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lunedì 23 gennaio 2023

Razzies 2023: nomination e vincitori

43rd Golden Raspberry Awards

Worst Picture
“Blonde”
“Disney’s Pinocchio”
“Good Mourning”
“The King’s Daughter”
“Morbius”

Worst Actor
Colson Baker (aka Machine Gun Kelly), “Good Mourning”
Pete Davidson (Voice Only), “Marmaduke”
Tom Hanks (As Geppetto), “Disney’s Pinocchio”
Jared Leto, “Morbius”
Sylvester Stallone, “Samaritan”

Worst Actress
Ryan Kiera Armstrong, “Firestarter”
Bryce Dallas Howard, “Jurassic World Dominion
Diane Keaton, “Mack & Rita”
Kaya Scodelario, “The King’s Daughter”
Alicia Silverstone, “The Requin”
*[...] for the first time in Razzies history, the organization gave itself an award: Worst Actress. After enduring the controversy of initially nominating Armstrong, the organization put themselves in Armstrong's place on the ballot; it won by a landslide

Worst Supporting Actor
Pete Davidson (Cameo Role), “Good Mourning”
Tom Hanks, “Elvis
Xavier Samuel, “Blonde”
Mod Sun, “Good Mourning”
Evan Williams, “Blonde”

Worst Supporting Actress
Adria Arjona, “Morbius”
Lorraine Bracco (Voice Only), “Disney’s Pinocchio”
Penelope Cruz, “The 355”
Bingbing Fan, “The 355” & “The King’s Daughter”
Mira Sorvino, “Lamborghini: The Man Behind the Legend”

Worst Remake/Rip-off/Sequel
“Blonde”
BOTH “365 Days” Sequels – “365 Days: This Day” & “The Next 365 Days” [a Razzie BOGO]
“Disney’s Pinocchio”
“Firestarter”
“Jurassic World: Dominion”

Worst Screen Couple
Colson Baker (aka Machine Gun Kelly) & Mod Sun, “Good Mourning”
Both Real Life Characters in the Fallacious White House Bedroom Scene, “Blonde”
Tom Hanks & His Latex-Laden Face (and Ludicrous Accent), “Elvis”
Andrew Dominik & His Issues with Women, “Blonde”
The Two “365 Days” Sequels (both Released in 2022)

Worst Director
Judd Apatow, “The Bubble”
Colson Baker (aka Machine Gun Kelly) & Mod Sun, “Good Mourning”
Andrew Dominik, “Blonde”
Daniel Espinosa, “Morbius”
Robert Zemeckis, “Disney’s Pinocchio”

Worst Screenplay
“Blonde” / Written for the Screen by Andrew Dominik, Adapted from the “Bio-Novel” by Joyce Carol Oates
“Disney’s Pinocchio” / Screenplay by Robert Zemeckis & Chris Weitz (Not Authorized by the Estate of Carlo Collodi)
“Good Mourning” / “Written” by Machine Gun Kelly & Mod Sun
“Jurassic World Dominion” / Screenplay by Emily Carmichael & Colin Treverrow,Story by Treverrow & Derek Connolly
“Morbius” / Screen Story and Screenplay by Matt Sazama & Burk Sharpless

#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 27 luglio 2022

Film 2119 - Elvis

Intro: Presentato in anteprima al Festival di Cannes di quest'anno e accolto da 12 minuti consecutivi di applausi, non potevo lasciarmi scappare il ritorno al cinema dell'istrionico Baz Luhrmann!

Film 2119: "Elvis" (2022) di Baz Luhrmann
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: mi piace Elvis Presley, ma non posso certo dire di essere un suo fan sfegato, per cui mi sono approcciato a questo film con vago timore, temendo potesse risultarmi un po' indigesto (leggere: noioso). In realtà è stato tutto il contrario.
"Elvis" parte subito in quarta, ritmato fin dall'inizio, anche quando per i primi minuti di pellicola Elvis/Austin Butler non è presente sullo schermo. Da quando compare in poi, comunque, la storia è un tour de force ininterrotto di canzoni, bagni di folla, flah dei paparazzi, abiti sgargianti, coreografie e, neanche a dirlo, le classiche movenze che hanno reso il cantante da Memphis, Tennessee, l'icona che tutti conosciamo. Insomma, praticamente ogni altro film di Baz Luhrmann... (Non proprio, ma poco ci manca.)
Devo dire che nel panorama un po' stantio del cinema recente, "Elvis" è esattamente quello che ci voleva: coloratissimo, chiassoso, kitsch, a tratti pirotecnico e follemente innamorato del suo (s)oggetto della narrazione, questo film riesce nella non facile impresa di rendere omaggio a un'icona intramontabile mettendo in scena i momenti di gloria e le battute d'arresto, le difficoltà e i lampi di genio, sempre mettendo in evidenza l'aspetto innovativo della musica di questo artista che ha non solo influenzato la storia della musica, l'ha proprio cambiata.
Questo aspetto in particolare della pellicola di Luhrmann mi ha colpito, capace di omaggiare, esaltare e al contempo mostrare efficacemente il perché e come Elvis sia riuscito a diventare uno dei tasselli più importanti della cultura pop dell'ultimo secolo.
Ad aiutare Luhrmann in questa impresa è senza dubbio la rivelazione del film Austin Butler, che qui fa letteralmente faville nel ruolo principale. Magnetico, sexy, carismatico e con un'energia sul palco pazzesca, il giovane Butler riesce nella titanica impresa non solo di rendere giustizia al personaggio che interpreta, ma di portarlo gloriosamente sulle proprie spalle dall'inizio alla fine di una pellicola della titanica durata di 2 ore e 40 minuti! Magnifico! E anche se è sicuramente un po' presto per parlare di nomination all'Oscar, si può comunque dire che il ragazzo se la meriterebbe tutta.
A dividere lo schermo con lui il sempre bravissimo Tom Hanks, qui in uno dei ruoli più antipatici della sua carriera. Nei panni del Colonello Tom Parker, il manager (schiavista) di Presley, Hanks è il vero narratore della storia e ci guida attraverso le varie fasi della vita del proprio personaggio e, più importante, quelle del nostro protagonista.
Chiude il gruppo degli attori principali Olivia DeJonge, ai miei occhi finora sconosciuta, nei panni di Priscilla Presley, ovvero la sua futura dolce metà. Francamente non l'ho trovata memorabile, ma c'è da dire che il personaggio entra in scena abbastanza tardi e comunque perde lentamente di importanza verso il finale, fornendole meno materiale su cui lavorare (anche se l'impatto emotivo sarebbe potuto essere più importante).
Con una grande colonna sonora, un montaggio sincopato e incalzante, un protagonista perfetto e quella regia di Baz Luhrmann che è sua e solo sua e nessuno potrebbe replicare, "Elvis" fa il botto e finisce per risultare una delle vere sorprese della stagione. Vedere per credere.
Cast: Austin Butler, Tom Hanks, Olivia DeJonge, Helen Thomson, Richard Roxburgh, Kelvin Harrison Jr., David Wenham, Kodi Smit-McPhee, Luke Bracey, Dacre Montgomery.
Box Office: $215.1 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: I biopic non sono per tutti, men che meno quelli in forma di musical. Ma l'iconico personaggio di Elvis Presley è una tentazione troppo ghiotta da lasciarsi sfuggire e il mirabolante spettacolo di luci, colori e canzoni imbastito da Baz Luhrmann è una promessa mantenuta, sopratutto grazie a un Austin Butler in stato di grazia. Quindi sì, "Elvis" è una delle pellicole del 2022 assolutamente da vedere.
Premi: /
Parola chiave: Security.
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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 19 aprile 2021

Film 1985 - News of the World

Intro: Appena ho visto comparire questa pellicola su Netflix ho deciso di vederla. Il che, senza volerlo, è stato utile perché un paio di settimane dopo il prof di Sceneggiatura ci ha chiesto di recuperare questo titolo per la consueta discussione settimanale in classe.
Film 1985: "News of the World" (1989) di Paul Greengrass
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese, Kiowa
Compagnia: nessuno
In sintesi: devo ammettere che, pur non essendo un grande fan del genere western, ho molto gradito la visione di questo "News of the World", un prodotto di qualità che vive di due egregi pratoginisti che portano sulle loro spalle tutta la storia (tratta dall'omonimo romanzo di Paulette Jiles).
In particolare, credo che Tom Hanks dimostri qui e per l'ennesima volta la sua versatilità di attore, capace di risultare credibile in qualsiasi contesto lo si faccia recitare. In altri termini, credo sia uno di questi pochi attori capaci sempre di regalare quel qualcosa in più al film di cui sono protagonisti per il semplice fatto della loro presenza e bravura. Con questo non voglio dire che Hanks sia sempre all'altezza delle aspettative - il suo "Larry Crowne" è assolutmente dimenticabile e certi copioni che sceglie lasciano sicuramente perplessi, per esempio "Inferno", "The Circle" o "Cloud Atlas" - ma credo gli vada riconosciuta quella star quality che non tutti, nemmeno certi colleghi di Hollywood, hanno.
Qui in buona compagnia, Hanks si ritrova affiancato dalla 12enne tedesca Helena Zengel che, bisogna ammettere, fa uno spettacolare lavoro nei panni Johanna, ragazzina rapita da infante da un gruppo di nativi americani e poi cresciuta secondo i loro costumi che, al momento in cui viene trovata dal capitano Jefferson Kyle Kidd (Hanks), non sa parlare inglese e cerca in tutti i modi di ritornare dalla sua tribù. Il viaggio che i due intraprenderanno sarà alla volta della vera famiglia di Johanna - o quello che ne è rimasto - per riconsegnare la giovane alla sua vecchia vita anche se, sul cammino, i due protagonisti dovranno affrontare una serie di difficoltà che li porteranno a costruire un legame speciale che, ammetto, è stato un piacere veder rappresentato in questa storia.
Come sempre, qualche appunto che ho trascritto per il corso:

Captain Kidd is the protagonist. At the beginning of this story he is mainly focused on his job (reading newspapers from town to town), which requires him to travel a lot and eventually put him on Johanna's path. 
Becuse of their meeting, his main goal switches as he now wants/has to bring the girl back to her family. When that goal is fulfilled, Kidd's goal changes again, as he decides to go back home and deal with his wife's death. This one is probably a broader story arc that the screenplay wants to explore from the very beginning and the encounter with Johanna is instrumental in pointing him to going back home.
Once he dealt with his past, he's free to move forward and embrace his new goal, which is to go back, free Johanna from her family and start a new life together as a sort of family of thier own. Because of this ending, we can say that Kidd's overall main goal was to make peace with his past and being able to move forward.
The main obstacles presented during the story are: the former Confederate soldiers that want to buy Johanna; people who try to kill or put them in danger during the story; Johanna's surviving family members; in a sense, Kidd himself, as initially he's not pleased he has to bring the girl back to her family.

Cast: Tom Hanks, Helena Zengel, Michael Covino, Fred Hechinger, Neil Sandilands, Thomas Francis Murphy, Ray McKinnon, Mare Winningham, Elizabeth Marvel.
Box Office: $12.6 milioni
Vale o non vale: Non una pellicola per tutte le occasioni, ma sicuramente un prodotto solito che dovrebbe lasciare i fan dei western (in chiave moderna) soddisfatti quanto gli ammiratori di Hanks. Il film ha varie anime e, per molteplici ragioni, ricorda altre pellicole simili ("The Missing", "Appaloosa", "Il Grinta" e tanti altri), anche se la presenza della brava Helena Zengel qui fa la differenza. Da vedere.
Premi: Candidato a 4 Oscar e 4 BAFTA per Miglior sonoro, fotografia, colonna sonora e scenografie. Candidato a 2 Golden Globe per la Miglior attrice non protagonista (Zengel) e Miglior colonna sonora.
Parola chiave: Viaggio.

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 24 gennaio 2021

Film 1786 - A League of Their Own

Intro: Ne avevo sentito parlare, ma non avevo mai avuto l'occasione di vedere questo film. Così una sera ho deciso di recuperare.
Film 1786: "A League of Their Own" (1992) di Penny Marshall
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: nel complesso il film è carino e godibile, anche se c'è un'ombra di machismo e paternalismo che a quasi 30 anni di distanza stride non poco.
In generale "A League of Their Own" funziona grazie a un cast femminile ben assortito e capitanato da una Geena Davis in splendida forma e una Madonna che, pur praticamente interpretando se stessa (o il suo personaggio pubblico), infiamma una sceneggiatura altrimenti troppo preoccupate a veicolare certi cliché datati.
La combo baseball + campionato femminile è un soggetto molto intrigante, specialmente collocato nel contesto storico ritratto qui, ovvero quando, durante la seconda guerra mondiale, si creò una lega femminile che facesse proseguire il campionato di baseball in assenza degli uomini momentaneamente coinvolti nel conflitto bellico. La storia, come si intuisce dalla premessa, è molto interessante (e assolutamente vera) ed è lodevole che il film approfondisca l'argomento, anche se gli elementi narrativi messi in scena sono per lo spettatore moderno antiquati e arrugginiti, il che guasta un po' la visione. Tutto sommato, comunque, la pellicola della Marshall riesce nell'intento di valorizzare questa iniziativa e le sue protagoniste, dando visibilità a quelle donne che, nonostante il contesto maschilista e misogino, non si sono fatte mettere da parte partecipando ad un progetto che, visto con gli occhi di oggi, ha un grandissimo valore simbolico (e non solo).
Cast: Tom Hanks, Geena Davis, Madonna, Lori Petty, Rosie O'Donnell, Jon Lovitz, David Strathairn, Garry Marshall, Bill Pullman.
Box Office: $132.4 milioni
Vale o non vale: Il personaggio interpretato da Tom Hanks è terribile (anche se si redime verso la fine, il che comunque non cancella gli abusi verbali iniziali), ma fortunatamente le ragazze in squadra e la loro determinazione sono sufficienti a trainare tutta la baracca. Geena Davis è magnetica e devo dire che Madonna fa la sua figura. Tutto sommato un tuffo nel passato che, per quanto imperfetto, conserva un certo alone di fascino.
Premi: Candidato a 2 Golden Globes (Miglior attrice protagonista commedia o musical per Geena Davis e Miglior canzone originale "This Used to Be My Playground" di Madonna e Shep Pettibone) e una nomination ai Grammy per Best Song Written Specifically for a Motion Picture or for Television ("Now and Forever" di Carole King).
Parola chiave: Guerra.
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Bengi

martedì 30 aprile 2019

Film 1567 - The Post

Intro: E con questa pellicola siamo arrivati alla fine della nostra personale corsa agli Oscar. Non che si sia riusciti a coprire tutti i titoli in competizione per l'edizione 2018, ci mancherebbe, ma per quanto riguarda noi, questo è stato l'ultimo titolo guardato da me e mia cugina per metterci in pari con la situazione Academy Awards ormai agli sgoccioli (ricordo che stiamo sempre parlando di oltre un anno fa).
Film 1567: "The Post" (2017) di Steven Spielberg
Visto: dal pc portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Fre
In sintesi: la sensazione è che si tratti di un grande film, il risultato finale lascia meno convinti. Non che "The Post" non sia in grado di mantenere le proprie promesse, il punto è che lo fa in termini meno entusiasmanti del previsto. Il racconto è lento, lentissimo e si fa un riferimento quasi disperato alle due performance di Streep e Hanks, mancando a volte di centrare il bersaglio: la storia vera che sta dietro questo film. Le incertezze di Kay Graham (Streep) costruiscono il personaggio, ma affaticano lo spettatore, che non vede l'ora di sapere che ne sarà di Times e Post rispetto all'ostruzionismo messo in pratica dalla Casa Bianca per insabbiare certi scandali (si comincia dalla Guerra in Vietnam); si arriverà alla resa dei conti, ma per farlo ci vorranno quasi due ore;
Hanks mi sembra che giochi troppo sicuro con la sua interpretazione, mentre Streep mixa insieme una serie di suoi ultimi personaggi (Thatcher, Child e quella stravaganza alla Foster Jenkins) che la rendono sì, riconoscibile, ma forse qui non memorabile. Speravo in qualcosa di più;
ultimamente, va detto, Spielberg non sta dando il meglio di sé. Con "The Post" ha finalmente risollevato il tiro, ma ammetto che la grandezza e l'epicità che mi aspettavo da questa pellicola non ha trovato totale riscontro durante la visione. Storia interessante, tecnicamente ben realizzato, nell'insieme riuscito, ma non indimenticabile.
Cast: Meryl Streep, Tom Hanks, Sarah Paulson, Bob Odenkirk, Tracy Letts, Bradley Whitford, Bruce Greenwood, Matthew Rhys, Alison Brie, Carrie Coon, David Cross, Zach Woods.
Box Office: $179.8 milioni
Vale o non vale: Spielberg, Streep ed Hanks insieme mi facevano talmente ben sperare che forse ho, come al solito, indugiato in troppe aspettative. Forse vale più la storia vera che il film, ma non si può certo dire che nel complesso non si tratti di un titolo di valore.
Premi: Candidato a 2 premi Oscar (Miglior film e attrice protagonista) e 6 Golden Globes (Miglior film, attrice e attore protagonisti, regia, sceneggiatura e colonna sonora).
Parola chiave: Pubblicare.

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martedì 20 marzo 2018

Film 1476 - Cloud Atlas

Intro: Penso che il fatto che non mi ricordassi di averlo visto sia già sufficientemente autoesplicativo.

