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giovedì 23 marzo 2017

Film 1328 - Inside Out

Ho comprato il dvd qualche tempo fa (secondo me con il blackfriday) e non ero ancora riuscito a trovare un buon momento relax per rivederlo. E' capitato due domeniche fa, tornato a casa dopo il master nel weekend a Milano.

Film 1328: "Inside Out" (2015) di Pete Docter, Ronnie Del Carmen
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Beh ma che si deve dire su questo film se non che è un piccolo capolavoro?
Questo secondo appuntamento con "Inside Out" mi ha convinto più della prima visione al cinema e sono stato davvero felice di averlo rivisto comodamente sul divano. Il "trauma" che avevo sperimentato la volta precedente - è un cartone animato e al contempo una storia molto adulta, è una pellicola d'animazione che non segue i canoni soliti del genere - non si è ripresentato questa volta, naturalmente, il che mi ha permesso di godermi appieno l'avventura mentale della giovane Riley e le sue 5 emozioni.
Un film divertente e geniale, cerebrale più per la "location" che per toni e modi, veramente ben sviluppato e raccontato con la solita maestria e delicatezza di casa Disney + Pixar, per un risultato finale che è un piacere da guardare. Assolutamente uno dei migliori cartoon degli ultimi tempi.
Film 1031 - Inside Out
Film 1328 - Inside Out
Film 2296 - Inside Out 2
Cast: Amy Poehler, Phyllis Smith, Richard Kind, Lewis Black, Bill Hader, Mindy Kaling, Kaitlyn Dias, Diane Lane, Kyle MacLachlan.
Box Office: $857.6 milioni
Consigli: Un film intelligente in grado di far divertire e ragionare, nonché un ottimo esempio di come si possa ideare un film per tutta la famiglia lasciandone ogni membro soddisfatto. Sempre una bella sorpresa.
Parola chiave: Isole della personalità.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 15 settembre 2016

Film 1211 - Lights Out: Terrore nel buio

Molte aspettative e tanta voglia di non perdermi questo film al cinema, alla fine sono riuscito a recuperarlo con Erika.

Film 1211: "Lights Out: Terrore nel buio" (2016) di David F. Sandberg
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: Premessa intrigante, realizzazione buona, ma risultato finale sotto le aspettative. Non che "Lights Out" sia brutto, per carità, semplicemente visto l'enorme successo di pubblico mi aspettavo qualcosa di più incisivo e originale, mentre di fatto siamo di fronte all'ennesimo prodotto dell'orrore che gioca tutte le sue carte quando si tratta di spaventare con l'effetto improvviso, mancando di contestualizzare e creare la giusta storia per una trama, così, piuttosto vuota.
Tutto gira intorno al personaggio della quasi vampiresca Teresa Palmer che, reduce da un'infanzia turbolenta e un distacco netto dalla famiglia, si ritrova ad aver di nuovo a che fare con madre e fratellastro quando il ragazzino di fatto si rivolge a lei per chiedere aiuto: la mamma sembra comportarsi in modo alquanto strano e non passerà molto che si scoprirà a cosa è dovuto l'evidente squilibrio. Oltre che la mancanza di sonno generale...
Niente di originale, eppure l'idea del demonio che appare solo a luce spenta rimane un espediente in grado di solleticare, oltre che evocare non pochi ricordi suppongo nella mente di tutti. Chi non aveva paura del buio da bambino? Chi non temeva la presenza di qualcuno nascosto sotto al letto? E' proprio su questi elementi che "Lights Out" si concentra maggiormente quando si tratta di spaventare, dimenticosi però di creare tutto il resto. Chi è la misteriosa presenza notturna? Cosa vuole? Perché la luce la fa sparire? Come è possibile la sua esistenza?
Per quanto la pellicola risponda ad alcune di queste domande, il risultato finale presenta comunque una mancanza di approfondimento e spessore della storia che non può non essere deludente per lo spettatore. Si esce dalla sala con la sensazione di un pezzo mancante, un tratto che la sceneggiatura non affronta efficacemente, abbozzando solo superficialmente un flashback che ribadisce solo questo: una bambina indemoniata che diventa un ricordo indemoniato. Sì, ok, ma come, esattamente? No perché non basta essere gemelli del demonio per essere necessariamente dei buoni "cattivi da grande schermo".
Ecco perché, nel complesso, "Lights Out: Terrore nel buio" non mi ha impressionato. Certo, qualche momento spaventoso c'è stato (anche se tutto giocato sui forti rumori e apparizioni improvvise) e da questo punto di vista il film è stato conforme alle mie aspettative, ma in generale il risultato finale mi ha lasciato più deluso che spaventato. A luci spente o meno.
Cast: Teresa Palmer, Gabriel Bateman, Billy Burke, Maria Bello, Alexander DiPersia, Alicia Vela-Bailey, Andi Osho.
Box Office: $141.9 milioni
Consigli: Nella carente stagione estiva 2016 si inserisce questa sorpresa d'incassi e ci ricorda che, ogni tanto, anche un piccolo budget (4.9 milioni di dollari) può regalare grandi soddsfazioni laddove colossali produzioni hanno fallito. Questo il grande merito di una produzione che cavalca ampiamente l'estiva voglia di niente e regala al pubblico proprio questo: nulla. "Lights Out" è una storiella facile che approfitta di tutta una serie di cliché per ricamare sopra alla solita formula horror cui siamo abituati da decenni. Poco male, l'estate è anche questo e a noi non ci importa. Ci fosse stata anche una trama sarebbe stato meglio, ma in ogni caso si tratta di un film che si lascia guardare.
Parola chiave: Lampada UV.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 20 novembre 2015

Film 1031 - Inside Out

Tanto, tanto curioso di vedere questo film, per mille buonissimi motivi!

Film 1031: "Inside Out" (2015) di Pete Docter
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: Francamente non sapevo cosa aspettarmi da questo film. Sia perché come al solito si grida al capolavoro Pixar preventivamente (e anche un po' acriticamente), sia perché avevo sentito di pareri entusiasti quando insoddisfatti. Dunque vedere "Inside Out", anche in previsione della pioggia di premi che si beccherà nel 2016, mi pareva il minimo sindacale.
Due considerazioni in proposito, dopo aver detto quanto segue: mi è piaciuto. Principalmente perché tratta una serie di aspetti della mente, dell'apprendimento e della comunicazione che ho dovuto studiare e quindi mi ha sorpreso piacevolmente ritrovarli qui; ma - perché c'è un ma - questa pellicola non mi sembra troppo improntata sulla generale categoria del film per ragazzi. E' un cartoon molto, molto adulto per tematiche e approccio.
L'idea di esplorare la mente e il suo lavoro, semplificandone la rappresentazione tramite i protagonisti di questa storia, è assolutamente riuscita e per quanto sia necessaria una semplificazione o una facilitazione tramite le immagini, mi pare che il risultato finale sia assolutamente positivo. Manca, tuttavia, l'aspetto fiaba che probabilmente molti si aspettavano da un film d'animazione. No, quella non c'è, perché più che altro la storia di "Inside Out" è un'avventura vera e propria.
Scesi a patti con tutto questo, secondo me la nuova collaborazione Disney - Pixar dovrebbe piacere: è un prodotto certamente sopra la media, intelligente e ben strutturato, con una storia tanto peculiare da rimanere inevitabilmente impressa nella mente (ovvio!) dello spettatore al pari dei simpatici protagonisti Gioia, Disgusto, Paura, Rabbia e Tristezza (nell'originale rispettivamente Amy Poehler, Mindy Kaling, Bill Hader, Lewis Black e Phyllis Smith). Io ne sono rimasto soddisfatto, ma ribadisco che non sapevo cosa aspettarmi, ero pronto anche ad una possibile cocente delusione.
Forse non è uno di quei cartoon che rivedrei subito o che mi ha colpito perché ha solleticato ricordi della mia infanzia, però non posso davvero dire che l'idea e il suo sviluppo qui non mi siano rimasti impressi e piaciuti. Il risultato finale è molto coerente e ben articolato, l'arco temporale di un anno è gestito in maniera costruttiva e senza prendere scorciatoie che snaturino la complessità degli argomenti trattati. La mente umana è complessa, geniale, imprevedibile, in costante crescita e mutamento: l'argomento non era dei più facili. Spegnendo un attimo la richiesta di favolette ad oltranza, forse per quest'anno possiamo pensare di accontentarci di una storia più reale del solito, più concreta e quotidiana, anche se non per questo meno magica.
Film 1031 - Inside Out
Film 1328 - Inside Out
Film 2296 - Inside Out 2
Cast: Amy Poehler, Phyllis Smith, Bill Hader, Lewis Black, Mindy Kaling, Richard Kind, Kaitlyn Dias, Diane Lane, Kyle MacLachlan, Frank Oz.
Box Office: $851.3 milioni
Consigli: Più distante dagli altri prodotti che lo hanno preceduto, "Inside Out" non è per questo meno bello. Semplicemente è un'altra cosa. E' un viaggio dentro se stessi, uno specchio su cui riflettere e del quale appassionarsi, tanto è accattivante la realizzazione. La vita non può essere solo gioia, i punti fermi di un individuo non possono non evolvere nel tempo e cambiare non è necessariamente un male: succede e basta. L'approccio adulto, ma non spaventoso che si adotta qui è un toccasana per i giovani che, di fronte all'inconsapevolezza di ciò che sta accadendo loro, potrebbero trovare in questa pellicola anche un modo semplice per rapportarsi alla loro condizione. Dico potrebbero perché il tono qui è certamente molto adulto, ma ciò non toglie che vedere "Inside Out" male non faccia. E' carino, coloratissimo, per molti versi geniale e più profondo del solito, per non dire che, una volta tanto, siamo di fronte ad un prodotto per nulla scontato
Parola chiave: Ricordi Base.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 7 dicembre 2011

Film 339 - Inception

Dovevo rivederlo prima o poi...


Film 339: "Inception" (2010) di Christopher Nolan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Comprato il dvd qualche tempo fa, ho approfittato di una serata in casa per rivedere uno dei film che più ho apprezzato la scorsa stagione.
Potente sia visivamente che a livello di trama, musiche fantastiche e un cast da far brillare gli occhi degli appassionati, "Inception" è un gioiello della cinematografia contemporanea, nonchè avanguardia - dal mio punto di vista - per la regia di Nolan, sempre più lanciato in esperimenti filmici di alto livello. Dopo aver riportato in auge la Gotham City di Batman e aver partecipato alla stesura della sceneggiatura del nuovo Superman di Zack Snyder "Man of Steel" (2013), il regista incanta con una pellicola ad elevatissimo budget (160 milioni di $) che per molti aspetti si potrebbe definire blockbuster, ma anche solo grazie alla sceneggiatura riesce ad elevarsi rispetto alla semplice definizione di film commerciale che, di certo, non rappresenta appieno questa pellicola.
Spettacolare e contorto, un sogno nel sogno che tiene col fiato sospeso lo spettatore che, attento, non riesce a staccare gli occhi dal video. una serie infinita di set, location vere e digitali, camere d'albergo che ruotano, contraccolpi per il risveglio, inseguimenti e rischi da film d'azione e suspance degna di un buon thriller.
Inutile dire quanto abbia avuto piacere di rivedere "Inception" per mille motivi che non si possono elencare. E' più facile consigliare, a chi vuole, di vederlo per lasciarsi affascinare. Il finale sarà agrodolce.
Ps. 4 Oscar: fotografia, effetti speciali, missaggio e montaggio sonoro. $825,532,764 di incasso mondiale senza l'escamotage del 3D.

Film 156 - Inception
Film 339 - Inception
Film 1062 - Inception
Film 1512 - Inception
Consigli: Seguire attentamente, usufruire del dolby surround e godersi la colonna sonora. Tecnicamente superiore.
Parola chiave: 528491.

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Ric

venerdì 4 novembre 2011

Film 323 - A Dangerous Method

Uno dei film che attendevo di più dalla Mostra del Cinema di Venezia.


Film 323: "A Dangerous Method" (2011) di David Cronenberg
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo
Pensieri: Per questo film avevo non poche aspettative. E’ la terza collaborazione tra Cronenberg e Mortensen (le altre due sono piuttosto d’effetto: “A History of Violence” e “La promessa dell'assassino”), la trama sembra interessante, gli attori sono cool e capaci. Non potevo immaginare, però, che “A Dangerous Method” sarebbe stato così tanto diverso da come me lo aspettavo.
Imbarazzante la prima parte in cui la Knightley gioca a scardinarsi la mandibola tra un isterismo e l’altro. Tanta è la veemenza nella rappresentazione che si perde il senso di ciò che viene detto e il gioco dentale finisce per diventare qualcosa di ridicolo. Ero ipnotizzato da quella bocca.
Il resto del film è lento e poco appassionante, scambio epistolare di due geniacci d’avanguardia che “bisticciano” dopo essere stati complici e quasi uno l’erede dell’altro. Tra la rottura c’è anche lei, la Knightley/Spielrein, divisa da passione e pensiero (uno è Jung, l’altro Freud), che da paziente diventa dottore e recupera una vita che, senza la psicoanalisi, sarebbe stata buttata.
Ma il film è tutto qui, nemmeno tanto un elegio al lavoro dei due professori, né una macabra discesa nel mondo del perverso, men che meno una pellicola storica. Ciò che mi è rimasto impresso all’uscita dalla sala è stata la sorprendente scioltezza della mandibola della Knightley (nomination all’Oscar? Non saprei, ma l’Adademy spesso dispensa non tanto per il ruolo, quanto per il nome dell’attore. In questo caso, poi, un’eventuale nomination servirebbe all’Academy per ribadire che la scelta - che lasciò non pochi sorpresi - di candidare Keira per “Orgoglio e pregiudizio” qualche anno fa non fu un errore, bensì una scelta lungimirante), la statica espressione di Fassbender (che in inglese il gioco di interpretare la copia carbone di Jung renda meglio?), il ritmo che manca, le lettere dei due.
Avrei sinceramente preferito un piglio più storico-documentaristico e, certamente, mi sarei volentieri risparmiato il primo - imbarazzante - tempo in compagnia dell’isterica Sabina Spielrein.
Ps. C'è anche Vincent Cassel.
Consigli: Sarebbe interessante confrontare questo film con quello di Roberto Faenza "Prendimi l'anima" del 2002. Magari è migliore di questo...
Parola chiave: Psicoanalisi.

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Ric

sabato 29 ottobre 2011

Film 318 - Limitless

Ancora nulla di impegnativo.


Film 318: "Limitless" (2011) di Neil Burger
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Emanuele
Pensieri: Filmettino tranquillo ed assolutamente disimpegnato, "Limitless" mi ha fatto venire in mente a più riprese i due "Wall Street" di Oliver Stone, quasi ne fosse un sottogenere o uno spin-off. Sulla falsa traccia del genialoide un pò nerd ma perditempo e inconcludente, parte inesorabilmente col depresso e finisce per acchiappare un mondo di lusso, potenzialità e ricchezza che fa gola a molti e si fa pericoloso.
Eddie Morra/Bradley Cooper fa da cavia per un farmaco miracolo che può sconvolgere le potenzialità del cervello tanto da indurlo a funzionare al 100% delle sue potenzialità (anziché il 20) senza sapere, però, che ciò che sta assumendo da dipendenza e non è stato ancora sperimentato sugli umani. Illegale e costoso, il 'farmaco' richiede un caro prezzo a chi lo possiede (o la vita o il denaro per comprarlo o la costante necessità di tenerlo al sicuro) anche se fa talmente gola che pare per il protagonista valga il rischio.
Rimescolando tutte le carte in tavola, attingendo dal pregresso di Eddie di cui lo spettatore non sa nulla, la trama si ingarbuglia in giochi di potere e potenzialità del protagonista, desiderio di riscatto e affermazione, amore e fascino, ricordi (Anna Friel) e presente (Robert De Niro) senza però centrare mai veramente l'obiettivo. La pellicola è piacevole, ma gioca in un campo in cui l'unica idea originale è quella di dare una possibilità alla brava Abbie Cornish (già vista in "Bright Star", "Elizabeth: The Golden Age", "Sucker Punch" e il prossimo film diretto da Madonna "Edward e Wallis: Il mio regno per una donna"), capace di rimanere impressa anche in una parte commerciale e tanto breve come questa (però quando richiama la Charlize Theron un pò più burrosa di qualche anno fa!). Il resto sa tutto di già visto, prevedibile, quasi scontato, per quanto il buon montaggio e la colonna sonora riescano a dare un'impronta più personale a questo film.
Non è male, si vede volentieri e in un primo momento incuriosisce. Si perde, però, in una miriade di altre cose... già viste.
Ps. $79,249,455 di incasso negli USA.
Consigli: Ottimo per spegnere il proprio cervello e... lasciar lavorare quello del protagonista! Godibile e senza pretese.
Parola chiave: Possibilità.

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Ric

venerdì 1 ottobre 2010

Film 143 - Mulholland Drive

Primo film di una lunga serie di 'lunedì a cena dal Puffo', tra insalata e chiacchiere, ci siamo concessi uno dei film più popolari di un certo Sig. Lynch...


Film 143: "Mulholland Drive" (2001) di David Lynch
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo, Diego
Pensieri: Al mio primo approccio ufficiale con questo regista ne esco pienamente soddisfatto! Sicuramente la buona compagnia ha influito positivamente: non si può non tenere presente che contano anche atmosfera e approccio con cui ci avviciniamo a qualsiasi film. Per mia fortuna la 'prima visione' di un film di Lynch è stata decisamente positiva anche grazie a questi elementi perchè forse, da solo, i 147 mininuti di pellicola li avrei un po' sofferti. E, invece, ne sono uscito piacevolmente affascinato e invogliato a scoprire meglio il mondo di un regista sicuramente non convenzionale.
In ogni caso non avrei potuto non amare Naomi Watts, una delle attrici più belle e BRAVE nella sfera hollywoodiana e che, grazie a questo film sicuramente ha dato un vero slancio alla sua carriera, seguito l'anno dopo dalla consacrazione al grande pubblico con un enorme successo commerciale quale "The Ring". In questa pellicola rende davvero bene il suo personaggio anche in scene non facili come quella del provino o nel momento in cui si rivela il grande mistero del suo personaggio.
Proprio questo mistero sarà perno e fulcro della vicenda e condizionerà l'intero andamento della storia. Storia assurda in certi tratti, ma affascinante già dal punto di partenza: bellissima donna (Laura Harring) in una limousine viene minacciata con una pistola da uno dei due in macchina con lei, ma un incidente stradale la lascia unica superstite illesa. Con un'amnesia... Come farà a ritrovarsi, a capire da dove arrivano tutti quei soldi nella borsetta, perchè fosse su una limousine in Mulholland Drive? Solo l'evolversi della storia lo farà capire.
Giochetti della mente, inganni, effusioni, stranissimi personaggi, cadaveri, film da girare e un po' di visione Freudiana della personalità. Ce n'è davvero per tutti i gusti. Vedere e capire non andranno sempre a braccetto in questa pellicola, ma abbandonarsi a un mondo non sempre logicamente proprio è alquanto affascinante e piacevolmente disorientante. Spegnete il vostro cervello e lasciate che sia quello di Lynch a condurvi nel suo intricato labirinto.
Consigli: Ci vuole un po' di pazienza, poi il film prende il via. E, soprattutto, una mente bella sgombra: pare ci siano 10 indizi chiave per la comprensione della storia sparsi per le scene. Buona ricerca!
Parola chiave: Scatola blu.




Ric