Visualizzazione post con etichetta Mia Goth. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Mia Goth. Mostra tutti i post

venerdì 8 aprile 2022

Film 2101 - X

Intro: Avevo una serata libera e avevo letto critiche positive rispetto a questo film, così me ne sono andato al cinema.

Film 2101: "X" (2022) di Ti West
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: mi è piaciuto? Insomma. Era quello che mi aspettavo? Per niente. Il che è necessariamente un male? No.
"X" è un horror con un'idea interessante di base - un gruppo di persone si infila nel mezzo del nulla texano per girare un film hard nella casa di un'anziana coppia che vive di fianco alla proprietà. I due signori, neanche a dirlo, non sono a conoscenza di cosa accada nella casa che hanno dato in affitto e sono, neanche a dirlo #2, due strambi dall'aspetto non esattamente incoraggiante - che però si perde in un preludio estremamente lungo (ed erotico) che confonde un po' lo spettatore quando si tratta di delineare la struttura del film. Molto spesso si ha la sensazione che la storia sia più interessata a farci vedere il dietro le quinte del filmino a luci rosse che a mettere in scena quello per cui lo spettatore ha pagato per vedere, ovvero un bagno di sangue. Quando finalmente ci si arriva, la narrazione prende la consueta piega dell'orrore che parte vagamente in sordina e poi, tutto ad un tratto, si mette in moto freneticamente. Forse si poteva tagliare un po' di preambolo e dare più spazio tra un omicidio e l'altro.
Inoltre ho trovato la motivazione dietro le "gesta" del nostro serial killer un po' troppo vaghe e abbozzate, nel senso che sì, quella necessità di essere ancora desiderabili, belli e giovani viene menzionata, anche se poi oltre a quello non c'è nulla. Quindi, se il senso era raccontare semplicemente una storia di orrore e mattanza, missione compiuta (a rilento), ma così fosse allora mi chiedo perché ci voglia così tanto alla trama per arrivarci. Altrimenti si doveva approfondire un po' di più sul movente. Ps. Troviamo Mia Goth in due ruoli qui, a voi capire quali.
Cast: Mia Goth, Jenna Ortega, Martin Henderson, Brittany Snow, Owen Campbell, Stephen Ure, Scott Mescudi.
Box Office: $11.5 milioni
Vale o non vale: Non il capolavoro che mi era stato promesso, ma certamente un slasher/horror godibile e che, tutto sommato, fa (parte) del suo dovere. Ma il perché l'assassino faccia quello che faccia - era già successo? Chi erano le altre vittime? Quando è iniziata la carneficina e cosa l'ha fatta scattare? Queste e altre domande su: "Non verrà data risposta" - e le ragioni del massacro si doveva lavorare di più. L'ambientazione anni '70 e il fortissimo accento del sud mi hanno conquistato.
Premi: /
Parola chiave: Beauty.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 13 ottobre 2021

Film 1838 - A Cure for Wellness

Intro: Così, all'improvviso, mi era tornata in mente questa pellicola. E perché non recuperarla, dato che Eric non l'aveva mai vista?

Film 1838: "A Cure for Wellness" (2016) di Gore Verbinski
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Eric
In sintesi: non che questo film sia un capolavoro, ma l'idea su cui la storia si basa è sufficientemente inquietante (per quanto non originale in assoluto) da funzionare.
Onestamente non capisco perché "A Cure for Wellness" non abbia avuto alcun riscontro con il pubblico - l'incasso è imbarazzante considerando che il film è costato 40 milioni di dollari - e ricollego un po' la sua performance deludente a un cast privo di appeal hollywoodiano, ai 146 minuti di durata e, da non sottovalutare, la data di uscita in febbraio, un mese che non è certo sinonimo di orrori e paura.
Detto ciò, e considerati tutti i limiti della storia specialmente nel finale, rimane il fatto che questo non sia un titolo malvagio e che, tutto considerato, il film in sé funzioni. Soprattutto grazie alla visione di Verbinski e a una coesa estetica d'insieme molto particolare. Vedere per credere.
Film 1337 - La cura dal benessere
Film 1838 - A Cure for Wellness
Cast: Dane DeHaan, Jason Isaacs, Mia Goth, Harry Groener, Celia Imrie, Lisa Banes, Godehard Giese.
Box Office: $26.6 milioni
Vale o non vale: Non ricordavo molto la storia, per cui è stato a tratti come vederlo la prima volta (con la differenza che questa volta mi è piaciuto di più). Non un capolavoro e sicuramente nemmeno il classico horror americano, ma certamente un titolo da tenere presente se si fosse in cerca di qualche spavento più psicologico e mentale.
Premi: /
Parola chiave: Water.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 19 agosto 2020

Film 1909 - Suspiria

Intro: A Pasqua con Erika abbiamo visto l'originale proprio per preparaci alla visione di questo remake. Che, diciamocelo, è più che altro un omaggio.
Film 1909: "Suspiria" (2018) di Luca Guadagnino
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
In sintesi: onestamente non capisco che percorso stia facendo guadagnino e cosa voglia raccontare. "Io sono l'amore" è stato un colpo di fulmine, "Call Me by Your Name" una storia che ho imparato ad apprezzare e capire, mentre questo "Suspiria" mi ha disorientato.
Avendo visto poco prima l'originale di Dario Argento, la mia aspettativa si basava sul fatto che la storia qui avrebbe ricalcato quella del 1977, ma mi sbagliavo: la pellicola di Guadagnino parte dal presupposto di Argento e Nicolodi (scuola di ballo e congrega di streghe) per poi prendere tutt'altra direzione e arrampicarsi per scene splatter, danze erotiche e una divisione in capitoli di una pesantezza che non mi aspettavo. Insomma, la storia prende in prestito alcuni elementi per poi decidere di dirigersi altrove. Il che di per sé non sarebbe assolutamente un problema, non fosse che si decidere di mettere in scena un remake quando, a mio avviso, sarebbe bastato dirigere semplicemente un nuovo film.
"Suspiria" di Guadagnino non mi ha fatto impazzire, lo devo ammettere, nonostante un'evidente appeal stilistica che pervade tutta la produzione e che ho trovato in linea con il progetto: i colori, le atmosfere, le musiche, le scenografie si sposano alla perfezione con la storia ambientata nella Berlino del '77 (durante il cosiddetto Autunno tedesco) e i costumi della scena del ballo finale forniscono un ottimo contrasto con tutto ciò che la scuola Markos Tanz ha rappresentato fino a quel momento. La sensualità della danza e l'occhio invadente della telecamera, insieme a un montaggio ben realizzato, sono un aiuto prezioso a contrastare quei momenti più soporiferi che di quando in quando prendono il sopravvento durante le 2 ore e mezza abbondati di durata.
Per il resto "Suspiria" rimane incastrato tra le varie anime che sembra voler a tutti i costi ricoprire, un po' remake, un po' horror, un po' thriller, un po' film impegnato, un po' pellicola sulla danza d'avanguardia, un po' spettacolo per gli occhi (dico solo che Tilda Swinton qui interpreta 3 ruoli e vi sfido a riconoscerli tutti!). Avessero intrapreso qualche percorso in meno, forse il risultato finale sarebbe stato più riuscito e meno pesante. O tutta un'altra storia.
Cast: Dakota Johnson, Tilda Swinton, Mia Goth, Angela Winkler, Ingrid Caven, Elena Fokina, Sylvie Testud, Renée Soutendijk, Christine LeBoutte, Fabrizia Sacchi, Małgosia Bela, Jessica Harper, Chloë Grace Moretz.
Box Office: $7.7 milioni
Vale o non vale: Nonostante il disastroso esito al botteghino (il film è costato 20 milioni di dollari solo per realizzarlo), bisogna dire a favore di questa pellicola che il risultato finale, se si considerano aspetti più tecnici come make-up, effetti speciali e costumi, è piuttosto ragguardevole. Sicuramente Guadagnino ha una sua estetica precisa che prende forma di volta in volta differentemente in ogni suo progetto - un aspetto che trovo molto interessante - e anche qui ogni immagine è ben studiata, ogni inquadratura pensata come parte di un insieme.
Detto ciò, rimane il fatto che "Suspiria" sia troppo lungo, spesso troppo lento e a tratti difficile da decifrare. Sicuramente non una scelta per ogni occasione, certamente non un titolo dell'orrore convenzionale. Quindi, choose wisely.
Premi: Candidato al Grammy per Best Song Written for Visual Media ("Suspirium" di Thom Yorke). Candidato a 6 David di Donatello per Miglior scenografo, truccatore, acconciatore, effetti speciali, canzone e musicista (Thom Yorke). In concorso a Venezia 75 per il Leone d'Oro, ha vinto il Premio Soundtrack Stars per la Miglior canzone originale e il premio La Pellicola d'Oro per gli effetti speciali.
Parola chiave: Voto.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 6 aprile 2017

Film 1337 - La cura dal benessere

Ero deciso a non perdermelo già da quando avevo visto il trailer in inglese. Poi, finalmente uscito in Italia, anche Poe si è incuriosito e ci siamo fiondati a vederlo.

Film 1337: "La cura dal benessere" (2016) di Gore Verbinski
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe, Jessica
Pensieri: Questo film sembra un horror, ma non lo è nemmeno tanto. Ne ha qualche caratteristica venata di un paio di scene splatter o (semplicemente) disgustose ma, in generale, mi è sembrato più un mistery-thriller in cui la suspense e l'ansia causata dall'elemento ignoto la fanno da padrone. Il buon gioco di pathos creato, però, si perde molto a causa di un finale che scivola nel già visto, per una conclusione francamente meno all'altezza della premessa.
In ogni caso rimangono dei buchi: (spolier) come fa la ragazza a sopravvivere per 200 anni e, soprattutto, a scampare alla morte nel momento in cui viene gettata in acqua appena nata? E da cosa derivano le "maschere" che il padre indossa per nascondere la sua vera identità ed età?
Questi pochi elementi lasciati indietro dalla sceneggiatura già compromettono un risultato globale che vede nella conclusione l'elemento più debole del prodotto nel suo insieme.
L'aspetto certamente più riuscito di tutta questa operazione è certamente quello tecnico: fotografia efficace - così plumbea e salmastra, spesso pesante e "umida" -, ottima colonna sonora in grado di sottolineare con maestria i momenti più disturbanti e spaventosi; ho gradito anche la regia di Verbinski che, in questo genere, mi pare a suo agio. Lo dico soprattutto perché il regista è lo stesso del primo remake americano di "The Ring", mio personalissimo cult adolescenziale. Per tutto il primo tempo ho continuato a pensare che le due pellicole si somigliassero per certi versi, non tanto per le storie, che sono differenti, quanto per l'impatto visivo che entrambi i titoli possiedono: stesse atmosfere, stessi colori, certe inquadrature molto simili(*), e una generale sensazione di "solitudine fra la moltitudine" che mi ha davvero suggestionato, tanto che più volte mi sono trovato a fare il confronto fra i due film.
Per quanto riguarda il cast, invece, sicuramente Dane DeHaan qui dimostra di essere un capace protagonista anche disposto a mettersi non poco in gioco - solo una cosa non mi ha convinto: ti infilano a forza un tubo in gola, costringendoti ad ingerire acqua e pesci (?), e tu non versi nemmeno una lacrima per la sensazione di soffocamento?! - e certamente la scelta di affidargli il ruolo di protagonista funziona. Mia Goth è particolarmente inquietante e non so se funzionerebbe al di fuori di un contesto disturbante come questo; Jason Isaacs sembra nato per fare il cattivo sotto mentite spoglie, gli riusciva bene in Harry Potter, gli riesce bene qui. Per quanto riguarda la parte attoriale, comunque, è tutto sotto controllo.
Purtroppo, come dicevo, il vero problema sta in una conclusione scema, banalmente al sapore di soap opera, troppo incompleta per tornare del tutto. Ed è un peccato, perché di base "A Cure for Wellness" poteva essere un'agghiacciante (dis)avventura.
(*) macchine solitarie riprese dall'alto che attraversano boschi impossibili da identificare, grattacieli ammassati dai quali è riconoscibile un'unica finestra che è poi quella del protagonista, l'inquadratura attraverso lo sguardo di un animale (in "The Ring" un cavallo, qui la testa di un alce).
Film 1337 - La cura dal benessere
Film 1838 - A Cure for Wellness
Cast: Dane DeHaan, Jason Isaacs, Mia Goth, Ivo Nandi, Adrian Schiller, Celia Imrie, Harry Groener.
Box Office: $24.2 milioni
Consigli: Clamorosamente flop al botteghino (costato 40 milioni), eppure si lascia vedere e intriga per quasi tutta la sua durata, toppando nel finale. Le atmosfere giuste ci sono, il protagonista adatto pure e la storia funziona finché non decide di virare per la boiata. Si poteva fare decisamente meglio, anche se va detto che per una serata di disimpegno al sapore di mistero e qualche scena un po' cruda, questo film è una buona scelta.
Parola chiave: Vitamine.

Se ti interessa/ti è piaciuto

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi