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martedì 2 luglio 2024

Film 2289 - Girl with a Pearl Earring

Intro: Sono entrato in possesso di un proiettore (la svolta della vita!) e il primo film che ho voluto vedere è stato questo.

Film 2289: "Girl with a Pearl Earring" (2003) di Peter Webber
Visto: dal proiettore
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: forse uno degli esempi di pellicola che meglio si presta a una visione sul grande schermo, "Girl with a Pearl Earring" è un piacere per gli occhi, una visione sontuosa che, neanche a dirlo, trasporta i quadri di Vermeer nel reale (per quanto il cinema possa considerarsi tale) e dona nuova vita alle opere del pittore. Per me un piccolo capolavoro.
Forse l'unico elemento che ancora oggi stona nel complesso è la fotografia, le immagini sono estremamente saturate e a volte il colore non tiene, ma comprendo che l'esigenza di ottenere la somiglianza che le opere del pittore abbia necessariamente dettato lo standard della qualità dell'immagine. In ambienti così angusti e bui come le case dell'Olanda del 1600 non deve essere stato semplice gestire uniformemente luce e colori.
Detto questo, trovo che "Girl with a Pearl Earring" si un prodotto sempre estremamente "seducente", ricolmo di inquadrature che potrebbero essere quadri, costumi magnifici e una generale atmosfera che, nonostante una certa freddezza, riesce comunque a generare empatia per i personaggi che riempono lo schermo. Scarlett Johansson spicca nonostante i pochissimi dialoghi, ma sono Essie Davis e Judy Parfitt a rubare la scena.
Film 220 - La ragazza con l'orecchino di perla
Film 1532 - Girl with a Pearl Earring
Film 2289 - Girl with a Pearl Earring
Cast: Scarlett Johansson, Colin Firth, Tom Wilkinson, Judy Parfitt, Cillian Murphy, Essie Davis, Joanna Scanlan, Alakina Mann, Anna Popplewell.
Box Office: $31.4 milioni
Vale o non vale: La storia è intrigante, ma ci mette un po' a ingranare. Ci vuole un attimo di pazienza, ma per me ne vale la pena. Non un prodotto per tutti, ma innegabilmente un prodotto che ha classe.
Premi: Candidato a 3 premi Oscar per la Miglior fotografia, scenografia e costumi. 10 nomination ai BAFTA - tra cui Miglior attrice protagonista (Scarlett Johansson), attrice non protagonista (Judy Parfitt), musiche, sceneggiatura non originale e costumi - e 2 nomination ai Golden Globe (Miglior attrice drammatica, Johansson, e Miglior colonna sonora). Candidato al David di Donatello per il Miglior Film dell'Unione Europea.
Parola chiave: Orecchino.
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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 20 marzo 2019

Film 1532 - Girl with a Pearl Earring

Intro: Era da un po' di tempo che volevo rivedere questo film, abbiamo colto l'occasione al volo.
Film 1532: "Girl with a Pearl Earring" (2003) di Peter Webber
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: è una pellicola che racconta una sorta di dietro le quinte di uno dei quadri più famosi di sempre, una storia romanzata certamente, ma al contempo interessante ed intrigante tratta dal romanzo di Tracy Chevalier;
pazzesca la somiglianza tra Scarlett Johansson e la ragazza del titolo. Da questo punto di vista sicuramente una scelta di casting azzeccata;
il triangolo amoroso raccontato non è certo particolarmente originale, eppure immerso in questo contesto si connota di un'interessante tinta romantica e melanconica. Tutto sommato "Girl with a Pearl Earring" è un film che funziona.
Film 220 - La ragazza con l'orecchino di perla
Film 1532 - Girl with a Pearl Earring
Film 2289 - Girl with a Pearl Earring
Cast: Colin Firth, Scarlett Johansson, Tom Wilkinson, Judy Parfitt, Cillian Murphy, Essie Davis, Joanna Scanlan, Alakina Mann, Rollo Weeks, Anna Popplewell.
Box Office: $31.4 milioni
Vale o non vale: Credo che questa pellicola viva principalmente di atmosfere, un prodotto in grado di immergere lo spettatore nei quadri che racconta attraverso una fotografia perfetta e un'attenzione maniacale per i dettagli. Il risultato finale racconta una storia passabile, non particolarmente originale, eppure riuscita nel suo intento di narrare la storia di un pittore e la sua musa attraverso un punto di vista immerso in un'immobile vitalità che ricorda quadri ed evoca un passato affascinante. Sicuramente un prodotto esteticamente curato e consapevole che non perde il suo fascino visione dopo visione.
Premi: Candidato a 3 Oscar (fotografia, costumi, scenografia), 2 Golden Globe (attrice protagonista e colonna sonora) e 10 BAFTA tra cui Miglior film britannico, attrice protagonista, attrice non protagonista (Judy Parfitt) e sceneggiatura.
Parola chiave: Quadro.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 22 giugno 2018

Film 1500 - Eternal Sunshine of the Spotless Mind

Intro: Uno dei titoli più assurdi della storia del cinema – in italiano tradotto in maniera criminale – per uno dei film più complessi e poetici. Era una vita che volevo rivedere questo film.
Film 1500: "Eternal Sunshine of the Spotless Mind" (2004) di Michel Gondry
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: sembrerebbe facile riassumere questa pellicola in poche parole, pressappoco così: lui e lei si amano, ma lei si stufa e decide di farsi cancellare la memoria per dimenticarlo; stessa cosa pianifica di fare lui, ma l’amore è troppo forte e la storia si ripete.
Nel mezzo, però, c’è un vero e proprio micromondo, una storia intricata fatta di immagini e suoni e ricordi e traumi e sentimenti e musica. Non è facile spiegare in realtà questo film a chi non l’ha visto, perché più che qualcosa cui siamo abituati, si tratta di un percorso frammentato e apparentemente incoerente, fatto di sensazioni e suggestioni infinite, per un risultato finale potentissimo e bellissimo che vale davvero la pena di vedere (più che di raccontare).
Cast: Jim Carrey, Kate Winslet, Kirsten Dunst, Mark Ruffalo, Elijah Wood, Tom Wilkinson.
Box Office: $72.3 milioni
Vale o non vale: piccolo gioiello di genialità, “Eternal Sunshine of the Spotless Mind” è quasi una poesia fatta a film (grande Gondri) narrata tramite le grandissime performance di Jim Carrey e Kate Winslet.
Premi: Oscar alla sceneggiatura su due candidature totali (l'altra per la Miglior attrice protagonista); 4 candidature ai Golden Globes (Miglior commedia, attore e attrice protagonisti, sceneggiatura); 6 nomination ai BAFTA e due vittorie per sceneggiatura e montaggio.
Parola chiave: Montaulk.

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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 9 giugno 2018

Film 1494 - The Best Exotic Marigold Hotel

Intro: Altro dvd, altro film che avevo già visto ma avevo piacere di guardare di nuovo.
Film 1494: "The Best Exotic Marigold Hotel" (2011) di John Madden
Visto: dalla tv di Tracey
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: dopo la pensione, il lutto, la salute che se ne va, cosa rimane alle persone? E’ questo l’incipit del film, che va a raccontare il percorso di un gruppo di più o meno anziani in viaggio verso la loro nuova (e ultima?) destinazione: l’India. Il confronto fra la madrepatria inglese e la terra asiatica è uno shock culturale cui non tutti sono preparati, fatto che porterà a destabilizzare equilibri oltre che portare a nuove e impensate amicizie e opportunità;
a tirare le fila della storia sono lo stesso hotel e il suo rocambolesco giovane manager, un giovane indiano sognatore (Dev Patel) che spera di poter trasformare la vecchia struttura ereditata dal padre in un ritiro di lusso per la terza età. Il luogo di ritrovo comune è il centro silenzioso del racconto, capace di affascinare e stordire, risultare oppressivo quanto una prigione o invogliare a rapportarsi con le novità locali. Ogni personaggio reagirà agli stimoli in maniera diversa;
esattamente come per la prima volta che lo vidi, “The Best Exotic Marigold Hotel” mi ha lasciato una sensazione di mancanza, seppure questa volta mitigata dal fatto che sapessi già cosa aspettarmi. L’approfondimento dei personaggi è sensato e mai sciocco, molto umano, e anche i toni più leggeri aiutano il risultato finale ad acquisire una certa delicatezza spensierata nonostante l’evidente difficoltà di certi temi. Eppure tutto questo non è bastato nemmeno in questa occasione a lasciarmi soddisfatto di un prodotto da cui onestamente mi aspettavo molto di più.
Film 398 - Marigold Hotel
Film 967 - Ritorno al Marigold Hotel
Film 1494 - The Best Exotic Marigold Hotel
Cast: Judi Dench, Bill Nighy, Penelope Wilton, Dev Patel, Celia Imrie, Ronald Pickup, Tom Wilkinson, Maggie Smith.
Box Office: $136.8 milioni
Vale o non vale: per i temi che tratta e i toni in cui li affronta sicuramente “Marigold Hotel” vale la visione, senza contare che si avvale di un cast magnifico e assolutamente in parte. Il successo della pellicola ha portato anche alla realizzazione di un sequel – qualcosa vorrà dire -, per cui farsi una propria opinione non guasta. Però il film poteva sicuramente avere una marcia in più.
Premi: 2 candidature ai Golden Globes per Miglior film e attrice protagonista (Dench) nella categoria musical o commedia.
Parola chiave: Futuro.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 25 settembre 2015

Film 1001 - Affare fatto

A casa in malattia: film 11. Siamo giunti alla fine!

Film 1001: "Affare fatto" (2015) di Ken Scott
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ultimo titolo della mia collezione "Salvate il malato Bengi", la scelta è ricaduta su una classica commedia stupida, così per arrivare a fine serata senza pensieri.
"Unfinished Business" ha un cast pazzesco che spreca per una serie di banalità anche volgarotte, ma di certo al cosa non mi ha colto alla sprovvista. Mi aspettavo tutto quello che ho visto (perfino il lato B di Dave Franco), per cui niente ha potuto scalfire la mia ultima, tranquilla visione casalinga.
La trama è semplice: Dan, che si dimette dalla sua vecchia compagnia, ne comincia una propria insieme a due matti e, a fatica, nel giro di un anno riescono ad ottenere la loro grande occasione. Credendo di dover solo ottenere la fimra del contratto che consentirebbe loro di svoltare, scopriranno invece che il vecchio capo di Dan è pronto a mettergli i bastoni fra le ruote.
Come si capisce, la storia non ha nulla di originale e anche se le avventure folli che ci sono in mezzo hanno qualche momento divertente, il risultato finale non è così spassoso come sarebbe dovuto essere per giustificare tanta volgarità e banalità. Diciamo che salvo il terzetto improbabile (Vince Vaughn, Dave Franco, Tom Wilkinson) e poco altro. Insomma, niente di che.
Cast: Vince Vaughn, Dave Franco, Tom Wilkinson, Sienna Miller, Nick Frost, James Marsden, June Diane Raphael.
Box Office: $13.6 milioni
Consigli: Boiatona che ha qualche momento divertente e che principalmente si posiziona nell'intrattenimento a cervello spento che mira ad essere successone commerciale grazie a divertimenti fino all'eccesso, politicamente scorretto, sesso e protagonisti improbabili insieme ma che in realtà funzionano. La formula - a livelo di incasso - non ha funzionato, ma non si può dire che sia un titolo peggiore di altri che, invece, sono stati clamorosi successi commerciali. Forse la stella di Vince Vaughn si è spenta, ma non è colpa sua: probabilmente non avrebbe mai dovuto accendersi.
Parola chiave: Viaggio d'affari.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 18 settembre 2015

Film 997 - Jenny's Wedding

A casa in malattia: film 7.

Film 997: "Jenny's Wedding" (2015) di Mary Agnes Donoghue
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Mi ha incuriosito più che altro per la tematica lesbo e per le due protagoniste: Katherine Heigl e Alexis Bledel.
Di fatto la Bledel ha pochissime scene, che per il resto sono tutte dedicate alla famiglia della sua futura sposa di schermo, nello specifico quella della Jenny del titolo. Ecco il più evidente limite di questo film: si parla di un matrimonio tra due ragazze che si amano, ma di fatto la loro relazione non è il fulcro della vicenda. Per capirsi, sono più protagonisti i due genitori che figlia e fidanzata. Male.
In generale parliamo di un prodotto che, come dire, almeno ci prova: la tematica LGBT non dovrebbe mai esaurire le sue cartucce e certo un nuovo titolo riguardo al tema di due donne che decidono di sposarsi fa solo bene alla causa, ma il prodotto in questione non è del tutto riuscito. Come dicevo, le vicende amorose della coppia sono messe in secondo piano rispetto al duo genitoriale (Tom Wilkinson, Linda Emond) che prevale ampiamente. Se avessi voluto vedere un film su come un'anziana coppia di genitori affronta il coming out della figlia, avrei certamente trovato soddisfazione nelle scelte della regista e sceneggiatrice Mary Agnes Donoghue. Invece "Jenny's Wedding", già dal titolo, suggerisce che il matrimonio sia il fulcro di tutta la vicenda e, purtroppo, nel concreto non è così. La scelta narrativa mi ha infastidito, anche perché i toni più che da commedia sono drammatici e il tutto risulta piuttosto pesante, per poi sfociare nell'assurdo con l'orrendo personaggio della sorella di Jenny, Anne (Grace Gummer).
Insomma, mi aspettavo qualcosa di diverso, soprattutto perché il buon cast avrebbe permesso certamente di sperimentare anche strade meno convenzionali o trite, magari optando davvero per scelte coraggiose e tese a valorizzare l'assoluta normalità e naturalezza dell'essere innamorati a prescindere del proprio orientamento. Peccato.
Ps. Cast: Katherine Heigl, Tom Wilkinson, Linda Emond, Alexis Bledel, Grace Gummer, Sam McMurray, Diana Hardcastle.
Box Office: /
Consigli: Risultato finale così così per una pellicola che poteva certamente giocare meglio le sue carte. "Jenny's Wedding" è un prodotto in linea di massima carino, con una bella fotografia, due belle protagoniste (la Heigl anche brava la maggior parte delle volte), un cast da urlo per un film indipendente e un'idea di base stuzzicante e piena di potenziale. Nel concreto manca quella scintilla che lo renda ironico, fresco e - mi spiace dirlo - degno di essere prodotto. Insomma, nel marasma di altri titoli più o meno simili, come fa la storia di Jenny ad emergere? Non può, ecco perché nessuno ha visto questo film. Che si lascia guardare, ma non lasci impressionati.
Parola chiave: Matrimonio.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 10 ottobre 2014

Film 785 - The Exorcism of Emily Rose

Uno tra i migliori horror del recente passato.

Film 785: "The Exorcism of Emily Rose" (2005) di Scott Derrickson
Visto: dal portatile di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Il fascino dell'horror vale sempre anche in vacanza, ancora di più se il film è ben fatto.
Questo "The Exorcism of Emily Rose", che ormai avrò visto 3 o 4 volte è comunque sempre uno spaventoso piacere da guardare, riuscendo ogni volta a portarti a guardare se sono già arrivate le 3 del mattino (l'ora del diavolo!).
Tra suggestioni, visioni e contorsioni ginniche di una Jennifer Carpenter che eredita la decadenza satanica direttamente da Linda Blair de "L'esorcista", questa pellicola conduce attraverso un inusuale meccanismo narrativo (un processo giudiziario) nelle viscere di una tragedia umana e demoniaca (o solo mentale?) che, ricordandosi che è un episodio realmente accaduto, ha dell'inquietante.
Anche se è naturale si protenda per una resa romanzata degli eventi, non si può negare che il solo pensiero una cosa del genere possa accadere ad una persona sia spaventoso, senza contare le numerose domande che una storia come questa inevitabilmente porta alla luce. Una su tutte: ci sarà qualcosa di vero?
Alla fine poco importa crederci o meno, rimane il fatto che la discesa agli inferi della povera Emily Rose è un percorso straziante e pauroso che l'avvocato Erin Bruner/Laura Linney e padre Moore/Tom Wilkinson vivono e fanno vivere, lasciando ognuno di noi alle proprie domande. La produzione di questo film è molto buona, curata e molto ben calibrata tra l'horror e il genere giudiziario. Un esperimento riuscitissimo.
Film 177 -The Exorcism of Emily Rose
Box Office: $144,216,468
Consigli: Per quanto il tema della possessione demoniaca sia oltremodo conosciuto, trattato e sviscerato, l'approccio di questa pellicola è inusuale e funzionale al racconto, bilanciando bene i momenti in aula e il crescendo della tensione man mano che Emily precipita nel baratro. Inquietantissima l'interpretazione della Carpenter, vale davvero la pena di essere vista. Una nuova frontiera dell'horror? Non mi pare si sia più tentato di conciliare l'aula di un tribunale e un esorcismo finito male. A maggior ragione vale la pena vedere questa pellicola, sospesa fra l'intento di documentare e spaventare grazie alla scusa della storia vera (su Wiki per scoprire le differenze tra film e ciò che è accaduto). Se siete suggestionabili o credete in queste cose meglio lasciar perdere, gli altri si buttino.
Parola chiave: Fede.

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Bengi

martedì 9 aprile 2013

Film 528 - Shakespeare in Love

Imprevista visione di una pellicola ormai diventata un classico del suo genere: la trasmettevano in tv e, con Leoo, ci siamo incantati a guardarla. Non tanto per il film in sé (forse), ma più per la stanchezza dell'intera giornata passata a girovagare per Cremona.


Film 528: "Shakespeare in Love" (1998) di John Madden
Visto: dalla tv dell'albergo
Lingua: italiano
Compagnia: Leoo
Pensieri: Non mi è mai stato chiaro perchè "Shakespeare in Love" abbia ottenuto tanto successo. Non è un film orrendo, ma non è nemmeno quel capolavoro che i 7 premi Oscar vinti e le 13 nomination totali sembrerebbero suggerire. Gwyneth Paltrow porta a casa una delle statuette più regalate di sempre, con un ruolo che ho sempre trovato piuttosto insipido, battendo Cate Blanchett e Meryl Streep. Facciamoci qualche domanda.
Il film in generale non si può certamente dire che sia brutto, ma mi sembra ci si sia troppo lanciati in premiazioni ed elogi, quando nella realtà è una pellicola normale, senza infamia e senza lode, che però non può rappresentare l'eccellenza dell'anno 1999 a mio parere.
Ciò detto, trovo sempre pungente e arguta l'interpretazione di Judi Dench nei panni di Elisabetta I (Oscar come non protagonista) e divertente Imelda Staunton nel ruolo della balia premurosa e pacioccona. Fastidiosa, invece, la voce del doppiatore italiano di Shakespeare/Joseph Fiennes che riesce sempre a rovinarmi i film in cui la trovo.
Di contorno, una serie di volti molto noti del cinema americano e non: Colin Firth, Ben Affleck, Rupert Everett, Tom Wilkinson e il sempre bravo Geoffrey Rush (ma il suo personaggio non mi piace).
In generale, quindi, mi rendo perfettamente conto che questo "Shakespeare in Love" non ha nulla di male che non sia il non essere meritevole (ai miei occhi) di tutti gli elogi ricevuti. Ma, a parte questo giudizio personale, sono conscio del fatto che è un film carino, con dei bei costumi e delle belle scenografie, capace di portare lo spettatore in un'epoca affascinante che ha coinvolto l'Inghilterra.
Ps. $289,317,794 di incasso mondiale e il successo planetario per la Paltrow.
Film 280 - Shakespeare in Love

Consigli: Carino e piacevole da guardare, ma non è un capolavoro. Rimane un piacevole modo per passare la serata in compagnia, oltre che per cercare di capire come Gwyneth sia riuscita a portarsi a casa l'Oscar come Miglior attrice protagonista a soli 27 anni.
Parola chiave: Mele renette.



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Bengi

lunedì 30 luglio 2012

Film 431 - Batman Begins

Serata Uomo Pipistrello...


Film 431: "Batman Begins" (2005) di Christopher Nolan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Piuttosto motivato dal prossimo arrivo al cinema del capitolo conclusivo della trilogia di Nolan - che ultimamente non sbaglia un colpo - mi è venuta voglia di rispolverare i due dvd comprai anni or sono per vedere quale fosse effettivamente il mio giudizio a riguardo. Avendoli visti entrambi una sola volta al cinema, non avevo un'idea ben definita.
Il mio giudizio rimane diviso a metà: è una bella saga, ma non una di quelle che guarderei a ripetizione. Da 'una volta ogni tanto', diciamo.
Come sempre i film del regista londinese (oggi il suo compleanno) sono strutturati a strati, partono da lontanissimo per spiegare in maniera piuttosto definita e puntuale gli avvenimenti presenti della storia. Se, da una parte, il rischio è di avere sempre prodotti piuttosto lunghi, dall'altra il risultato è evidentemente molto chiaro. Anche qui, mixando tecniche orientali, arriviamo a capire come e perchè Bruce Wayne/Christian Bale diventa Batman partendo dalle sue origini e ripercorrendo gran parte della sua esistenza attraverso i passaggi chiave (morte dei genitori, paura dei pipistrelli, prigionia in Bhutan e training presso la Lega Delle Ombre). Personalmente ho trovato questo background di Batman un po' strano, ma del resto da qualche parte doveva pur aver imparato a combattere...
Il talento di Nolan, comunque, riesce a riportare la saga dell'Uomo Pipistrello ai suoi fasti originali dei due "Batman" burtoniani, ricreando un'atmosfera cupa e di violento decadimento sociale. Gotham è alla deriva, i criminali e la corruzione segnano il quotidiano della città e nessuno si aspetta che la situazione possa cambiare. L'eroe che arriva e salva la situazione, però, non è l'epilogo finale che ci si potrebbe aspettare.
Troppo astuto per segnare nettamente una divisione tra buoni e cattivi, Nolan - che è anche sceneggiatore insieme a David S. Goyer - confonde le acque e fa di Bruce Wayne un eroe moderno segnato da dubbi e incertezze, mosso da ira e necessità di vendetta capace, però, di grandi sacrifici per la sua città: diventerà simbolo della lotta al crimine, ma da bandito lui stesso.
Un po' come per l'Uomo Ragno che viene additato come criminale, anche Batman sarà costretto ad indossare parallelamente spoglie buone e cattive - ancora di più nel secondo capitolo - sacrificandosi per il bene comune e finendo per diventare capro espiatorio. E' una lunga costruzione di questo filo silenzioso della storia, che Nolan tesse scrupolosamente da questo primo "Batman Begins" per arrivare al tanto atteso finale (da noi il 29 agosto) di "Il cavaliere oscuro - Il ritorno" e tutto, nel complesso, sembra funzionare alla perfezione.
In sostanza è un ottimo prodotto, cupo e schietto, scritto con consapevolezza e intelligenza, con buoni effetti speciali e una potente colonna sonora. Sempre di più Nolan visionario.
Ps. Tra i tanti volti conosciuti moltissimi hanno poi o avevano già partecipato a film del regista: lo stesso Bale, Michael Caine, Cillian Murphy, Ken Watanabe. Altri noti comprimari sono Liam Neeson, Gary Oldman, Morgan Freeman, Tom Wilkinson e Katie Holmes.
Consigli: Con $372,710,015 Batman torna alla grande sullo schermo con un prodotto ben realizzato e carico di adrenalina. La trama è ben scritta e il film recitato al meglio (ci sono 3 premi Oscar tra gli attori), il tutto per un supereroe che torna di prepotenza ad essere uno dei più riusciti della storia del cinema.
Parola chiave: Acqua.

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Ric

lunedì 30 aprile 2012

Film 398 - Marigold Hotel

Pellicola che attendevo da un po' visto il cast e il trailer decisamente convincente.

Film 398: "Marigold Hotel" (2011) di John Madden
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Licia, Andrea Puffo, Marco
Pensieri: Comincio col dire che fare un film sulla terza età, per di più incentrandolo su una 'casa di riposo' - anche se particolare -, senza cadere nella retorica o, peggio, nella noia è già una vittoria più che lodevole. Divertente e ricco di speranza, nonché un occhio privilegiato sulle bellezze indiane, "The Best Exotic Marigold Hotel" riesce nel suo intento di divertire nonostante il gruppo attoriale conti persone ben oltre i 70.
Non sempre vecchio è uguale a triste, India a straccioni o giovani a perditempo. Vero, meno male che ce lo hanno ricordato. Ci si poteva, però, sforzare un pelino di più a rendere il tutto meno banale o prevedibile. Anche se la mia opinione su questo film rimane positiva, non posso fare a meno di portare alla luce una questione: basta un grande cast, qualche battuta divertente e un buon ritmo a saziare l'appetito di chi guarda? Io, uscito dalla sala, non ero totalmente soddisfatto. Sì, il tutto è carino e piacevole, passa il tempo che è una meraviglia e la rivincita degli anziani mette tutti d'accordo e di buon umore. Però non valeva la pena di rendere tutto più unico, originale?
A mio avviso uno dei primi problemi è che ci sono troppi personaggi. Ok che ci devono essere le spalle dei protagonisti, ma c'era davvero bisogno del gay Graham/Tom Wilkinson, della cronica insoddisfatta Jean/Penelope Wilton o del ninfomane Norman/Ronald Pickup? Con un numero minore di storie da seguire ci si sarebbe potuti dedicare con più attenzione alla resa dei personaggi, soprattutto quelli di contorno, evitando una bidimensionalità caratteriale facilmente descrivibile con un unico aggettivo.
Altrettanto scontata la parallela vicenda indiana dei due ragazzi che si amano, nonostante le famiglie non approvino (Sonny/Dev Patel è squattrinato, lei è vista dalla madre di lui come una poco di buono). Un po' come in "Romeo e Giulietta" - che riconduce il regista John Madden al suo più grande successo "Shakespeare in Love" - o "West Side Story" o una qualsiasi pellicola sul giovane amore ostacolato dai familiari, "Marigold Hotel" cede il passo alla banalità e perde l'occasione di rendere propria una storia che, di base, ha ottimi presupposti di originalità (quanti giovani sognano di aprire un ricovero per anziani? Cosa spinge Sonny, per esempio, a volersi dedicare a tale impegno? Bontà? Compassione? Denaro?).
Altro aspetto fastidioso l'utilizzo di certi luoghi comuni un attimo collaudati in certi snodi del film. E la vedova che cerca il riscatto di sé stessa attraverso il viaggio; e il marito zerbino che vede con occhi 'puri' la magnificenza dell'India; e la vecchia razzista che si ricrede strada facendo... Insomma, magari trovare altre storie da raccontare poteva giocare a favore dell'insieme.
Detto ciò io consiglio comunque id vederlo. Innanzitutto accende una speranza sul futuro. O potrebbe far suonare qualche campanello a chi ha poche idee per i tempi a venire. La vita non finisce a 70 anni (o prima...), ci si può sempre rimboccare le maniche e tentare di mettere in discussione sé stessi in vista di un appagamento personale che trasformerà l'esistenza in qualcosa che vale ancora la pena di affrontare. E' un messaggio di speranza, ma soprattutto può essere un'idea, un punto di partenza per confrontarsi sulla propria idea di futuro, ognuno per sé.
Poi un magnifico cast partecipa a questa avventura. In testa a tutti Judi Dench ("Diario di uno scandalo", "Nine", "Jane Eyre", "Marilyn", "J. Edgar", Oscar per "Shakespeare in Love"), ancora capace di rendersi protagonista di un'intera storia. Bill Nighy ("Harry Potter e i doni della morte: Parte 1", "Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo", "Hot Fuzz" e vincitore del Golden Globe per la miniserie tv "Gideon's Daughter"), Maggie Smith (vista in tutti gli "Harry Potter", "La famiglia omicidi", "Gosford Park" e vincitrice di 2 premi Oscar per "La strana voglia di Jean" e "California Suite"), Tom Wilkinson (due nomination all'Oscar per "Michael Clayton" e "In the Bedroom"), Dev Patel ("The Millionaire", "L'ultimo dominatore dell'aria") e Penelope Wilton ("Orgoglio e pregiudizio", "Match Point"). Un gruppo di attori piuttosto noti e di un certo livello che aiuta decisamente a dare valore al risultato finale del film.
Ancora, particolare e azzeccata la scelta dell'India come location dove ambientare la storia. Di ottimo contrasto tra il grigiore inglese e l'omologazione delle strutture, con l'impolverato e sgangherato hotel Marigold si finisce per desiderare di avere una camera solo per potersi sentire liberi di girare per vicoli e mercati e conquistare un'atmosfera che da noi è impossibile pensare di trovare. E' esotico e ricco di fascino.
Insomma, la mia opinione è positiva, anche se rimango con qualche riserva. Ricordo perfettamente che la mia sensazione, uscito dal cinema, fosse di non totale soddisfazione. Mi aspettavo qualcosa di più approfondito, probabilmente, un viaggio alla scoperta di sé stessi e di un mondo ignoto che passasse per avventure ed emozioni da commedia in stile british. Ci siamo quasi, ma non ci siamo del tutto.
Film 398 - Marigold Hotel
Film 967 - Ritorno al Marigold Hotel
Film 1494 - The Best Exotic Marigold Hotel
Consigli: Nel complesso ci sono certamente delle problematiche, ma non posso dire che non lo rivedrei. Ha un suo perchè divertente, oltre che un messaggio positivo. Naturalmente il fiore all'occhiello è composto dal gruppo di attori. Se si è capaci di sorvolare sul messaggio scontatamente buonista, allora può regalare dei momenti davvero piacevoli.
Parola chiave: "Se non dovesse andare tutto bene, vuol dire che non è ancora la fine".

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Ric

sabato 29 ottobre 2011

Film 316 - L'uomo nell'ombra

Nuovo dvd - acquisto milanese - che casualmente porta ad un Polanski dopo Polanski.


Film 316: "L'uomo nell'ombra" (2010) di Roman Polanski
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Diego, Andrea, Andrea Puffo, Gianpaolo
Pensieri: "The Ghost Writer " è un film di gran classe diretta in sordina da Polanski che sa, però, tenere con fermezza le redini della narrazione. Compatto, ben recitato e intrigante, misterioso per l'atmosfera cupa e l'isolamento che segnano la quotidianità di Ewan McGregor non appena diventa a tutti gli effetti il ghostwriter per la biografia del politico Adam Lang/Pierce Brosnan.
Appassionante fino all'ultimo secondo - ricordate di non abbassare mai la guardi! - conduce lo spettatore sempre più vorticosamente nel mistero che lega i vari personaggi della storia uno ad uno grazie al manoscritto blindadissimo dell'ex Primo Ministro Britannico Lang.
Un libro che scotta, un omicidio come prologo, un'isoletta sperduta e una serie di personaggi ognuno con qualcosa da raccontare. Bella storia, ottimo cast (oltre ai già citati anche Kim Cattrall, Olivia Williams, Tom Wilkinson, James Belushi, Timothy Hutton) e grande atmosfera. Bello.
Film 113 - L'uomo nell'ombra
Consigli: Grande regia e bel film, solido e ben scritto, da vedere.
Parola chiave: Autobiografia.

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Ric

giovedì 25 agosto 2011

Film 291 - The Conspirator

Quando sono entrato in sala non sapevo nemmeno di chi fosse la regia...


Film 291: "The Conspirator" (2010) di Robert Redford
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Michele
Pensieri: Pellicola stranamente ignorata dal grande pubblico nonostante i numerosi richiami (regia di Robert Redford, attori famosi, tematica americana piuttosto sentita), rimane per me una delle sorprese piacevoli del 2011.
Ben girato e ottimamente interpretato, è uno di quei film storici delicati, piacevoli da guardare e interessanti. La storia stessa lo è già di per sé e si può riassumere nella domanda: chi ha ucciso il presidente (americano) Lincoln?
La trama sviluppa la questione seguendo attentamente il filo reale della storia, in particolare gli eventi che coinvolgono Mary Surratt/Robin Wright, prima donna a venire condannata a morte negli Stati Uniti. Gli indizi contro di lei non sono così schiaccianti e, anzi, l'impressione che ne ricava il suo avvocato Frederick Aiken/James McAvoy (e il pubblico stesso) e che si sia più che altro alla ricerca di un capro espiatorio.
Il risultato della sentenza - già inevitabilmente conosciuto - arriva comunque come un pugno allo stomaco nel momento esatto in cui una speranza pareva poterci essere.
Tensione, quindi, il ritmo regge bene e accompagna costante il film; gli attori - tutti decisamente famosi:oltre ai già citati, Kevin Kline, Tom Wilkinson, Evan Rachel Wood, Justin Long ("Palle al balzo - Dodgeball", "Die hard - Vivere o morire"), Alexis Bledel ("Una mamma per amica"), Jonathan Groff ("Glee"), Johnny Simmons ("Scott Pilgrim vs. the World", "Il corpo di Jennifer") e Danny Huston ("The Aviator", "X-Men le origini - Wolverine") - regalano buonissime performance; la ricostruzione scenica è meticolosa, bella la fotografia e pulita la regia.
L'impressione che rimane è quella di aver visto quasi un film intimista, garbato (per via dei toni pacati della Wright, qui davvero bravissima!) e mai gridato, narrato con consapevolezza e capacità. Bello e forte, non banale e sorprendente per quanto appassioni. Lo rivedrei anche subito.
Consigli: Dimenticate di sapere già come andrà a finire, lasciate cha sia la narrazione a condurvi e non rimarrete delusi!
Parola chiave: Attentato.

Trailer

Ric

giovedì 17 febbraio 2011

Film 220 - La ragazza con l'orecchino di perla

Un film di cui avevo comprato il dvd anni fa e che non ero ancora riuscito a rivedere. Finalmente c'è stata l'occasione giusta.


Film 220: "La ragazza con l'orecchino di perla" (2003) di Peter Webber
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Massimo
Pensieri: Nel 2004 questa pellicola mi era piaciuta moltissimo. All'epoca ero ancora assuefatto dalla novità Scarlett Johansson, sopraffatto, in questo caso, dalla sorprendente somiglianza col soggetto del quadro di Vermeer.
Rivisto quasi 10 anni dopo, questo film rimane effettivamente valido sotto molteplici aspetti. Innanzitutto la fotografia è pazzesca. Sembra sciocco dire che l'ambientazione è 'da quadro', ma oggettivamente l'impressione è quella di un'opera d'arte in movimento. Grande merito, dunque, a Eduardo Serra che, con tanta maestria, ha saputo riproporre le atmosfere di un'epoca attraverso i dipinti di chi l'ha vissuta. La sfida non era così semplice.
Bravi anche gli attori, in particolare l'oggi più che mai osannato Colin Firth (una sicurezza) e le due non protagoniste Essie Davis/Catharina Bolnes Vermeer e Judy Parfitt/Maria Thins, piuttosto efficaci nei loro ruoli (rispettivamente figlia e madre).
La storia, poi, tratta dal romanzo di Tracy Chevalier, presenta spunti interessanti e conduce delicatamente alla genesi di quella che sarà l'opera forse più famosa dell'artista olandese.
Purtroppo, dalla parte delle cose che non mi sono troppo piaciute di questa seconda visione, devo metterci la stessa Johansson che avevo tanto apprezzato anni fa. Non solo in tutto il film ha meno battute di una qualsiasi comparsa, ma l'espressività che richiede un ruolo pressoché muto, non è abilità di tutti. Non dico sia pessima, ma solo che, a forza di ansimare ogni volta che si imbatte anche solo nella sua stessa ombra, da l'impressione che stia recitanto più che altro in un film porno. Sarà che la sua sovraesposizione mediatica mi ha reso più severo nei suoi confronti, di fatto sono diventato più intollerante, anche considerando il fatto che, da allora, i suoi film apprezzabili sono solamente tre ("Match Point", "The Prestige", e "Vicky Cristina Barcelona").
Tornando al quadro generale, comunque, direi che "La ragazza con l'orecchino di perla" è un bel film, un'opera ben riuscita soprattutto per le atmosfere che propone e la sottesa tensione sentimentale che rende molto bene. Pur avendo un certo appeal commerciale non lo si può certo considerare un film 'per le masse'. Non a caso l'incasso non è stato generoso ($11,634,362 in America, €2,102,168 in Italia), e, effettivamente, il ritmo di questa pellicola è molto più vicino alla produzione di un quadro ai tempi di Vermeer piuttosto che alle pellicole cui siamo abituati di questi tempi. Vale comunque la pena di tentare quantomeno la visione.
Ps. 3 nomination agli Oscar 2004: miglior fotografia, scenegrafia e costumi;
Pps. la ragazzina che interpreta Maertge, una dei numerosi figli (14) che il pittore ebbe dalla moglie, è l'attrice Anna Popplewell, famosa per la serie di film "Le cronache di Narnia".
Film 220 - La ragazza con l'orecchino di perla
Film 1532 - Girl with a Pearl Earring
Film 2289 - Girl with a Pearl Earring
Consigli: Può quasi essere un film di coppia, romantico. Luci spente, divano e coperta potrebbero rendere la visione più intrigante. Di sicuro è un film da evitare di vedere in gruppo come fulcro della serata.
Parola chiave: Dipinto.



#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 8 novembre 2010

Film 177 -The Exorcism of Emily Rose

Non sempre l'horror ha bisogno di far scorrere del sangue per terrorizzare. Questo film ce lo insegna benissimo...


Film 177: "The Exorcism of Emily Rose" (2005) di Scott Derrickson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Schiacciati sul mio divano in camera nella tarda notte di Halloween, io e Marco ci guardavamo un bell'horror tutto contorsioni e diavolo. Le 3 della mattina, orario preferito dal maligno in barba alla Trinità cristiana, sono sinonimo di grandi avvitamenti per la povera Emily Rose/Jennifer Carpenter (oggi signora "Dexter" sia per fiction che nella realtà). Non le viene risparmiato niente, dalla possessione al dolore fisico e nessuno sa bene come aiutarla. Ci prova padre Moore/Tom Wilkinson ("Michael Clayton", "RocknRolla") e, per questo, viene accusato di omicidio della ragazza. Già, perchè Emily alla fine muore. Incaricata di difendere l'uomo di chiesa è una che nella religione non crede: l'avvocato Erin Bruner/Laura Linney ("The Truman Show ", "Mystic River", "La famiglia Savage").
Dal processo partiranno una serie di ricostruzioni molto dettagliate delle vicissitudini della povera ragazza martirizzata da un'esperienza che lascia traumatizzata la giuria, figuriamoci noi che vediamo nel dettaglio. Agghiaccianti le contorsioni che subisce la poveretta, qualcosa di più raccapricciante, forse, addirittura della bambina gira-testa de "L'esorcista".
Nel complesso è un'intrigante ricostruzione, ben concepita e resa più viva dalla suspance del processo in aula, di un fatto di cronaca che parrebbe essere vero. Fosse così, sarebbe meglio non trovarsi mai soli alle 3 del mattino... Vedere per credere!
Consigli: Evitate di guardare il film a notte fonda, specialmente intorno allo sfortunato orario delle 3 in punto. Se poi siete temerai, non dite che non vi avevo avvertito!
Parola chiave: Epilessia.




Ric

venerdì 21 maggio 2010

Film 113 - L'uomo nell'ombra

Finalmente di nuovo al cinema dopo tanto tempo - tralasciando la parentesi inglese - a vedere un film di un grandissimo autore dei nostri tempi!


Film 113: "L'uomo nell'ombra" (2010) di Roman Polanski
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano
Pensieri: Di questo film non riesco a ricordare il titolo italiano. Sarà che anche questa volta ci troviamo di fronte a un caso di banalità imbarazzante - tanto che io avrei lasciato il titolo originale ("The Ghost Writer") che rendeva perfettamente lo stesso - che, al solito, penalizza la prima impressione che lo spettatore può farsi della pellicola (la locandina come specchio dell'anima di un film: sarà per questo che i film italiani mi attirano così poco?).
Comunque, a parte la problematica del titolo, questa nuova fatica di Polanski (suoi film visti: "La nona porta", "Chinatown" e "Rosemary's Baby") mi è decisamente piaciuta. E (indovinate?) a cosa mi ha fatto ripensare? A un bellissimo film visto di recente, claustrofobico e teso come questo, di un altro autore stra-acclamato: "Shutter Island" di Scorsese.
Come in quest'ultimo si ha l'impressione di non aver via di scampo, un'uscita secondaria da cui fuggire, così qui, isolati dalla civiltà, prigionieri di un'isola che non lascia scampo (e inghiotte le sue vittime), siamo costretti a sottostare alle ferree regole imposte dall'ex primo ministro Pierce Brosnan/Adam Lang/un-poì-anche-Tony-Blair che vuole scrivere la sua biografia e necessita, appunto, di un 'ghost writer', autore-fantasma che scriva per lui la storia della sua vita.
Il lavoro, già cominciato da un precedente scrittore (presunto) suicida, deve essere concluso da un sostituto, lavoro per cui viene assunto Ewan McGregor, ritenuto capace di resuscitare un libro potenzialmente esplosivo, ma decisamente da sfoltire.
Ovviamente non mancheranno stranezze, misteri, problemi (la gabbia non piace a nessuno) e svariate complicazioni che porteranno a un epilogo decisamente non scontato.
Insomma, man mano che la storia procede, l'intreccio coinvolge lo spettatore che si ritrova a chiedersi come potrà mai risolversi un casino tanto ben costruito. Se l'idea (ottimamente realizzata) non risulterà delle più innovative, sorprenderanno, di più forse proprio per quest'ultimo motivo, i colpi di scena finali che trascinano, per forza di cose, il film in una dimensione quasi più da thriller d'azione.
Interessante, ben realizzato, sicuramente un buon intrattenimento, perfetto per ricordarci che Polanski, nonostante le vicende giudiziarie che lo coinvolgono, è un regista di qualità, certamente da ricordare più per le sue opere che per il resto.
Buono anche il cast che, oltre ai già citati (ma Brosnan ha una faccia da sberle fastidiosissima), vede il sempre bravissimo Tom Wilkinson, garanzia per il cinema di qualunque genere, Olivia Williams, qui moglie dell'ex 'prime minister', ambigua e misteriosa figura che sembra relegata in secondo piano, ma in realtà dimostrerà lati nascosti; infine e, ammettiamolo, un po' a sorpresa, la Kim Cattrall di "Sex and the City" (ricordiamo l'appuntamento a brevissimo, il 28 maggio, con il secondo capitolo), qui meno glam e tirata, ma comunque impressionantemente in forma, recita finalmente senza botox e cazzi attorno e si presenta unicamente come attrice capace e adatta al ruolo.
Un insieme equilibrato di elementi che fanno davvero apprezzare il film e la sua storia. Sicuramente da vedere, anche per il premio alla regia di Polanski all'ultimo Festival del cinema di Berlino.
Consigli: Rimanere concentrati durante la visione, non perdere i dettagli e lasciare che la narrazione metta insieme i pezzi. Chi è davvero sé stesso?
Parola chiave: Penna USB.




Ric