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giovedì 30 maggio 2024

Film 2280 - Sing Street

Intro: Ero curioso di rivedere questo film (di cui non ricordavo moltissimo) a quasi 4 anni dal mio trasferimento a Dublino.

Film 2280: "Sing Street" (2016) di John Carney
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Michael
In sintesi: rivisto oggi, "Sing Street" ha per me un sapore diverso rispetto alla prima volta che lo vidi al cinema. Ho una comprensione diversa della cultura irlandese e un attaccamento a quest'isola che certamente mi mancava 8 anni fa. E, anche per questo, ho trovato ancora più piacevole questo film, piccolo gioiellino a cavallo tra il musical e il dramma che offre uno spaccato generazionale molto interessante, oltre che una serie di numeri musicali piuttosto ben riusciti (penso soprattutto a "Drive It Like You Stole It").
"Sing Street" funziona bene e, a mio avviso, avrebbe meritato più considerazione internazionale.
Film 1284 - Sing Street
Film 2280 - Sing Street
Cast: Ferdia Walsh-Peelo, Lucy Boynton, Maria Doyle Kennedy, Aidan Gillen, Jack Reynor, Kelly Thornton.
Box Office: $13.6 milioni
Vale o non vale: Ottimo esempio di cinema made in Ireland. Un po' musical, un po' drammatico e a tratti anche comico, a 8 anni dall'uscita nelle sale "Sing Street" è ancora un validissimo prodotto di intrattenimento da scoprire e riscoprire.
Premi: Candidato al Golden Globe per il Miglior film (musical/commedia).
Parola chiave: Videoclip.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 16 settembre 2021

Film 1818 - Midsommar

Intro: Sono a Ushuaia, mi sono ufficialmente trasferito, va tutto bene.

Film 1818: "Midsommar" (2019) di Ari Aster
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Eric
In sintesi: il primo film che ho visto con Eric risale a 2 anni fa, per cui ho dovuto un attimo ripassare perché onestamente, a parte l'enorme livello di confusione su tutta la linea, ricordavo ben poco di questo "Midsommar".
Riletta la trama su Wiki, in combinazione con i miei ricordi di certe scene iconiche - penso al bel regalo di compleanno che si fanno i membri della setta allo scoccare del 72esimo anno di età - sono riuscito a ritagliare ricordi un attimo più freschi su questa fatica del signore dell'horror e della suspense inquietante Ari Aster: surreale, macabro, lentissimo e con una buona dose di splatter, per quanto il risultato finale non mi abbia convinto al 100%, bisogna comunque riconoscere alla storia una buona dose originalità e carattere.
Molto del film lo fanno la bravissima Florence Pugh - qui ancora pre Marvel e nomination all'Oscar - e il reparto tecnico, tra costumi, fotografia e location pazzeschi, colori mozzafiato, fiori vibranti, il tutto in contrasto con l'anima sadica e malata di tutto il racconto.
Ribadisco, non mi ha conquistato, ma con il senno di poi (e l'aiutino Wikipedia), un po' di voglia di rivedere "Midsommar" mi è tornata.
Ps. Ieri al cinema ho visto "The Most Beautiful Boy in the World", documentario su Björn Andrésen, il famoso Tadzio di "Morte a Venezia". Grazie al documentario ho scoperto che l'attore è presente anche in questo film.
Cast: Florence Pugh, Jack Reynor, William Jackson Harper, Vilhelm Blomgren, Ellora Torchia, Archie Madekwe, Björn Andrésen, Will Poulter.
Box Office: $48 milioni
Vale o non vale: Non per tutti i palati, ma sicuramente per i fan della filmografia di Aster (che, ricordiamolo, aveva già decapitato una bambina in "Hereditary").
Premi: /
Parola chiave: Libro.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

sabato 3 marzo 2018

Film 1475 - Detroit

Intro: Non che ne sia certo al 100% visto quanto in fretta e quante cose cambiano e succedono di recente nella mia vita, comunque credo si possa dire si tratti del primo film visto in questo 2018. In macchina, durante una delle nostre tappe verso il futuro lavoro… nel buco del culo del mondo (per gli interessati il Takarakka Bush Resort).

Film 1475: "Detroit" (2017) di Kathryn Bigelow
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: il film è un vero e proprio pugno nello stomaco, a tratti quasi un horror per quanto riesce a spaventare e tenere lo spettatore in balia di una storia tremenda e assurda, cruda, eppure verissima;
gli accadimenti ricostruiti in questa pellicola riguardano il vero episodio che, nel '67, vide protagoniste numerose sfortunate persone di colore succubi di una polizia corrotta e arrabbiata in una realtà, Detroit, in cui le rivolte per i diritti civili stavano trasformando la città in un vero e proprio campo di battaglia. La storia qui si concentra su uno degli eventi più traumatici a testimonianza della tensione e della precarietà della situazione;
la Bigelow dimostra di saper costruire un prodotto capace di centrare il suo bersaglio, anche se per farlo ci impiega all’inizio troppo tempo. La lunga scena nell’edificio che vede i poliziotti tenere in ostaggio senza un valido motivo le persone presenti nel motel è un piccolo capolavoro per quanto perfettamente architettata. Tensione allo stato puro, ricorda la sfuriata di DiCaprio nel tarantiniano “Django”;
tra i vari volti riconoscibili spiccano il John Boyega di “Star Wars” e, soprattutto, un Will Poulter magnifico, vero cattivo, perfidamente interpretato. Fa accapponare la pelle.
Cast: John Boyega, Will Poulter, Algee Smith, Jason Mitchell, John Krasinski, Anthony Mackie.
Box Office: $21.5 milioni
Vale o non vale: Sicuramente da vedere, se non altro per la tremenda – eppure vera – storia che racconta. C’è ancora molta attualità, purtroppo.
Parola chiave: Razzismo.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 24 aprile 2017

Film 1347 - Macbeth

Sarei voluto andarlo a vedere al cinema, ma per un motivo o per un altro non ero riuscito. Così ne ho approfittato non appena Sky Go l'ha reso disponibile tra le sue proposte.

Film 1347: "Macbeth" (2015) di Justin Kurzel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Visivamente il film è bellissimo, ma nell'insieme il risultato finale non è così sconvolgente come mi aspettavo. Certo Fassbender e Cotillard sono magnifici, ma nel complesso il tutto sembra un attimo più freddo e composto di quanto non avrei voluto. C'è la rabbia in questa storia, il dolore, il desiderio di potere, la complicità, il crimine, tutti elementi che, insieme, dovrebbero risultare esplosivi. Se questo "Macbeth" va a fuoco, però, è solo perché fotografia e scenografie lo permettono e, anzi, lo rendono indimenticabile. Da questo punto di vista, in tutta onestà, mi sarei aspettato una nomination all'Oscar. Due o tre, forse. 

A livello tecnico, quindi, niente da dire, un prodotto magistrale, potente, bello da guardare, a volte inquietante. Come dicevo i due protagonisti non sbagliano e risultano piuttosto intensi - ho volutamente guardato una scena della Cotillard in lingua originale e devo proprio dire che l'accento francese non c'è -, una coppia di potere che fonda la propria ascesa al trono sull'omicidio e la dissimulazione, presupposti che non renderanno particolarmente fertile la situazione. Si sa, il karma è una brutta roba.
Nonostante tutti questi aspetti positivi riguardo alla pellicola, in ogni caso nell'insieme la sensazione non è quella di un'impresa totalmente compiuta. Sarà stato il mix di realismo e linguaggio teatrale, di fatto il film di Kurzel non si amalgama del tutto e le premesse iniziali di epica solennità rimangono in parte disattese. Lo sforzo qualitativo è evidente, ma nei fatti manca quell'elemento che affianchi alla tecnica una sorpresa inattesa, quel jolly che traduca il tentativo di riportare la tragedia di Shakespeare sullo schermo non solamente un'occasione per rivedere l'opera in salsa action, ma un'occasione unica per riscoprirne fascino e mito.
Cast: Michael Fassbender, Marion Cotillard, Paddy Considine, Sean Harris, Jack Reynor, Elizabeth Debicki, David Thewlis, Scot Greenan.
Box Office: $16.3 milioni
Consigli: Esteticamente molto bello, qualitativamente ben realizzato, anche se nel complesso meno soddisfacente di quanto i vari trailer e poster non sembrerebbero suggerire. Non certo una scelta per ogni occasione, si tratta di un titolo pesante da un certo punto di vista e comunque non per ogni palato. Ma Shakespeare è Shakespeare e una chance bisognerebbe sempre concedergliela.
Parola chiave: Profezia.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 19 gennaio 2017

Film 1284 - Sing Street

L'ultimo film di John Carney è diventato ormai per me una sorta di tormentone degli ultimi mesi. Dopo aver cominciato a collaborare con un cinema di Bologna che lo ha proiettato per ben 4 settimane filate, dopo essermi confrontato con i nuovi colleghi e in vista - addirittura! - di un flashmob a tema previsto per questa domenica, non posso non pensare che, vuoi o non vuoi, in qualche modo rimarrò sempre un po' legato a questa pellicola.

Film 1284: "Sing Street" (2016) di John Carney
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Collaborare e lavorare per un cinema è un nuovo capitolo della mia vita che mi sta particolarmente appassionando. Nonostante questo non fosse il primo film proiettato dalla sala quando ho cominciato, sicuramente è "Sing Street" quello che più ha segnato, per il momento, il mio percorso. Un musical ritmato, una bella storia di amicizia e amore, una spaventosamente riuscita ricostruzione degli anni '80, oltre che un affresco sincero ma non pietoso di un paese affaticato, il tutto mixato a tempo di musica e videoclip più che mai vintage e assolutamente intramontabili.
Tra Duran Duran, The Cure, The Jam, Motörhead, canzoni originali come l'irresistibile "Drive It Like You Stole It" e addirittura un pezzo per la scena finale cantato da Adam Levine dei Maroon 5, questo film è un vero turbinio di energia e tenerezza, entusiasmo giovanile e voglia di riscatto, per un risultato finale piacevole e trascinante, anche se a tratti agrodolce. Quest'ultima sensazione in particolare l'ho riscontrata soprattutto nel secondo tempo, più lento e meno efficace del primo, che guasta un po' la bella atmosfera che inizialmente la storia riesce a creare, garantendo un ritmo, una simpatia e una freschezza che lentamente si perdono con il complicarsi della vicenda. Il finale, in particolare, mi ha lasciato un po' perplesso sia perché lasciandolo così aperto l'idea che mi sono fatto è che le cose per i due protagonisti non andranno a finire bene, sia perché mi sono chiesto a che pro far concludere il racconto in mezzo all'oceano sotto un acquazzone temporalesco che complica ulteriormente l'impresa già di per sé complessa che Conor e Raphina (Ferdia Walsh-Peelo e Lucy Boynton) hanno deciso di mettere in pratica... Insomma, se ce la facessero sarebbe miracoloso.
In ogni caso, il grande pregio di "Sing Street" - al di là dell'evidente capacità di far scoprire e riscoprire un momento storico certamente originale come lo sono stati gli anni '80 - è quello di riuscire a rendere in maniera verosimile, gioviale e mai fuori tema (se così si può dire), il piacere della musica e dello stare insieme, la forza di un'idea di un gruppo di ragazzi giovani, l'entusiasmo contagioso di un progetto sgangherato e l'insuperabile anima kitsch dell'amatorialità, tutti elementi comuni alla gioventù che persegue uno scopo o ha intravisto la propria strada. A prescindere dall'epoca cui appartiene.
Ps. Il film è stato candidato al Golden Globe come Miglior film - Musical o commedia.
Film 1284 - Sing Street
Film 2280 - Sing Street
Cast: Ferdia Walsh-Peelo, Lucy Boynton, Maria Doyle Kennedy, Aidan Gillen, Jack Reynor, Kelly Thornton.
Box Office: $13.6 milioni
Consigli: Anni '80, Irlanda in crisi, si lavora a fatica e la famiglia di Conor, per risparmiare, lo toglie dalla scuola privata per mandarlo a studiare in una cattolica. Il ragazzo, deciso a mettere su una band per conquistare il cuore di una ragazza, non tarderà a trovare ostacoli sul suo percorso, a partire proprio dall'ambiente scolastico - ah, che pessima figura ci fanno i preti qui! -. Incapace di mollare, spronato dal fratello perditempo (ma dalla grande cultura musicale), il giovane si ispirerà ai più grandi nomi musicali dell'epoca nella speranza non solo di far innamorare la sua bella, ma anche di sfondare nel mondo musicale.
Immerso in una cornice culturale effervescente anche grazie alle trascinanti e azzeccate scelte musicali (originali e non), esteticamente attento a ricreare nel dettaglio i diktat stilistici dell'epoca, "Sing Street" riesce a risultare un prodotto efficace e non scontato, un bel musical che parla di sogni e di voglia di cambiare le cose, di originalità e fiducia nelle proprie idee, per un risultato finale che fa battere i piedi a tempo di musica. Sfido chiunque a non farlo, vedere e ascoltare per credere!
Parola chiave: Londra.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi