Si sa che le commediole stupide mi piacciono. Non me ne perdo una, questa compresa!
Film 117: "Piacere, sono un po' incinta" (2010) di Alan Poul
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano
Pensieri: Ok, questa volta non mi sono divertito neanche una volta.
Fotocopia degli avvenimenti della vita di J.Lo (ma lei dice di non aver fatto la fecondazione assistita), in questa pellicola ci sono gemellini in arrivo, una mamma tutta carriera e devozione per il lavoro, l'amore che arriva dopo ricerche estenuanti che non hanno dato frutti. Insomma, se già di per sé le utlime commedie romantiche USA non erano originali, qui si è raschiato il fondo del barile.
Jennifer Lopez non è quel mostro di schifezza recitativa come l'hanno sempre definita, solo dovrebbe ricordarsi quanto è stata dura rialzarsi dopo certi suoi flop planetari che l'hanno costretta ad una stoppata drastica di carriera (ma lì, vedi te il destino, sono arrivati i gemellini e la scusa è diventata uno stop per maternità). Se fosse più modesta, caratteristica che sappiamo non appartenerle, eviterebbe di farsi immischiare in certi progetti ego-curativi, con l'unico scopo di lodare le forme sexy (?) e la bellezza della protagonista principale.
Le gag di questo film non sono divertenti e alcune sono addirittura disgustose. Il cane che vomita il test di gravidanza, la donna che partorisce in casa in una piscinetta gonfiabile, J.Lo/Zoe che, svenendo, cade con la faccia dritta nell'acqua dove la donna ha appena partorito. Domandiamoci tutti, vi prego, che fine ha fatto la sophisticated comedy, quella che ci faceva ridere senza oscenità o trovate stravaganti. A volte mi sento quasi bacchettone a scrivere queste cose, ma certe robe proprio non si guardano.
Inoltre, nessun attore secondario è veramente azzeccato o interessante, cosa che dovrebbe essere fondamentale in un film di genere comico, per creare simpatia nel pubblico, sdrammatizzare le situazioni imbarazzanti, permettersi uscite sopra le righe proprio perchè personaggio di secondo piano. A una spalla si concede tutto, anche qualche scivolone, lo sappiamo. Ma qui non ce ne sono di comprimari, sono tutti attori sostituibili e anonimi come l'Alex O'Loughlin che dovrebbe essere il figaccione di turno e, invece, risulta solo un fisico di marmo attaccato a una faccia nemmeno tanto carina.
Forse Jennifer, che ha curato personalmente la scelta della sua dolce metà per questo film, ha preferito regalarsi l'ennesimo ruolo da protagonista assoluta, piuttosto che dover dividere il poster della pellicola con qualcuno che potesse spodestarla. Ma può stare tranquilla, la locandina del film (dove tra l'altro è palese il lavoro di ritocco a pancia e sedere), come del resto il film stesso, l'hanno visto davvero in pochi (il film, costato 35 milioni di dollari, ne ha incassati $35,919,707, con un guadagno netto di meno di un milione).
Consigli: Il trailer è molto ben concepito, tra l'altro farcito di scene che nel film non ci sono. Non fatevi ingannare...
Parola chiave: Cuscino.
Ric
domenica 30 maggio 2010
Film 117 - Piacere, sono un po' incinta
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Film 116 - Brothers
Volevo vederlo al cinema, ma non ero riuscito. Così, tra una pausa e un momento libero, sono finalmente riuscito a vederlo.
Film 116: "Brothers" (2009) di Jim Sheridan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Spiderman + Regina Amidala + Prince of Persia. Se fosse un comix sarebbe l'evento dell'anno. E, invece, è semplicemente un remake (Hollywood ci prova sempre) di un film danese del 2004.
Non fosse che ogni tanto i risultati sono buoni, ci si domanderebbe il perchè di certe scelte (il remake de "L'ultimo bacio" chi l'ha visto?!) e come venga in mente a certi produttori di realizzare certe cagate.
Questo "Brothers" di per sé non è un capolavoro, ma ha una certa sincerità di fondo, un'onestà che piace. Prima tra tutte, quella degli attori. Giovani ex promesse del cinema made in USA, confermano capacità e talento (la Portman rimane sempre una delle più brave della sua generazione) in performances che rubano l'attenzione una da quella dell'altro.
Bravi, davvero, capaci di rendere tensioni e malesseri, paure e dolori con una realisticità da brivido. Perfino il solitamente inespressivo Maguire regala brividi e lacrime per la sua interpretazione del capitano che, in missione, rapito, torturato e ritornato distrugge sé e chi lo circonda per il sospetto di un affaire che non c'è (ma poteva benissimo esserci).
Occhi a palla sgranati, espressione da matto, carico di odio, Maguire/Sam Cahill fa paura negli scatti di ira, cova rancore incapace di affrontare la sua più grande colpa (uccidere e sopravvivere) e quindi di rapportarsi in modo sano con la famiglia. Per distogliere lo sguardo dal suo dolore si concentra su moglie e fratello minore e su un bacio che poteva essere tutto e, invece, non è niente se non un momento di debolezza dopo mesi di dolore.
Ovviamente ognuno è colpevole, chi più chi meno, ma è necessario toccare il fondo (e una pistola) per cominciare a risalire e riprendere le redini della propria vita.
Un film non facile, sicuramente una sfida sotto molti punti di vista (remake, pellicola di e sulla guerra, attori giovani, tematiche pesanti, budget limitato), ma comunque una pellicola forte e riuscita, da vedere e, forse, valorizzare un po' di più.
Solo la performance di Maguire ha ricevuto una nomination ai Golden Globes di gennaio, ma non si è trasformata in quella per l'Oscar (si dice che, nonostante il ruolo toccante, non fosse il suo 'momento'...). In un'edizione in cui ha spopolato "The Hurt Locker", non c'era spazio per altri film di guerra?
Consigli: Da guardare per pensare e interrogarsi, anche se fa male.
Parola chiave: Rapimento.
Ric
Film 116: "Brothers" (2009) di Jim Sheridan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Spiderman + Regina Amidala + Prince of Persia. Se fosse un comix sarebbe l'evento dell'anno. E, invece, è semplicemente un remake (Hollywood ci prova sempre) di un film danese del 2004.
Non fosse che ogni tanto i risultati sono buoni, ci si domanderebbe il perchè di certe scelte (il remake de "L'ultimo bacio" chi l'ha visto?!) e come venga in mente a certi produttori di realizzare certe cagate.
Questo "Brothers" di per sé non è un capolavoro, ma ha una certa sincerità di fondo, un'onestà che piace. Prima tra tutte, quella degli attori. Giovani ex promesse del cinema made in USA, confermano capacità e talento (la Portman rimane sempre una delle più brave della sua generazione) in performances che rubano l'attenzione una da quella dell'altro.
Bravi, davvero, capaci di rendere tensioni e malesseri, paure e dolori con una realisticità da brivido. Perfino il solitamente inespressivo Maguire regala brividi e lacrime per la sua interpretazione del capitano che, in missione, rapito, torturato e ritornato distrugge sé e chi lo circonda per il sospetto di un affaire che non c'è (ma poteva benissimo esserci).
Occhi a palla sgranati, espressione da matto, carico di odio, Maguire/Sam Cahill fa paura negli scatti di ira, cova rancore incapace di affrontare la sua più grande colpa (uccidere e sopravvivere) e quindi di rapportarsi in modo sano con la famiglia. Per distogliere lo sguardo dal suo dolore si concentra su moglie e fratello minore e su un bacio che poteva essere tutto e, invece, non è niente se non un momento di debolezza dopo mesi di dolore.
Ovviamente ognuno è colpevole, chi più chi meno, ma è necessario toccare il fondo (e una pistola) per cominciare a risalire e riprendere le redini della propria vita.
Un film non facile, sicuramente una sfida sotto molti punti di vista (remake, pellicola di e sulla guerra, attori giovani, tematiche pesanti, budget limitato), ma comunque una pellicola forte e riuscita, da vedere e, forse, valorizzare un po' di più.
Solo la performance di Maguire ha ricevuto una nomination ai Golden Globes di gennaio, ma non si è trasformata in quella per l'Oscar (si dice che, nonostante il ruolo toccante, non fosse il suo 'momento'...). In un'edizione in cui ha spopolato "The Hurt Locker", non c'era spazio per altri film di guerra?
Consigli: Da guardare per pensare e interrogarsi, anche se fa male.
Parola chiave: Rapimento.
Ric
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lunedì 24 maggio 2010
Film 115 - Sherlock Holmes
Mi era tornata voglia di vederlo...
Film 115: "Sherlock Holmes" (2009) di Guy Ritchie
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano (prima parte), nessuno (seconda parte)
Pensieri: Nonostante lo avessi già visto all'inizio di quest'anno, dopo il viaggio a Londra mi era tornata la voglia di vedere questo film, decisamente blockbuster adrenalinico e ben realizzato.
Rispetto alla prima volta, ho gradito ancora di più alcuni aspetti tecnici, primo tra tutti la colonna sonora. Il motivetto dei titoli di coda mi ha decisamente conquistato, tanto che ho dovuto aggiungerlo alla playlist del mio iPod. Col senno di poi, ammetto che la nomination all'Oscar per le musiche di Hans Zimmer ha ora molto più senso, sicuramente di più del Golden Globe vinto da Downey Jr. per la sua interpretazione di Holmes.
Molto interessante anche il montaggio, con rallenty e flashforward (già cult il combattimento nell'arena, con spiegazione anticipata del come e perché verranno sferrati i colpi), molto funzionali alla narrazione, che riescono a creare un ritmo particolare, quasi marchio di fabbrica e simbolo di un certo svecchiamento di genere (non è che ultimamente Holmes andasse per la maggiore...).
Non solo riuscita di un personaggio, comunque, ma anche della persona Guy Ritchie (Robert Downey Jr. ormai è tornato ad essere una star) che, con questo colpaccio, si è assicurato nuova (e positiva) visibilità, popolarità e consensi e un sequel già in preparazione.
Intrattiene e piace, non annoia e lascia soddisfatti se le aspettative non presupponevano altro che due ore trascorse tra divertimento e zero pensieri.
Azzeccatissimo il cast, tutti perfetti per i ruoli che interpretano con, in testa a tutti, il duo principale, atipici quanto azzeccati insieme, che mai ti immagineresti fianco a fianco in una pellicola, eppure perfetti nella resa sullo schermo.
Il tutto funziona e sappiamo che, finché attirerà ($ 518,419,489 di incasso), avremo dei sequel da vedere. Speriamo solo che i progetti non si perdano per strada.
Film 47 - Sherlock Holmes
Film 311 - Sherlock Holmes
Film 615 - Sherlock Holmes
Film 1341 - Sherlock Holmes
Film 367 - Sherlock Holmes - Gioco di ombre
Film 769 - Sherlock Holmes - Gioco di ombre
Consigli: In gruppo è un film perfetto!
Parola chiave: Lord Blackwood.
Se ti interessa/ti è piaciuto
Ric
Film 115: "Sherlock Holmes" (2009) di Guy Ritchie
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano (prima parte), nessuno (seconda parte)
Pensieri: Nonostante lo avessi già visto all'inizio di quest'anno, dopo il viaggio a Londra mi era tornata la voglia di vedere questo film, decisamente blockbuster adrenalinico e ben realizzato.
Rispetto alla prima volta, ho gradito ancora di più alcuni aspetti tecnici, primo tra tutti la colonna sonora. Il motivetto dei titoli di coda mi ha decisamente conquistato, tanto che ho dovuto aggiungerlo alla playlist del mio iPod. Col senno di poi, ammetto che la nomination all'Oscar per le musiche di Hans Zimmer ha ora molto più senso, sicuramente di più del Golden Globe vinto da Downey Jr. per la sua interpretazione di Holmes.
Molto interessante anche il montaggio, con rallenty e flashforward (già cult il combattimento nell'arena, con spiegazione anticipata del come e perché verranno sferrati i colpi), molto funzionali alla narrazione, che riescono a creare un ritmo particolare, quasi marchio di fabbrica e simbolo di un certo svecchiamento di genere (non è che ultimamente Holmes andasse per la maggiore...).
Non solo riuscita di un personaggio, comunque, ma anche della persona Guy Ritchie (Robert Downey Jr. ormai è tornato ad essere una star) che, con questo colpaccio, si è assicurato nuova (e positiva) visibilità, popolarità e consensi e un sequel già in preparazione.
Intrattiene e piace, non annoia e lascia soddisfatti se le aspettative non presupponevano altro che due ore trascorse tra divertimento e zero pensieri.
Azzeccatissimo il cast, tutti perfetti per i ruoli che interpretano con, in testa a tutti, il duo principale, atipici quanto azzeccati insieme, che mai ti immagineresti fianco a fianco in una pellicola, eppure perfetti nella resa sullo schermo.
Il tutto funziona e sappiamo che, finché attirerà ($ 518,419,489 di incasso), avremo dei sequel da vedere. Speriamo solo che i progetti non si perdano per strada.
Film 47 - Sherlock Holmes
Film 311 - Sherlock Holmes
Film 615 - Sherlock Holmes
Film 1341 - Sherlock Holmes
Film 367 - Sherlock Holmes - Gioco di ombre
Film 769 - Sherlock Holmes - Gioco di ombre
Consigli: In gruppo è un film perfetto!
Parola chiave: Lord Blackwood.
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Ric
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domenica 23 maggio 2010
Film 114 - Mean Girls
Ormai un classico della commedia teen USA, non potevo non rivederlo dopo aver comprato pure il dvd!
Film 114: "Mean Girls" (2004) di Mark Waters
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano
Pensieri: Ovviamente non pretendo che tutti comprendano il mio amore spassionato per questo film, ma, vi supplico, prima di giudicare GUARDATELO. Non mi aspetto sia il film della vita per nessuno, semplicemente "Mean Girls" è stato scritto da Tina Fey, mio personalissimo idolo nonché musa, regina del "Saturday Night Live" e di quel capolavoro che è "30 Rock".
Con queste premesse, per chi conosce i riferimenti, dovrebbe esserci meno diffidenza, nonostante questa commedia veda come protagonista la Lindsay Lohan, ancora cicciottella (si fa per dire) e genuina, non smaniosa di apparire anoressica e sgualdrina a tutti i costi. Aggiungono valore, poi, i comprimari che, insieme alla Fey, formano un cast che oggi, 6 anni dopo, conferma di aver scommesso sulle facce giuste. Prima fra tutti Amanda Seyfried, ormai lanciatissima con film da assoluta protagonista ("Dear John", "Letters to Juliet") nonostante la non proprio sfolgorante bellezza. Poi la Rachel McAdams di "Sherlock Holmes", classe 1978, all'epoca della pellicola 10 in più del suo personaggio, la perfida Regina George, e nessuna difficoltà a rendere credibile una ragazzina del liceo. Poi ancora Amy Poehler, amica della Fey e compagna anche di avventure ("Baby Mama" e "Saturday Night Live"), qui madre di plastica e smaniosa di rimanere al passo coi tempi; Lizzy Caplan, rivista in "True Blood"; Ana Gasteyer del "Saturday Night Live", vista anche in "The Women" e "What Women Want"; Neil Flynn, famosissimo inserviente di "Scrubs".
Non è un caso, insomma, se questa alla fine non risulta essere la classica noiosa e stupida commediola americana per adolescenti. La storia è ben scritta e affronta anche qualche tema interessante (liceo come giungla, ormoni che fanno impazzire, accettarsi per quello che si è, affrontare le conseguenze delle proprie azioni), sviluppato ed estremizzato dalla giovane età dei protagonisti. Fortunatamente, e qui sta il genio della Fey, non si inciampa mai nella banalità o nel già visto, ma si affrontano le situazioni con un'originalità che, nel 2004, era quasi innovativa (non a caso gli oltre 120 milioni di $ al botteghino mondiale).
Le gag ci sono, sottili o decisamente evidenti (in primis quella del quinto senso di Karen Smith), tutte godibili e ben scritte. Insomma, questa pellicola è davvero piacevole da guardare, se riuscite a superare i vostri pregiudizi. Vedere per credere!
Film 114 - Mean Girls
Film 147 - Mean Girls
Film 320 - Mean Girls
Film 1594 - Mean Girls
Film 2257 - Mean Girls (musical)
Consigli: Per una serata tra amici è davvero il film ideale!
Parola chiave: Libro rosa.
#HollywoodCiak
Bengi
Film 114: "Mean Girls" (2004) di Mark Waters
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano
Pensieri: Ovviamente non pretendo che tutti comprendano il mio amore spassionato per questo film, ma, vi supplico, prima di giudicare GUARDATELO. Non mi aspetto sia il film della vita per nessuno, semplicemente "Mean Girls" è stato scritto da Tina Fey, mio personalissimo idolo nonché musa, regina del "Saturday Night Live" e di quel capolavoro che è "30 Rock".
Con queste premesse, per chi conosce i riferimenti, dovrebbe esserci meno diffidenza, nonostante questa commedia veda come protagonista la Lindsay Lohan, ancora cicciottella (si fa per dire) e genuina, non smaniosa di apparire anoressica e sgualdrina a tutti i costi. Aggiungono valore, poi, i comprimari che, insieme alla Fey, formano un cast che oggi, 6 anni dopo, conferma di aver scommesso sulle facce giuste. Prima fra tutti Amanda Seyfried, ormai lanciatissima con film da assoluta protagonista ("Dear John", "Letters to Juliet") nonostante la non proprio sfolgorante bellezza. Poi la Rachel McAdams di "Sherlock Holmes", classe 1978, all'epoca della pellicola 10 in più del suo personaggio, la perfida Regina George, e nessuna difficoltà a rendere credibile una ragazzina del liceo. Poi ancora Amy Poehler, amica della Fey e compagna anche di avventure ("Baby Mama" e "Saturday Night Live"), qui madre di plastica e smaniosa di rimanere al passo coi tempi; Lizzy Caplan, rivista in "True Blood"; Ana Gasteyer del "Saturday Night Live", vista anche in "The Women" e "What Women Want"; Neil Flynn, famosissimo inserviente di "Scrubs".
Non è un caso, insomma, se questa alla fine non risulta essere la classica noiosa e stupida commediola americana per adolescenti. La storia è ben scritta e affronta anche qualche tema interessante (liceo come giungla, ormoni che fanno impazzire, accettarsi per quello che si è, affrontare le conseguenze delle proprie azioni), sviluppato ed estremizzato dalla giovane età dei protagonisti. Fortunatamente, e qui sta il genio della Fey, non si inciampa mai nella banalità o nel già visto, ma si affrontano le situazioni con un'originalità che, nel 2004, era quasi innovativa (non a caso gli oltre 120 milioni di $ al botteghino mondiale).
Le gag ci sono, sottili o decisamente evidenti (in primis quella del quinto senso di Karen Smith), tutte godibili e ben scritte. Insomma, questa pellicola è davvero piacevole da guardare, se riuscite a superare i vostri pregiudizi. Vedere per credere!
Film 114 - Mean Girls
Film 147 - Mean Girls
Film 320 - Mean Girls
Film 1594 - Mean Girls
Film 2257 - Mean Girls (musical)
Consigli: Per una serata tra amici è davvero il film ideale!
Parola chiave: Libro rosa.
#HollywoodCiak
Bengi
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venerdì 21 maggio 2010
Film 113 - L'uomo nell'ombra
Finalmente di nuovo al cinema dopo tanto tempo - tralasciando la parentesi inglese - a vedere un film di un grandissimo autore dei nostri tempi!
Film 113: "L'uomo nell'ombra" (2010) di Roman Polanski
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano
Pensieri: Di questo film non riesco a ricordare il titolo italiano. Sarà che anche questa volta ci troviamo di fronte a un caso di banalità imbarazzante - tanto che io avrei lasciato il titolo originale ("The Ghost Writer") che rendeva perfettamente lo stesso - che, al solito, penalizza la prima impressione che lo spettatore può farsi della pellicola (la locandina come specchio dell'anima di un film: sarà per questo che i film italiani mi attirano così poco?).
Comunque, a parte la problematica del titolo, questa nuova fatica di Polanski (suoi film visti: "La nona porta", "Chinatown" e "Rosemary's Baby") mi è decisamente piaciuta. E (indovinate?) a cosa mi ha fatto ripensare? A un bellissimo film visto di recente, claustrofobico e teso come questo, di un altro autore stra-acclamato: "Shutter Island" di Scorsese.
Come in quest'ultimo si ha l'impressione di non aver via di scampo, un'uscita secondaria da cui fuggire, così qui, isolati dalla civiltà, prigionieri di un'isola che non lascia scampo (e inghiotte le sue vittime), siamo costretti a sottostare alle ferree regole imposte dall'ex primo ministro Pierce Brosnan/Adam Lang/un-poì-anche-Tony-Blair che vuole scrivere la sua biografia e necessita, appunto, di un 'ghost writer', autore-fantasma che scriva per lui la storia della sua vita.
Il lavoro, già cominciato da un precedente scrittore (presunto) suicida, deve essere concluso da un sostituto, lavoro per cui viene assunto Ewan McGregor, ritenuto capace di resuscitare un libro potenzialmente esplosivo, ma decisamente da sfoltire.
Ovviamente non mancheranno stranezze, misteri, problemi (la gabbia non piace a nessuno) e svariate complicazioni che porteranno a un epilogo decisamente non scontato.
Insomma, man mano che la storia procede, l'intreccio coinvolge lo spettatore che si ritrova a chiedersi come potrà mai risolversi un casino tanto ben costruito. Se l'idea (ottimamente realizzata) non risulterà delle più innovative, sorprenderanno, di più forse proprio per quest'ultimo motivo, i colpi di scena finali che trascinano, per forza di cose, il film in una dimensione quasi più da thriller d'azione.
Interessante, ben realizzato, sicuramente un buon intrattenimento, perfetto per ricordarci che Polanski, nonostante le vicende giudiziarie che lo coinvolgono, è un regista di qualità, certamente da ricordare più per le sue opere che per il resto.
Buono anche il cast che, oltre ai già citati (ma Brosnan ha una faccia da sberle fastidiosissima), vede il sempre bravissimo Tom Wilkinson, garanzia per il cinema di qualunque genere, Olivia Williams, qui moglie dell'ex 'prime minister', ambigua e misteriosa figura che sembra relegata in secondo piano, ma in realtà dimostrerà lati nascosti; infine e, ammettiamolo, un po' a sorpresa, la Kim Cattrall di "Sex and the City" (ricordiamo l'appuntamento a brevissimo, il 28 maggio, con il secondo capitolo), qui meno glam e tirata, ma comunque impressionantemente in forma, recita finalmente senza botox e cazzi attorno e si presenta unicamente come attrice capace e adatta al ruolo.
Un insieme equilibrato di elementi che fanno davvero apprezzare il film e la sua storia. Sicuramente da vedere, anche per il premio alla regia di Polanski all'ultimo Festival del cinema di Berlino.
Consigli: Rimanere concentrati durante la visione, non perdere i dettagli e lasciare che la narrazione metta insieme i pezzi. Chi è davvero sé stesso?
Parola chiave: Penna USB.
Ric
Film 113: "L'uomo nell'ombra" (2010) di Roman Polanski
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano
Pensieri: Di questo film non riesco a ricordare il titolo italiano. Sarà che anche questa volta ci troviamo di fronte a un caso di banalità imbarazzante - tanto che io avrei lasciato il titolo originale ("The Ghost Writer") che rendeva perfettamente lo stesso - che, al solito, penalizza la prima impressione che lo spettatore può farsi della pellicola (la locandina come specchio dell'anima di un film: sarà per questo che i film italiani mi attirano così poco?).
Comunque, a parte la problematica del titolo, questa nuova fatica di Polanski (suoi film visti: "La nona porta", "Chinatown" e "Rosemary's Baby") mi è decisamente piaciuta. E (indovinate?) a cosa mi ha fatto ripensare? A un bellissimo film visto di recente, claustrofobico e teso come questo, di un altro autore stra-acclamato: "Shutter Island" di Scorsese.
Come in quest'ultimo si ha l'impressione di non aver via di scampo, un'uscita secondaria da cui fuggire, così qui, isolati dalla civiltà, prigionieri di un'isola che non lascia scampo (e inghiotte le sue vittime), siamo costretti a sottostare alle ferree regole imposte dall'ex primo ministro Pierce Brosnan/Adam Lang/un-poì-anche-Tony-Blair che vuole scrivere la sua biografia e necessita, appunto, di un 'ghost writer', autore-fantasma che scriva per lui la storia della sua vita.
Il lavoro, già cominciato da un precedente scrittore (presunto) suicida, deve essere concluso da un sostituto, lavoro per cui viene assunto Ewan McGregor, ritenuto capace di resuscitare un libro potenzialmente esplosivo, ma decisamente da sfoltire.
Ovviamente non mancheranno stranezze, misteri, problemi (la gabbia non piace a nessuno) e svariate complicazioni che porteranno a un epilogo decisamente non scontato.
Insomma, man mano che la storia procede, l'intreccio coinvolge lo spettatore che si ritrova a chiedersi come potrà mai risolversi un casino tanto ben costruito. Se l'idea (ottimamente realizzata) non risulterà delle più innovative, sorprenderanno, di più forse proprio per quest'ultimo motivo, i colpi di scena finali che trascinano, per forza di cose, il film in una dimensione quasi più da thriller d'azione.
Interessante, ben realizzato, sicuramente un buon intrattenimento, perfetto per ricordarci che Polanski, nonostante le vicende giudiziarie che lo coinvolgono, è un regista di qualità, certamente da ricordare più per le sue opere che per il resto.
Buono anche il cast che, oltre ai già citati (ma Brosnan ha una faccia da sberle fastidiosissima), vede il sempre bravissimo Tom Wilkinson, garanzia per il cinema di qualunque genere, Olivia Williams, qui moglie dell'ex 'prime minister', ambigua e misteriosa figura che sembra relegata in secondo piano, ma in realtà dimostrerà lati nascosti; infine e, ammettiamolo, un po' a sorpresa, la Kim Cattrall di "Sex and the City" (ricordiamo l'appuntamento a brevissimo, il 28 maggio, con il secondo capitolo), qui meno glam e tirata, ma comunque impressionantemente in forma, recita finalmente senza botox e cazzi attorno e si presenta unicamente come attrice capace e adatta al ruolo.
Un insieme equilibrato di elementi che fanno davvero apprezzare il film e la sua storia. Sicuramente da vedere, anche per il premio alla regia di Polanski all'ultimo Festival del cinema di Berlino.
Consigli: Rimanere concentrati durante la visione, non perdere i dettagli e lasciare che la narrazione metta insieme i pezzi. Chi è davvero sé stesso?
Parola chiave: Penna USB.
Ric
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giovedì 13 maggio 2010
Film 112 - Chloe - Tra seduzione e inganno
Un cast interessante, una locandina intrigante e la necessità di un film durante la pausa pranzo: ecco perchè ho cominciato a vedere questo film...
Film 112: "Tra seduzione e inganno" (2009) di Atom Egoyan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Mi sembrava ci fossero i presupposti per un intrattenimento spensierato e intrigante, soprattutto considerando il cast. Finalmente ritornata al cinema prepotentemente, Julianne Moore è conturbante in questo film a tratti thriller a tratti lesbo e dimostra, a 50 anni, di essere una sventolona pazzesca. Molto più, a mio avviso, della ancora acerbissima Amanda Seyfried, per sempre (o certamente ancora per molto) legata al ruolo di Sophie in "Mamma Mia!".
Sicuramente, a mio avviso, questi sono i due aspetti protagonisti del film, anche se probabilmente non erano troppo cercati. La storia c'è, ma non solo è prevedibile, ma pure piuttosto bruttina. A tratti imbarazzante nei dialoghi a tratti assurda (ma sta povera madre Catherine Stewart/Julianne Moore che gli ha fatto al figlio che la tratta a pesci in faccia dal primo minuto del film?!) non centra mai l'obiettivo. Quello, cioè, di sedurre. Le pratiche erotiche dell'accompagnatrice Chloe/Amanda Seyfried sono tanto esplicite quanto prive di fascinoso intrigo.
La trappola del film è il film stesso, bisogna ammetterlo. Un genere ormai morto (ma mai veramente esistito?) che ha come suo cavallo di battaglia il famosissimo "Basic Instinct - Istinto di base", non riceverà certo nuova linfa da una pellicola come questa, troppo attenta a sdoganare l'atto sessuale in sé piuttosto che lasciar insinuare l'erotismo all'interno della trama.
E' tutto un bluff, vedere per credere.
Consigli: Decisamente dimenticabile, trascurabile, tralasciabile. Ma se proprio volete vederlo, poi non lamentatevi. Io vi avevo avvertiti...
Parola chiave: Fermaglio per capelli.
Ric
Film 112: "Tra seduzione e inganno" (2009) di Atom Egoyan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Mi sembrava ci fossero i presupposti per un intrattenimento spensierato e intrigante, soprattutto considerando il cast. Finalmente ritornata al cinema prepotentemente, Julianne Moore è conturbante in questo film a tratti thriller a tratti lesbo e dimostra, a 50 anni, di essere una sventolona pazzesca. Molto più, a mio avviso, della ancora acerbissima Amanda Seyfried, per sempre (o certamente ancora per molto) legata al ruolo di Sophie in "Mamma Mia!".
Sicuramente, a mio avviso, questi sono i due aspetti protagonisti del film, anche se probabilmente non erano troppo cercati. La storia c'è, ma non solo è prevedibile, ma pure piuttosto bruttina. A tratti imbarazzante nei dialoghi a tratti assurda (ma sta povera madre Catherine Stewart/Julianne Moore che gli ha fatto al figlio che la tratta a pesci in faccia dal primo minuto del film?!) non centra mai l'obiettivo. Quello, cioè, di sedurre. Le pratiche erotiche dell'accompagnatrice Chloe/Amanda Seyfried sono tanto esplicite quanto prive di fascinoso intrigo.
La trappola del film è il film stesso, bisogna ammetterlo. Un genere ormai morto (ma mai veramente esistito?) che ha come suo cavallo di battaglia il famosissimo "Basic Instinct - Istinto di base", non riceverà certo nuova linfa da una pellicola come questa, troppo attenta a sdoganare l'atto sessuale in sé piuttosto che lasciar insinuare l'erotismo all'interno della trama.
E' tutto un bluff, vedere per credere.
Consigli: Decisamente dimenticabile, trascurabile, tralasciabile. Ma se proprio volete vederlo, poi non lamentatevi. Io vi avevo avvertiti...
Parola chiave: Fermaglio per capelli.
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sabato 8 maggio 2010
Film 111 - Notte folle a Manhattan
Ecco il secondo post per il blog della Goldmine!
Film 111: "Notte folle a Manhattan " (2010) di Shawn Levy
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ale
Pensieri: http://www.goldminefactory.com/blog/notte-folle-a-londra/
E’ necessario liberarsi da preconcetti per leggere quanto seguirà, sia chiaro da subito.
Sebbene le intenzioni fossero delle più nobili (e cool), arrivato a destinazione non ho potuto fare a meno di cedere. E allora ammettiamolo che questa commedia leggere americana ci può anche piacere, nel giusto contesto! E quale sarebbe questo contesto, qualcuno si chiederà? Londra!
Già di per sé, si capisce, il luogo genera perdizione e smarrimento, ostacola la lucidità e confonde anche i più forti. Nel mio caso la mission era scovare il film più figo proiettato dentro e fuori dalla City per riproporne in queste righe un resoconto quanto più dettagliato della sicura magnificenza. Nella realtà, si sono presentati svariati fattori non previsti.
Innanzitutto quanto costa il cinema a Londra? Diciamo mediamente 14 sterline che, in euro (arrotondando per semplificare), sono circa 16. In Italia ci lamentiamo del fatto che andare al cinema ormai sia un lusso, ma, effettivamente, non ci va poi così male (Bologna, con la promozione “Chi fa d’essai fa per tre“, è abbastanza agevolata). Altro fattore mai trascurabile: la compagnia. Non tutti sono disposti a girare ore in metropolitana per vedersi in inglese un film di cui non hanno mai sentito parlare. Ultimo e non trascurabile fattore: lo sconto. Un 2×1 al multisala in centro è sempre molto gettonato.
Difficile, quindi, rispettare i buoni propositi del vacanziere non convenzionale. Più facile cadere nella trappola di Date Night, ovvero Notte folle a Manhattan (come al solito in Italia i titoli dei film vengono sostituiti con banalità), con due attori comici famosissimi in America per le serie tv che interpretano: Steve Carell (''The Office'') e Tina Fey ("30 Rock").
Nessuno grida al capolavoro, per carità, ma sorprende piacevolmente per il gusto con cui si lascia guardare. Lega perfettamente la vita di coppia all’avventura da agente segreto, rimanendo sempre ben saldo alla centralità del duo (leggere famiglia). Gag divertenti, coppia di attori affiatata e capace di far ridere semplicemente con la mimica facciale e non per forza insultando o offendendo. Interessanti anche gli attori secondari, tutti piuttosto conosciuti: Mark Wahlberg più muscoloso che mai; Taraji P. Henson, nominata all’Oscar 2009 come miglior attrice non protagonista per Il curioso caso di Benjamin Button; James Franco qui in versione tatuata e trasandata; Mark Ruffalo, amico sfigato della coppia.
Dirige Shawn Levy, non certo un visionario, ma sicuramente una mano capace cui affidare una commedia (sue, tra le tante, "Oggi sposi… niente sesso", "Una scatenata dozzina", "Una notte al museo" 1 e 2).
Chi è a Bologna dovrà aspettare il 7 maggio per vedere questa pellicola, ma se, invece, vi trovate a Londra e non sapete che fare, tra lo shopping e il musical a teatro (consiglio 'Mamma mia!'), andate a divertirvi un po’ al cinema! In attesa del Secret Party della Goldmine, ovviamente…
Film 338 - Notte folle a Manhattan
Film 711 - Notte folle a Manhattan
Film 1174 - Notte folle a Manhattan
Consigli: La scena dell'inseguimento con le auto agganciate è strepitosa!
Parola chiave: Tripplehorn.
Ric
Film 111: "Notte folle a Manhattan " (2010) di Shawn Levy
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ale
Pensieri: http://www.goldminefactory.com/blog/notte-folle-a-londra/
E’ necessario liberarsi da preconcetti per leggere quanto seguirà, sia chiaro da subito.
Sebbene le intenzioni fossero delle più nobili (e cool), arrivato a destinazione non ho potuto fare a meno di cedere. E allora ammettiamolo che questa commedia leggere americana ci può anche piacere, nel giusto contesto! E quale sarebbe questo contesto, qualcuno si chiederà? Londra!
Già di per sé, si capisce, il luogo genera perdizione e smarrimento, ostacola la lucidità e confonde anche i più forti. Nel mio caso la mission era scovare il film più figo proiettato dentro e fuori dalla City per riproporne in queste righe un resoconto quanto più dettagliato della sicura magnificenza. Nella realtà, si sono presentati svariati fattori non previsti.
Innanzitutto quanto costa il cinema a Londra? Diciamo mediamente 14 sterline che, in euro (arrotondando per semplificare), sono circa 16. In Italia ci lamentiamo del fatto che andare al cinema ormai sia un lusso, ma, effettivamente, non ci va poi così male (Bologna, con la promozione “Chi fa d’essai fa per tre“, è abbastanza agevolata). Altro fattore mai trascurabile: la compagnia. Non tutti sono disposti a girare ore in metropolitana per vedersi in inglese un film di cui non hanno mai sentito parlare. Ultimo e non trascurabile fattore: lo sconto. Un 2×1 al multisala in centro è sempre molto gettonato.
Difficile, quindi, rispettare i buoni propositi del vacanziere non convenzionale. Più facile cadere nella trappola di Date Night, ovvero Notte folle a Manhattan (come al solito in Italia i titoli dei film vengono sostituiti con banalità), con due attori comici famosissimi in America per le serie tv che interpretano: Steve Carell (''The Office'') e Tina Fey ("30 Rock").
Nessuno grida al capolavoro, per carità, ma sorprende piacevolmente per il gusto con cui si lascia guardare. Lega perfettamente la vita di coppia all’avventura da agente segreto, rimanendo sempre ben saldo alla centralità del duo (leggere famiglia). Gag divertenti, coppia di attori affiatata e capace di far ridere semplicemente con la mimica facciale e non per forza insultando o offendendo. Interessanti anche gli attori secondari, tutti piuttosto conosciuti: Mark Wahlberg più muscoloso che mai; Taraji P. Henson, nominata all’Oscar 2009 come miglior attrice non protagonista per Il curioso caso di Benjamin Button; James Franco qui in versione tatuata e trasandata; Mark Ruffalo, amico sfigato della coppia.
Dirige Shawn Levy, non certo un visionario, ma sicuramente una mano capace cui affidare una commedia (sue, tra le tante, "Oggi sposi… niente sesso", "Una scatenata dozzina", "Una notte al museo" 1 e 2).
Chi è a Bologna dovrà aspettare il 7 maggio per vedere questa pellicola, ma se, invece, vi trovate a Londra e non sapete che fare, tra lo shopping e il musical a teatro (consiglio 'Mamma mia!'), andate a divertirvi un po’ al cinema! In attesa del Secret Party della Goldmine, ovviamente…
Film 338 - Notte folle a Manhattan
Film 711 - Notte folle a Manhattan
Film 1174 - Notte folle a Manhattan
Consigli: La scena dell'inseguimento con le auto agganciate è strepitosa!
Parola chiave: Tripplehorn.
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giovedì 6 maggio 2010
Film 110 - Gli uccelli
Questo film è e sarà per sempre legato ad un evento troppo cool della mia vita: il primo articolo per un blog non mio!
Film 110: "Gli uccelli " (1963) di Alfred Hitchcock
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Gloria, Erika, Gian
Pensieri: Chi l'avrebbe mai detto che sarei riuscito a scrivere prima o poi per un blog non mio? E, invece, la fortuna ha voluto che il 'Goldmine' blog necessitasse di nuovi collaboratori per l'ampliamento dei settori di interesse del sito. Avrei mai potuto lasciarmi sfuggire questa occasione? NO! E, allora, se vi va, beccatevi il mio primissimo articolo, dedicato ad uno dei capolavori più popolari di Hitchcock!
http://www.goldminefactory.com/blog/hitchcock-il-volto-e-la-cosa/
Film 110 - Gli uccelli
Film 2231 - The Birds
Consigli: Ascoltate molto bene, non c'è colonna sonora!
Parola chiave: Bodega Bay.
#HollywoodCiak
Bengi
Film 110: "Gli uccelli " (1963) di Alfred Hitchcock
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Gloria, Erika, Gian
Pensieri: Chi l'avrebbe mai detto che sarei riuscito a scrivere prima o poi per un blog non mio? E, invece, la fortuna ha voluto che il 'Goldmine' blog necessitasse di nuovi collaboratori per l'ampliamento dei settori di interesse del sito. Avrei mai potuto lasciarmi sfuggire questa occasione? NO! E, allora, se vi va, beccatevi il mio primissimo articolo, dedicato ad uno dei capolavori più popolari di Hitchcock!
http://www.goldminefactory.com/blog/hitchcock-il-volto-e-la-cosa/
Film 110 - Gli uccelli
Film 2231 - The Birds
Consigli: Ascoltate molto bene, non c'è colonna sonora!
Parola chiave: Bodega Bay.
#HollywoodCiak
Bengi
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