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venerdì 5 febbraio 2021

Film 1797 - Junior

Intro: Nel pieno del mio momento nostalgia per la carriera di attore di Arnold Schwarzenegger, non avevo dubbi su quale dovesse essere la mia prossima scelta cinematografica...

Film 1797: "Junior" (1994) di Ivan Reitman
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: trovo questo film una genialata e il solo ftto che Schwarzenegger si sia buttato a capofitto in un progetto come questo gli vale tutta la mia stima.
A quasi 30 anni dall'uscita nei cinema, "Junior" rimane un esperimento cinematografico credo senza precedenti (e/o successori), una storia assurda che, pur evitando di dare certe scomode risposte, tratta comunque con tatto un argomento delicato oggi come allora: l'idea di un uomo che partorisce.
Premesso che si tratti di una commedia che esplora per assurdo questa possibilità, trovo in ogni caso lodevole che si sia cercato di mettere in moto il discorso rispettoa all'idea di genitorialità non conforme ai canoni standard e, di nuovo, che una star come Schwarzenegger - che ha basato tutta la sua carriera su machismo e mascolinità - abbia deciso di mettersi in gioco (e en travesti) in un ruolo come questo. Non so quanti altri attori di serie A degli anni novanta avrebbero accettato la parte.
Detto ciò, "Junior" rimane un prodotto simpatico, anche se certo non eccezionale, che funziona nell'ottica di uno svago senza troppe pretese. A meno che non vogliate approfondire il discorso del parto maschile... Ma questa è un'altra storia.
Cast: Arnold Schwarzenegger, Danny DeVito, Emma Thompson, Frank Langella, Pamela Reed, Aida Turturro, Christopher Meloni.
Box Office: $108.4 milioni
Vale o non vale: Chi avrebbe mai pensato che il due volte premio Oscar Emma Thompson si sarebbe ritrovata a recitare in un film con Arnold Schwarzenegger? Credo ci avrebbero scommesso in pochi.
Se siete curiosi di vedere (o rivedere) come funziona sul grande schermo questa strana coppia, "Junior" è sicuramente un appuntamento con il passato che non potete perdervi: non un capolavoro, ma sufficiente ad intrattenervi per quasi due ore senza farvi rimpiangere di aver scelto di vederlo. Senza contare che l'idea alla base della storia è molto intrigante.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior canzone originale ("Look What Love Has Done") e a 3 Golden Globes per Migliori attori protagonisti musical o commedia (Schwarzenegger e Thompson) e Miglior canzone.
Parola chiave: Studio clinico.
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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 30 luglio 2019

Film 1636 - Fottute!

Intro: Lo avevo iniziato in aereo quando sono partito per l'Australia e mai finito. Ne ho approfittato una mattina al Takarakka.
Film 1636: "Mystic River" (2017) di Jonathan Levine
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
In sintesi: non che fossi rimasto particolarmente colpito dalla prima parte che avevo visto in aereo, in ogni caso ormai lo avevo iniziato ed ero rimasto con la curiosità di finirlo. Inoltre adoro Goldie Hawn e Amy Schumer mi fa ridere a sufficienza, per cui avevo pensato di dare a questa pellicola una seconda chance. Non dico immeritata, ma sicuramente "Fottute!" - o "Snatched" in inglese - non è una gran commedia e il fatto che l'abbia vista in italiano non ha certo aiutato. Diciamo che tra tutti i copioni che la Hawn avrà avuto a disposizione questo non è stata la scelta più intelligente, anche se trovo la nomination ai Razzie come Peggior attrice non protagonista onestamente immeritata. Ciò detto, la pellicola non è niente di che e il titolo italiano è osceno (non per la parola volgare, ma per il fatto che si decida a prescindere di bollare questo prodotto come falsamente provocatorio, come se bastasse una parolaccia per attirare i giovani al cinema...).
Cast: Amy Schumer, Goldie Hawn, Joan Cusack, Ike Barinholtz, Wanda Sykes, Christopher Meloni, Randall Park, Tom Bateman, Óscar Jaenada.
Box Office: $60.8 milioni
Vale o non vale: Dimenticabile ed innecessario, un peccato che un'attrice come Goldie Hawn lo abbia scelto come ritorno sul grande schermo dopo 15 anni di assenza. Poi, se proprio volete vederlo, sappiate che non è niente di che.
Premi: Nomination come Peggior attrice non protagonista per Goldie Hawn ai Razzie Awards.
Parola chiave: Non rimborsabile.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 8 maggio 2015

Film 914 - Sin City: A Dame to Kill For

Approfittando di ancora qualche ora di volo prima di atterrare in quel di Tokyo, l'ultimo film del giro d'andata... #TokyoDays: film 3.

Film 914: "Sin City: A Dame to Kill For" (2014) di Frank Miller, Robert Rodriguez
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Avevo sentito cosacce su questo film, eppure ero rimasto con il pallino di doverlo recuperare, prima o poi: l'occasione si è presentata sull'aereo, dopo che l'orrore di "A.C.O.D." mi aveva francamente maldisposto. La scelta è ricaduta su questo titolo anche perché innanzitutto avevo rivisto appositamente il primo film per prepararmi al sequel, poi perché incuriosito dal ricchissimo cast, ancora più nutrito che nel precedente (Mickey Rourke, Jessica Alba, Josh Brolin, Joseph Gordon-Levitt, Rosario Dawson, Bruce Willis, Eva Green, Dennis Haysbert, Ray Liotta, Jaime King, Christopher Lloyd, Jamie Chung, Jeremy Piven, Christopher Meloni, Juno Temple). E qual è stato il risultato? Un'altra pellicola terribile.
Più che "Sin City" dovrebbero chiamarlo "Eva Green's Boobs", perché quello che si vede maggiormente sullo schermo è il petto dell'attrice. Niente da ridire, per carità, non fosse che nel mio caso specifico mi trovavo a guardare "Sin City: A Dame to Kill For" su un aereo con altre centinaia di persone, lato corridoio, all'ora della colazione... A parte ciò, rimane comunque il fatto che questo sequel è brutto, vuoto, carico di violenza fine a se stessa.
Dove "Sin City" aveva portato un'aria inaspettatamente nuova nel mondo del cinema - ma eravamo nel 2005! -, questo secondo episodio risulta semplicemente una fotocopia svuotata di contenuti, quasi un esercizio di stile per i registi, qualcosa da dare al pubblico che aveva apprezzato l'estetica d'insieme di questo prodotto sicuramente accattivante. Peccato che la nuova storia sia maledettamente intricata di personaggi (nessuno dei quali particolarmente interessante) e presenti una cattiva-tette-al-vento che più che risultare sensuale o provocante è percepita come antipatica doppiogiochista, pagando lo scotto di una trama che sa presentarla in maniera banalmente bidimensionale (anche i cattivi fino al midollo possono risultare maledettamente affascinanti se la sceneggiatura è scritta bene). Nemmeno la vendetta tardiva di Nancy/Jessica Alba suscita alcunché: ci mette due ore a decidersi e poi, come tutti coloro che decidono di voltare pagina, dimostrare qualcosa a se stessi, fare finalmente quello che va fatto, si tinge i capelli. E ci sta malissimo (il che per Jessica Alba è certamente una novità).
Insomma ora ho capito il perché del clamoroso flop al botteghino (il film è costato 65 milioni di dollari; il precedente ne era costato 25 in meno e ne aveva incassati $158.8 milioni), anche se non mi spiego come abbiano potuto pensare di riportare al cinema questo prodotto che aveva funzionato così bene - "300" è dell'anno dopo e sono molto simili nello stile estetico e narrativo - con tanto sciagurato ritardo, riproponendo una sbiadita copia dell'originale, con l'unico apporto evidente nell'ambito dell'aumento dei protagonisti e, forse speravano, con essi anche dell'appeal del film. Ma, nonostante le belle speranze e il numero spropositato di star accorse a farsi trascrivere sui titoli di coda, "Sin City: A Dame to Kill For" è un prodotto che non ha niente da dire, è volutamente violento e volgare, ma tanto vuoto da risultare fastidioso. Rimpiango quello stronzo psicopatico di Kevin.
Film 754 - Sin City
Box Office: $39.4 milioni
Consigli: Non dico che per i fan del franchise o del fumetto questo sia un titolo privo di valore - di qualunque natura esso sia -, semplicemente per tutti gli altri il ritorno al cinema di "Sin City" sarà sicuramente di poco interesse. Fastidiosamente volgare, tanto violento da risultare alla lunga difficile da sopportare, il film fallisce nel suo intento di intrattenere il pubblico solleticandone l'animo dark e pulp. Il risultato finale è fiacco e la bella estetica che tanto aveva colpito con il primo episodio, qui sembra essere l'unica ragione che ha riportato alla vita cinematografica il fumetto di Miller. Quindi sì, "A Dame to Kill For" si può vedere, soprattutto nell'ottica di completare il quadro d'insieme, ma no, non se ne rimane soddisfatti. E alla fine ti chiedi se non sarebbe stato meglio conservare il ricordo del primo, riuscito, "Sin City".
Parola chiave: Vendetta.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 20 novembre 2014

Film 820 - They Came Together

Insomma, c'era Amy Poehler... non potevamo mica perdercelo!

Film 820: "They Came Together" (2014) di David Dobkin
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Commedia surreale che prende in giro il genere delle pellicole romantiche (o commedie romantiche), questo "They Came Together" più che un film mi è sembrato un esperimento. Ovvero: cosa succederebbe se la storia romantica di una coppia fosse letteralmente raccontata attraverso i più abusati cliché dei prodotti cinematografici di genere romantico?
Avete presente, per esempio, quando la protagonista capisce che il suo innamorato è "quello giusto" perché è l'unico a riuscire ad identificare quel minuscolo particolare, un dettaglio, di cui solo lei è a conoscenza e il resto del mondo non riesce a percepire? Oppure cosa succederebbe per davvero se, la prima, si tornasse a casa travolti dalla passione e non appena varcata la soglia dell'appartamento, accecati dal desiderio, si cominciasse a fare sesso selvaggio per la casa ignorando qualsiasi cosa che ci sta intorno di fatto devastando casa?
Insomma, ecco perché questo titolo, più che una vera e propria storia, mi è sembrato un tentativo: di ridicolizzare e prendere in giro, sì, ma anche di de-romanticizzare certi atteggiamenti, certe pratiche e credenze che, in decenni di prodotti romantici mainstream, siamo soliti considerare non solo come plausibili, ma talvolta anche auspicabili. Ecco, allora, che con un atteggiamento del tutto dissacrante questo film corre in aiuto della realtà, finendo però per distorceva lui stesso. Infatti il risultato finale, che è assolutamente godibile e strappa più di una risata, finisce comunque per enfatizzare ed esasperare situazioni esasperate per definizione, imponendo un nuovo vocabolario per la commedia romantica che qui ha il sapore della satira.
E', però, proprio questo approccio relativamente innovativo il punto debole al contempo della storia. Dal momento in cui si capisce che la trama si compone degli elementi più bizzarri delle vicende di decine di altre pellicole (come "C'è posta per te" o un qualsiasi film con Meg Ryan) lo spettatore non percepisce più il racconto come desiderio dello sceneggiatore di raccontare, ma come semplice atto di provocatorio scherno nei confronti di tutti quei titoli che negli anni gli studios ci hanno propinato. Quindi, per farla breve, "They Came Together" è carino, ma quando ripenso a quello che ho visto fatico nella mia mente a categorizzarlo come film. Ripeto, mi sembra più un esperimento, più un desiderio di dimostrare quanto assurde siano certe messe in scene "da film" rispetto a ciò che accade nella vita vera.
Ps. Per inciso qui Joel/Paul Rudd capisce subito qual è quel particolare che solo Molly/Amy Poehler sa di aver cambiato...


Box Office: /
Consigli: Un ottimo cast (Rudd, Poehler, Cobie Smulders, Christopher Meloni, Max Greenfield, Bill Hader, Ellie Kemper, Jason Mantzoukas, Melanie Lynskey, Ed Helms, Jack McBrayer) per una pellicola che è una scusa per prendere in giro tutte quelle favole romantiche che il cinema ci ha raccontato in tutti questi anni. Se amate il genere commedia romantica e trasudate amore stereotipato da tutti i pori non credo che questo sia il titolo giusto per voi... Sì, è vero, l'amore trionfa anche qui, ma non esattamente come nella maniera "standard". Simpatico, strambo e dissacrante può andare a genio sia a chi non ama le romantic comedies, sia a chi apprezza le parodie. La coppia di protagonisti è perfetta e, in fin dei conti, adorabile.
Parola chiave: Negozio di caramelle.

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Bengi

lunedì 30 novembre 2009

Film 22 - L'esercito delle dodici scimmie

Cosa potevo iniziare a guardare alle 23:30 di ieri notte? Solo qualcosa di strano. Dopo una domenica all'insegna della produzione video (maledetto CNR!) volevo stendermi sul divano per godermi in pace un film. Ma non un film qualunque! Ci voleva qualcosa di a) mai visto prima b) potenzialmente figo c) accattivante e possibilmente che mi avesse sempre attirato. Sfogliando i vari dvd casalinghi... l'ho trovato!

Film 22: "L'esercito delle dodici scimmie" (1995) di Terry Gilliam
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: No, ma scusa... sul serio? Cioè, dove sono le scimmie?!
Cavoli, che fregatura. Non tanto per il film in sé, ma per l'idea che ne avevo. Di questo film ho sempre sentito parlare, ma non ero mai riuscito a vederlo prima di ieri. E, dal titolo, pensavo fosse un qualcosa tipo "Il pianeta delle scimmie" (dove tra l'altro, a mio avviso, Tim Burton ha toppato di brutto volendone fare un remake) e, invece, non c'entra proprio niente! In pratica in due ore ho visto distruggersi tutte le mie lucubrazioni a riguardo! E, infatti, non solo niente scimmie, ma nemmeno niente dominazione delle scimmie, niente supremazia animale sull'uomo, nessuna inversione del mondo come lo conosciamo. Anzi, mi correggo, l'inversione c'è, ma non si vede (in pratica). Sappiamo che dal 1996 in poi un virus costringerà gli umani sopravvisutigli a vivere sottoterra, lasciando la flora a dominare la superficie. Più che un dato di fatto, la prenderei come metafora. Muoiono 5 miliardi di persone e le rimanenti devono nascondersi per sopravvivere, la natura regna e l'uomo è sconfitto. Preso atto di tutto ciò, rimane un film dalla trama complessa, ingarbugliata dal montaggio ad hoc. Per spiegarmi meglio si potrebbe dire che questo film è un po' l'antenato di "Lost": dal presente si torna al passato, senza poterlo modificare, e la mente deve compiere un grandissimo sforzo per non cedere alla pazzia. Il protagonista Bruce Willis viaggia a ritroso nel tempo, ma fatica a non pensare di non essersi immaginato una realtà parallela. Come fa a essere certo che il passato non sia il presente? Del resto, però, ha dei ricordi, che crede essere sogni, di quello che si scoprirà essere il suo futuro. Perchè? Perchè da bambino ha assistito alla sua morte senza saperlo. Il presente (o futuro?) contamina il passato influenzandone certi aspetti. Affascinante! Ammetto che all'inizio del film non ci capivo una mazza. Mi sforzavo di dare un senso alla trama dopo 10 minuti di film. Sbagliato! Dovevo aspettare. Così mi sono arreso a rimanere spettatore passivo degli eventi e, alla fine, tutto il casino si è risolto da solo. Insomma, mi è piaciuto. Sotto certi aspetti, tra l'altro, potremmo ri-definire questo film come "L'esercito delle dodici chiappe", visto che sia Bruce che Brad Pitt mostrano il sedere a più riprese. Quest'ultimo, poi, mi pare abbia sempre un occhio più grande dell'altro! Solo una mia impressione? Oppure un trucco di scena per farlo sembrare ancora più fuori di testa? Però devo dire che è stato bravo, mi ha ricordato una certa mimica da Joker di Heath Ledger, un pizzico di follia alla Jack Nicholson. Dunque mi sembra meritato il Golden Globe vinto e la nomination all'Oscar. Meno meritata, invece, la nomination per i costumi che, sinceramente, non mi sono sembrati così straordinari. Ma si sa, quando non c'è di meglio anche la mediocrità prende valore. Ma non parliamo di politica...
Visto a un'ora tarda della notte, questo film è riuscito a trasmettermi bene una certa inquietudine, anche grazie alla voce misteriosa che chiama Bruce Bob anche se in realtà lui si chiama James. L'atmosfera cupa, nebbiosa, quasi da horror mi ha fatto pensare ad un altro film di Gilliam di qualche anno fa: "I fratelli Grimm e l'incantevole strega". Mi aspettavo un film 'per tutti' e, invece, morti schiacciati, sangue, baruffe e atmosfere dark. Sorpresa gradita di quei film che etichetti in un modo prima di vederli e poi ti sorprendono cambiando totalmente le carte in tavola una volta che li vedi.
Qualche nota finale. Gilliam è regista di una miriade di film. Oltre ai già citati ci sono "Le avventure del Barone di Munchausen", "Monty Python", "La leggenda del re pescatore", "Paura e delirio a Las Vegas" e "Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo". In quest'ultimo film - tra l'altro famoso perchè ultimo di Heath Ledger - recita Christopher Plummer, presente anche ne "L'esercito delle dodici scimmie" quale padre scienziato di Bradi Pitt. Infine, c'è anche David Morse, attore dal viso noto, ma dal nome sconosciuto ai più: è quasi sempre il cattivo in film come "Disturbia, "Dancer in the Dark", "Il miglio verde", "Pazzi in Alabama", "Contact", ecc. Qui, però, è in versione capellone rosso un po' nerd.
Consigli: Predisposizione all'elasticità mentale: qui il tempo è questione di punti di vista!
Parola chiave: Mi avete mandato nell'anno sbagliato.



#HollywoodCiak
Bengi