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mercoledì 7 aprile 2021

Film 1981 - Onward

Intro: Ogni tanto un film d'animazione ci vuole proprio.
Film 1981: "Onward" (2020) di Dan Scanlon
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ero molto curioso di recuperare questo film, più che altro perché se consideriamo che produrlo è costato alla Disney-Pixar qualcosa come 200 milioni di dollari - ribadisco: solo produrlo - e l'incasso globale non tocca nemmeno i 150 milioni, mi chiedevo se si trattasse semplicemente di una brutta pellicola o se la coincidenza dell'inizio della pandemia globale avesse influenzato il risultato al box-office. E diciamocelo subito: non siamo di fronte ad un secondo esempio di "The Good Dinosaur".
"Onward" è prima di tutto una storia on the road che un titolo per famiglie, una bella avventura che racconta di un mondo fantastico e potenzialmente magico, di due fratelli che devono imparare a comunicare e del viaggio che cambierà la loro vita: per completare l'incantesimo capace di riportare in vita per un giorno il loro papà scomparso anni prima, si metteranno alla ricerca della gemma che permetterà loro di terminare la magia prima che sia troppo tardi.
Onestamente ho trovato questa pellicola davvero godibile, molto di più di quanto mi aspettavo, soprattutto considerato che ho recuperato "Onward" a pochi giorni di distanza dalla visione di "Soul", considerato da tutti come il nuovo capolavoro della Pixar. Ora non voglio dire che questo titolo sia superiore, semplicemente che - pur molto diversi - sono entrambi prodotti degni di nota, soprattutto in questo momento storico di carenza di ontenuti interessanti. Poi, certo, dei due "Soul" è il prodotto più adulto e riflessivo, mentre il film di Dan Scanlon ha un piglio certamente più divertito e rilassato, anche se devo dire che sono rimasto particolarmente impressionato dal complessità del mondo creato per questa storia, molto ben fatto e dettagliatissimo.
In generale, quindi, "Onward" mi ha davvero lasciato piacevolmente sorpreso.
Cast: Tom Holland, Chris Pratt, Julia Louis-Dreyfus, Octavia Spencer, Mel Rodriguez, Lena Waithe, Ali Wong, Tracey Ullman.
Box Office: $141.9 milioni
Vale o non vale: Divertente, avventuroso e ben doppiato dalla coppia Marvel Tom Holland + Chris Pratt (qui più Andy Dwyer che Star-Lord), questo film è il titolo perfetto per una serata spensierata per tutta la famiglia, in un mix narrativo che prende a prestito tutti gli elementi possibili di una storia on the road declinata in toni colorati e animaleschi alla "Zootopia". E il risultato finale funziona alla grande.
Premi: Candidato all'Oscar, Golden Globe e BAFTA per il Miglior film d'animazione.
Parola chiave: Path of Peril.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 16 febbraio 2021

Film 1955 - The Prom

Intro: Prodotto pre-natalizio di punta del catalogo Netflix, onestamente non vedevo l'ora di vedere questo film, per cui appena ho avuto occasione l'ho recuperato! Con non poche speranze di vedere, finalmente, una buona nuova pellicola (anche se con Netflix bisogna sempre andarci con i piedi di piombo quando si tratta di film...).
Film 1955: "The Prom" (2020) di Ryan Murphy
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: tremendo. E la recensione potrebbe anche chiudersi qui.
La verità è che, nonostante non mi aspettassi certo un capolavoro, sono rimasto molto deluso da questa pellicola che, a parte saturare i colori a gogo e mettere in scena qualche numero musical, non mette in scena niente che non si sia già visto in "Glee" o prodotti simili, di sicuro niente che valesse la pena di riproporre in un film, almeno in questi termini.
In generale, infatti, "The Prom" è una luccicante promessa di talento e originalità totalmente mancata, un prodotto superficiale che non riesce ad andare oltre il minimo sindacale che il genere del musical porta con sé: ci sono le canzoni e i balletti a tempo di musica, ma manca tutto il resto, in primis il valore aggiunto (o la rilevanza, se vogliamo) di cui il progetto dovrebbe avvalersi per giustificare la trasposizione di questo titolo da Broadway a Hollywood. Ci sono una miriade di personaggi di cui ci si affatica ad appassionarsi, nessuna canzone particolarmente memorabile e una generale mancanza di "pericolo", nel senso che è evidente fin dall'inizio che la protagonista riuscirà nel suo intento - andare al ballo scolastico con la sua amata - per cui si fatica ad empatizzare e a comprendere la necessità di utilizzare del proprio tempo libero per seguire questa vicenda.
Mi sento di aggiungere, poi, che nonostante i grandi nomi "da acchiappo", "The Prom" non riesca a fare buon uso dello start power a sua disposizione: Meryl Streep fa Meryl Streep - nel senso che sembra più se stessa che interpreta una versione di mille suoi altri personaggi già visti -, Nicole Kidman ha un ruolo sciocco e banale, Andrew Rannells è la spalla gay, Keegan-Michael Key e Kerry Washington sono totalmente accessori, mentre James Corden interpreta la macchietta del gay tutta mossette e cliché (ma un attore gay disponibile non lo avevamo? Anche perché non è che James Corden sia questo attore di serie A...).
Insomma, nonostante i musical di solito si contraddistinguano per toni più leggeri e scanzonati, il vuoto (e francamente spesso noioso) circo messo in scena da questa pellicola non è sufficiente a salvare un prodotto che, sicuramente magnifico nella sua versione teatrale, qui fallisce di replicarne fasti e originalità. Forse Netflix dovrebbe smettere di dare carta bianca ai copia-incolla di Ryan Murphy e forse quest'ultimo dovrebbe cominciare a rallentare la sua produzione televisivo-cinematografica di massa.
Cast: Meryl Streep, James Corden, Nicole Kidman, Keegan-Michael Key, Andrew Rannells, Ariana DeBose, Kerry Washington, Jo Ellen Pellman, Tracey Ullman, Mary Kay Place.
Box Office: $187,430
Vale o non vale: Come al solito Hollywood (o almeno la stampa estera) arriva con anni di ritardo e conferisce alle produzioni di Ryan Murphy oggi un gran valore che, onestamente, mi pare non abbiano più come un tempo. Questo "The Prom" si aggiudica 2 nomination (assolutamente immeritate) ai Golden Globes di quest'anno, mentre altri titoli di Murphy ("Ratched", "Hollywood") finiscono per rubare il posto a prodotti ben più di valore. Sono anni che l'ideatore di "Glee" non è più all'altezza degli inizi e credo che dei prodotti più recenti si salvi onestamente solo "Pose".
"The Prom" non fa eccezione, banale e - non fosse per il cast di prim'ordine - prodotto più televisivo che cinematografico per mancanza di grandezza e ambizione, questo film finisce nella rappresentanza di quelle pellicole che, non avendo davvero niente da dire, si mantiene sulla superficie risultando a malapena accettabile, salvato solo da certi aspetti tecnici di valore (anche se da uno come Matthew Libatique, direttore della fotografia di pellicole come "Requiem for a Dream", "Everything Is Illuminated", Black Swan", "A Star Is Born" e "Birds of Prey", mi aspettavo molto, ma molto di meglio).
Spendete altrove il vostro tempo.
Premi: Candidato a 2 Golden Globes per Miglior film commedia o musical e Miglior attore protagonista (James Corden).
Parola chiave: Cause.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 11 febbraio 2015

Film 875 - Into the Woods

Molta, molta attesa per questa pellicola che segna il ritorno al musical di Meryl Streep...

Film 875: "Into the Woods" (2014) di Rob Marshall
Visto: dal computer di Luigi
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Francamente, al di là del fatto che a me piacciano i musical e che quindi abbia comunque apprezzato questo film, bisogna ammettere che è molto meno interessante rispetto a quello che mi aspettassi. Ed è un po' uno spreco.
Meryl Streep fa egregiamente il suo dovere attoriale cantando che è un piacere e, del resto, lo stesso si può dire di tutto il cast, eppure alla lunga la sensazione non è del tutto positiva, non è pienamente soddisfacente. Forse le canzoni per noi italiani, non essendo molto conosciute, perdono buona parte del loro fascino e probabilmente va aggiunto che la quasi totale mancanza di dialoghi parlati renderà la visione difficile (per non dire soporifera) ad alcuni; manca anche un titolo forte, un pezzo musicalmente orecchiabile e carismatico quanto basta a conquistare lo spettatore e la sua voglia di essere coinvolto in un numero musicale coi fiocchi. Anche se, da questo punto di vista, ci tengo a dire che la produzione si è spesa parecchio e il risultato è evidentemente molto curato e visivamente potente. Effetti speciali, ambientazioni suggestive, una fotografia perfetta e costumi sempre adatti (grazie alla mano esperta di Colleen Atwood) aiutanto questo film a elevarsi sopra la media, ovviamente meglio di quell'obrobrio di "Walking on Sunshine", ma anche stilisticamente più curato e preciso di "Mamma mia" - che nonostante il successone e l'apprezzabile tentativo di ricreare una certa frivolezza leggera come una canzone degli Abba, rimane in ogni caso stilisticamente molto acerbo, per non dire infantile.
Quello che rimane di "Into the Woods", quindi, è un piano tecnico praticamente ineccepibile, l'idea geniale di mixare insieme le favole dei fratelli Grimm "Cenerentola", "Cappuccetto Rosso" e "Raperonzolo" - insieme a "Jack e la pianta di fagioli" - e, naturalmente, il musical vincitore di 5 Tony Awards scritto da Stephen Sondheim che porta lo stesso titolo. Tutti e tre questi elementi, combinati al cast delle grandi occasioni (Meryl Streep, Emily Blunt, James Corden, Anna Kendrick, Chris Pine, Tracey Ullman, Christine Baranski, Johnny Depp, Lucy Punch, Lilla Crawford, Billy Magnussen, Mackenzie Mauzy, Tammy Blanchard), consegnano allo spettatore l'aspettativa (o l'illusione) di un grande spettacolo, quasi un probabile nuovo cult dopo i fasti colorati e ipnotici di "Moulin Rouge!", che però di fatto non si realizza. Perché questo film è fatto bene e ha tutte le carte in regola per ottenere un buon successo commerciale - non eclatante -, eppure non crea i presupposti per un sincero coinvolgimento dello spettatore, che seguirà sì le numerose vicende dei protagnoisti, senza mai però rimanere folgorato da ciò che sta vedendo. E' strano perché parliamo di un film che di magia ne tratta parecchio, eppure fallisce nell'intento di trasferire un po' di quella magia dichiarata e mostrata sullo schermo su di sé e la sua storia.
Ps. Forse qui l'aspetto narrativamente più interessante è quello che esplora cosa succeda dopo il lieto fine, dopo che il desiderio è stato esaudito. Cenerentola ha il suo principe, ma andrà bene? E il principe chi è veramente? Cappuccetto Rosso ha capito che non deve fidarsi di chiunque, ma poi come procederà la sua storia? E Jack, così disubbidiente e strano, come affronterà le conseguenze delle sue scorribande nel mondo dei giganti? Tutti questi interrogativi sono sviluppati in maniera certamente originale dalla trama e sono forse il vero punto di forza di questa pellicola che prende in esame e smonta lentamente i tipi narrativi delle fiabe elencati da Propp, per raggiungere ad un finale che è una via di mezzo tra un happy ending e come potrebbero andare realmente le cose nella vita vera (leggi morte, fine dell'amore, emancipazione dai luoghi comuni).
Box Office: $171.7 milioni
Consigli: In Italia programmato per il 2 aprile (suppongo in vista della Pasqua) nonostante di fatto non ci sia molto da tradurre e soprattutto si adattasse meglio all'aspettativa commerciale di un pubblico natalizio, questo "Into the Woods" non so quanto successo di pubblico potrà avere da noi. Dipenderà probabilmente anche dall'esito degli Oscar 2015 in cui il film ha ottenuto 3 nomination (Meryl Streep Miglior atrice non protagonista, Migliori costumi e Miglior scenografia), però rimane il fatto che il musical di Broadway da cui è tratto non è poi così popolare qui, né a dire il vero lo sono in maniera eclatante i musical in generale.
Al di là del mio personale scetticismo, posso dire che, ovvio, questa pellicola va vista soprattutto per il curioso cross-over di personaggi noti delle fiabe e per il corposo cast che vede in prima linea la Streep in grande, grandissima forma. Oserei dire che ogni nuovo film con lei dovrebbe comunque avere una possibilità, ma per coloro i quali questo diktat non abbia alcun valore, meglio considerare "Into the Woods" come uno dei pochi esperimenti recenti del genere cantato e che forse un musical ogni tanto varia la dieta cinematografica rendendola più piacevolmente eterogenea. Io mi aspettavo di più, però la vena piacevolmente dark, gli ottimi effetti speciali e la peculiarità estetica di questo prodotto cinematografico lo rendono sicuramente degno di almeno una visione.
Parola chiave: Maledizione.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi