punto è: sarà poi vero che il 3D aggiunge qualcosa all'esperienza cinematografica che il 2D non può offrire? E se sì, è necessario che ogni film comprenda la terza dimensione?
Nel mio piccolo, e temo sarò sempre legato a questa visione, il 3D non aggiunge niente di che alla bellezza o spettacolarità di un film. Certo, ammetto che la trovata sia affascinante, ma nei termini in cui possiamo fruirne ora non credo di ritrovarmici appieno. Innanzitutto ci terrei a far notare che certi tipi di occhialini hanno la montatura talmente larga che con la coda dell'occhio non riesci nemmeno a vedere il tuo vicino di posto. Poi, da non sottovalutare, la vista si stanca più in fretta. Un polpettone come "Avatar" richiede quasi 3 ore filate di occhiale 3D con non pochi disturbi per chi non è abituato a vederci tramite lente. Il mio personalissimo metodo di visione in questi casi prevede le stanghette posizionate, invece che dietro le orecchie, un poco più in alto sulla testa in modo da tenere l'occhiale un po' in sospensione e non caricare tutto il peso sul naso. Lo so che sembra stupido, ma per chi non c'è abituato è davvero strano... Finchè non troveranno un metodo più consono (e monetariamente abbordabile) per la fruizione del 3D, temo mi toccherà adottare questa tecnica. In ogni caso lancio il mio suggerimento: quando si è parlato di rivoluzione del 3D e di aggiornamento delle sale, a cui è corrisposto un costo più elevato del biglietto per sostenere le spese della nuova visione, io mi aspettavo una vera tecnologia all'avanguardia, non lo stesso occhiale che usavo da bambino per vedere le figurine in 3D, solo con lenti diverse... Quindi, perchè non installare nei cinema un'enorme lente trasparente per il 3D che copra lo schermo della proiezione? Nessuno userebbe più gli occhialini e, soprattutto, i 10-11 euro richiesti avrebbero quantomeno un senso. Che la mia idea sia irrealizzabile? Non lo so, sinceramente.
Ma ora entriamo nel merito di questo film. C'è bisogno del 3D per vederlo? No. A differenza degli altri 2 che avevo precedentemente visto in tre dimensioni ("Mostri contro Alieni" e "L'era glaciale 3 - L'alba dei dinosauri"), qui non mi pare ci sia stato un vero accorgimento ai fini della distribuzione in 3D. E' vero, ci sono sparatorie, lanci, voli, esplosioni... ma non è che con il 3D ci bruciamo la faccia, vediamo un proiettile sfiorarci o ci vengono le vertigini per l'altezza. Non so, forse il fastidio causatomi dagli occhiali ha spento un pochino di magia, però non ho sentito il brivido giù per la schiena vedendomi l'etichetta della maglietta di Sam Worthington in tre dimensioni (è un esempio serio, ho controllato - per caso - durante la visione). Cioè, se i miei 11 euro di biglietto servono a finanziare un'etichetta, mi spiace ma io passo. Anche perchè, diciamocelo, è più un vezzo che non una vera necessità questa esplosione globale del 3D. Io, personalmente, aspetto la vera rivoluzione del cinema. Che potrebbe anche essere vicina con il 3D, ma non nella forma in cui è adesso... Che me ne faccio, per esempio, di vedermi "Il dubbio" in 3D? O "Elizabeth: The Golden Age". In questi termini, a mio avviso, non si può parlare di rivoluzione perchè la tecnologia innovativa non è applicabile su tutti i fronti. O meglio, non è che non lo sia per problematiche tecniche, è solo che risulterebbe superfluo. Solo io la vedo così?
Film 62 - Avatar
Film 68 - Avatar (3D)
Film 312 - Avatar
Film 604 - Avatar
Film 1291 - Avatar
Film 2155 - Avatar: The Way of Water
Consigli: Bello anche senza il 3D. Risparmiatevi 10 euro...
Parola chiave: Eywa.



#HollywoodCiak
Bengi

martedì 19 gennaio 2010

Film 62 - Avatar

L'appuntamento era alle 18:45 al cinema Medusa, posti 14, 15 e 16 fila I sala 1: pronti ad effetti speciali e dolby surround!


Film 62: "Avatar" (2009) di James Cameron
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Ale, Alessia
Pensieri: Cosa si può dire su "Avatar" che non sia già stato detto da chiunque? Non so, tento l'impresa?
Parto, allora, parlando di cosa mi aspettassi. In linea con i miei gusti per la fruizione di una pellicola, non avevo alcuna idea riguardo alla storia. Sapevo chi erano gli attori (i principali: Sam Worthington, Zoe Saldana, Sigourney Weaver, Giovanni Ribisi e Michelle Rodriguez), ma come si combinassero i loro personaggi sullo schermo proprio non ne avevo idea. L'unica supposizione che avevo fatto riguardava le creature blu prigioniere in un enorme tubo di plastica pieno di liquido: pensavo fossero gli abitanti di Pandora riprodotti in laboratorio. Ecco, non sapevo altro.
Dunque cosa mi mancava per afferrare la storia? Praticamente tutto. Ecco, il mio primo consiglio è di vedere questo film senza avere la minima idea di cosa potrà accadere. Ovvio, chi legge qui un po' di idee se le farà, ma nel caso volesse approfondire vedendo il film, sconsiglio di continuare la lettura.
Un attimo di spiegazione è d'obbligo, il film dura 2h e 40', ne succedono di cose: Worthington/Jake Sully è un marines in sedia a rotelle che si avventura su Pandora, mondo fantastico situato di fronte alla Terra, perchè il suo gemello scienziato è morto e lui prende il suo posto per 'comandare' il suo avatar. Quest'ultimo è un ibrido tra umano e Na'Vi, gli indigeni di Pandora. A Sully è richiesto di studiare i Na'Vi ufficialmente, ufficiosamente di spiarli per cercare di far loro evacuare la zona in cui vivono. Perchè? Per soldi, ovvio. Sotto il loro Alberocasa giace un preziosissimo minerale per cui c'è molto interesse sulla Terra. Questo è il punto di partenza della storia a cui seguiranno innumerevoli avventure, l'amore e una rivoluzione.
Allora, ragioniamo un attimo. Dato che la storia è tanto lunga si potrebbe commettere l'errore di non averne una visione d'insieme per pigrizia o distrazione. Raccolte le mie impressioni, direi che l'originalità della sceneggiatura non è il punto forte del film. L'uomo è invasore e cattivo, tenta di schiavizzare l'indigeno a cui vuole, tra l'altro portar via la terra. L'altro è lo sconosciuto, il diverso e, quindi, il non accettato. Tra quelli che dovrebbero essere i cattivi ce n'è uno, già diverso dalla moltitudine per una sfortuna fisica, che dimostra di possedere qualcosa in più (invece che qualcosa in meno, come la sedia a rotelle porterebbe a pensare) e poi, da cattivo, si converte in buono e lotta per le giuste cause. L'unione tra due mondi è possibile grazie all'"alieno" (così i Na'Vi chiamano Sully) e alla sua insegnante Neytiri/Zoe Saldana: l'amore impossibile tra fazioni differenti ricorda molto "Romeo e Giulietta" o "West Side Story". E poi ancora la lotta all'ultimo sangue per scacciare il nemico, l'unione dei deboli per far fronte all'attacco dei forti, gli aiuti inaspettati che salvano la situazione, l'amore come sentimento universale che può sistemare tutto e far superare ogni cosa.
Insomma, in fin dei conti di già visto o quantomeno sentito ce n'è. Ma c'è anche l'originalità di un mondo tutto nuovo, che mischia verità e fantasia, colori da fibra ottica e natura in un tripudio di flora e fauna che solamente un viaggio in Olanda saprebbe regalare. La tecnologia stessa si fonde con il naturale e così le trecce dei Na'Vi sono come penne USB da collegare ad alberi che hanno porte USB, animali con porte USB o, ovvio, altri Na'Vi. Gli alberi stessi, tramite le radici, sono collegati tra loro come i neuroni del cervello lo sono grazie alla sinapsi. Pandora è come un'enorme computer che, attraverso le sue creature, può comunicare all'esterno. Per semplificare all'estremo: se la Terra fosse un pc, Pandora sarebbe una memoria esterna portatile decisamente molto capiente!
Ma mi pare ovvio non sia necessariamente la storia ad incuriosire di più. Al centro di questa pellicola, come mi è stato fatto notare, è stato posto il componente tecnico per eccellenza: l'effetto speciale. Tutti quelli che hanno sentito parlare di "Avatar" sanno del grande investimento in computer grafica innovativa che è stato speso. La promozione stessa di questo film ha giocato sull'aspetto per incentivare l'appassionato e incuriosire il simpatizzante. Gente come mia madre se ne sbatte degli effetti speciali, ma la maggior parte della gente - tra cui io, sia ben chiaro - sbava per certe porcate e non ci si può fare niente. Qui, le porcate, sono maledettamente ben fatte.
Mentre attendo di vedere con mio padre le differenze rispetto alla versione in 3D, quella che ho visto oggi in 2D - e che per sempre preferirò - mi ha stupito, lo devo ammettere. Già i bellissimi colori valgono da soli. Poi la resa dei Na'Vi, per quanto siano creature fantastiche, è impressionante: si vedono i pori della pelle! Poi gli animali fantastici, i paesaggi davvero mozzafiato, i combattimenti spettacolari tra esplosioni, frecce, corpo a corpo. Insomma, da questo punto di vista un vero capolavoro! In particolare vorrei soffermarmi sui paesaggi: io non so se siano stati ispirati dalla natura reale o siano completamente dettati dalla fantasia di Cameron, comunque certi spazi aperti come le montagne sospese o altissimi rifugi come le abitazioni da vertigine sugli alberi sono una cosa da brivido! Sono talmente realistici da farti trattenere il fiato se qualcuno rischia di cadere da un ramo o una cascata. Il mio cuore è ai paesaggi. Certo, anche il resto è bellissimo, ma io sono un sentimentale!
Insomma, per concludere, io penso sia davvero il caso di vedere "Avatar". Se solo due mesi fa ero uno dei non interessati al progetto, non ho potuto fare a meno di accontentare la solleticante idea di dare una sbirciatina a Pandora. E' indolore, divertente ed emozionante. A mio avviso porta a qualche rivoluzione cinematografica (a livello di modalità di ripresa non so, non mi sono informato) sicuramente sul piano della realizzazione della computer grafica, sempre più abile a ricreare, modellare o adattare. L'espressività è quasi umana, la recitazione non ne risente (capito Daniel Radcliffe?!) . E poi una colonna sonora ad hoc, missaggio sonoro veramente intrigante (perdetevi nei suoi di Pandora, vi prego!) e una Sigourney Weaver che incontra nuovamente Cameron dopo l'"Aliens" dell'86 (e sì, se ve lo state chiedendo, anche qui ha a che fare con cubicoli dove giace per dormire...).
Se vi servono altri incentivi per motivarvi a vedere il film, forse non siete ancora pronti per Pandora. Meglio stiate a casa!
Ps. Inutile ricordare i due Golden Globes vinti dal film proprio ieri sera. Cameron, dopo il successo mondiale di "Titanic" nel 1997, tenta di superare sé stesso e gioca a vedere quanto in là può spingersi senza fare un passo falso. E' ovvio che anche per questa pellicola gli Oscar cadranno come mele mature, ma bisogna vedere quanti e, soprattutto, in quali categorie. Scontata la vincita per effetti speciali e sonori, forse montaggio, probabilmente anche il trucco, regia e, la più importante, film (quest'anno la categoria miglior film, unica tra tutte, avrà 10 nominati e non più 5). Difficile, invece, una nomination per i costumi, alquanto succinti per i Na'Vi e decisamente poco portabili... Scommetto, comunque, sulle nomination che ho citato e do, quindi, per certe. Attendo il 2 febbraio per la conferma! Pps. Ad oggi "Avatar" ha incassato $1,606,767,005. E il "Titanic" trema.
Film 62 - Avatar
Film 68 - Avatar (3D)
Film 312 - Avatar
Film 604 - Avatar
Film 1291 - Avatar
Film 2155 - Avatar: The Way of Water
Consigli: Da vedere SOLO ed ESCLUSIVAMENTE al cinema. Non serve per forza il 3D, basta uno schermo enorme e un dolby surround che spacchi le pietre. E siete pronti a decollare!
Parola chiave: Io ti vedo.



#HollywoodCiak
Bengi