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martedì 20 agosto 2024

Film 2227 - Five Nights at Freddy's

Intro: Un enorme successo al botteghino statunitense, non potevamo astenerci dal recuperarlo in quanto grandi fan dell'horror!

Film 2227: "Five Nights at Freddy's" (2023) di Emma Tammi
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Paul
In sintesi: forse uno dei film più stupidi che ho visto di recente, insieme a "Imaginary" e "Night Swim".
So che è tratto da un videogioco, quindi la premessa narrativa non parte dal film stesso, rimane il fatto che "Five Nights at Freddy's" più che paura fa ridere, specialmente per quanto mi riguarda nel momento in cui viene rivelato che i robot sono posseduti da bambini precedentementi scomparsi. Per quanto ormai non mi stupisca più di niente, il modo in cui la situazione viene gestita qui ha solo che del comico, il che certamente va a compromettere il tono generale della pellicola.
Mi ha fatto piacere, comunque, rivedere sul grande schermo come protagonista Josh Hutcherson (che pure fatico a vedere nel ruolo di padre) che sicuramente dimostra di essere in grado di portare tutto il film sulle sue spalle. So che Mary Stuart Masterson è stata candidata al Razzie per la peggior attrice protagonista, ma onestamente io l'avrei scambiata con Elizabeth Lail la cui performance qui lascia alquanto a desiderare.
Cast: Josh Hutcherson, Elizabeth Lail, Piper Rubio, Mary Stuart Masterson, Matthew Lillard.
Box Office: $297.1 milioni
Vale o non vale: Sicuramente un brutto horror, anche se l'elemento (involontariamente?) comico può salvare la visione. In generale apprezzo un "bel" film brutto, quindi per me ha avuto anche senso da un certo punto di vista recuperarlo, ma mi rendo conto che ci siano prodotti ben superiori a cui vale la pena dare una chance piuttosto che a questo titolo.
Premi: Nomination ai Razzie per la peggior attrice non protagonista (Mary Stuart Masterson).
Parola chiave: Disegno.
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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 9 maggio 2023

Film 2184 - Scream

Intro: Ogni tanto ritorna...

Film 2184: "Scream" (1996) di Wes Craven
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: dopo averlo costretto a vedere gli ultimi due capitoli della saga, Ciarán si è appassionato e ha voluto vedere l'originale (però adesso ha detto basta, gli sembra che tutti i film si assomiglino troppo...).
Anche se ormai l'ho visto un'infinità di volte, trovo sempre che il primo "Scream" sia una genialata. Non solo un horror ben riuscito per l'epoca, ma anche un film capace di mettere in risalto e allo stesso tempo alla berlina gli elementi classici del genere, in una sorta di meta commento che non solo ha ancora senso al giorno d'oggi, ma ha anche inspirato un sacco di altre pellicole. Insomma, è innegabile che il genere horror moderno sia stato in qualche modo influenzato dal primo capitolo della popolarissima saga di "Scream". Non è un caso, quindi, che questo titolo funzioni ancora benissimo a quasi 30 anni dalla sua uscita nelle sale!
Film 1123 - Scream
Film 2057 - Scream
Film 2184 - Scream
Film 1249 - Scream 3
Film 326 - Scream 4
Film 2091 - Scream
Film 2178 - Scream
Film 2179 - Scream VI
Cast: David Arquette, Neve Campbell, Courteney Cox, Matthew Lillard, Rose McGowan, Skeet Ulrich, Henry Winkler, Jamie Kennedy, Drew Barrymore.
Box Office: $173 milioni
Vale o non vale: Ottimo cast, serial killer iconico (Ghostface) e un risultato finale che funziona sempre alla grande. Non fa paura, ma intrattiene alla grande.
Premi: Vincitore nella categoria Miglior film agli MTV Movie & TV Awards del 1997. Curiosamente, 26 anni dopo, "Scream VI" ha vinto nella stessa categoria all'edizione 2023 (ovvero giuto 2 giorni fa).
Parola chiave: Horror.
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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 8 novembre 2021

Film 2057 - Scream

Intro: Periodo di Halloween = periodo di horror!

Film 2057: "Scream" (1996) di Wes Craven
Visto: dal portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: in una sorta di ondata nostalgica dettata anche dal fatto che un sacco di amici stessero recuperando film di paura in vista della notte del 31 ottobre, mi sono lasciato coccolare dall'idea di recuperare uno dei classici del terrore, probabilmente tra i titoli più iconici del genere di sempre. Anche perché, è bene ricordarlo, a breve (gennaio 2022) uscirà il nuovo capitolo della saga che porta lo stesso titolo di questo primo, iconico episodio.
Rivisto per l'ennesima volta, è sorprendente quanto "Scream" risulti ancora efficace e ci si accorge presto di quanto una montagna di titoli successivi abbiano attinto al materiale presentato qui da Wes Craven (regia) e Kevin Williamson (sceneggiatura) e non solo in termini di parodia o sequel.
Ancora più interessante la lucida analisi fornita dalla trama rispetto agli archetipi del genere horror, qui al contempo messi alla berlina e utilizzati dalla storia, per un risultato finale che riesce a far sufficiente paura pur dichiarando candidamente gli elementi narrativi utilizzati da questo film e dal genere di appartenenza in generale. Da questo punto di vista "Scream" è geniale.
Insomma, una pellicola che si è meritata nel tempo il suo nominativo di culto e che, nonostante un certo sapore vintage e una valanga di cliché, funziona ancora alla perfezione. Ps. Questa pellicola era talmente sul pezzo che fornisce già nella propria sceneggiatura l'idea per il titolo della sua saga-parodia...
Film 1123 - Scream
Film 2057 - Scream
Film 2184 - Scream
Film 1249 - Scream 3
Film 326 - Scream 4
Film 2091 - Scream
Film 2178 - Scream
Film 2179 - Scream VI
Cast: David Arquette, Neve Campbell, Courteney Cox, Matthew Lillard, Rose McGowan, Skeet Ulrich, Drew Barrymore, Jamie Kennedy, Liev Schreiber.
Box Office: $173 milioni
Vale o non vale: Impossibile non averlo visto almeno una volta (nel caso recuperate!), "Scream" è un ottimo esempio di pellicola horror anni '90 con delle buone idee e un'esecuzione efficace e perfettamente consapevole dei limiti del progetto stesso - tanto da metterne alla berlina numerosi aspetti - pur non compromettendone il risultato finale. C'è del genio.
Premi: /
Parola chiave: Scary movies.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 27 aprile 2016

Film 1123 - Scream

Un horror di 20 anni fa...
Film 1123: "Scream" (1996) di Wes Craven
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Più che un film un vero e proprio cult. Piaccia o no, "Scream" negli anni è diventato un franchise e un titolo tanto famoso da venire più e più volte parodiato, fino ad arrivare alla serie tv di Mtv dell'anno scorso, "Scream: The TV Series". Insomma, un fenomeno commerciale e sociale che negli anni non ha conosciuto crisi. Da questo titolo è derivata, poi, la popolarità meno di nicchia di Craven, definitivamente consacrato quale signore della suspense.
Fuori dal contesto culturale, comunque, "Scream" è una pellicola che ha fatto scuola. Innanzitutto sacrifica il suo unico nome noto del cast nel giro di 10 minuti, il che è abbastanza inusuale per una pellicola che mira ad una popolarità commerciale. Poi è un horror che parla del genere horror e lo racconta come dovesse presentare una relazione, ovvero sviscerandone - e qui il termine è più che mai azzeccato - temi e snodi, peculiarità e caratteristiche per poi metterle in pratica punto per punto. Questa particolarità della trama conferisce, tra l'altro, una certa anima humor da non sottovalutare che, probabilmente, ha contribuito a decretarne il successo.
Pur essendo un titolo dell'orrore quasi obbligato per gli appassionati, comunque, rimane il fatto che "Scream" sia un buon titolo, ma certamente non perfetto. Assolutamente legato a una concezione del 'fare paura' estremamente anni '90, oggi risulta meno efficace di un tempo, pur conservando quella genialità che lo ha reso tanto popolare: la chiamata con l'assassino (che è magicamente già in casa), la critica alla voracità voyeristica dei media, il percorso di formazione della protagonista (da vergine a eroina capace di sporcarsi le mani). Insomma, un mix di elementi che nel 1996 decretarono il successo inaudito di questa saga, che oggi guardiamo col binocolo e ricordiamo con affetto.
Film 1123 - Scream
Film 2057 - Scream
Film 2184 - Scream
Film 1249 - Scream 3
Film 326 - Scream 4
Film 2091 - Scream
Film 2178 - Scream
Film 2179 - Scream VI
Cast: Neve Campbell, David Arquette, Courteney Cox, Matthew Lillard, Rose McGowan, Skeet Ulrich, Drew Barrymore, Henry Winkler, Liev Schreiber.
Box Office: $173 milioni
Consigli: Chi non lo ha visto almeno una volta nella vita? Quasi un rito di passaggio per chi ama essere spaventato dai film, un titolo rimasto indelebile in molti di noi. Può essere interessante vederlo anche per confrontare tutti quegli elementi di questa pellicola che sono stati, nel tempo, copiati in altre.
Parola chiave: Maschera.

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 17 marzo 2013

Film 519 - Di nuovo in gioco

Un film con Clint Eastwood va visto. Ero davvero curioso di vedere cosa ne usciva fuori...


Film 519: "Di nuovo in gioco" (2012) di Robert Lorenz
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco (Mi)
Pensieri: Tutto sommato questo "Trouble with the Curve" è un prodotto godibile, più che per la trama in sé, per godersi il solito ghigno del Sig. Eastwood questa volta combinato alla bravura di Amy Adams, una di quelle attrici sempre in ruoli secondari, ma capace di valorizzare il suo ruolo all'interno di prodotti concentrati non esattamente su di lei.
Il vero problema del film, invece, è che è troppo un collage di altre cose, senza una vera e propria identità. Non basta piazzare una delle leggende viventi del cinema contemporaneo per ottenere qualcosa di buono o valido da vedere. Ripeto, questa pellicola si lascia guardare e anche apprezzare per certi aspetti, ma se devo essere totalmente onesto, più di una volta ho pensato che ci fossero troppe, troppe somiglianze con "Gran Torino" e "Moneyball - L'arte di vincere".
Non c'è molto altro da aggiungere riguardo "Di nuovo in gioco" perchè, detta fra noi, Clint fa Clint, la sceneggiatura è piuttosto prevedibile (lui abbandona la figlia e sembra un colossale stronzo perchè le ha pure causato un sacco di problemi di autostima, ma poi nel finale si scoprono i veri motivi - e, permettetemi di dire che la spiegazione è un po' forzata e, peggio, il rimando onirico del cavallo è tra il pacchiano e l'ingenuo tentativo del regista e dello sceneggiatore di tentare di spacciare questo film per qualcosa che evidentemente non è, ovvero qualcosa con un messaggio e una trama di un certo spessore - e Mr. Clint recupera la stima e il rispetto della figlia, nonché del pubblico. Il tutto finisce con una grande rivincita e il colpaccio dei protagonisti), ci mancava solo che piazzassero una Gran Torino del '72 nel garage fatiscente di Clint e poi era il seguito senza asiatici Hmong di quell'ultima pellicola-capolavoro del regista attore prima di decidere di non recitare mai più. Chiaramente senza considerare questo film...
In aggiunta al cast un Justin Timberlake utile quanto un prendipolvere, ma capisco che per la scena del bagno quasi skinny dipping fosse utile avere un attore di bella presenza.
Insomma, anche se i difetti di questa pellicola sono evidenti e palesi, assicuro che guardare Eastwood recitare è sempre qualcosa di positivo e rassicurante. Amy Adams gli tiene testa con una chioma rossa che ti verrebbe voglia di pettinare ogni 10 minuti e tutto sommato la coppia padre-figlia regge sinceramente bene. Si poteva fare di meglio, approfondire in maniera meno scontata i personaggi e, soprattutto, evitare un happy ending tanto zuccheroso quanto scontato, però "Di nuovo in gioco" rimane comunque un prodotto piacevole e non volgare.
Ps. Perchè a John Goodman affibbiano sempre questi ruoli iper-secondari quando è un attore assolutamente capace? Non capisco il senso di sprecare un volto noto come il suo per quelle quattro scene che poteva recitare chiunque altro (ma qui come in "Flight", "Molto forte, incredibilmente vicino" o anche un po' in "Argo").
Consigli: Il confronto con "Gran Torino" è effettivamente impietoso (sia per la trama, sia per l'incasso: di $269,958,228 per la pellicola del 2008, $35,763,137 per questo film), ma rispetto al "Moneyball" con Brad Pitt vince decisamente "Di nuovo in gioco". Se piace Clint o la Adams è un buon esempio che testimonia le lori capacità recitative.
Leggero e senza pretese, ma comunque si guarda senza alcuna fatica.
Parola chiave: Baseball.

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Bengi

giovedì 1 marzo 2012

Film 389 - Paradiso amaro

Ultimo film visionato prima della serata degli Oscar per completare, quanto più possibile, il quadro dei nominati in gara.


Film 389: "Paradiso amaro" (2011) di Alexander Payne
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Erika
Pensieri: Va innanzitutto specificato che non ci aspettavamo di vedere il film in inglese e che, solo per una svista del sito da cui abbiamo controllato gli orari, siamo finiti alla visione in lingua originale di "The Descendants". E, per quanto mi riguarda, la cosa non può che aver aggiunto valore alla visione di una pellicola a cui non davo molte speranze.
Il mio background del regista Alexander Payne si concentra essenzialmente su una manciata di titoli: "Sideways - In viaggio con Jack", "Election" (sceneggiatura e regia) e "Jurassic Park III" (qui solo la sceneggiatura). Non si può dire, quindi, che sia un suo grande fan. Anche e soprattutto perchè "Sideways" è un film che trovai piuttosto noioso e sopravvalutato. L'approccio a "Paradiso amaro", dunque, era significamente influenzato dall'impressione negativa legata al precedente film del regista (grazie al quale aveva vinto l'Oscar per la sceneggiatura non originale nel 2005). Mai valutazione fu più affrettata.
In una cornice a dir poco mozzafiato, "Paradiso amaro" segue le vicende della famiglia King dal momento in cui la moglie e mamma Elizabeth finisce in coma a seguito di un incidente in mare. L'evento scatenante porterà alla luce retroscena inaspettati per il padre Matt/George Clooney e le figlie Alexandra/Shailene Woodley e Scottie/Amara Miller, che costringerà ognuno di loro a rapportarsi con problemi e discorsi fino ad allora lasciati stagnare nella frenesia della quotidianità. E, così, si scopre che madre e figlia non si parlavano più dopo che quest'ultima aveva scoperto il tradimento del genitore con un altro uomo; finirà per parlarne con il padre. La piccolina di casa dovrà affrontare un lutto imminente che, però, tutti faticano a comunicarle. Matt, invece, dovrà confrontarsi con due ragazzine che non conosce e che non sa minimamente come gestire, assieme all'appena rivelato tradimento della moglie in coma: vorrà scoprire chi è l'amante.
Tutti questi temi complessi vengono affrontati con la necessaria serietà, ma una disinvoltura che mai mi sarei aspettato di trovare. Essendo praticamente all'oscuro di tutta la trama, scoprire quanto fosse ben scritta ed articolata man mano che si procedeva con la visione, mi ha sinceramente sorpreso. E, nonostante la tematica sia a tratti straziante, ho veramente apprezzato.
Clooney è stranamente non monoespressivo e gioca al meglio le sue carte. Insolito nella parte del genitore, risulta perfettamente credibile. Per la maggior parte del film sembra che abbia gettato la spugna il suo personaggio, che non riesca a riaffiorare da una serie di circostanze che lo annientano nel dolore e il disorientamento. La missione punitiva, però, lo manterrà concentrato su un obiettivo e, soprattutto, darà tregua allo spettatore che, altrimenti, si ritrova circondato solamente da eventi talmente negativi da indurre la depressione.
Non sarà facile per la famiglia King rialzarsi dall'esperienza devastante che ha appena passato - così come per lo spettatore - ma il lungo viaggio che ha affrontato crea la speranza di un nuovo inizio.
Bello, ma difficile, con un cast giusto e, come dicevo prima, un Clooney in gran forma.
Ps. Partenza in sordina per questa pellicola: debutta con $1,190,096 in fondo alla classifica ma - forte dell'esposizione mediatica, i 2 Goldeng Globes (Miglior film e attore protagonista nella sottocategoria musical o commedia) e le 5 nomination all'Oscar (Miglior film, regia, sceneggiatura, attore protagonista e montaggio) di cui quello per la sceneggiatura concretizzato in vittoria - riesce nell'impresa di un box-office da blockbuster: $156,127,000 incassati in tutto il mondo.
Consigli: Il film è bello, ma certamente il tema non è facile. Bisogna essere consapevoli che il viaggio che si affronta è quello attraverso il lutto e la sua elaborazione, la ribellione adolescenziale e il tradimento. Ma c'è il lieto fine, guardando bene. Lo rivedrei.
Parola chiave: Brian Speer.

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Ric