Visualizzazione post con etichetta Bill Paxton. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Bill Paxton. Mostra tutti i post

giovedì 4 febbraio 2021

Film 1796 - True Lies

Intro: Anche se si tratta di un classico, sinceramente non me lo ricordavo molto bene, per cui ho deciso che fosse venuto il momento di rivederlo!
Film 1796: "True Lies" (1994) di James Cameron
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: un po' 007, un po' Conan il barbaro e un po' "Freaky Friday" (se lo scambio fosse di identità e non di corpo), "True Lies" è una spy-comedy simpatica e molto dinamica che funziona praticamente sempre bene e fa sua, intelligentemente, quella tipicità austriaca di Schwarzenegger rilanciandola come punto di forza del suo personaggio, tanto assurdo e ripieno di cliché. Ma del resto è proprio questo il senso del film: prendere un attore famoso per i suoi personaggi fisicamenti distruttivi e metterlo in un contesto sofisticato come quello dello spionaggio e, al contempo, affiancargli un'attrice famosa per il suo passato horror affidandole il doppio ruolo dell'ingenua mogliettina in opposizione alla sexy agente segreta che sarà costretta a diventare. Non c'è niente di serio, è tutto estremamente esagerato e letale (in termini di esplosioni e distruzioni) e, bisogna ammetterlo, funziona. Chi l'avrebbe mai detto che Arnold Schwarzenegger e Jamie Lee Curtis potessero essere una perfetta coppia da grande schermo? Forse non in molti. Chi avrebbe scommesso che la Lee Curtis ci avrebbe guadagnato persino il suo SECONDO Golden Globe per questa interpretazione? Scommetto nessuno (e probabilmente nemmeno lei). Del resto si sa, i Golden Globe sono un mondo a parte.
Cast: Arnold Schwarzenegger, Jamie Lee Curtis, Tom Arnold, Bill Paxton, Art Malik, Tia Carrere, Eliza Dushku, Grant Heslov, Marshall Manesh, Charlton Heston.
Box Office: $378.9 milioni
Vale o non vale: Onestamente due ore e venti minuti sono un po' tanti, ma va detto che il film scorre comunque piuttosto bene. Tante le scene iconiche, come quella della limousine sul ponte in macerie, anche se quella che penso sia rimasta più nell'immaginario collettivo sia inevitabilmente la scena dello striptease che, sì, vede coinvolto l'utilizzo di un mangiacassette. Sipario.
Premi: Candidato all'Oscar e al BAFTA per i Migliori effetti speciali; vincitore del Golden Globe per la Miglior attrice protagonista commedia o musical (Jamie Lee Curtis).
Parola chiave: Terroristi.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 4 novembre 2020

Film 1944 - Weird Science

Intro: Continuo l'invasione degli anni '80 con un classico della cinematografia di John Hughes che non avevo mai visto.
Film 1944: "Weird Science" (1985) di John Hughes
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: questa pellicola ricade nella categoria "ho presente vagamente, ma non l'ho mai visto" che ogni tanto mi piace andare a rispolverare per cercare qualche titolo che mi sono perso e che potrebbe valere la pena di recuperare. Per laa serata di disimpegno balordo che stavo cercando, "Weird Science" era il titolo giusto.
La base di tutta la storia è l'ormone smosso dei due teenager protagonisti, alla ricerca non solo della donna perfetta, ma anche di una buona dose di sessualità e da sbattere in faccia a coetanei miscredenti. La verità è che questo film di John Hughes, meno riuscito di altri, funziona solo nel momento in cui si è disposti a giocare con la premessa porno-fantascientifica: cosa succede quando due ragazzetti sfigati riescono a realizzare tramite computer la donna perfetta che obbedisce solo ai loro comandi e si definisce una loro proprietà? La risposta è che probabilmente si ribella tutto il mondo dell'attivismo femminista e dei diritti egualitari.
A parte sottolineare l'ovvio machismo e la cascata di stereotipi veicolati da questo prodotto di consumo prevalentemente teenager, ci sono proprio delle incongruenze della trama che non funzionano, di cui per me la più evidente è che Lisa (Kelly LeBrock), la donna perfetta, è creata sulla base di ritagli di giornale che raffigurano sia parti del corpo che alcuni personaggi famosi per caratteristiche come l'intelligenza, per cui ci aspetteremo una donna super intelligente e bellissima e... punto. Non si sa perché, invece, Lisa è ancha magica, in quanto può far comparire e sparire cose, trasformare le persone. A parte essere conveniente per la sceneggiatura, non capisco proprio il nesso tra le cose.
Un'altra cosa che mi è parso di notare è l'alterazione della voce dei due protagonisti Anthony Michael Hall e, soprattutto, Ilan Mitchell-Smith: da una scena all'altra la loro voce si fa più stridula e acuta, per poi tornare come all'inizio, tanto che la cosa mi ha spinto a cercare info sulla questione, ma nessuna notizia in proposito. Saranno stati gli ormoni adolescenziali?
Per finire, una nota più leggera. Ero già stato sorpreso dalle tinte disinibite e arcobaleno del sequel di "Nightmare", tra un primo piano pelvico e una frustata sulle chiappe, e devo dire che anche qui non ci si fa mancare niente, nonostante l'atmosfera volutamente da caserma: Wyatt (Mitchell-Smith) indossa la biancheria di Lisa per il durare di una scena che lo vede seminudo di fronte al fratello misogino e omofobico; Wyatt e Gary (Hall) vogliono fare la doccia insieme a Lisa, tutti e tre nello stesso momento per poi rimanere nell'angolo a guardare, semivestiti, uno accanto all'altro impauriti.
Insomma, si capisce che "Weird Science" non è tanto strano per l'argomento in sé, quanto per quella serie di elementi che lo rede a tutti gli effetti strambo anche perché in grado di suscitare un duplice sentimento di indignazione per le stron*ate retrograde che vengono dette e allo stesso tempo quella sensazione di dolce nostalgia rispetto a un mondo (e un modo di fare le cose) che non esiste più. Nel 2020 Lisa sarebbe una donna in carriera che manda velocemente a quel paese quei due rimbambiti di Wyatt e Gary nel momento in cui si rende conto che il mondo ha ben altro da offrire che sistemare la reputazione di due adolescenti arrapati. Ma per carità, non c'è bisogno di un remake.
Cast: Anthony Michael Hall, Ilan Mitchell-Smith, Kelly LeBrock, Bill Paxton, Robert Downey Jr., Michael Berryman.
Box Office: $38.9 milioni
Vale o non vale: Se lo si prende per quello che è e ci si ricorda che è pur sempre una pellicola di 35 anni fa, "Weird Science" è anche scioccamente divertente e di intrattenimento, soprattutto se si pensa a quanta creatività sta dietro ai trucchi per portare sullo schermo il magico mondo di Lisa. Insomma, perfetto per una serata di disimpegno, ma non aspettatevi tematiche profonde. La canzone portante della colonna sonora è pazzesca ("Weird Science" dei Oingo Boingo)!
Premi: /
Parola chiave: Bambola.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 22 maggio 2017

Film 1359 - The Circle

Da quando tengo il mio quadernino degli appunti per le recensioni, questo film è quello di cui ho scritto di più. E il motivo è perché niente della storia funziona...

Film 1359: "The Circle" (2017) di James Ponsoldt
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Passo da un film con Karen Gillan all'altro nel giro di poche ore (vedi "Guardiani 2"). Dismessa la maschera di Nebula, qui la ritrovo su di giri ed elettrizzata per l'isola felice di The Circle, una sorta di Apple + Google misto Scientology che sembra una roba per geni e, invece, si rivela una gran cagata (pardon per il francese). E lo dico un po' a malincuore vista la presenza di Emma Watson che apprezzo ma che, rari casi a parte, in quanto a vagliare copioni non mi pare proprio un asso.
Nonostante questa storia presenti una serie di elementi intriganti che parrebbero poter costruire le basi per un buon thriller, in realtà ogni possibilità di sensatezza si brucia nel giro del secondo tempo. Che The Circle sia più una setta che un luogo di lavoro felice bastano 10 minuti per capirlo, mentre alla Watson ci vuole una permanenza lunga mesi e la drammatica uscita di scena di un amico molto più furbo di lei. Il labile confine fra utilità e invasione della privacy qui vuole essere portato all'estremo nel tentativo di strizzare l'occhio allo spettatore, quasi a suggerirgli: "Hai visto come siamo intelligenti noi di The Circle (e per estensione noi della produzione del film)?"
In realtà l'assurdità della trama smentisce in fretta i tentativi - magari anche nobili, per carità - di una scrittura matura e introspettiva, quasi di denuncia rispetto a una tematica attuale e difficile da gestire come quella del privato in rete. "The Circle" sembra voler affrontare l'argomento per metterne alla berlina gli aspetti negativi e discutibili passando per un elenco di luci ed ombre che, in realtà, è meno azzeccato di quanto sia autocelebrativamente geniale. Innanzitutto c'è da chiedersi perché una che abbia già espresso perplessità rispetto alla comunità di The Circle (e sia già stata messa in guardia riguardo a certe attività non esattamente pro privacy) dovrebbe votarsi consapevolmente ad un progetto che la invischierà ancor di più all'interno dell'organizzazione. Non contenta, deciderà perfino di farsi riprendere in diretta tutto il giorno tutti i giorni, rendendo accessibile a chiunque in qualunque momento ogni contenuto che la riguardi (telefonate, mail, conversazioni...).
D'altra parte non si capisce come sia possibile che la stessa The Circle, nelle persone dei suoi fondatori, non pensi di mettere sotto sorveglianza la ragazza - nel tempo seguita da miliardi di persone - alla quale hanno deciso di consegnare tanta popolarità (leggi potere). E' del resto proprio attraverso questo strumento che verrà a verificarsi la fine della storia. Ma gli elementi che non quadrano non sono finiti qui. Perché Ty (John Boyega), ex fondatore scontento di The Circle, non è sotto sorveglianza? Non nasconde di certo il proprio malcontento rispetto alla gestione da parte dei due altri amministratori Tom Hanks (che ci fai qui?) e Patton Oswalt, per cui non ci si può non chiedere perché non venga spiato dalla struttura più spiona del pianeta... Il che rende ancora più assurdo che lui e la Watson (nel film Mae) si infiltrino indisturbati all'interno del nuovo covo segreto dell'azienda non solo una volta, ma ben due! La donna più online del mondo e il creatore scontento girano indisturbati per il campus, chiacchierano senza che nessuno si insospettisca, parlano senza che qualcuno li ascolti, il che è ancora più paradossale se si pensa che nel momento in cui l'amico di Mae la raggiunge a The Circle per parlare, la gente si ferma addirittura a filmarli con palmari e cellulari...
Senza contare - e giuro che poi mi fermo - che Mae e l'amica frizzantina per i troppi farmaci parleranno serenamente al telefono senza che nessuno ascolti i loro piani sovversivi. Non solo Mae aveva già evidenziato una certa insofferenza nei confronti dell'ideologia alla base del progetto, ma l'amica aveva addirittura precedentemente mandato a stendere tutti durante una riunione dell'esecutivo (motivo per il quale se n'era andata da The Circle). Visti i presupposti mi sarei aspettato un minimo di sorveglianza da chi, secondo questa stessa storia, è capace di detenere tanto potere e saperlo sfruttare in maniera così geniale: riesci a convincere i governi di vari paesi del mondo ad obbligare la popolazione ad usare la tua piattaforma per esprimere le preferenze di voto durante le elezioni - ma nessuno ci vede conflitti di interesse, monopolio, violazioni delle principali norme su sicurezza e privacy? - e poi non sei in grado di mettere sotto sorveglianza i telefoni dei tuoi dipendenti? Ma allora cosa te le cripti a fare le mail, signor Tom Hanks, solo per bullarti di figaggine informatica fine a se stessa?!
Poi, oltre alla scenggiatura un po' scema, devo dire che nemmeno i dialoghi funzionano granché. Ho trovato altresì fastidioso il fatto che ci sia uno scambio di battute spesso eccessivo, quasi a voler sottolineare una certa furbizia ed intelligenza di fondo del progetto che, sappiamo, non c'è. Il risultato è un ritmo spezzato da continue interruzioni (il caso più eclatante è la scena della riunione in cui Mae, masochista, spiega la sua idea riguardo alle elezioni) e una comunicazione ridondante che finisce per risultare sciocca.
Insomma, un cast da grandi occasioni sprecato per un risultato finale banale e insensato. "The Circle" sembra voler dire la sua sulla questione della vita privata e la sua invasione da parte di social network e affini, eppure si perde a raccontare una storia disconnessa e narrativamente poco plausibile che fa semplicemente sfoggio di scenografie accattivanti, una protagonista sulla cresta dell'onda e un incipit intrigante che, però, avevamo già visto altrove. Non basta.
Cast: Emma Watson, Tom Hanks, John Boyega, Karen Gillan, Ellar Coltrane, Patton Oswalt, Glenne Headly, Bill Paxton, Judy Reyes, Beck.
Box Office: $25.3 milioni (ad oggi)
Consigli: Francamente il risultato finale è deludente e sconclusionato. La storia della tecnologia come gabbia, arma che ci si ritorce contro è vecchia ormai e trovare nuovi modi per svilupparla e renderla più originale è difficile. Qui il tentativo è fallimentare soprattutto per colpa di una trama superficiale e scritta male nonostante il ricorso al romanzo omonimo di Dave Eggers (che mi auguro sia un tantino migliore del suo fratellastro cinematografico). Se si apprezza Emma Watson o Tom Hanks può valere la pena di dare una chance ai propri beniamini, ma davvero "The Circle" è un tentativo deludente di thriller fantascientifico per cui, nel caso, non dite che non eravate state (ampiamente) avvisati.
Parola chiave: Incidente stradale.

Se ti interessa/ti è piaciuto

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 8 gennaio 2015

Film 852 - Lo sciacallo - Nightcrawler

Ero molto curioso di vederlo, anche perché ero certo che sarebbe finito tra i possibili ad aggiudicarsi qualche nomination ai vari premi della stagione. Non mi sbagliavo...

Film 852: "Lo sciacallo - Nightcrawler" (2014) di Dan Gilroy
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Sebbene sia stato felice di rivedere Jake Gyllenhaal e Rene Russo sul grande schermo e - finalmente! - con un titolo in grado di suscitare interesse e addirittura finire al #1 del box office americano (con il piuttosto modesto incasso del primo weekend di $10.4 milioni), non posso comunque dire che la cosa sia bastata a farmi piacere "Nightcrawler", primo esperimento registico dello sceneggiatore Dan Gilroy (sue le storie e sceneggiature di "The Fall", "Real Steel", "The Bourne Legacy").
La storia, inquietante e molto cruda, vede Gyllenhaal (per questo ruolo candidato ai Golden Globes 2015) interpretare Lou Bloom, un disoccupato disposto a tutto pur di lavorare che, per un caso fortuito viene in contatto con il mondo del giornalismo incentrato su servizi di cronaca nera. La disperazione di quest'ultimo, combinata al "desiderio di sangue" (da mostrare in tv) della direttrice del network televisivo per cui Lou finirà per lavorare saranno il motore di questo prodotto, più che film quasi esperimento sociologico.
Infatti la trama si spinge molto oltre e arriva a mostrare ciò che l'assenza di un limite - personale, etico, morale - può arrivare a creare: Lou diventerà, sì, un talentuoso venditore di sé stesso e pure di grande successo, ma a discapito dei molti che avranno la sfortuna di incontrarlo.
Nel concreto: vale più la vita dello sconosciuto o le immagini che lo ritraggono dopo la sciagura che gli è capitata? E, potendo evitargli il peggio, interverremmo?
Questi, ridotti all'osso, gli interrogativi che pone la trama de "Lo sciacallo - Nightcrawler" e, nonostante siano domande inquietantemente intriganti e la realizzazione della pellicola sia di fatto molto buona, rimane comunque la sensazione che a questo film manchi qualcosa, che sia solo un esercizio (antropologico) o un tentativo di stuzzicare il pubblico con una tematica molto forte. Dietro a quest'ultima, però, pare esserci poco altro, anche perché difficilmente lo spettatore si identificherà nel disturbato Lou o nella direttrice senza scrupoli - figuriamoci nell'ingenuo e sottomesso Rick (Riz Ahmed) -, quindi anche a livello di personaggi e pubblico rimane una certa distanza.
In definitiva, ribadendo che era ora che sia Gyllenhaal che Russo rivedessero la ribalta cinematografica, non posso comunque dire che questo film mi abbia convinto o mi sia piaciuto. Forse è troppo anche per me, forse gli manca qualcosa per essere meno disumano. Non lo rivedrei.
Box Office: $38.3 milioni
Consigli: Jake Gyllenhaal regala una buona interpretazione degna di nota, perde tantissimo peso quasi a significare che il poco rimasto in fatto di carne è lo stesso rimasto al personaggio Lou in fatto di morale. Chiariamoci, Louis Bloom è disturbato e concepisce le relazioni umane in modo rigoroso e molto personale, quindi è difficile poter farne un esempio da studiare. In combutta con Nina Romina, i due costituiranno la coppia della disperazione, entrambi alla ricerca di un modo per sopravvivere e sopravviversi, disposti a tutto pur di riuscire in ciò che fanno e vogliono fare. Sono inquietanti e umanamente disgustosi. La tv qui è loro complice o, meglio, lo è quanto il pubblico che guarda.
Voyerismo mosrboso, quindi, impatto dei media, assenza di morale e ridefinizione del limite personale, tutti aspetti che concorrono a formare la storia di questa pellicola e che, come si capisce, non sono fatti esattamente per ogni tipo di spettatore. Non è un film facile, quindi prima di sceglierlo è bene essere pronti. A cosa? A salire sul furgone di quello spostato di Lou Bloom.
Parola chiave: Suv.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 8 ottobre 2014

Film 782 - Twister

Un'altra pellicola sui tornado...

Film 782: "Twister" (1996) di Jan de Bont
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Chiaro che visivamente parliamo di un risultato molto diverso dall'ultimo "Into the Storm", eppure "Twister" vive di un'energia propria che è difficile, se non impossibile, ritrovare nel gemello contemporaneo.
La giovanissima Helen Hunt è una forza della natura trascinante e travolgente al pari degli uragani che segue con il suo team e l'elemento scientifico che tratta la trama (studiare cosa succede all'interno del tornado, letteralmente nell'occhio del ciclone) ha un appeal abbastanza concreto. L'intendo, qui, è meno puramente intrattenitivo e un minimo più strutturato e si utilizza la spettacolarità di un fenomeno naturale distruttivo sfruttandone non solamente l'imponente spettacolarità, ma proponendo un racconto che ha anche un minimo di scopo.
Chiaramente l'intento di una pellicola come questa è assolutamente commerciale, ma eravamo ancora nel periodo in cui - anche solo per realizzare un prodotto come questo - si provava a giustificarlo attraverso una legittimazione anche narrativa (e non solo visiva). Per dirla facile: un po' di trama, anche solo qualcosina, almeno c'era.
Ora, chiaramente ci sono 18 anni di differenza tra un titolo e l'altro, ma risulta difficile non confrontarli anche solo un pochino. Io da bravo onnivoro del cinema facile, tutto effetti speciali, made in USA apprezzo entrambi i titoli, per motivi diversi. "Twister", considerando gli anni, vince soprattutto perché riesce ad evocare le stesse emozioni di "Into the Storm", ma con quasi 20anni di anticipo. Direi che lo si può considerare davvero un cult del genere 'disaster movie', sempre bello da rivedere.
Ps. E' stato il primo film a uscire in dvd.
Box Office: $494,471,524
Consigli: Se i membri votanti dei Razzie Award avessero potuto vedere cosa aspettava il futuro del cinema commerciale americano probabilmente non avrebbero castigato "Twister" con il premio per la Peggior sceneggiatura di un film che supera l'incasso dei 100 milioni di dollari. Chiaramente qui non parliamo di un capolavoro e, nonostante tutto, l'intento rimane sempre quello di spettacolarizzare la natura e catturare lo spettatore con le evidenti capacità della produzione nel ricreare queste situazioni limite (2 nomination all'Oscar per effetti speciali e sonoro). Io mi sento di dire che "Twister" è un bel film, nell'ottica di una scelta di disimpegno per una serata tra amici per rilassarsi e spegnere il cervello.
Parola chiave: F5.

Trailer

Bengi

mercoledì 20 agosto 2014

Film 759 - Apollo 13

Erano anni che volevo rivederlo, manca sempre l'occasione giusta. Ora ho rimediato.

Film 759: "Apollo 13" (1995) di Ron Howard
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Un film che è certamente entrato nell'immaginario collettivo, una pellicola fortissima che ancora oggi funziona alla grande. Effetti speciali super, una storia coinvolgente e ricca di pathos, un tema mitico - la conquista della luna - e un cast stellare (Tom Hanks, Bill Paxton, Kevin Bacon, Gary Sinise, Ed Harris, Kathleen Quinlan). Insomma, "Apollo 13" mi era mancato.
Inutile dire che il paragone con "Gravity" sia inevitabile, che lo si voglia o no. Manca la luna come punto centrale della trama, ma per il resto molti degli snodi principali si somigliano: spazio, missione spaziale, catastrofe, necessità di sopravvivere, missione disperata di rientro. Da questo punto di vista credo si possa dire che "Apollo 13" abbia fatto scuola.
Certo, la differenza tra 20 anni fa e oggi c'è. Ne è esempio lampante la quasi totalità di scene in interno, a differenza della pellicola con Sandra Bullock, quasi in toto girata nello spazio. Anche se qui ciò che viene mostrato grazie alla computer grafica sembra ancora a tratti un videogioco, non si può comunque non riconoscergli il merito di rendere vero e 'finto' ben coesi nella resa finale e di riuscire ad utilizzare gli effetti speciali a totale vantaggio della creazione di meraviglia, suspense e ammirazione che tanto rendono magnetica questa pellicola.
Insomma, penso si possa dire serenamente che questo film sia ormai indiscutibilmente parte dell'immaginario collettivo per quanto riguarda i film sulle missioni spaziali, senza considerare il fatto che si deve a questa pellicola una delle frasi più celebri della storia del cinema: "Houston, abbiamo un problema". Mica roba da niente...
Ps. 9 candidature ai premi Oscar del 1996 e 2 vittorie, nessuna delle quali nella categoria degli effetti speciali. Quell'anno, infatti, a vincere nella categoria fu "Babe - Maialino coraggioso". E non è uno scherzo.
Box Office: $355,237,933
Consigli: Storia non felice degli astronauti Jim Lovell, Fred Haise e Jack Swigert, desiderosi di camminare sulla luna, ma beffati dal destino. Rischieranno tutto per poterla toccare, ma il loro sogno rimane, di fatto, tale. Ron Howard confeziona un blockbuster potentissimo, ricco di avvenimenti, mai noioso e tecnicamente all'avanguardia, riuscendo nel compito di tenere lo spettatore incollato alla sedia per tutta la durata dei 140 minuti di pellicola. E' un film che racconta una storia realmente accaduta, che parla di eroismo e - inevitabilmente - di valori e che strizza l'occhio anche ai più tecnologici portando chi guarda non solo nello spazio, ma anche nel cuore di una vera e propria avventura. Un classico.
Parola chiave: Ossigeno.

Trailer

Bengi

domenica 13 luglio 2014

Film 740 - Edge of Tomorrow - Senza domani

Ero rimasto incuriosito da questa pellicola, ma se non ero riuscito ad andarla a vedere al cinema. Naturalmente ho recuperato!

Film 740: "Edge of Tomorrow - Senza domani" (2014) di Doug Liman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Preparato, com'ero, a vedere un brutto, brutto film, non mi aspettavo davvero nulla di buono da questo nuovo titolo in compagnia di Tom Cruise e, invece, alla fine me lo sono piacevolmente goduto. Non è male e, innegabile, Cruise ha ritrovato in parte il suo carisma di un tempo (per quanto mi riguarda già da "Oblivion" in poi).
La pellicola, che in quanto a salti temporali ricorda moltissimo "Source Code", è potentissima per quanto riguarda gli effetti speciali e tutto ciò che riguarda la costruzione di un mondo fantasy plausibile e anche affascinante. Le sequenze di guerra non hanno nulla da invidiare a quello spaventoso scenario che delinea "Salvate il soldato Ryan" e riescono, nel grande caos che la battaglia necessariamente è, a rimanere chiare e comprensibili, oltre che accattivanti. Cruise gioca bene le sue carte e il percorso di formazione a cui è forzatamente sottoposto è ben reso sullo schermo dall'attore, davvero perfetto per questa parte. Era da un bel po' che non lo vedevo così in forma.
Di Emily Blunt rimango sempre un fan, nonostante sia un po' che non la trovo in una pellicola di cui rimango davvero soddisfatto. Qui fa bene il suo dovere e, nella scena in cui inarca la schiena per rialzarsi che nemmeno in un film hard, fa anche la sua discreta figura. Il suo personaggio qui è duro e 'cazzuto' e, inaspettatamente, lei è nel ruolo, credibile e giusta per la parte.
Attori a parte, comunque, il vero fascino di questa pellicola rimane la sua storia, tra alieni, viaggi nel tempo e, inevitabilmente, l'aspetto legato alla morte come trucchetto per far ricominciare un giorno daccapo. L'idea è interessante e, finale un po' così così a parte, funziona abbastanza bene per tutto il tempo del film, riuscendo nella non facile impresa - in cui non riusciva "Source Code" - di non risultare ripetitivamente noioso. Sarà che tutti quei bombardamenti tengono ben svegli...
Insomma, alla fine "Edge of Tomorrow" è stata una buona scelta e mi ha lasciato più soddisfatto di quanto avrei pensato.
Box Office: $341,825,000
Consigli: Un po' sci-fi, un po' action, un po' guerra, questo film è perfetto per un pomeriggio relax al sapore di effetti speciali, un nemico alieno da sconfiggere è un sempiterno Tom Cruise che, ancora una volta, colpisce nel segno, piaccia o non piaccia. Il risultato finale è carino, l'espediente narrativo intrigante e, in definitiva, "Edge of Tomorrow" godibile.
Parola chiave: Louvre.

Trailer

Bengi