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domenica 29 gennaio 2023

Film 2165 - Red Eye

Intro: Serata casalinga e alla ricerca di un thriller carino da guardare, mi torna in mente questa chicca...

Film 2165: "Red Eye" (2005) di Wes Craven
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: l'ho già visto miliardi di volte, ricordo perfettamente tutti i passaggi, ma "Red Eye" non manca mai di lasciarmi soddisfatto. Sarà che è ambientato su un aereo - pur non ricadendo nella categoria "disastri" - sarà che i protagonisti sono Rachel McAdams e Cillian Murphy, di fatto questo film di Wes Craven (!) per me è sempre una certezza.
Film 169 - Red Eye
Film 301 - Red Eye
Film 822 - Red Eye
Film 1945 - Red Eye
Film 2165 - Red Eye
Cast: Rachel McAdams, Cillian Murphy, Jayma Mays, Brian Cox, Jayma Mays, Jack Scalia.
Box Office: $96.2 milioni
Vale o non vale: Avventuroso, ben ritmato, claustrofobico e interpretato alla perfezione per il tipo di prodotto che è, "Red Eye" è la pellicola perfetta per spegnere il cervello e gustarsi (neanche un'ora e mezza) di intrattenimento duro e puro.
Premi: /
Parola chiave: Sea breeze.
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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 27 febbraio 2017

Film 1318 - Jackie

Da qui in avanti, per ben 6 titoli di fila, la mia rincorsa a raggiungere il numero maggiore di pellicole possibili in vista degli Oscar. Ormai i giochi sono fatti e sono riuscito a recuperarne abbastanza da potermi fare un'idea abbastanza indipendente di come potrebbe andare. Vedremo tra qualche ora cosa decreterà l'Academy!

Film 1318: "Jackie" (2016) di Pablo Larraín
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Poe
Pensieri: Nonostante critiche e opinioni sentite qua e là praticamente entusiaste, non posso davvero dire che "Jackie" abbia incontrato il mio gusto. E' una pellicola molto raffinata e confezionata con dovizia di particolari e una cura innegabile per ogni singolo elemento che ha provveduto alla composizione del risultato finale, ma a parte questo, quello che ho visto mi è parso confusionario e disomogeneo nei suoi continui flashback e nell'incessante mischiare fatti, interviste, materiale di repertorio, memorie, ecc. Più che un film sembra un mausoleo, un museo nostalgico dedicato alla Kennedy, un'icona che si intende ritrarre in uno dei suoi momenti più intimi (eppure più mediatico), sviscerandone comportamenti, atteggiamenti, dettagli. Non so se il film avrebbe ottenuto lo stesso successo senza la performance magnetica di Natalie Portman la quale, va detto, è molto brava, anche se a mio avviso non ha alcuna chance, come invece molti pronosticano e sperano, di aggiudicarsi la statuetta questa sera. Non solo perché di Oscar ne ha già uno - e fare il bis non è impresa da poco -, ma anche perché Emma Stone è la favorita della stagione e, da non sottovalutare, l'interpretazione in "Elle" di Isabelle Huppert ha riscosso non pochi premi importanti che hanno spesso oscurato la performance della protagonista di "Jackie".
Premiazioni a parte, la metamorfosi che la Portman subisce qui è inquietante, arrivando a cambiare completamente voce e ad assomigliare all'ex First Lady pur non somigliandole davvero. L'insieme di simile e diverso a volte è straniante; il ruolo, che è molto difficile, viene ben gestito dall'attrice che ne restituisce un ritratto molto forte e molto umano che scava al di sotto della figura di donna-mito che Jacqueline "Jackie" Kennedy ha assunto col passare del tempo. La storia si concentra su un momento che è ovviamente difficilissimo, evento storico epocale e la reazione della neo vedova è comprensibile, eppure per molti versi folle. Ed è sicuramente anche per quest'ultimo aspetto che ho trovato il personaggio antipatico e scontroso, comandante e diffidente e, al contempo, tutto l'opposto. Dunque una protagonista difficile da digerire, troppo autoritaria e snob, calata nella costante rappresentazione di un'immagine ad hoc di finta ingenua che mi ha lasciato più volte perplesso (per esempio in relazione al cambiamento radicale pre-omicidio rispetto al successivo momento dell'intervista). Non posso fare certo paragoni con la persona reale, quindi rimango legato all'impressione che ho dedotto dal film, ovvero che nonostante un'ottima ricostruzione della frammentazione della personalità e complessità umana, Jackie qui si percepisce in chiave negativa.
E, a proposito di ricostruzione, dettagli di scena e costumi davvero elaborati e verosimiglianti; la colonna sonora è molto particolare per essere quella di un film biografico: difficilmente si concede toni rassicuranti, giocando molto su atmosfere cupe e distorte da suoni quasi da thriller o horror. Del resto la firma è di Mica Levi, già notata grazie alla spaventosa colonna sonora di "Under the Skin".
In conclusione, il risultato finale non mi ha convinto e, anzi, è stato inferiore alle mie aspettative. Si tratta di un titolo che affronta non solo una tematica storicamente importante, ma anche interessante dal punto di vista umano. Eppure le scelte della sceneggiatura, il gap tra un personaggio del genere e la vita dell'uomo medio di oggi, il continuo saltare da un momento all'altro, da una situazione all'altra mi ha lasciato insoddisfatto di fronte ad un prodotto dal potenziale grandissimo che, però, gestisce magistralmente solo la ricostruzione dal punto di vista scenico ed estetico. E del personaggio principale grazie ad una grandissima attrice.
Ps. Candidato a 3 Oscar: Miglior attrice protagonista, costumi e colonna sonora.
Pps. E' l'ultimo film in cui recita il recentemente scomparso John Hurt, qui nel ruolo di un prete confessore (più confuso che mai, a mio avviso).
Cast: Natalie Portman, Peter Sarsgaard, Greta Gerwig, Billy Crudup, John Hurt, Richard E. Grant.
Box Office: $20.7 milioni
Consigli: Incentrato su uno dei fatti storici più iconici della più o meno recente storia degli Stati Uniti, legato alla figura di una delle First Lady più famose di tutti i tempi, questo film ritrae una Jackie Kennedy in mille pezzi e ne consegna allo spettatore qualche frammento sparso, spesso slegato, faticoso da combinare in un puzzle temporale troppo ballerino. Salva tutto la grande performance di una Portman particolarmente azzeccata, oltre che intensa (il regista voleva solo lei), anche se la voce così modificata dall'attrice è, alla lunga, una fatica da ascoltare, quasi una cantilena lagnosa. In generale, comunque, è certamente un titolo da vedere, fosse anche solo per la performance attoriale o il premio ai costumi che quasi certamente vincerà. Non è certamente una scelta per tutte le occasioni, ma ha il pregio di puntare lo sguardo su un fatto tragico e, al contempo, affascinante.
Parola chiave: Camelot.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 12 dicembre 2016

Film 1256 - Fast & Furious - Solo parti originali

Procediamo e continuiamo per vedere cosa ha in serbo questa saga...

Film 1256: "Fast & Furious - Solo parti originali" (2009) di Justin Lin
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Ana Lucia di "Lost" muore e Toretto, incazzato come una pantera, si vuole vendicare dell'assassino. Per farlo, ovviamente, si farà aiutare dall'ex infiltrato-ex agente che ora è un agente- ex amico Brian O'Conner. Il succo della trama è questo a cui, naturalmente, vanno aggiunte quintalate di sparatorie, corse in macchina, esplosioni e quelle che potremmo definire come "sboronate" fotoniche.
L'alto contenuto testosteronico di questo "Fast & Furious", ovvero il quarto film della serie, conferma la tendenza del franchise a prediligere l'azione ad una trama che vada oltre la bidimensionalità da cliché dei suoi muscolosi personaggi, per cui non c'è da stupirsi se quello che troviamo qui non differisce poi di molto dagli altri prodotti della serie. Ammetto che la qualità dell'operazione è finalmente riuscita un pelo a migliorare, ma siamo comunque ancora nel vasto territorio delle pellicole inutili.
Film 1210 - Fast and Furious
Film 1215 - 2 Fast 2 Furious
Film 1228 - The Fast and the Furious: Tokyo Drift
Film 1350 - Fast & Furious 5
Film 1355 - Fast & Furious 6
Film 1365 - Fast & Furious 7
Film 1456 - Fast & Furious 8
Cast: Vin Diesel, Paul Walker, Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, John Ortiz, Gal Gadot.
Box Office: $363.2 milioni
Consigli: Sì, sì, qualcosina l'hanno migliorata e la sensazione è che si tratti di una produzione con un minimo di know how in più, senza contare che il budget da 85 milioni di dollari certamente ha aiutato. Rimane comunque il fatto che la storia praticamente non c'è e i personaggi non sono particolarmente interessanti. Insomma, solo per i fan della saga.
Parola chiave: Vendetta.

Se ti interessa/ti è piaciuto

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 14 maggio 2014

Film 713 - Transcendence

Molto, molto interessato a questa pellicola sia per il cast che per la storia apparentemente intrigantissima.

Film 713: "Transcendence" (2014) di Wally Pfister
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Al momento ritengo sia il flop più clamoroso di questo 2014. 

100 milioni di dollari di budget, un cast stellare, premesse invitantissime e, comunque, un protagonista capace di solito di sbancare i botteghini perfino con il quarto, ennesimo capitolo de "Pirati dei Caraibi". Ma qui niente magia.
Premessa: la trama. Già di per sé la storia, che non è facile facile subito, finisce per accartocciarsi spesso su se stessa lasciando lo spettatore un po' perplesso. L'incipit - che propongo da Wiki - è questo: "Il dottor Will Caster, il più importante ricercatore nel campo dell'intelligenza artificiale che lavora per creare una macchina che combini l'intelligenza collettiva di tutto quello che è conosciuto con l'intera gamma delle emozioni umane, viene assassinato da terroristi anti-tecnologici. La moglie Evelyn ne carica il cervello in un computer, in modo che Will possa in qualche modo rivivere, comunicare e portare avanti le sue ricerche grazie alla connessione alla rete internet, con cui può raggiungere ogni computer della Terra."
Svolgimento: sulla carta sembrerebbe tutto una figata pazzesca. La resa, invece, è molto meno emozionante. Sì, mi sono addormentato al cinema, lo ammetto. 5 minutini al massimo, ma considerando che sono feroce assimilatore delle peggio commedie o dei peggio film in circolazione, direi che la cosa è alquanto esplicativa. 

Questo "Transcendence" non solo spesso non è chiarissimo, né intuitivo, ma è proprio noioso. Per troppo tempo non succede nulla, ovvero ciò che poteva essere riassunto in pochissimi minuti è, invece, protratto per buona parte della storia. Evelyn ha perso Will e si rifugia nel nuovo mondo che lui letteralmente costruisce per lei ora che è eterea presenza cibernetica. E questo è cristallino. Quello che non si capisce è perché la trama ce lo racconti per mezzora. A dire il vero, un'altra cosa che non si capisce è perché lei ci metta così tanto a realizzare che il nuovo pc-Will finirà col controllarla, sorvegliarla e segregarla essendo lampante conseguenza che una personalità intelligentissima, con a disposizione la rete web tutta e praticamente risorse illiminate, finirà per voler assoggettare chiunque al suo volere. Ci sono arrivato io, ci può arrivare anche Evelyn che è una scienziata accreditata. Insomma, le discrepanze su larga scala non mancano.
Manca, invece, un aspetto che avrei voluto trovare in questa storia fantascientifica, ovvero le possibili implicazioni sociali di una scoperta di tale portata. Nel film si sviluppa solamente l'aspetto legato all'uomo/coscenza che sfrutta le nuove potenzialità del suo upload nella rete solo come veicolo per rimanere assieme alla moglie che ama e vuole consolare e poi proteggere. Le innovazioni che gli sposini mettono in atto - e che la trama tratta in maniera marginale - sarebbero molto più interessanti di tutta la faida tra pc-Will e anti-tecnologici. E questa è un'occasione sprecata.
Diciamo che, un po' sulla falsariga di "Her", anche questo esperimento cinematografico finisce per sconfinare nell'ipotesi - nemmeno troppo remota - di un computer con la coscienza ma, dove il primo riesce a contestualizzare e rendere verosimili personaggi, trama e conclusione, qui ci si concentra e sull'amore tra la coppia, e sulla questione della mortalità e immortalità umana e, ancora (questo sì che sarebbe davvero interessante!), sull'etica della scienza. Una mole macrotematica di questo genere sfugge al controllo dello sceneggiatore e finisce in un marasma di spunti (e noia) che fallisce nel centrare il suo obiettivo.
Conclusione: scienza, etica e futuro sarebbero temi interessantissimi sui quali modellare una trama. Qui, purtroppo, si sprecano soldi e cast per un risultato francamente insoddisfacente, molto concentrato sulla resa in immagini (molti effetti speciali) e sul clamore che, di base, suscita l'incipit della trama (upload di un cervello umano alias coscienza su un computer). Deludente.
Box Office: $65,100,529
Consigli: In grado di generare notevoli aspettative, questo blockbuster di fantascienza finisce, però, per concentrarsi sui soliti temi: amore, tradimento della fiducia, guerra testosteronica tra chi la pensa diversamente. Si poteva fare molto di più a livello di sceneggiatura e il disastroso flop al botteghino ne è certamente un riflesso inequivocabile. Ed è un peccato considerando che il cast è notevole: Johnny Depp, Rebecca Hall, Paul Bettany, Kate Mara, Cillian Murphy, Morgan Freeman.
Parola chiave: Trascendenza.

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Bengi

sabato 29 ottobre 2011

Film 317 - Come ammazzare il capo... e vivere felici

Commedia spensierata e scacciapensieri per un pomeriggio in tranquillità!

Film 317: "Come ammazzare il capo... e vivere felici" (2011) di Seth Gordon
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: In effetti questa commedia raccimola-soldi americana non è male. Meno scontata del solito, più nera e cattiva, volgare al punto giusto (tanto ormai il limite si è già spinto molto oltre...). E così abbiamo i tre terribili capi (Kevin Spacey, Colin Farrell e Jennifer Aniston) Vs i rispettivi tre dipendenti (Jason Bateman, Jason Sudeikis e Charlie Day) che li voglio vedere morti: la guerra evidentemente impari richiede l'aiuto di un esperto 'assassino' che, nello specifico sarà Jamie Foxx.
Tra improbabili tentativi di omicidio, piani mal gestiti e appostamenti noiosi come la vita eterna, i tre poveri maltrattati finiranno per scoprire che la vita da natural born killers non gli si addice esattamente. Maldestri e infantili, soggiogati dalla paura e boicottati dal destino, finiranno comunque per trovare ognuno la soluzione ai suoi problemi. Certo non nella maniera che si aspettavano...
Ottima scelta del cast (la Aniston ninfomane è davvero spassosa): attori nella parte, comici che conoscono i tempi delle battute e non fanno solo da spalla a scene divertenti o momenti di delirio non sense. Il tutto è piacevole e riuscito.
Bisogna comunque tenere presente che i tre 'dipendenti' non sono molto famosi da noi, mentre in America sono comici piuttosto conosciuti. Ecco, allora, spiegati i $117,528,646 incassati in patria a fronte dei €2,185,299 incassati in Italia.
Film 317 - Come ammazzare il capo... e vivere felici
Film 1649 - Horrible Bosses
Film 872 - Come ammazzare il capo 2
Film 1654 - Horrible Bosses 2
Consigli: Divertente e godibile, per una serata spensierata è l'ideale.
Parola chiave: Gregory.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 27 giugno 2011

Film 270 - Con gli occhi dell'assassino

Altro ingresso gratis altro regalo!


Film 270: "Con gli occhi dell'assassino" (2010) di Guillem Morales
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Film spagnolo piuttosto inquietante, tiene bene nella prima parte – cupa e misteriosa – e, inevitabilmente, cede un po’ nel finale.
Tutto sommato un buon lavoro, aiutato dalla perfetta fotografia di Óscar Faura che ha il non facile compito di rendere buia e cupa la Spagna in questo immaginario piuttosto spettrale che la pellicola presenta. Efficaci anche certe trovate (sicuramente non sperimentali, ma funzionali) come lo schermo nero – noi siamo la protagonista e, come lei, non possiamo vedere – “colorato” unicamente dai rumori in sottofondo e la scena finale tutta flash e brividi.
Bene anche lo spunto narrativo della malattia degenerativa della vista, un po’ meno efficaci talvolta i dialoghi o certi personaggi alquanto strani (vedi la figlia del vicino di casa) che condiscono il tutto in maniera troppo bizzarra. Un tantino troppo semplicistico il superamento del lutto della sorella Sara da parte della protagonista Julia (Belén Rueda, che interpreta entrambe), ma il ritmo spedito all’inizio serve a far ingranare bene la storia.
Rueda brava, comunque, all’inizio un attimo gelida e impassibile. Si scalderà man mano che la ‘presenza’ che la segue si farà più concreta.
Ridicolo, invece, che operata agli occhi e incapace di vedere per due settimane, Julia decida – contro ogni volontà - di trattenersi a casa della sorella (dove questa si è impiccata e dove lei sospetta ci sia stato qualcuno) piuttosto che rimanere in ospedale. Certo, lo scenario casalingo è molto più inquietante, ma dopo due impiccagioni nello scantinato (già, perché pure il marito/Lluís Homar di Julia ci finisce...) uno ci pensa bene prima di trasferirsi nel “personale” cimitero di famiglia.
Come ogni film di genere che non viva di solo splatter, è importante raccogliere gli indizi lungo il cammino, perché, una volta svelato il mistero, si potranno mettere insieme certi pezzi lì per lì giudicati un pochino assurdi.
Insomma, per dirla tutta, questo film lo rivedrei molto volentieri perché meno scontato del previsto. Qualche brivido e salto sulla sedia c’è stato e, comunque, la tensione è sempre piuttosto presente. Pare che gli spagnoli si stiano specializzando nel genere orrifico e, visto i risultati, non c’è davvero male!
Consigli: Pellicola da vedere rigorosamente immersi nel buio della propria casa. Tenete gli occhi aperti!
Parola chiave: Invisibile.

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Ric

lunedì 6 dicembre 2010

Film 192 - Assassinio sul Nilo

Spostata la cena del lunedì al martedì per necessità 'sportive', abbiamo continuato il nostro cinema casalingo supportato da cena con insalata con questo film, classico del genere giallo...


Film 192: "Assassinio sul Nilo" (1978) di John Guillermin
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea Puffo, Andrea, Diego, Marco
Pensieri: Va detto, per ragion di cronaca, che l'aspetto principale che ci ha condotto a questa pellicola è stata la presenza della fantastica Angela Lansbury ("La signora in giallo", Pomi d'ottone e manici di scopa", "Il mistero della signora scomparsa").
Per quanto mi riguarda questo è il secondo film con protagonista il Poirot di Agatha Christie. Questa volta ad impersonarlo è Peter Ustinov (che avevo già visto in "Topkapi"), meno capace, secondo me, di Albert Finney di rendere il personaggio vero e credibile. La sensazione è quella della macchietta che agisce in funzione del suo essere strambo, senza una caratterizzazione del personaggio che tenda, perlomeno, all'umano. Il tutto è un po' bidimensionale.
Non si può dire lo stesso di grandissimi comprimari che accompagnano questa avventura dell'investigatore belga. C'è (una molto anziana e difficilmente riconoscibile) Bette Davis ("Eva contro Eva", "Che fine ha fatto Baby Jane?"); Mia Farrow ("Il grande Gatsby", "Rosemary's Baby"), anche qui in un ruolo insopportabile; George Kennedy (visto nella saga della pallottola spuntata con Nielsen), premio Oscar per "Nick mano fredda"; la grandissima e bravissima Maggie Smith ("Hook - capitan Uncino", "Harry Potter e il principe mezzosangue", "La famiglia omicidi"), due volte premio Oscar; Jack Warden ("Oltre il giardino", "La piccola peste"); e David Niven ("James Bond 007 - Casino Royale", "La pantera rosa", "Invito a cena con delitto") premio Oscar per "Tavole separate".
Questo classico di genere, con un cast da far impallidire le produzioni odierne, porta bene i suoi 32 anni di età. I 140 minuti di pellicola scorrono via tranquilli, nell'attesa di capire finalmente chi abbia commesso l'omicidio (ma, diciamocelo, non era poi così difficile da capire chi e perchè l'ha fatto, no?). Il personaggio, su tutti, più divertente è proprio quello di Mrs. Salome Otterbourne/Angela Lansbury, che con la sua verve e spigliatezza sessuale, regala gli unici toni comici di questo film. La Lansbury, grandissima attrice anche teatrale, sopporta la parte con tale capacità e convinzione da far accettare - perfino a noi appassionati di Jessica Fletcher - un ruolo così fuori dai suoi soliti canoni.
Insomma, la pellicola è piacevole e regala quel disimpegno (di classe) che raramente si trova ancora nelle produzioni chiassose ed esorbitanti cui siamo abituati. Ogni tanto è bello godersi un film non 'gridato'.
Ps. Oscar (il secondo) nel 1979 ad Anthony Powell per i migliori costumi.
Film 1102 - Assassinio sul Nilo
Consigli: Cercare di capire chi è l'assassino vi rovinerà il piacere di seguire il corso della storia. Forse, per chi vuole distrarsi, è meglio lasciarsi semplicemente condurre dagli eventi.
Parola chiave: Soldi.




Ric

domenica 7 novembre 2010

Film 170 - Arsenico e vecchi merletti

Cena del lunedì con imprevisto (il film scelto il giorno stesso senza troppe idee) tra insalata, vino e delitti in bianco e nero...


Film 170: "Arsenico e vecchi merletti" (1944) di Frank Capra
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Diego, Andrea Puffo
Pensieri: A costo di risultare impopolare, questo film non mi è piaciuto. Sarà che la noia mi ha assalito quasi subito (e pure un po' l'alcol del vino) e mi sono addormentato la prima mezz'ora, sta di fatto, comunque, che non ho trovato per niente divertente e spassoso questo film con Cary Grant. Mi aspettavo un po' di grinta come ne "La signora ammazzatutti" oppure qualche divertente siparietto di fraintendimenti a catena e invece un circo non-sense che mi più che altro tediato.
Peccato, perchè le aspettative per un film di cui avevo così tanto sentito parlare erano molto alte. Forse, al solito, si sbaglia ad aspettarsi troppo da qualcosa. Magari rivisto con più voglia e meno noia in corpo potrei anche ravvedermi. Chissà.
Consigli: Evitate di vederlo se non siete proprio carichi come una molla. A me ha dato il colpo di grazia...
Parola chiave: Cadaveri.



#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 28 ottobre 2010

Film 160 - L'uomo che sapeva troppo

Un'altra occasione per avvicinarsi alle opere di un grandissimo regista.


Film 160: "L'uomo che sapeva troppo" (1956) di Alfred Hitchcock
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Hitchcock è sempre Hitchcock e riesce comunque a piacermi, non importa cosa insceni.
Qui, come in altri famosissimi film ("La finestra sul cortile", "Nodo alla gola", "La donna che visse due volte", ...) ritroviamo il fido compagno di avventure del regista inglese, James Stewart, questa volta accompagnato da una giovane Doris Day che, nel corso della pellicola, intonerà una delle canzoni più famose della storia del cinema - "Whatever Will Be, Will Be (Que Sera, Sera)" - che si aggiudicò perfino l'Oscar come miglior canzone originale all'edizione del 1957.
Al centro della vicenda la famiglia McKenna, in viaggio di piacere in Marococco, che incapperà negli ingranaggi già avviati di un complotto per l'assassinio di un esponente politico. Il loro coinvolgimento sarà condizionato dal rapimento del figlio, per la salvezza del quale, i due genitori dovranno stare al gioco dei rapitori.
In un crescendo di fraintendimenti e tensione, Hitchcock imbastisce una storia intricata (non c'è il racconto del pregresso, si parte da zero alla pari dei due genitori, per poi mettere pian piano insieme i pezzi) sorretta alla perfezione dai due attori principali. Bellissima la scena dell'orchestra, momento clou del crescendo di suspance narrativo, che riesce a coinvolgere lo spettatore tanto da fargli temere il momento in cui il percussionista si accingerà a prendere i piatti...
Non aggiungo altro, per non rovinare a chi vuole il piacere di godersi questo bellissimo film.
Consigli: Questa pellicola è un remake dell'omonima sempre firmata da Hitchcock del 1934. Ideale sarebbe farne un confronto!
Parola chiave: Ambrose Chapel.




Ric