Film 1476: "Cloud Atlas" (2012) di Lana Wachowski, Tom Tykwer, Andy Wachowski
Visto: dall'ipad
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: ho letto di un’intervista in cui i Wachowski parlavano di questa loro creazione in termini di arte. Ho trovato “Cloud Atlas” caotico e mal gestito a livello narrativo, per nulla funzionale al racconto e trovo veramente ridicolo riferirsi a questo film quale opera d’arte. Non nel senso accademico, quantomeno. E’ un’opera artistica, derivata da chi di professione fa l’artistita, ma non credo possieda alcuna caratteristica che la elevi ad opera d’arte;
il risultato finale è incomprensibile, tanto che per interpretare e decifrare cosa si è appena visto bisogna andare a leggere il racconto lineare su Wikipedia. Per quanto stiracchiata, la storia funziona già di più;
il casting è curioso, tutti gli attori sono riciclati in ruoli paralleli e molti rivestono i panni di personaggi di entrambi i sessi. Ho trovato la cosa divertente, forse l’aspetto più peculiare che si tende ad associare a questo prodotto altrimenti privo di altri elementi davvero rilevanti. La cosa è talmente tanto ben gestita che i titoli di coda sveleranno ogni parte per i vari attori e non mancano le sorprese. D’altra parte avrei evitato di usare attori occidentali per ruoli orientali, il risultato è esteticamente bizzarro (per non dire brutto); ;
bella fotografia e belle scenografie, colonna sonora giusta per accompagnare le immagini curate.
Cast: Tom Hanks, Halle Berry, Jim Broadbent, Hugo Weaving, Jim Sturgess, Doona Bae, Ben Whishaw, James D'Arcy, Zhou Xun, Keith David, David Gyasi, Susan Sarandon, Hugh Grant.
Box Office: $130.5 milioni
Vale o non vale: tornassi indietro non lo rivedrei. Non aggiunge nulla di nuovo a quanto il cinema mi ha mostrato finora.
Premi: Candidato a un Golden Globe per la colonna sonora.
Parola chiave: Connessioni.

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Bengi

mercoledì 19 luglio 2017

Film 1389 - Insonnia d'amore

Ancora una volta Netflix fornisce la soluzione per il film da guardare a cena...

Film 1389: "Insonnia d'amore" (1993) di Nora Ephron
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Edo
Pensieri: Cult dei primi anni '90 che non ricordo di aver mai visto per intero prima di questa occasione, "Sleepless in Seattle" della Ephron è stato un po' una delusione. Non che mi aspettassi capolavori eccelsi della cinematografia americana, però da una pellicola candidata per l'Oscar alla sceneggiatura qualcosina in più me la immaginavo. Tant'è.
I diktat dell'operazione romantica ci sono tutti, tra relazioni di coppia stantie, possibili partner sbagliati, un colpo di fulmine non convenzionale e un incontro in cima all'Empire State Building che sa di fiaba come poche altre cose al mondo, il tutto confezionato per piacere a quel pubblico che cerca sì l'happy ending, ma anche una strada ben infiocchetata che ce lo conduca. Io solitamente apprezzo il tipo di operazione commerciale, eppure in questa occasione ho gradito meno di quanto mi ero prefigurato. Non è colpa certo di Hanks e Ryan, una coppia sullo schermo capace di funzionare ampiamente; probabilmente è stato il semplice caso dell'aspettativa vs realtà, dove quest'ultima non ha corrisposto le attese.
Ps. 2 candidature agli Oscar del 1994 per Miglior sceneggiatura originale e canzone ("A Wink and a Smile"), 3 nomination ai Golden Globes (Migliori film commedia, attore e attrice protagonisti) e 2 ai BAFTA (sceneggiatura e colonna sonora).
Cast: Tom Hanks, Meg Ryan, Bill Pullman, Ross Malinger, Rob Reiner, Rosie O'Donnell, Gaby Hoffmann, Victor Garber, Rita Wilson, Frances Conroy.
Box Office: $227.8 milioni
Consigli: Delizia per romanticoni incalliti, scelta perfetta per una serata di disimpegno e nostalgia canaglia, questo film è sicuramente uno dei più famosi legati al genere commedia romantica e sono sicuro che per molti il risultato finale sia ancora soddisfacente. Per tutti coloro che, al contrario, desiderassero un piglio meno fiabesco, meglio evitare.
Parola chiave: Radio.

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lunedì 22 maggio 2017

Film 1359 - The Circle

Da quando tengo il mio quadernino degli appunti per le recensioni, questo film è quello di cui ho scritto di più. E il motivo è perché niente della storia funziona...

Film 1359: "The Circle" (2017) di James Ponsoldt
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Passo da un film con Karen Gillan all'altro nel giro di poche ore (vedi "Guardiani 2"). Dismessa la maschera di Nebula, qui la ritrovo su di giri ed elettrizzata per l'isola felice di The Circle, una sorta di Apple + Google misto Scientology che sembra una roba per geni e, invece, si rivela una gran cagata (pardon per il francese). E lo dico un po' a malincuore vista la presenza di Emma Watson che apprezzo ma che, rari casi a parte, in quanto a vagliare copioni non mi pare proprio un asso.
Nonostante questa storia presenti una serie di elementi intriganti che parrebbero poter costruire le basi per un buon thriller, in realtà ogni possibilità di sensatezza si brucia nel giro del secondo tempo. Che The Circle sia più una setta che un luogo di lavoro felice bastano 10 minuti per capirlo, mentre alla Watson ci vuole una permanenza lunga mesi e la drammatica uscita di scena di un amico molto più furbo di lei. Il labile confine fra utilità e invasione della privacy qui vuole essere portato all'estremo nel tentativo di strizzare l'occhio allo spettatore, quasi a suggerirgli: "Hai visto come siamo intelligenti noi di The Circle (e per estensione noi della produzione del film)?"
In realtà l'assurdità della trama smentisce in fretta i tentativi - magari anche nobili, per carità - di una scrittura matura e introspettiva, quasi di denuncia rispetto a una tematica attuale e difficile da gestire come quella del privato in rete. "The Circle" sembra voler affrontare l'argomento per metterne alla berlina gli aspetti negativi e discutibili passando per un elenco di luci ed ombre che, in realtà, è meno azzeccato di quanto sia autocelebrativamente geniale. Innanzitutto c'è da chiedersi perché una che abbia già espresso perplessità rispetto alla comunità di The Circle (e sia già stata messa in guardia riguardo a certe attività non esattamente pro privacy) dovrebbe votarsi consapevolmente ad un progetto che la invischierà ancor di più all'interno dell'organizzazione. Non contenta, deciderà perfino di farsi riprendere in diretta tutto il giorno tutti i giorni, rendendo accessibile a chiunque in qualunque momento ogni contenuto che la riguardi (telefonate, mail, conversazioni...).
D'altra parte non si capisce come sia possibile che la stessa The Circle, nelle persone dei suoi fondatori, non pensi di mettere sotto sorveglianza la ragazza - nel tempo seguita da miliardi di persone - alla quale hanno deciso di consegnare tanta popolarità (leggi potere). E' del resto proprio attraverso questo strumento che verrà a verificarsi la fine della storia. Ma gli elementi che non quadrano non sono finiti qui. Perché Ty (John Boyega), ex fondatore scontento di The Circle, non è sotto sorveglianza? Non nasconde di certo il proprio malcontento rispetto alla gestione da parte dei due altri amministratori Tom Hanks (che ci fai qui?) e Patton Oswalt, per cui non ci si può non chiedere perché non venga spiato dalla struttura più spiona del pianeta... Il che rende ancora più assurdo che lui e la Watson (nel film Mae) si infiltrino indisturbati all'interno del nuovo covo segreto dell'azienda non solo una volta, ma ben due! La donna più online del mondo e il creatore scontento girano indisturbati per il campus, chiacchierano senza che nessuno si insospettisca, parlano senza che qualcuno li ascolti, il che è ancora più paradossale se si pensa che nel momento in cui l'amico di Mae la raggiunge a The Circle per parlare, la gente si ferma addirittura a filmarli con palmari e cellulari...
Senza contare - e giuro che poi mi fermo - che Mae e l'amica frizzantina per i troppi farmaci parleranno serenamente al telefono senza che nessuno ascolti i loro piani sovversivi. Non solo Mae aveva già evidenziato una certa insofferenza nei confronti dell'ideologia alla base del progetto, ma l'amica aveva addirittura precedentemente mandato a stendere tutti durante una riunione dell'esecutivo (motivo per il quale se n'era andata da The Circle). Visti i presupposti mi sarei aspettato un minimo di sorveglianza da chi, secondo questa stessa storia, è capace di detenere tanto potere e saperlo sfruttare in maniera così geniale: riesci a convincere i governi di vari paesi del mondo ad obbligare la popolazione ad usare la tua piattaforma per esprimere le preferenze di voto durante le elezioni - ma nessuno ci vede conflitti di interesse, monopolio, violazioni delle principali norme su sicurezza e privacy? - e poi non sei in grado di mettere sotto sorveglianza i telefoni dei tuoi dipendenti? Ma allora cosa te le cripti a fare le mail, signor Tom Hanks, solo per bullarti di figaggine informatica fine a se stessa?!
Poi, oltre alla scenggiatura un po' scema, devo dire che nemmeno i dialoghi funzionano granché. Ho trovato altresì fastidioso il fatto che ci sia uno scambio di battute spesso eccessivo, quasi a voler sottolineare una certa furbizia ed intelligenza di fondo del progetto che, sappiamo, non c'è. Il risultato è un ritmo spezzato da continue interruzioni (il caso più eclatante è la scena della riunione in cui Mae, masochista, spiega la sua idea riguardo alle elezioni) e una comunicazione ridondante che finisce per risultare sciocca.
Insomma, un cast da grandi occasioni sprecato per un risultato finale banale e insensato. "The Circle" sembra voler dire la sua sulla questione della vita privata e la sua invasione da parte di social network e affini, eppure si perde a raccontare una storia disconnessa e narrativamente poco plausibile che fa semplicemente sfoggio di scenografie accattivanti, una protagonista sulla cresta dell'onda e un incipit intrigante che, però, avevamo già visto altrove. Non basta.
Cast: Emma Watson, Tom Hanks, John Boyega, Karen Gillan, Ellar Coltrane, Patton Oswalt, Glenne Headly, Bill Paxton, Judy Reyes, Beck.
Box Office: $25.3 milioni (ad oggi)
Consigli: Francamente il risultato finale è deludente e sconclusionato. La storia della tecnologia come gabbia, arma che ci si ritorce contro è vecchia ormai e trovare nuovi modi per svilupparla e renderla più originale è difficile. Qui il tentativo è fallimentare soprattutto per colpa di una trama superficiale e scritta male nonostante il ricorso al romanzo omonimo di Dave Eggers (che mi auguro sia un tantino migliore del suo fratellastro cinematografico). Se si apprezza Emma Watson o Tom Hanks può valere la pena di dare una chance ai propri beniamini, ma davvero "The Circle" è un tentativo deludente di thriller fantascientifico per cui, nel caso, non dite che non eravate state (ampiamente) avvisati.
Parola chiave: Incidente stradale.

