Intro: Un film su un disastro aereo con Kate Winslet, ovvero la promessa di un disaster movie di qualità. Io ero già sicuro lo avrei amato.
Film 1490: "The Mountain Between Us" (2017) di Hany Abu-Assad
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: “The Mountain Between Us” è tutto ciò che non promette. Non è un disaster movie, non è un thriller, non è un bel film. Ad essere onesti è un brutto, brutto film scritto male e tratto da un romanzo che ha una storia tanto assurda e banale allo stesso tempo da far venire la pelle d’oca. Siamo ridotti a portare questo sullo schermo?;
dal momento in cui Kate ed Idris Elba si incontrano possiamo già scommettere su loro amore pronto a sbocciare. Dal momento in cui precipitano sappiamo già che sopravviveranno. Dal momento in cui la storia si tramuta in una pellicola romantica capiamo che la storia sta per diventare una cagata. Tutte e tre le “profezie” si avverano immancabilmente;
serviva far precipitare un aereo per far innamorare due sconosciuti? Serviva fargli rischiare la morte per assideramento per renderli consapevoli della necessità di una scossa nella loro vita? Non credo e, se questo è il risultato, penso si potesse proprio evitare di buttare giù la sceneggiatura. Nel 2018 come si fa a prendere sul serio questa storia? Che, inoltre, manca di romanticismo e, anzi, risulta più spesso ridicola che sentimentale.
Cast: Idris Elba, Kate Winslet, Beau Bridges, Dermot Mulroney.
Box Office: $62.8 milioni
Vale o non vale: assolutamente perdibile. Brutto, con delle battute tremende e un cast totalmente sprecato. Peccato, davvero.
Premi: /
Parola chiave: Cane.
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Bengi
giovedì 26 aprile 2018
Film 1490 - The Mountain Between Us
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tratto da un libro
Film 1489 - Logan
Intro: Critiche entusiaste + supereroi dei fumetti sono un connubio che solitamente mi attrae come il miele con gli orsi. In questo caso, però, qualcosa non tornava perché al momento dell’uscita in sala di questa pellicola non ho sentito il desiderio di vederla, saperne di più. Eppure Wolverine è uno dei miei X-Men preferiti…
Film 1489: "Logan" (2017) di James Mangold
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: una nomination all’Oscar per la sceneggiatura non è poca cosa, soprattutto quando si tratta della prima per un film Marvel di derivazione fumettistica. Non male per l’acciaccato e tossicodipendente Wolverine, ormai autista di limousine in incognito che tenta di combattere i suoi demoni prendendosi cura di uno Xavier completamente alla deriva a causa della malattia.
Ad essere del tutto onesti, questa candidatura suona molto bene e non è ingiusta, ma rimane comunque leggermente sorprendente considerato quando sia vasto il panorama cinematografico contemporaneo. Per farla semplice: “Logan” è un bel film, efficace e scritto bene, ma non certamente tra i 5 con la sceneggiatura (non originale) migliore dell’anno. All’Academy piace sempre avere qualche “prima volta” ogni edizione, dei record da poter sfoggiare e che attraggano l’attenzione, per cui non sorprende quanto oculata possa essere stata la scelta di piazzare questo particolare caso all’interno della cinquina. Poi, ribadisco, la pellicola è bella; non aspettatevi il solito Wolverine macho e sessualmente appagante. Il nostro è alla deriva, perso e narcotizzato, in balia di una serie di situazioni che non mancheranno di dargli il colpo di grazia. E’ un ultimo capitolo veramente ben fatto e per certi versi spiazzante, completamente distante dagli altri episodi della saga. Ma si sa che i supereroi adesso stanno vivendo una nuova primavera; Hugh Jackman è una certezza, capace di fare come sempre suo il personaggio. In questa avventura è accompagnato da uno Xavier (Patrick Stewart) messo malino e una giovane artigliata il cui DNA sarà presto riconoscibile. Il cast di semi sconosciuti è ben assortito e, tra i tanti, si riconosce quell’Eriq LaSalle che molte lune fa interpretava nientemeno che il Dott. Benton in “ER”; come al solito non mancherà la violenza. Ce n’è tanta ed è cruda.
Film 622 - X-Men - Conflitto finale
Film 276 - X-Men: L' inizio
Film 582 - X-Men - L'inizio
Film 728 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1092 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1166 - X-Men: Apocalisse
Film 1778 - Dark Phoenix
Film 275 - X-Men le origini - Wolverine
Film 583 - Wolverine - L'immortale
Film 1489 - Logan
Film 1100 - Deadpool
Film 1535 - Deadpool
Film 1644 - Deadpool 2
Film 1925 - The New Mutants
Cast: Hugh Jackman, Patrick Stewart, Boyd Holbrook, Stephen Merchant, Richard E. Grant, Dafne Keen, Eriq La Salle.
Box Office: $619 milioni
Vale o non vale: il film funziona bene e Jackman non solo è un grande protagonista, ma è anche un perfetto Wolverine, con tutina degli X-Men o senza. A lui tutto il merito di un personaggio riuscito e credibile, nonostante l’ambientazione fuori dalla nostra realtà. Un buon capitolo conclusivo (se lo sarà), sicuramente un salto di qualità nella saga/spin-off dedicata a Logan, tanto che anche i non appassionati potrebbero gradire.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior sceneggiatura non originale.
Parola chiave: Eden.
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Film 1489: "Logan" (2017) di James Mangold
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: una nomination all’Oscar per la sceneggiatura non è poca cosa, soprattutto quando si tratta della prima per un film Marvel di derivazione fumettistica. Non male per l’acciaccato e tossicodipendente Wolverine, ormai autista di limousine in incognito che tenta di combattere i suoi demoni prendendosi cura di uno Xavier completamente alla deriva a causa della malattia.
Ad essere del tutto onesti, questa candidatura suona molto bene e non è ingiusta, ma rimane comunque leggermente sorprendente considerato quando sia vasto il panorama cinematografico contemporaneo. Per farla semplice: “Logan” è un bel film, efficace e scritto bene, ma non certamente tra i 5 con la sceneggiatura (non originale) migliore dell’anno. All’Academy piace sempre avere qualche “prima volta” ogni edizione, dei record da poter sfoggiare e che attraggano l’attenzione, per cui non sorprende quanto oculata possa essere stata la scelta di piazzare questo particolare caso all’interno della cinquina. Poi, ribadisco, la pellicola è bella; non aspettatevi il solito Wolverine macho e sessualmente appagante. Il nostro è alla deriva, perso e narcotizzato, in balia di una serie di situazioni che non mancheranno di dargli il colpo di grazia. E’ un ultimo capitolo veramente ben fatto e per certi versi spiazzante, completamente distante dagli altri episodi della saga. Ma si sa che i supereroi adesso stanno vivendo una nuova primavera; Hugh Jackman è una certezza, capace di fare come sempre suo il personaggio. In questa avventura è accompagnato da uno Xavier (Patrick Stewart) messo malino e una giovane artigliata il cui DNA sarà presto riconoscibile. Il cast di semi sconosciuti è ben assortito e, tra i tanti, si riconosce quell’Eriq LaSalle che molte lune fa interpretava nientemeno che il Dott. Benton in “ER”; come al solito non mancherà la violenza. Ce n’è tanta ed è cruda.
Film 622 - X-Men - Conflitto finale
Film 276 - X-Men: L' inizio
Film 582 - X-Men - L'inizio
Film 728 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1092 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1166 - X-Men: Apocalisse
Film 1778 - Dark Phoenix
Film 275 - X-Men le origini - Wolverine
Film 583 - Wolverine - L'immortale
Film 1489 - Logan
Film 1100 - Deadpool
Film 1535 - Deadpool
Film 1644 - Deadpool 2
Film 1925 - The New Mutants
Cast: Hugh Jackman, Patrick Stewart, Boyd Holbrook, Stephen Merchant, Richard E. Grant, Dafne Keen, Eriq La Salle.
Box Office: $619 milioni
Vale o non vale: il film funziona bene e Jackman non solo è un grande protagonista, ma è anche un perfetto Wolverine, con tutina degli X-Men o senza. A lui tutto il merito di un personaggio riuscito e credibile, nonostante l’ambientazione fuori dalla nostra realtà. Un buon capitolo conclusivo (se lo sarà), sicuramente un salto di qualità nella saga/spin-off dedicata a Logan, tanto che anche i non appassionati potrebbero gradire.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior sceneggiatura non originale.
Parola chiave: Eden.
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Film 1488 - Matilda
Intro: Torniamo ai dvd che ci sono stati prestati. La scelta è stata facile, ovvero l’opzione film preferito di mia cugina, nonché una vera sfida per me: una storia per bambini con un’attrice a sua volta bambina che non gradisco particolarmente.
Film 1488: "Matilda" (1996) di Danny DeVito
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: Matilda è una bambina indipendente e determinata, acculturata e dotata di poteri magici che si comporta ed agisce come un’adulta. La sua famiglia la ritiene stupida e per nulla degna di nota e per la maggior parte del tempo la ignora, abbandonandola a casa o dimenticandosela a scuola, cosa che lei apprezza. In aggiunta ai parenti indigenti, la ragazzina troverà un ambiente scolastico complicato a capo del quale una sadica preside detterà legge e applicherà punizioni inumane. Unico lato positivo, una dolce e ingenua maestrina che senza alcuna esitazione capirà il potenziale della nostra giovane protagonista. Non si fatica ad intuire la connotazione fiabesca. Scopro, infatti, che la storia si ispira nientemeno che a quella di Roald Dahl, uno che in questo campo ci sa fare.
In effetti il film non funziona male e anche se è composta da una serie di elementi (volutamenti) chiassosi ed esagerati, il mondo di “Matilda” ha un qualcosa che sa rapire lo spettatore e in definitiva conquistarlo. Non che si tratti di un prodotto di impressionante qualità, in ogni caso il risultato finale mi pare renda onore al genere di appartenenza;
“Matilda” è sicuramente un film DI Danny DeVito, che vi recita insieme alla moglie, lo produce e dirige. Un progetto, insomma, che pare stargli a cuore. Gli è riuscito meglio di “The War of the Roses”; l’attrice-bambina Mara Wilson, oggi assente dalle scene, ha il piglio giusto per la parte. Non è bella, ma ha il viso simpatico e certamente è in grado di portare il suo personaggio in vita nonostante il piglio fiabesco. Mi ha sorpreso, una piccola interprete in grado di portare, da sola, tutto il peso del film sulle sue spalle.
Film 1488 - Matilda
Film 2004 - Matilda
Cast: Mara Wilson, Danny DeVito, Rhea Perlman, Embeth Davidtz, Pam Ferris, Paul Reubens, Tracey Walter.
Box Office: $62.1 milioni
Vale o non vale: visto a 30anni certamente manca un po’ (eufemismo) quello spirito e quell’entusiasmo infantile che avrebbero certamente aiutato ad amare di più la pellicola. In realtà il film funziona anche per gli adulti, ovvero per coloro che sappiano a cosa stanno andando in contro: un film per famiglie con bambini, una fiaba con un finale felice e la giusta risoluzione a tutti i problemi che fino all’ultimo parevano insormontabili. Facile facile, indolore quasi. Solo una questione: perché mai Matilda dovrebbe voler smettere di usare i suoi poteri magici? Nella vita un po’ di magia rende sempre tutto più spettacolare.
Premi: /
Parola chiave: Scuola.
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Film 1488: "Matilda" (1996) di Danny DeVito
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: Matilda è una bambina indipendente e determinata, acculturata e dotata di poteri magici che si comporta ed agisce come un’adulta. La sua famiglia la ritiene stupida e per nulla degna di nota e per la maggior parte del tempo la ignora, abbandonandola a casa o dimenticandosela a scuola, cosa che lei apprezza. In aggiunta ai parenti indigenti, la ragazzina troverà un ambiente scolastico complicato a capo del quale una sadica preside detterà legge e applicherà punizioni inumane. Unico lato positivo, una dolce e ingenua maestrina che senza alcuna esitazione capirà il potenziale della nostra giovane protagonista. Non si fatica ad intuire la connotazione fiabesca. Scopro, infatti, che la storia si ispira nientemeno che a quella di Roald Dahl, uno che in questo campo ci sa fare.
In effetti il film non funziona male e anche se è composta da una serie di elementi (volutamenti) chiassosi ed esagerati, il mondo di “Matilda” ha un qualcosa che sa rapire lo spettatore e in definitiva conquistarlo. Non che si tratti di un prodotto di impressionante qualità, in ogni caso il risultato finale mi pare renda onore al genere di appartenenza;
“Matilda” è sicuramente un film DI Danny DeVito, che vi recita insieme alla moglie, lo produce e dirige. Un progetto, insomma, che pare stargli a cuore. Gli è riuscito meglio di “The War of the Roses”; l’attrice-bambina Mara Wilson, oggi assente dalle scene, ha il piglio giusto per la parte. Non è bella, ma ha il viso simpatico e certamente è in grado di portare il suo personaggio in vita nonostante il piglio fiabesco. Mi ha sorpreso, una piccola interprete in grado di portare, da sola, tutto il peso del film sulle sue spalle.
Film 1488 - Matilda
Film 2004 - Matilda
Cast: Mara Wilson, Danny DeVito, Rhea Perlman, Embeth Davidtz, Pam Ferris, Paul Reubens, Tracey Walter.
Box Office: $62.1 milioni
Vale o non vale: visto a 30anni certamente manca un po’ (eufemismo) quello spirito e quell’entusiasmo infantile che avrebbero certamente aiutato ad amare di più la pellicola. In realtà il film funziona anche per gli adulti, ovvero per coloro che sappiano a cosa stanno andando in contro: un film per famiglie con bambini, una fiaba con un finale felice e la giusta risoluzione a tutti i problemi che fino all’ultimo parevano insormontabili. Facile facile, indolore quasi. Solo una questione: perché mai Matilda dovrebbe voler smettere di usare i suoi poteri magici? Nella vita un po’ di magia rende sempre tutto più spettacolare.
Premi: /
Parola chiave: Scuola.
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giovedì 12 aprile 2018
Film 1487 - We're the Millers
Intro: Cerchiamo di diversificare l’offerta cinematografica pescando dal nostro catalogo ogni volta qualcosa che appartenga a generi differenti. Quindi, per svagarci un pochino dopo le fatiche shakespeariane, abbiamo puntato su questo film, facendo bene.
Film 1487: "We're the Millers" (2013) di Rawson Marshall Thurber
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: l’avevo visto in italiano e mi aveva divertito, l’ho visto in inglese e mi ha fatto morire dal ridere. E’ una storia assolutamente scema e leggera, eppure è tutto quel che serve per stendere lo spettatore con una serie di trovate imbarazzanti e divertenti;
il cast è perfettamente assortito e giustamente eterogeneo. Ho apprezzato il passaggio a protagonista dell’altrimenti più spesso spalla Jason Sudeikis che, insieme a Jennifer Aniston, fa magnifica coppia. A completare il quadro una Emma Roberts a dir poco scoglionata e un Will Poulter che ruba spesso la scena agli altri protagonisti grazie al suo infantile, goffo e un po’ scemo personaggio. Nell’insieme i Miller funzionano alla grande e non a caso è previsto un sequel visto il grande successo ottenuto da questo primo film.
Film 593 - Come ti spaccio la famiglia
Cast: Jennifer Aniston, Jason Sudeikis, Emma Roberts, Nick Offerman, Kathryn Hahn, Will Poulter, Ed Helms.
Box Office: $270 milioni
Vale o non vale: ovviamente parliamo di un prodotto facile facile, perfetto per una serata spensierata che non prevede molti neuroni accesi. Eppure si tratta davvero di una storia divertente che non manca di proporre numerosissimi episodi esilaranti.
Premi: /
Parola chiave: Famiglia.
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Film 1487: "We're the Millers" (2013) di Rawson Marshall Thurber
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
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In sintesi: l’avevo visto in italiano e mi aveva divertito, l’ho visto in inglese e mi ha fatto morire dal ridere. E’ una storia assolutamente scema e leggera, eppure è tutto quel che serve per stendere lo spettatore con una serie di trovate imbarazzanti e divertenti;
il cast è perfettamente assortito e giustamente eterogeneo. Ho apprezzato il passaggio a protagonista dell’altrimenti più spesso spalla Jason Sudeikis che, insieme a Jennifer Aniston, fa magnifica coppia. A completare il quadro una Emma Roberts a dir poco scoglionata e un Will Poulter che ruba spesso la scena agli altri protagonisti grazie al suo infantile, goffo e un po’ scemo personaggio. Nell’insieme i Miller funzionano alla grande e non a caso è previsto un sequel visto il grande successo ottenuto da questo primo film.
Film 593 - Come ti spaccio la famiglia
Cast: Jennifer Aniston, Jason Sudeikis, Emma Roberts, Nick Offerman, Kathryn Hahn, Will Poulter, Ed Helms.
Box Office: $270 milioni
Vale o non vale: ovviamente parliamo di un prodotto facile facile, perfetto per una serata spensierata che non prevede molti neuroni accesi. Eppure si tratta davvero di una storia divertente che non manca di proporre numerosissimi episodi esilaranti.
Premi: /
Parola chiave: Famiglia.
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Film 1486 - Romeo + Juliet
Intro: Ci è stata prestata una tv con lettore dvd incorporato e, naturalmente, tutta una serie di dvd da vedere. Abbiamo deciso di cominciare con questo film, sempre per continuare a riscoprire la carriera di Leo, senza contare che ci sembrasse giusto iniziare omaggiando il paese che ci ospita…
Film 1486: "Romeo + Juliet" (1981) di Baz Luhrmann
Visto: dalla tv di Tracey
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: detto tra noi, non ho capito una mazza. La pellicola propone la famosissima storia di “Romeo e Giulietta” made in Shakespeare adattandola al contesto modero. L’idea è interessante, peccato che i dialoghi siano quelli originali, per noi anche in inglese e senza sottotitoli (che anche ci fossero, non sappiamo mettere, la tv non ha il telecomando). Dire che ho capito poco è un eufemismo e ringrazio ancora di conoscere già la storia, altrimenti non so come ne sarei uscito da questa visione. Che, tra parentesi, non è stata comunque semplice. Il film è abbastanza pesante e anche se esce tantissimo l’anima istrionica di Baz Luhrmann, la verità è che si ha più spesso la sensazione di assistere a un film strano che a uno bello, specialmente all’inizio. Le belle scenografie e i pazzi costumi non mancano di sorprendere e colorare l’atmosfera, ma il risultato finale in ogni caso quantomeno complesso; .
DiCaprio ha ancora l’aura da ragazzino e fa un po’ impressione vederlo in mezzo a questi omoni armati e scazzottanti. Perfino l’amico en travesti e più macho di lui. Ma non conta, Leo era presente per dar sfoggio della sua anima dandy e sicuramente qui molto impegnata, tra un verso e l’altro di nientemeno che uno Shakespeare. Non è male, è già bravo, rimane però l’effetto leggermente straniante. Claire Danes è sempre brava, anche lei molto acerba; .
il risultato finale è folleggiante, caotico e molto frenetico. La ricontestualizzazione moderna ha il suo perché e la sceneggiatura la sfrutta a dovere, sottolineando il potere dei media, la ferocia della cieca violenza, l’immobilità dell’ostinazione nei confronti di vecchie abitudini. A parte questo, “Romeo + Juliet” è stato arduo da digerire.
Cast: Leonardo DiCaprio, Claire Danes, Brian Dennehy, John Leguizamo, Pete Postlethwaite, Paul Sorvino, Diane Venora, Harold Perrineau, Paul Rudd.
Box Office: $147.5 milioni
Vale o non vale: per i fan di Leo o di Lurman è certamente un must see. Per gli altri può essere un optional.
Premi: Candidato all'Oscar per la scenografia e a 7 BAFTA (vincitore per la regia, sceneggiatura, scenografia e musica)
Parola chiave: Amore.
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Film 1486: "Romeo + Juliet" (1981) di Baz Luhrmann
Visto: dalla tv di Tracey
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: detto tra noi, non ho capito una mazza. La pellicola propone la famosissima storia di “Romeo e Giulietta” made in Shakespeare adattandola al contesto modero. L’idea è interessante, peccato che i dialoghi siano quelli originali, per noi anche in inglese e senza sottotitoli (che anche ci fossero, non sappiamo mettere, la tv non ha il telecomando). Dire che ho capito poco è un eufemismo e ringrazio ancora di conoscere già la storia, altrimenti non so come ne sarei uscito da questa visione. Che, tra parentesi, non è stata comunque semplice. Il film è abbastanza pesante e anche se esce tantissimo l’anima istrionica di Baz Luhrmann, la verità è che si ha più spesso la sensazione di assistere a un film strano che a uno bello, specialmente all’inizio. Le belle scenografie e i pazzi costumi non mancano di sorprendere e colorare l’atmosfera, ma il risultato finale in ogni caso quantomeno complesso; .
DiCaprio ha ancora l’aura da ragazzino e fa un po’ impressione vederlo in mezzo a questi omoni armati e scazzottanti. Perfino l’amico en travesti e più macho di lui. Ma non conta, Leo era presente per dar sfoggio della sua anima dandy e sicuramente qui molto impegnata, tra un verso e l’altro di nientemeno che uno Shakespeare. Non è male, è già bravo, rimane però l’effetto leggermente straniante. Claire Danes è sempre brava, anche lei molto acerba; .
il risultato finale è folleggiante, caotico e molto frenetico. La ricontestualizzazione moderna ha il suo perché e la sceneggiatura la sfrutta a dovere, sottolineando il potere dei media, la ferocia della cieca violenza, l’immobilità dell’ostinazione nei confronti di vecchie abitudini. A parte questo, “Romeo + Juliet” è stato arduo da digerire.
Cast: Leonardo DiCaprio, Claire Danes, Brian Dennehy, John Leguizamo, Pete Postlethwaite, Paul Sorvino, Diane Venora, Harold Perrineau, Paul Rudd.
Box Office: $147.5 milioni
Vale o non vale: per i fan di Leo o di Lurman è certamente un must see. Per gli altri può essere un optional.
Premi: Candidato all'Oscar per la scenografia e a 7 BAFTA (vincitore per la regia, sceneggiatura, scenografia e musica)
Parola chiave: Amore.
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Film 1485 - Clash of the Titans
Intro: Da fan sfegatato di Maggie Smith mi sono sempre chiesto cosa diavolo ci facesse nell’originale che ha ispirato l’omonimo film con Sam Worthington. Tra miti greci e mostri in stop-motion davvero non riuscivo a figurarmi il ruolo che l’attrice 2 volte premio Oscar avrebbe potuto rivestire. Ecco perché dovevo assolutamente recuperarlo.
Film 1485: "Clash of the Titans" (1981) di Desmond Davis
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: “Clash of the Titans” è la pellicola tecnologicamente più retrò che abbia mai visto. L’artisticità dietro questo prodotto sta nella manualità di chi ha creato effetti speciali straordinari per l’epoca, riuscendo a dare vita a miti dell’antica Grecia raccontandone di protagonisti, duelli e mostruosità. Necessariamente, però, si tratta anche di un titolo assolutamente antiquato, vintage e non adatto a tutti. La necessità di adattare le scene alle esigenze degli effetti speciali – non proprio fluidamente inseriti – richiede al racconto un’interruzione narrativa continua, un rallentamento che spesso spegne l’azione. La meraviglia di vedere Medusa prendere vita si tramuta velocemente nell’impossibilità della tecnologia di stare al passo non solo col realismo, ma anche con la velocità che richiederebbe la scena. E’ uno scotto che paghiamo tutti noi spettatori moderni rispetto a un prodotto così temporalmente distante; .
mi ha incuriosito scoprire che gli americani del tempo abbiano scoperto la storia di Perseo tramite nientemeno che questa pellicola (lo dice Wikipedia). La Hollywood più commerciale ha avuto un inaspettato riscontro educativo, inesattezza più, inesattezza meno; .
alla fine Maggie Smith è la causa scatenante di tutto. Dopo Zeus - interpretato nientemeno che dal leggendario Laurence Olivier - è proprio lei la divinità con il ruolo più importante e rilevante. Diversamente, Ursula Andress (che non avevo mai visto recitare) ha un’unica battuta, ma un’infinità di sguardi penetranti. Dell’attore che interpreta Perseo non c’è molto da dire, se non che la recitazione non fosse tra le sue più evidente capacità.
Cast: Harry Hamlin, Laurence Olivier, Judi Bowker, Maggie Smith, Burgess Meredith, Ursula Andress, Claire Bloom, Jack Gwillim, Susan Fleetwood.
Box Office: $41 milioni (solo USA)
Vale o non vale: solo per gli amanti del vintage, per i nostalgici di un certo tipo di cinema. Anche se non credo che il più recente remake sia effettivamente meglio di questo kitsch ma più onesto titolo di inizio anni ’80.
Premi: /
Parola chiave: Thetis.
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Film 1485: "Clash of the Titans" (1981) di Desmond Davis
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: “Clash of the Titans” è la pellicola tecnologicamente più retrò che abbia mai visto. L’artisticità dietro questo prodotto sta nella manualità di chi ha creato effetti speciali straordinari per l’epoca, riuscendo a dare vita a miti dell’antica Grecia raccontandone di protagonisti, duelli e mostruosità. Necessariamente, però, si tratta anche di un titolo assolutamente antiquato, vintage e non adatto a tutti. La necessità di adattare le scene alle esigenze degli effetti speciali – non proprio fluidamente inseriti – richiede al racconto un’interruzione narrativa continua, un rallentamento che spesso spegne l’azione. La meraviglia di vedere Medusa prendere vita si tramuta velocemente nell’impossibilità della tecnologia di stare al passo non solo col realismo, ma anche con la velocità che richiederebbe la scena. E’ uno scotto che paghiamo tutti noi spettatori moderni rispetto a un prodotto così temporalmente distante; .
mi ha incuriosito scoprire che gli americani del tempo abbiano scoperto la storia di Perseo tramite nientemeno che questa pellicola (lo dice Wikipedia). La Hollywood più commerciale ha avuto un inaspettato riscontro educativo, inesattezza più, inesattezza meno; .
alla fine Maggie Smith è la causa scatenante di tutto. Dopo Zeus - interpretato nientemeno che dal leggendario Laurence Olivier - è proprio lei la divinità con il ruolo più importante e rilevante. Diversamente, Ursula Andress (che non avevo mai visto recitare) ha un’unica battuta, ma un’infinità di sguardi penetranti. Dell’attore che interpreta Perseo non c’è molto da dire, se non che la recitazione non fosse tra le sue più evidente capacità.
Cast: Harry Hamlin, Laurence Olivier, Judi Bowker, Maggie Smith, Burgess Meredith, Ursula Andress, Claire Bloom, Jack Gwillim, Susan Fleetwood.
Box Office: $41 milioni (solo USA)
Vale o non vale: solo per gli amanti del vintage, per i nostalgici di un certo tipo di cinema. Anche se non credo che il più recente remake sia effettivamente meglio di questo kitsch ma più onesto titolo di inizio anni ’80.
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Film 1484 - Auguri per la tua morte
Intro: In America è stato un inaspettato grande successo e quando mi sono trovato questo film al vertice del box-office USA non avevo la minima idea della sua esistenza. La cosa – come sempre – mi ha intrigato e, dopo aver visto il poster e fantasticato sul titolo (“Happy Death Day”), mi sono convinto valesse la pena recuperarlo…
Film 1484: "Auguri per la tua morte" (2017) di Christopher Landon
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Fre
In sintesi: la verità è che non si tratta di un vero horror, come il titolo farebbe pensare. Al contrario, sembra quasi un film di fantascienza visto il presupposto: la protagonista continua a rivivere la stessa giornata in cui viene misteriosamente uccisa in un loop temporale che la costringe ad indagare su chi possa avercela tanto con lei. Noi spettatori, invece, non possiamo non fare a meno di chiederci quale misteriosa magia stia alla base del meccanismo muori-e-ricomincia-daccapo, ma non ci sarà data alcuna spiegazione. E’ come una favola i cui contorni, però, sono decisamente più macabri; .
da stronza a paladina degli oppressi, la nostra bionda protagonista dovrà solo attraversare le molteplici versioni della sua morte per riuscire a capire che si può essere popolari anche senza trattare gli altri come spazzatura. Un percorso di formazione molto strano quello raccontato qui, eppure la nostra riuscirà persino a maturare un bel po’ di cervello; .
finale con sorpresa molto meno scontato di quanto mi aspettassi. “Auguri per la tua morte” è a tutti gli effetti un prodotto diverso dal solito e lo dimostra anche nel raccontare una conclusione sciocca, ma non deludente, ovvero in linea col tipo di prodotto proposto.
Film 1484 - Auguri per la tua morte
Film 1761 - Happy Death Day 2U
Cast: Jessica Rothe, Israel Broussard, Ruby Modine, Charles Aitken.
Box Office: $122.6 milioni
Vale o non vale: atipico e ben architettato, seppure mancante di una spiegazione centrale, questo film riesce a catturare l’attenzione dello spettatore fin dall’inizio. Gli elementi chiave ci sono tutti, dal misterioso assassino, alle morti più variegate, dal rompicapo da risolvere fino a una certa sfacciata ironia che riesce ad accompagnare tutto il racconto. In definitiva un prodotto meno scontato di quanto inizialmente si potrebbe pensare con, al centro di tutto, un’idea accattivante raccontata nel giusto modo.
Premi: /
Parola chiave: Cupcake.
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Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1484: "Auguri per la tua morte" (2017) di Christopher Landon
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Fre
In sintesi: la verità è che non si tratta di un vero horror, come il titolo farebbe pensare. Al contrario, sembra quasi un film di fantascienza visto il presupposto: la protagonista continua a rivivere la stessa giornata in cui viene misteriosamente uccisa in un loop temporale che la costringe ad indagare su chi possa avercela tanto con lei. Noi spettatori, invece, non possiamo non fare a meno di chiederci quale misteriosa magia stia alla base del meccanismo muori-e-ricomincia-daccapo, ma non ci sarà data alcuna spiegazione. E’ come una favola i cui contorni, però, sono decisamente più macabri; .
da stronza a paladina degli oppressi, la nostra bionda protagonista dovrà solo attraversare le molteplici versioni della sua morte per riuscire a capire che si può essere popolari anche senza trattare gli altri come spazzatura. Un percorso di formazione molto strano quello raccontato qui, eppure la nostra riuscirà persino a maturare un bel po’ di cervello; .
finale con sorpresa molto meno scontato di quanto mi aspettassi. “Auguri per la tua morte” è a tutti gli effetti un prodotto diverso dal solito e lo dimostra anche nel raccontare una conclusione sciocca, ma non deludente, ovvero in linea col tipo di prodotto proposto.
Film 1484 - Auguri per la tua morte
Film 1761 - Happy Death Day 2U
Cast: Jessica Rothe, Israel Broussard, Ruby Modine, Charles Aitken.
Box Office: $122.6 milioni
Vale o non vale: atipico e ben architettato, seppure mancante di una spiegazione centrale, questo film riesce a catturare l’attenzione dello spettatore fin dall’inizio. Gli elementi chiave ci sono tutti, dal misterioso assassino, alle morti più variegate, dal rompicapo da risolvere fino a una certa sfacciata ironia che riesce ad accompagnare tutto il racconto. In definitiva un prodotto meno scontato di quanto inizialmente si potrebbe pensare con, al centro di tutto, un’idea accattivante raccontata nel giusto modo.
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