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martedì 13 febbraio 2024

Film 2248 - Night Swim

Intro: Dopo un film diretto da James Wan ("Aquaman 2"), un film prodotto da James Wan.

Film 2248: "Night Swim" (2024) di Bryce McGuire
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh, Marysia
In sintesi: non c'è veramente molto da dire su questo film, sciocco horror con poca immaginazione che manca di qualsivoglia momento di paura.
La storia è delle più banali (famiglia si trasferisce e la casa ha qualcosa che non va), ma non è neanche il vero problema. Il punto qui è che tutta la "mitologia" dietro la piscina maledetta non è spiegata, non si capisce da dove arrivi quest'acqua che garantisce i desideri richiedendo il sacrificio di un'anima, né come o da chi abbia avuto origine la fonte né, se vogliamo, il perché di tutta la faccenda.
Se il senso era concentrarsi su cosa accadrebbe ai malcapidati che nuotano in una piscina del terrore, allora tanto valeva focalizzarsi solo su questo aspetto del racconto. Tutta la dietrologia con cui la trama tenta di spiegare il fenomeno dietro all'idea di base della storia, così come viene formulata nel film, non funziona. Ed è un peccato, perché Kerry Condon è un'attrice bravissima (che qui porta tutta la baracca sulle proprie spalle) e merita progetti migliori.
Cast: Wyatt Russell, Kerry Condon, Amélie Hoeferle, Gavin Warren, Jodi Long, Nancy Lenehan.
Box Office: $46.6 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Si salva solo Kerry Condon (Wyatt Russell è particolarmente "cane" in questa interpretazione), per il resto "Night Swim" non si guarda.
Premi: /
Parola chiave: Acqua.
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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 13 ottobre 2021

Film 1838 - A Cure for Wellness

Intro: Così, all'improvviso, mi era tornata in mente questa pellicola. E perché non recuperarla, dato che Eric non l'aveva mai vista?

Film 1838: "A Cure for Wellness" (2016) di Gore Verbinski
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Eric
In sintesi: non che questo film sia un capolavoro, ma l'idea su cui la storia si basa è sufficientemente inquietante (per quanto non originale in assoluto) da funzionare.
Onestamente non capisco perché "A Cure for Wellness" non abbia avuto alcun riscontro con il pubblico - l'incasso è imbarazzante considerando che il film è costato 40 milioni di dollari - e ricollego un po' la sua performance deludente a un cast privo di appeal hollywoodiano, ai 146 minuti di durata e, da non sottovalutare, la data di uscita in febbraio, un mese che non è certo sinonimo di orrori e paura.
Detto ciò, e considerati tutti i limiti della storia specialmente nel finale, rimane il fatto che questo non sia un titolo malvagio e che, tutto considerato, il film in sé funzioni. Soprattutto grazie alla visione di Verbinski e a una coesa estetica d'insieme molto particolare. Vedere per credere.
Film 1337 - La cura dal benessere
Film 1838 - A Cure for Wellness
Cast: Dane DeHaan, Jason Isaacs, Mia Goth, Harry Groener, Celia Imrie, Lisa Banes, Godehard Giese.
Box Office: $26.6 milioni
Vale o non vale: Non ricordavo molto la storia, per cui è stato a tratti come vederlo la prima volta (con la differenza che questa volta mi è piaciuto di più). Non un capolavoro e sicuramente nemmeno il classico horror americano, ma certamente un titolo da tenere presente se si fosse in cerca di qualche spavento più psicologico e mentale.
Premi: /
Parola chiave: Water.

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 6 settembre 2020

Film 1916 - Gremlins

Intro: Volevamo continuare con l'horror, senza riuscire ad accordarci sul titolo. Così abbiamo scelto un classico.
Film 1916: "Gremlins" (1984) di Joe Dante
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea
In sintesi: avevo visto questo film da ragazzino e anche se non ricordavo precisamente la trama, ricordare più o meno quale fosse il cuore della vicenda non era difficile. Scritto da Chris Columbus (futuro recista di "Mamma, ho perso l'aereo" 1 e 2, "Mrs. Doubtfire", "Nemiche amiche", "L'uomo bicentenario" "Harry Potter" 1 e 2, "Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo - Il ladro di fulmini"), "Gremlins" è un mix di più generi che miscela bene (teoricamente) paura, tempi comici, atmosfera natalizia e fantasy per un risultato finale simpatico e spassoso che profuma di nostalgia anni '80.
Tutto palesemente finto e meccanizzato, questo film fa di un'idea nemmeno troppo originale - dolce cucciolo innocuo si trasforma in mostriciattolo aggressivo e pericoloso se non si seguono tre regole fondamentali per allevarlo - un elemento vincente grazie ad effetti speciali per l'epoca estremamente efficaci e creativi e un protagonista peloso indiscutibilmente adorabile (probabilmente evoluto nel Furby della Hasbro), il tutto per poco più di un'ora e mezza di godibile passatempo. Non è un caso che sia diventato un cult.
Cast: Zach Galligan, Phoebe Cates, Hoyt Axton, Polly Holliday, Frances Lee McCain, Corey Feldman, Keye Luke, Jonathan Banks.
Box Office: $212.9 milioni
Vale o non vale: Più che un horror un film fantasy su creaturine teoricamente innocue ma altamente letali capaci di mettere a ferro e fuoco un'intera cittadina. Premessa che funziona, realizzazione efficace, atmosfera natalizia tanto finta da andare bene anche per l'estate. Il tutto al magico retrogusto di anni '80. Che volete di più?
Premi: /
Parola chiave: Acqua.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 29 maggio 2017

Film 1363 - Rango

Una proposta del catalogo di Sky Go.

Film 1363: "Rango" (2011) di Gore Verbinski
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Al momento di uscita nelle sale 6 anni fa non ero particolarmente interessato a questa pellicola e, a dirla tutta, non lo sono diventato dopo. Mi incuriosì il fatto che fosse riuscita ad aggiudicarsi l'Oscar come Miglior film d'animazione, anche se va detto che quell'anno la concorrenza non fosse particolarmente spietata (e sappiamo quanto l'Academy faccia fatica a riconoscere in questa categoria premi a produzioni extra USA).
L'approccio a "Rango", quindi, non è stato dei più entusiasti. Diciamo che, nell'ottica di una serata tranquilla, un cartoon sembrava la scelta più logica. Cosa che, in effetti, si è rivelata esatta, perché lo devo dire, di tutte le stramberie che contraddistinguono questo prodotto, la più strana è che il mix assurdo funzioni e pure bene. Divertente, estremamente personalizzato, simpatico e d'avventura, il film di Verbinski è stato una piacevole scoperta, un western moderno ricolmo di animali brutti e momenti comici ben riusciti per un risultato finale che funziona per tutta la famiglia.
Cast: Johnny Depp, Isla Fisher, Abigail Breslin, Ned Beatty, Alfred Molina, Bill Nighy, Stephen Root, Harry Dean Stanton, Ray Winstone, Timothy Olyphant.
Box Office: $245.7 milioni
Consigli: Forse non la scelta più immediata, eppure un titolo da tenere in considerazione perché intrattiene a dovere, diverte e funziona. E, cosa non banale, rimane impresso per il suo stile particolare e non convenzionale.
Parola chiave: Acqua.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 6 aprile 2017

Film 1337 - La cura dal benessere

Ero deciso a non perdermelo già da quando avevo visto il trailer in inglese. Poi, finalmente uscito in Italia, anche Poe si è incuriosito e ci siamo fiondati a vederlo.

Film 1337: "La cura dal benessere" (2016) di Gore Verbinski
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe, Jessica
Pensieri: Questo film sembra un horror, ma non lo è nemmeno tanto. Ne ha qualche caratteristica venata di un paio di scene splatter o (semplicemente) disgustose ma, in generale, mi è sembrato più un mistery-thriller in cui la suspense e l'ansia causata dall'elemento ignoto la fanno da padrone. Il buon gioco di pathos creato, però, si perde molto a causa di un finale che scivola nel già visto, per una conclusione francamente meno all'altezza della premessa.
In ogni caso rimangono dei buchi: (spolier) come fa la ragazza a sopravvivere per 200 anni e, soprattutto, a scampare alla morte nel momento in cui viene gettata in acqua appena nata? E da cosa derivano le "maschere" che il padre indossa per nascondere la sua vera identità ed età?
Questi pochi elementi lasciati indietro dalla sceneggiatura già compromettono un risultato globale che vede nella conclusione l'elemento più debole del prodotto nel suo insieme.
L'aspetto certamente più riuscito di tutta questa operazione è certamente quello tecnico: fotografia efficace - così plumbea e salmastra, spesso pesante e "umida" -, ottima colonna sonora in grado di sottolineare con maestria i momenti più disturbanti e spaventosi; ho gradito anche la regia di Verbinski che, in questo genere, mi pare a suo agio. Lo dico soprattutto perché il regista è lo stesso del primo remake americano di "The Ring", mio personalissimo cult adolescenziale. Per tutto il primo tempo ho continuato a pensare che le due pellicole si somigliassero per certi versi, non tanto per le storie, che sono differenti, quanto per l'impatto visivo che entrambi i titoli possiedono: stesse atmosfere, stessi colori, certe inquadrature molto simili(*), e una generale sensazione di "solitudine fra la moltitudine" che mi ha davvero suggestionato, tanto che più volte mi sono trovato a fare il confronto fra i due film.
Per quanto riguarda il cast, invece, sicuramente Dane DeHaan qui dimostra di essere un capace protagonista anche disposto a mettersi non poco in gioco - solo una cosa non mi ha convinto: ti infilano a forza un tubo in gola, costringendoti ad ingerire acqua e pesci (?), e tu non versi nemmeno una lacrima per la sensazione di soffocamento?! - e certamente la scelta di affidargli il ruolo di protagonista funziona. Mia Goth è particolarmente inquietante e non so se funzionerebbe al di fuori di un contesto disturbante come questo; Jason Isaacs sembra nato per fare il cattivo sotto mentite spoglie, gli riusciva bene in Harry Potter, gli riesce bene qui. Per quanto riguarda la parte attoriale, comunque, è tutto sotto controllo.
Purtroppo, come dicevo, il vero problema sta in una conclusione scema, banalmente al sapore di soap opera, troppo incompleta per tornare del tutto. Ed è un peccato, perché di base "A Cure for Wellness" poteva essere un'agghiacciante (dis)avventura.
(*) macchine solitarie riprese dall'alto che attraversano boschi impossibili da identificare, grattacieli ammassati dai quali è riconoscibile un'unica finestra che è poi quella del protagonista, l'inquadratura attraverso lo sguardo di un animale (in "The Ring" un cavallo, qui la testa di un alce).
Film 1337 - La cura dal benessere
Film 1838 - A Cure for Wellness
Cast: Dane DeHaan, Jason Isaacs, Mia Goth, Ivo Nandi, Adrian Schiller, Celia Imrie, Harry Groener.
Box Office: $24.2 milioni
Consigli: Clamorosamente flop al botteghino (costato 40 milioni), eppure si lascia vedere e intriga per quasi tutta la sua durata, toppando nel finale. Le atmosfere giuste ci sono, il protagonista adatto pure e la storia funziona finché non decide di virare per la boiata. Si poteva fare decisamente meglio, anche se va detto che per una serata di disimpegno al sapore di mistero e qualche scena un po' cruda, questo film è una buona scelta.
Parola chiave: Vitamine.

Se ti interessa/ti è piaciuto

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 12 settembre 2012

Film 447 - Il gusto dell'anguria

Primo film in compagnia della mia compagna di corso della scuola di cinema. E non potevamo scegliere pellicola più strana...


Film 447: "Il gusto dell'anguria" (2005) di Ming-liang Tsai
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: I personaggi principali di questa pellicola (Hsiao-Kang e Shiang-chyi), dopo essere stati presentati nel precedente "Che ora è laggiù?" (2001), si ritrovano in questo nuovo racconto a fronteggiare un momento intenso di siccità nella città di Taipei. Con poca acqua a disposizione viene suggerito di consumare succo di anguria e, di conseguenza, il prezzo del frutto finisce per aumentare vertiginosamente. Risulta quindi assurdo (ma lo sarebbe poi anche in condizioni normali) che l'anguria stessa venga utilizzata per scopi sessuali prima e buttata dalla finestra poi, in un secondo passaggio, dal protagonista maschile.
Ma queste non sono le uniche 'stranezze' di "Tian bian yi duo yun". C'è una sola battuta nonostante i 114minuti di pellicola, molto nudo (molto diretto) e tantissima solitudine. Giganteschi condomini sempre vuoti, momenti che i protagonisti si ritagliano solo per sé stessi (come nella scena del bagno nell'acquedotto) e altri di necessaria solitudine in una condizione di degrado dovuta proprio alla mancanza di acqua (ci si lava come si riesce, spesso gli insetti infastidiscono le persone).
In tutta questa cornice si consuma una storia che non sono certo poter definire d'amore tra, appunto, i due personaggi citati già prima.
Oltre a tutto ciò, più di un intermezzo musicale si alterna ai momenti di recitazione classica e, probabilmente, avendo potuto usufruire di sottotitoli (il mandarino non è così semplice da capire...) si sarebbe potuto mettere a fuoco meglio e in maniera più significativa il messaggio del film.
Insomma, detto molto sinceramente, non ho particolarmente apprezzato questo prodotto, non fosse che sono notoriamente di gusti più commerciali, ma davvero spesso ho faticato ad accaparrarmi il senso di tutto questo lavoro artistico. Solitudine umana, impossibilità di un amore che non sia semplicemente quello fisico ed estraniazione da un mondo gigantesco ma vuoto per ogni individuo mi hanno reso "Il gusto dell'anguria" crudo e legato ad un'inevitabile nube di tristezza. Probabilmente ciò che il regista cercava di trasmettere allo spettatore, ma non posso dire che il risultato sia stato di mio gradimento.
Consigli: Per un senso di complettezza e continuità probabilmente sarebbe più snesato vedere anche il precedente "Che ora è laggiù?". Di fatto, comunque, è un film non certo leggero e, per una serie di motivi evidenti, che non sarà gradito a tutti.
Parola chiave: Porno.

Trailer

BB