Visualizzazione post con etichetta Ben Mendelsohn. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Ben Mendelsohn. Mostra tutti i post

venerdì 13 novembre 2020

Film 1946 - Ready Player One

Intro: Avevo provato a vedere questo film già altre due volte senza mai andare oltre ai primi 10 mintui. Al terzo tentativo ce l'ho fatta!
Film 1946: "Ready Player One" (2018) di Steven Spielberg
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: era una vita che non vedevo un film di Spielberg che mi lasciasse pienamente, spensieratamente soddisfatto. E' vero che "Bridge of Spies" non è male, ma nemmeno una di quelle pellicole per cui mi strappo i capelli dalla voglia di rivedere. "Ready Player One", invece, è una perfetta avventura tutta effetti speciali e azione, vero e proprio videogioco che, specialmente nella prima parte di storia, non manca di lasciare colpiti. Già perché, diciamocelo, quando Spielberg vuole sa perfettamente come imbastire la narrazione perfetta.
In generale questo film potrebbe anche non avere una trama, tanto il punto della storia è godersi la realtà parallela del videogioco, le corse, le meraviglie date dalle infinite possibilità della realtà virtuale, comunque la sceneggiatura fa il suo dovere e intrattiene degnamente per le 2 ore e passa di durata. Diciamo che, pur non essendo il titolo perfetto (una marea di product placement e rimandi pop), "Ready Player One" è spassoso, colorato e vivace e mantiene le promesse del trailer. Il che non capita spesso, specialmente ultimamente.
Forse la produzione di "Doctor Sleep" si sarebbe dovuta ripassare "The Shining" da qui, quantomeno dal punto di vista del ritmo della narrazione...
Cast: Tye Sheridan, Olivia Cooke, Ben Mendelsohn, T.J. Miller, Lena Waithe, Simon Pegg, Mark Rylance, Philip Zhao, Win Morisaki, Hannah John-Kamen, Ralph Ineson, Susan Lynch.
Box Office: $582.9 milioni
Vale o non vale: Godibilissimo e spettacolare da vedere, questa pellicola punta tutto sulle immagini e fa centro. Titolo perfetto per tutta la famiglia per un momento di spensierata leggerezza che richiede divertimento facile. Vale la pena di giocare con "Ready Player One".
Premi: Candidato all'Oscar e al BAFTA per i Migliori effetti speciali.
Parola chiave: Easter Egg.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 25 giugno 2020

Film 1729 - Captain Marvel

Intro: Quando esce un nuovo Marvel, noi ci fiondiamo al cinema. Quando sei ad Auckland, però, aspetti di andarci il giorno in cui il film è in sconto (visto il prezzo), per cui mentre aspettavo di poter andare a recuperare questo film, avevo già sentito qualche opinione in proposito e non tutte positive.
Film 1729: "Captain Marvel" (2019) di Anna Boden, Ryan Fleck
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Karen, Lucas
In sintesi: vedendo questo film ricordo che ho pensato che fossi contento per Brie Larson che, dopo una serie di ruoli minori, poi un Oscar, poi la necessità di confermarsi quale star hollywoodiana, è riuscita a trovare un ruolo degno di essere interpretato (nonché estremamente mainstream e popolare).
"Captain Marvel" non è il miglior film dell'universo Marvel, ma è un film che funziona per diverse ragioni: la prima è sicuramente Larson che è perfetta per il ruolo; seguono diversi altri motivi tra cui annovero l'atmosfera retrò, il parallelismo con "Top Gun", il tono divertito e il ritmo che tiene per la maggior parte del film. Insomma, questa pellicola riesce nel non semplicissimo intento di continuare l'arco narrativo creato fino a questo punto, aggiungendo l'ennesimo nuovo punto di vista che deve andare a caratterizzare il nuovo personaggio introdotto, ma deve anche rispettare il canone fin qui veicolato con i titoli precedenti. A me pare che l'operazione sia decisamente riuscita.
Ps. Posso solo dire che il poster non mi piace?
Cast: Brie Larson, Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Djimon Hounsou, Lee Pace, Lashana Lynch, Gemma Chan, Annette Bening, Clark Gregg, Jude Law, Akira Akbar, Mckenna Grace.
Box Office: $1.128 miliardi
Vale o non vale: Due delle curiosità che hanno spesso catalizzato l'attenzione della stampa americana rispetto a questo film riguardano un paio di primati, che mi hanno lasciato un po' perplesso più che altro perché ad oggi sono conquiste che è ancora necessario sottolineare rispetto a un prodotto del genere. "Captain Marvel", infatti, è stato il primo titolo Marvel co-diretto (nemmeno diretto...) da una donna e il primo film con protagonista un supereroina ad abbattere il muro del miliardo di dollari di incasso al botteghino mondiale.
Non voglio fare di questo post uno statement, quindi mi limiterò a dire che, nonostante la rinfrescante ondata di inclusione e ampliamento di tematiche e punti di vista, se perfino nel proficuo mondo dei supereroi ci si deve ancora stupire che il genere del/la protagonista non sia rilevante siamo ancora decisamente in un grosso pantano.
Dovremo aspettare "Wonder Woman 1984" e "Mulan" per capire a che punto della questione siamo, nella speranza che le storie siano sufficientemente buone da valorizzare il prodotto finale affinché non ci si debba più stupire che, con una donna a portare tutta l'operazione commerciale sulle spalle, le probabilità di una hit commerciale è probabile quanto con un protagonista maschile. Nel frattempo, guardatevi "Captain Marvel" con spensieratezza: il film è fatto bene, Brie Larson è magnifica e perfetta nel ruolo e tutta l'operazione funziona.
Premi: /
Parola chiave: Emotions.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 6 settembre 2018

Film 1508 - Darkest Hour

Intro: E finalmente si entra nel vivo della stagione dei premi, con il primo titolo da recuperare in vista della stagione degli Oscar! E non mancavano le giuste ragioni...
Film 1508: "Darkest Hour" (2017) di Joe Wright
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: risultato finale buono, soprattutto grazie alle ottime performance di Oldman (impressionante) e Scott Thomas. Forse da questa pellicola mi aspettavo qualcosa di più, in ogni caso la storia è molto interessante e costruita attorno ad un personaggio magnetico, a tratti ambiguo, difficile spesso da inquadrare. E la sceneggiatura è capace di sottolineare l'imperfetta umanità del proprio soggetto protagonista dandone un ritratto sfaccettato e credibile quanto basta;
il vero neo di prodotti come questo è l'enorme dislivello tra la performance dominante, ovvero quella che andrà a vincere l'Oscar - cito solo altri tre casi identici: Forest Whitaker in "The Last King of Scotland", Julia Roberts in "Erin Brockovich", Philip Seymour Hoffman in "Capote" -, e il resto del prodotto, che perde di visibilità nei confronti di tutta l'attenzione guadagnata dall'attore in odore da premio. "Darkest Hour" non si sottrae all'equazione e, a fronte delle 6 candidature solo due vanno a segno, anche perché nessuno si sarebbe mai aspettato di vederlo trionfare nella categoria Miglior film, suppongo;
curiosamente si ricollega in parte alla trama del "Dunkirk" di Nolan, uscito lo stesso anno e competitor diretto del film di Wright agli ultimi Academy Awards. Entrambi, infatti, parlano di Churchill e del famoso discorso che il primo ministro pronunciò per spronare le forze armate del Regno Unito a scacciare l'esercito tedesco di Hitler ("We shall fight on the beaches");
tutto sommato un biopic che centra l'obiettivo di approfondire la figura pubblica e privata del famoso politico britannico, mettendone in luce le molteplici facce e sfaccettature; del resto a Wright non manca un buon occhio e una perspicace scelta dei soggetti dei propri film. Non è un capolavoro, ma funziona.
Cast: Gary Oldman, Kristin Scott Thomas, Lily James, Stephen Dillane, Ronald Pickup, Ben Mendelsohn.
Box Office: $150.2 milioni
Vale o non vale: Recitato molto bene, capace di incuriosire lo spettatore avvicinandolo non solo al personaggio, ma anche alle vicende storiche narrate, questo film funziona bene e sicuramente merita i riconoscimenti ricevuti durante la recente stagione di premiazioni. Da recuperare.
Premi: 2 Oscar vinti su 6 candidature (Miglior attore protagonista e trucco, stessi premi vinti anche ai BAFTA), un Golden Globe a Oldman
Parola chiave: Pace.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 30 gennaio 2017

Film 1290 - Rogue One

Finalmente! Finalmente! Finalmente!

Film 1290: "Rogue One" (2016) di Gareth Edwards
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Questa non è una recensione facile da fare. Ho atteso impaziente di vedere questo film, ne avevo una voglia matta e sono arrivato al cinema carico di speranze. Adoro "Star Wars" e mi piace come si stia rinnovando e rivedendo il franchise, rilanciandone le sorti e certamente anche per questo motivo ho dato per scontato che avrei sicuramente amato "Rogue One". Non è andata esattamente così.
La verità è che durante il primo tempo ho fatto fatica a stare sveglio. Anzi, credo di aver ceduto, per qualche istante. Perché l'inizio di questa storia ha due difetti: è lentissimo ed è preso troppo alla lontana. Forse una trama leggermente sforbiciata (in 2h e 13 minuti qualcosina si trovava) avrebbe aiutato ad ingranare da subito e anche se è ovviamente apprezzabile che si sia deciso di contestualizzare bene la storia, rivelandone scenari principali e non, mi è parso tutto un tantino esagerato, anche perché ci si concentra molto sulla parte antagonista (che francamente non è così interessante). Inoltre ho trovato i personaggi principali - robot compreso - inizialmente antipatici ad esclusione di Saw Gerrera (Forest Whitaker) che, invece, lo è sempre.
Il secondo tempo è quello che mi ha salvato la situazione. Avvilito dalle prime impressioni negative, ho trovato nello svilupparsi della storia motivo di conforto. Grazie ad una seconda parte che si perde meno in chiacchiere e passa ai fatti, "Rogue One" riesce comunque a fare centro. La tanto decantata ribellione comincia e quando si prendono le armi in mano, non ce n'è per nessuno. Gli effetti speciali spettacolari rendono l'azione e la guerra particolarmente efficaci, incalzate da una colonna sonora d'effetto. Nel finale, la scena della battaglia è davvero ben riuscita e anche se manca un po' il dinamismo piacevole di J.J. Abrams, va detto che le scene sono efficaci e realistiche, tanto che mi hanno ricordato veri e propri sbarchi, oltre che in un certo qual modo la regia spielbergiana di "Salvate il soldato Ryan". Insomma, non mancano le emozioni forti. Le quali, tra l'altro, sono anche garantite da un paio di personaggi riprodotti interamente attraverso la computer grafica: Grand Moff Tarkin (Peter Cushing) e la Principessa Leila (Carrie Fisher). Il punto non è tanto che Cushing sia morto nel 1994 e la Fisher sia prematuramente venuta a mancare proprio il giorno in cui ho visto questo film, quanto che la loro ricostruzione attraverso gli effetti speciali è posticcia e si vede. Leila appare solo giovanissima in un cameo, ma Grand Moff Tarkin è un personaggio della storia a tutti gli effetti e la sua presenza a fianco degli altri attori stona e distrae non poco durante tutta la visione. Non so se questa fosse l'unica soluzione praticabile, sicuramente non ha mancato di far discutere.
Questa problematica a parte, il risultato finale si salva in corner, ma per quanto mi riguarda non è stata una visione soddisfacente. Certo, nel mio giudizio c'è anche la delusione di non aver trovato ciò che mi aspettavo, motivo per cui sono sicuro che una seconda visione saprà in parte ribaltare la mia prima impressione non esattamente entusiasta. Sta di fatto che, secondo me, questo spin-off sia assolutamente più debole di quell'intricata storia che è tutto il mondo di "Star Wars". Ho apprezzato l'onestà di un finale che non ha paura di mettere in pratica l'estremo sacrificio e questo, su tutto, mi ha fatto propendere per un'opinione complessivamente positiva dell'ennesimo prodotto del franchise di Lucas, anche se con le riserve di cui sopra. Poi sì, mi aspettavo molto di più e, forse per questo, ci sono rimasto male.
Ps. Candidato a 2 premi Oscar 2017: Migliori effetti speciali e missaggio sonoro.
Film 15 - Star wars: Episodio I - La minaccia fantasma
Film 23 - Star wars: Episodio II - L'attacco dei cloni
Film 30 - Star wars: Episodio III - La vendetta dei sith
Film 37 - Guerre stellari: Episodio IV - Una nuova speranza
Film 41 - Star Wars: Episodio V - L'impero colpisce ancora
Film 50 - Star Wars: Episodio VI - Il ritorno dello Jedi
Film 1072 - Star Wars - Il risveglio della Forza 3D
Film 1080 - Star Wars - Il risveglio della Forza
Film 1469 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1595 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1816 - Star Wars: The Rise of Skywalker
Film 1290 - Rogue One
Film 1679 - Solo: A Star Wars Story
Cast: Felicity Jones, Diego Luna, Ben Mendelsohn, Donnie Yen, Mads Mikkelsen, Alan Tudyk, Jiang Wen, Forest Whitaker, James Earl Jones.
Box Office: $1.030 miliardi
Consigli: C'è tutto il mondo di "Star Wars", ma non si vede. o meglio sì, la saga è sempre ben presente per tutto il film, ma "Rogue One" mette ben in chiaro che, diversamente dall'ultimo episodio 7, qui le vicende e i personaggi sono altri. Da un lato sarebbe meglio così, non fosse che il risultato finale traballa fra un primo tempo letargico e un secondo adrenalinico e spettacolare, per una sommatoria che non è necessariamente una sufficienza su tutti i fronti. Colonna sonora di Giacchino in linea con quelle di Williams, pur mantenendo l'identità del suo creatore, effetti speciali galattici e una protagonista un po' antipatica, ma ben impersonata dalla brava Felicity Jones, qui affiancata da un cast multietnico come solo l'eterogeneo mondo di Lucas poteva partorire. Insomma, sulla carta è sempre la solita solfa, ma il risultato differisce di non poco. Piacerà a moltissimi, ne sono certo, ma io non ho vissuto la magia.
Parola chiave: Stellina.

Se ti interessa/ti è piaciuto

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 1 giugno 2015

Film 926 - Black Sea

Ero assolutamente intenzionato a non perdermi questo film al cinema e, appena ho potuto, mi sono fiondato in sala costringendo gli altri ad accompagnarmici!

Film 926: "Black Sea" (2014) di Kevin Macdonald
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Erika
Pensieri: Cosa succede quando metti insieme su un sottomarino un equipaggio tutto al maschile, metà inglese e metà russo, che non comunica e fatica ad attenersi agli ordini? E' quanto immagina "Black Sea", un buon titolo thriller capitanato da un Jude Law sufficientemente in forma per guidare questa operazione cinematografica.
Unico vero titolare della pellicola, Law interpreta il disperato capitano Robinson, appena licenziato dalla compagnia per cui lavorava come capitano di sommergibili per il recupero di relitti. In cerca di soldi e disponibile a tutto pur di non rimanere disoccupato, si imbarcherà letteralmente per una rischiosa avventura in fondo al mare, alla ricerca di un vecchio sottomarino tedesco della Seconda Guerra Mondiale che si vocifera essere pieno d'oro. Il punto è questo: per raggiungerlo serve l'equipaggio specializzato e il mezzo giusto, due elementi che metterà insieme a fatica. Come si diceva all'inizio, le difficioltà di comunicazione, unite ai pregiudizi e al carattere non esattamente colto dell'equipaggio saranno fatali per lo svolgimento della missione segreta, già complicata da svolgere anche senza problematiche collaterali.
Il fascino di questo "Black Sea" sta proprio nella natura claustrofobica di tutta l'idea, che mette in gioco una serie di componenti psicologiche capaci di attanagliare lo spettatore, rinchiuso all'interno del sottomarino come qualunque altro membro dell'equipaggio. Lungi dall'essere un elemento nuovo, l'ambientazione è comunque in grado di suscitare non poca ansia in chi guarda e, grazie ai colpi di scena, la storia riesce nel suo intento di essere di intrattenimento e al contempo carica di suspense.
Pur non essendo un capolavoro né il migliore nel proporre un racconto ambientato in fondo al mare ("Caccia a Ottobre Rosso" decisamente migliore), questo film porta comunque sullo schermo una storia piacevole da seguire nei suoi vari, catastrofici sviluppi e, alla fine della visione, non ci si pente di essersi imbarcanti per questa missione.
Box Office: $1,171,559
Consigli: L'incasso è misero e non se ne è sentito molto parlare nonostante il famoso protagonista e un plausibile appeal legato alla misteriosa storia e il "fascino sottomarino". Eppure questa pellicola non è male, racconta una storia godibile, con una buona serie di colpi di scena ed effetti speciali ben fatti. Non è un capolavoro, ma funziona, intrattiene bene ed è perfetta per una serata che abbia bisogno di qualche emozione in più.
Parola chiave: Tute di salvataggio.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi