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sabato 9 novembre 2024

Film 2319 - The Omen

Intro: Altra scelta di Michael, questa volta perfettamente in linea con il mood del momento. Visto il 30 ottobre, ci sembrava il titolo perfetto per prepararci alla notte di Halloween.

Film 2318: "The Omen" (1976) di Richard Donner
Visto: dal computer
Lingua: inglese
Compagnia: Michael
In sintesi: non sono mai stato particolarmente fan di questo franchise, anche se nel tempo ho recuperato alcuni titoli connessi alla serie, il più recente giusto quest'anno. Vedere l'originale è stato sicuramente interessante e mi ha permesso di mettere insieme alcuni pezzi del puzzle che, a posteriori, adesso hanno molto più senso.
Premesso che "The Omen" non mi è dispiaciuto, il fatto di conoscere già parti della storia mi ha un po' rovinato la visione perché, inevitabilmente, sapevo dove si sarebbe andato a parare. Qualcuno potrebbe anche dire che, essendo un titolo degli anni '70, sarei comunque stato in grado di anticipare alcuni dei colpi di scena, ma tant'è.
In ogni caso, gli horror in generale mi piacciono sempre e sicuramente questa pellicola ha il suo posto d'onore tra quelle che hanno portato alta la bandiera del genere. Per i miei gusti da spettatore odierno il film in generale è un po' lento, però tutto sommato davvero nessuna critica. Ho trovato anche molto interessante tutto il lavoro fatto con gli animali (il che deve aver richiesto un sacco di preparazione) e con gli effetti speciali.
Film 2279 - The First Omen
Film 2318 - The Omen
Film 775 - Omen - Il presagio
Cast: Gregory Peck, Lee Remick, David Warner, Billie Whitelaw, Harvey Spencer Stephens, Patrick Troughton.
Box Office: $60,922,980 (solo Stati Uniti e Canada)
Vale o non vale: Un classico imperdibile per i fan dell'horror. Forse non un prodotto per tutti, ma una buona scelta se si sta cercando qualcosa di meno contemporaneo (e/o non troppo spaventoso). Per chi apprezza "L'esorcista", un titolo da recuperare.
Premi: Candidato a 2 premi Oscar per Miglior canzone originale ("Ave Satani") e colonna sonora, il film ha vinto per quest'ultima. 1 nomination ai BAFTA per la Miglior attrice non protagonista (Billie Whitelaw) e 1 nomination ai Golden Globe per Harvey Spencer Stephens (Miglior attore esordiente). La colonna è stata candidata al Grammy per Best Album of Original Score Written for a Motion Picture or Television Special.
Parola chiave: 666.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 9 novembre 2023

Film 2215 - The Exorcist

Intro: A parte qualche rara eccezzione, praticamente a ottobre ho visto solo horror. Si parte da qui, con la versione estesa di questo classico dell'orrore ritornato nelle sale in occasione del 50esimo anniversario dall'uscita nelle sale.

Film 2215: "The Exorcist" (1973) di William Friedkin
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: John
In sintesi: ho avuto due problemi con la visione di questo film. Il primo, tecnico, è legato al fatto che per qualche motivo la sfiga vuole che la maggior parte delle volte che vado da Cineworld a Dublino finisco nella sala 11 che ha la qualità audio peggiore che io abbia mai sentito. E' talmente pessima che si sente respirare le persone che si hanno sedute accanto. Considerato che "The Exorcist" è un film degli anni '70 e la qualità della traccia audio è quella che è, ho fatto estrema fatica a sentire i dialoghi (per non parlare della necessità di rimanere costantemente concentrato per non rischiare di perdermi qualcosa al minimo rumore). Il secondo problema è, invece, legato alla pellicola in sé o, in questo caso specifico, alla versione che ho visto, ovvero quella estesa, più lunga dell'originale di circa 20 minuti. Non che mi sia risultata pesante l'aggiunta di tempo, semplicemente ho trovato alcune scene un po' fini a se stesse, che non aggiungessero granché al risultato finale generale.
A parte questo, "The Exorcist" è sempre un classico meraviglioso, un gioiellino dell'horror che, per quanto datato per certi aspetti, funziona ancora benissimo al giorno d'oggi. La storia si conosce, ma non smette mai di affascinare.
Cast: Ellen Burstyn, Max von Sydow, Lee J. Cobb, Kitty Winn, Jack MacGowran, Jason Miller, Linda Blair.
Box Office: $441.3 milioni
Vale o non vale: Gli amanti dell'horror non possono assolutamente perdersi questo cult, precursore di tutti i recenti film su esorcismi vari e possessioni. Imperdibile, specialmente in vista di Halloween.
Premi: 2 premi Oscar vinti per Miglior sceneggiatura non originale e sonoro su 10 nomination (tra cui Miglior film, regia, attrice protagonista per Burstyn, attrice non protagonista per Blair, attore non protagonista per Miller e fotografia). 1 nomination ai BAFTA per Miglior colonna sonora e 4 vittorie ai Golden Globe per Miglior film drammatico, regia, attrice non protagonista (Blair) e sceneggiatura su 7 nomination (attrice protagonista per Burstyn, attore non protagonista per von Sydow e attrice esordiente per Blair)
Parola chiave: Medaglietta.
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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 13 agosto 2022

Film 2123 - Doubt

Intro: Ogni tanto ritornano...

Film 2123: "Doubt" (2008) di John Patrick Shanley
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: uno dei miei film preferiti che non mi stanco mai di rivedere, "Doubt" e il suo simbolismo mi lasciano ogni volta senza fiato. Motivo per cui ho voluto condividere la mia passione per questo film con Ciarán che, devo dire, ha apprezzato.
Cast pazzesco - una sorta di scontro fra titani attoriale - e storia intrigante e disturbante, "Doubt" lascia lo spettatore con, inevitabilmente, molti dubbi oltre che la possibilità di interpretare la storia secondo la propria sensibilità.
Da vedere.
Film 60 - Il dubbio
Film 125 - Il dubbio
Film 342 - Il dubbio
Film 2123 - Doubt
Cast: Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Viola Davis, Joseph Foster, Carrie Preston.
Box Office: $50.9 milioni
Vale o non vale: Una delle mie pellicole preferite in assoluto. Intelligente, ben scritto, interpretato magnificamente da un quartetto di attori assolutamente perfetti per la parte, "Doubt" richiede l'attenzione massima dello spettatore perché questo film sta tutto nei particolari.
Premi: Candidato a 5 Oscar (Miglior sceneggiatura non originale, attrice protagonista Streep, attore protagonista Hoffman e attrici non protagoniste Adams e Davis), 3 BAFTA (Miglior attrice protagonista Streep, attore non protagonista Hoffman e attrice non protagonista Adams), 5 Golden Globe (Miglior sceneggiatura non originale, attrice protagonista Streep, attore protagonista Hoffman e attrici non protagoniste Adams e Davis).
Parola chiave: Alcol.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 18 febbraio 2021

Film 1956 - Pane, amore e...

Intro: Suggerito da Netflix - suppongo a spalleggiare il più recente sforzo cinemtaografico della Loren sponsorizzato proprio dal colosso dello streaming - sono stato da subito tentato a recuperare la visione di questo film che ancora mancava alla mia lista.
Film 1956: "Pane, amore e..." (1955) di Dino Risi
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
In sintesi: bel film divertente e tipicamente italiano, con un cast pazzesco capitanata da una Sophia Loren in formissima e un Vittorio De Sica perfetto per il ruolo di farfallone finto svampito. Una commedia senza tempo che, anche vista con l'occhio moderno, funziona e risulta assolutamente godibile grazie all'insieme di elementi tipici di un prodotto nostrano di quei tempi (in primis la veracità italiana contrapposta all'aura glam un po' posticcia dei titoli hollywoodiani contemporanei a "Pane, amore e...") e a un cast pazzesco che già da solo vale la visione del film. Insomma, un classico!
Cast: Sophia Loren, Vittorio De Sica, Lea Padovani, Antonio Cifariello, Tina Pica, Mario Carotenuto.
Box Office: /
Vale o non vale: Assolutamente da vedere, anche solo per godersi le magnifiche performance di Loren e De Sica che, da sole, sono già un motivo sufficiente per decidere di dare una chance a questo titolo. Non vi dovesse bastare, lasciatevi tentare dalla scena in cui Sofia (Loren) balla il mambo per far ingelosire il suo innamorato...
Premi: 2 David di Donatello vinti per Miglior attore protagonista (De Sica) e Migliore produzione; alla sesta Berlinale, il film ha vinto la Honorable Mention per il Miglior film umoristico.
Parola chiave: Sfratto.

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mercoledì 19 agosto 2020

Film 1910 - Corpus Christi

Intro: Estate 2020, la quarantena è finita circa (in Italia...), ma la pandemia no. Il Cinema Galliera è chiuso da febbraio, ergo nessuna proiezione pubblica da circa 6 mesi, ma siccome lo spettacolo deve andare avanti, lo staff si ritrova a porte chiuse a visionare i titoli per la prossima stagione. Tra questi, il primo è un film polacco che si promette molto interessante.
Film 1910: "Corpus Christi" (2019) di Jan Komasa
Visto: al cinema
Lingua: polacco
Compagnia: Marta, Mattia
In sintesi: del cinema made in Poland non so praticamente niente, per cui mi sono approcciato a questa pellicola con estrema curiosità. Visto il contesto, quasi un atto di fede. E devo dire che "Boże Ciało" non solo non mi ha deluso ma, anzi, mi ha convinto appieno.
Forte di un'idea pazzesca alla base della storia - ex galeotto dalla ritrovata fede cattolica si spaccia per il nuovo prete di un paesino della campagna rurale polacca finendo per costringerne gli abitanti a fare i conti con una tragedia avvenuta anni prima -, questa pellicola riesce a catturare per tutta la sua durata grazie al mix esplosivo di sceneggiatura e performance del suo protagonista (Bartosz Bielenia).
"Corpus Christi" è un prodotto potentissimo sia per gli aspetti trattati che per la ferocia delle sue immagini spesso evocative (il finale è una bomba), tanto che si parte da subito mettendo in parallelo religione e violenza, portando man mano in superficie tutta una serie di ipocrisie riconducibili inizialmente alla realtà della prigione, per poi allargarsi e coinvolgere la comunità del villaggio, il suo protagonista, la diocesi. Daniel (Bielenia), che sogna di diventare prete ma si vede respinto dalla curia a causa del suo passato criminale, paradossalmente sarà proprio colui che riuscirà a far scendere a patti la comunità cittadina con il suo passato attraverso un approccio non convenzionale e certamente talvolta bizzarro, eppure efficace. Senza contare che, nonostante la dottrina cristiana predichi il perdono e professi atti di misericordia, la comunità religiosa viene qui ritratta come conservatrice e pigra, fallimentare nel dare conforto proprio a coloro che ne avrebbero più bisogno. Emblematico che il vicario della chiesa cittadina lasci Daniel da solo a gestire gli obblighi religiosi in quanto si debba assentare per un periodo a causa della sua dipendenza dall'alcol...
Insomma, per quanto "Corpus Christi" non sia un film sulla religione né sulla galera, sicuramente la sua storia non risparmia critiche a entrambe, pur facendolo sempre senza sensazionalismi o alla ricerca di una morale. Daniel è il protagonista, con i suoi pregi e i suoi difetti, le sue cicatrici, il suo desiderio di migliorarsi, appartenere a una comunità, a qualcosa di "altro" che lo distacchi da quell'unica decifrazione di sé che il mondo attorno a lui parrebbe concedergli. Daniel è attirato dalla purezza del sentimento cattolico, dalla sacralità dei suoi riti, eppure come ogni essere umano deve fare i conti con il terreno, gli impulsi e le scelte cui la vita ci mette di fronte. Ed è proprio qui che la pellicola di Jan Komasa funziona alla perfezione, mettendo in evidenza le difficoltà del predicare bene, l'arcaicità di certi meccanismi, l'omertà, la fatica assoluta del perdono e alla violenza di certe esistenze. Un insieme di tematiche eterogeneo e pulsante che ci ricorda quanto, in fin dei conti, tutto ciò che conta sia di fatto sopravvivere.
Cast: Bartosz Bielenia, Aleksandra Konieczna, Eliza Rycembel, Leszek Lichota, Łukasz Simlat, Tomasz Ziętek, Barbara Kurzaj, Zdzisław Wardejn.
Box Office: $8.6 milioni
Vale o non vale: Sicuramente non una storia facile, ma decisamente un film da vedere.
Premi: Candidato all'Oscar come Miglior film straniero.
Parola chiave: Tabellone.

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lunedì 11 giugno 2018

Film 1498 - The Exorcist

Intro: Ricordo ancora quando mia madre mi raccontò la prima volta che lo vide al cinema da ragazza. Da allora il mito de “L’esorcista” mi è sempre rimasto addosso, pur avendo visto il film una sola volta da adolescente. Mi sembrava giunto il momento di rivederlo, quindi, soprattutto perché non mi ricordavo nulla della storia...
Film 1498: "The Exorcist" (1973) di William Friedkin
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: per una serie di motivi legati alla situazione in cui ho visto la pellicola devo dire che me la sono proprio goduta. Giornata off dal lavoro, pomeriggio di pioggia e noi, sul letto, rinchiusi dentro una casa totalmente buia a guardare uno degli horror più famosi della storia del cinema. In questo contesto di relax e predisposizione totale, ho apprezzato la scelta di recuperare questo classico e penso di legarlo tutt’oggi ad uno dei ricordi più forti e positivi che ho di qui. In questo senso mi sono davvero divertito;
d’altro canto spaventarsi nel 2018 per questo titolo è qualcosa di francamente impensabile se non si ha l’età di un bambino. Per l’epoca, effettivamente, effetti speciali, linguaggio e temi della storia erano una novità assoluta, una piacevole digressione demoniaca che sperimentava assieme al pubblico la possibilità di offrire un’esperienza cinematografica totalmente diversa, aggressiva e feroce e allo stesso tempo impossibile da non guardare. Oggi si onora il classico godendo di un prodotto fuori dal nostro tempo, sì, ma non per questo non più efficace: magari non ci si prende uno spavento, ma di sicuro si rimane colpiti dalle scurrilità pronunciate dalla povera bambina posseduta!;
titoli di apertura e chiusura particolarmente d’effetto, con una musica che fa accapponare la pelle. Mi è parso di vederne non poco omaggio in quelli di “Insidious” e certamente altri che ora mi sfuggono.
Cast: Ellen Burstyn, Max von Sydow, Lee J. Cobb, Kitty Winn, Jack MacGowran, Jason Miller, Linda Blair.
Box Office: $441.3 milioni
Vale o non vale: imperdibile, assolutamente. Da vedere almeno una volta nella vita per ricordarsi che prima di tutti gli horror che ci servono senza troppo pensare le case di produzione oggi, c’è stato un titolo che ha saputo spaventare praticamente metà della popolazione mondiale attraverso la bravura di una bambina, una storia ben pensata e le giuste atmosfere.
Premi: Vincitore di 2 premi Oscar per la sceneggiatura e il sonoro su 10 candidature totali, tra cui Miglior film - primo caso nella storia in cui un horror ha ricevuto la nomination – sceneggiatura, attrice protagonista e non protagonista, attore non protagonista, regia, fotografia, scenografia e montaggio. 4 Golden Globes vinti (film, regia, sceneggiatura e attrice non protagonista) su 7 nomination totali.
Parola chiave: Scalinata.

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venerdì 31 marzo 2017

Film 1333 - The Ring 3

Dopo mesi di pubblicità, ero davvero curioso di scoprire cosa avessero pensato per riportare in vita questa saga. In più Poe, cosa rarissima, voleva proprio vedere questo horror, per cui non potevamo mancare.

Film 1333: "The Ring 3" (2017) di F. Javier Gutiérrez
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Già il secondo "The Ring" non mi aveva convinto e con questo terzo devo dire che non ho particolarmente ritrovato l'entusiasmo che avevo provato quando al cinema vidi per la prima volta l'originale (ovvero il remake americano del giapponese "Ringu").
Il problema è che sì, la cassetta è sempre inquietante e le varie conseguenze e implicazioni da paura affascinanti, ma la storia di questo "Rings" non ingrana fino al secondo tempo, di Samara si parla molto ma di fatto quasi non c'è e il risultato finale è davvero traballante. Perché la storia sulla carta funziona, ma la realizzazione non rende giustizia alle (poche) idee che ci sono.
Il cast è, come da tradizione del genere, semisconosciuto - riconoscibili solo Galecki e D'Onofrio -: Matilda Lutz, la protagonista un po' inespressiva, è pure italiana e frequenta il cinema di Muccino ("L'estate addosso") mentre il suo fidanzato di fiction tutto sopracciglia Alex Roe sembra quasi più un toy boy da esibizione. Nel mezzo davvero il nulla, almeno sino al finale. Il quale, va detto, ha un certo appeal nell'ottica di un prodotto relativamente scadente che ha come unico elemento a favore quello di provenire da una saga famosissima e un tempo fruttifera (di incasso). Qui, a 15 anni dal primo successo in VHS, il risultato finale è mediocre, non spaventa né scandalizza e, che è peggio, non fa venire voglia di rivedere l'originale. Peccato.

Film 1272 - The Ring
Film 2219 - The Ring
Film 1333 - The Ring 3
Cast: Matilda Lutz, Alex Roe, Johnny Galecki, Vincent D'Onofrio, Aimee Teegarden.
Box Office: $81.7 (ad oggi)
Consigli: Chi ha apprezzato la saga troverà l'appuntamento con questo sequel irresistibile, com'è giusto che sia. in realtà il film è un così così, ma si lascia comunque guardare senza troppi sussulti. Certo, ci si aspettava molto di più, ma in un momento in cui l'horror in sala non si trova, anche "The Ring 3" diventa una valida alternativa.
Parola chiave: Rinascita.

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mercoledì 15 febbraio 2017

Film 1306 - Silence

Serata tra cugini con aperitivo e un salto in Cineteca a recuperare l'ultima gestazione di Scorsese. Non sono sicuro di essere ancora stato perdonato per la mia scelta...

Film 1306: "Silence" (2016) di Martin Scorsese
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Francy
Pensieri: "Silence" è una pellicola che già nel titolo si spiega da solo. E' una produzione faraonica (40 milioni di dollari per produrlo) oltre che un titolo difficilissimo che richiede concentrazione e pazienza. Di seguito i miei pensieri sottoforma di appunti. Più che a un film, si assiste ad una liturgia, un racconto interminabile che solo inizialmente può essere scambiato per una pellicola perché poi ci si accorge che è qualcos'altro, quasi un atto di fede nei confronti di un regista che è un mito e divinità per quelli del suo ambiente. Dunque è con devozione che c si deve rimettere alla storia di questo "Silence", un dramma in costume che richiede la pazienza di un santo, la speranza di chi crede in qualcosa e, forse, l'arguzia di chi sa leggere oltre le immagini. Io è così che ho vissuto questa esperienza, come un discepolo che segue un rituale che non sempre capisce e di cui spesso si interroga (sulle motivazioni) e che, certamente, rimane con delle domande. La mia prima e più forte è: perché proprio questa storia e che senso ha raccontarla nel 2017? Una storia interminabile, lentissima, straziante per narrare la vita di un uomo costretto a a demolirsi, rinnegarsi e poi convivere con quanto ha fatto. E noi insieme a lui. Si poteva certamente sforbiciare; sui toni e modi non discuto, la ricostruzione è magistrale;
- Andrew Garfieldall'inizio non mi convinceva, ma devo dire che la sua performance cresce durante la narrazione, per arrivare ad esplodere nel momento del colloquio con il finalmente ritrovato Ferreira (Liam Neeson) che, praticamente, parlando di ciò che ne è stato di lui predirrà il destino dello stesso Rodrigues (Garfield);
- mi sono spesso chiesto se non ci fossero dei rimandi alla storia di Gesù raccontata nella Bibbia, pur con episodi che coinvolgo personaggi di volta in volta diversi: quando Ichizo, Mokichi e il terzo uomo vengono appesi ai pali in mezzo al mare (3 uomini, 3 costruzioni in legno simili a croci); quando l'eterno pentito Kichijiro tradisce definitivamente Rodrigues - alla terza volta - ricevendo come ricompensa monete d'argento, che non sono 30 denari, ma 300...; quando alla fine Rodrigues rinnega la sua fede e calpesta l'immagine cristiana e a quel punto si è fatta l'alba. Senza contare tutte le persecuzioni e torture che mettono in pratica contro i cristiani i buddisti giapponesi, sorta di novelli romani;
- in certe scene, soprattutto all'inizio quando i due preti sbarcano sulle coste del giappone, le immagini mi hanno ricordato il film di Garrone "Il racconto dei racconti";
- mancando praticamente la colonna sonora, mi hanno molto colpito i suoni, i rumori e comunque l'attenzione dedicata ai particolari legati al suono, come gli zoccoli dei cavalli nel fango. Inoltre ho trovato in linea con la storia e l'ambientazione la scelta dei titoli di coda accompagnati dal rumore del vento, le onde del mare, le cicale,...;
- la punizione che la storia riserva al suo protagonista mi è parsa in linea con la cultura giapponese: costretto alla conversione totale, trasformato in sibolo, monito e promemoria per la sua comunità, la punizione del prete cattolico che voleva portare la sua religione allo straniero è quella di venire egli stesso costretto alla conversione, rinnegando se stesso e tutto ciò che è stato per venire inserito all'interno della società locale, assorbito dal mondo estraneo, dovendo così convivere con la consapevolezza di aver tradito le proprie convinzioni e il suo credo. La tortura non è fisica, ma è un fardello da portare per tutta la vita.
Dunque un titolo complicato che si discosta molto dalle ultime produzioni molto mainstream di Scorsese che, nonostante tematiche non certo semplici, preferiva comunque toni più ritmati. Nel caso di "Silence", l'ambientazione, le tematiche e la concezione dell'opera hanno portato ad un risultato finale complesso e pesante, violentissimo e paradossalmente particolarmente statico, anche se nel complesso non mi pento di aver dato una chance a questa pellicola. E' stata davvero un'esperienza totale, un'immersione in un tempo e mondo lontanissimi, una richiesta di sottomissione ad un linguaggio cinematografico totalmente distante, eppure un lavoro efficace, feroce e difficile da dimenticare. Probabilmente una visione che non ripeterò mai, ma di sicuro indimenticabile.
Ps. Candidato ad un solo premio Oscar (Miglior fotografia) nonostante fosse dato tra i favoriti a fare incetta di nomination.
Cast: Andrew Garfield, Adam Driver, Tadanobu Asano, Ciarán Hinds, Liam Neeson, Issey Ogata, Shinya Tsukamoto, Yoshi Oida, Yōsuke Kubozuka.
Box Office: $14.1 milioni
Consigli: Per tutti i fan di scorsese e/o del cast, per chi cerca una vera e propria esperienza da fare, però, solo se veramente motivati e pronti alle 2h e 41min di full immersion cinematografica. Altrimenti meglio un altro film.
Parola chiave: Ugly woman.

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lunedì 13 giugno 2016

Film 1157 - Annabelle

Convincere poe a vedere un horror è una faticaccia, per cui riuscire a vedere insieme questo film è stata una specie di impresa. Che, alla fine, credo non gli sia nemmeno dispiaciuta...

Film 1157: "Annabelle" (2014) di John R. Leonetti
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Ho trovato questa seconda visione sufficientemente intrigante e spaventosa, nonostante ricordassi abbastanza nitidamente la trama. La pellicola gioca principalmente sul creare atmosfera e ansia, anche se non mancano i momenti più tipicamente spaventosi, di cui l'apparizione del demone sarà il momento clou.
Per il resto non si tratta certo di un capolavoro, ma per quanto mi riguarda "Annabelle" è stata un'inaspettata sorpresa in positivo per quanto riguarda la suspense, il che mi spinge ad una considerazione positiva di tutta l'operazione. Sulla scia di "The Conjuring" (di cui è prequel e spin-off) e del riuscitissimo "Insidious", anche questo titolo gioca con le suggestioni e le atmosfere chiuse e claustrofobiche, le ombre che nascondono e gli oggetti che non promettono niente di buono. E' un altro tipo di horror che sì, usa mostri e possessioni, ma preferisce mostrare solo il necessario e lasciare che il resto si "fatto" dallo spettatore. E se la produzione si impegna, un risultato positivo è quasi certamente assicurato.
In quest'ottica "Annabelle" forse è un tentativo meno evidentemente riuscito - poiché già si piega di più a una logica commerciale -, ma non manca di soprendere e regalare ai suoi spettatori non pochi salti sulla poltrona.
Film 578 - L'evocazione - The Conjuring
Film 1179 - L'evocazione - The Conjuring
Film 1190 - The Conjuring - Il caso Enfield
Film 1450 - The Conjuring 2
Film 2029 - The Conjuring: The Devil Made Me Do It
Film 804 - Annabelle
Film 1157 - Annabelle
Film 1405 - Annabelle: Creation
Film 1657 - Annabelle: Creation
Film 1782 - Annabelle Comes Home
Film 1673 - The Nun
Film 1774 - The Curse of La Llorona
Cast: Annabelle Wallis, Ward Horton, Alfre Woodard, Tony Amendola, Kerry O'Malley, Brian Howe, Eric Ladin, Ivar Brogger.
Box Office: $257 milioni
Consigli: Piacerà a chi ha gradito il primo "The Conjuring" - sul secondo attendiamo con ansia di pronunciarci - e i vari "Insidious", non mancando di azzeccare atmosfere e ansie indotte da suggestioni costruite ad arte. E' un buon horror da traino, che non manca di riaccendere l'interesse per l'originale da cui è tratto ed è sufficientemente ben costruito da lasciare la curiosità di scoprire cosa si inventeranno per il sequel (previsto per il 19 maggio 2017). Dunque, per chi gradisce, è da vedere.
Parola chiave: Anima.

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mercoledì 18 novembre 2015

Film 1030 - La stirpe del male

A caccia della qualunque per cena, siamo finiti sul trash. Forse ci siamo spinti un po' troppo oltre...

Film 1030: "La stirpe del male" (2014) di Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: E vabbé, ma che gli vuoi dire a sto film se non che è una me*da megagalattica? Ecco, appunto.
Perdiamo poco tempo, dunque. "Devil's Due" è un film osceno, brutto e stupido. Non mostra niente di nuovo, non fa paura ed è previedibile dall'inizio alla fine. L'inesperienza recitativa è evidente, le risprese finto-realistiche innervosiscono lo spettatore e il risultato finale è banale e scontato quanto i rari effetti speciali. Una gravidanza inaspettata dopo una messa satanica che porterà alla nascita del figlio di un demone/del diavolo? Ma va, giura? Innovativo.
Cast: Allison Miller, Zach Gilford, Sam Anderson, Aimee Carrero, Vanessa Ray, Michael Papajohn, Griff Furst.
Box Office: $36.9 milioni
Consigli: Brutto esempio di horror a basso budget dove niente è davvero rilevante e l'unica cosa che può spingere a vederlo e cercare di capire quanto brutto possa essere un prodotto destinato al solo incasso facile. Banale, mal recitato e privo di idee. Non credo serva aggiungere altro.
Parola chiave: Gravidanza.

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Bengi

mercoledì 29 ottobre 2014

Film 804 - Annabelle

Tutti molto interessati a vederlo, ci siamo subito fiondati al cinema!

Film 804: "Annabelle" (2014) di John R. Leonetti
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Erika
Pensieri: Premesso che "L'evocazione - The Conjuring" mi era piaciuto, trovo comunque che questo "Annabelle" si avvicini di più ai miei gusti in fatto di horror.
Più concentrato sul mostrare che sul creare una suspense continua e farci confrontare con molti demoni interiori o invisibili, questo spin-off sulla bambola più inquietante di sempre riesce davvero bene a spaventare lo spettatore mettendo in scena una serie di esperienze abbastanza traumatizzanti a partire già dall'inizio (con omicidio dei vicini di casa della coppia protagonista + aggressione della stessa da parte proprio della figlia scappata di casa dei due assassinati). Con una partenza così violenta la storia carbura fin da subito.
Nonostante i numerosi momenti di stallo tra un momento spaventoso e l'altro, devo dire che la trama non ne risente e, anzi, aiutano abbastanza bene a creare un buon approfondimento psicologico dei protagonisti (Ward Horton, Annabelle Wallis) oltre che creare le condizioni giuste per i futuri avvenimenti. Si parlerà, infatti, di sette sataniche, bambole possedute, anime da salvare ed un'entità maligna che è di un'inquietante che mette i brividi.
Insomma, a dispetto di un'operazione commerciale che poteva rivelarsi la solita boiata spilla-soldi, devo dire che questo "Annabelle" non è stato mal pensato. Ovvio, non parliamo di un capolavoro o una pietra miliare dell'horror, però il risultato ha il merito di dare allo spettatore quello che si aspetta, ovvero di essere spaventato. Francamente non sono d'accordo con chi ha ritenuto di troppo le scene di contestualizzazione della storia (ovvero la vita forzatamente in solitaria di Mia, prima in gravidanza poi ad accudire la bambina) che, invece, ho trovato appropriate per permettere allo spettatore di condividere con la protagonista paure e preoccupazioni prima delle ovvie scene di spavento e violenza. Non fosse stato dato il giusto spazio alle prime, le seconde non sarebbero risultate così efficaci.
Quindi, per ricapitolare: "Annabelle" spaventa, intrattiene ed inquieta. Promosso.
Film 578 - L'evocazione - The Conjuring
Film 1179 - L'evocazione - The Conjuring
Film 1190 - The Conjuring - Il caso Enfield
Film 1450 - The Conjuring 2
Film 2029 - The Conjuring: The Devil Made Me Do It
Film 804 - Annabelle
Film 1157 - Annabelle
Film 1405 - Annabelle: Creation
Film 1657 - Annabelle: Creation
Film 1782 - Annabelle Comes Home
Film 1673 - The Nun
Film 1774 - The Curse of La Llorona
Box Office: $206.2 milioni
Consigli: Quale occasione migliore di Halloween per dedicarsi ad un horror? Con il 31 ottobre alle porte sembra proprio che "Annabelle" potrebbe essere un'ottima scelta, magari da far precedere al primo "The Conjuring"! Qui abbiamo un buon cast (anche Alfre Woodard, sempre una garanzia), una storia inquietantissima e una buona produzione che riesce a valorizzare bene i punti di forza del racconto (entità maligna in primis!). Insomma, la notte di Halloween basterà spegnere le luci e lasciarsi spaventare dalla per niente bella bambola Annabelle!
Parola chiave: I figli dell'ariete.

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venerdì 10 ottobre 2014

Film 785 - The Exorcism of Emily Rose

Uno tra i migliori horror del recente passato.

Film 785: "The Exorcism of Emily Rose" (2005) di Scott Derrickson
Visto: dal portatile di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Il fascino dell'horror vale sempre anche in vacanza, ancora di più se il film è ben fatto.
Questo "The Exorcism of Emily Rose", che ormai avrò visto 3 o 4 volte è comunque sempre uno spaventoso piacere da guardare, riuscendo ogni volta a portarti a guardare se sono già arrivate le 3 del mattino (l'ora del diavolo!).
Tra suggestioni, visioni e contorsioni ginniche di una Jennifer Carpenter che eredita la decadenza satanica direttamente da Linda Blair de "L'esorcista", questa pellicola conduce attraverso un inusuale meccanismo narrativo (un processo giudiziario) nelle viscere di una tragedia umana e demoniaca (o solo mentale?) che, ricordandosi che è un episodio realmente accaduto, ha dell'inquietante.
Anche se è naturale si protenda per una resa romanzata degli eventi, non si può negare che il solo pensiero una cosa del genere possa accadere ad una persona sia spaventoso, senza contare le numerose domande che una storia come questa inevitabilmente porta alla luce. Una su tutte: ci sarà qualcosa di vero?
Alla fine poco importa crederci o meno, rimane il fatto che la discesa agli inferi della povera Emily Rose è un percorso straziante e pauroso che l'avvocato Erin Bruner/Laura Linney e padre Moore/Tom Wilkinson vivono e fanno vivere, lasciando ognuno di noi alle proprie domande. La produzione di questo film è molto buona, curata e molto ben calibrata tra l'horror e il genere giudiziario. Un esperimento riuscitissimo.
Film 177 -The Exorcism of Emily Rose
Box Office: $144,216,468
Consigli: Per quanto il tema della possessione demoniaca sia oltremodo conosciuto, trattato e sviscerato, l'approccio di questa pellicola è inusuale e funzionale al racconto, bilanciando bene i momenti in aula e il crescendo della tensione man mano che Emily precipita nel baratro. Inquietantissima l'interpretazione della Carpenter, vale davvero la pena di essere vista. Una nuova frontiera dell'horror? Non mi pare si sia più tentato di conciliare l'aula di un tribunale e un esorcismo finito male. A maggior ragione vale la pena vedere questa pellicola, sospesa fra l'intento di documentare e spaventare grazie alla scusa della storia vera (su Wiki per scoprire le differenze tra film e ciò che è accaduto). Se siete suggestionabili o credete in queste cose meglio lasciar perdere, gli altri si buttino.
Parola chiave: Fede.

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Bengi

venerdì 20 settembre 2013

Film 586 - Colpi di fulmine

Anche in questo caso sono finito a guardare il film solo perchè non avevo praticamente altra scelta (il catalogo di film in streaming di Sky non è esattamente di mio gradimento...).


Film 586: "Colpi di fulmine" (2012) di Neri Parenti
Visto: dal computer di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi (che ha dormito)
Pensieri: Sarò breve. Il film è diviso in due parti: la prima con De Sica, Arisa e la Ranieri, la seconda con Lillo & Greg. Per quanto io stesso ne sia sconvolto, ho apprezzato solamente la prima, con un'Arisa giusta per la parte e un De Sica anche simpatico (nonostante le solite smorfie, il solito personaggio). Lillo & Greg li avrei presi a schiaffi.
Passo e chiudo.
Consigli: Decisamente una pellicola evitabile, anche se devo ammettere che il primo tempo non mi è dispiaciuto. Chiaramente mi aspettavo una totale idiozia da cerebrolesi, quindi il fatto che sia solo una totale idiozia ha certamente aiutato a migliorare la mia impressione totale. Comunque, ripteto, meglio guardare altro, possibilmente con nessuno di questo cast presente.
Parola chiave: Chiesa cattolica.

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Bengi

domenica 28 aprile 2013

Film 540 - The Sessions - Gli incontri

Ancora qualche pellicola arretrata dalla cerimonia degli Oscar...

Film 540: "The Sessions - Gli incontri" (2012) di Ben Lewin
Visto: dal portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Leoo
Pensieri: Per quanto questo film abbia il suo perchè e rappresenti una storia sia interessante che umanamente coinvolgente, non posso onestamente dire che mi abbia però catturato. L'ho visto volentieri ed ero comunque incuriosito dal poco di trama che conoscevo. Va aggiunto che Helen Hunt ha avuto un gran coraggio ad abbracciare questo progetto cinematografico. Al di là del personaggio che doveva interpretare (una certamente disinibita terapista sessuale), le numerosissime scene di nudo integrale non devono essere state così semplici da recitare. Va aggiunto alla considerazione, poi, che per anni la Hunt è stata sulla breccia della scena americana vincendo praticamente ogni tipo di riconoscimento (4 Emmy per la serie tv "Innamorati pazzi", 4 Golden Globes e 1 Oscar, solo per citare i più importanti) e passando buona parte della sua vita rappresentata come esempio di bravura senza eccessi e bellezza. Un ruolo come quello di Cheryl in "The Sessions" non deve essere stato facile da abbracciare considerando ciò che ha alle spalle. Una scelta che mi è sembrata onesta (c'è comunque un po' troppo nudo secondo me) e che la Hunt ha saputo portare sullo schermo con professionalità e buona resa del personaggio. Sono più titubante, invece, sulla scelta di darle la nomination agli Academy Awards come Miglior attrice non protagonista.
Credibile e maledettamente impressionante John Hawkes che, senza gridare o esagerare, ricrea il personaggio di Mark - basato sulla vera persona di Mark O'Brien, poeta - in maniera davvero convincente. Costretto all'immobilità e a passare la maggior parte delle sue giornate in un polmone d'acciaio a causa di complicazioni dopo aver contratto la poliomelite da bambino, Mark vorrà sperimentare i piaceri del sesso liberandosi dalle sue inibizioni causate e dalla sua condizione fisica e dalla religione. In tutto questo Padre Brendan/William H. Macy lo aiuterà facendogli da confessore, consigliere e amico, instaurando con Mark un rapporto basato sul dialogo aperto e franco influenzato, chiaramente, anche dagli aspetti religiosi. Il che è un connubio interessante se si pensa all'argomento sessuale discusso all'interno di una chiesa.
E, appunto, interessante mi sembra l'aggettivo più adatto a questa pellicola che, più che essere poeticamente illuminante, toccante o scioccante, pone al centro della storia una serie di tematiche scottanti come malattia, disabilità, pari opportunità, sessualità e credo religioso per analizzarle in un contesto quantomeno singolare. Il risultato è, quindi, quasi uno studio antropologico ispirato dalla realtà dei fatti.
L'impronta da film indipendente regala alla storia una certa libertà di azione e l'esplorazione umana è permessa ad alti livelli e certamente gli interrogativi morali sollevati sono trattati con cura e la giusta introspezione del caso. La sceneggiatura è ben scritta, anche se devo dire che mi ha abbastanza sorpreso vedere come negli anni '80 tutta la faccenda fosse trattata con così tanta disinvoltura.
Insomma, un prodotto cinematografico che vive di ottime interpretazioni e una storia che sa tenere desta l'attenzione del pubblico. Non è un capolavoro, ma aiuta a cogliere qualche sfumatura in più di un mondo che in molti sicuramente non conosciamo.
Ps. Doppia candidatura ai Golden Globes per entrambi i protagonisti della pellicola (anche se solo la Hunt porterà a casa anche quella per l'Oscar) e un incasso di $9,113,716 (1 milione per produrlo).
Consigli: Non è certo la pellicola migliore per uno svago a cervello spento. L'argomento non è dei più distesi ed è meglio arrivare un attimo predisposti alla visione. Buone le interpretazioni e storia capace di aprire un varco su una serie di tematiche (sesso, religione, malattia) legandole insieme con eleganza, intelligenza e un pizzico di malizia. A tratti anche divertente.
Parola chiave: Sesso.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 8 novembre 2010

Film 177 -The Exorcism of Emily Rose

Non sempre l'horror ha bisogno di far scorrere del sangue per terrorizzare. Questo film ce lo insegna benissimo...


Film 177: "The Exorcism of Emily Rose" (2005) di Scott Derrickson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Schiacciati sul mio divano in camera nella tarda notte di Halloween, io e Marco ci guardavamo un bell'horror tutto contorsioni e diavolo. Le 3 della mattina, orario preferito dal maligno in barba alla Trinità cristiana, sono sinonimo di grandi avvitamenti per la povera Emily Rose/Jennifer Carpenter (oggi signora "Dexter" sia per fiction che nella realtà). Non le viene risparmiato niente, dalla possessione al dolore fisico e nessuno sa bene come aiutarla. Ci prova padre Moore/Tom Wilkinson ("Michael Clayton", "RocknRolla") e, per questo, viene accusato di omicidio della ragazza. Già, perchè Emily alla fine muore. Incaricata di difendere l'uomo di chiesa è una che nella religione non crede: l'avvocato Erin Bruner/Laura Linney ("The Truman Show ", "Mystic River", "La famiglia Savage").
Dal processo partiranno una serie di ricostruzioni molto dettagliate delle vicissitudini della povera ragazza martirizzata da un'esperienza che lascia traumatizzata la giuria, figuriamoci noi che vediamo nel dettaglio. Agghiaccianti le contorsioni che subisce la poveretta, qualcosa di più raccapricciante, forse, addirittura della bambina gira-testa de "L'esorcista".
Nel complesso è un'intrigante ricostruzione, ben concepita e resa più viva dalla suspance del processo in aula, di un fatto di cronaca che parrebbe essere vero. Fosse così, sarebbe meglio non trovarsi mai soli alle 3 del mattino... Vedere per credere!
Consigli: Evitate di guardare il film a notte fonda, specialmente intorno allo sfortunato orario delle 3 in punto. Se poi siete temerai, non dite che non vi avevo avvertito!
Parola chiave: Epilessia.




Ric

martedì 29 giugno 2010

Film 125 - Il dubbio

Ospite a casa mia, durante il pranzo non ho potuto fare a meno di proporre a Ilaria uno dei miei film preferiti. Ovviamente non potevamo che guardarlo in inglese!


Film 125: "Il dubbio" (2009) di John Patrick Shanley
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Ilaria
Pensieri: Grande capolavoro moderno, sempre intelligente e interessate, questo "Doubt" di John Patrick Shanley non smette mai di piacermi nonostante lo abbia visto e rivisto.
La tentazione di vederlo in inglese, poi, è sempre maggiore rispetto a quella di godersi il film in italiano (anche se, per me, onde evitare di perdere qualche battuta, almeno una visione in lingua madre è sempre consigliata). Meryl Streep - inutile continuare a dirlo? - è l'imperatrice della recitazione, mostro sacro dell'espressione, mai fuori luogo, mai sopra le righe. Perfetta.
Avendolo visto da poco, comunque, non posso non confermare pienamente tutte le impressioni che avevo già descritto nel post num. 60, un film che continuo a consigliare di vedere all'infinito, alla pari di "Un tram che si chiama desiderio"!
Film 60 - Il dubbio
Film 125 - Il dubbio
Film 342 - Il dubbio
Film 2123 - Doubt
Consigli: Quando avete bisogno di un film che vi lasci qualcosa, che non vi scorra via come se niente fosse, questo è il titolo da considerare! Impegnato, non facile, ma infinitamente bello!
Parola chiave: Gossip.



#HollywoodCiak
Bengi