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Bengi

venerdì 17 febbraio 2017

Film 1308 - Prova a prendermi

Da molti anni volevo rivedere questo film. Ricordavo solo di averlo visto al cinema e nient'altro, per cui alla prima occasione ho rimediato.

Film 1308: "Prova a prendermi" (2002) di Steven Spielberg
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Steven Spielberg è un grande narratore, non c'è niente da fare. Come le racconta lui le storie, anche quelle brutte, non ci riescono in molti. Prima dei tanti passi falsi recenti,
15 anni fa il regista regalò al mondo questa pellicola sull'assurda storia di Frank Abagnale Jr. che, non fosse vera, sarebbe semplicemente una delle tante americanate simpatiche e un po' furbette. Non fosse che, appunto, questi fatti sono realmente accaduti.
Così la storia di Spielberg assume anche quella connotazione eclatante, roboante e quasi magica che tutte le imprese del protagonista le assicurano man mano, in un crescendo di assurdità che rimane  saldamente ancorato a fatti concreti tanto assurdi e pazzeschi da lasciare storditi. Ovvero: può un ragazzino minorenne spacciarsi efficacemente per un pilota, un dottore, un agente dei servizi segreti e un avvocato (superando anche l'esame di abilitazione)? A quanto pare Frank Abagnale Jr. c'è riuscito e pure con successo. Chapeau.
Al di là delle sue clamorose "avventure" però, per come la sua storia è raccontata qui ne esce il ritratto di una persona sofferente e insicura, un giovane adulto incapace di distinguere realtà e fantasia, giusto e sbagliato a causa di una coppia di genitori alla soglia dell'omertà e con già problemi personali pregressi (il padre con la giustizia, la madre attenta a badare solo a se e quando ci sono i soldi). Frank vuole solo rivedere unita la sua famiglia e farà quello che crede essere il suo dovere per ricomporre i cocci del matrimonio finito dei suoi. Certo in una maniera davvero molto personale e fantasiosa. E illegale.
Andando oltre le follie di questa storia, "Prova a prendermi" risulta meno il racconto compatto della vita di un uomo e più l'insieme di tutta una serie di sketch e momenti tragicomici in cui entrano in scena le numerose comparse che, presto o tardi, spariranno di nuovo. A tratti sembra quasi più una carrellata di ruoli, oltre che oggi quasi un gioco a trovare le star che ce l'hanno fatta (tra le tante: Amy Adams, Jennifer Garner, Ellen Pompeo, Elizabeth Banks). In quest'ottica mi è parso mancasse un senso unitario finale, anche se naturalmente parte di questa sensazione dipende dal materiale originale da cui è tratto il film.
Per quanto riguarda il cast, DiCaprio con questa performance comincia a dimostrare davvero il suo talento camaleontico. Oscillando esteticamente tra il periodo "Titanic" e quello de "La maschera di ferro", il ragazzo si produce in una performance solo apparentemente facile, andando finalmente oltre il bel visino d'angelo e i ruoli da sex symbol romantico. Hanks, invece, ha un personaggio strano che oscilla tra il tenero-simpatico e l'imbecille arrogante. Gli riesce bene. Infine non posso dire che l'interpretazione di Christopher Walken mi abbia così convinto e sbalordito da meritare addirittura una nomination all'Oscar (ed ha vinto addirittura un BAFTA come attore non protagonista!). E' bravo, ma DiCaprio qui mette tutti in ombra.
In definitiva, comunque, la ritrovata visione di "Catch Me If You Can" mi ha lasciato soddisfatto, andando a confermare i pochi ricordi che avevo relativamente a questa pellicola. Si tratta di un buon prodotto, spesso divertente e certamente interessante per le vicende e i fatti che racconta. Manca, appunto, di una certa compattezza d'insieme, ma la peculiarità della storia e l'ottimo cast, oltre che la spassosa caccia al ladro rendono il tutto piacevolmente godibile.
Ps. 2 candidature all'Oscar: Miglior attore non protagonista (Walken) e colonna sonora.
Cast: Leonardo DiCaprio, Tom Hanks, Christopher Walken, Martin Sheen, Nathalie Baye, Amy Adams, James Brolin, Jennifer Garner, Ellen Pompeo, Elizabeth Banks.
Box Office: $352.1 milioni
Consigli: Pellicola piacevole e sufficientemente spensierata (soprattutto la prima parte), perfetta per un disimpegno di qualità che ricalca le pazzesce vicissitudini di un giovane Frank Abagnale Jr. ai suoi esordi criminali. Ora l'uomo è un rispettabile cittadino, nonché consulente per l'FBI, per cui il lietofine è assicurato. Insomma, una pellicola perfetta per godersi qualche ora di intrattenimento tanto assurdo da essere persino vero.
Parola chiave: Identità false.

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Bengi

lunedì 23 gennaio 2017

Film 1287 - Angeli e demoni

Seconda ed ultima serata in Trentino: cena sul letto con pizza e film!

Film 1287: "Angeli e demoni" (2009) di Ron Howard
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Avevo ricordi più positivi rispetto a quello che è, di fatto, un film mediocre. Il che mi ha portato a pensare, in tutta onestà, che l'intera trilogia tratta dai romanzi a cardiopalma di Dan Brown sia in realtà una gran delusione. "Inferno" è stato un fregatura e il mio tentativo di qualche anno fa di rivedere per la seconda volta "Il codice da Vinci" è rimasto senza seguito, il che, insieme al ripensamento che ho avuto in parte anche su questo titolo, mi ha fatto giungere alla conclusione di cui sopra.
Qualcuno penserà che io abbia scoperto l'acqua calda, ma ammetto che per me sia stata un po' una delusione. Sia perché di "Angeli e demoni" ho sempre avuto un buon ricordo, sia perché consideravo l'intrattenimento facile facile di questa trilogia una sorta di dato di fatto. La verità è che si tratta di pellicola perfette - e nemmeno tutte e 3 - per una prima visione, nel senso che già alla seconda hanno esaurito il loro appeal. Il fatto di conoscerne gli snodi narrativi, gli indizi, i colpi di scena, mina ampiamente il gusto della visione, sottraendo il piacere della scoperta che necessariamente appartiene soltanto alla prima irripetibile occasione. Il che di per sé non è un problema - chi non ha rivisto mille volte lo stesso film? -, solo che qui rovina tutto, dato che questi prodotti basano la loro intera storia sulla sequenza di sorprese in serbo per lo spettatore e sulla spettacolarità della rivelazione. Il Papa avvelenato, la figlia di Gesù, il doppio gioco sono tutti elementi narrativi che vedi una volta e ricordi, andando a compromettere l'unico vero pilastro su cui tutti e tre i capitoli si basano: la sconcertante verità cui solo Robert Langdon saprà arrivare.
Venuta a mancare quella, né questo né gli altri film hanno granché da regalare.
Film 81 - Angeli e demoni
Film 1237 - Inferno

Cast: Tom Hanks, Ewan McGregor, Ayelet Zurer, Stellan Skarsgård, Pierfrancesco Favino, Nikolaj Lie Kaas, Armin Mueller-Stahl.
Box Office: $485.9 milioni
Consigli: Il mio preferito della trilogia e forse il più interessante. Scienza e religione, intrighi, conclave, Illuminati, marchiature a fuoco e una serie di improbabili omicidi, il tutto per l'elezione del Papa più movimentata del mondo. Il secondo episodio con protagonista Robert Langdon è piuttosto indipendente rispetto agli altri titoli della trilogia e, quindi, non richiede alcun pregresso e si lascia guardare senza problemi. Frenetico, per certi versi elettrizzante (grazie ad una perfetta colonna sonora di Hans Zimmer), volontariamente esagerato e dal cast un po' random anche se intrigante, "Angels & Demons" lascia soddisfatti la prima volta, anche se non mancherà di deludervi la seconda.
Parola chiave: Antimateria.

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lunedì 12 dicembre 2016

Film 1258 - C'è post@ per te

Ricordavo che era un po' una banalità allo zucchero, però avevo voglia di qualcosa di certo e sicuro, un titolo che mi ricordasse quando ero ragazzino, uno di quei film che ero andato a vedere al cinema con i miei genitori e di cui, possibilmente, non mi ricordassi la trama...

Film 1258: "C'è post@ per te" (1998) di Nora Ephron
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Prima di Tinder e Grindr, prima delle chat di Facebook e Messenger, prima che il cellulare prendesse il sopravvento, la novità tecnologica per eccellenza era il computer e la novità a livello di comunicazione istantanea era certamente l'e-mail. In questo contesto, quello che oggi a posteriori assomiglia più che altro a una sorta di limbo tecnologico in cui c'erano tutti i presupposti ma non ancora la tecnologia necessaria, in questo contesto, si diceva, rinasce la storia di Miklós László dal titolo "Parfumerie" e prende la forma della commedia romantica assemblata e distillata da penna e mano di Nora Ephron, per trent'anni indiscussa regina dei film chick flick, ovvero quei titoli destinati principalmente ad un target femminile.
La premessa è semplice e nota a tutti: possono due che nella realtà si odiano, innamorarsi addirittura su internet? La risposta è ovvia e, in questo caso inevitabile. La qual cosa non è necessariamente un problema perché sì, una volta che si è deciso di vedere "You've Got Mail" sappiamo esattamente a cosa stiamo andando incontro, ovvero la ritualizzazione hollywoodiana dell'amore declinata secondo la "scenetta" del caso. Quindi è inutile storcere il naso a posteriori: la storia è quella che è, ma del resto lo sapevamo fin dall'inizio.
Scesi a patti con lo snobismo che è in noi, si può tranquillamente ammettere che "C'è post@ per te", nonostante l'orrida titolazione italiana, è un film carino ed innoquo, capace di veicolare quella calda sensazione di tranquillità e pace interiore che non molti altri titoli sono capaci di garantire. Poi ok, la nevrosi da maestrina di Meg Ryan a volte è insopportabile, ma tutto sommato il risultato finale è quello di una simpatica favoletta che, a quasi vent'anni di distanza, è ancora in grado di risultare piacevole.
Ps. Candidato a un Golden Globe per la Miglior attrice (commedia o musical) per Meg Ryan.
Cast: Tom Hanks, Meg Ryan, Parker Posey, Jean Stapleton, Dave Chappelle, Steve Zahn, Greg Kinnear, Heather Burns, Dabney Coleman, Chris Messina.
Box Office: $250.8 milioni
Consigli: Ormai evergreen delle pellicole romantiche, rivisitazione tecnologica del genere, "C'è post@ per te" è stato certamente uno tra i titoli più iconici della carriera di Meg Ryan, un bell'esempio di quanto un tempo bastasse poco per intrattenere il pubblico partendo da un semplice pressupposto: è possibile innamorarsi via mail? La questione non è per niente semplice e al giorno d'oggi certi dialoghi e certe remore dei personaggi fanno un po' ridere, ma preso con la giusta dose di affetto nostalgico questo film è ancora capace di lasciare il suo spettatore-tipo perfettamente soddisfatto. Per tutti gli altri magari ci sarà un po' di tedio, ma tutto sommato si tratta di una storia che si lascia ancora rivedere con piacere.
Parola chiave: NY152, Shopgirl.

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lunedì 14 novembre 2016

Film 1237 - Inferno

Dopo 4 notti ad Oslo, siamo tornati in quel di Copenaghen dove eravamo atterrati. Di nuovo 8 ore di pullman, un po' di cibo, molto trono di spade e una tesi da finire di scrivere. Arrivati in Danimarca, la prima serata ventosissima e bagna l'abbiamo dedicata al cinema: come a Londra, siamo tornati all'IMAX!

Film 1237: "Inferno" (2016) di Ron Howard
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Poe
Pensieri: Flop inaspettato sul mercato americano, incapace di generare oltre i miseri $31.6 milioni incassati ad oggi, il terzo titolo della saga creata da Dan Brown è stato stranamente snobbado rispetto ai suoi predecessori di successo. Non c'è una colpa particolare, il mix di elementi è sempre lo stesso, forse semplicemente a nessuno interessa più delle avventure cinematografiche di Robert Langdon.
Dopo i fasti iniziali dei primi due capitoli, con questo terzo ci spostiamo in un nuovo territorio per il famoso professore/detective casereccio: abbandonata la Chiesa, ci diamo alla scienza cattiva, quella che intende generare un virus in grado di sterminare una parte di popolazione mondiale così da evitare il collasso sociale cui stiamo arrivando a causa del sovrappopolamento. L'unico modo per raggiungere la stabilità, secondo la visione dei pazzoidi dietro all'ideona, è una piaga su scala mondiale e l'unico che lo capisce, ovviamente, è Langdon, tra l'altro complice suo malgrado.
Dalla trama particolarmente intricata di questo terzo episodio non si trae alcun piacere per un bel po' di tempo. La prima parte di film è tutta di ricerca di indizi che non si trovano, per cui le due scatole che non ti vengono. Se ci si aggiunge che la versione originale presenta un sacco di frasi in italiano pronunciate un po' a casaccio da attori internazionali - e mi dispiace dirlo ma Felicity Jones in questo non è per niente brava - e un sacco di frasi in inglese pronunciate un po' a casaccio da attori italiani, l'effetto teoricamente serio dell'operazione sfocia in una sorta di surreale calderone di accenti e battute incomprensibili. In aggiunta per noi italiani, fanno un po' ridere una serie di scene e trovate improbabili, capitanate da quella in ospedale, luogo in cui a) si parla in inglese* e b) le porte sono antiproiettile**. Insomma, quantomeno si manca di realismo.
Per il resto della storia, una volta che un po' di indizi si comincia a metterli insieme, in realtà manca quella messa in scena colossalmente assurda che oscilla tra la boiata e l'appagante, per cui alla fine si rimane un po' perplessi e basta. Sì, ok, il colpo di scena c'è e tutta quella serie di elementi catastrofico-apocalittici pure, ma la sensazione è che manchi qualcosa che renda questa storia un'avventura interessante oltre la maniacale e scrupolosa ricerca della trafila di indizi "culturali" sparpagliati a casaccio a testimonianza dell'enorme patrimonio di conoscenza del suo autore. Insomma, mi è parso talvolta tutto un attimo fine a se stesso. Oltre che sconnesso rispetto ai lavori precedenti.
Dunque un risultato finale traballante, una messa in scena eccessivamente patinata e un Robert Langdon francamente in affanno per un "Inferno" che lo è di nome, ma di fatto è solo un gran casino.
* Sappiamo tutti che in Italia si parla a malapena l'italiano, figuriamoci l'inglese. In una struttura pubblica.
** Ahahahahah, sto ancora ridendo.
Film 81 - Angeli e demoni
Film 1287 - Angeli e demoni
Cast: Tom Hanks, Felicity Jones, Irrfan Khan, Ben Foster, Sidse Babett Knudsen, Omar Sy, Ana Ularu.
Box Office: $202.6 milioni
Consigli: Il cast internazionale fa sempre figo, anche se mi aspettavo che le pronunce sarebbero state più comprensibili. In definitiva un terzo capitolo così così che fallisce nel consegnare al pubblico generico un thriller emozionante e finisce per risultare appetibile solo per i fan della saga. Too bad.
Parola chiave: Cerca trova.

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martedì 12 gennaio 2016

Film 1076 - Il ponte delle spie

Doveva essere la serata della seconda visione di "Star Wars", mentre la sala piena ci ha costretto a ripiegare su quest'altro titolo.
Film 1076: "Il ponte delle spie" (2015) di Steven Spielberg
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Scelta di ripiego, eppure ottima scelta. Un po' inaspettatamente "Il ponte delle spie" mi ha convinto e mi è molto piaciuto. Interessante, ben argomentato e narrato, con un buon cast e la regia del sempreverde Spielberg, questa pellicola centra il suo obiettivo e racconta - senza esagerare troppo con i fronzoli all'americana - una delle tante storie riguardo alla Guerra Fredda. E, bisogna dirlo, che la storia l'abbiano scritta i Coen si capisce e si apprezza.
La trama parla di James B. Donovan (Tom Hanks), un avvocato newyorkese che, incaricato dalla CIA, deve negoziare il rilascio di Francis Gary Powers (Austin Stowell), pilota il cui aereo spia U-2 è stato abbattuto in Unione Sovietica, e scambiarlo con la spia filocomunista catturata a New York di nome Rudolf Abel (Mark Rylance). Oltre a lui l'avvocato cercherà di riportare a casa anche lo studente di economia Frederic Pryor (Will Rogers), arrestato per spionaggio dalla Volkspolizei, la polizia della Germania Democratica.
Incastrato tra sovietici e tedeschi in piena erezione del muro, il povero Donovan dovrà, con le sue sole forze, gestire il rilascio dei prigionieri senza giovare di consulenze esterne e, soprattutto, dopo aver rappresentato legalmente la spia comunista Abel di fronte al tribunale americano. Diviso tra due (e poi tre) fuochi, dovrà saper gestire diplomaticamente una situazione tanto tesa quanto drammatica, cercando di portare a casa un risultato, ottenere lo scambio anche dello studente, che alla CIA non sta a cuore.
L'atmosfera cupa, l'ambientazione gelida e la rappresentazione spietata di un'epoca che ha segnato la storia recente, sono tutti elementi che concorrono al buon risultato finale del film. Che Spielberg sia un gran narratore lo sappiamo, ma al contempo sappiamo che non sempre porta a casa un film degno di nota - dite quel che volete, ma "War Horse" è un brutto film -. Qui la macchina è ben oliata e funziona bene, anche grazie alla solida interpretazione di Hanks, capace da solo di tirare le redini di tutta la storia. Qui è affiancato da uno stropicciatissimo Rylance (forse candidato all'Oscar) che giova di tutti gli assurdi personaggi fino ad ora portati sullo schermo dai Coen e gioca benissimo le sue carte, rimanendo ampiamente impresso nella mente del pubblico.
Dunque un buon film, compatto e tecnicamente eccellente, che racconta una bella e interessante storia di cui altrimenti in molti non sarebbero venuti a conoscenza. Il personaggio di Donovan, per quanto romanzato, porta un messaggio positivo non solo di professionalità e dedizione, ma anche di speranza e umanità. Ho apprezzato.
Ps. Candidato a 1 Golden Globe (Miglior attore non protagonista) e 9 BAFTA (tra cui Miglior film, regia, sceneggiatura e attore non protagonista).
Cast: Tom Hanks, Mark Rylance, Scott Shepherd, Amy Ryan, Alan Alda, Austin Stowell, Billy Magnussen, Eve Hewson, Dakin Matthews.
Box Office: $151.9 milioni
Consigli: Buon cast, tecnicamente ineccepibile, storia interessante, il tutto per un film che funziona senza strafare. Hanks in parte, i Coen distillano una dose di loro inconfondibile stile pur non travalicando l'interesse storico della vicenda e, di fatto, si passano 141 minuti di tesa suspense che non mancheranno di lasciare soddisfatto lo spettatore. Il risultato finale è riuscito e, forse, merita più considerazione di quanta non ne abbia ottenuta fino ad ora. Vedremo con gli Oscar.
Parola chiave: Ponte di Glienicke.

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martedì 10 febbraio 2015

Film 874 - Toy Story 3 - La grande fuga

Forse era ora di recuperarlo...

Film 874: "Toy Story 3 - La grande fuga" (2010) di Lee Unkrich
Visto: dal computer di Rosita
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Rosita, Pierluca
Pensieri: In occasione degli Oscar del 2011 avevo iniziato questa pellicola senza però trovare il tempo per terminarla, finendo così per lasciare questo terzo episodio di uno dei film d'animazione più rivoluzionari di sempre incompiuto. Non so perché avessi perso l'entusiasmo, ma per guardare il secondo tempo proprio non mi sembrava di avere il tempo. Così sono passati 4 anni e di "Toy Story 3" più nessuna traccia.
All'inizio di questo 2015, invece, una cena con film è stata la scusa perfetta per recuperarlo e dargli la chance che sinceramente questo film meritava. Uno dei pochissimi titoli d'animazione candidato anche a Miglior film agli Oscar, questa pellicola è riuscita a portarsi a casa 2 statuette su 5 candidature (Miglior film d'animazione e Miglior canzone), riuscendo nella non facile impresa di tornare sul grande schermo a 11 anni dal secondo episodio del franchise e facendo letteralmente il botto. Grandissimo successo di critica e pubblico, una valanga di premi e un incasso mondiale che supera il miliardo di dollari, questo "Toy Story 3 - La grande fuga" è, di fatto uno dei titoli d'animazione che ha incassato di più nella storia del cinema (era primo, ma è stato sorpassato da "Frozen").
Devo dire che il successo ottenuto qui è assolutamente meritato, la storia è - come spesso ci ha abituato la Pixar - geniale, divertente, spassosa e assolutamente originale, in grado di raccogliere lo spirito dei precedenti due titoli riuscendo però a modernizzare il franchise facendogli fare un balzo di un decennio che non soffre di assurdità o boiata, ma anzi consegna alla nuova generazione dei più piccoli una nuova saga a cui affezionarsi.
Insomma, recuperato il giusto spirito, ho davvero visto volentieri questo terzo "Toy Story". Riaffacciarsi al mondo dei giocattoli vivi, rivedere Buzz e Woody, giocare un'altra volta con Mr. e Mrs. Potato e Rex e soprattutto godersi i numerosi siparietti comici di Ken e Barbie è stato un vero piacere, nonché un personale tuffo nel passato. Forse non lo avrei premiato per la Miglior canzone originale - va detto che quell'anno non c'era davvero nulla di particolarmente forte in competizione -, ma in generale questo film d'animazione è assolutamente un piacere da seguire, anche per gli occhi.
Ps. In Italia sono molti i nomi noti che hanno doppiato il film, a partire da Fabrizio Frizzi (che fin dal primo titolo è stato la voce di Woody) e Massimo Dapporto (Buzz Lightyear). Tra i più famosi Ilaria Stagni, Fabio De Luigi, Claudia Gerini, Gerry Scotti, Giorgio Faletti.
Box Office: $1.063 miliardi
Consigli: La saga di "Toy Story" è ormai un cult e questo terzo capitolo (a cui si aggiungerà un quarto nel 2017) è assolutamente degno dei suoi predecessori.
Ormai destinati al disuso, i giocattoli di Andy vengono portati presso un asilo nido dove saranno in grado di rifarsi una vita, ovvero ritrovare il loro scopo. Woody, inizialmente conservato da Andy, finirà per tentare di salvare i suoi amici dalla migrazione forzata verso l'asilo che, inizialmente, si rivelerà però una specie di paradiso dei giocattoli gestito da Lotso Grandi Abbracci, un vecchio orso rosa. Naturalmente le insidie sono dietro l'angolo, perché come è immaginabile la facciata idilliaca sarà presto sostituita con quella più reale e che causerà non pochi problemi al gruppo di giocattoli. Non mancheranno quindi le avventure e ancora una volta il gruppo dovrà rimanere unito per ritrovare i suoi punti di forza dopo tanta incertezza e sfiducia.
Come si capisce, quindi, un film per bambini che affronta numerose tematiche anche più adulte, come l'abbandono, il capire quale sia il proprio posto, ma anche l'importanza del riciclo (i giocattoli donati da Andy faranno felice un'altra bambina). Tutto sommato, però, "Toy Story 3 - La grande fuga" è anche la scelta perfetta per quegli adulti di oggi che tempo fa avevano apprezzato il primo film del '95 o per chi volesse scoprire un trilogia che è sicuramente tra le migliori che l'animazione in computer grafica abbia prodotto.
Parola chiave: Inceneritore.

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mercoledì 20 agosto 2014

Film 759 - Apollo 13

Erano anni che volevo rivederlo, manca sempre l'occasione giusta. Ora ho rimediato.

Film 759: "Apollo 13" (1995) di Ron Howard
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Un film che è certamente entrato nell'immaginario collettivo, una pellicola fortissima che ancora oggi funziona alla grande. Effetti speciali super, una storia coinvolgente e ricca di pathos, un tema mitico - la conquista della luna - e un cast stellare (Tom Hanks, Bill Paxton, Kevin Bacon, Gary Sinise, Ed Harris, Kathleen Quinlan). Insomma, "Apollo 13" mi era mancato.
Inutile dire che il paragone con "Gravity" sia inevitabile, che lo si voglia o no. Manca la luna come punto centrale della trama, ma per il resto molti degli snodi principali si somigliano: spazio, missione spaziale, catastrofe, necessità di sopravvivere, missione disperata di rientro. Da questo punto di vista credo si possa dire che "Apollo 13" abbia fatto scuola.
Certo, la differenza tra 20 anni fa e oggi c'è. Ne è esempio lampante la quasi totalità di scene in interno, a differenza della pellicola con Sandra Bullock, quasi in toto girata nello spazio. Anche se qui ciò che viene mostrato grazie alla computer grafica sembra ancora a tratti un videogioco, non si può comunque non riconoscergli il merito di rendere vero e 'finto' ben coesi nella resa finale e di riuscire ad utilizzare gli effetti speciali a totale vantaggio della creazione di meraviglia, suspense e ammirazione che tanto rendono magnetica questa pellicola.
Insomma, penso si possa dire serenamente che questo film sia ormai indiscutibilmente parte dell'immaginario collettivo per quanto riguarda i film sulle missioni spaziali, senza considerare il fatto che si deve a questa pellicola una delle frasi più celebri della storia del cinema: "Houston, abbiamo un problema". Mica roba da niente...
Ps. 9 candidature ai premi Oscar del 1996 e 2 vittorie, nessuna delle quali nella categoria degli effetti speciali. Quell'anno, infatti, a vincere nella categoria fu "Babe - Maialino coraggioso". E non è uno scherzo.
Box Office: $355,237,933
Consigli: Storia non felice degli astronauti Jim Lovell, Fred Haise e Jack Swigert, desiderosi di camminare sulla luna, ma beffati dal destino. Rischieranno tutto per poterla toccare, ma il loro sogno rimane, di fatto, tale. Ron Howard confeziona un blockbuster potentissimo, ricco di avvenimenti, mai noioso e tecnicamente all'avanguardia, riuscendo nel compito di tenere lo spettatore incollato alla sedia per tutta la durata dei 140 minuti di pellicola. E' un film che racconta una storia realmente accaduta, che parla di eroismo e - inevitabilmente - di valori e che strizza l'occhio anche ai più tecnologici portando chi guarda non solo nello spazio, ma anche nel cuore di una vera e propria avventura. Un classico.
Parola chiave: Ossigeno.

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venerdì 31 gennaio 2014

Film 662 - Captain Phillips - Attacco in mare aperto

Per introdurre questo film, un passaggio della bella canzone di Milva dal titolo "Marinero":
«I just want to feel the spray
Upon my face, the ocean air
Marinero»


Film 662: "Captain Phillips - Attacco in mare aperto" (2013) di Paul Greengrass
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Tratto dalla storia vera del capitano Richard Phillips e raccontata in "A Captain's Duty: Somali Pirates, Navy SEALS, and Dangerous Days at Sea", questo film, devo dirlo, è veramente una bomba. E non me lo aspettavo minimamente!
L'interesse si accende quasi subito quando i maledetti pirati somali si interessano alla nave del nostro futuro eroe e lui, solo a governare, comincia il contrattacco con i soli mezzi a sua disposizione: velocità, idranti e la trasmissione di un messaggio di emergenza all'US Maritime Emergency Line. I pirati, naturalmente, riescono a salire a bordo della grande portacontainer "Maersk Alabama" e, da quel momento, comincia l'adrenalina.
Quella che la trama ci racconterà, infatti, è la dinamica di un dirottamento (il primo della storia navale statunitense) e il successivo sequestro del capitano, in un crescendo di situazioni limite in cui "dialogare" prevede sempre l'utilizzo di qualche arma da fuoco. Unico collante tra la vita e la morte dell'equipaggio è proprio Phillips, che metterà a rischio la sua incolumità riuscendo prima a contenere i pirati trattando e consegnando i $30,000 in dotazione alla nave, poi finendo sulla scialuppa di salvataggio che i quattro intendono usare per ritornare nel loro Paese da dove chiedere il riscatto per il capitano. Sarà un viaggio pericoloso ed agitatissimo.
Veri risponsabili della riuscita di questo "Captain Phillips" sono certamente gli ottimi Tom Hanks e Barkhad Abdi nei panni del capo dei pirati somali (per lui, alla prima esperienza recitativa, doppia nomination ai Golden Globes e agli Oscar) e il regista Paul Greengrass che, oltre ad avere il taglio di capelli meno azzeccato del mondo, è anche in grado di gestire una sceneggiatura che prevede solo mare aperto, una scialuppa microscopica e una nave cargo gigante con grandissima maestria, senza mai far "soffrire" lo spettatore la necessità di qualche scenario in più.
Ottimo risultato, quindi, questo "Captain Phillips - Attacco in mare aperto", capace di far trattenere il respiro grazie ad un finale ad altissima tensione e ad un Tom Hanks che non apprezzavo così da un sacco di tempo. Le 6 nomination agli Academy Awards che il film si è guadagnato sono del tutto meritate e, anche se prima ero alquanto scettico riguardo questa pellicola in generale e il suo interprete in particolare, mi sono ampiamente ricreduto.
Ps. 55 milioni di dollari per produrlo ed un box office mondiale ad oggi a quota $215,346,525.
Consigli: Io purtroppo l'ho visto a più riprese, ma mi ha comunque conquistato. Quindi, chiaramente, meglio vederlo dall'inizio alla fine senza grandi pause, in modo da poter godere appieno del climax narrativo. Hanks è in formissima e l'esordiente Barkhad Abdi è un pirata lucido e spietato. Un ottimo esempio di film che trae da fatti reali una storia al cardiopalma che vale la pena di vedere.
Parola chiave: Riscatto.

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lunedì 20 gennaio 2014

Film 656 - Saving Mr. Banks

Dalle premesse, dal trailer e considerato il cast, sembrava un film su cui puntare decisamente!

Film 656: "Saving Mr. Banks" (2013) di John Lee Hancock
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: La Walt Disney Pictures procude un film su una pellicola della Walt Disney Pictures in cui tra i protagonisti della vicenda c'è Walt Disney. Autoreferenziale?
Va detto che la storia è più che altro incentrata sulla zitella di ghiaccio P.L. Travers, autrice dell'acclamato "Mary Poppins" di cui il buon vecchio Walt vuole i diritti per produrre quel film che passerà alla storia come uno dei classici Disney più conosciuti ed amati. Un'impresa che Pamela gli renderà piuttosto complessa, considerato quanto lei odi praticamente tutto ciò che non sia inglese, distaccato e assolutamente secondo etichetta. Per non citare il fatto che il romanzo è molto più che solo ispirato alle vicende personali d'infanzia dell'autrice, vicende che l'hanno particolarmente segnata e portata ad essere la donna di ferro che è.
Questa faticosa (da sopportare) rigidità è magnificamente resa da una sempre grandissima Emma Thompson, una delle migliori e spesso sottovalutate attrici della sua generazione - non le riconoscono un premio dall'Emmy del 1998 come Guest Actress per "Ellen" -, in grado di calarsi perfettamente nel ruolo della Travers e seguirla durante la sua crescita personale, obbligata da un'esposizione ad un mondo a lei sconosciuto e da lei vissuto come totalmente ostile. Tra l'inizio e la fine del film, enormi progressi vengono fatti dal personaggio, in un percorso di formazione che è più una lezione generale di vita. Sarà, infatti, in grado di far pace con i fantasmi del suo passato, alleggerendo un carico emotivo che da sempre l'ha spinta ad allontare il prossimo mantenendo un distacco sancito da un rigoroso ricorso alla formalità.
Dall'altra parte il Walt Disney di Hanks è un sognatore pacioccone che parla di promese fatte 20 anni prima e suggerisce un modus operandi che non si svincola mai da un certo non prendersi troppo sul serio. I miei dubbi sulla sua figura precedevano la realizzazione di questa pellicola - e di recente sono stati sollevati anche da una nipote di Disney, che appoggia la tesi secondo la quale il cineasta fosse razzisa - e, di conseguenza, ho guardato con un certo sospetto la resa sullo schermo di questo personaggio. Non è colpa di Hanks, che fa il suo mestiere con onestà, ma è l'eccesso di buonismo, visione illuminata ed elegante perseveranza che mi lasciano un pelo scettico. L'idea del sognatore visionario a tutti i costi è rischiosa perché, oltre a lasciare certo delle perplessità in qualcuno, potrebbe anche rendere antipatico il personaggio a chi non crede in questa combinazione total-sugar del creatore di Topolino.
"Saving Mr. Banks", comunque, funziona soprattutto grazie alal sua attrice protagonista e ad una ricostruzione dettagliata della vita negli anni '60. Dal punto di vista tecnico, infatti, la pellicola è molto ben realizzata e, nonostante un'inevitabile anima patinata, il risultato finale presenta una buona resa d'immagine, anche ricercata.
Il crossover tra la vita della giovane Travers e quello del percorso che la porterà ad accettare di cedere i diritti della sua opera più personale è a volte noiosetto, più che altro perché per lungo tempo inspiegabilmente protratto senza un collegamento a spiegare la scelta di questo espediente. Spesso sembra che la scelta di un taglio tra le immagini tra gli studi di Los Angeles e la campagna australiana siano realizzati un po' a casaccio, senza che effettivamente il racconto richieda che la scena precedente richiami la seconda o viceversa. Solo nel finale si capisce il perché di tale scelta narrativa e si conclude di comporre un puzzle composto di numerosi persone che, dalla vita vera, sono tramutati dalla scrittrice in persoganni (il padre, la zia, lei e la sorella bambine) di "Mary Poppins", che le finirà per chiamare la sua famiglia.
Nonostante tutto questo parlare di "Mary Poppins", comunque, dopo la visione di questa pellicola non si sente una grande esigenza di rivedere il classico di cui narra la storia, anche se ne è il fulcro. La creazione del film di Walt Disney è travagliata, stancante e fastidiosamente puntigliosa a causa della sua autrice e, purtroppo, un po' della magia del film del '64 viene infranta da questo biopic. Il risultato finale è interessante, ma non sempre totalmente riuscito. Forse concentrarsi più su uno solo dei 3 snodi principali della trama (infanzia, rapporto con Disney, realizzazione della sceneggiatura) avrebbe reso "Saving Mr. Banks" più in grado di centrare il punto.
Ps. Una nomination ai Golden Globes per la Thompson, una nomination all'Oscar per la Miglior colonna sonora di Thomas Newman e un incasso mondiale che al momento è a quota $84,491,000 (35 per produrlo). In Italia esce il 20 febbraio.
Consigli: E' un film interessante principalmente perché tratta la storia della creatrice del romanzo "Mary Poppins", di Walt Disney e della genesi del film vincitore di 5 premi Oscar tratto dal libro dall'omonimo titolo. Questi sono i 3 punti principali e più rilevanti che il film tratta. Il resto fa da contorno ad una serie di dinamiche che condurranno Pamela "P. L." Travers a lasciarsi convincere a cedere i diritti alla Walt Disney Pictures per la realizzazione di un film seguendo l'approccio visionario di Walt e dei suoi attori. Per chi è un fan della casa cinematografica, del film originale o dei due protagonisti è certamente un titolo rilevantissimo. Per gli altri è sicuramente un prodotto interessante che racconta dei retroscena altrimenti inaccessibili ai più. Carino.
Parola chiave: Zia Ellie.

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giovedì 12 dicembre 2013

Golden Globes 2014 - Le nomination

Olivia Wilde, Aziz Ansari e Zoe Saldana hanno appena presentato le nomination per i prossimi Golden Globes Awards che si terrano di qui a un mese, proprio il 12 gennaio 2014.
Dopo le nominations degli Screen Actors Guild Awards di 24 ore fa, anche i globi d'oro hanno decretato il meglio della passata stagione sfoderando la solita valanga di candidature tra cinema e tv, comedy e drama. Va detto che non c'è una gran differenza tra i nominati. Proprio tra questi ultimi, tra l'altro, una vera e propria pioggia di nomi che ad Hollywood contano davvero: Cate Blanchett, Sandra Bullock, Julia Roberts, Jennifer Lawrence (ancora), Tom Hanks, Robert Redford, Kate Winslet, Judy Dench, Kevin Spacey, Al Pacino, Leonardo Dicaprio, Michael Douglas e Matt Damon. Insomma, si prevede già un red-carpet succulento. 
 Per quanto riguarda il cinema, comunque, battono tutti "12 Years a Slave" ("12 anni schiavo") di McQueen e "American Hustle - L'apparenza inganna" di David O. Russell (ormai lanciatissimo) con 7 nomination ciascuno; per la tv, invece, 4 nomination per "House of Cards" e "Dietro i candelabri" di Soderbergh, da noi adesso al cinema. Per i film d'animazione sono in lizza "Cattivissimo me 2", "Frozen" e "I Croods", mentre per la Miglior canzone originale spuntano i nomi di Taylor Swift (per la seconda volta), Justin Timberlake e i Coldplay.
Infine, come ogni anno, ne approfitto per pronunciarmi riguardo a chi secondo me vincerà (*) e chi, invece, vorrei veder trionfare (§), attribuendo il seguente punteggio:
* = 1 punto;
§ = 1/2 punto;
*§ = 1 punto.
Insieme a me (B), Lidia (L) e Luigi (Lu).

Ma ecco la lista di tutte le categorie!



 71st Golden Globes Awards


Best Motion Picture - Drama
B Lu L*12 Years a Slave
Captain Phillips
B § Gravity
Lu L§ Philomena
Rush

Best Motion Picture - Musical or Comedy
B* Lu§ American Hustle - L'apparenza inganna
 Her
A proposito di Davis
Lu L* Nebraska
 The Wolf of Wall Street

Best Actor in a motion picture, drama
B* Lu§ Chiwetel Ejiofor,12 Years a Slave
Lu* B§ Idris Elba, Mandela: Long Walk to Freedom
Tom Hanks, Captain Phillips
L*§ Matthew McConaughey, Dallas Buyers Club
Robert Redford, All is Lost

Best Actress in a motion picture, drama
B* Lu§ L*§ Cate Blanchett, Blue Jasmine
 Sandra Bullock, Gravity
Lu* Judi Dench, Philomena
Emma Thompson, Saving Mr. Banks
Kate Winslet, Labor Day

Best Performance by an Actor in a Motion Picture - Musical or Comedy
L* Christian Bale for American Hustle - L'apparenza inganna
Lu§ Bruce Dern for Nebraska
B§ Lu* Leonardo DiCaprio for The Wolf of Wall Street
Oscar Isaac for A proposito di Davis
B* L§ Joaquin Phoenix for Her

Best Performance by an Actress in a Motion Picture - Musical or Comedy
B* Lu L*§ Amy Adams for American Hustle - L'apparenza inganna
Julie Delpy for Before Midnight
Greta Gerwig for Frances Ha
Julia Louis-Dreyfus for Non dico altro
 Meryl Streep for I segreti di Osage County

Best Director – motion picture
B§ L* Alfonso Cuaron, Gravity
Paul Greengrass, Captain Phillips
Lu* Steve McQueen, 12 Years a Slave
Lu L§ Alexander Payne, Nebraska
B* David O. Russell, American Hustle

Best Screenplay – Motion Picture
B L§ Spike Jonze, Her
Bob Nelson, Nebraska
Lu§ Jeff Pope Steve, Philomena
B Lu* John Ridley, 12 Years a Slave
L* David O. Russell and Eric Singer Warren, American Hustle

Best Animated Feature film
L*§ The Croods
Despicable Me 2
B Lu*§ Frozen

Best Foreign Language Film
Lu L* Blue Is The Warmest Color (France)
B*Lu§  The Great Beauty (Italy)
 The Hunt (Denmark)
The Past (Iran)
 The Wind Rises (Japan)

Best supporting Actress in a motion picture
Lu L* Sally Hawkins, Blue Jasmine
Jennifer Lawrence, American Hustle
B* Lu L§ Lupita Nyong'o, 12 Years a Slave
 Julia Roberts, August: Osage County
June Squibb, Nebraska

Best supporting Actor in a motion picture
Bradley Cooper, American Hustle
B L* Lu§ Michael Fassbender, 12 Years a Slave
B§ Lu* Jared Leto, Dallas Buyers Club
 Daniel Bruhl, Rush
Barkhad Abdi, Captain Phillips

Best Original Score – Motion Picture
All Is Lost - Alex Ebert
Mandela: Long Walk to Freedom - Alex Heffes
 Gravity - Steven Price
The Book Thief - John Williams
B* Lu L*§ 12 Years a Slave - Hans Zimmer

Best Original Song – Motion Picture
Lu L§ Frozen - Il regno di ghiaccio (2013): Kristen Anderson-Lopez, Robert Lopez ("Let It Go")
A proposito di Davis (2013): T-Bone Burnett, Ethan Coen, Joel Coen, Justin Timberlake, George Cromaty, Ed Rush ("Please Mr. Kennedy")
Hunger Games: la ragazza di fuoco (2013): Chris Martin, Guy Berryman, Jonny Buckland, Will Champion ("Atlas")
B Lu L* Mandela: Long Walk to Freedom (2013): Bono, Adam Clayton, The Edge, Larry Mullen Jr., Brian Burton ("Ordinary Love")
 One Chance (2013): Jack Antonoff, Taylor Swift ("Sweeter Than Fiction")

Best TV series, drama
B Lu* Breaking Bad
Downton Abbey
The Good Wife
 House of Cards
Lu§ Masters of Sex

Best Actress in a TV series, drama
Julianna Margulies, The Good Wife
Tatiana Maslany, Orphan Black
Lu*§ Taylor Schilling, Orange is the New Black
 Kerry Washington, Scandal
B* Robin Wright, House of Cards

Best Actor in a TV series, drama
B* Bryan Cranston, Breaking Bad
Liev Schreiber, Ray Donovan
B Lu§ Michael Sheen, Masters of Sex
Lu* Kevin Spacey, House of Cards
James Spader, The Blacklist

Best TV Series, Comedy
B Lu* The Big Bang Theory
Brooklyn Nine-Nine
Girls
Lu§ Modern Family
 Parks and Recreation

Best Actress in a TV Series, Comedy
Lu§ Zooey Deschanel, New Girl
Lu* Edie Falco, Nurse Jackie
Lena Dunham, Girls
B* Julia Louis Dreyfus, Veep
 Amy Poehler, Parks and Recreation

Best Actor, TV Series Comedy
B* Jason Bateman, Arrested Development
Don Cheadle, House of Lies
Michael J. Fox, The Michael J. Fox Show
B§ Lu*§ Jim Parsons, The Big Bang Theory
Andy Samberg, Brooklyn Nine-Nine

Best TV Miniseries or Movie
Lu§ American Horror Story: Coven
B Lu* Behind the Candelabra
Dancing on the Edge
Top of the Lake
 White Queen

Best Actress in a mini-series or TV movie
Jessica Lange, American Horror Story: Coven
B Lu* Helena Bonham Carter, Burton and Taylor
B Lu§ Rebecca Ferguson, The White Queen
Helen Mirren, Phil Spector
Elisabeth Moss, Top of the Lake

Best Actor in a mini-series or TV movie
 Matt Damon, Behind the Candelabra
B Lu* Michael Douglas, Behind the Candelabra
Chiwetel Ejiofor, Dancing on the Edge
Idris Elba, Luther
Lu§ Al Pacino, Phil Spector

Best Supporting Actress in a series, mini-series, or TV movie
Jacqueline Bisset, Dancing on the Edge
B§ Lu* Janet McTeer, The White Queen
Hayden Panettiere , Nashville
Monica Potter, Parenthood
B* Lu§ Sofia Vergara, Modern Family

Best Supporting Actor in a series, mini-series or TV movie
B Lu§ Josh Charles, The Good Wife
Rob Lowe, Behind the Candelabra
B Lu*Aaron Paul, Breaking Bad
Corey Stoll, House of Cards
Jon Voight, Ray Donovan

Bengi