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giovedì 19 giugno 2025

Film 2363 - Gladiator

Intro: The first week in Lanzarote was all about relaxing and recharging (but also working, because yes, we went there to work from abroad while enjoying more favourable weather than the Irish one). So we watched quite a few movies during our first nights we spent at home.

Film 2363
: "Gladiator" (2000), Ridley Scott
Watched on: On the TV of the apartment
Language: English
Watched with: Niamh
Thoughts: I mean, talk about an iconic movie.
Not one of my favourite pictures of all time, but definitely one I enjoy watching, we decided to go with this one first between the many options available on Netflix because a) again, it's an iconic film, b) we just saw the sequel at the movies back in November. So to us it just made sense to go with the epic story of Maximus Decimus Meridius (Crowe) on his quest to venge his family brutally murdered by the jealous Commodus (Phoenix) after his father refuses to let him rule the empire and choses Maximus over him.
The drama is all there, Crowe and Phoenix are excellent in their respective roles and "Gladiator" just works: it's entertaining, well produced and acted and has an amazing soundtrack by Hans Zimmer.
Film 576 - Il gladiatore
Film 2363 - Gladiator
Film 2325 - Gladiator II
Cast: Russell Crowe, Joaquin Phoenix, Connie Nielsen, Oliver Reed, Derek Jacobi, Djimon Hounsou, Richard Harris.
Box Office: $465.5 million
Worth a watch?: Interesting movie, it's a good outing for a directorial debut. Zoë Kravitz has a clear point of view and the story has good plot twists, enough to keep the viewer constantly engaged. Not an easy watch.
Awards: "Gladiator" won 5 Oscars (Best Picture, Actor for Russell Crowe, Visual Effects, Sound, and Costume Design) and was nominated for an additional 7 (Best Director, Original Screenplay, Supporting Actor for Joaquin Phoenix, Original Score, Cinematography, Art Direction, and Editing). It won the Golden Globe for Best Motion Picture – Drama and Best Original Score – Motion Picture and was nominated for Actor (Crowe), Director, and Supporting Actor (Phoenix). At BAFTA it won Best Film, Cinematography, Production Design, and Editing over 14 overall nominations (including Best Direction, Original Screenplay, Actor in a Leading Role, Actor in a Supporting Role). It was nominated for 1 Grammy Award for Best Score Soundtrack Album for a Motion Picture, Television or Other Visual Media. 6 nominations at the MTV Movie + TV Awards and 1 win for Best Movie.
Key word: Afterlife.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 6 dicembre 2024

Film 2326 - Gladiator II

Intro: Il sequel di cui non sapevo di avere bisogno? C'era un unico modo per scoprirlo...

Film 2326: "Gladiator II" (2024) di Ridley Scott
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Michael, Niamh, Debbi, Elias
In sintesi: considerato che gli ultimi film di Ridley Scott non mi hanno esttamente entusiasmato, ammetto che non nutrissi grandi speranze per il sequel di "Gladiator". Forse anche grazie alle mie basse aspettative, devo dire che tutto sommato il film mi è piaciuto.
No, "Gladiator II" non è all'altezza del suo predecessore, ma questo non significa che non riesca comunque a veicolare la giusta dose di spettacolo e intrattenimento. Ci sono tante cose di questa pellicola che non funzionano, ma quelle che invece sono fatte a dovere aiutano a mitigare un risultato finale che, di fatto, per me è stato positivo.
Partiamo da quello che non va: Lucius Verus Aurelius (Paul Mescal) è uno strano protagonista. È carismatico e sicuramente ben interpretato da Mescal, ma a mio avviso a livello narrativo certe cose non tornano. La storia non ci mostra praticamente mai quali siano le sue dosi di guerriero se non all'inizio del film: noi spettatori sappiamo quello di cui è capace, ma gli altri protagonisti no. Eppure, una volta nell'arena del Colosseo, tutti gli altri gladiatori si affidano alla guida di Lucius senza battere ciglio. L'ho trovato un po' semplicistico.
Un'altra cosa che mi ha confuso del protagonista è il suo iniziale rifiuto a riconoscersi quale figlio di Lucilla (Connie Nielsen): inizialmente dice di non essere il bambino che abbiamo visto nel primo film, poi però improvvisamente cambia idea e fa pace con la madre. Niente di tutto quello che porta a questo cambiamento di atteggiamento viene spiegato dalla storia e, improvvisamente, Lucius e Lucilla sono madre e figlio come un tempo.
Stessa cosa dicasi per l'iniziale voglia di vendetta di Lucius nei confronti del generale Acacius (Pedro Pascal): prima lo vuole morto, poi improvvisamente si alleano e combattono insieme.
Il secondo grande problema che ho avuto con questa storia sono i 3 anatagonisti, ovvero i due imperatori pazzi Geta (Joseph Quinn) e Caracalla (Fred Hechinger) e, più avanti nel racconto, Macrinus (Denzel Washington). I primi sono totalmente inutili in termini narrativi dato che aggiungono poco e niente agli avvenimenti racconti; inoltre non mi è piaciuta la recitazione eccessiva e sopra le righe per cui i due attori (e il regista, mi immagino) hanno optato. Per quanto riguarda Macrinus, certe scelte recitative di Washington mi hanno lasciato un po' perplesso, ci sono una marea di pose e gesti estremamente teatrali che mi hanno distratto dalle varie scene in cui è presente l'attore.
Detto questo - lo so che sembrano una marea di critiche, ma sono solo cose che ho notato durante la visione - rimane il fatto che "Gladiator II" offre una buona dose di intrattenimento spettacolare, anche grazie a tutta una serie di scene di combattimento che sicuramente non mancano di impressionare. Mi rimane ancora il dubbio di come abbiano fatto i romani nel 200 AC a portare degli squali vivi fino al Colosseo, ma a un certo punto bisogna abbracciare quella sospensione dell'incredulità che ci consente di gustare storie di finzione come questa.
Aggiungo che ho trovato Paul Mescal adatto alla parte, nonché un buon protagonista in generale e mi fa piacere vedere il suo talento riconosciuto a livello internazionale in un blockbuster come questo. È stato piacevole anche ritrovare Connie Nielsen, un'attrice dall'inequivocabile fascino che, però, fatica a trovare maggiore spazio in quello che è il cinema mainstream moderno.
Nota finale per Ridley Scott che, a 87 anni compiuti, non smette di appassionare gli spettatori grazie ai suoi titoli cinematografici.
Film 576 - Il gladiatore
Film 2363 - Gladiator
Film 2325 - Gladiator II
Cast: Paul Mescal, Pedro Pascal, Joseph Quinn, Fred Hechinger, Lior Raz, Derek Jacobi, Connie Nielsen, Denzel Washington.
Box Office: $327.3 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: I fan dell'originale dovrebbero apprezzare. C'è meno coesione narrativa rispetto al primo film, ma il risultato finale è comunque godibile e gli effetti speciali aiutano a creare uno spettacolo cinematografico che intrattiene. Belli i costumi, ma la fotografia è un po' troppo "carica" (saturazione a gogo e spinta particolarmente marcata del nero, una caratteristica che ho riscontrato in altri lavori recenti di Scott, come "Prometheus", "Exodus: Gods and Kings", "Alien: Covenant", "All the Money in the World", "House of Gucci" e "Napoleon", tutti a firma del direttore della fotografia Dariusz Wolski).
Premi: /
Parola chiave: Mano che tocca la sabbia.
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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 10 marzo 2014

Film 679 - Pompei

Ennesimo ingresso gratuito con la 3: per certi film non sono disposto a pagare il prezzo del biglietto.

Film 679: "Pompei" (2014) di Paul W.S. Anderson
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Come era ampiamente immaginabile, questo "Pompei" (con aggiunta di una seconda 'i' finale nella versione originale) è una pellicola banale ed estremamente superficiale, interessata solamente a racontare la spettacolarità di un evento drammatico attraverso l'(ab)uso di effetti speciali nemmeno troppo ben riusciti.
Nonostante un budget imbarazzante di 100 milioni di dollari - che, affidati all'incapacità congenita del regista Paul W.S. Anderson, equivalgono ad un furto - l'obiettivo del film non va davvero oltre il raccontare la fiaba di Milo/Kit Harington, novello "gladiatore" 2.0 sacrificato all'estetica da fumetto alla "300", col risultato di essere la versione povera di entrambi, e la brutta (spacciata per bella) Emily Browning, le cui orecchie a sventola sono le uniche vere protagoniste nelle scene del suo personaggio, Cassia. I due amanti, insieme, sono piuttosto mal assortiti sia per l'evidente disparità di bellezza sia a causa dell'irrilevanza internazionale di lei rispetto alla carriera certamente più avviata di Harington (grazie a "Il trono di spade").
Il contorno di personaggi che ruotano attorno alle vicende della coppia si compone di alcuni nomi anche conosciuti, tra cui Kiefer Sutherland - qui molto cattivo -, Carrie-Anne Moss - qui molto buona - e Adewale Akinnuoye-Agbaje ("Lost") di cui solo quest'ultimo rappresenta un elemento apprezzabile. Non certo per una questione di novità del personaggio, ma semplicemente perché Akinnuoye-Agbaje riporta nel personaggio di Atticus (classica spalla del protagonista, che prima lo sfida, ma poi ne diventa fedelissimo amico) tutta l'onestà di chi non poteva essere meglio impiegato in un ruolo del genere. Il risultato, quindi, seppure basso a causa di una pessima sceneggiatura, risalta comunque grazie all'attore.
Nel complesso direi che "Pompeii" non è niente di diverso da ciò che mi aspettavo e, in questo, l'approccio è apprezzabile. Voleva essere una boiata di serie B spilla-soldi e il risultato è quello. Ciò che non funziona e, al contempo, mi sconvolge è che per produrre un risultato così piatto ci sia voluto un tale esborso monetario. Nonostante un budget più basso del 30%, lo stesso discorso vale anche per "Hercules - La leggenda ha inizio", altro esempio di produzione cinematografica con l'unico scopo di racimolare soldi dagli spettatori. Nonostante la distanza tematica di questi due esempi, per tutti è due è evidente la bassa qualità su tutti i fronti (anche se "Pompeii" è più riuscito).
Insomma, Paul W.S. Anderson dimostra nuovamente - dopo l'esempio più che esplicativo di "I tre moschettieri" - di non essere in grado di gestire una produzione ad alto budget, bruciando pathos ed azione in favore di una suggestione visiva che non solo non gli appartiene, ma non è nemmeno in grado di evocare.
Box Office: $78,168,000 (ad oggi)
Consigli: Se si cerca disimpegno, una trama al limite del limite della sufficienza, ricolma di cliché, buonismo e stereotipi facili, questo è un esempio in pompa magna di ciò che la cultura di massa è in grado di creare con l'unico fine del profitto.
Parola chiave: Vesuvio.

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Bengi

lunedì 17 febbraio 2014

Film 670 - Hercules - La leggenda ha inizio

Il cinema gratis della 3 sembrerebbe una benedizione in questo periodo squattrinato. Eppure, visti i film in convenzione, non si direbbe proprio.

Film 670: "Hercules - La leggenda ha inizio" (2014) di Renny Harlin
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika, Luigi
Pensieri: Scoprendo solo ora che Gaia Weiss, la protagonista femminile di questo film, ha esordito sul grande schermo grazie all'immagino imperdibile "Bianca come il latte, rossa come il sangue" con Luca Argentero, capisco molte cose a proposito di "Hercules - La leggenda ha inizio".
Altro protagonista insieme a lei nei panni di solo muscolo umano è Kellan Lutz, famoso più che altro per aver preso parte a tutta l'imperdibile saga di "Twilight" e ad altre produzioni pseudo mitologiche come "Immortals", il cui apporto recitativo a questo ennesimo Hercules è pari a quello di Kristen Stewart nella sopracitata saga.
Purtroppo o per fortuna - per loro - l'orrore legato a questo franchise non è imputabile solo all'imbarazzante duo protagonista (che suscita le stesse emozioni dei dolori di stomaco successivi alla digestione di cibo avariato), ma è proprio un insieme di fattori totalmente negativi a decretare lo stato di shock nello spettatore ignaro di approcciarsi a siffatta boiata.
Gli effetti speciali sono degni di una barzelletta; la trama è qualcosa di inesistente e costantemente caratterizzata da buchi narrativi; il risultato finale è un prodotto ridicolo se si pensa che per produrlo sono serviti 70 milioni di dollari (palesemente irrecuperabili). Si scopiazza tutto e malissimo: non c'è lo stile personalissimo di "300", né il phatos de "Il gladiatore" e nemmeno la ludica spensieratezza delle avventure di "Scontro tra titani", nonostante le evidenti maldestre scopiazzature da ognuna di queste pellicole.
Un vero disastro.
Box Office: $35,025,559
Consigli: Non vale la pena di vederlo nemmeno con l'ingresso gratuito. Sciocco, mal recitato, brutto e privo di una benché minima impronta di originalità.
Parola chiave: Zeus.

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Bengi

mercoledì 28 agosto 2013

Film 576 - Il gladiatore

L'avevo visto al cinema più di 10 anni fa, senza che mi avesse esaltato particolarmente. Così ho deciso di dare a questo film un'altra possibilità.


Film 576: "Il gladiatore" (2000) di Ridley Scott
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sinceramente non sono mai stato un grande fan di questo film, né di Russell Crowe, il che in effetti mi ha per anni inibito nei confronti di quello che da molti è considerato un piccolo capolavoro del cinema moderno.
Settimana scorsa, però, ho avuto un momento di puro desiderio di full-immersion-antica-Roma e questo mi sembrava il titolo giusto per qualche ora di svago in compagnia di me stesso e un po' di effetti speciali (a memoria) ben fatti. Joaquin Phoenix, poi, è sempre bravo in qualsiasi ruolo reciti, perchè non rispolverare, quindi, la sua prima parte veramente famosa? E leporino fu.
"Gladiator" è certamente una pellicola che nel 2000 ha saputo stregare in molti con le sue scenografia grandiose, il fascino dell'Impero Romano e l'epicità di dialoghi e battaglie; chi, poi, non avrebbe amato la storia di riscatto e vendetta di Massimo Decimo Meridio?
Io, personalmente, ho gradito il packaging, ma di fatto rimango fedele alla mia idea originale: "Il gladiatore" è un blockbuster come un altro, nulla di speciale anche se genericamente ben fatto. Mi sembra si inquadri perfettamente con quella serie di pellicole che negli anni '90-'00 ha regnato agli Academy Awards nella categoria Miglior film, dove più che ai meriti artistici, si badava ad una serie di altre voci correlate: qualità tecnica (oltre alla statuetta più ambita, tutti questi film si portano a casa una valanga di altri premi 'minori'), popolarità e incassi (necessariamente molto alti). Si inseriscono in questa lista una decina di titoli:
Miglior film 1991 - "Balla coi lupi" (7 Oscar e $424,208,848 di incasso);
Miglior film 1995 - "Forrest Gump" (6 Oscar e $677,387,716 di incasso);
Miglior film 1996 - "Braveheart - Cuore impavido" (5 Oscar e $210,409,945 di incasso);
Miglior film 1997 - "Il paziente inglese" (9 Oscar e $231,976,425 di incasso);
Miglior film 1998 - "Titanic" (11 Oscar e $2,185,372,302 di incasso);
Miglior film 1999 - "Shakespeare in Love" (7 Oscar e $289,317,794 di incasso);
Miglior film 2000 - "American Beauty" (5 Oscar e $356,296,601 di incasso);
Miglior film 2002 - "A Beautiful Mind" (4 Oscar e $313,542,341 di incasso);
Miglior film 2003 - "Chicago" (6 Oscar e $306,776,732 di incasso);
Miglior film 2004 - "Il signore degli anelli - Il ritorno del re" (11 Oscar e $1,119,929,521 di incasso).
Dopo quest'ultimo titolo, qualcosa effettivamente è cambiato e i 3 fattori spesso determinanti la sorte di una pellicola che si considerasse la migliore del suo anno sono cambiati. Tra l'altro, sarebbe da notare come molti dei vincitori di quegli anni non fossero esattamente tra i prodotti artisticamente più di valore, quanto certamente tra i più significativi a rappresentare la loro annata. In quest'ottica si inserisce anche "Il gladiatore" che con i suoi 5 premi Oscar e un botteghino mondiale di $457,640,427, nell'edizione 2001 sconfisse rivali quali "La tigre e il dragone", "Erin Brockovich - Forte come la verità", Chocolat" e "Traffic" (solo per citare i compagni di cinquina).
E' da questo punto di vista che io considero il film di Ridley Scott, ovvero prendendolo in considerazione solo nella cornice di un fenomeno che ha certamente rappresentato un periodo di storia del cinema moderno, ma che di fatto non mi sembra abbia posto le basi di alcunché. Sia perché di fatto le inesattezze storiche svalutano il lavoro complessivo - molto rumore, in particolare, fecero gli errori di latino - sia perché non mi pare proprio si possa parlare di capolavoro.
Le strane luci utilizzate spesso sbiancano i volti degli attori e comunque vi è un lavoro discontinuo, secondo me, di fotografia che non inquadra precisamente lo stile che ci si era prefissi di seguire. La trama è pompata eccessivamente di coraggio, onestà, integrità e tutto ciò che di qualificante ed edificante si possa regalare ad un solo personaggio, retto e giusto, religioso e devoto alla famiglia, neanche fossimo all'apice del periodo della censura. E, sinceramente, Commodo/Phoenix avrebbe dovuto essere maggiormente valorizzato ed analizzato, concentrandosi sul suo disturbo, la morbosa relazione incestuosa con la sorella e la sua perversa natura (nonché fragilità) messa a nudo in qualche scena madre da strappare al granitico eroe tutto muscoli e grande virtù.
Anche perché, di fatto, una volta entrato nella prima arena, Massimo non farà altro che passarci tutto il suo tempo, sballottato da un campo di battaglia e l'altro. Una volta introdotta la sua nuova condizione di famoso gladiatore che sa come giocare con la folla, la storia procede lineare verso quello che sarà necessariamente l'epilogo e sono veramente pochissimi i colpi di scena che vengono architettati per infittire la trama. Peccato. Insomma, mi sono certamente goduto questa pellicola a cui non manca il dono dell'intrattenimento e di una certa visione spettacolare (le bighe sono indubbiamente figlie di "Ben-Hur"), ma tutto sommato continuo a non pervenire quella magia e quell'incanto che ho visto spesso negli occhi di chi mi ha parlato di questo film. Tutto sommato, diciamo, non mi sembra nulla più di un ben fatto blockbuster.
Film 576 - Il gladiatore
Film 2363 - Gladiator
Film 2325 - Gladiator II
Consigli: Il titolo più popolare della cinematografia di Russell Crowe che, in quel momento, era all'apice della sua carriera oltre che uno degli attori più pagati di Hollywood. Vale certamente la pena di dare una chance a questo titolo, anche solo per farsi intrattenere dalla spettacolarità di alcune delle scene di lotta tra gladiatori. A mio avviso, però, non si va molto oltre lo spettacolo puro. Quindi è un buon titolo per una serata in compagnia.
Parola chiave: Roma.

Trailer
#HollywoodCiak
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