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lunedì 15 maggio 2023

Film 2186 - The Pope's Exorcist

Intro: Visto addirittura in anteprima su invito del mio amico Paul a recuperarlo assieme al cinema. E anche se non mi immaginavo certo che sarebbe stato un capolavoro... diciamo che l'anteprima me la potevo risparmiare.

Film 2186: "The Pope's Exorcist" (2023) di Julius Avery
Visto: al cinema
Lingua: inglese, italiano
Compagnia: Paul
In sintesi: "The Pope's Exorcist" è una boiata pazzesca che, però, nel finale vira inaspettatamente in una sorta di thriller soprannaturale a tinte fantascientifiche che, per quanto non elevi lo status di boiata, sicuramente coglie inaspettati. Ma andiamo con calma.
Innanzitutto, si capisce fin dal primo minuto che a Russell Crowe di sto film non gliene può fregar di meno (e giustamente). La trama non ha senso, i "trucchetti" horror sono da B-movie e tutta la questione dell'esorcismo/esorcista serve solo ad irretire potenziali spettatori. Detto cioò, e tornando a Crowe, dico solo che ho dovuto leggere i sottotitoli in inglese quando il suo personaggio - basato su Gabriele Amorth, realmente esistito - parla in italiano. Non si capisce una mazza. Per carità, sforzo encomiabile e apprezzo la buona volontà, ma per qualche motivo la produzione ha deciso che avesse assolutamente senso realizzare un buon 30% di questa pellicola (principalmente ambientata in Spagna) in italiano e il risultato è terribile. Per dire, Franco Nero parla un inglese 100 meglio dell'"italiano" di Crowe.
Poi, la storia. Il problema vero è questa storia non ha niente di nuovo da raccontare. Ci sono tutti i cliché del genere e per di più sbandierati senza alcun ritegno come se questa storia se li fosse appena inventati di sana pianta. Non che mi aspettassi originalità, ma almeno un vago tentativo di vendere un po' meglio la storia... Una volta che abbiamo passato le varie profanità del bambino posseduto, le occhiaie, le visioni, i crocifissi al contrario, le spruzzate di acqua santa, il latino come lingua salvifica (anche quella parlata allo stesso livello dell'italiano) e il demone che deve rivelare il suo nome per essere sconfito, di fatto la sceneggiatura prende una piega inaspettata, rilanciando una seconda parte di storia che - senza vole rivelare troppo - include l'Inquisizione spagnola e un gigantesco insabbiamento della Chiesa.
Insomma, per quanto questo "The Pope's Exorcist" sia di una banalità pazzesca, sicuramente sono rimasto colpito da un secondo tempo più originale, certamente preambolo di un eventuale sequel nel caso questo primo film avesse fatto faville (sequel che poi è stato confermato). Quello che più ho apprezzato è stato il piglio più thriller che prende la storia, resuscitando un vago interesse nello spettatore e promettendo nuove avventure per il nostro Russell Crowe in versione clero (lontani i tempi de "Il gladiatore" cari miei...).
Ps. In termini di location, ho trovato questo film molto confuso. Le scene in Vaticano non sembrano girate in loco (la chiesa dove si trova il Papa tutte le volte che è in una scena mi è sembrata alquanto modesta), mentre in vari punti della storia cercando di far passare per biblioteca vaticana quella che palesemente è la biblioteca del Trinity College di Dublino dove si trova il famoso Book of Kells.
Cast: Russell Crowe, Daniel Zovatto, Alex Essoe, Laurel Marsden, Peter DeSouza-Feighoney, Franco Nero.
Box Office: $70.2 milioni
Vale o non vale: Non esattamente un horror, né totalmente un film sugli esorcismi, "The Pope's Exorcist" è un prodotto dalle tante anime, nessuna delle quali particolarmente riuscita. Il casting è tremendo - salvo solo Franco Nero e il mood menefreghista di Russell Crowe che conferisce al suo personaggio una certa spavalderia (volontaria o involontaria) - e la storia non particolarmente ispirata, eppure nel finale il film un po' si salva. C'è di meglio, ma bisogna anche dire che ultimamente ho visto molto di peggio.
Premi: /
Parola chiave: Inquisizione spagnola.
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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 8 luglio 2019

Film 1624 - Don't Breathe

Intro: Ricordavo che mi era un sacco piaciuto e non vedevo l'ora di rivederlo.
Film 1624: "Don't Breathe" (2016) di Fede Alvarez
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: in un mix di atmosfere horror e thriller, "Don't Breathe" - in italiano insensatamente "Man in the dark" - riesce bene nel suo intento di spaventare lo spettatore grazie ad una perfetta costruzione della suspense, soprattutto nella parte iniziale. Le motivazioni alla base del folle piano di Norman (Lang) fanno un po' ridere, ma l'assurdità della cosa non compromette il buon risultato finale. Il film funziona bene.
Film 1222 - Man in the dark
Film 1624 - Don't Breathe
Cast: Jane Levy, Dylan Minnette, Daniel Zovatto, Stephen Lang.
Box Office: $157.1 milioni
Vale o non vale: Buon ritmo, spaventi a sufficienza e un protagonista cieco di una tenacia e incazzatura incredibili, il tutto per una pellicola che, nel suo genere, ha molto da raccontare. Non c'è niente di soprannaturale - semmai surreale -, eppure pensare di essere uno dei protagonisti fa paura. E non poco.
Premi: /
Parola chiave: Soldi.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 6 ottobre 2016

Film 1222 - Man in the dark

Ero veramente curioso di vedere questo film, estremamente motivato dal fatto che si è trattato di un clamoroso successo in America sia di pubblico (2 settimane all'apice del box-office) che di critica.

Film 1222: "Man in the dark" (2016) di Fede Alvarez
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Andre, Poe
Pensieri: Già che il titolo lo lasci in inglese, tanto vale confermare quello originale, soprattutto perché "Don't Breathe" non era poi così difficile da comprendere. Non più di "Man in the dark", comunque.
Dato che alle pazze titolazioni italiane siamo ampiamente abituati, inutile insistere su un aspetto in fin dei conti relativamente rilevante. La realtà è che, titolo o non titolo, questo film è davvero un ottimo prodotto di paura. Suspense e paura, per la precisione. Costruito magistralmente su un crescendo di tensione e claustrofobia, "Man in the dark" è un prodotto in grado di suscitare le giuste reazioni nel pubblico, producendo esattamente ciò che ci si aspetta da questo tipo di pellicola: ansia e salti sulla sedia. La tensione comincia quasi subito, dal momento in cui i tre ladruncoli protagonisti si introduco in casa del veterano cieco e tentano di portargli via i 300.000$ che credono essere in suo possesso da qualche parte nella casa. Il piano si rivela fin da subito fallimentare, in quanto l'uomo non tarderà a dimostrarsi ben più che preparato a ricevere i giovani "visitatori" che credono di riuscire a sopraffare il proprietario di casa tramite i soliti trucchetti che mettono in pratica. Inutile dire quanto degeneri in fretta la situazione.
Al di là dell'ottimo lavoro narrativo che riesce a mettere insieme, nel tempo, tutti gli elementi giusti che assommati contribuiscono a determinare l'atmosfera horror misto thriller, il film di Alvarez ha anche il pregio di non esaurirsi nella sua trama principale o comunque nell'unico scopo di spaventare chi guarda. Così non sarà la reazione inaspettatamente violente la sola sorpresa dell'uomo invalido...
Dunque un prodotto commerciale ben confezionato e pensato con attenzione per ricalcare gli snodi conosciuti del genere, pur con l'attenzione di proporli in modo originale e funzionale al racconto (e non viceversa). C'è qualche incongruenza*, ma nel complesso un ottimo e godibilissimo risultato finale.
*Il fatto che la mancanza di un senso acuisca gli altri è una caratteristica che qui si sfrutta a intermittenza e, se analizzata nel concreto, concorre a indebolire leggermente la storia. Nel senso che, dal momento che l'uomo cieco non "fiuta" all'inizio l'odore dei ragazzi affianco a lui, fa poi un po' ridere che si accorga della loro presenza nella casa per il semplice odore delle scarpe presenti in una stanza...
Film 1222 - Man in the dark
Film 1624 - Don't Breathe
Cast: Jane Levy, Dylan Minnette, Daniel Zovatto, Stephen Lang.
Box Office: $129.3 milioni
Consigli: Spaventoso e splatter quanto basta, sufficientemente violento e inquietante, classico esempio di storia da cui è meglio lasciarsi guidare che tentare di decodificarla dall'inzio alla fine. Sia perché si tratta di un racconto costruito su un crescendo di ansia, paura, disorientamento e claustrofobia, sia perché non sono pochi gli assi nella manica che la narrazione saprà sfoderare (alcuni un po' involontariamente ridicoli, ma ci si può passare sopra). Nel complesso non un film per tutti, ma per chi apprezza una piacevolissima sorpresa.
Parola chiave: Cassaforte.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 19 giugno 2015

Film 942 - It Follows

Ho scoperto l'esistenza di questo film per caso su Instagram e ne sono rimasto da subito incuriosito. Così ho cercato in internet per recuperarlo il prima possibile.

Film 942: "It Follows" (2014) di David Robert Mitchell
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Piacevolmente inquietante pellicola che, a sorpresa, si rivela piccolo gioiellino nel suo genere. Un po' horror, un po' mistero, "It Follows" racconta la storia di Jay (Maika Monroe) che, dopo aver fatto sesso con Hugh (Jake Weary), scopre di essere stata "infettata" da una sorta di maledizione: un'entità che può assumere l'aspetto di qualunque persona la seguirà ovunque con l'intento di ucciderla. Segue (da qui il titolo), non corre, ma non preoccupatevi che arriva.
Da qui la necessità di Jay di capire di cosa si tratti, quanto seria sia la cosa e, soprattutto, come se ne possa liberare. Le strade sono due: o segue il consiglio di Hugh e, tramite il sesso, la passa a qualcun'altro (col rischio che, quando l'ipotetico qualcun'altro muoia a causa dell'entità, quest'ultima torni a trovare Jay) o cerca di escogitare un modo per uccidere l'entità.
La trama, che certo non è niente di complicato, riesce però a creare le giuste suggestioni, a smuovere certe inquietanti paure. L'entità è mortale, come una malattia sessualmente trasmissibile diversa solo perché non è un virus, ma quasi più un alieno. In questo il film di David Robert Mitchell mi ha ricordato "Under the Skin".
In generale, comunque, la storia è riuscita ad interessarmi, procurando perfino qualche momento di sussulto. L'atmosfera che riesce a creare, il buio avvolgente, le strade vuote, il profilo sfocato di qualcuno in lontananza che sta arrivando... Insomma, se chi guarda è disposto a lasciarsi coinvolgere, "It Follows" può regalare una piacevole esperienza cinematografica.
Maika Monroe è un'ottima scelta, giovanissima - e francamente sconosciuta - eppure in grado di reggere sulle proprie spalle tutta la storia, lasciando chi guarda a chiedersi chi sia la brava protagonista. Anche lei è una picevole, collaterale sorpresa di questa produzione presentata a Cannes durante la settimana della critica.
Insomma, bel film, ben realizzato e con qualcosa da mostrare. Non tanto perché innovativo, ma perché capace di presentare una storia - che pure, in qualche modo, ha elementi già visti - in maniera inedita e personalizzata grazie al buon occhio di Mitchell e alla bravura dello sconosciuto cast.
Box Office: $17.4 milioni
Consigli: Se si cerca un tipo di horror più particolare e, se vogliamo, sofisticato questo titolo è perfetto. Parte lentamente, ma non la storia non ne soffre e, anzi, ci si abitua in fretta al ritmo che la pellicola scandisce. Maika Monroe regge bene il peso del personaggio protagonista e si lascia dirigere efficacemente da Mitchell, per un risultato finale che, a mio avviso, vale la pena di essere visto. Senza bisogno di fiumi di sangue, possessioni demoniache o violenza a profusione, "It Follows" inquieta e fa paura riuscendo a colpire l'immaginario dello spettatore che, se si lascia trasportare dalla storia, finisce per rimanerne coinvolto. E allora sì che la paura che qualcosa possa arrivarci alle spalle si concretizza...
Parola chiave: Piscina.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi