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martedì 13 aprile 2021

Film 1984 - Sex, Lies, and Videotape

Intro: Mi era sempre rimasta la curiosità di vedere questo film, ma non ero mai stato nel mood giusto. Poi, qualche settimana fa, ho finalmente deciso di recuperarlo.
Film 1984: "Sex, Lies, and Videotape" (1989) di Steven Soderbergh
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: decisamente niente di quello che mi aspettavo.
"Sex, Lies, and Videotape", promosso all'epoca come pellicola tra lo scandaloso e il piacevolmente piccante, in realtà per lo spettatore moderno non è niente più che una lunga sessione di terapia attraverso le vite dei vari personaggi. Mi ha conquistato? Non direi, anche se penso di riuscire a capire il perché, all'epoca, il film di Soderbergh abbia suscitato tanto interesse.
Detto questo, il legame che ho trovato più interessante è sicuramente quello tra le due sorelle Ann e Cynthia (rispettivamente Andie MacDowell e Laura San Giacomo) che, anche se rappresentano la classica contrapposizione tra perfezione e socialmente accettabile da una parte e il cronico rifiuto a conformarsi e una buona dose di sex appeal dall'altra, rimane comunque qui una dinamica esplorata con intelligenza, conferendo un piglio personale a qualcosa di già visto.
Curiosa la questione delle videocassette erotiche di cui Graham (James Spader) ha bisogno per sentire una connessione con il sesso opposto, anche se forse avrei gradito un ulteriore slancio in termini di approfondimento e approccio alla questione che sì, sa di eccentrico e bizzarro - non tanto oggi, quanto per allora -, ma lascia molti sottintesi che sarebbe stato interessante veder effettivamente affrontati.
Tutto sommato non mi pento di aver recuperato questo "Sex, Lies, and Videotape", ma non sono rimasto irrimediabilmente colpito o impressionato.
Cast: James Spader, Andie MacDowell, Peter Gallagher, Laura San Giacomo, Ron Vawter, Steven Brill.
Box Office: $36.7 milioni
Vale o non vale: Sicuramente interessante, anche se al giorno d'oggi l'aura di scandalo che nel 1989 poteva avere questa pellicola è svanita. E non è solo perché ripensare alla videocassette ci ricorda l'immenso gap temporale tra questa storia e l'evoluzione sociale e culturale che si è verificata nel frattempo.
Sicuramente non un film per tutti e meno scandaloso di quanto ci si potrebbe aspettare.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior sceneggiatura originale. 3 nomination ai Golden Globes per sceneggiatura, attrice protagonitsa (MacDowell) e attrice non protagonista (San Giacomo); 2 candidature ai BAFTA per sceneggiatura e attrice non protagonista (San Giacomo) e 1 nomination ai César per il Miglior film straniero. A Cannes '89 il film ha vinto la Palma d'Oro per il Miglior film e James Spader per il Miglior attore.
Parola chiave: Orecchino.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 25 novembre 2015

Film 1034 - Magic Mike XXL

Per chiudere il cerchio...

Film 1034: "Magic Mike XXL" (2015) di Gregory Jacobs
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Dopo la cocente delusione del primo ero sicurissimo che non avrei speso altri soldi per questo prodotto cinematografico commerciale spacciato per qualcosa che non è. Ergo, ho atteso il quasi sempre puntualissimo streaming per usufruire del secondo non troppo atteso capitolo delle avventure danzerecce al palo del bisteccone con un cuore Magic Mike (Channing Tatum).
A differenza del primo, almeno, questo sequel non tenta di spacciarsi per ciò che non è, ovvero una sorta di spaccato su una realtà solo superficialmente conosciuta da tutti, ma mai veramente approfondita. La promessa patinata che già la locandina ci vende è totalmente rispettata e grazie a Dio la trama rimane ben ancorata alle uniche cose che il pubblico pagante di una pellicola del genere - al pari del pubblico pagante di uno qualunque di questi spettacoli, suppongo - si aspetta: le mosse sexy di ballerini (più o meno) sexy che si agitano come matti sembrando a volte sexy, più spesso scemi. In quest'ottica ho trovato "Magic Mike XXL" anche accettabile.
Poi ok, il resto è nulla assoluto, la scena finale della competizione di ballo è qualcosa di agghiacciante e non capisco come si possa trovare una cosa del genere eccitante, ma tant'è, dobbiamo farcene una ragione. Per cui io dico no, "Magic Mike XXL" non è proprio di mio gusto e a parte una serie di addominali parlanti, babbee eccitate e personaggi bidimensionali non c'è altro. L'unica vera sorpresa è Donald Glover. Scesi a patto con questo, il risultato è migliore del primo.
Film 460 - Magic Mike
Cast: Channing Tatum, Joe Manganiello, Matt Bomer, Kevin Nash, Adam Rodríguez, Gabriel Iglesias, Amber Heard, Donald Glover, Andie MacDowell, Elizabeth Banks, Jada Pinkett Smith.
Box Office: $117.8 milioni
Consigli: Francamente trovo il titolo geniale e la locandina perfetta, ma mi fermo qui. E' un prodotto banale e superficiale, infarcito di numeri di ballo che mirano all'eccitazione sessuale, ma che non sono davvero il mio genere né rispecchiano il mio ideale di sexy, per cui fatico davvero a vederci qualcosa che vada oltre corpi pompati che ancheggiano e ribaltano scemette imbambolate. Se è piaciuto il primo questo secondo capitolo potrebbe anche funzionare, altrimenti chi non ha apprezzato "Magic Mike" o non conosce il franchise... può anche lasciar stare.
Parola chiave: Convention.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 13 novembre 2014

Film 816 - Beauty Shop

Una stupidata di quelle che piacciono a noi...

Film 816: "Beauty Shop" (2005) di Bille Woodruff
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Come al solito le commedie all-black americane sono un concentrato di stereotipi, ghetto e mosse da vere signore della strada, il che mi rende il tutto sempre molto gradito. Anche qui, naturalmente, non ci si esime dai diktat di genere e il risultato finale di "Beauty Shop", assolutamente insufficiente per carità, è comunque perfettamente nel mood.
Una commedia leggera fatta di buoni sentimenti, momenti di sorellanza spinta e di accoglienza (dei bianchi nel "mondo nero"), per un risultato finale che ha necessariamente il lieto fine. Non c'è, quindi, molto da dire a proposito di questo prodotto commerciale che mira quasi esclusivamente al target umano che rappresenta, evitando ogni tipo di idea innovativa o tentativo di differenziarsi dalla massa di titoli fotocopia già riversati sul mercato. Non c'è niente di male in questo, è chiaro fin da subito che l'intento primario qui è raccontare una favoletta che vada bene per 105 minuti privi di pensieri e che faccia un minimo sorridere. Insomma, puro intrattenimento che, se piace il genere, non fa alcun danno. E Queen Latifah mette sempre di buon umore, anche se non riesco a spiegarmi il perché.
Box Office: $37,245,453
Consigli: Cast quasi tutto black in gran spolvero (Alicia Silverstone, Andie MacDowell, Alfre Woodard, Mena Suvari, Sherri Shepherd, Adele Givens, Kevin Bacon, Djimon Hounsou) per questa commedia dei buoni sentimenti su Queen Latifah grande hairstylist che decide di emanciparsi dal dispotico e omosessualissimo Jorge e aprire un suo proprio salone dove acconciare i capelli tra chiacchiere e "cose da neri". Un micro cameo anche del premio Oscar Octavia Spencer per un film superficiale, stupidino, ma assolutamente innoquo. Va bene per un momento di relax in cui il cervello non va spento, ma dimenticato.
Parola chiave: DJ Helen.

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Bengi

giovedì 27 giugno 2013

Film 561 - St. Elmo's Fire

Era già da un po' che mi incuriosiva vedere questo film. Ho colto l'occasione l'altra sera, alla fine di un weekend divertente e ricco di avvenimenti inconsueti.

Film 561: "St. Elmo's Fire" (1985) di Joel Schumacher
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ed è stato come tornare a casa.
Strana la sensazione che mi ha accolto all'inizio di questa pellicola, ennesimo prodotto anni '80 figlio e/o fratello di una miriade di altri a cui mi sto sempre più piacevolmente appassionando. Dopo aver visto altri prodotti simili come "Sixteen candles - un compleanno da ricordare" o "L'ammiratore segreto", e ancora "Bella in rosa" e "Breakfast Club" (quest'ultimo vero simbolo della cinematografia teen e un po' ribelle del periodo, con cui tra l'altro "St. Elmo's Fire" condivide un terzo del cast), mi sono accorto che il legame tra questo film e i precedenti è veramente molto forte, come se ognuno avesse una propria identità, ma inevitabilmente finisse per essere connesso agli altri.
La pellicola di Joel Schumacher è come se avesse ricevuto il testimone dal "Breakfast Club", come se i ragazzi avessero scontato la punizione e fossero finalmente usciti da scuola per cominciare le loro vite: con la presenza in entrambi i film di Emilio Estevez, Judd Nelson e Ally Sheedy la cosa sembra spesso, involontariamente(?), verificarsi. Eppure dove prima c'era Molly Ringwald, qui invece la bella di turno è una giovanissima Demi Moore dalla voce che più roca non si può, sensuale e magnetica dall'inizio alla fine, quando dovrà dimostrarsi, tra l'altro, la più fragile del gruppo. Completano il quadro Andrew McCarthy (proprio da "Bella in rosa"), Mare Winningham (poi vista in "Grey's Anatomy" nei panni della matrigna di Meredith) e quel Rob Lowe che finirà per recitare in tantissime produzioni televisive USA (le più famose "The West Wing", "Brothers & Sisters" e ora " Parks and Recreation"). L'effetto amicizia-di-gruppo è inevitabilmente lo stesso e finisce per riportare a quella bella sensazione che già il 'Club' mi aveva regalato.
Inutile, quindi, dire che anche questa storia mi sia piaciuta, nonostante alcuni limiti di approfondimento di trama e personaggi e alcuni aspetti sinceramente evitabili (l'infatuamento d'amore di Estevez per Andie MacDowell è sinceramente la storia più inutile).
Nonostante la storia qui sia meno originale e interessante, l'atmosfera era proprio quella che stavo cercando e, nella mia ottica, il film ha risposto bene alla mia richiesta di anni '80, drammi post adolescenza e romanticherie che, al giorno d'oggi, appartengono quasi più ai bambini che agli adulti. Negli anni '00 la timida e sfigata Wendy sarebbe stata letteralmente forzata al cambiamento in 'puttanone' dalle sue amiche più cool, invece di rispettare il suo essere ciò e chi vuole; Jules sarebbe certamente finita morta in qualche vicolo dopo essersi fatta di qualunque cosa e Kirby invece di seguire l'amata in montagna solo per riuscire a rubarle un bacio, forse si sarebbe depresso ed autocommiserato fino alla fine della storia. Ogni tanto, insomma, non fa male qualche storia all'acqua di rose.
In quest'ottica - semplificata - la caratterizzazione dei personaggi è molto spiccata, ma solo in superficie. Ognuno dei 7 ha caratteristiche decisamente evidenti (ragazzo in carriera, bella che ha bisogno di veri amici dopo che si è circondata di uomini che non la amano, sfigatina casa e chiesa che si emancipa dalla famiglia, alternativo intelligente e segretamente innamorato dell'amica, quest'ultima di classe, intelligente e con una carriera pronta a prendere il volo... ecc), ma non si approfondisce nessuno oltre il cliché che incarna. Le situazioni teen drama sono particolarmente incentrate sull'amore e le dinamiche di un gruppo che parte affiatato e sicuro, si sfalda e finirà (qui troppo semplificatamente, però) per riassemblarsi per ripartire con nuovi e più maturi presupposti.
Come al solito, a seconda dell'aspettativa che si ha, il risultato finale ne sarà potenzialmente influenzato. Di fatto io ho trovato ciò che cercavo e ho gradito "St. Elmo's Fire" come avevo gradito gli altri simili esperimenti filmici. Non è un capolavoro, mi pare ovvio, ma nel complesso funzione ed intrattiene.
Consigli: Anche in lingua originale è molto semplice da capire (io l'ho visto senza sottotitoli). Carino, fresco e senza pretese. Ottimo per una serata tranquilla alla riscoperta di un genere adesso decisamente cambiato che, ai nostalgici, finirà inevitabilmente per piacere.
Parola chiave: Amicizia.

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#HollywoodCiak
Bengi