martedì 26 aprile 2022

Film 2104 - The Lost City

Intro: Martedì scorso ho deciso di passare la mia serata libera al cinema, in un momento particolarmente prolifico di pellicole che mi interessa recuperare. Al momento non c'è tempo per vederle tutte, per cui ho scelto il film di cui mi sembrava di avere più bisogno in quel momento: una commedia.

Film 2104: "The Lost City" (2022) di Aaron Nee, Adam Nee
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: certamente non indimenticabile, anche se divertente quanto basta, l'ultima pellicola con Sandra Bullock e Channing Tatum regala qualche momento divertente e ci ricorda perché, oggi più che mai, il genere comico andrebbe riportato in auge grazie a titoli ben più potenti (e creativi) di questo.
In una sorta di mix narrativo che chiama in campo avventura ed elementi d'azione (e mi ha ricordato moltissimo la premessa di "Alla ricerca dell'isola di Nim"), "The Lost City" funziona principalmente grazie alla buona chimica tra i due protagonisti che certamente fanno del loro meglio - specialmente Tatum - per portare a casa un risultato soddisfacente e credibile nonostante un modello di comicità che abbiamo visto già tante altre volte. In questo senso mi sento di dire che il personaggio di Beth (Da'Vine Joy Randolph) rappresenta l'esempio più banale e malamente sfruttato di tutto il film, pescando a mani basse in quella serie di cliché legati alla figura autoritaria e insolente della donna afroamericana dalla "sassy attitude" che abbiamo visto in svariate sfumature e toni riproporsi milioni di altre volte in altre titoli (penso a Tiffany Haddish in "Girls Trip", Mo'Nique in "Almost Christmas", Retta in quel gioiellino di "Parks and Recreation", ma anche il personaggio di Madea interpretato da Tyler Perry e così via).
Al contrario, ho particolarmente apprezzato l'evoluzione attoriale di Daniel Radcliffe, qui sorprendentemente in grado di regalare al suo personaggio una buona gamma emozionale specialmente nei momenti di rabbia e frustrazione, ovvero quella presenza scenica che gli è mancata per tutta la saga potteriana. Chapeau.
Per il resto, come si diceva, "The Lost City" intrattiene quanto basta e va a parare precisamente dove ci si aspetterebbe, per un risulato finale tanto prevedibile quanto confortante. Perché, in fin dei conti, è proprio quello che ci aspettavamo (e volevamo) da questo tipo di film.
Cast: Sandra Bullock, Channing Tatum, Daniel Radcliffe, Da'Vine Joy Randolph, Brad Pitt, Patti Harrison, Oscar Nunez, Bowen Yang.
Box Office: $128.1 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Non indimenticabile, ma buono quanto basta a far passare una serata spensierata. Sandra Bullock sembra sempre un po' scazzata (sarà solo il personaggio che interpreta?), ma Channing Tatum è perfettamente in parte e da solo regala i momenti di spensierata leggerezza che questa storia cerca di portare sullo schermo. E sopratutto fa dimenticare la caratterizzazione un po' bizzara di certi altri personaggi. Tutto sommato, comunque, godibile.
Premi: /
Parola chiave: Crown of Fire. (Che quando lo dice Daniel Radcliffe non fa che ricordare il ben più famoso Goblet of Fire o Calice di fuoco...)
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 22 aprile 2022

Film 2103 - Fantastic Beasts: The Secrets of Dumbledore

Intro: Si torna al cinema, questa volta per quello che un tempo sarebbe stato l'appuntamento della stagione e, invece, ora è solo un altro titolo tra il marasma di quelli mainstream.

Film 2103: "Fantastic Beasts: The Secrets of Dumbledore" (2022) di David Yates
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Rachel
In sintesi: il problema di questa nuova saga firmata dalla Rowling è sempre lo stesso e sempre più evidente: "Fantastic Beasts" non ha una storia.
Anche se rispetto al film precedente con questo "The Secrets of Dumbledore" siamo leggermente migliorati, è innegabile il fatto che si tratti di un prodotto esteticamente stupendo, ma dal ritmo e toni completamente sbagliati, nonché i mecanismi narrativi.
Per l'ennesima volta ci troviamo di fronte ad una miriade di nuovi personaggi mai introdotti prima - o personaggi di cui sappiamo (e ci frega) poco e niente -, altri sono addirittura spariti di colpo - come Tina (Waterston) che qui è praticamente assente fino al finale o Seraphina Picquery (Carmen Ejogo) e Nagini (Claudia Kim) di cui nessuno parla già più - ed è evidente che il focus della storia non sia più Newt Scamander (Redmayne), sempre che lo sia mai stato. La sensazione in questa pellicola più che mai è che sia lo scontro Silente/Grindelwald a tenere banco - del resto è a loro che sono dedicati gli utlimi due episodi - e questa nuova liaison amorosa cerca di ridare vigore ed energia a un prodotto che, di fatto, non ha più nulla da raccontare dalla fine del primo capitolo. E non ci sarebbe stato niente di male a terminare lì.
Invece procediamo "spediti" (un eufemismo se consideriamo la lentezza narrativa che caratterizza questa saga) verso un racconto pseudopolitico di un mondo di maghi francamente rincoglioniti - ma perché dovrebbero voler votare il mago più pericoloso di sempre come rappresentante del mondo magico internazionale (che poi, ma sta nuova boiata da dove l'abbiamo tirata fuori e perché nel mondo di "Harry Potter" non se n'è mai parlato prima? Cioè, se ci fosse un'organizzazione internazionale che elegge un leader mondiale a rappresentanza del mondo magico tutto, uno immaginerebbe di sentirne parlare prima o poi anche in HP, considerato poi che Silente sarebbe anche stato considerato per il ruolo...) - il tutto per forzare nuovamente un animaletto magico mai sentito prima all'interno di un twist narrativo che porta all'ennesimo nulla di fatto. Sì perché sto Grindelwald (adesso Mads Mikkelsen) alla fine è un antagonista che di pauroso ha veramente poco, Silente si ostina a trascinara Newt nella storia non si capisce bene per quale motivo, tutti gli altri personaggi sono lì a fare contorno e alla fine non si capisce ancora bene dove il franchise stia tentando di andare a parare.
Già perché al terzo film in saccoccia, con ancora due teoricamente da portare al cinema, non siamo ancora arrivati a delineare alcuna conclusione precisa. Qual è lo scopo principale di questa storia, dove ci vuole portare al livello narrativo? Qual è l'obbiettivo per i personaggi principali, la loro story arch? A me ancora non è chiaro. 
Specialmente quando penso a Credence Barebone che non doveva poter sopravvivere nel primo film e adesso è ancora lì che fa cose (ma cosa?); Queenie Goldstein che è completamente uscita di testa e si è alleata con il nemico nonostante possa leggere nella mente delle persone (e quindi di fatto essere al corrente di tutte le cose malvage che ha in programma Grindelwald. Almeno lei ha un'idea di quale sia il suo piano, suppongo); Yusuf Kama che è stato promosso a personaggio secondario ma nessuno ha ancora capito perché e quale sia il suo scopo nella storia; Bunty, l'assistente di Newt, che è improvvisamente diventata una dei protagonisti della storia dall'oggi al domani. Senza contare che la premessa di tutto questo nuovo franchise stava nell'impossibilità di rompere l'incantesimo tra Silente e Grindelwald e boom, nel giro di un film abbiamo già risolto il problema... E potrei andare avanti per ore.
La verità è che "Fantastic Beasts: The Secrets of Dumbledore" sia nuovamente un capitolo innecessario di una saga campata in aria che tenta di cavalcare ancora l'onda potteriana - non a caso siamo tornati ad Hogwards - faticando a giustificare la propria esistenza. 
Da fan di Harry Potter, io per primo fatico a comprendere quale sia la visione per questo franchise che non vada oltre l'aspetto qualitativo estetico e l'indotto monetario. 
Per il resto "Fantastic Beasts 3" è un prodotto assolutamente rinunciabile che ha principalmente una funzione nostalgica e non apporta nulla di nuovo all'universo un tempo geniale creato da J.K. Rowling (che dovrebbe smetterla di credersi una sceneggiatrice). 
Cast: Eddie Redmayne, Jude Law, Ezra Miller, Dan Fogler, Alison Sudol, Callum Turner, Jessica Williams, William Nadylam, Katherine Waterston, Mads Mikkelsen. 
Box Office: $201.5 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Per i fan di Harry Potter questa saga è sicuramente non facile da digerire. Il primo film era ok, il secondo terribile e questo... così così. Meglio del precedente, ma comunque ancora problematico per tanti aspetti, principalmente narrativi. I fan del mondo magico creato dalla Rowling dovrebbero comunque godere di questa nuova avventura anche perché il film ha il suo maggior pregio nella visione estetica assolutamente meravigliosa, anche se tutto sommato " Fantastic Beasts 3" è un prodotto con poco mordente e a malapena capace di portare avanti la storia del franchise. Peccato.
Premi: /
Parola chiave: Valigia.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 14 aprile 2022

Film 2102 - The Worst Person in the World

Intro: In molti continuavano a parlarmi di questo cinema Stella qui a Dublino, famoso per l'atmosfera chic e l'esperienza cinematografica di qualità superiore (poltrone vere e proprie o addirittura letti invece delle solite poltroncine, consegna di cibo e calici di vino durante la visione, ecc). Visti i presupposti mi aspettavo un sovrapprezzo, ma mai nella vita avrei pensato che, per assistere alla (sola) proiezione di un film, avrei finito per spendere 21€...

Film 2102: "The Worst Person in the World" (2021) di Joachim Trier
Visto: al cinema
Lingua: norvegese
Compagnia: Oisin
In sintesi: un bel film? Sì. Il film de cui avevo bisogno? No. Mi spiego meglio.
E' ormai da un po' di tempo che ho notato di far fatica a vedere un certo tipo di pellicole drammatiche o a tematica complessa, fiaccato da questi ultimi anni di pantemie e lockdown, solitudine e fatiche universitarie, delusioni sentimentali e incertezze sul futuro. In un contensto mai così congestionato di ansie e insicurezze, in cui mi sento di riuscire a malapena a tenere insieme i pezzi di un'esistenza proiettata verso un non ben definito cammino, ammetto di aver rifuggito non solo i film in generale, ma nello specifico proprio quei titoli che presentassero tematiche simili o comunque che temevo potessero appesantire ulteriormente la mia esperienza del quotidiano.
In uno scenario così apparentemente negativo, devo ammettere che la visione di questo "Verdens verste menneske" di Joachim Trier mi abbia un po' spronato a rivedere il bello anche nella difficoltà emotiva, cioè che nonostante possa sembrare difficile affrontare un certo tipo di tematiche e perplessità interiori, a volte può anche fare bene vederli proiettati su uno schermo e assistervi da spettatori, permettendo una razionalizzare che, forse, avrebbe richiesto tempi di decodifica molto più lunghi e/o impervi. Con questo non voglio dire che "The Worst Person in the World" mi sia stato terapeutico, però sicuramente qualcosa ha smosso.
La storia è molto più banale di quanto non possa sembrare da questo mio preambolo personale, ma è totalmente basata sull'esperienza umana della vita e di come navigare attraverso le proprie emozioni e relazioni, per cui è facilissimo rispecchiarsi in alcune delle situazioni o dei meccanismi che vengono raccontati.
C'è l'amore a prima vista, la relazione tra persone di età estremamente differenti, il tradimento, l'incertezza su cosa si voglia fare del proprio futuro, i rapporti familiari, le delusioni, i cambi di piani inaspettati e quella vena beffarda della vita che non possiamo contrastare. Insomma, c'è un po' di tutto quello che un essere umano ha vissuto sulla propria pelle e proprio per questo è così facile immedesimarsi nella storia, semplice ma efficace.
Ottimo il cast - con una Renate Reinsve francamente quasi goccia d'acqua di Dakota Johnson - e risultato finale ben riuscito, anche se forse un po' lungo.
Cast: Renate Reinsve, Anders Danielsen Lie, Herbert Nordrum, Hans Olav Brenner, Helene Bjørneby, Vidar Sandem.
Box Office: $11.8 milioni
Vale o non vale: Per tanti versi si capisce perfettamente dove la storia sembrerebbe andare a parare ed è accettabile che sia così considerato che il film si concentra sul quotidiano di persone qualunque. Eppure uno dei due "colpi di scena" finali non me l'aspettavo e mi ha lasciato con molto amaro in bocca.
Un film non facile, ma certamente una bocca d'aria fresca in un universo omologato di pellicole usa e getta da cui, troppo spesso, finiamo per farci fagocitare. Una storia semplice, ma che ti "rimane addosso" anche una volta usciti dal cinema.
Premi: Candidato a 2 Oscar per la Miglior sceneggiatura originale e il Miglior film straniero. 2 nomination ai BAFTA per la Miglior attrice protagonista (Reinsve) e film straniero; 1 nomination ai César per il Miglior film straniero. In concorso a Cannes 2021 per la Palma d'Oro, il film ha vinto il premio per la Miglior attrice (Reinsve).
Parola chiave: Scoperta di sé.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 8 aprile 2022

Film 2101 - X

Intro: Avevo una serata libera e avevo letto critiche positive rispetto a questo film, così me ne sono andato al cinema.

Film 2101: "X" (2022) di Ti West
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: mi è piaciuto? Insomma. Era quello che mi aspettavo? Per niente. Il che è necessariamente un male? No.
"X" è un horror con un'idea interessante di base - un gruppo di persone si infila nel mezzo del nulla texano per girare un film hard nella casa di un'anziana coppia che vive di fianco alla proprietà. I due signori, neanche a dirlo, non sono a conoscenza di cosa accada nella casa che hanno dato in affitto e sono, neanche a dirlo #2, due strambi dall'aspetto non esattamente incoraggiante - che però si perde in un preludio estremamente lungo (ed erotico) che confonde un po' lo spettatore quando si tratta di delineare la struttura del film. Molto spesso si ha la sensazione che la storia sia più interessata a farci vedere il dietro le quinte del filmino a luci rosse che a mettere in scena quello per cui lo spettatore ha pagato per vedere, ovvero un bagno di sangue. Quando finalmente ci si arriva, la narrazione prende la consueta piega dell'orrore che parte vagamente in sordina e poi, tutto ad un tratto, si mette in moto freneticamente. Forse si poteva tagliare un po' di preambolo e dare più spazio tra un omicidio e l'altro.
Inoltre ho trovato la motivazione dietro le "gesta" del nostro serial killer un po' troppo vaghe e abbozzate, nel senso che sì, quella necessità di essere ancora desiderabili, belli e giovani viene menzionata, anche se poi oltre a quello non c'è nulla. Quindi, se il senso era raccontare semplicemente una storia di orrore e mattanza, missione compiuta (a rilento), ma così fosse allora mi chiedo perché ci voglia così tanto alla trama per arrivarci. Altrimenti si doveva approfondire un po' di più sul movente. Ps. Troviamo Mia Goth in due ruoli qui, a voi capire quali.
Cast: Mia Goth, Jenna Ortega, Martin Henderson, Brittany Snow, Owen Campbell, Stephen Ure, Scott Mescudi.
Box Office: $11.5 milioni
Vale o non vale: Non il capolavoro che mi era stato promesso, ma certamente un slasher/horror godibile e che, tutto sommato, fa (parte) del suo dovere. Ma il perché l'assassino faccia quello che faccia - era già successo? Chi erano le altre vittime? Quando è iniziata la carneficina e cosa l'ha fatta scattare? Queste e altre domande su: "Non verrà data risposta" - e le ragioni del massacro si doveva lavorare di più. L'ambientazione anni '70 e il fortissimo accento del sud mi hanno conquistato.
Premi: /
Parola chiave: Beauty.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 6 aprile 2022

David di Donatello 2022: nomination e vincitori

La premiazione della 67ª edizione dei David di Donatello si svolgerà il 3 maggio 2022.

David di Donatello 2022

Miglior film
Ariaferma
È stata la mano di Dio
Ennio
Freaks Out
Qui rido io

Miglior regista
Leonardo Di Costanzo (Ariaferma)
Gabriele Mainetti (Freaks Out)
Mario Martone (Qui rido io)
Paolo Sorrentino (È stata la mano di Dio)
Giuseppe Tornatore (Ennio)

Miglior attore protagonista
Elio Germano (America Latina)
Silvio Orlando (Ariaferma)
Franz Rogowski (Freaks Out)
Filippo Scotti (È stata la mano di Dio)
Toni Servillo (Qui rido io)

Miglior attrice protagonista
Aurora Giovinazzo (Freaks Out)
Miriam Leone (Diabolik)
Maria Nazionale (Qui rido io)
Rosa Palasciano (Giulia)
Swamy Rotolo (A Chiara)

Miglior attore non protagonista
Pietro Castellitto (Freaks Out)
Fabrizio Ferracane (Ariaferma)
Valerio Mastandrea (Diabolik)
Eduardo Scarpetta (Qui rido io)
Toni Servillo (È stata la mano di Dio)

Miglior attrice non protagonista
Susy Del Giudice (I fratelli De Filippo)
Cristiana Dell’Anna (Qui rido io)
Luisa Ranieri (È stata la mano di Dio)
Teresa Saponangelo (È stata la mano di Dio)
Vanessa Scalera (L’Arminuta)

Miglior sceneggiatura originale
A Chiara – Jonas Carpignano
Ariaferma
È stata la mano di Dio
Freaks Out
Qui rido io

Miglior sceneggiatura non originale
L’Arminuta
Diabolik
Una femmina
La scuola cattolica
La terra dei figli
Tre piani

Miglior esordio alla regia
Francesco Costabile (Una femmina)
Gianluca Jodice (Il cattivo poeta)
Maura Delpero (Maternal)
Laura Samani (Piccolo corpo)
Alessio Rigo de Righi, Matteo Zoppis (Re Granchio)

Miglior produttore
A Chiara
Ariaferma
È stata la mano di Dio
Freaks Out
Qui rido io

Miglior fotografia
America Latina – Paolo Carnera
Ariaferma – Luca Bigazzi
È stata la mano di Dio – Daria D’Antonio
Freaks Out – Michele D’Attanasio

Qui rido io – Renato Berta

Miglior compositore
A Chiara – Dan Romer, Benh Zeitlin
America Latina – Verdena
Ariaferma – Pasquale Scialò
Diabolik – Pivio e Aldo De Scalzi
I fratelli De Filippo – Nicola Piovani
Freaks Out – Michele Braga, Gabriele Mainetti

Miglior canzone originale
Diabolik – “La profondità degli abissi” (Manuel Agnelli)
I fratelli De Filippo – "Faccio ‘a polka" (Nicola Piovani, Dodo Gagliardi)
L’Arminuta – "Just You" (Giuliano Taviani, Carmelo Travia)
Marilyn ha gli occhi neri – “Nei tuoi occhi” (Francesca Michielin)
Piccolo corpo – "Piccolo corpo" (Laura Samani)

Miglior scenografia
Ariaferma – Luca Servino
Diabolik – Noemi Marchica
È stata la mano di Dio – Carmine Guarino
Freaks Out – Massimiliano Sturiale
Qui rido io

Migliori costumi
Diabolik
È stata la mano di Dio
Freaks Out
I fratelli De Filippo
Qui rido io

Miglior trucco
Diabolik
È stata la mano di Dio
I fratelli De Filippo
Freaks Out
Qui rido io

Miglior acconciatura
7 donne e un mistero
A Chiara
Diabolik
I fratelli De Filippo
Freaks Out

Miglior montaggio
A Chiara
Ariaferma
È stata la mano di Dio
Ennio
Qui rido io

Miglior suono
Ariaferma
È stata la mano di Dio
Ennio
Freaks Out
Qui rido io

Migliori effetti visivi
A Classic Horror Story
Diabolik
È stata la mano di Dio
Freaks Out
La terra dei figli

Miglior documentario – Premio Cecilia Mangini
Atlantide
Ennio
Futura
Marx può aspettare
Onde radicali

Miglior film internazionale
Belfast
Don’t Look Up
Drive My Car
Dune
Il potere del cane

Miglior cortometraggio (già assegnato)
Maestrale – Nico Bonomolo

David Giovani
Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto
Diabolik
È stata la mano di Dio
Ennio
Freaks Out

#HollywoodCiak
Bengi

Film 2100 - My Big Fat Greek Wedding

Intro: E ogni tanto si ritorna a certe pellicole che sappiamo perfette in certi momenti di bisogno...

Film 2100: "My Big Fat Greek Wedding" (2002) di Joel Zwick
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán (prima parte); nessuno
In sintesi: anche se non è uno di quei film che ti fa morire dal ridere, è certamente prodotto piacevole e garbato, simpatico e assurdo, perfetto per quando si stia cercando il titolo spensierato che a fine visione ti fa sentire bene (o quantomeno meglio).
Toula (Vardalos) sfiga riesce a emanciparsi dal padre-padrone, trova l'amore della vita e si sposa al cospetto di tutta la famiglia greca e chiassosa (di lei) e i compassati suoceri che si sciolgono a suo di ouzo. Facile, prevedibile, eppure non delude mai, nemmeno alla 280.249esima visione. Opa!
Film 1772 - My Big Fat Greek Wedding
Film 2100 - My Big Fat Greek Wedding
Film 1126 - Il mio grosso grasso matrimonio greco 2
Film 2213 - My Big Fat Greek Wedding 3
Cast: Nia Vardalos, John Corbett, Lainie Kazan, Michael Constantine, Gia Carides, Louis Mandylor, Andrea Martin, Joey Fatone.
Box Office: $368.7 milioni
Vale o non vale: Un classico che non delude mai, "My Big Fat Greek Wedding" si può rivedere tutte le volte che si vuole, tanto funziona sempre. Per me, poi, la gag della torta/porta vaso è cult.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior sceneggiatura originale. 2 nomination ai Golden Globe per il Miglior film musical o commedia e la Miglior attrice protagonista (Vardalos).
Parola chiave: Famiglia.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi