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lunedì 13 dicembre 2021

Film 2067 - Matthias et Maxime

Intro: Ho visto questo film non tanto perché fossi interessao a recuperarlo, quanto perché è uno dei titoli preferiti dalla persona che, per un po' (o per un attimo), ha riportato un inaspettato sapore romantico nella mia vita. Anche se per poco.

Film 2067: "Matthias et Maxime" (2019) di Xavier Dolan
Visto: dal computer portatile
Lingua: francese, inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: per alcuni aspetti c'è una parte di questa storia con cui sono riuscito a connettermi facilmente (l'omosessualità, il viaggio in cerca di fortuna in Australia), anche se devo dire che per una serie di motivi "Matthias et Maxime" è stato meno d'impatto di quanto mi aspettassi.
Sì, il film è bello e ben recitato ma, innanzitutto, non è "Mommy". E lo so che è difficile fare paragoni e che le storie sono differenti (ma la figura della madre è chiave anche qui), eppure quel primo, scioccante incontro con il mondo di Xavier Dolan rimane ad oggi imbattuto.
Poi il gap della lingua mi ha costretto ad una concentrazione doppia e a l contempo non funzionale, desideroso di seguire le scene (in francese), al contempo necessitando di leggere i sottotitoli (in inglese)... per poi processare tutto in italiano. Insomma, un po' un caos.
Altro elemento non d'aiuto il fatto che, per necessità, la visione è stata spezzata in due, il che ha smorzato pathos e ritmo della narrazione.
Un ultimo fattore, non lo negherò, lo ha rivestito la presenza di Ciarán che, pur non avendomi distratto, ha giocato certamente una parte rilevante. Sono sicuro che sia capitato a tutti di essere un po' distratti da altri pensieri e prime volte che si guarda un film con la persona che ti piace.
Tutto considerato, comunque, "Matthias et Maxime" esplora con sufficiente profondità il rapporto tra i due protagonisti del titolo, amici d'infazia e forse amanti, etero dichiarati eppure capaci di complici sguardi, il tutto incorniciato da una sorta di corsa contro il tempo - Maxime (Dolan) sta per trasferirsi in Australia) -, fragilità e insicurezze - Matthias (D'Almeida Freitas) è sempre in bilico tra il vorrei e il non dovrei, tanto combattuto e schiacciato dal peso del giudizio altrui che rischia di compromettere l'amicizia, se non addirittura l'amore, con l'amico - e abusi che portano dietro cicatrici (la madre di Maxime è alcolizzata).
Insomma, c'è sicuramente tanta carne al fuoco e anche se a volte mi è parso che il film fosse più una sorta di esercizio di stile o un prodotto di Dolan per se stesso e/o i suoi fan, il risultato finale è comunque di qualità e per certi versi d'impatto, considerato che non si possa fare a meno di chiedersi cosa ne sarà di Matthias e Maxime una volta che l'Australia diventerà realtà.
Cast: Gabriel D'Almeida Freitas, Xavier Dolan, Pier-Luc Funk, Samuel Gauthier, Antoine Pilon, Adib Alkhalidey, Anne Dorval, Micheline Bernard, Marilyn Castonguay, Catherine Brunet, Harris Dickinson.
Box Office: $1.8 milioni
Vale o non vale: Non una pellicola per tutti (o tutte le occasioni), ma sicuramente un prodotto per i fan del regista canadese che, anche qui, fa la sua magia (e sicuramente di più che con i suoi titoli fuori patria). L'omosessualità è qui solo un elemento secondario, mentre è l'amicizia a farne da padrone, per una sorta di studio sui rapporti umani, le convenzioni sociali e le aspettative che sentiamo derivarci dagli altri o da certe situazioni in cui ci troviamo. Come dicevo non per tutti, ma non per questo meno di valore.
Premi: In concorso Cannes 2019 per la Palma d'oro e la Queer Palm.
Parola chiave: Lettera di raccomandazione.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 25 maggio 2021

Film 2007 - The Girl on the Train

Intro: Altro appuntamento cinematografico con le richiesta di Ferdia, questa volta per l'ultima lezione del semestre.

Film 2007
: "The Girl on the Train" (2016) di Tate Taylor
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: la mia opinione rispetto a questa pellicola non è molto cambiata rispetto alla prima volta che l'ho vista, nel senso che è rimasto un po' il senso di delusione rispetto a un titolo apparentemente promettente che, però, non risulta ben riuscito quanto ci si sarebbe potuto aspettare. Ed è un peccato, perché la performance di Emily Blunt è assolutamente azzeccata e gli elementi per un thriller di successo ci sarebbero tutti.
La verità, però, è che questo "The Girl on the Train" sembra più interessato agli elementi sessuali che alla componente psicologica dei personaggi e pare fissarsi alle parti morbose di una storia che avrebbe certamente avuto altro da dire si fosse concentrata di più sulle bugie, il passato e una costruzione meno bidimensionale dei personaggi secondari. Questi ultimi, poi, sono talmente tanti e così poco differenziati tra loro che si fatica a distinguerli propriamente. E, insomma, è un peccato.
Film 1255 - La ragazza del treno
Film 2007 - The Girl on the Train
Cast: Emily Blunt, Rebecca Ferguson, Haley Bennett, Justin Theroux, Luke Evans, Allison Janney, Édgar Ramírez, Lisa Kudrow, Laura Prepon.
Box Office: $173.2 million
Vale o non vale: Molto cupo e molto triste, troppo focalizzato sulla parte sessuale e troppo poco sulla caratterizzazione dei personaggi, "The Girl on the Train" è un thriller passabile che funziona grazie a una sempre brava Emily Blunt ma fallisce nel generare interesse nello spettatore. Specialmente perché, una volta rivelato il colpo di scena rispetto al passato della protagonista, la storia perde il suo appeal.
Premi: Candidato al BAFTA per la Miglior attrice protagonista (Blunt).
Parola chiave: Tunnel.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 15 febbraio 2021

Film 1954 - Written on the Wind

Intro: Consigliato dal canale YouTube Be Kind Rewind nella sua lista di film di Natale, ho deciso di recuperare questo film della Golden Age hollywoodiana di cui non avevo mai sentito parlare.
Film 1954: "Written on the Wind" (1956) di Douglas Sirk
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: in generale un bel film, anche se ammetto che per una parte del primo tempo ho faticato a mantenere l'attenzione, riconquistata dalla trama grazie ad un secondo tempo pieno di accadimenti e una buona dose di suspense.
Chiaramente si tratta di una storia d'altri tempi, con un'evidente tendenza a una recitazione molto teatrale e un modo di affrontare alcune tematiche (alcolismo, promiscuità e sterilità) che oggi verrebbero trattate in maniera differente; in ogni caso "Written on the Wind" funziona abbastanza bene anche per lo spettatore moderno, particolarmente per chi apprezza quell'allure vecchia Hollywood che mette in campo stelle del cinema USA del calibro di Rock Hudson e Lauren Bacall che, devo ammettere, è un piacere vedere in azione.
Insomma, tutto sommato una buona alternativa alla mancanza di novità imposta da questo momento storico particolare.
Cast: Rock Hudson, Lauren Bacall, Robert Stack, Dorothy Malone, Robert Keith.
Box Office: $4.3 milioni (noleggi solo negli USA e Canada)
Vale o non vale: Drammatico e teatrale, con un buon cast e un richiamo forte quanto basta alla nostalgia della Hollywood che fu, "Written on the Wind" mantiene le promesse e consegna al suo pubblico un prodotto di qualità che non sarà un capolavoro indelebile, ma è sicuramente un titolo perfetto per chi avesse nostalgia del cinema mainstream di quei tempi.
Premi: Candidato a 3 Oscar per Miglior canzone originale, attore non protagonista (Robert Stack) e attrice non protagonista (Dorothy Malone), ha vinto per quest'ultima; Malone è stata candidata anche al Golden Globe.
Parola chiave: Pistola.

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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 30 novembre 2019

Film 1685 - A Star Is Born

Intro: Il caso cinematografico e pop del 2018, ovvero imperdibile!
Film 1685: "A Star Is Born" (2018) di Bradley Cooper
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jenny
In sintesi: onestamente ero molto, molto scettico. Sia perché non trovavo necessario il terzo remake di uno stesso film, sia perché la scelta di Lady Gaga come protagonista mi pareva discutibile. Col passare del tempo e considerato il successo globale riscontrato, una parte di me era assurdamente curiosa di capire come potesse essere successo che un titolo a cui avevo dato così poco credito potesse aver trovato un riscontro tanto sensazionale.
Ora diciamocelo, "A Star Is Born" non è un capolavoro, ma sicuramente ha il grande pregio di combinare intelligentemente una storia vecchia come il mondo - lui famoso e su una strada difficile, lei sconosciuta e talvolta indifesa, ma estremamente talentuosa: si innamorano e collaborano - con una colonna sonora molto contemporanea e ben riuscita grazie a una Lady Gaga in formissima e un Bradley Cooper sorprendentemente dotato. Detto questo, a mio avviso i grandi prodigi di questa pellicola terminano qui. Gaga è brava a fare Gaga, ovvero una cantante non convenzionalmente bella, ma dalla voce e il talento pazzeschi, il che non sminuisce la sua performance, ma di certo non la eleva a indimenticabile. E fino ad ora l'ho sempre vista vestire i panni dell'eccentrica o della dotata, che sia qui, in "Sin City: A Dame to Kill For" o "American Horror Story: Hotel". Insomma, mi pare giocasse un po' in casa. Mentre ho trovato eccessiva la fine riservata al personaggio di Cooper, Jack, a tratti quasi scontata;
"A Star Is Born" mi ha lasciato una buona impressione generale, anche se non ho stabilito una connessione con i suoi personaggi protagonisti o la storia in generale. Mi aspettavo il finale drammatico visto il rimando quasi didascalico di una scena iniziale e nonostante tutte le mie buone intenzioni non mi sono innamorato della coppia Ally + Jack come, invece, ha fatto il resto del globo. Col tempo, però, ho imparato ad apprezzare "Shallow" che, ammetto, avevo inizialmente ignorato e anche con un certo stupido snobismo.
A un anno di distanza da quando ho visto la pellicola al cinema, comunque, sento di poter dire di aver in parte rivalutato la mia prima impressione su questo remake che no, non è un capolavoro, ma è certamente meglio di quello che sarebbe potuto essere stato (ovvero un disastro. Tra i tanti considerati anche Beyoncé, Tom Cruise, Will Smith e Jennifer Lopez...).
Cast: Lady Gaga, Bradley Cooper, Andrew Dice Clay, Dave Chappelle, Sam Elliott, Greg Grunberg, Shangela, Willam, Ron Rifkin, Michael Harney, Halsey, Alec Baldwin.
Box Office: $435 milioni
Vale o non vale: Fan di Gaga buttatecivi come se non ci fosse un domani; fan dei musical qui c'è pane per i vostri denti; fan di Cooper non rimarrete indifferenti al suo fascino da bello e dannato (e pure un po' abbrustolito visto il livello di pigmentazione cutanea facciale). Per tutti gli altri questo "A Star Is Born" è un esperimento che può piacere per innumerevoli ragioni, come non. Io mi aspettavo di meglio sicuramente, ma col tempo ho imparato a riconsiderarne certi aspetti sicuramente ben riusciti e realizzati.
Premi: Candidato a 8 Oscar - tra cui Miglior film, sceneggiatura, attrice protagonista (Gaga), attore protagonista e non protagonista (Cooper e Elliott) - la pellicola ha vinto per "Shallow" come Miglior canzone originale (Lady Gaga, Mark Ronson, Anthony Rossomando, Andrew Wyatt). 5 nomination ai Golden Globe (anche Miglior film e attori protagonisti) e premio per la Miglior canzone. Ai BAFTA il film ha vinto per la Migliore musica su 7 nomination (anche qui Miglior film e attori). Ai Grammy di quest'anno la pellicola - candidata anche per Record of the Year e Song of the Year - ha vinto 2 premi per Best Pop Duo/Group Performance e Best Song Written for Visual Media per "Shallow"; ai Grammy 2020 il film ha ricevuto 3 ulteriori menzioni: Best Compilation Soundtrack for Visual Media e Song of the Year e Best Song Written for Visual Media per la canzone "I'll Never Love Again".
Parola chiave: Musica.

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Bengi

martedì 2 ottobre 2018

Film 1514 - The Killing of a Sacred Deer

Intro: I was intrigued by the the incomprehensible plot and the tense trailer, not to mention the good reviews and the best screenplay win at the Cannes Film Festival last year. That's why I was so keen to see the latest Lanthimos directorial effort.
Film 1514: "The Killing of a Sacred Deer" (2017), Yorgos Lanthimos
Watched: my laptop
Language: English
Watched with: Fre
Briefly: tense, but particularly slow, "The Killing of a Sacred Deer" aims to be a thriller with horror vibes even though it just manages to exacerbate the viewers with its deviant plot. In my opinion it's more boring than scaring;
Farrell and Kidman are beautiful actors and they carry the story as far as they can, the problem is that nothing really happens here until the end and it's frustrating that you have to wait for the very last minutes to get the plot moving forward. Probably it was one of Lanthimos goals to induce these kind of emotions in the viewers, yet still you really need to be committed to the cause to actually enjoying it;
"The Killing of a Sacred Deer" has a really powerful finale that partially redeems its previous 90minutes of nothing happening while you wait for the good stuff to come, but I don't think it's enough to appreciate a 2 hour-long movie that leads nowhere for the most of its running time. I think "The Lobster" has a powerful message underneath that is missing here. And you can definitely feel it.
Cast: Colin Farrell, Nicole Kidman, Barry Keoghan, Raffey Cassidy, Sunny Suljic, Alicia Silverstone, Bill Camp.
Box Office: $6.1 milion
Worth watching?: Yorgos Lanthimos fans will find it interesting and probably entertaining, but for those who don't know the previous Greek director works it's probably better if they start with "The Lobster" first: "The Killing of a Sacred Deer" is even slower and less fun.
Awards: Best Screenplay at the 2017 Cannes Film Festival (tied with Lynne Ramsay for You Were Never Really Here).
Key word: Alcoholism.

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sabato 23 settembre 2017

Film 1411 - Blue Jasmine

Avevo comprato il dvd un sacco di tempo fa (anni?) e non mi ero mai trovato nella situazione di volerlo usare. Poi da un po' di tempo a questa parte era maturata in me la voglia di vedere nuovamente questa pellicola... Dovevo solo trovare il momento giusto!

Film 1411: "Blue Jasmine" (2013) di Woody Allen
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ma cosa le vuoi dire a Cate Blanchett se non brava?! Anzi, bravissima!
Dopo aver atteso un bel po' prima di decidermi finalmente a recuperare questo film in lingua, devo dire che sono rimasto ancora più soddisfatto della prima visione. Sì, ho di nuovo pensato che si trattasse di una "versione moderna" di "Un tram che si chiama desiderio", ma è innegabile che anche solo per la grande performance della Blanchett il film viva di rendita, a prescindere dalle reminescenze più o meno velate che genera. Poi devo ammettere che con questa seconda visione ho apprezzato di più il lavoro di Sally Hawkins, attrice che forse troppo spesso rimane confinata alle seconde parti, ma meriterebbe ben più spazio e riconoscimento (anche se va detto che per questo ruolo l'attrice è stata candidata all'Oscar e al Golden Globe e che nel 2009 ne vinse uno per "La felicità porta fortuna - Happy Go Lucky").
In generale comunque "Blue Jasmine" vive di due ottime protagoniste, un cast eterogeneo e ben assortito, un Woody Allen particolarmente lucido e un risultato finale compatto e particolarmente soddisfacente. Colpisce con quanta cura venga rappresentata la protagonista Jasmine, in viaggio con un biglietto di sola andata per un esaurimento nervoso dopo lo scandalo dell'arresto e conseguente suicidio del marito truffatore, donna fragile e priva di qualsiasi contatto con la realtà. proverà a rimboccarsi le maniche per emergere dal pantano in cui si è trasformata la sua vita, ma riuscirà a farcela? Recuperate "Blue Jasmine" per scoprirlo... Ps. Candidato a 3 Oscar, ha vinto quella per la Miglior attrice protagonista (Blanchett). Nella stessa categoria ha trionfato praticamente in qualunque altro premio, compresi Golden Globes e BAFTAs.
Pps. Dopo aver finito di scrivere il mio pensiero, sono andato a leggere la scheda del film di Wikipedia Italia e scopro - cito - che «Il film è un omaggio a Un tram che si chiama desiderio, pièce di cui echeggia la trama».
Film 647 - Blue Jasmine
Cast: Cate Blanchett, Sally Hawkins, Alec Baldwin, Peter Sarsgaard, Louis C.K., Andrew Dice Clay, Bobby Cannavale, Michael Stuhlbarg.
Box Office: $97.5 milioni
Consigli: Marito truffatore, tradimenti, suicidio, problemi psicologici, alcolismo, problemi famigliari, solitudine, psicofarmaci sono solo alcuni degli elementi presenti nella trama di "Blue Jasmine", uno dei titoli più riusciti della recente filmografia di Allen. Chi apprezza il grande artista newyorkese non può perdersi questo suo lavoro come, del resto, chi ama la praticamente sempre perfetta Blanchett. Insieme qui sono una bomba.
Parola chiave: Crack finanziario.

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mercoledì 26 aprile 2017

Film 1348 - La mia vita da zucchina

Non ero riuscito a vederlo al cinema e, appena è stato possibile, l'ho recuperato in streaming.

Film 1348: "La mia vita da zucchina" (2016) di Claude Barras
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: "Ma vie de Courgette" è un film d'animazione in stop-motion che racconta attraverso un linguaggio comunemente associato ai ragazzi, una storia decisamente adulta.
Il racconto è tratto dall'autobiografia di Gilles Paris, una scelta inusuale per un prodotto cartoon che solitamente siamo abituati stazionare in territori ben più sicuri: qui il piccolo Zucchina perde la madre alcolizzata dopo averla accidentalmente fatta cadere per le scale, finendo a vivere in un orfanotrofio. Ambientarsi e sopravvivere al lutto non sarà facile, così come sperare di ricostruirsi una nuova vita dopo tanta sofferenza.
La delicatezza di questa pellicola, l'estro creativo, l'immediatezza anche nelle scene più difficili sono tutti elementi che rendono questo film un piccolo gioiellino della durata di un qualsiasi episodio di una serie tv odierna (un'ora appena). Colpisce anche perché non si perde in chiacchiere e procede a trattare solo il necessario, pur non mancando di contestualizzare, approfondire e caratterizzare personaggi veramente ben fatti.
"La mia vita da zucchina" funziona, propone un tema inusuale per un prodotto figlio dell'animazione e ne esce vincente perché al di là dell'anima apparentemente ludica e spensierata, si tratta di un titolo sapientemente concepito, adatto al pubblico giovane quanto a quello adulto. Si possono fare bei "cartoni animati" anche basandosi su storie meno scontate, affidandosi a case di produzione diverse dalle solite, trattando situazioni difficili e finendo comunque per fare un bellissimo film. Osare è anche questo e Claude Barras non ha sbagliato.
Ps. Candidato all'Oscar e al Golden Globe per il Miglior film d'animazione.
Cast: Gaspard Schlatter, Sixtine Murat, Paulin Jaccoud, Michel Vuillermoz, Raul Ribera, Estelle Hennard, Elliot Sanchez, Natacha Koutchoumov.
Box Office: $5.6 milioni
Consigli: Bello e molto tenero, non facilissimo per essere un prodotto d'animazione, questo film è assolutamente un titolo da non perdere. Non per ogni occasione, richiede un minimo di preparazione alla storia, soprattutto se si intende guardarlo con bambini piccoli. Gli argomenti sono adulti, ma dal punto di vista dei più piccoli, perfino quando si scelgono gli argomenti più forti e diretti. Eppure la sensazione a fine pellicola è di una certa leggerezza. Vedere per credere.
Parola chiave:Lattina di birra.

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sabato 10 dicembre 2016

Film 1255 - La ragazza del treno

Serata al cinema a 2€ parte #2: un treno da non perdere.

Film 1255: "La ragazza del treno" (2016) di Tate Taylor
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Più che un film, uno spot sull'alcolismo. Questa la prima impressione che ho avuto della trasposizione cinematografica del famoso best-seller scritto da Paula Hawkins del quale, naturalmente, non conoscevo neanche una pagina.
La seconda, invece, è che si sia cercato di cavalcare simultaneamente un paio d'onde di successo, tentando la strada del thriller disturbato alla "Gone Girl" mixato alle atmosfere sexy ed irriverenti tipiche di "Cinquanta sfumature di grigio", per un risultato finale che mi è parso un po' privo di personalità.
Tutto il buono di questa operazione va all'ottima scelta di cast per quanto riguarda la protagonista Rachel, una Emily Blunt in grandissima forma che dà ulteriormente prova delle sue capacità. Emotivamente altalenante, fragile, incapace di distinguere la realtà dall'immaginazione, il suo personaggio è al centro di una storia che nel finale si rivela scontatissima, ma funziona solamente grazie alla compatta performance dell'attrice, spessissimo in primo piano a sottolinearne i disturbi emotivi (oltre che le capacità attoriali) e conferendo a "La ragazza del treno" quell'unità che, a causa di flashback e ricordi fittizi, a volte si stenta a rintracciare.
Se devo essere sincero, visto tutto il clamore suscitato da questa produzione, dalla trama mi aspettavo davvero qualcosa di più. Megan (Haley Bennett) è un'insoddisfatta troietta che gioca a sconvolgere il vicinato per bene, ma non ha davvero nulla da dire che non passi dall'esibizione del proprio corpo. Il fin troppo comprensivo ex marito (Justin Theroux) è un personaggio per nulla interessante, ancorato ad una serie di cliché che, alla fine, si andranno a concretizzare nonostante fino all'ultimo si speri che la storia non vada a parare lì. E sì, bisogna dirlo, nemmeno Rachel è così incisiva: non fa niente, non si ricorda niente, non reagisce a niente. Girovaga in treno bevendo vodka dalla mattina alla sera e guarda fuori e, sul più bello, rimane ancorata ad un'immagine passiva che non mi è piaciuta, lei come Anna (Rebecca Ferguson), un altro personaggio umanamente brutto.
Ripeto, non so esattamente cosa del libro possa aver tanto sconvolto e attratto il mondo, dal film sicuramente non si può dire che si tratti di un'innovazione narrativa senza precedenti. Un thriller uguale a tanti altri che si distingue soprattutto per le molte permanenze in treno e la presenza della brava Blunt, finalmente vera e assoluta protagonista di un film di grande successo commerciale (ma non di critica). Per il resto "The Girl on the Train" non mi ha lasciato particolarmente convinto.
Film 1255 - La ragazza del treno
Film 2007 - The Girl on the Train
Cast: Emily Blunt, Rebecca Ferguson, Haley Bennett, Justin Theroux, Luke Evans, Allison Janney, Édgar Ramírez, Lisa Kudrow, Laura Prepon.
Box Office: $170.5 milioni
Consigli: Primo tempo particolarmente lento, tantissimi flashback, tantissimo alcol, molto sesso e dialoghi particolarmente espliciti (ma non seducenti, semmai a volte forzati), tanti primi piani che inquadrano una Blunt spesso insicura, fragile e incapace di raccapezzarsi. La performance dell'attrice è davvero riuscita ed è principalmente grazie a lei che il tutto funziona, ma il resto, il contorno, non colpisce. C'è un omicidio, una babysitter dai facili costumi e un voyeurismo che è troppo costruito e finisce per essere innaturale. Insomma, Emily Blunt vale il prezzo del biglietto, ma la corsa de "La ragazza del treno" non è del tutto soddisfacente.
Parola chiave: Gravidanza.

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giovedì 5 marzo 2015

Film 886 - St. Vincent

Non che non mi sia piaciuto, ma mi ero davvero dimenticato di questa pellicola e, soprattutto, di metterla nella lista delle recensioni da scadenzare. Quindi, con molto ritardo, inserisco questo film un po' a casaccio nell'elenco di quelli visti, anche se la visione ha di molto preceduto la sua odierna collocazione nel blog.

Film 886: "St. Vincent" (2014) di Theodore Melfi
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Oggettivamente è una commedia carina, esperimento indie-indipendente in grado di suscitare più di una genuina risata. Tutto il merito va a un Bill Murray in gran forma, vero polo magnetico della vicenda, spalleggiato bene da una Naomi Watts insolitamente leggera (prostituta incinta e successivamente golf per Vincent). Completa il quadro Melissa McCarthy, finalmente in un ruolo normale e non chiassoso e Jaeden Lieberher nei panni del piccolo, curioso Oliver.
Anche qui, come in altre storie raccontate prima, il binomio giovane-anziano, pupillo-mentore è l'aspetto della vicenda che più viene considerato, anche se la chiave di lettura mostrata da questa vicenda è piuttosto irriverente, considerato che il Vincent del titolo è, da subito, un insopportabile alcolizzato che sembra odiare tutto e tutti, ricoperto di debiti di gioco e con la casa di cura dove, si scoprirà, è alloggiata la moglie malata. Insomma, è un bel casino. Ma, disperata, Maggie/McCarthy sarà costretta a chiedere a lui di prendersi cura del figlio mentre lei è costretta a fare gli straordinari al lavoro per far quadrare i conti.
E' chiaro che l'aspetto più piacevole di "St. Vincent" è il buon gruppo di attori che mettono in scena un racconto a tratti strampalato e irriverente, ma che nel finale si lascia coinvolgere da un sentimento buonista da lieto fine che mette tutto a posto. L'amicizia tra il lunatico Vincent e Oliver è certamente il valore aggiunto che motiva la visione di una storia che, altrimenti, sarebbe stata meno interessante e sicuramente più convenzionale. In definitiva un film carino.
Ps. Due candidature ai Golden Globes 2015 nella sottocategoria musical o commedia: Miglior film e Miglior attore protagonista (Murray).
Box Office: $54 milioni di dollari
Consigli: Pellicola carina è meno convenzionale di quanto si potrebbe pensare, "St. Vincent" è un titolo che sicuramente si può vedere senza pensieri, simpatico e adatto ad ogni occasione di disimpegno. Non è un capolavoro, ma ha i suoi buoni momenti, soprattutto finché la figura burbera di Vincent rimane celata dietro il suo odio per il mondo intero e il suo essere così fuori dagli schemi. Bill Murray è il valore aggiunto di tutto il progetto.
Parola chiave: Progetto scolastico.

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lunedì 22 dicembre 2014

Film 837 - Bernard & Doris - Complici amici

Un titolo che mi aveva incuriosito a suo tempo, ma che non avevo mai recuperato. Aho rimediato per caso, qualche settimana fa.

Film 837: "Bernard & Doris - Complici amici" (2006) di Bob Balaban
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Film per la tv firmato HBO, come sempre garanzia di produzioni di un certo livello.
Biopic su parte della vita della ricchissima ereditiera Doris Duke dal momento in cui incontrerà Bernard Lafferty, il suo futuro maggiordomo con problemi di alcolismo, in poi. Ovvero come due persone agli antipodi possono trovare una relazione di rispetto e amicizia nella maniera più inaspettata possibile.
Meno che mai vicino all'idillio o ad una concezione di rapporto definibile come 'normale', questo inusuale duo sarà protagonista di una bella storia di vita, triste e strana, eppure piacevole e bella da seguire. Non so se perché raffinatamente ricamata ed abbellita dalla sceneggiatura di Hugh Costello, comunque ho trovato questa storia di amicizia sicuramente fuori dai canoni, un esempio interessante e genuino di come le persone riescano a costruire relazioni speciali, peculiari e personalissime capaci di resistere al tempo e ai cambiamenti della vita.
Susan Sarandon è in gran forma e riesce anche solo con uno sguardo ad esplicitare pensieri, ordini, sensazioni. E' veramente bravissima ed era da molto tempo che non la vedevo così volentieri, una parte veramente perfetta per lei. Sorprendente anche il suo comprimario, un Ralph Fiennes spesso en travesti, solitamente dall'aspetto molto macho (e comunque con un indimenticabile passato da Voldemort alle spalle) e qui in grado di rendere la fragilità di un personaggio certamente di non facilissimo impatto.
Un racconto che parte piano e porta, man mano, a scoprire l'intimità di un mondo per noi inimmaginabile e inarrivabile, conduce in una realtà privata e personale e si snoda tra affari & bella vita e un privato che spesso luccica meno dell'ambiente mondano in cui la storia si svolge.
Il mio personale interesse per i ritratti di personaggi realmente esistiti qui ha sicuramente influito positivamente, comunque ritengo che questo film per la tv, per quanto non facile e di certo non per tutti, mantenga le aspettative generate per coloro che ne sono rimasti interessati.
Ps. Molte le nomination raccolte da questo film: 3 ai Golden Globes del 2009 e ben 10 agli Emmy del 2008. Per entrambi i premi sono stati candidati come migliori attori sia Sarandon che Fiennes.
Box Office: /
Consigli: Biopic da toni spesso drammatici, eppure con molti momenti simpatici e altri certamente fuori dal comune, un mix eterogeneo e non scontato di episodi di vita che raccontano bene come questa possa avvicinare (e allontanare) inaspettatamente le persone, non importa chi siano e da dove vengano. Un buon esempio di tv, oltre che un ottimo esempio di tolleranza in generale. "Bernard and Doris" non è certamente un titolo che si decide di guardare per spegnere la mente o svagarsi senza pensieri: non sarà Ingmar Bergman, ma comunque bisogna prestare attenzione e prepararsi a certi momenti che hanno una certa dose di emotività. Per chi ne ha voglia, o ne fosse incuriosito, secondo me ne vale la pena. E, lo sottolineo, ottimi protagonisti.
Parola chiave: Orchidee.

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