Intro: Avevo letto buonissime recensioni e una certa indignazione per un mancato successo commerciale legato ad una campagna di marketing poco pressante. Curiosità.
Film 1817: "Booksmart" (2019) di Olivia Wilde
Visto: dalla tv di Eric
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: simpatico, fresco quanto basta, con un'ottima coppia di protagoniste, "Booksmart" si inserisce perfettamente in quel genere di pellicole indie che riescono a ritagliarsi una fetta di pubblico mainstream per una serie di ragioni. In questo caso direi che, al di là dei meriti artistici, parte dell'attenzione ricevuta derivi anche da quella ondata di positivo interesse per prodotti cinematografici a principale componente femminile: Olivia Wilde dirige, Emily Halpern, Sarah Haskins, Susanna Fogel e Katie Silberman scrivono, Kaitlyn Dever e Beanie Feldstein recitano.
In un mondo di risvegli di coscienza, movimenti e battaglie per diritti egualitari, l'attenzione dei media è stata in parte anche attratta da questo fattore, all'inizio dedicando particolare attenzione al sempre più numeroso numero di registe che riescono ad ottenere non solo buoni risultati al botteghino, ma anche una sempre maggiore considerazione e opportunità dai grandi studios (Kasi Lemmons con "Harriet", Lulu Wang con "The Farewell", Lorene Scafaria con "Hustlers", Nisha Ganatra con "Late Night", Greta Gerwig con "Lady Bird" e "Little Women", Patty Jenkins con "Wonder Woman" 1 e 2, Ava DuVernay con "Selma", "13th", "A Wrinkle in Time" e la serie "When They See Us", Sam Taylor-Johnson con "Fifty Shades of Grey", Elizabeth Banks con "Pitch Perfect 2" e "Charlie's Angels", per quanto il risultato di quest'ultimo sia stato disastroso) e successivamente per una certa dose di disinteresse relativamente a questo e ad alcuni dei film sopracitati da parte dei premi della Hollywood che conta (ad oggi solo 5 donne sono state candidate all'Oscar per la Miglior regia: Lina Wertmüller per “Pasqualino Settebellezze”, Jane Campion per “The Piano”, Sofia Coppola per “Lost in Translation”, Greta Gerwig per “Lady Bird” e Kathryn Bigelow per “The Hurt Locker”, la prima e unica ad aver vinto).
In tutto questo parlare e dibattere è finito in mezzo anche "Booksmart" che, vuoi o non vuoi, ha beneficiato di una certa visibilità che forse altrimenti non lo avrebbe spinto tanto in là al box-office (il film è costato $6 milioni). Con questo non voglio dire che sia un prodotto che non meriti il successo riscontrato, ma mi è parso che ci sia tanto di già visto nonostante il piacevole e godibilissimo risultato finale. Di amiche teenagers sfigate che realizzano troppo tardi che la baldoria senza conseguenze si può fare una volta sola nella vita, di quei racconti che ci fanno sentire bene, di quelle storie tanto americane quanto sopra le righe ne abbiamo già visti e ascoltati un bel po'; e non c'è niente di male in questo, semplicemente non confondiamo un buon risultato finale con un capolavoro.
Cast: Kaitlyn Dever, Beanie Feldstein, Jessica Williams, Lisa Kudrow, Will Forte, Jason Sudeikis, Billie Lourd, Skyler Gisondo, Maya Rudolph.
Box Office: $24.9 milioni
Vale o non vale: la storia funziona e le due protagoniste valgono da sole la visione del film che, nel suo complesso, non è male. Non particolarmente originale, ma comunque godibile e ben costruito. Una commedia del genere coming-of-age che si lascia guardare volentieri.
Premi: Candidato al Golden Globe per la Miglior attrice protagonista commedia o musical (Beanie Feldstein) e al BAFTA per la Miglior sceneggiatura originale.
Parola chiave: Malala.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1817: "Booksmart" (2019) di Olivia Wilde
Visto: dalla tv di Eric
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: simpatico, fresco quanto basta, con un'ottima coppia di protagoniste, "Booksmart" si inserisce perfettamente in quel genere di pellicole indie che riescono a ritagliarsi una fetta di pubblico mainstream per una serie di ragioni. In questo caso direi che, al di là dei meriti artistici, parte dell'attenzione ricevuta derivi anche da quella ondata di positivo interesse per prodotti cinematografici a principale componente femminile: Olivia Wilde dirige, Emily Halpern, Sarah Haskins, Susanna Fogel e Katie Silberman scrivono, Kaitlyn Dever e Beanie Feldstein recitano.
In un mondo di risvegli di coscienza, movimenti e battaglie per diritti egualitari, l'attenzione dei media è stata in parte anche attratta da questo fattore, all'inizio dedicando particolare attenzione al sempre più numeroso numero di registe che riescono ad ottenere non solo buoni risultati al botteghino, ma anche una sempre maggiore considerazione e opportunità dai grandi studios (Kasi Lemmons con "Harriet", Lulu Wang con "The Farewell", Lorene Scafaria con "Hustlers", Nisha Ganatra con "Late Night", Greta Gerwig con "Lady Bird" e "Little Women", Patty Jenkins con "Wonder Woman" 1 e 2, Ava DuVernay con "Selma", "13th", "A Wrinkle in Time" e la serie "When They See Us", Sam Taylor-Johnson con "Fifty Shades of Grey", Elizabeth Banks con "Pitch Perfect 2" e "Charlie's Angels", per quanto il risultato di quest'ultimo sia stato disastroso) e successivamente per una certa dose di disinteresse relativamente a questo e ad alcuni dei film sopracitati da parte dei premi della Hollywood che conta (ad oggi solo 5 donne sono state candidate all'Oscar per la Miglior regia: Lina Wertmüller per “Pasqualino Settebellezze”, Jane Campion per “The Piano”, Sofia Coppola per “Lost in Translation”, Greta Gerwig per “Lady Bird” e Kathryn Bigelow per “The Hurt Locker”, la prima e unica ad aver vinto).
In tutto questo parlare e dibattere è finito in mezzo anche "Booksmart" che, vuoi o non vuoi, ha beneficiato di una certa visibilità che forse altrimenti non lo avrebbe spinto tanto in là al box-office (il film è costato $6 milioni). Con questo non voglio dire che sia un prodotto che non meriti il successo riscontrato, ma mi è parso che ci sia tanto di già visto nonostante il piacevole e godibilissimo risultato finale. Di amiche teenagers sfigate che realizzano troppo tardi che la baldoria senza conseguenze si può fare una volta sola nella vita, di quei racconti che ci fanno sentire bene, di quelle storie tanto americane quanto sopra le righe ne abbiamo già visti e ascoltati un bel po'; e non c'è niente di male in questo, semplicemente non confondiamo un buon risultato finale con un capolavoro.
Cast: Kaitlyn Dever, Beanie Feldstein, Jessica Williams, Lisa Kudrow, Will Forte, Jason Sudeikis, Billie Lourd, Skyler Gisondo, Maya Rudolph.
Box Office: $24.9 milioni
Vale o non vale: la storia funziona e le due protagoniste valgono da sole la visione del film che, nel suo complesso, non è male. Non particolarmente originale, ma comunque godibile e ben costruito. Una commedia del genere coming-of-age che si lascia guardare volentieri.
Premi: Candidato al Golden Globe per la Miglior attrice protagonista commedia o musical (Beanie Feldstein) e al BAFTA per la Miglior sceneggiatura originale.
Parola chiave: Malala.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi