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martedì 6 agosto 2019

Film 1639 - Coco

Intro: Ovviamente impossibilitati a vederlo al cinema, abbiamo atteso che fosse disponibile il download.
Film 1639: "Coco" (2017) di Lee Unkrich
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: ero un po' incerto sulla visione di questa pellicola dato che con la Pixar tutti si affrettano sempre a gridare al capolavoro e, come si sa, a volte troppe attese creano aspettative esagerate. In realtà "Coco" non solo è un bel film, ma su più livelli pare una dichiarazione d'amore: per la famiglia, la propria cultura, il talento dentro ognuno di noi;
visivamente stupendo e dalla storia originale, l'unica critica che posso muovergli è relativa all'Oscar per la Miglior canzone originale: "Mystery of Love" di Sufjan Stevens ("Call Me by Your Name") o perfino "This is Me" di Benj Pasek e Justin Paul ("The Greatest Showman") erano 100 volte meglio. E il live di Gael García Bernal agli Academy Awards è stato tremendo.
Cast: Anthony Gonzalez, Gael García Bernal, Benjamin Bratt, Alanna Ubach, Renée Victor, Ana Ofelia Murguía, Edward James Olmos, Jaime Camil, Alfonso Arau.
Box Office: $807.1 milioni
Vale o non vale: Dolce, poetico, avventuroso, decisamente un film da vedere.
Premi: 2 Oscar vinti su 2 nomination (Miglior film d'animazione e Miglior canzone originale "Remember Me"), il film ha vinto anche il Golden Globe come Miglior film d'animazione (più una nomination per la Miglior canzone) e il BAFTA per il film d'animazione. 2 nomination ai Grammy (Best Score Soundtrack for Visual Media e Best Song Written for Visual Media).
Parola chiave: Fotografia.

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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 21 ottobre 2017

Film 1423 - The Sixth Sense

Per un po' di giorni sono andato per grandi aree tematiche. Dopo i tre cartoni animati di fila, sono passato all'horror a tinte thriller come se niente fosse. E, soprattutto, nonostante l'assordante casino dell'area comune del mio ostello.

Film 1423: "The Sixth Sense" (1999) di M. Night Shyamalan
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ma sì, ovviamente lo avevo già visto, eppure è stato come rivederlo per la prima volta; insomma, come al solito non ricordavo nulla. Tranne la famosa scena del "Vedo la gente morta". Quella non si scorda...
Vedere "The Sixth Sense" a quasi vent'anni dalla sua uscita in sala fa un po' effetto, considerando che adesso Bruce Willis non ha più un capello e fa la pubblicità della Vodafone e Haley Joel Osment è un ometto strano che ha conservato la faccia da bambino nel corpo di un adulto non esattamente in formissima. Al di là di questo, dicevo, fa effetto pensare che sia passato già così tanto tempo da quando il mondo conobbe il fenomeno M. Night Shyamalan, solo recentemente riabilitato grazie a titoli degni di nota dopo notevoli passi falsi e flop ("Lady in the Water", "E venne il giorno", "After Earth").
Questioni marginali a parte, come sta il nostro caro sesto senso? In forma direi, nonostante la quasi maggiore età conquistata (mi riferisco alla data di uscita italiana, 29 ottobre 1999, in America uscì il 6 agosto). Il film infatti è sempre in grado di evocare un certo buon numero di scene intriganti e singolari, riuscendo a costruire un crescendo di suspense e tensione rotto solo dalla rivelazione del grande segreto che sta dietro tutta la storia (spoilerone con 6.567 giorni di ritardo): Bruce Willis muore dopo la prima scena.
Bisogna ammettere che al tempo fu una trovata geniale, un colpo di scena da maestro che conferiva alla trama quel giusto elemento di sorpresa perfettamente in linea con tutto il racconto, tanto da far esclamare a fine visione "Finalmente ha tutto senso!". E in effetti senso ce l'ha (mi astengo da facili battute legate al titolo). Insomma, la scelta di rivedere questa pellicola mi ha soddisfatto, ricongiungendomi a una storia di cui ricordavo gli snodi essenziali senza però riuscire a connettere tutti i punti. Di fatto "The Sixth Sense" è un buon thriller che mixa intelligentemente alcune caratteristiche dell'horror, per un risultato finale spaventoso quanto soddisfacente e sufficientemente riuscito. Ancora oggi. Ps. 6 candidature agli Oscar del 2000 (Miglior film, regia, sceneggiatura, attrice e attore non protagonisti (Collette, Osment), montaggio), 2 ai Golden Globes (sceneggiatura e attore non protagonista) e 4 ai BAFTA (film, regia, sceneggiatura e montaggio).
Cast: Bruce Willis, Toni Collette, Olivia Williams, Haley Joel Osment, Donnie Wahlberg, Glenn Fitzgerald, Mischa Barton, M. Night Shyamalan.
Box Office: $672.8 milioni
Consigli: Devo dire che questo titolo è riuscito a mantenere intatto un certo fascino nonostante gli anni che passano e la storia che, una volta conosciuto il finale, perde parte del suo originale appeal. Forse non una scelta valida per ogni occasione, eppure una pellicola da tenere presente quando si sia alla ricerca di un buon thriller dalle tinte in parte horror e dal sapore già leggermente vintage.
Parola chiave: Fantasmi.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 9 dicembre 2016

Film 1254 - Ouija: L'origine del male

Serata al cinema a 2€ parte #1: il primo appuntamento è con l'horror.

Film 1254: "Ouija: L'origine del male" (2016) di Mike Flanagan
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Sequel del primo, bruttissimo "Ouija", questo secondo episodio abbandona completamente le atmosfere teen contemporanee e si ricicla completamente, ricontestualizzandosi negli anni '60. La scelta è ottima come il piglio intrapreso: più serio e maturo e decisamente molto più inquietante.
Dove la mancanza di budget del precedente rendeva necessario un adattamento alle (poche) possibilità concesse, qui devo dire che mi pare si siano fatte le cose per bene: costumi e scenografie pazzeschi, oltre che effetti speciali discreti. Il vero problema di questa saga, a mio avviso, sta nella questione demoniaca. Anche il nuovo "aspetto", qui così attentamente curato, lascia lo spettatore immerso in un realismo che innesca necessariamente un senso di verità, dunque ci si aspetterebbe in questo senso un adeguamento simile anche per quanto riguarda la questione della parte spaventosa. Probabilmente, per quanto mi riguarda, l'influenza da questo punto di vista è determinata anche dagli ottimi risultati ottenuti da saghe come quelle di "Insidious", "The Conjuring" e "Annabelle" che hanno certamente spinto il genere horror degli ultimi anni verso direzioni più mature sia per quanto riguarda le trame che dal punto di vista dell'approccio e della realizzazione finale. "Ouija: Origin of Evil" ci riesce solo a metà: crea ottime premesse, momenti particolarmente disturbanti - soprattutto grazie alla piccola protagonista Lulu Wilson - e in fin dei conti la trama regge piuttosto bene dall'inizio alla fine, ma quando si tratta di tirare in ballo la parte paurosa, gli effetti speciali risultano efficaci solo in parte. Non so se l'effetto a volte comico, a volte grottesco ottenuto qui sia voluto, magari per connotare la saga di "Ouija" di una caratterizzazione meno standardizzata rispetto agli ultimi titoli del genere horror, però per quanto mi riguarda a volte un po' di delusione c'è stata.
In generale, comunque, "Ouija 2" è un prodotto riuscito, perfetto per il suo target di riferimento, oltre che un sequel assolutamente superiore all'originale da cui è tratto.
Film 878 - Ouija
Film 1254 - Ouija: L'origine del male
Film 1611 - Ouija: Origin of Evil
Film 2305 - Ouija: Origin of Evil
Cast: Elizabeth Reaser, Annalise Basso, Lulu Wilson, Parker Mack, Henry Thomas.
Box Office: $81.3 milioni
Consigli: Ben realizzato, bello da vedere, inquietante quanto basta, con un finale inaspettato e, fortunatamente, completamente estraneo al primo film, "Ouija: L'origine del male" è un buon secondo capitolo (in realtà prequel) capace di reinventare completamente il franchise e lasciando lo spettatore soddisfatto. Sarà un po' il fascino della tavoletta ouija e delle sedute spiritiche, sarà che gli horror hanno sempre quel non so che, di fatto il risultato finale è positivo e piacevolmente spaventoso da seguire. Perfetto per Halloween o una qualsiasi occasione che richieda la giusta atmosfera per essere spaventati.
Parola chiave: Polacco.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 26 agosto 2016

Film 1201 - The Others

Mi avevano regalato il dvd tantissimi anni fa ed era da altrettanto tempo che desideravo rivedere questa pellicola. L'occasione perfetta si è presentata di recente. Questo il diktat: un horror, sì, ma che non spaventi troppo!

Film 1201: "The Others" (2001) di Alejandro Amenábar
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: In effetti si tratta più che di un vero e proprio horror, di un thriller costruito con dell'ottima suspense. Inaspettatamente accattivante, per essere totalmente girato in una casa buia, dà il suo meglio nel finale al cardiopalma, un misto di verità svelate e macabre confessioni che mettono a dura prova la protagonista quanto lo spettatore che non riesce a distrarsi nemmeno per un secondo.
La premessa è questa: sola con due bambini in una casa gigantesca, con il marito in guerra (la Seconda) e alla ricerca di domestici competenti, Grace (Nicole Kidman) ha il non poco rilevante problema di aver dato alla luce due creature talmente fotosensibili da non poter essere espostE alla luce. Come ci verrà spiegato una volta trovata la servitù, ogni porta dovrà quindi essere necessariamente richiusa prima che la successiva possa essere aperta, cosicché i ragazzi non corrano il rischio di incappare in stanze in cui la luce non sia stata accuratamente regolata. Amenábar, quindi, confeziona fin da subito una storia molto cupa e soffocante, ma non è l'unico elemento di disturbo. Perché, non bastassero gli scricchiolii e gli angoli bui, scopriremo ben presto che la casa è infestata da qualche presenza che non ha la minima intenzione di andarsene...
Pur rimanento tutto nella dimensione del suggerito, la storia è in grado di costruire una serie di ansie e paure che riescono efficacemente ad influenzare chi guarda. Verso la fine si capisce che c'è qualcosa che non torna e l'apparizione del marito al grido di «A volte sanguino» non fa che confermare i sospetti. Il tutto sta nel capire cosa esattamente stia succedendo, il che non è detto sia così facile da individuare.
Pur conoscendo già la storia - che a suo tempo avevo visto al cinema -, "The Others" è riuscito di nuovo a rapirmi, a influenzarmi e lasciarmi conquistato. Non si tratta di un prodotto ad alto budget che punta sulla paura mostrata, eppure grazie ad una serie di accorgimenti e una brava Kidman, la storia riesce a produrre quell'inquietudine e quella strana morbosità che ogni film di paura dovrebbe essere in grado di generare. Un risultato non da poco, ovviamente, che mi ha colpito in positivo anche questa volta.
Ps. Nicole Kidman candidata al Golden Globe come Miglior attrice drammatica.
Cast: Nicole Kidman, Fionnula Flanagan, Christopher Eccleston, Elaine Cassidy, Eric Sykes, Alakina Mann, Michelle Fairley, James Bentley.
Box Office: $209.9 milioni
Consigli: E' una di quelle storie da cui è meglio lasciarsi coinvolgere e trasportare. E' inutile farsi troppe domande, tentare di indovinare: si finisce solo per rovinarsi la visione. Vale la pena lasciare che "The Others" si racconti e stupisca con il suo finale ad effetto.
Parola chiave: Libro dei morti.

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Bengi

mercoledì 14 ottobre 2015

Film 1015 - Sharknado

Proseguendo la serata alla ricerca di robaccia da vedere...

Film 1015: "Sharknado" (2013) di Anthony C. Ferrante
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Lu, Erika
Pensieri: Brutto come pochi altri, eppure successo di pubblico e critica al grido di 'so bad it's good'. Sul bad sono d'accordo.
In realtà da "Sharknado" mi aspettavo molto di più, tanto che alla fine non mi ha davvero soddisfatto. Sì, siamo ai limiti della resistenza trash, siamo oltre la mancanza di budget, storia, plausibilità, spirito goliardico, ecc ecc. Questo film per la tv è terribile su tutti i fronti, non si salva niente (se non l'idea degli squali che piovono in città per il tornado, che è spunto tremendamente divertente). La recitazione non va, gli effetti speciali fanno schifo, per non parlare dei fondali: dentro la macchina i finestrini lasciano intravedere solamente uno sfondo monocromatico, mentre le scene in elicottero sono pure peggio, considerato che il veivolo ha a malapena i comandi e la cabina di pilotaggio...
Vabbé, ma che pretendi, direte voi. Nulla, per carità, che "Sharknado" sarebbe stato qualcosa di pessimo si sapeva, semplicemente non pensavo così tanto! Io nei prodotti scadenti ci sguazzo, ma ammetto che dopo aver visto il primo film mi è passata la voglia di vedere i due sequel...
Cast: Ian Ziering, Tara Reid, John Heard, Cassie Scerbo, Jaason Simmons.
Box Office: /
Consigli: Bisogna partire preparati, sapendo che si tratta di un film per la tv a basso budget ed alto contenuto di boiate. Preso atto anche del fatto che si tratta di una delle più brutte realizzazioni di sempre, con effetti speciali da far accapponare la pelle, "Sharknado" può comunque lasciare il segno nello spettatore consapevole, giocando sulla simpatia di un franchise sgangherato che procede molto oltre le proprie possibilità, pur provando a farcela. Chiunque non apprezzi il genere, gli attori, le boiate e compagnia bella lasci perdere, sarebbe solo una perdita di tempo.
Parola chiave: Tempesta.

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Bengi

lunedì 22 giugno 2015

Film 957 - Jurassic Park III

Preparativi per "Jurassic World" parte 3: ci siamo quasi!

Film 957: "Jurassic Park III" (2001) di Joe Johnston
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Il solo capitolo che mi era rimasto nonché il solo che mi fosse ancora totalmente nuovo. "Jurassic Park III" è, infatti, l'unico titolo del franchise che non avevo mai visto né avevo sentito il bisogno di vedere, intuendo senza necessità di verifica che si trattasse del capitolo più debole della saga. E così è.
Se già col precedente "Il mondo perduto - Jurassic Park" la sensazione è che si fosse più interessati a creare un prodotto horror leggermente splatter, qui la cosa si fa decisamente più concreta: non siamo neanche atterrati sull'isola che già c'è scappato il morto! I dinosauri, poi, si sono evoluti e non solo sono maledettamente intelligenti e furbi, ma comunicano tra loro rendeno di conseguenza le cose più difficili fin dal principio.
L'intreccio di questo terzo "Jurassic Park" è abbastanza semplice: i genitori (William H. Macy, Téa Leoni) disperati di un ragazzino accidentalmente finito su Isla Sorna convincono con l'inganno il qui ritrovato Dottor Grant (Sam Neill) ad accompagnarli sull'isola con la scusa di una gita turistica in aereo del sito giurassico. Una volta atterrato - e dimezzato nell'equipaggio - il gruppo dovrà cercare Eric (Trevor Morgan), ma soprattutto combattere per sopravvivere alla ferocia della natura selvaggia. Non da ultimo, un nuovo gigantesco antagonista si profila all'orizzonte, perfino più agguerrito del T.rex: uno spinosauro.
Nonostante tutti questi nuovi elementi e ritorni di cast (un cameo anche per Laura Dern), la storia non riesce davvero a convincere fino in fondo. Siamo di fronte ad un blockbuster prima della revisione del genere, un titolo ancora ancorato ai vecchi standard di qualità relativamente a sequel e reboot: la storia non ha più di tanto importanza, quello che conta è riportare gli spettatori al cinema. Se, dunque, tradire le originali intenzioni è un silenzioso dato di fatto, bisogna arrendersi a ciò che "Jurassic Park III" può offrire: l'ennesima, pericolosa avventura in un mondo di dinosauri ormai diventati eccellenti carnefici, un film in cui ciò che viene mostrato e più di quanto venga raccontato.
Non è un caso, quindi, che si moltiplichino le nuove specie riportate in vita, con l'ombra di uno pteranodonte addirittura in locandina, a sancire il nuovo arrivo nella squadra; come non è un caso che, a corto di idee, si torni all'origine e si riporti al ruolo di protagonista Grant, a sancire una specie di benedizione dall'alto: torna l'eroe originale e anche se Spielberg ha abbandonato la nave (solo in regia), questo terzo episodio ha ragione di esistere in vista di un collegamento con il più fortunato originale. A 14 anni di distanza da questa pellicola, invece, non si poteva far altro che cambiare tutto e lanciarsi in un'operazione di ricostruzione totale, ovvero un sequel che è al contempo reboot: ecco una delle chiavi del successo globale di "Jurassic World", capace di svestire i panni ormai quasi caricaturali che caratterizzano l'ultimo episodio della saga, in favore di una veste più moderna e dinamica, ma profondamente connessa al primo capitolo.
Dunque, senza sorprese, "Jurassic Park III" è più un titolo-giocattolo per chi ha amato gli altri due film - una scusa per portare nuovamente al cinema i meravigliosi dinosauri ricreati grazie ad effetti speciali fantastici - che una nuova avvincente avventura da seguire. Si sa già che la Isla richiederà le sue vittime sacrificali e i pochi che sopravviveranno saranno eternamente scossi dall'esperienza, eppure straordinariamente incolumi senza una buona (o scientifica) ragione. Ma tant'è, qui vale di più l'aspetto ludico e lo si capisce fin dall'inizio: l'importante è far pace con la cosa fin da subito.
/ Ps. Il cast è composto da Sam Neill, William H. Macy, Téa Leoni, Alessandro Nivola, Trevor Morgan, Michael Jeter, Laura Dern, Bruce A. Young.
Film 953 - Jurassic Park
Film 955 - Il mondo perduto - Jurassic Park
Film 957 - Jurassic Park III
Film 961 - Jurassic World
Film 965 - Jurassic World
Film 1079 - Jurassic World
Film 1361 - Jurassic World
Film 1668 - Jurassic World: Fallen Kingdom
Box Office: $368.8 milioni
Consigli: Abbandonata la regia, Spielberg rimane produttore e affida la sua creatura cinematografica in mani decisamente nuove (perfino Alexander Payne prende parte alla stesura della sceneggiatura), per un risultato finale più fiacco dei precedenti. Il cast è per metà nuovo, ma riporta in scena i due principali protagonisti del primo film, sucitando un discreto effetto nostalgia che però non basta a far dimenticare a chi guarda la sensazione di star assistendo più ad un'operazione 'spilla soldi' che ad una storia che valesse davvero la pena di vedere. Oh, sì, gli effetti speciali sono belli e i nuovi dinosauri affascinanti, ma il fatto di avere lo zoo più eccentrico del mondo non basta a fare un film. E la cosa alla lunga si avverte. In definitiva, quindi, "Jurassic Park III" è il capitolo più evitabile della serie, quello che, per capirsi, si può anche non vedere. Per completezza può aver senso dargli una possibilità, specialmente se si è affezionati alla saga, ma diciamo che non è assolutamente necessario averlo nella propria filmografia.
Parola chiave: Uova di raptor.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 17 giugno 2015

Film 940 - The Lazarus Effect

Luigi è fan di Olivia Wilde ed era curioso di vederla in questo film. Io un po' meno, ma un horror alla fine ci sta sempre.

Film 940: "The Lazarus Effect" (2015) di David Gelb
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: L'idea di base è intrigante: trovare il modo di resuscitare i morti attraverso un siero. Da qui il Lazzaro del titolo. L'altra idea carina sta in ciò che accade dopo, ovvero la non proprio piacevole conseguenza: chi torna dall'aldilà è, sì, vivo, ma dimostra quasi subito un'indole ostile, poteri soprannaturali e, infine, una tendenza all'omicidio che potremmo considerare quale effetto collaterale peggiore. Fin qui tutto bene, pare un horror che abbia qualcosa da mostrare.
E, invece, la triste verità è che "The Lazarus Effect" è esattamente quel tipo di film che promette una buona idea, ma non ha altro da giocarsi. Quindi basta vederne il trailer e si è a posto. Chi come me si imbarca nella visione, rimane profondamente deluso: la trama è banale, se ne può intuire la conclusione non appena resuscitano la povera Zoe/Olivia Wilde (leggi so cazzi amari per tutti).
Il cast fa quello che può, ma la caratterizzazione dei personaggi è minima e tutto ciò che preme mostrare è la trasformazione demoniaca di Zoe di pari passo al suo desiderio di sterminare i suoi compagni di laboratorio, chiusi insieme a lei sottoterra a causa di un cortocircuito. Che, di base, non sarebbe nemmeno sbagliato, considerato che parliamo di un horro il cui intento è spaventare il suo pubblico. Il punto è che, non solo non spaventa, ma perde l'occasione di una premessa intrigante che avrebbe potuto portare a qualcosa di decisamente più interessante. Insomma, lasciamo Lazzaro riposare per sempre.
Ps. Cast composto, oltre che dalla Wilde, da Mark Duplass, Evan Peters, Sarah Bolger e Donald Glover.
Box Office: $36.1 milioni
Consigli: Pellicola dell'orrore dall'intrigante trovata della resurrezione in collegamento diretto con la figura biblica di Lazzaro con, aggiunte, implicazioni demoniache e visioni infernali, questo "The Lazarus Effect" fallisce nel tentativo di portare sullo schermo qualcosa di innovativo, preferendo percorrere alla grande la strada del già visto. E' un prodotto che si lascia guardare, anche se sarebbe stato preferibile il racconto di qualcosa di meno scontato o meno marcatamente "a scopo di lucro".
Parola chiave: Incendio.

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Bengi

lunedì 16 febbraio 2015

Film 878 - Ouija

Visto per caso il trailer poco prima dell'uscita negli Stati Uniti (ottobre 2014), ero rimasto estremamente curioso di recuperare questo titolo, da noi programmato a gennaio... Perché? Tra i tanti motivi, anche perché è il primo horror della Hasbro!

Film 878: "Ouija" (2014) di Stiles White
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Erika
Pensieri: Pur aspettandomi non certo niente di eccezionale, speravo almeno che questa pellicola teen riuscisse ad intrattenermi con qualche buon momento horror alla "Necropolis - La città dei morti".
In realtà, per quanto potesse essere brutto o boiata, questo "Ouija" ha superato di gran lunga le mie aspettatie negative, riuscendo a fare quasi totalmente schifo. Quel 'quasi' è relativo semplicemente all'idea centrale del film, che colpisce direttamente l'immaginario attraverso l'espediente dell'impronunciabile tavola Ouija. L'idea di partenza sarebbe anche giusta, ma la realizzazione pezzente e la trama priva di qualsivoglia guizzo creativo relegano questa pellicola a malapena allo standard degli horror per la televisione (come "7500", per capirci). Il clamoroso successo che di fatto ha incontrato il film non me lo so davvero spiegare, considerando che altri esperimenti sicuramente più riusciti non sono, invece, riusciti a sfondare sul mercato mondiale.
Ripeto, secondo me il merito principale - a parte quel naturale fascino di terrore misto voglia di essere spaventati insito nel genere horror - va all'idea della tavoletta e alla fantasia che un gioco addirittura in vendida nei negozi possa essere davvero un tramite per la comunicazione coi morti. Chi non ha mai provato da ragazzo a mettere in piedi una seduta spiritica con gli amici? Ecco, il potere magnetico di questo prodotto di bassissima qualità sta tutto lì e gioca al meglio un'idea che, fosse stata sviluppata, avrebbe sicuramente saputo rendere molto di più. Peccato, una vera delusione.
Ps. L'attrice che interpreta la sorella stronza in casa di cura è Lin Shaye, già medium nella saga di "Insidious", ma soprattutto famosa ai più per essere la costantemente abbronzata amica incartapecorita di Cameron Diaz in "Tutti pazzi per Mary".
Film 878 - Ouija
Film 1254 - Ouija: L'origine del male
Film 1611 - Ouija: Origin of Evil
Film 2305 - Ouija: Origin of Evil
Box Office: $99 milioni
Consigli: Giovanissimi divi della tv americana (Olivia Cooke da "Bates Motel", Daren Kagasoff da "La vita segreta di una teenager americana", Douglas Smith da "Big Love" ma anche il secondo "Percy Jackson") sbarcano al cinema tendenzialmente nel più totale anonimato e riescono a conquistare il primo posto del botteghino americano. Ma non fatevi ingannare, il film in questione è mal realizzato, privo di idee originali (il finale è facilmente intuibile) e con brutti effetti speciali. Il risultato finale è molto sotto la soglia della semplice insufficienza e, nonostante la buona idea della tavola Ouija che fa comunicare i giovani coi morti, di fatto è più inquietante Jumanji come gioco da tavola. E ho detto tutto.
Parola chiave: Bocca cucita.

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sabato 9 novembre 2013

Film 611 - R.I.P.D. - Poliziotti dall'aldilà

Criticato e affossato un po' da tutti, mi incuriosiva anche solo per intrattenermi in una serata priva di alcuna fatica mentale. E poi gli outsiders sono sempre un po' magnetici...

Film 611: "R.I.P.D. - Poliziotti dall'aldilà" (2013) di Robert Schwentkek
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Rubo un pensiero trovato per caso su IMDb che, a mio avviso, liquida benissimo questo film in un'unica frase:
The "M.I.B." we never asked for. Niente di più vero.
Nonostante io non sia per nulla fan della saga di "Men in Black", condivido comunque il pensiero (che forse applico anche per "M.I.B.", ma questo è un mio problema) e mi domando: a che pro raccontare questa storia? O, da un altro punto di vista: cos'ha questa storia da raccontarmi?
I cliché legati al mondo della polizia ci sono tutti, tra corruzione e mariti devoti; la facciotta tutta mascella di Ryan Reynolds è come di consueto bloccata sull'unica espressione bisteccona che conosce e il sex appeal della mogliettina devota ed ingenua Stephanie Szostak è qualcosa di non pervenuto; che Kevin Bacon sia il cattivo si nasa dopo due minuti e, in tutta sincerità, i mostri sono fatti veramente male.
Nonostante un paio di trovate siano effettivamente simpatiche (a me l'idea del titolo piace) e che, di fatto, se qualcosa funziona è solo per merito di Jeff Bridges e della sua controparte bionda e conturbante, il risultato finale è comunque qualcosa di insipido e privo di una personalità tale da spiccare tra la massa. La sensazione è che non sia una vera armonia all'interno di questa storia e a farne le spese, inevitabilmente, è il prodotto finito. Strano, poi, che i produttori non abbiano tratto alcun insegnamento dal disastroso mistone western-alieno "Cowboys & Aliens" che, per quanto carino, al box office aveva fatto flop (163 milioni di dollari per produrlo, $174.822.325 di incasso mondiale). Qui la fantascienza mischiata al sapore cowboy del personaggio di Bridges ottiene lo stesso risultato - sinceramente discutibile - dell'altro film e l'ambientazione odierna con l'aggiunta di un distretto di polizia ultraterreno fatto a purgatorio e il mondo dei mostri scatena un mix narrativo che spesso cozza per gusti e lega male all'interno della storia stessa la quale finisce inevitabilmente per essere tutto, ma effettivamente niente.
Così la confusione si riflette parzialmente anche sui personaggi, in particolar modo sul cattivo Bacon - che pare un po' spaesato -, ma soprattutto sull'impassibile Proctor/Mary-Louise Parker che è di pietra in maniera anormale: non è simpatico il suo essere inflessibile e priva di senso dell'umorismo e, disorientante, a fine film cambia completamente il suo atteggiamento umorale in favore di uno slancio di passione immotivato ed effettivamente spiazzante.
Ciò detto, rimango perplesso più che altro perché si è scelto di puntare su questa storia fondamentalmente per l'appeal di effetti speciali combinati a grandi numeri di esplosione misto "alieni", ma di fatto la trama non ha nulla che vada oltre l'ordinaria prevedibilità - anche un po' scema, devo dire: Nick/Ryan Reynolds fino alla fine non riconosce i pezzi d'oro che lui stesso aveva sepolto poco prima di morire nel suo giardino... - e la realizzazione di quegli effetti speciali che giustificherebbero i 130 milioni di dollari di budget non mi sembra nemmeno tanto riuscita. Il cast nel suo insieme è strano e manca un attore che sia davvero di punta (perché Reynolds ha perso il suo treno con "Lanterna verde") per richiamare un pubblico disposto a pagare e seguire la storia.
In definitiva non si può dire che non intrattenga o che faccia platealmente orrore, ma non ha nulla di particolare che possa piacere davvero e non riesce mai a catturare con gusto l'attenzione dello spettatore. Sembra tutto, diciamo, un po' fine a sé stesso.
Ps. Il botteghino mondiale è stato impietoso, ripagando le spese di produzione con soli $78,324,220. E c'era anche il 3D...
Consigli: Sinceramente evitabile. Non che sia disgustoso, ma di fatto non ha nulla di particolare per cui ci si potrebbe sentire spinti a guardarlo. E, diciamocelo, non è certo il massimo veder sprecare il talento di Bridges per un'idiozia come questa...
Parola chiave: Rest In Peace Department.

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Bengi

mercoledì 6 marzo 2013

Film 515 - Warm Bodies

Sinceramente un film visto per caso, di cui non sapevo proprio nulla tranne chi fosse il protagonista. Che, dopo aver incontrato per caso a Londra in un pub, seguo con maggiore interesse. E' un buon motivo? Assolutamente no, ma alla fine questo film è stato una sorpresa...


Film 515: "Warm Bodies" (2013) di Jonathan Levine
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: No, "Warm Bodies" non è il nuovo "Twilight" né ci somiglia. Anche se, va detto, ci hanno provato. La storia d'amore di lei che cambia lui grazie all'amore è identica, ma qui il tono è scherzoso, parodistico nei confronti di una classe di non morti (qui gli zombie, però) che nelle pellicole con Pattinson è presa decisamente molto seriamente. Chiaramente ho gradito di più il tono divertente e divertito, quasi si volesse appositamente ridicolizzare ciò che sui non morti è stato prodotto nell'ultimo periodo - ovvero dei film che li vendono come i più cool - mantenendo, però, un tono non sbroccato da film demenziale e/o parodia.
Ciò specificato, ho trovato questa pellicola carina in quanto nulla di speciale; ai miei occhi - ovvero uno che di "Warm Bodies" prima di vederlo non ne sapeva nulla - poteva essere addirittura una pellicola a basso budget. E invece scopro che ci sono voluti 35 milioni di dollari per realizzarlo, non esattamente una cifra da film indipendente. Quindi sorge il dubbio che il tentativo post-"Twlight" fosse effettivamente nelle mire dei produttori. Bene, ripeto, no. Questo a mio avviso non è paragonabile al primo (e unico) film della saga tratta dai libri di Stephenie Meyer che ho visto. Né per toni né per tematiche.
Comunque, per quanto abbia gradito inaspettatamente questa pellicola, non si può certo dire sia un capolavoro. Per esempio, all'inizio gli zombie sembrano incapaci di fare qualunque cosa che non sia camminare. Poi, però, all'improvviso sono più agili, parlano, corrono. E la trasformazione - in particolare del protagonista R/Nicholas Hoult - non è così graduale. Ancora: R nasconde Julie/Teresa Palmer tra gli altri zombie per proteggerla da loro. Invece di portarsela con sé all'aeroporto (nascondiglio zombie) non poteva semplicemente farla scappare? E una volta lì, non può sporcarla di sangue più spesso, così eviterebbero le due o tre volte in cui lei rischia quasi di essere scoperta per via del suo 'odore umano', tanto invitante e succulento per l'orda di morti? Così, giusto per chiedere.
Per il resto non c'è granché da segnalare. A mio avviso la trama inciampa spesso in imprecisioni o superficialità lasciate un po' correre, però nel complesso il prodotto tiene abbastanza. Il finale è sdolcinato, ma la voce fuori campo di R tiene compagnia per buona parte della durata della pellicola e aiuta a rendere divertenti certi passaggi molto sdolcinati, teen o, diciamocelo, disgustosi. Della serie: come ragiona uno zombie adolescente che ha mangiato il cervello del fidanzato di colei di cui si è innamorato. Contorto e surreale, lo so, ma alla fine la premessa è anche intrigante.
Da aggiungere, e non sottovalutare affatto, che la colonna sonora è stupenda! Guns N' Roses, Scorpions, Bruce Springsteen, M83, Broken Bells e molti altri ancora a comporre una soundtrack che non riesco a smettere di ascoltare da una settimana a questa parte! Da questo punto di vista sono veramente entusiasta. E non capita spesso.
Insomma, tra la buona musica, la buona recitazione di Hoult (la Palmer è a malapena sufficiente) e i momenti divertenti, direi che "Warm Bodies" è riuscito a ricrearsi un microcosmo a sé che tutto sommato, senza essere nulla di che, non è male.
Ps. Il personaggio di John Malkovich è altamente trascurabile. Il fidanzato di Julie all'inizio del film, invece, è Dave Franco, fratello del più famoso James.
Consigli: Un po' per teenagers, un po' chick flick, un po' splatter e un po' apocalittico. C'è un po' di tutto... diciamo per lui e per lei. In fin dei conti piacevole e a tratti divertente. La trama non sempre regge, ma la colonna sonora è fantastica. Si può vedere.
Parola chiave: Battito del cuore.

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Ric

venerdì 1 marzo 2013

Film 513 - Flight

Un'altra pellicola candidata agli Oscar 2013. Questa volta ero stato incuriosito da un trailer piuttosto accattivante...


Film 513: "Flight" (2012) di Robert Zemeckis
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non mi piace Denzel Washington, ma mi è piaciuto "Flight". Non avrei dato nomination all'Oscar, in effetti, ma devo ammettere che questa pellicola ha un suo appeal ed è piuttosto godibile.
La storia del pilota che, ubriaco e drogato, riesce a salvare dal disastro totale il volo 277 per Atlanta è certamente affascinante, più che altro perchè accende subito la curiosità di capire come diavolo ciò sia possibile, presentato nel film, giustificato e successivamente analizzato nella trama ("Flight" ha avuto anche la nomination per la sceneggitura originale).
Al di là del fatto che quello di Washington sia un personaggio disprezzabile fino alla fine (con sorpresa), Whip Whitaker è comunque ben sviluppato e articolato: vive una solitudine fatta di alcolici del minibar e strisce di cocaina tentando di colmare un vuoto che non vuole affrontare, procrastinando alla ricerca di una soluzione che però non arriva. Quest'ultima c'è, ma arriva solo nel finale.
Anche qui abbiamo il classico percorso di formazione con storia d'amore annessa, ma non ci si interessa a questo film tanto per la liaison tra Whip e Nicole (Kelly Reilly), ma appunto è il personaggio principale a tenere bene banco con una sorta di magnetismo del degrado umano trasposto bene da Washington sullo schermo. Si prova pena per lui, quasi lo scuseresti per aver volato fumato e sbronzo perchè, in fin dei conti, è l'unico riuscito a portare in salvo quasi tutti i suoi passeggeri quando un'altra decina di piloti (sobri) nei simulatori hanno di fatto fallito ogni tentativo di emularlo. Qundi Whip cos'è? Eroe o cattivo? O forse più un eroe moderno, fatto delle classiche luci ed ombre? Di fatto non credo si possa dire altro se non che Whip è una persona, fatta di tante contraddizzioni e che, bene o male, pagherà per le sue colpe. Quindi no, non è eroe, ma nemmeno il cattivo della situazione. A ognuno di noi il giudizio su questo controverso personaggio. Ma è difficile scegliere da che "parte" stare.
Molto ben realizzata, poi, la parte in volo. Gli effetti speciali incollano alla sedia e, personalmente, sono rimasto concentrantissimo a seguire tutta la scena dell'aereo che precipita senza battere ciglio: veramente adrenalinica!
Altro punto a favore è la parte finale del processo, con un (quasi definibile) cameo di Melissa Leo che sbuca a sorpresa nel ruolo-chiave della seconda parte del film, che riesce a carpire l'attenzione dello spettatore quasi al pari della scena dell'aereo che precipita. Fino all'ultimo attendi di sapere cosa Whip riuscirà a tirare fuori.
In generale, quindi, ho trovato "Flight" un prodotto piacevole, i cui principali grandi difetti sono la lunghezza (138 minuti), un uso smodato di parolacce un po' stancante e un ruolo interessante (quello di John Goodman) ma poco approfondito. Il resto ho trovato filasse abbastanza bene.
Insomma, inaspettatamente anche "Flight" mi è piaciuto, nonostante Denzel Washington.
Ps. Buon incasso al botteghino mondiale con $146,872,375 di incasso a fronte di una spesa di 31 milioni: Robert Zemeckis è tornato!
Consigli: CHi ha paura di volare è meglio che eviti.
La storia dell'eroe americano creata ad arte dai media per poi essere precipitosamente smontata dagli stessi è interessante e da un'idea abbastanza veritiera, a mio avviso, di quanto solitamente tendiamo a dare giudizi veloci e in sole due direzioni: o massimamente buona, o massimamente cattiva. In mezzo, come dimostra questa pellicola, ci sta un mondo (e le persone). Il film avrà i suoi difetti, ma da questo punto di vista ha uno spunto buono.
Parola chiave: Katerina Marquez.

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Ric

martedì 22 giugno 2010

Film 123 - Departures

Questo è un altro degli articoli commissionati dall'altro blog! E pompe funebri siano!


Film 123: "Departures" (2008) di Yôjirô Takita
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: In quanto recentemente divenuto becchino, non posso ritenermi che la persona più adatta per parlare di questo film.
Departures, film del 2008 di Yôjirô Takita, Oscar all’edizione 2009 degli Academy Awards per il miglior film straniero (Giappone), parla di Daigo e della sua vita, del suo sogno e della realtà con cui si deve confrontare.
Tornato alla città natale dopo lo scioglimento dell’orchestra per cui suonava come violoncellista (sogno), il nostro giovane protagonista deve fronteggiare la necessità di reperire un lavoro (realtà) per mantenere la famiglia. L’annuncio sul giornale scambiato per quello di un’agenzia di viaggi, lo porta a contatto con quella che potremmo definire ‘l’agenzia dell’ultimo viaggio’, la NK. Qui Daigo non si troverà a pianificare particolari itinerari esotici, bensì a preparare i defunti secondo le tradizionali cerimonie giapponesi che prevedono pulizia, vestizione, trucco di fronte al resto della famiglia (che guarda e giudica). Un lavoro non facile, non solo sotto l’aspetto tecnico, ma anche dal punto di vista privato: il timore di sentirsi rifiutato da moglie e amici lo inducono a mentire sulla sua professione.
Se per un po’ il giochetto funziona, alla lunga la voce si sparge e la professione dell’ex violoncellista viene svelata, con non poche complicazioni per la sua vita domestica. Abbandonato alla solitudine di un lavoro che non concede gratifiche alla luce del sole, Daigo si arrende al percorso che la vita gli ha riservato, accompagnato da due colleghi ormai amici e dalla sua passione per la musica. La morte di due persone importanti cambieranno le cose…
Un po’ scontato in certi passaggi – quasi quanto il finale strappa lacrime di Ugly Betty - questo Okuribito (è il titolo originale) riesce comunque a piacere con garbo, a infilarci qualche battuta e a commuovere in certi momenti prestabiliti. L’idea che rimane è comunque quella di aver visto un film piacevole e interessante, su un mondo che altrimenti difficilmente (noi europei) avremmo mai potuto conoscere in maniera così approfondita. Quasi documentario nella parti di presentazione del rito, il regista riporta rigorosamente all’occhio dello spettatore ogni minimo particolare, ogni piega del raffinato vestito, ogni pennellata di trucco sulle labbra o di gesto per spostare un defunto che sembra quasi senza peso. Dignità è forse il denominatore comune.
Non è comunque un film facile, né di scontato successo visto l’argomento trattato, anche nella nostra società ridotto alla banalizzazione della figura professionale a semplice ‘toccatore di morti’ (fidatevi dell’esperienza). Avvicinarsi allo sconosciuto o al nuovo può lasciar confusi, ma questo film vale la pena di essere visto, anche solo per farsi un’idea su un’usanza molto particolare che spettacolarizza e valorizza il viaggio del defunto da qui all’Aldilà.
Il respiro è internazionale – si strizza un po’ l’occhio all’Occidente – e non stupisce che questa pellicola sia riuscita a strappare la statuetta per il film straniero agli Oscar dell’anno scorso, quando il vincitore fu un altro esportatore di cultura e usanze lontane: The Millionaire.
Consigli: Un film che abbatte preconcetti e affronta un tema poco conosciuto anche da noi. Da vedere, quantomeno per farsi un'idea.
Parola chiave: Tanatoesteta.



Ric