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lunedì 6 luglio 2020

Film 1744 - Anastasia

Intro: L'avevo sempre voluto rivedere, soprattutto in originale e senza il doppiaggio di Fiorello.
Film 1744: "Anastasia" (1997) di Don Bluth, Gary Goldman
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: "Anastasia" non è mai stato uno di quei cartoni animati che hanno fatto parte del mio bagaglio culturale di ragazzino, probabilmente anche perché non pompato dalla mostruosa macchina promotrice della Disney (anche se ora il film è effettivamente loro); all'epoca dell'uscita, questa pellicola era la prima prodotta dalla 20th Century Fox Animation.
Questa seconda visione mi ha sicuramente rinfrescato la memoria su un prodotto di cui effettivamente ricordavo pochissimo e anche se non mi sono innamorato del risultato finale, devo ammettere che i disegni sono particolarmente eleganti e grandiosi e, chiaramente, la storia in sé della famiglia Romanov risulta sempre particolarmente intrigante, seppure qui edulcorata. Tutto sommato ho rivisto questo film volentieri e penso che, nonostante una certa nota agrodolce di fondo, "Anastasia" sia un buon prodotto per famiglie.
Cast: Meg Ryan, John Cusack, Kelsey Grammer, Christopher Lloyd, Hank Azaria, Bernadette Peters, Kirsten Dunst, Angela Lansbury.
Box Office: $140 milioni
Vale o non vale: In opposizione a una certa idea di cartone animato veicolata dalla Disney, "Anastasia" della 20th Century Fox cerca di dettare i suoi propri canoni estetici dovendo giocoforza piegarsi ai diktat già imposti da altri prodotti d'animazione precedenti. C'è l'animaletto-spalla, c'è il cattivone brutto, ci sono le canzoni e, ovviamente, c'è la principessa. La storia, però, è abbastanza cupa - se ci si va un attimo a documentare sul destino della dinastia dei Romanov - e il risultato finale, anche se ingentilito per compiacere l'audience, rimane comunque impregnato di un forte senso di decadimento. "Anastasia" funziona, ma c'è meno spensieratezza di quanto ci si aspetterebbe, nonostante tutto.
Premi: Candidato a 2 Oscar per la Miglior colonna sonora e la Miglior canzone originale ("Journey To The Past"); candidato a 2 Golden Globe per la Miglior canzone originale ("Journey To The Past" e "Once Upon a December").
Parola chiave: Music box.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 19 luglio 2017

Film 1389 - Insonnia d'amore

Ancora una volta Netflix fornisce la soluzione per il film da guardare a cena...

Film 1389: "Insonnia d'amore" (1993) di Nora Ephron
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Edo
Pensieri: Cult dei primi anni '90 che non ricordo di aver mai visto per intero prima di questa occasione, "Sleepless in Seattle" della Ephron è stato un po' una delusione. Non che mi aspettassi capolavori eccelsi della cinematografia americana, però da una pellicola candidata per l'Oscar alla sceneggiatura qualcosina in più me la immaginavo. Tant'è.
I diktat dell'operazione romantica ci sono tutti, tra relazioni di coppia stantie, possibili partner sbagliati, un colpo di fulmine non convenzionale e un incontro in cima all'Empire State Building che sa di fiaba come poche altre cose al mondo, il tutto confezionato per piacere a quel pubblico che cerca sì l'happy ending, ma anche una strada ben infiocchetata che ce lo conduca. Io solitamente apprezzo il tipo di operazione commerciale, eppure in questa occasione ho gradito meno di quanto mi ero prefigurato. Non è colpa certo di Hanks e Ryan, una coppia sullo schermo capace di funzionare ampiamente; probabilmente è stato il semplice caso dell'aspettativa vs realtà, dove quest'ultima non ha corrisposto le attese.
Ps. 2 candidature agli Oscar del 1994 per Miglior sceneggiatura originale e canzone ("A Wink and a Smile"), 3 nomination ai Golden Globes (Migliori film commedia, attore e attrice protagonisti) e 2 ai BAFTA (sceneggiatura e colonna sonora).
Cast: Tom Hanks, Meg Ryan, Bill Pullman, Ross Malinger, Rob Reiner, Rosie O'Donnell, Gaby Hoffmann, Victor Garber, Rita Wilson, Frances Conroy.
Box Office: $227.8 milioni
Consigli: Delizia per romanticoni incalliti, scelta perfetta per una serata di disimpegno e nostalgia canaglia, questo film è sicuramente uno dei più famosi legati al genere commedia romantica e sono sicuro che per molti il risultato finale sia ancora soddisfacente. Per tutti coloro che, al contrario, desiderassero un piglio meno fiabesco, meglio evitare.
Parola chiave: Radio.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 12 dicembre 2016

Film 1258 - C'è post@ per te

Ricordavo che era un po' una banalità allo zucchero, però avevo voglia di qualcosa di certo e sicuro, un titolo che mi ricordasse quando ero ragazzino, uno di quei film che ero andato a vedere al cinema con i miei genitori e di cui, possibilmente, non mi ricordassi la trama...

Film 1258: "C'è post@ per te" (1998) di Nora Ephron
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Prima di Tinder e Grindr, prima delle chat di Facebook e Messenger, prima che il cellulare prendesse il sopravvento, la novità tecnologica per eccellenza era il computer e la novità a livello di comunicazione istantanea era certamente l'e-mail. In questo contesto, quello che oggi a posteriori assomiglia più che altro a una sorta di limbo tecnologico in cui c'erano tutti i presupposti ma non ancora la tecnologia necessaria, in questo contesto, si diceva, rinasce la storia di Miklós László dal titolo "Parfumerie" e prende la forma della commedia romantica assemblata e distillata da penna e mano di Nora Ephron, per trent'anni indiscussa regina dei film chick flick, ovvero quei titoli destinati principalmente ad un target femminile.
La premessa è semplice e nota a tutti: possono due che nella realtà si odiano, innamorarsi addirittura su internet? La risposta è ovvia e, in questo caso inevitabile. La qual cosa non è necessariamente un problema perché sì, una volta che si è deciso di vedere "You've Got Mail" sappiamo esattamente a cosa stiamo andando incontro, ovvero la ritualizzazione hollywoodiana dell'amore declinata secondo la "scenetta" del caso. Quindi è inutile storcere il naso a posteriori: la storia è quella che è, ma del resto lo sapevamo fin dall'inizio.
Scesi a patti con lo snobismo che è in noi, si può tranquillamente ammettere che "C'è post@ per te", nonostante l'orrida titolazione italiana, è un film carino ed innoquo, capace di veicolare quella calda sensazione di tranquillità e pace interiore che non molti altri titoli sono capaci di garantire. Poi ok, la nevrosi da maestrina di Meg Ryan a volte è insopportabile, ma tutto sommato il risultato finale è quello di una simpatica favoletta che, a quasi vent'anni di distanza, è ancora in grado di risultare piacevole.
Ps. Candidato a un Golden Globe per la Miglior attrice (commedia o musical) per Meg Ryan.
Cast: Tom Hanks, Meg Ryan, Parker Posey, Jean Stapleton, Dave Chappelle, Steve Zahn, Greg Kinnear, Heather Burns, Dabney Coleman, Chris Messina.
Box Office: $250.8 milioni
Consigli: Ormai evergreen delle pellicole romantiche, rivisitazione tecnologica del genere, "C'è post@ per te" è stato certamente uno tra i titoli più iconici della carriera di Meg Ryan, un bell'esempio di quanto un tempo bastasse poco per intrattenere il pubblico partendo da un semplice pressupposto: è possibile innamorarsi via mail? La questione non è per niente semplice e al giorno d'oggi certi dialoghi e certe remore dei personaggi fanno un po' ridere, ma preso con la giusta dose di affetto nostalgico questo film è ancora capace di lasciare il suo spettatore-tipo perfettamente soddisfatto. Per tutti gli altri magari ci sarà un po' di tedio, ma tutto sommato si tratta di una storia che si lascia ancora rivedere con piacere.
Parola chiave: NY152, Shopgirl.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 21 ottobre 2013

Film 601 - The Women

Criticato un po' da tutti, ero curioso di farmi una mia idea personale.


Film 601: "The Women" (2008) di Diane English
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Questo "The Women" trae ispirazione dalla pellicola "Donne" di George Cukor che, pur non avendola vista, scommetto essere decisamente più riuscita.
La più lampante considerazione a proposito di questa pellicola riguarda la superficialità impostata ad ogni livello di narrazione, che riguardi la rappresentazione della famiglia, del matrimonio o del tradimento, oltre che, inevitabilmente, della rivalità femminile. La caratterizzazione di ogni personaggio - da notare che peculiarità di questo prodotto è quello di essere rappresentato solo da, appunto, donne - è definibile attraverso uno specifico cliché (donna seria ed impegnata nel sociale che tenta di riprendere in mano la sua vita, donna in carriera priva di scrupoli e senso materno, donna sforna figli, lesbica sciupafemmine con la paura per le relazioni, ...). E questo è il limite macroscopico di questo film.
Volendo tralasciare il fatto che la trama non ha assolutamente un elemento innovativo - che non sia quello di evitare tassativamente la presenza maschile -, si sarebbe dovuto puntare tutto almeno su una caratterizzazione dei personaggi simpatica e certamente più approfondita o, perlomeno, si sarebbe dovuto tentare di slegare le situazioni standard dal personaggio standard. Le labbra di Meg Ryan si sarebbero potute impegnare in qualcosina di più rispetto alla casalinga ricca e frustrata dalla vita di volontariato in e fuori casa che ritrova sé stessa al di fuori di un matrimonio soffocante ed infelice. Anche perché decide di ritrovarsi, guarda un po', nella moda! Una collezione di grande successo! Santo cielo che novità! Al pari, lasciatemelo dire, della migliore amica spietata e, come si diceva, priva di senso materno che... è la direttrice di una rivista di moda! Oh mio dio, spietata direttrice di un fashion magazine: impensabile!
Insomma, si capisce da subito che "The Women" non ha nessuna storia da raccontare che non sia il tentativo fallito di risollevare la carriera delle labbra Meg Ryan e il tentativo commerciale di giustificare un film semplicemente inserendo scene sexy di Eva Mendes in lingerie.
Fallimento.
Ps. Il film, che tutto sommato ha incassato $50.007.546, si è anche portato a casa una nomination ai Razzie Awards del 2009 nella categoria peggiori attrici (Meg Ryan, Annette Bening, Eva Mendes, Debra Messing, Jada Pinkett Smith).
Consigli: Nonostante il cast di numerose attrici famose (Meg Ryan, Annette Bening, Eva Mendes, Debra Messing, Jada Pinkett Smith, Bette Midler, Candice Bergen, Carrie Fisher e Cloris Leachman) la pellicola non decolla mai. Non ci sono veri momenti sinceramente divertenti e la storia finisce per essere l'ennesimo esempio di un'amicizia tra donne che si ferma alla marca dei vestiti che indossano (oltre che sponsorizzare il pensiero che con i soldi si può fare e disfare qualsiasi cosa). La vita è altro, il buon cinema pure. Si può vedere e dimenticare.
Parola chiave: Manicure.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi