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giovedì 7 ottobre 2021

Film 1834 - The Thing

Intro: Non che avessi intenzione di vedere questo film, ma ero ospite a casa di Emi e Miguel, la tv era accessa e ci siamo messi a guardarlo...

Film 1834: "The Thing" (2011) di Matthijs van Heijningen Jr.
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Eric, Miguel
In sintesi: non ho visto l'orginale di Carpenter - che so essere cult - quindi bisogna dire che partissi "svantaggiato" nei confronti della storia. In ogni caso, quello che ho visto qui è solo un prodotto banale e irrilevante che sicuramente non rende giustizia al primo film.
Cast: Mary Elizabeth Winstead, Joel Edgerton, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Ulrich Thomsen, Eric Christian Olsen, Trond Espen Seim, Kristofer Hivju.
Box Office: $31.5 milioni
Vale o non vale: Banale e privo di alcunché da dire, questo prequel di "The Thing" non aggiungerà niente alle vostre filmografie horror e/o scifi. C'è di meglio.
Premi: /
Parola chiave: Denti.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 30 settembre 2016

Film 1218 - Suicide Squad

Ammetto che non smaniassi per vederlo, ma effettivamente bisognava farsi un'idea su quello che era uno dei titoli più attesi non solo di questa estate, ma di tutto il 2016.

Film 1218: "Suicide Squad" (2016) di David Ayer
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Due impressioni convivono nel mio giudizio relativamente a questa pellicola. La prima è che, visto tutto il marasma mediatico che si è venuto a creare, "Suicide Squad" non è poi così terribile come in molti hanno sentenziato; la seconda è che, per essere un film da 175 milioni di dollari, con un cast fantastico ed avendo un franchise avviato alle spalle, "Suicide Squad" è un film insufficiente e forse un po' inutile.
La DC Extended Universe è al suo terzo appuntamento cinematografico, dunque ci può stare che la rotta intrapresa necessiti di essere rivista di titolo in titolo e anche se sì, un miglioramento rispetto al precedente, pesantissimo Batman contro Superman c'è stato, non siamo comunque di fronte ad un titolo in grado di mantenere le enormi aspettative generate dall'incessante campagna promozionale.
Non basta promettere per l'ennesima volta l'appuntamento con i prossimi supereroi (di nuovo Batman, poi The Flash e Aquaman), come non basta affidare tutto l'aspetto comico a Harley Quinn (Margot Robbie) o calcare la mano sulla pericolosità di tutti gli individui chiamati in causa (quando poi nel finale si rinsalda la tradizione dei soliti cliché) o fare leva sulla loro irresistibile, violenta follia: la storia non riesce comunque a presentarsi come qualcosa di unitario e coeso, né ad allontanare un certo senso di incompletezza.
Già dalla presentazione dei vari, troppi personaggi ci si accorge che non c'è unità. Ognuno ha un suo universo, una sua storia e un suo racconto di cui, però, qui è presentato solo l'elemento funzionale alla vicenda; è come se ognuno restasse nella gabbia in cui era rinchiuso e anche se di fatto ne uscirà, la sensazione è che rimangano confinati in una propria dimensione non coesa alle altre. Questo aspetto si riflette inevitabilmente sulla storia che, dunque, non solo non amalgama, ma in aggiunta non approfondisce nulla. Rimaniamo sulla superficie e assistiamo più che altro ad uno sfoggio molto gratuito di una certa auto-conclamata violenza. Della serie: sì, ok, siete molto, molto cattivi. E quindi?
In aggiunta - e nel caso di un film così pop e alla ricerca di iconicità non è poco - la regia non riesce a consegnare un'esperienza indimenticabile. Ci sono gli effetti speciali e le prodezze dei personaggi per stupire chi guarda, ma non la visione di chi ha diretto. In questo senso credo si noti ampiamente la differenza tra l'ultimo prodotto di Zack Snyder (i titoli di testa di "Batman v Superman: Dawn of Justice" sono davvero belli) e quello qui proposto da Ayer. Ed è davvero un peccato perché in fin dei conti una visione e una rappresentazione più audaci avrebbero sicuramente aiutato a migliorare il risultato finale. A proposito di questo, tra l'altro, mi sento di dire senza timore di ripercussioni (ahah!) che "Suicide Squad", per tutta una serie di motivi di cui forse gli effetti speciali sono il più rappresentativo, mi ha ricordato l'ultimo "Ghostbusters". Il che non è necessariamente un bene: dove per le acchiappafantasmi non era richiesto un eccesso di realismo (giocando più che altro su comicità, effetto nostalgia e una rappresentazione dei vari mostri quasi da cartone animato), qui la legittimazione di un universo malavitoso, pericoloso e violento passava anche attraverso la scelta di stile che, a mio avviso, tradisce una certa incoerenza tra messaggio trasmesso e risultato finale presentato. Cara Delevingne sembra una bambolina vodoo indemoniata, ma a conti fatti non fatico ad immaginarmela fianco a fianco con Slimer.
Ciò detto, per quanto la delusione ci sia stata (ma me l'aspettavo, forse è questa la differenza), ho trovato comunque godibile l'esperienza. No, non mi ha esaltato come non sono rimasto particolarmente folgorato dall'interpretazione di Jared Leto - che ritengo un po' sopravvalutato -, ma in ogni caso è almeno una storia su qualcosa di buono. Gli antieroi che si aggiudicano un film tutto loro facendo i cattivi e sono perfino visti in chiave positiva sono pochi, per cui ogni tanto fa piacere cambiare punto di vista. Che poi si tradiscano a metà è un'altra cosa...
In definitiva, comunque, "Suicide Squad" è il classico così così: non ti ha soddisfatto, ma non puoi nemmeno dire che sia stato tutto tempo perso.
Film 658 - L'uomo d'acciaio
Film 1127 - Batman v Superman: Dawn of Justice
Film 1128 - Batman v Superman: Dawn of Justice
Film 1218 - Suicide Squad
Film 2042 - The Suicide Squad
Film 1392 - Wonder Woman
Film 1640 - Wonder Woman
Film 1708 - Aquaman
Film 1459 - Justice League
Film 2019 - Zack Snyder's Justice League
Cast: Will Smith, Jared Leto, Margot Robbie, Joel Kinnaman, Viola Davis, Jai Courtney, Jay Hernandez, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Ike Barinholtz, Scott Eastwood, Cara Delevingne, Ben Affleck, Ezra Miller, Karen Fukuhara, Adam Beach, Jim Parrack, Common, David Harbour.
Box Office: $731.3 milioni
Consigli: Si poteva certamente fare di più. In ogni caso è film che si lascia guardare, pur non adatto a tutti i palati. Scurrile, violento e certamente molto blockbuster (anche se forse è più il secondo tempo che si adatta ai canoni), "Suicide Squad" carica chi guarda di aspettative e proposte sovversive, per poi piegarsi ai classici dettami mainstream. Da questo punto di vista è certamente un'occasione persa. Poi capisco che per i fan della DC Comics sia grasso che cola...
Parola chiave: Sconto sulla condanna.

Se ti interessa/ti è piaciuto

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 12 maggio 2016

Film 1138 - Zona d'ombra - Una scomoda verità

Negli Usa uscito a Natale, da noi il 21 aprile... Ho dovuto attendere un po' per vederlo, ma alla fine ce l'ho fatta!
Film 1138: "Zona d'ombra - Una scomoda verità" (2015) di Peter Landesman
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Parte della contestazione riassunta nell'hashtag #OscarsSoWhite è cominciata qui, con questa pellicola e il suo protagonista escluso dall'Academy. Non è stato tanto Will Smith a iniziare la bagarre quanto sua moglie che, arrabbiata per l'esclusione del consorte e di ogni altro attore che non fosse caucasico dalle cinquine attoriali, ha proclamato pubblicamente non solo la sua indignazione, ma anche il boicottaggio alla cerimonia 2016.
Premesso che dal mio punto di vista non dovrebbe essere il colore della pelle a garantire la presenza di un attore nelle nomination all'Oscar o di qualunque altro premio, rimane il fatto che forse in questo caso un minimo di attenzione in più per il buon lavoro fatto dal sempre soddisfacente Smith poteva essere concesso.
Il film in sé non presenta nessun elemento così indimenticabile da risultare degno di una menzione particolare - pur attestandosi tutto su un ottimo lavoro svolto con evidente professionalità -, ma la forza del suo protagonista e del ritratto che ne viene fatto vale certamente le due ore di visione. Manca forse un po' di quella magia finale che ci si aspetterebbe nel momento in cui l'obiettivo di tutta la storia viene raggiunto, ma da come è impostata qui la storia, il contegno e una certa visione sottotono sono in linea con il risultato d'insieme.
Bene, insomma, "Concussion" è un biopic interessante che mischia la storia personale del Dott. Bennet Omalu con l'elemento sportivo, portando alla luce la verità che il titolo originale fa sottintendere: commozione cerebrale, colpo o trauma le traduzioni proposte dal vocabolario - prontamente eliminate dalla titolazione nostrana - che rimandano immediatamente a dove la storia andrà a parare. Si tratta, infatti, dei violenti colpi alla testa subiti dai giocatori professionisti di football americano e delle loro conseguenze sulle persone nel lungo periodo. Il dottore farà presente le sue scoperte in merito alla National Football League che, come è ovvio aspettarsi, farà di tutto per insabbiare la cosa (le sigarette vi dicono niente?).
Dunque una trama vera e avvincente, un protagonista non convenzionale e un tema scomodo, tutti elementi che avrebbero potuto decretare la fortuna di questa pellicola insieme al fatto che il protagonista è nientemeno che Will Smith, solitamente abituato ad incassi stellari al botteghino; i film sportivi, poi, in America vanno moltissimo. In realtà "Concussion" ha incassato pochino in patria come all'estero e nemmeno la polemica innescata da Jada Pinkett Smith ha favorito un interesse nei confronti della pellicola. In tutta onestà il risultato finale non è male e Smith è bravo; come dicevo all'inizio manca tutto un po' di vitalità, di sprint, ma penso sia da imputare al carattere stesso del personaggio, così sensibile e delicato nel porsi agli altri e alle questioni che gli si sottopongono. In questo si potrebbe dire che la storia rifletta bene il protagonista che ritrae. Non so se sia per tutti un valore aggiunto, ma di sicuro è apprezzabile.
Ps. Candidato ai Golden Globes per il Miglior attore drammatico.
Cast: Will Smith, Alec Baldwin, Gugu Mbatha-Raw, Arliss Howard, Paul Reiser, Luke Wilson, Adewale Akinnuoye-Agbaje, David Morse, Albert Brooks, Mike O'Malley, Stephen Moyer.
Box Office: $47.5 milioni
Consigli: In tutta onestà il film non è male. Forse rimane troppo statico nel finale, ma il risultato generale è buono, godibile e interessante. Smith è credibile, bravo e ci si appassiona al suo personaggio, così lontano dai canoni contemporanei cui siamo abituati. Insomma, una chance a "Zona d'ombra" si può dare tranquillamente.
Parola chiave: Autopsia.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 26 settembre 2014

Film 774 - The Bourne Identity

Ho comprato a Rimini il cofanetto con tutti e 4 i film della saga, prontissimo a saperne di più su questo agente segretissimo...

Film 774: "The Bourne Identity" (2002) di Doug Liman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: A parte l'elevato numero di film prodotti in proposito, tra cui una specie di reboot nel recente 2012, non sapevo molto su Jason Bourne e le sue disavventure. Wikipedia Italia lo definisce 'sicario di professione' e, in effetti, è decisamente addestrato per uccidere. Peccato che in questo film, colpa un'amnesia totale, non sappia di esserlo.
Lo scoprirà, infatti, man mano che la storia procede, cercando di rimettere insieme i pezzi di un passato che, tassello dopo tassello, ci rivela le capacità distruttive di questa sorta di agente segreto ormai ribelle e in fuga da una CIA che è assolutamente decisa ad eliminarlo, dopo il fallimento della missione che gli era stata affidata e dove, di fatto, Bourne perde la memoria (e finisce in mare, punto d'inizio della pellicola).
Affascinato come sono dagli ultimi tre 007 con Daniel Craig, violenti ma di classe, non posso dire che questo "The Bourne Identity" mi abbia colpito per le stesse motivazioni. Matt Damon fa bene il suo lavoro, ma le atmosfere e il carisma non sono paragonabili. Sembra che Bourne sia sempre costretto ad aggirarsi per un purgatorio che è il suo limbo personale, legato ad un passato di sangue che torna a perseguitarlo ora che ha avuto la sua occasione di redenzione (e amore) grazie alla casuale amnesia. Questo gioco alla fuga perenne - durante la quale saranno moltissimi a cadere - ammetto che mi ha affascinato all'inizio e un po' stancato nel complesso (vale anche per tutti gli altri episodi della saga). Certamente di piglio più realistico dei vari James Bond, eppure meno soddisfacente. O, almeno, io ho pensato questo una volta apparsi i titoli di coda.
Ps. Svariati volti noti in ruoli minori: Clive Owen, Brian Cox, Adewale Akinnuoye-Agbaje ("Oz", "Lost"), Gabriel Mann ("Revenge"), Julia Stiles, Orso Maria Guerrini.
Box Office: $214,034,224
Consigli: Bourne 1 è interessante per la sua costruzione, nel senso che noi, come il suo protagonista, ci troviamo a non saperne niente su identità ed origini. Giriamo con lui alla cieca per l'Europa ed il mondo alla ricerca di risposte, schivando proiettili e guidando all'impazzata per le strade di qualche capitale (mi ha ricordato "The Italian Job"). Non è male, è molto asciutto e privo di fronzoli: chiunque, tranne Jason, è assolutamente sacrificabile, il che rende la trama un pelo più imprevedibile del solito. La mancanza totale di qualsivoglia aspetto glam la rende una saga leggermente atipica per una produzione americana, il che potrebbe piacere a chi non ama troppo i canoni hollywoodiani di 'rimaneggio' della realtà. Tutto sommato godibile.
Parola chiave: Treadstone.

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Bengi

lunedì 10 marzo 2014

Film 679 - Pompei

Ennesimo ingresso gratuito con la 3: per certi film non sono disposto a pagare il prezzo del biglietto.

Film 679: "Pompei" (2014) di Paul W.S. Anderson
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Come era ampiamente immaginabile, questo "Pompei" (con aggiunta di una seconda 'i' finale nella versione originale) è una pellicola banale ed estremamente superficiale, interessata solamente a racontare la spettacolarità di un evento drammatico attraverso l'(ab)uso di effetti speciali nemmeno troppo ben riusciti.
Nonostante un budget imbarazzante di 100 milioni di dollari - che, affidati all'incapacità congenita del regista Paul W.S. Anderson, equivalgono ad un furto - l'obiettivo del film non va davvero oltre il raccontare la fiaba di Milo/Kit Harington, novello "gladiatore" 2.0 sacrificato all'estetica da fumetto alla "300", col risultato di essere la versione povera di entrambi, e la brutta (spacciata per bella) Emily Browning, le cui orecchie a sventola sono le uniche vere protagoniste nelle scene del suo personaggio, Cassia. I due amanti, insieme, sono piuttosto mal assortiti sia per l'evidente disparità di bellezza sia a causa dell'irrilevanza internazionale di lei rispetto alla carriera certamente più avviata di Harington (grazie a "Il trono di spade").
Il contorno di personaggi che ruotano attorno alle vicende della coppia si compone di alcuni nomi anche conosciuti, tra cui Kiefer Sutherland - qui molto cattivo -, Carrie-Anne Moss - qui molto buona - e Adewale Akinnuoye-Agbaje ("Lost") di cui solo quest'ultimo rappresenta un elemento apprezzabile. Non certo per una questione di novità del personaggio, ma semplicemente perché Akinnuoye-Agbaje riporta nel personaggio di Atticus (classica spalla del protagonista, che prima lo sfida, ma poi ne diventa fedelissimo amico) tutta l'onestà di chi non poteva essere meglio impiegato in un ruolo del genere. Il risultato, quindi, seppure basso a causa di una pessima sceneggiatura, risalta comunque grazie all'attore.
Nel complesso direi che "Pompeii" non è niente di diverso da ciò che mi aspettavo e, in questo, l'approccio è apprezzabile. Voleva essere una boiata di serie B spilla-soldi e il risultato è quello. Ciò che non funziona e, al contempo, mi sconvolge è che per produrre un risultato così piatto ci sia voluto un tale esborso monetario. Nonostante un budget più basso del 30%, lo stesso discorso vale anche per "Hercules - La leggenda ha inizio", altro esempio di produzione cinematografica con l'unico scopo di racimolare soldi dagli spettatori. Nonostante la distanza tematica di questi due esempi, per tutti è due è evidente la bassa qualità su tutti i fronti (anche se "Pompeii" è più riuscito).
Insomma, Paul W.S. Anderson dimostra nuovamente - dopo l'esempio più che esplicativo di "I tre moschettieri" - di non essere in grado di gestire una produzione ad alto budget, bruciando pathos ed azione in favore di una suggestione visiva che non solo non gli appartiene, ma non è nemmeno in grado di evocare.
Box Office: $78,168,000 (ad oggi)
Consigli: Se si cerca disimpegno, una trama al limite del limite della sufficienza, ricolma di cliché, buonismo e stereotipi facili, questo è un esempio in pompa magna di ciò che la cultura di massa è in grado di creare con l'unico fine del profitto.
Parola chiave: Vesuvio.

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Bengi