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lunedì 27 dicembre 2021

Film 2072 - Last Night in Soho

Intro: Il precedente "Baby Driver" di Wright era stato per me un colpo di fulmine, per cui non vedevo l'ora di recuperare questa sua nuova fatica dietro la macchina da presa.

Film 2072: "Last Night in Soho" (2021) di Edgar Wright
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: se non sapessi che condividono lo stesso regista, mai avrei detto che "Last Night in Soho" e "Baby Driver" siano frutto della stessa mente. Non ci potrebbero essere pellicole più diverse, il che non è necessariamente un male. Il punto è che per me la storia super musicale di Baby e le sue rapine con annessa fuga in macchina a tutta birra erano state un'esperienza talmente magnifica e inaspettata che le mie aspettative per questo nuovo progetto di Wright erano davvero piuttosto alte (anche considerato che Wright nel tempo ha girato anche piccoli gioiellini come "Scott Pilgrim vs. the World", "Hot Fuzz", "Shaun of the Dead" e ha scritto pure il primo "Ant-Man")...
La verità è che questo "Last Night in Soho" è un prodotto onesto e con qualche pregio, anche se totalmente diverso da ciò che mi attendevo di vedere. Il trailer sicuramente confonde al pari delle immagini promozionali, che proiettano un'idea retrò e molto glam, tra qualche numero musicale e una storia che pare d'amore, anche se non si riesce a capire bene quale sia la connessione tra le due epoche (contemporanea e anni '60). Mentre, man mano che si segue la storia, ci si rende conto che si è di fronte ad una vera e propria storia dell'orrore che non risparmierà sangue e colpi di scena. Detto ciò, devo ammettere che non fossi per niente nel mood per un horror la sera che ho visto il film, per cui la mia reazione lì per lì non è stata esattamente entusiasta.
A mente fredda posso dire che "Last Night in Soho" ha un grande fascino estetico, anche grazie ad una Anya Taylor-Joy maginifica in perfetto stile 60s e, come sempre, una promessa mantenuta. Probabilmente deluso un po' dal fatto che non fosse lei la protagonista della storia, ma la fastidiosa Thomasin McKenzie (non tanto lei quanto il suo personaggio, ovviamente), la sensazione finale che ho avuto è che il film avesse del buon potenziale tutto sommato, potenziale che però non è stato sfruttato appieno. La sensazione che ho avuto è che si cercasse di coniugare troppe anime molto diverse all'interno di un prodotto che finisce per mancare di una vera e propria identità distinta. Il che, quando si crea un prodotto nuovo di zecca, è un grande problema di partenza.
Si salva il grande colpo di scena finale - anche se (spoiler) il Women Film Critics Circle Awards ha conferito al film una menzione special...mente negativa per "[...] the disappointing third act twist in which the male predators are turned into victims in Last Night in Soho." -, il grande cast, una colonna sonora particolarmente efficace e, ammetto, quel certo fascino che "Last Night in Soho" sprigiona dall'inizio alla fine. Non perfetto, ma certamente godibile.
Ps. Ultima pellicola di Diana Rigg e Margaret Nolan, entrambe scomparse nel 2020. Il film è dedicato alla Rigg.
Cast: Thomasin McKenzie, Anya Taylor-Joy, Matt Smith, Michael Ajao, Terence Stamp, Diana Rigg, Sam Claflin, Rita Tushingham, Margaret Nolan.
Box Office: $23 milioni
Vale o non vale: Non un prodotto per tutti e probabilmente poco adatto a queste atmosfere festive, però non un prodotto da sottovalutare. Diverso da ciò che ci si aspetterebbe, ma con alcuni elementi positivi. E per una volta né sequel, reboot o spin-off, ma un'opera originale. Imperfetta, sì, ma almeno prova a portare qualcosa di nuovo.
Ps. Consiglio caldamente la versione di "Downtown (Downtempo)" cantata da Anya Taylor-Joy. Un meraviglioso regalo di Natale.
Premi: Candidato a 2 BAFTA per Miglior sonoro e film britannico dell'anno.
Parola chiave: Vestito.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 1 novembre 2021

Film 2051 - Old

Intro: Salutata l'Italia e ritornato al freddo dublinese, decido che il primo film da vedere in casa nuova sarà un titolo che non ero riuscito a recuperare al cinema. Tra l'altro, come meglio salutare ottobre e, naturalmente, Halloween, se non cominciando novembre con una recensione horror?

Film 2051: "Old" (2021) di M. Night Shyamalan
Visto: dal portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: come spesso accade con le produzioni di M. Night Shyamalan, l'idea di partenza è ottima, lo svolgimento mediocre e il finale deludente. "Old" non si sottrae a questa asserzione. Mi spiego meglio.
L'ultimo titolo della filmografia del famosissimo regista de "Il sesto senso" parte con una premessa a dir poco intrigante: cosa succederebbe se un gruppo di persone di diversa età si trovasse prigioniero di una spiaggia paradisiaca dove, come per magia, lo scorrere del tempo fosse inspiegabilmente accelerato?
Prova a raccontarcelo Shyamalan, fallendo, però, nel mantenere le aspettative. Lo sviluppo dei vari personaggi è insufficiente, il mistero dietro le cause del diverso scorrimento temporale malamente svelato, finendo, ivevitabilmente, per scadere in un finale poco soddisfacente che, tra l'altro, manca totalmente di ritmo. Per capirci (spoiler), come è possibile che i protagonisti decodifichino in maniera così precisa e immediata che siano proprio le rocce a causare il precoce invecchiamento sulla spiaggia, quando nessuno di loro è uno scienziato o abbia un qualsivoglia background scentifico? (a parte il chirurgo, che non è comunque colui che giungerà alla conclusione); perché alcuni personaggi invecchiano più velocemente di altri? (in particolare i due genitori - Gael García Bernal e Vicky Krieps - che cominciano a mostrare veri segni di invecchiamento solo verso il finale); perché, una volta svelato il mistero che sta dietro alla spiaggia e il perché il gruppo di persone sia stato mandato lì, nessuno fa niente per nascondere il progetto criminale e, invece, c'è una generale (e lentissima) sensazione di inerzia fin quando non si presentano le autorità? (voglio dire, tenterai di nascondere o distruggere le prove del tuo esperimento invece di darti direttamente per sconfitto?).
Insomma, sono numerosi gli elementi di questo film che non quadrano ed è un vero peccato perché sulla carta "Old" sarebbe potuto essere un ottimo thriller a tinte horror in cui suggestioni e claustrofobia avrebbero potuto farla da padrone. Invece, contrariamente alla caratteritica principale della storia, ovvero la mancanza di tempo, questa pellicola pare non aver alcuna fretta di raccontarsi, sprecando una quantità enorme di minuti sull'ora e 48 totale di durata, per inquadrature e personaggi statici. E, alla fine, sembra tutto essere stato una gran perdita... di tempo.
Cast: Gael García Bernal, Vicky Krieps, Rufus Sewell, Alex Wolff, Thomasin McKenzie, Abbey Lee, Nikki Amuka-Bird, Ken Leung, Eliza Scanlen, Aaron Pierre, Embeth Davidtz, Emun Elliott, Francesca Eastwood.
Box Office: $90.1 milioni
Vale o non vale: Premessa intrigante che manca di idee innovative per lo svolgimento, un vero peccato considerato il potenziale del prodotto. Shyamalan continua la sua scalata verso il ritrovato successo - questo film è costato 18 milioni di dollari ed ha esordito primo al box-office americano - anche se non riesce più a ricreare il magico scalpore dei titoli (titolo?) del passato.
Premi: /
Parola chiave: Rocks.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 8 aprile 2020

Film 1867 - Jojo Rabbit

Intro: In tanti ne avevano parlato benissimo e, purtroppo, mentre ero in Argentina non ero riuscito a vederlo al cinema. Per cui, appena l'ho trovato disponibile in streaming, non ho perso tempo e l'ho subito recuperato!
Film 1867: "Jojo Rabbit" (2019) di Taika Waititi
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Mirco
In sintesi: in soldoni, bambino pro Nazi che si immagina amicone di Hitler diventa amico di un'ebrea che la madre gli nasconde in casa. Il resto ve lo lascio scoprire.
Taika Waititi confeziona un film che prende in giro il nazismo e il suo leader - ma chi vi ha detto che siamo sulla falsa riga de "La vita è bella" vi ha perculato - e lo fa centrando sufficientemente il bersaglio (mainstream). Un prodotto non perfetto, ma è evidente che l'intento fosse positivo e in ogni caso il buon risultato finale fa sorvolare sull'a volte mancato approfondimento (specialmente di alcuni personaggi). A tratti fiaba, a tratti satira, a tratti dramma, a tratti un po' di quello che ci volete vedere, "Jojo Rabbit" funziona perché ha un suo ritmo e una sua voce e, soprattutto, un cast in gran spolvero, partendo da un protagonista estremamente dotato (Roman Griffin Davis), proseguendo per un Hitler surrealmente godibile (ricordiamoci che Taika Waititi è per metà Māori) e il personaggio migliore della storia, la madre sovversiva Scarlett Johansson (qui sì nomination all'Oscar meritata e, a mio avviso, statuetta scippata dalla compagna di altro film Laura Dern); nel mezzo c'è una coppia gay ancora nell'armadio (Alfie Allen e Sam Rockwell) e l'istruttrice del campo per giovani seguaci del führer Rebel Wilson, tre personaggi che avrebbero sicuramente goduto di qualche chance in più per raccontare se stessi, specialmente quest'ultima che, presentata così come, rimane un po' inutile alla storia. Sorprendentemente chi rimane più indigesta è proprio colei per la quale ci si aspetterebbe di simpatizzare di più, ovvero la piccola rifugiata Elsa (Thomasin McKenzie), molto spesso antipatica o comunque poco incline a rendersi piacevole. Non so se fosse volutamente Waititi o la storia originale di Christine Leunens a renderla già così, rimane il fatto che non si fa apprezzare facilmente.
In ogni caso "Jojo Rabbit" è un insolito film sulla seconda guerra mondiale che ritrae, a volte con sorprendente leggerezza, passaggi di un momento storico complesso e doloroso, pur non mancando mai di rispetto o facendo sentire a disagio lo spettatore. E' un grande pregio quello di Waititi, è in grado mettere in scena orrori pur facendolo con un tono mai pesante e, anzi, sempre fedele a quello che mi pare essere il suo stile narrativo (vedi "Thor: Ragnarok").
Cast: Roman Griffin Davis, Thomasin McKenzie, Taika Waititi, Rebel Wilson, Stephen Merchant, Alfie Allen, Sam Rockwell, Scarlett Johansson.
Box Office: $90.3 milioni
Vale o non vale: Nel complesso una buona pellicola, sicuramente una delle migliori tra quelle candidate all'Oscar quest'anno (lo so, d'altronde le proposte non erano granché). Non è stato il film che mi aspettavo, la storia di Jojo completamente diversa da ciò che mi ero immaginato, senza contare che la figura di Hitler ha qui tutto un altro valore, mentre io avevo pensato si trattasse di un personaggio più concreto. Ma bene così, una visione che è stata una sorpresa, una Scarlett Johansson che è stata un piacere da vedere, un buon prodotto che, con il suo piglio contemporaneo, ha raccontato una storia particolare ma ambientata in un'epoca storica cinematograficamente già ampiamente spolpata, aggiungendo il suo peculiare punto di vista. Interessante. Premi: Candidato a 6 Oscar, tra cui Miglior film e attrice non protagonista, vincendo quello per la Miglior sceneggiatura non originale; 2 nomination ai Golden Globe per Miglior film e attore protagonista (Roman Griffin Davis) e 1 BAFTA per la Miglior sceneggiatura non originale su 6 nomination (tra cui attrice non protagonista e colonna sonora).
Parola chiave: Patriottismo.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi