Visto il primo, visto il secondo, magari anche il terzo andava visto. O magari no...
Film 202: "Le cronache di Narnia - Il viaggio del veliero" (2010) di Michael Apted
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano
Pensieri: Non vorrei perdere troppo tempo a parlare di un film che non mi è piaciuto. A favore di questo terzo capitolo di una saga già in declino evidente solo gli effetti speciali, più belli che nei due precedenti episodi. Di particolare effetto la muraglia d'acqua e, in generale, i colori sgargianti.
Tra i numerosi contro l'eccessiva e fastidiosa antipatia del cugino Eustace/Will Poulter, la totale incapacità recitativa di Ben Barnes (Caspian) e, più grave di tutto, i tempi del montaggio completamente sbagliati. Rick Shaine monta le sequenze come se avesse fretta, senza rispettare i tempi canonici di una scena, così da far sembrare il prodotto finale uno sforbiciamento schiacciato tra la necessità di 'chiudere in fretta' e la volontà di mostrare troppe cose. La sensazione è fastidiosa e alla lunga si accusa il colpo.
Perso il regista originale Andrew Adamson (che però rimane produttore), questo film non migliora rispetto al pessimo precedente, anche se presenta l'unico pregio di una serie di scene visivamente d'impatto. Un film che si spaccia quale kolossal dei nostri giorni, però, non può offrire questo come uno punto di forza. Decisamente bocciato.
Consigli: Nomination ai Golden Globes per la miglior canzone ("There's A Place For Us"), ma, tra uno sbadiglio e l'altro, qualcuno riesce a ricordarsela? Un film davvero perdibile.
Parola chiave: Quadro.
Ric
venerdì 31 dicembre 2010
Film 202 - Le cronache di Narnia - Il viaggio del veliero
martedì 28 dicembre 2010
Film 201 - The Social Network
Uno dei film più attesi della stagione, osannato a destra e a manca, in Italia e all'estero. E vediamocelo!
Film 201: "The Social Network" (2010) di David Fincher
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Pare questo sia l'anno buono di Fincher. Dopo il recente successo di Benjamin Button, il regista è tornato in grande stile con il biopic sulla vita di quello che è da qualche giorno l'uomo dell'anno 2010.
Mark Zuckerberg è famoso, oltre che per il cognome impronunciabile, il ciabatta-da-piscina-style e il conto in banca miliardario, specialmente per il merito di aver inventato Facebook.
Tralasciando disquisizioni riguardo al secondo sito più cliccato al mondo (il primo è Google), è bene concentrarsi sulla pellicola che ricostruisce la storia di Mark e di chi, insieme a lui, ha preso parte alla realizzazione e fondazione del social network cui si riferisce il titolo.
Partiamo col dirlo subito: Zuckerberg è antipatico. Jesse Eisenberg che lo interpreta (nomination ai Golden Globes) rende molto bene questa peculiarità sfavorevole, sicuramente aiutato da una storia (vera) che non esclude alcun colpo basso. Tra avvocati, ex amici, ex fidanzate e tantissimi sproloqui sulla proprietà intelletuale, la storia del nostro anti eroe è una spirale di sofferenza in cui l'affermazione sociale diventa, a tutti i costi, l'unica via di salvezza per un'esistenza migliore. Popolarità e consenso. Triste come inizio.
Il film, di per sé, riflette bene questo disagio del protagonista, la sua atipicità e non conformità che vengono estremizzate con una geniale glacialità e la famosa antipatia di cui si è già parlato. Zuckerberg è l'esempio perfetto di quella che in America è una figura sociale universalmente riconosciuta (e che sta effettivamente prendendo molto piede anche da noi): il nerd. Ma, al contrario dei molti 'sfigati' del grande schermo, non c'è un solo secondo in cui si tifi spassionatamente per lui. E' vero, è intelligentissimo, ha inventato uno strumento potentissimo che moltissimi usano, ma, alla fine della fiera, non rimangono che le sue uscite lapidarie e la genialità con cui affronta le avversità.
Personalmente - anche se avevo un po' sbirciato la biografia del vero Mark - ho trovato giusto fargli pagare le svariate penali per aver, di fatto, fregato buona parte di chi gli stava attorno. Che l'abbia fatto per un ''bene superiore'' (leggere la distribuzione di un oggetto tanto remunerativo quale Facebook) non ha decisamente importanza. In definitiva si può dire che si tifi spesso per la parte opposta al protagonista.
Altra caratteristica della pellicola, la totale assenza di una figura femminile di riferimento. Oltre a non esserci effettivamente un'attrice che sia davvero famosa agli occhi del grande pubblico, non esiste nemmeno un personaggio femminile all'interno della storia che si possa dire di ricordare. O che faccia la differenza. E' sicuramente un film molto maschile, forse anche a riflettere il disagio del 'nerd' con l'approccio verso l'altro sesso (l'unico modo per avere una donna è essere popolari o avere dei soldi).
Tra il cast tutto al maschile, oltre ad Eisenberg ("Benvenuti a Zombieland"), anche Andrew Garfield (nomination ai Golden Globes, già visto in "Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo" e futuro Spider Man), Justin Timberlake ("Alpha Dog") ormai avviato oltre che nel canto anche nella recitazione - anche se la sua parte in questo film è davvero brutta - e Max Minghella ("Agora", "Syriana").
Insomma, tutto sommato un film interessante per la storia che racconta (anche la sceneggiatura di Aaron Sorkin premiata con la nomination ai Globes) e per come analizza in maniera chiara tutta la vicenda dalla data d'inizio, il 2003, fino ad oggi. Io, però, vivo con meno entusiasmo l'uscita di questo film rispetto alla critica che l'ha accolto quale capolavoro dei nostri tempi. A differenza di Benjamin Button, qui Fincher (nomination anche lui) racconta una storia più semplice in maniera più complicata. Il montaggio non lineare che si districa tra flashback ed aule di tribunale, il fatto che i personaggi esistano veramente e la storia sia vera o la colonna sonora che tiene in perenne tensione, sono tutti elementi che appesantiscono il film penalizzando leggermente il risultato finale. E' una storia, si può dire, meno soggettiva, tendente ad un'esposizione dei fatti che vuole essere talmente veritiera da rendere il risultato più impersonale, quasi una cronaca romanzata degli eventi. E questo, forse, è un po' il grande limite di "The Social Network".
Ps. Rosee previsioni anche per le nominations agli Oscar 2011, dove questo titolo è uno dei più quotati tra i più presenti nelle cinquine. Attenderemo il 25 gennaio per verificare.
Consigli: E' un biopic interessante, quasi un documentario romanzato sulla vita di Mark Zuckerberg. Per gli appassionati di Facebook, documentarsi sul suo fondatore è decisamente d'obbligo!
Parola chiave: Amicizia.
Ric
Film 201: "The Social Network" (2010) di David Fincher
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Pare questo sia l'anno buono di Fincher. Dopo il recente successo di Benjamin Button, il regista è tornato in grande stile con il biopic sulla vita di quello che è da qualche giorno l'uomo dell'anno 2010.
Mark Zuckerberg è famoso, oltre che per il cognome impronunciabile, il ciabatta-da-piscina-style e il conto in banca miliardario, specialmente per il merito di aver inventato Facebook.
Tralasciando disquisizioni riguardo al secondo sito più cliccato al mondo (il primo è Google), è bene concentrarsi sulla pellicola che ricostruisce la storia di Mark e di chi, insieme a lui, ha preso parte alla realizzazione e fondazione del social network cui si riferisce il titolo.
Partiamo col dirlo subito: Zuckerberg è antipatico. Jesse Eisenberg che lo interpreta (nomination ai Golden Globes) rende molto bene questa peculiarità sfavorevole, sicuramente aiutato da una storia (vera) che non esclude alcun colpo basso. Tra avvocati, ex amici, ex fidanzate e tantissimi sproloqui sulla proprietà intelletuale, la storia del nostro anti eroe è una spirale di sofferenza in cui l'affermazione sociale diventa, a tutti i costi, l'unica via di salvezza per un'esistenza migliore. Popolarità e consenso. Triste come inizio.
Il film, di per sé, riflette bene questo disagio del protagonista, la sua atipicità e non conformità che vengono estremizzate con una geniale glacialità e la famosa antipatia di cui si è già parlato. Zuckerberg è l'esempio perfetto di quella che in America è una figura sociale universalmente riconosciuta (e che sta effettivamente prendendo molto piede anche da noi): il nerd. Ma, al contrario dei molti 'sfigati' del grande schermo, non c'è un solo secondo in cui si tifi spassionatamente per lui. E' vero, è intelligentissimo, ha inventato uno strumento potentissimo che moltissimi usano, ma, alla fine della fiera, non rimangono che le sue uscite lapidarie e la genialità con cui affronta le avversità.
Personalmente - anche se avevo un po' sbirciato la biografia del vero Mark - ho trovato giusto fargli pagare le svariate penali per aver, di fatto, fregato buona parte di chi gli stava attorno. Che l'abbia fatto per un ''bene superiore'' (leggere la distribuzione di un oggetto tanto remunerativo quale Facebook) non ha decisamente importanza. In definitiva si può dire che si tifi spesso per la parte opposta al protagonista.
Altra caratteristica della pellicola, la totale assenza di una figura femminile di riferimento. Oltre a non esserci effettivamente un'attrice che sia davvero famosa agli occhi del grande pubblico, non esiste nemmeno un personaggio femminile all'interno della storia che si possa dire di ricordare. O che faccia la differenza. E' sicuramente un film molto maschile, forse anche a riflettere il disagio del 'nerd' con l'approccio verso l'altro sesso (l'unico modo per avere una donna è essere popolari o avere dei soldi).
Tra il cast tutto al maschile, oltre ad Eisenberg ("Benvenuti a Zombieland"), anche Andrew Garfield (nomination ai Golden Globes, già visto in "Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo" e futuro Spider Man), Justin Timberlake ("Alpha Dog") ormai avviato oltre che nel canto anche nella recitazione - anche se la sua parte in questo film è davvero brutta - e Max Minghella ("Agora", "Syriana").
Insomma, tutto sommato un film interessante per la storia che racconta (anche la sceneggiatura di Aaron Sorkin premiata con la nomination ai Globes) e per come analizza in maniera chiara tutta la vicenda dalla data d'inizio, il 2003, fino ad oggi. Io, però, vivo con meno entusiasmo l'uscita di questo film rispetto alla critica che l'ha accolto quale capolavoro dei nostri tempi. A differenza di Benjamin Button, qui Fincher (nomination anche lui) racconta una storia più semplice in maniera più complicata. Il montaggio non lineare che si districa tra flashback ed aule di tribunale, il fatto che i personaggi esistano veramente e la storia sia vera o la colonna sonora che tiene in perenne tensione, sono tutti elementi che appesantiscono il film penalizzando leggermente il risultato finale. E' una storia, si può dire, meno soggettiva, tendente ad un'esposizione dei fatti che vuole essere talmente veritiera da rendere il risultato più impersonale, quasi una cronaca romanzata degli eventi. E questo, forse, è un po' il grande limite di "The Social Network".
Ps. Rosee previsioni anche per le nominations agli Oscar 2011, dove questo titolo è uno dei più quotati tra i più presenti nelle cinquine. Attenderemo il 25 gennaio per verificare.
Consigli: E' un biopic interessante, quasi un documentario romanzato sulla vita di Mark Zuckerberg. Per gli appassionati di Facebook, documentarsi sul suo fondatore è decisamente d'obbligo!
Parola chiave: Amicizia.
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giovedì 23 dicembre 2010
Film 200 - Il curioso caso di Benjamin Button
Se il mio nome su facebook è Bengiamino Bottone ci sarà un motivo, no?
Film 200: "Il curioso caso di Benjamin Button" (2008) di David Fincher
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea, Titti, Marco, Andrea Puffo, Diego, Gianpaolo
Pensieri: Sono molto felice che il 200esimo film corrisponda a questa pellicola che ha, per me, un significato particolare. Ad essere sinceri, però, la prima volta che la vidi al cinema non mi aveva totalmente convinto.
Bellissime musiche, due tra le attrici più brave del cinema mondiale (Blanchett e Swinton), una storia davvero originale, ma, in definitiva, il dubbio che, con tutti quegli effetti speciali, il grande cast, la regia importante (di Fincher, lo stesso di "Se7en", "Alien³", "Panic Room", "Fight Club", "Zodiac" e il recentemente plurinominato "The Social Network") il rischio che mi fossi lasciato un po' distrarre da altro c'era. In effetti il seguito ha portato molto lontano rispetto alla pellicola.
Da un titolo ad un soprannome che è diventato nome e segno distintivo. Affezionarsi a questa pellicola, per me, era inevitabile.
Come inevitabile sarebbe stata la seconda visione. Ordinato, quindi, il dvd via internet, appena arrivato ho proposto al solito gruppo del lunedì (ormai del martedì) di vederlo assieme davanti alla consueta insalatona. Ottima scelta, è piaciuto.
Per quanto mi riguarda il film è bellissimo. Poetico e magico quanto basta, posato e mai gridato, piacevole sotto ogni aspetto. Partendo dalla recitazione sublime di Pitt-Blanchett-Swinton, proseguendo con le musiche di un Desplat sempre più romantico, continuando con una sceneggiatura ben scritta (da Eric Roth sulla base del racconto breve di F. Scott Fitzgerald) servita ad un regista capace, per finire con effetti speciali quasi sempre vicini alla perfezione (ma ringiovanire Pitt non è facile e non sempre riesce). E poi: bellissimi scenografie, costumi e fotografia, ottima scelta del cast (nomination all'Oscar per Taraji P. Henson come attrice non protagonista), prodotto finale decisamente di qualità.
Il mio ex coinquilino americano a suo tempo mi disse che l'interpretazione del personaggio di Daisy/Blanchett valeva particolarmente l'ascolto in lingua originale per via dell'accento del sud reso tanto bene dalla sua interprete (non premiata, però, con alcuna nomination). Direi che una visione in lingua sia decisamente da programmare!
Per il resto che aggiungere? Assolutamente da vedere!
Ps. 13 nomination all'Oscar 2009 (tra cui miglior film e regia) e 3 premi vinti per effetti speciali, make up e scenografie. Inoltre grande successo al botteghino mondiale con $328,890,802 incassati.
Film 1151 - The Curious Case of Benjamin Button
Consigli: Le immagini sono accompagnate da una colonna sonora strepitosa. E' davvero il caso di prestarci particolare attenzione, è bellissima.
Parola chiave: Tempo.
Ric
Film 200: "Il curioso caso di Benjamin Button" (2008) di David Fincher
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea, Titti, Marco, Andrea Puffo, Diego, Gianpaolo
Pensieri: Sono molto felice che il 200esimo film corrisponda a questa pellicola che ha, per me, un significato particolare. Ad essere sinceri, però, la prima volta che la vidi al cinema non mi aveva totalmente convinto.
Bellissime musiche, due tra le attrici più brave del cinema mondiale (Blanchett e Swinton), una storia davvero originale, ma, in definitiva, il dubbio che, con tutti quegli effetti speciali, il grande cast, la regia importante (di Fincher, lo stesso di "Se7en", "Alien³", "Panic Room", "Fight Club", "Zodiac" e il recentemente plurinominato "The Social Network") il rischio che mi fossi lasciato un po' distrarre da altro c'era. In effetti il seguito ha portato molto lontano rispetto alla pellicola.
Da un titolo ad un soprannome che è diventato nome e segno distintivo. Affezionarsi a questa pellicola, per me, era inevitabile.
Come inevitabile sarebbe stata la seconda visione. Ordinato, quindi, il dvd via internet, appena arrivato ho proposto al solito gruppo del lunedì (ormai del martedì) di vederlo assieme davanti alla consueta insalatona. Ottima scelta, è piaciuto.
Per quanto mi riguarda il film è bellissimo. Poetico e magico quanto basta, posato e mai gridato, piacevole sotto ogni aspetto. Partendo dalla recitazione sublime di Pitt-Blanchett-Swinton, proseguendo con le musiche di un Desplat sempre più romantico, continuando con una sceneggiatura ben scritta (da Eric Roth sulla base del racconto breve di F. Scott Fitzgerald) servita ad un regista capace, per finire con effetti speciali quasi sempre vicini alla perfezione (ma ringiovanire Pitt non è facile e non sempre riesce). E poi: bellissimi scenografie, costumi e fotografia, ottima scelta del cast (nomination all'Oscar per Taraji P. Henson come attrice non protagonista), prodotto finale decisamente di qualità.
Il mio ex coinquilino americano a suo tempo mi disse che l'interpretazione del personaggio di Daisy/Blanchett valeva particolarmente l'ascolto in lingua originale per via dell'accento del sud reso tanto bene dalla sua interprete (non premiata, però, con alcuna nomination). Direi che una visione in lingua sia decisamente da programmare!
Per il resto che aggiungere? Assolutamente da vedere!
Ps. 13 nomination all'Oscar 2009 (tra cui miglior film e regia) e 3 premi vinti per effetti speciali, make up e scenografie. Inoltre grande successo al botteghino mondiale con $328,890,802 incassati.
Film 1151 - The Curious Case of Benjamin Button
Consigli: Le immagini sono accompagnate da una colonna sonora strepitosa. E' davvero il caso di prestarci particolare attenzione, è bellissima.
Parola chiave: Tempo.
Ric
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martedì 21 dicembre 2010
Film 199 - Red
Dopo aver visto il trailer in inglese non potevo non vedere questa pellicola! Anche solo per lo straordinario cast!
Film 199: "Red" (2010) di Robert Schwentke
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Urca urca urca, quanti attoroni! Bruce Willis, Helen Mirren, John Malkovich, Mary-Louise Parker ("Weeds"), Karl Urban ("Star Trek"), Morgan Freeman, Ernest Borgnine (Oscar per "Marty vita di un timido"), Brian Cox ("X-Men 2"), Richard Dreyfuss ("Lo squalo", Oscar per "Goodbye amore mio!"), Julian McMahon ("Nip/Tuck") ed Emily Kuroda ("Una mamma per amica"). Mica male per un unico film, no?!
Inoltre questo "Red" è davvero molto divertente! Toni comici per un film d'azione, ritmi e tempi davvero giusti, miscela d'adrenalina e battute al vetriolo che vengono rese benissimo dai protagonisti davvero capaci (Willis, Mirren e Parker davvero fantastici!).
Molto meno sbruffone di "Innocenti bugie" (e sicuramente meno pompato-patinato) questa pellicola sembra partire sottotono, ma dimostra di avere 'carattere'! La sceneggiatura è ben scritta, bilanciata tra momenti d'azione e pause comiche, tra una risata e un bazuka, districando una matassa di attori e situazioni davvero numerosa. A testimoniare l'ottimo risultato raggiunto dall'ultima fatica del regista tedesco Robert Schwentke ("Flightplan - Mistero in volo", "Un amore all'improvviso") anche la recentissima nomination ai Golden Globes come Miglior Film - Musical o Commedia (anche se, riflettendo, un'unica nomination, proprio in quella categoria, rende il tutto un po' ridicolo. Sembra più un 'tappa-buco'). Anche se le probabilità di vincita sono basse rimane, di fatto, quale testimonianza di un buon prodotto - decisamente riuscito anche il box office con $87,896,725 incassati solo in America - che, però, in Italia non ha ancora una data d'uscita. Ce la faranno i nostri eroi o sarà come per "Precious" che, da noi, è uscito con più di un anno di ritardo?
Consigli: Munirsi di sottotitoli! Non tutti recitano bene le battute come Helen Mirren, che scandisce perfettamente ogni parola!
Parola chiave: Retired Extremely Dangerous.
Ric
Film 199: "Red" (2010) di Robert Schwentke
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Urca urca urca, quanti attoroni! Bruce Willis, Helen Mirren, John Malkovich, Mary-Louise Parker ("Weeds"), Karl Urban ("Star Trek"), Morgan Freeman, Ernest Borgnine (Oscar per "Marty vita di un timido"), Brian Cox ("X-Men 2"), Richard Dreyfuss ("Lo squalo", Oscar per "Goodbye amore mio!"), Julian McMahon ("Nip/Tuck") ed Emily Kuroda ("Una mamma per amica"). Mica male per un unico film, no?!
Inoltre questo "Red" è davvero molto divertente! Toni comici per un film d'azione, ritmi e tempi davvero giusti, miscela d'adrenalina e battute al vetriolo che vengono rese benissimo dai protagonisti davvero capaci (Willis, Mirren e Parker davvero fantastici!).
Molto meno sbruffone di "Innocenti bugie" (e sicuramente meno pompato-patinato) questa pellicola sembra partire sottotono, ma dimostra di avere 'carattere'! La sceneggiatura è ben scritta, bilanciata tra momenti d'azione e pause comiche, tra una risata e un bazuka, districando una matassa di attori e situazioni davvero numerosa. A testimoniare l'ottimo risultato raggiunto dall'ultima fatica del regista tedesco Robert Schwentke ("Flightplan - Mistero in volo", "Un amore all'improvviso") anche la recentissima nomination ai Golden Globes come Miglior Film - Musical o Commedia (anche se, riflettendo, un'unica nomination, proprio in quella categoria, rende il tutto un po' ridicolo. Sembra più un 'tappa-buco'). Anche se le probabilità di vincita sono basse rimane, di fatto, quale testimonianza di un buon prodotto - decisamente riuscito anche il box office con $87,896,725 incassati solo in America - che, però, in Italia non ha ancora una data d'uscita. Ce la faranno i nostri eroi o sarà come per "Precious" che, da noi, è uscito con più di un anno di ritardo?
Consigli: Munirsi di sottotitoli! Non tutti recitano bene le battute come Helen Mirren, che scandisce perfettamente ogni parola!
Parola chiave: Retired Extremely Dangerous.
Ric
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giovedì 16 dicembre 2010
Golden Globes 2011: le nomination
Quest'anno, è vero, mi sono un po' distratto. Tranquillo nella mia realtà quotidiana, non sapevo che martedì sarebbero stati annunciati i candidati ai Golden Globes (GG) 2011, cosa che, lo ammetto, mi ha decisamente rallegrato la giornata!
Essendo un gran fanatico di questo tipo di eventi, non potevo immaginare che il mio pomeridiano martedì lavorativo avrebbe ricevuto la 'scossa' delle nomination in diretta!
Alcuni miei pronostici sono stati decisamente confermati, qualche sorpresa c'è stata e qualche 'veterano' che non molla non è stato dimenticato. Ma andiamo per ordine...
La sessantottesima edizione dei 'globi d'oro' - se vogliamo italianizzare - innanzitutto regala all'Italia una nomination decisamente insperata dopo i numerosi fallimenti degli ultimi anni (1999: Benigni, "La vita è bella", ricordate? Bene, è l'ultima volta che il nostro Paese ha vinto qualcosa a livello internazionale) con film come "Gomorra", "Il divo" e "La bestia nel cuore" (ci sarebbe anche una nomination per la miglior canzone originale ai GG 2005 per il cinepanettone "Christmas in Love" di Neri Parenti, ma la cosa fa un po' ridere a dirsi...). Gli altri contendenti al titolo di miglior film straniero sono Russia, Danimarca, Francia e Spagna/Messico. Vedremo chi la spunterà
Tra le molte sorprese, le più eclatanti sono certamente:
- la nomination per Emma Stone [foto] come miglior protagonista (commedia o musical) per il film "Easy A";
- le ritrovate Halle Berry e Nicole Kidman (che non vedevano una nomination rispettivamente dal 2006 e 2005);
- le nomination di coppia (qualcuna non solo sullo schermo) di Ryan Gosling e Michelle Williams per "Blue Valentine" e di Jake Gyllenhaal e Anne Hathaway per "Amore e altre droghe" (curiosamente i due furono entrambi snobbati dalle nomination del 2006 per le loro interpretazioni in "I segreti di Brokeback Mountain" - film dove recitava la stessa Williams - anche se Gyllenhaal ricevette poi la nomination all'Oscar come attore non protagonista); - i 5 registi candidati che, a parte David Fincher due anni fa, non hanno mai ricevuto una nomination alla regia ai GG e quindi sono quelli che potremmo definire portatori di 'aria fresca'; - la quantità di attori famosi, e magari con già una candidatura all'Oscar(#), che hanno ricevuto la loro prima nomination quest'anno: il già citato Jake Gyllenhaal(#), Christian Bale, Jeremy Renner(#), Melissa Leo(#), Mila Kunis [foto], Jesse Eisenberg, Andrew Garfield. Per quanto riguarda le categorie legate al mondo della tv, i 'nuovi arrivati' più o meno famosi sono: Jennifer Love Hewitt, Romola Garai, Julia Stiles, Idris Elba, Jim Parsons (con già un Emmy vinto quest'anno), Eric Stonestreet (anche lui un Emmy vinto sempre nel 2010) Elisabeth Moss, Piper Perabo, Scott Caan, Chris Colfer, Sofía Vergara; - le pochissime categorie per cui "Inception" è stato candidato e le (forse) troppe per cui lo è stato "The Social Network"; - le cinque nomination per il miglior film d'animazione che avevo pronosticato in maniera esatta; - l'ottima scelta delle colonne sonore candidate (ma non posso parlare per il film "127 Hours" che ancora non ho visto, anche se l'autore è A.R. Rahman, vincitore di 2 Oscar per "The Millionaire").
Infine, come l'anno scorso, ne approfitto per pronunciarmi riguardo a chi secondo me vincerà (*) e chi, invece, vorrei veder trionfare (§), attribuendo il seguente punteggio:
* = 1 punto;
§ = 1/2 punto;
*§ = 1 punto.
Una volta svelati i vincitori, durante la cerimonia del 16 gennaio, provvederò ad effettuare il calcolo. Ovviamente chiunque volesse mandarmi o scrivere nei commenti la sua lista personale, sarà più che ben accetto! Una sfida è bella se si gioca in tanti! Siate numerosi!!!
Ps. Ricordo che, come per gli Oscar, anche i GG premiano i film della stagione passata rispetto all'anno della cerimonia. L'edizione 2011, dunque, premia i film del 2010.
* Vincerà § Vorrei vincesse
68th Annual Golden Globe Awards
Best Motion Picture - Drama
Nominees:
Black Swan (2010)
The Fighter (2010)
§ Inception (2010)
The King's Speech (2010)
* The Social Network (2010)
Best Motion Picture - Musical or Comedy
Nominees:
Alice in Wonderland (2010)
§ Burlesque (2010/I)
* The Kids Are All Right (2010)
Red (2010/I)
The Tourist (2010)
Best Performance by an Actor in a Motion Picture - Drama
Nominees:
Jesse Eisenberg for The Social Network (2010)
* Colin Firth for The King's Speech (2010)
James Franco for 127 Hours (2010)
§ Ryan Gosling for Blue Valentine (2010)
Mark Wahlberg for The Fighter (2010)
Best Performance by an Actress in a Motion Picture - Drama
Nominees:
Halle Berry for Frankie and Alice (2010)
Nicole Kidman for Rabbit Hole (2010)
Jennifer Lawrence for Winter's Bone (2010)
* Natalie Portman for Black Swan (2010) [foto]
§ Michelle Williams for Blue Valentine (2010)
Best Performance by an Actor in a Motion Picture - Musical or Comedy
Nominees:
Johnny Depp for The Tourist (2010)
* Johnny Depp for Alice in Wonderland (2010)
Paul Giamatti for Barney's Version (2010)
§ Jake Gyllenhaal for Amore e altre droghe (2010)
Kevin Spacey for Casino Jack (2010)
Best Performance by an Actress in a Motion Picture - Musical or Comedy
Nominees:
* Annette Bening for The Kids Are All Right (2010)
Anne Hathaway for Amore e altre droghe (2010)
Angelina Jolie for The Tourist (2010)
Julianne Moore for The Kids Are All Right (2010)
§ Emma Stone for Easy Girl (2010)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Motion Picture
Nominees:
§ Christian Bale for The Fighter (2010) [foto]
Michael Douglas for Wall Street: il denaro non dorme mai (2010)
Andrew Garfield for The Social Network (2010)
Jeremy Renner for The Town (2010)
* Geoffrey Rush for The King's Speech (2010)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Motion Picture
Nominees:
§ Amy Adams for The Fighter (2010)
* Helena Bonham Carter for The King's Speech (2010)
Mila Kunis for Black Swan (2010)
Melissa Leo for The Fighter (2010)
Jacki Weaver for Animal Kingdom (2010)
Best Director - Motion Picture
Nominees:
Darren Aronofsky for Black Swan (2010)
* David Fincher for The Social Network (2010)
Tom Hooper for The King's Speech (2010)
§ Christopher Nolan for Inception (2010) [foto]
David O. Russell for The Fighter (2010)
Best Screenplay - Motion Picture
Nominees:
127 Hours (2010): Danny Boyle, Simon Beaufoy
*§ Inception (2010): Christopher Nolan
The Kids Are All Right (2010): Stuart Blumberg, Lisa Cholodenko
The King's Speech (2010): David Seidler
The Social Network (2010): Aaron Sorkin
Best Original Song - Motion Picture
Nominees:
* Burlesque (2010/I): Samuel Dixon, Christina Aguilera, Sia Furler("Bound to You")
§ Burlesque (2010/I): Diane Warren("You Haven't Seen The Last of Me")
Country Strong (2010): Bob DiPiero, Tom Douglas, Hillary Lindsey, Troy Verges("Coming Home")
Le cronache di Narnia - Il viaggio del veliero (2010): Carrie Underwood, David Hodges, Hillary Lindsey("There's A Place For Us")
Rapunzel - L'intreccio della torre (2010): Alan Menken, Glenn Slater("I See the Light")
Best Original Score - Motion Picture
Nominees:
127 Hours (2010): A.R. Rahman
Alice in Wonderland (2010): Danny Elfman
§ Inception (2010): Hans Zimmer
* The King's Speech (2010): Alexandre Desplat
The Social Network (2010): Trent Reznor, Atticus Ross
Best Animated Film
Nominees:
Cattivissimo me (2010)
§ Dragon Trainer (2010)
L'illusionista (2010)
Rapunzel - L'intreccio della torre (2010)
* Toy story 3 - La grande fuga (2010)
Best Foreign Language Film
Nominees:
* Biutiful (2010)(Mexico/Spain)
Il Concerto (2009)(France)
Kray (2010)(Russia)
§ Io sono l'amore (2009)(Italy) [foto]
In un mondo migliore (2010)(Denmark)
Best Television Series - Drama
Nominees:
"Boardwalk Empire" (2009)
"Dexter" (2006)
* §"The Good Wife" (2009)
"Mad Men" (2007)
"The Walking Dead" (2010)
Best Television Series - Musical or Comedy
Nominees:
"The Big Bang Theory" (2007)
"The Big C" (2010)
"Glee" (2009)
"Modern Family" (2009)
* "Nurse Jackie" (2009)
§ "30 Rock" (2006)
Best Mini-Series or Motion Picture Made for Television
Nominees:
"Carlos" (2010)
"The Pacific" (2010)
"The Pillars of the Earth" (2010)
§ Temple Grandin - Una donna straordinaria (2010) (TV)
* You Don't Know Jack (2010) (TV)
Best Performance by an Actor in a Mini-Series or a Motion Picture Made for Television
Nominees:
Idris Elba for "Luther" (2010)
Ian McShane for "The Pillars of the Earth" (2010)
* Al Pacino for You Don't Know Jack (2010) (TV)
§ Dennis Quaid for I due presidenti (2010) (TV)
Édgar Ramírez for "Carlos" (2010)
Best Performance by an Actress in a Mini-Series or a Motion Picture Made for Television
Nominees:
Hayley Atwell for "The Pillars of the Earth" (2010)
*§ Claire Danes for Temple Grandin - Una donna straordinaria (2010) (TV)
Judi Dench for "Cranford" (2007)
Romola Garai for "Emma" (2009)
Jennifer Love Hewitt for The Client List (2010) (TV)
Best Performance by an Actor in a Television Series - Musical or Comedy
Nominees:
§ Alec Baldwin for "30 Rock" (2006)
Steve Carell for "The Office" (2005)
Thomas Jane for "Hung" (2009)
Matthew Morrison for "Glee" (2009)
* Jim Parsons for "The Big Bang Theory" (2007) [foto]
Best Performance by an Actress in a Television Series - Musical or Comedy
Nominees:
Toni Collette for "United States of Tara" (2009)
* Edie Falco for "Nurse Jackie" (2009)
§ Tina Fey for "30 Rock" (2006)
Laura Linney for "The Big C" (2010)
Lea Michele for "Glee" (2009)
Best Performance by an Actor in a Television Series - Drama
Nominees:
§ Steve Buscemi for "Boardwalk Empire" (2009)
* Bryan Cranston for "Breaking Bad" (2008)
Michael C. Hall for "Dexter" (2006)
Jon Hamm for "Mad Men" (2007)
Hugh Laurie for "Dr. House - Medical Division" (2004)
Best Performance by an Actress in a Television Series - Drama
Nominees:
* Julianna Margulies for "The Good Wife" (2009)
Elisabeth Moss for "Mad Men" (2007)
§ Piper Perabo for "Covert Affairs" (2010)
Katey Sagal for "Sons of Anarchy" (2008)
Kyra Sedgwick for "The Closer" (2005)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Series, Mini-Series or Motion Picture Made for Television
Nominees:
Scott Caan for "Hawaii Five-0" (2010)
§ Chris Colfer for "Glee" (2009) [foto]
Chris Noth for "The Good Wife" (2009)
* Eric Stonestreet for "Modern Family" (2009)
David Strathairn for Temple Grandin - Una donna straordinaria (2010) (TV)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Series, Mini-Series or Motion Picture Made for Television
Nominees:
* Hope Davis for I due presidenti (2010) (TV)
§ Jane Lynch for "Glee" (2009)
Kelly Macdonald for "Boardwalk Empire" (2009)
Julia Stiles for "Dexter" (2006)
Sofía Vergara for "Modern Family" (2009)
Mi ripeto, nel caso fosse sfuggito: tutti quelli che volessero pubblicare in risposta a questo post i loro personali pronostici per i GG, sono più che ben accetti!
Buona votazione a tutti!
Ric
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martedì 14 dicembre 2010
Film 198 - Rapunzel - L'intreccio della torre (3D)
Rapunzel non è la versione bolognese di Raperonzolo...
Film 198: "Rapunzel - L'intreccio della torre" (2010) di Nathan Greno, Byron Howard
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo, Gianpaolo, Marco C.
Pensieri: E siamo a 50. Di cosa, si chiederà qualcuno?
Con Rapunzel – L’intreccio della torre la Disney produce il suo cinquantesimo lungometraggio animato e porta a casa un successo che non tutti avrebbero dato per scontato. Dopo il mezzo flop del precedente "La principessa e il ranocchio" ($247,374,107 incassati, battuto negli incassi di sempre perfino dal maialino Babe uscito 14 anni prima), di qualità artistica dubbia, che ha principalmente suscitato l’interesse della massa per via del colore della pelle della sua protagonista – già, siamo a questi livelli – e del ritorno alla tecnica del disegno manuale impiegata per realizzarlo, la Disney ha deciso di puntare sulla storia di quella che qui in Italia viene chiamata Raperonzolo.
La vicenda è famosa più che altro per la chioma chilometrica che caratterizza l’eroina della fiaba (dei Grimm, ovvio), ma, sicuramente per quanto mi riguarda, non è certo tra le più conosciute in assoluto. La produzione, come al solito, rimaneggia l’originale per adattare l’intreccio al pubblico giovane svecchiandone situazioni e protagonisti. E allora via, Rapunzel (abituiamoci noi bolognesi a pronunciare questo nome disgraziato come meglio possiamo) è una giovane 18enne che desidera l’emancipazione dopo la vita intera passata in una torre dove sua ‘madre’ Gothel – maledettamente uguale a Cher nelle fattezze con un bizzarro tocco di ‘real life’ nella storia: anche lei vuole rimanere per sempre giovane! – l’ha rinchiusa per preservarla dalla cattiveria del mondo circostante. In realtà lo fa solamente per sfruttare l’effetto magico dei capelli della ragazza che riescono a mantenere Gothel fresca e giovane ad oltranza. La curiosità di Rapunzel mixata ad un poco di fortuna e al bel giovanotto di turno (stavolta ladro) faranno si che lei riesca, finalmente, a toccar terra per dare, così, il via ad una serie di avventure che condurranno al solito adoratamente zuccherato happy ending finale.
I toni estremamente scanzonati di questo nuovo film pre-natalizio per famiglie riflettono il grande cambiamento sociale che si è compiuto ad oggi rispetto ai grandi classici di anche solo una decina di anni fa. Si è perso il senso dell’evento straordinario, l’uscita dell’unico cartone animato natalizio che tutti sarebbero dovuti andare a vedere, simbolo di un periodo dell’anno carico di zuccheri e buoni sentimenti come, del resto, vuole la buona tradizione Disney. Oggi, invece, il simbolo del Natale incombente è l’uscita nelle sale di uno qualunque di quei ‘Natale a …’ o dei rispettivi surrogati di ancora più infimo livello che regalano all’Italia, oltre che un ottimo incasso, anche un’infinita tristezza. Simboli di cambiamento forte anche l’utilizzo di un linguaggio più disinvolto, la necessità di indipendenza della figura femminile, l’assenza di fate o figure magiche, una presenza meno importante del regno animale quale protagonista-spalla dell’eroe/ina di turno.
Ma questo Rapunzel (il titolo originale è Tangled, aggrovigliato, ingarbugliato), in definitiva, com’è? Non male, più magicamente assurdo e meno ‘terra terra’ del precedente, quindi più ragionevolmente in linea con la tradizione disneyana del classico per antonomasia. Gli elementi da fiaba classica (principessa+principe+cattivo di turno = matrimonio finale) sono stati ristabiliti in favore di una serie di idee radicate che, messe insieme, rendono la composizione perfetta per creare un successo al botteghino oltre che far sperare in un merchandising proficuo per il futuro. Non è un caso se a fatica si arriva a Mulan (classe 1999) per ricordare una principessa Disney o se in televisione ('Le Principesse Disney – C’era una volta…', Rai 1) siano i film con Biancaneve, Cenerentola ed Aurora ad essere riproposti e non le più recenti produzioni della casa.
Rapunzel ha il grande pregio di saper nuovamente ‘parlare’ al grande pubblico, di proporre una storia che ha voglia di sentire, ricongiungendo elementi più collaudati con le più recenti novità di computer grafica. Sorvolando sull’aspetto un po’ Barbie della sua protagonista, il disegno è bello e i colori vividi, certe trovate (come quella delle lanterne) sono davvero di grande impatto visivo e le avventure raccontate sono spassose e godibili (certe gag un po’ ritrite). L’unico vero grande difetto di questo film sta nelle canzoni, un tempo baluardo inespugnabile di qualunque cartone animato della casa di produzione di Topolino, qui generalmente insipide e poco coinvolgenti, prive di quella creatività e brio che, nella storia disneyana, hanno fatto aggiudicare Oscar a valanghe nella categoria Miglior Canzone.
Nel complesso, comunque, il futuro per questa pellicola pare radioso: alla terza settimana di programmazione in America è riuscita a scalzare dalla vetta "Harry Potter e i doni della morte: Parte I" con un incasso settimanale superiore a quello del maghetto e un totale che sfiora quasi i 100 milioni di dollari ($96.6). E’ bene comunque ricordare che la nuova avventura di Potter ha incassato fino ad ora $634,857,482 senza l’aiuto del sovrapprezzo per il 3D, tecnologia (o escamotage) obbligata per gli spettatori di Rapunzel che, però, non aggiunge alcunché ad un film che non punta certo alla spettacolarità dell’immagine in tre dimensioni.
In un futuro più a lungo termine (27 febbraio 2011), invece, pare scontata la nomination all’Oscar come miglior film d’animazione anche se, gli altri contendenti ("Toy story 3 – La grande fuga", "Cattivissimo me", "Megamind", "Il Regno di Ga’Hoole – La leggenda dei guardiani", "Dragon Trainer", "L’illusionista") sembrano piuttosto agguerriti.
Staremo a vedere se le bionde sapranno dimostrare di avere ancora una marcia in più!
Film 992 - Rapunzel - L'intreccio della torre
Consigli: Divertente e piacevole, può essere tranquillamente visto al cinema. Ma EVITARE come la peste il 3D: una spesa inutile quanto costosa!
Parola chiave: Capelli.
Ric
Film 198: "Rapunzel - L'intreccio della torre" (2010) di Nathan Greno, Byron Howard
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo, Gianpaolo, Marco C.
Pensieri: E siamo a 50. Di cosa, si chiederà qualcuno?
Con Rapunzel – L’intreccio della torre la Disney produce il suo cinquantesimo lungometraggio animato e porta a casa un successo che non tutti avrebbero dato per scontato. Dopo il mezzo flop del precedente "La principessa e il ranocchio" ($247,374,107 incassati, battuto negli incassi di sempre perfino dal maialino Babe uscito 14 anni prima), di qualità artistica dubbia, che ha principalmente suscitato l’interesse della massa per via del colore della pelle della sua protagonista – già, siamo a questi livelli – e del ritorno alla tecnica del disegno manuale impiegata per realizzarlo, la Disney ha deciso di puntare sulla storia di quella che qui in Italia viene chiamata Raperonzolo.
La vicenda è famosa più che altro per la chioma chilometrica che caratterizza l’eroina della fiaba (dei Grimm, ovvio), ma, sicuramente per quanto mi riguarda, non è certo tra le più conosciute in assoluto. La produzione, come al solito, rimaneggia l’originale per adattare l’intreccio al pubblico giovane svecchiandone situazioni e protagonisti. E allora via, Rapunzel (abituiamoci noi bolognesi a pronunciare questo nome disgraziato come meglio possiamo) è una giovane 18enne che desidera l’emancipazione dopo la vita intera passata in una torre dove sua ‘madre’ Gothel – maledettamente uguale a Cher nelle fattezze con un bizzarro tocco di ‘real life’ nella storia: anche lei vuole rimanere per sempre giovane! – l’ha rinchiusa per preservarla dalla cattiveria del mondo circostante. In realtà lo fa solamente per sfruttare l’effetto magico dei capelli della ragazza che riescono a mantenere Gothel fresca e giovane ad oltranza. La curiosità di Rapunzel mixata ad un poco di fortuna e al bel giovanotto di turno (stavolta ladro) faranno si che lei riesca, finalmente, a toccar terra per dare, così, il via ad una serie di avventure che condurranno al solito adoratamente zuccherato happy ending finale.
I toni estremamente scanzonati di questo nuovo film pre-natalizio per famiglie riflettono il grande cambiamento sociale che si è compiuto ad oggi rispetto ai grandi classici di anche solo una decina di anni fa. Si è perso il senso dell’evento straordinario, l’uscita dell’unico cartone animato natalizio che tutti sarebbero dovuti andare a vedere, simbolo di un periodo dell’anno carico di zuccheri e buoni sentimenti come, del resto, vuole la buona tradizione Disney. Oggi, invece, il simbolo del Natale incombente è l’uscita nelle sale di uno qualunque di quei ‘Natale a …’ o dei rispettivi surrogati di ancora più infimo livello che regalano all’Italia, oltre che un ottimo incasso, anche un’infinita tristezza. Simboli di cambiamento forte anche l’utilizzo di un linguaggio più disinvolto, la necessità di indipendenza della figura femminile, l’assenza di fate o figure magiche, una presenza meno importante del regno animale quale protagonista-spalla dell’eroe/ina di turno.
Ma questo Rapunzel (il titolo originale è Tangled, aggrovigliato, ingarbugliato), in definitiva, com’è? Non male, più magicamente assurdo e meno ‘terra terra’ del precedente, quindi più ragionevolmente in linea con la tradizione disneyana del classico per antonomasia. Gli elementi da fiaba classica (principessa+principe+cattivo di turno = matrimonio finale) sono stati ristabiliti in favore di una serie di idee radicate che, messe insieme, rendono la composizione perfetta per creare un successo al botteghino oltre che far sperare in un merchandising proficuo per il futuro. Non è un caso se a fatica si arriva a Mulan (classe 1999) per ricordare una principessa Disney o se in televisione ('Le Principesse Disney – C’era una volta…', Rai 1) siano i film con Biancaneve, Cenerentola ed Aurora ad essere riproposti e non le più recenti produzioni della casa.
Rapunzel ha il grande pregio di saper nuovamente ‘parlare’ al grande pubblico, di proporre una storia che ha voglia di sentire, ricongiungendo elementi più collaudati con le più recenti novità di computer grafica. Sorvolando sull’aspetto un po’ Barbie della sua protagonista, il disegno è bello e i colori vividi, certe trovate (come quella delle lanterne) sono davvero di grande impatto visivo e le avventure raccontate sono spassose e godibili (certe gag un po’ ritrite). L’unico vero grande difetto di questo film sta nelle canzoni, un tempo baluardo inespugnabile di qualunque cartone animato della casa di produzione di Topolino, qui generalmente insipide e poco coinvolgenti, prive di quella creatività e brio che, nella storia disneyana, hanno fatto aggiudicare Oscar a valanghe nella categoria Miglior Canzone.
Nel complesso, comunque, il futuro per questa pellicola pare radioso: alla terza settimana di programmazione in America è riuscita a scalzare dalla vetta "Harry Potter e i doni della morte: Parte I" con un incasso settimanale superiore a quello del maghetto e un totale che sfiora quasi i 100 milioni di dollari ($96.6). E’ bene comunque ricordare che la nuova avventura di Potter ha incassato fino ad ora $634,857,482 senza l’aiuto del sovrapprezzo per il 3D, tecnologia (o escamotage) obbligata per gli spettatori di Rapunzel che, però, non aggiunge alcunché ad un film che non punta certo alla spettacolarità dell’immagine in tre dimensioni.
In un futuro più a lungo termine (27 febbraio 2011), invece, pare scontata la nomination all’Oscar come miglior film d’animazione anche se, gli altri contendenti ("Toy story 3 – La grande fuga", "Cattivissimo me", "Megamind", "Il Regno di Ga’Hoole – La leggenda dei guardiani", "Dragon Trainer", "L’illusionista") sembrano piuttosto agguerriti.
Staremo a vedere se le bionde sapranno dimostrare di avere ancora una marcia in più!
Film 992 - Rapunzel - L'intreccio della torre
Consigli: Divertente e piacevole, può essere tranquillamente visto al cinema. Ma EVITARE come la peste il 3D: una spesa inutile quanto costosa!
Parola chiave: Capelli.
Ric
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Film 197 - 2012
Scelto il portatile nuovo, alla cassa mi fermo in attesa - ultimo di una fila chilometrica - e mi guardo intorno. E, colpito dalla voglia di spendere, trovo esattamente quello che fa per me: il dvd di un film catastrofico!
Film 197: "2012" (2009) di Roland Emmerich
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Anche a casa, sul divano, dallo schermo del mio adorato iMac 24 pollici, con dolby surround sparato a mille, questo film è veramente entusiasmante. Non si perde la qualità dell'immagine, del suono, degli effetti speciali.
Per chi ama il genere - Emmerich è un habitué - questo è decisamente uno dei film adrenalinici più riusciti e DEVE essere visto. Con $766,812,167 di incasso in tutto il mondo è stato uno dei film del 2009 che ha incassato di più.
Film 20 - 2012
Film 197 - 2012
Film 533 - 2012
Film 2015 - 2012
Consigli: Pronti a vedere la Terra sottosopra? L'Italia umiliata (ma ormai ci abbiamo fatto il callo)? A far tremare i muri di casa vostra? Se la risposta è "sì", non vi rimane che premere play! Buona visione.
Parola chiave: Scatafascio.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 197: "2012" (2009) di Roland Emmerich
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Anche a casa, sul divano, dallo schermo del mio adorato iMac 24 pollici, con dolby surround sparato a mille, questo film è veramente entusiasmante. Non si perde la qualità dell'immagine, del suono, degli effetti speciali.
Per chi ama il genere - Emmerich è un habitué - questo è decisamente uno dei film adrenalinici più riusciti e DEVE essere visto. Con $766,812,167 di incasso in tutto il mondo è stato uno dei film del 2009 che ha incassato di più.
Film 20 - 2012
Film 197 - 2012
Film 533 - 2012
Film 2015 - 2012
Consigli: Pronti a vedere la Terra sottosopra? L'Italia umiliata (ma ormai ci abbiamo fatto il callo)? A far tremare i muri di casa vostra? Se la risposta è "sì", non vi rimane che premere play! Buona visione.
Parola chiave: Scatafascio.
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Film 196 - Charlie viene prima di tuo marito
Sbucato dal nulla...
Film 196: "Charlie viene prima di tuo marito" (2007) di Mark Helfrich
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Della serie: d'impatto.
L'altra sera leggo le news su IMDb e mi imbatto in una foto di Dane Cook (chi? Già, chi è?) e un flash mi illumina la mente: perchè l'ho già sentito nominare? Innescato il meccanismo curioso, leggo la sua scheda e scopro un film lasciato nel dimenticatoio delle opere talmente inutili da venire completamente rimosse: "Charlie viene prima di tuo marito" (sarà il titolo per un film?!).
Talmente rimosso, tra l'altro, che non ricordavo nemmeno la trama. Ho lasciato passare qualche giorno per vedere se qualcosa riaffiorava, ma nulla. Unica immagine riportata in superficie, quella dei due protagonisti (Cook e Jessica Alba) che, nella scena finale, si baciano in Antartide (o dovunque siano) rimanendo incollati con le lingue. Di classe.
Dopo aver rispolverato i ricordi grazie all'aiuto del trailer, spero vorrete perdonarmi se non spenderò altre parole a riguardo di questa pellicola, tanto insignificante da venire completamente rimossa dalla mia mente. Complimenti alla produzione.
Consigli: Di certo vederlo non farà male: è talmente privo di un qualunque appeal o spunto interessante da riuscire ad auto-cancellarsi dalla mente dello spettatore nel giro di qualche ora. Di sicuro non occuperà preziosa memoria che si potrà destinare a pensieri più interessanti.
Parola chiave: Sesso.
Ric
Film 196: "Charlie viene prima di tuo marito" (2007) di Mark Helfrich
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Della serie: d'impatto.
L'altra sera leggo le news su IMDb e mi imbatto in una foto di Dane Cook (chi? Già, chi è?) e un flash mi illumina la mente: perchè l'ho già sentito nominare? Innescato il meccanismo curioso, leggo la sua scheda e scopro un film lasciato nel dimenticatoio delle opere talmente inutili da venire completamente rimosse: "Charlie viene prima di tuo marito" (sarà il titolo per un film?!).
Talmente rimosso, tra l'altro, che non ricordavo nemmeno la trama. Ho lasciato passare qualche giorno per vedere se qualcosa riaffiorava, ma nulla. Unica immagine riportata in superficie, quella dei due protagonisti (Cook e Jessica Alba) che, nella scena finale, si baciano in Antartide (o dovunque siano) rimanendo incollati con le lingue. Di classe.
Dopo aver rispolverato i ricordi grazie all'aiuto del trailer, spero vorrete perdonarmi se non spenderò altre parole a riguardo di questa pellicola, tanto insignificante da venire completamente rimossa dalla mia mente. Complimenti alla produzione.
Consigli: Di certo vederlo non farà male: è talmente privo di un qualunque appeal o spunto interessante da riuscire ad auto-cancellarsi dalla mente dello spettatore nel giro di qualche ora. Di sicuro non occuperà preziosa memoria che si potrà destinare a pensieri più interessanti.
Parola chiave: Sesso.
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venerdì 10 dicembre 2010
Film 195 - A-Team
Un po' in ritardo con le recensioni, mi accingo a scrivere di questo film che ho finito di vedere qualche giorno fa.
Film 195: "A-Team" (2010) di Joe Carnahan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: No, non sono fan della serie televisiva e no, non l'ho nemmeno mai vista. So perfettamente che i toni sono completamente differenti dall'originale (da cui l'idea dei personaggi rimane invariata, suppongo), sta di fatto che, per il risultato di questa pellicola, non si può certo dire che questo sia un gran film d'azione-gag-divertimento-umorismo facilotto.
Poco appeal della squadra 'A-Team', composta dai famosi Liam Neeson ("Scontro tra titani") e Bradley Cooper ("Case 39"), dal già visto Sharlto Copley ("District 9") e dallo sconosciuto Quinton 'Rampage' Jackson ("Prossima fermata - L'inferno", sempre con Cooper), troppo impegnata ad essere 'too cool to be truth', il che alla lunga stanca.
Fastidioso anche il montaggio che spezza i piani delle missioni man mano che vengono rivelati per anticipare in immagini quello che viene detto. E' frustrande e poco produttivo, a mio avviso.
Non molto riuscita la parte di Charissa Sosa/Jessica Biel ("Un matrimonio all'inglese") qui particolarmente antipatica e infrigidita nonostante il ruolo volesse probabilmente rappresentare la donna sexy, intelligente e di potere. Non da meno il cattivo delle situazione: un inedito Patrick Wilson ("Watchmen") nelle vesti (non proprio ben riuscite) di cattivone senza scrupoli.
La miscela di elementi, che doveva essere esplosiva, è solamente confusa e confusuionaria, incapace di creare nello spettatore quell'adrenalina e quello spasso che un film come questo e di questo calibro (a livello di produzione) dovrebbe garantire. In assenza di ciò, questo film diventa non necessario quanto inutile.
Consigli: Da vedere se nostalgici dei bei tempi andati, quando questo era solo un tv show. Altrimenti è tranquillamente evitabile.
Parola chiave: Riabilitazione.
Ric
Film 195: "A-Team" (2010) di Joe Carnahan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: No, non sono fan della serie televisiva e no, non l'ho nemmeno mai vista. So perfettamente che i toni sono completamente differenti dall'originale (da cui l'idea dei personaggi rimane invariata, suppongo), sta di fatto che, per il risultato di questa pellicola, non si può certo dire che questo sia un gran film d'azione-gag-divertimento-umorismo facilotto.
Poco appeal della squadra 'A-Team', composta dai famosi Liam Neeson ("Scontro tra titani") e Bradley Cooper ("Case 39"), dal già visto Sharlto Copley ("District 9") e dallo sconosciuto Quinton 'Rampage' Jackson ("Prossima fermata - L'inferno", sempre con Cooper), troppo impegnata ad essere 'too cool to be truth', il che alla lunga stanca.
Fastidioso anche il montaggio che spezza i piani delle missioni man mano che vengono rivelati per anticipare in immagini quello che viene detto. E' frustrande e poco produttivo, a mio avviso.
Non molto riuscita la parte di Charissa Sosa/Jessica Biel ("Un matrimonio all'inglese") qui particolarmente antipatica e infrigidita nonostante il ruolo volesse probabilmente rappresentare la donna sexy, intelligente e di potere. Non da meno il cattivo delle situazione: un inedito Patrick Wilson ("Watchmen") nelle vesti (non proprio ben riuscite) di cattivone senza scrupoli.
La miscela di elementi, che doveva essere esplosiva, è solamente confusa e confusuionaria, incapace di creare nello spettatore quell'adrenalina e quello spasso che un film come questo e di questo calibro (a livello di produzione) dovrebbe garantire. In assenza di ciò, questo film diventa non necessario quanto inutile.
Consigli: Da vedere se nostalgici dei bei tempi andati, quando questo era solo un tv show. Altrimenti è tranquillamente evitabile.
Parola chiave: Riabilitazione.
Ric
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martedì 7 dicembre 2010
Film 194 - Case 39
Grandi aspettative per questo film che, probabilmente, avrebbe dovuto riportare in auge la carriera di Renée Zellweger. Funzionerà? Dico solo che, in Italia, è stato distribuito solamente in dvd...
Film 194: "Case 39" (2009) di Christian Alvart
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sciocco io che ancora credo ai trailer. O che gli attori scelgano i copioni in base ad oculate scelte artistiche e non semplicemente per percepire il compenso.
Premesso che a me gli horror piacciono come genere in sé quasi sempre, questo - che non è un horror - mi ha deluso all'inverosimile. Una sorta di "The Ring"+"Silent Hill" mescolati insieme e riusciti veramente male. Tempi sbagliati e dilatati all'infinito, scene di "paura" che saranno due in totale, una bambina (Jodelle Ferland) demoniaca che è la stessa di "Silent Hill" e quindi perde di credibilità, una figura maschile (Bradley Cooper) tanto banale e scontata quanto inutile e una protagonista (Renée Zellweger) che un tempo era davvero brava e adesso ha solo le stesse guanciotte piene di un criceto con una decina di semi in bocca.
Male, male, male. Poi: storia talmente banale che perfino nel trailer viene narrata per filo e per segno. Cosicché uno si ritrova a pensare: accidenti, se l'anticipo è così sostanzioso e già ricchissimo di immagini interessanti, chissà quanta roba c'è nel film!
E, invece, nel film non c'è niente di più. Anzi, il film potrebbe benissimo essere il trailer (tanto la conclusione è ridicola) e, così facendo, lo spettatore si perderebbe le noiosissime scene inutili riguardo famiglie strane, pulsioni omicide, adozioni e bambine saputelle antipatiche che impersonano un demone.
Mi dispiace dirlo, ma questo film è veramente brutto.
Consigli: Evitate accuratamente a) di guardarlo b) di comprare il dvd: sarebbero tempo e soldi sprecati.
Parola chiave: La banalità del già visto.
Ric
Film 194: "Case 39" (2009) di Christian Alvart
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sciocco io che ancora credo ai trailer. O che gli attori scelgano i copioni in base ad oculate scelte artistiche e non semplicemente per percepire il compenso.
Premesso che a me gli horror piacciono come genere in sé quasi sempre, questo - che non è un horror - mi ha deluso all'inverosimile. Una sorta di "The Ring"+"Silent Hill" mescolati insieme e riusciti veramente male. Tempi sbagliati e dilatati all'infinito, scene di "paura" che saranno due in totale, una bambina (Jodelle Ferland) demoniaca che è la stessa di "Silent Hill" e quindi perde di credibilità, una figura maschile (Bradley Cooper) tanto banale e scontata quanto inutile e una protagonista (Renée Zellweger) che un tempo era davvero brava e adesso ha solo le stesse guanciotte piene di un criceto con una decina di semi in bocca.
Male, male, male. Poi: storia talmente banale che perfino nel trailer viene narrata per filo e per segno. Cosicché uno si ritrova a pensare: accidenti, se l'anticipo è così sostanzioso e già ricchissimo di immagini interessanti, chissà quanta roba c'è nel film!
E, invece, nel film non c'è niente di più. Anzi, il film potrebbe benissimo essere il trailer (tanto la conclusione è ridicola) e, così facendo, lo spettatore si perderebbe le noiosissime scene inutili riguardo famiglie strane, pulsioni omicide, adozioni e bambine saputelle antipatiche che impersonano un demone.
Mi dispiace dirlo, ma questo film è veramente brutto.
Consigli: Evitate accuratamente a) di guardarlo b) di comprare il dvd: sarebbero tempo e soldi sprecati.
Parola chiave: La banalità del già visto.
Ric
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Film 193 - I soliti ignoti
A seguito della scomparsa di Monicelli il 29 novembre, il 'Millennium' (via Riva Reno 77/a, Bologna) ha organizzato in fretta e furia un cineforum in memoria del grande regista italiano con 3 proiezioni di suoi film-simbolo.
Film 193: "I soliti ignoti " (1958) di Mario Monicelli
Visto: al cineforum
Lingua: italiano
Compagnia: Cristian, Gloria
Pensieri: Chi mi conosce sa che non amo il cinema italiano, indipendentemente dall'anno di realizzazione. Non c'è una mia condanna di alcun tipo, semplicemente i miei gusti trovano più soddisfazione nelle produzioni americane.
Questo film, invece, mi ha ridato conforto. L'ultimo film italiano decente che ho visto è stato "Benvenuti al Sud", tratto da un film francese dal titolo "Giù al nord" (non esattamente farina del nostro sacco, quindi) e mi perdonerete se, dunque, mi approccio sempre ad una produzione italiana qualsiasi con il dubbio di rimanere deluso. Ci sarà poi un motivo se a Monicelli davano del 'grande'.
Insomma, per farla breve, questa pellicola oltre ad essere molto bella è davvero molto divertente! Il gruppetto di ladruncoli faciloni è spassosissimo grazie alle grandi interpretazioni di attori come Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni e Totò che, con la classe e la mimica che appartengono solo a loro, sanno caratterizzare ed umanizzare i loro personaggi con la capcità degli attori consumati. Lode a loro e al resto del cast (tra cui Claudia Cardinale, Carla Gravina, Memmo Carotenuto, Rossana Rory) che riesce a ricostruire perfettamente l'idea di un clan sgangherato alla perfezione.
Un film davvero da guardare perchè, oltre a rappresentare un pezzo di storia (positiva) del nostro cinema, riesce a strappare più di una risata sincera e goduta allo spettatore (di ogni tempo ed ogni età). Mica male, no?
Ps. Nomination agli Oscar del '59 come miglior film straniero. Vinse "Mio zio" (Francia).
Consigli: Per tutti, ma non banale. Mai volgare, piacevolmente disinvolto e divertente. Un grande cast capace ed ispirato. Un classico.
Parola chiave: Cassaforte.
Ric
Film 193: "I soliti ignoti " (1958) di Mario Monicelli
Visto: al cineforum
Lingua: italiano
Compagnia: Cristian, Gloria
Pensieri: Chi mi conosce sa che non amo il cinema italiano, indipendentemente dall'anno di realizzazione. Non c'è una mia condanna di alcun tipo, semplicemente i miei gusti trovano più soddisfazione nelle produzioni americane.
Questo film, invece, mi ha ridato conforto. L'ultimo film italiano decente che ho visto è stato "Benvenuti al Sud", tratto da un film francese dal titolo "Giù al nord" (non esattamente farina del nostro sacco, quindi) e mi perdonerete se, dunque, mi approccio sempre ad una produzione italiana qualsiasi con il dubbio di rimanere deluso. Ci sarà poi un motivo se a Monicelli davano del 'grande'.
Insomma, per farla breve, questa pellicola oltre ad essere molto bella è davvero molto divertente! Il gruppetto di ladruncoli faciloni è spassosissimo grazie alle grandi interpretazioni di attori come Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni e Totò che, con la classe e la mimica che appartengono solo a loro, sanno caratterizzare ed umanizzare i loro personaggi con la capcità degli attori consumati. Lode a loro e al resto del cast (tra cui Claudia Cardinale, Carla Gravina, Memmo Carotenuto, Rossana Rory) che riesce a ricostruire perfettamente l'idea di un clan sgangherato alla perfezione.
Un film davvero da guardare perchè, oltre a rappresentare un pezzo di storia (positiva) del nostro cinema, riesce a strappare più di una risata sincera e goduta allo spettatore (di ogni tempo ed ogni età). Mica male, no?
Ps. Nomination agli Oscar del '59 come miglior film straniero. Vinse "Mio zio" (Francia).
Consigli: Per tutti, ma non banale. Mai volgare, piacevolmente disinvolto e divertente. Un grande cast capace ed ispirato. Un classico.
Parola chiave: Cassaforte.
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lunedì 6 dicembre 2010
Film 192 - Assassinio sul Nilo
Spostata la cena del lunedì al martedì per necessità 'sportive', abbiamo continuato il nostro cinema casalingo supportato da cena con insalata con questo film, classico del genere giallo...
Film 192: "Assassinio sul Nilo" (1978) di John Guillermin
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea Puffo, Andrea, Diego, Marco
Pensieri: Va detto, per ragion di cronaca, che l'aspetto principale che ci ha condotto a questa pellicola è stata la presenza della fantastica Angela Lansbury ("La signora in giallo", Pomi d'ottone e manici di scopa", "Il mistero della signora scomparsa").
Per quanto mi riguarda questo è il secondo film con protagonista il Poirot di Agatha Christie. Questa volta ad impersonarlo è Peter Ustinov (che avevo già visto in "Topkapi"), meno capace, secondo me, di Albert Finney di rendere il personaggio vero e credibile. La sensazione è quella della macchietta che agisce in funzione del suo essere strambo, senza una caratterizzazione del personaggio che tenda, perlomeno, all'umano. Il tutto è un po' bidimensionale.
Non si può dire lo stesso di grandissimi comprimari che accompagnano questa avventura dell'investigatore belga. C'è (una molto anziana e difficilmente riconoscibile) Bette Davis ("Eva contro Eva", "Che fine ha fatto Baby Jane?"); Mia Farrow ("Il grande Gatsby", "Rosemary's Baby"), anche qui in un ruolo insopportabile; George Kennedy (visto nella saga della pallottola spuntata con Nielsen), premio Oscar per "Nick mano fredda"; la grandissima e bravissima Maggie Smith ("Hook - capitan Uncino", "Harry Potter e il principe mezzosangue", "La famiglia omicidi"), due volte premio Oscar; Jack Warden ("Oltre il giardino", "La piccola peste"); e David Niven ("James Bond 007 - Casino Royale", "La pantera rosa", "Invito a cena con delitto") premio Oscar per "Tavole separate".
Questo classico di genere, con un cast da far impallidire le produzioni odierne, porta bene i suoi 32 anni di età. I 140 minuti di pellicola scorrono via tranquilli, nell'attesa di capire finalmente chi abbia commesso l'omicidio (ma, diciamocelo, non era poi così difficile da capire chi e perchè l'ha fatto, no?). Il personaggio, su tutti, più divertente è proprio quello di Mrs. Salome Otterbourne/Angela Lansbury, che con la sua verve e spigliatezza sessuale, regala gli unici toni comici di questo film. La Lansbury, grandissima attrice anche teatrale, sopporta la parte con tale capacità e convinzione da far accettare - perfino a noi appassionati di Jessica Fletcher - un ruolo così fuori dai suoi soliti canoni.
Insomma, la pellicola è piacevole e regala quel disimpegno (di classe) che raramente si trova ancora nelle produzioni chiassose ed esorbitanti cui siamo abituati. Ogni tanto è bello godersi un film non 'gridato'.
Ps. Oscar (il secondo) nel 1979 ad Anthony Powell per i migliori costumi.
Film 1102 - Assassinio sul Nilo
Consigli: Cercare di capire chi è l'assassino vi rovinerà il piacere di seguire il corso della storia. Forse, per chi vuole distrarsi, è meglio lasciarsi semplicemente condurre dagli eventi.
Parola chiave: Soldi.
Ric
Film 192: "Assassinio sul Nilo" (1978) di John Guillermin
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea Puffo, Andrea, Diego, Marco
Pensieri: Va detto, per ragion di cronaca, che l'aspetto principale che ci ha condotto a questa pellicola è stata la presenza della fantastica Angela Lansbury ("La signora in giallo", Pomi d'ottone e manici di scopa", "Il mistero della signora scomparsa").
Per quanto mi riguarda questo è il secondo film con protagonista il Poirot di Agatha Christie. Questa volta ad impersonarlo è Peter Ustinov (che avevo già visto in "Topkapi"), meno capace, secondo me, di Albert Finney di rendere il personaggio vero e credibile. La sensazione è quella della macchietta che agisce in funzione del suo essere strambo, senza una caratterizzazione del personaggio che tenda, perlomeno, all'umano. Il tutto è un po' bidimensionale.
Non si può dire lo stesso di grandissimi comprimari che accompagnano questa avventura dell'investigatore belga. C'è (una molto anziana e difficilmente riconoscibile) Bette Davis ("Eva contro Eva", "Che fine ha fatto Baby Jane?"); Mia Farrow ("Il grande Gatsby", "Rosemary's Baby"), anche qui in un ruolo insopportabile; George Kennedy (visto nella saga della pallottola spuntata con Nielsen), premio Oscar per "Nick mano fredda"; la grandissima e bravissima Maggie Smith ("Hook - capitan Uncino", "Harry Potter e il principe mezzosangue", "La famiglia omicidi"), due volte premio Oscar; Jack Warden ("Oltre il giardino", "La piccola peste"); e David Niven ("James Bond 007 - Casino Royale", "La pantera rosa", "Invito a cena con delitto") premio Oscar per "Tavole separate".
Questo classico di genere, con un cast da far impallidire le produzioni odierne, porta bene i suoi 32 anni di età. I 140 minuti di pellicola scorrono via tranquilli, nell'attesa di capire finalmente chi abbia commesso l'omicidio (ma, diciamocelo, non era poi così difficile da capire chi e perchè l'ha fatto, no?). Il personaggio, su tutti, più divertente è proprio quello di Mrs. Salome Otterbourne/Angela Lansbury, che con la sua verve e spigliatezza sessuale, regala gli unici toni comici di questo film. La Lansbury, grandissima attrice anche teatrale, sopporta la parte con tale capacità e convinzione da far accettare - perfino a noi appassionati di Jessica Fletcher - un ruolo così fuori dai suoi soliti canoni.
Insomma, la pellicola è piacevole e regala quel disimpegno (di classe) che raramente si trova ancora nelle produzioni chiassose ed esorbitanti cui siamo abituati. Ogni tanto è bello godersi un film non 'gridato'.
Ps. Oscar (il secondo) nel 1979 ad Anthony Powell per i migliori costumi.
Film 1102 - Assassinio sul Nilo
Consigli: Cercare di capire chi è l'assassino vi rovinerà il piacere di seguire il corso della storia. Forse, per chi vuole distrarsi, è meglio lasciarsi semplicemente condurre dagli eventi.
Parola chiave: Soldi.
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giovedì 2 dicembre 2010
Film 191 - Scontro tra titani
Ero rimasto con la curiosità di vedere questo film, ma mi ero dimenticato della sua esistenza. Per caso mi è tornato alla mente e non ho perso tempo, questa volta!
Film 191: "Scontro tra titani" (2010) di Louis Leterrier
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano
Pensieri: Approfittando della nuova postazione pc che mi sono ritagliato in casa (divano, cuscini, nuovo portatile - il primo - e musica di sottofondo) ricostruisco il ricordo di questa produzione americana davvero, concedetemelo, 'sborona'.
Si sa, io mi trovo a mio agio con le classiche 'americanate' che mi regalano quella spensieratezza (e quell'effetto dolby surround che fa tremare i muri) che tanto mi piace. Per carità, sono più che conscio del valore artistico di queste opere, ma non per questo ritengo che non meritino la classica 'possibilità'. Questa pellicola, in particolare, sbaglia in alcuni punti, ma per quanto riguarda l'intrattenimento non lascia delusi i suoi spettatori.
Come al solito, se le aspettative non sono quelle da film premio Oscar, allora non si potrà rimproverare che la semplice bonarietà con cui la sceneggiatura è stata scritta: prevedibile e un po' ridicola in certi punti. Gli attori, poveri loro, non hanno potuto molto dove la penna ha fallito, ma tutto sommato, chiudendo un occhio, il film si regge tranquillamente, tra una battaglia, un meeting tra gli dèi e un qualche scorpione gigante che spunta dal deserto.
Eroe di turno è Sam Worthington, famoso grazie ad "Avatar", non proprio conosciuto per l'ineccepibile mimica facciale. Muscoli e capacità di reggere un ruolo d'azione con convinzione, si confronta con alcuni personaggi del grande schermo piuttosto conosciuti. In primis Liam Neeson ("Star wars: Episodio I - La minaccia fantasma", "Io vi troverò") e Ralph Fiennes ("Il paziente inglese", "The Reader", "Harry Potter e i doni della morte: Parte I") che si trovano sullo stesso set a 17 anni dal famosissimo "Schindler's list - La lista di Schindler"; per quanto riguarda la parte femminile troviamo la bond girl Gemma Arterton ("Quantum of Solace", "RocknRolla", "Prince of Persia: Le sabbie del tempo") e Natalia Vodianova, famosissima modella internazionale, nominata da Forbes come la settima modella più pagata al mondo (è stata il suo volto per Louis Vuitton, Marc Jacobs, Calvin Klein), qui irriconoscibile nel ruolo di Medusa.
Insomma, il prodotto finale di per sé è godibile, innocuo intrattenimento per chi ama il genere adrenalinico-misto-peplum che, dopo "300", pare sia tornato di gran moda. Nulla più che sano divertimento.
Consigli: E' il classico di film da vedere in gruppo per ridere delle esagerazioni che propone. Gli dèi sono vestiti alla Lady Gaga, forniscono ottimi spunti di cui sparlare!
Parola chiave: Kraken.
Ric
Film 191: "Scontro tra titani" (2010) di Louis Leterrier
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano
Pensieri: Approfittando della nuova postazione pc che mi sono ritagliato in casa (divano, cuscini, nuovo portatile - il primo - e musica di sottofondo) ricostruisco il ricordo di questa produzione americana davvero, concedetemelo, 'sborona'.
Si sa, io mi trovo a mio agio con le classiche 'americanate' che mi regalano quella spensieratezza (e quell'effetto dolby surround che fa tremare i muri) che tanto mi piace. Per carità, sono più che conscio del valore artistico di queste opere, ma non per questo ritengo che non meritino la classica 'possibilità'. Questa pellicola, in particolare, sbaglia in alcuni punti, ma per quanto riguarda l'intrattenimento non lascia delusi i suoi spettatori.
Come al solito, se le aspettative non sono quelle da film premio Oscar, allora non si potrà rimproverare che la semplice bonarietà con cui la sceneggiatura è stata scritta: prevedibile e un po' ridicola in certi punti. Gli attori, poveri loro, non hanno potuto molto dove la penna ha fallito, ma tutto sommato, chiudendo un occhio, il film si regge tranquillamente, tra una battaglia, un meeting tra gli dèi e un qualche scorpione gigante che spunta dal deserto.
Eroe di turno è Sam Worthington, famoso grazie ad "Avatar", non proprio conosciuto per l'ineccepibile mimica facciale. Muscoli e capacità di reggere un ruolo d'azione con convinzione, si confronta con alcuni personaggi del grande schermo piuttosto conosciuti. In primis Liam Neeson ("Star wars: Episodio I - La minaccia fantasma", "Io vi troverò") e Ralph Fiennes ("Il paziente inglese", "The Reader", "Harry Potter e i doni della morte: Parte I") che si trovano sullo stesso set a 17 anni dal famosissimo "Schindler's list - La lista di Schindler"; per quanto riguarda la parte femminile troviamo la bond girl Gemma Arterton ("Quantum of Solace", "RocknRolla", "Prince of Persia: Le sabbie del tempo") e Natalia Vodianova, famosissima modella internazionale, nominata da Forbes come la settima modella più pagata al mondo (è stata il suo volto per Louis Vuitton, Marc Jacobs, Calvin Klein), qui irriconoscibile nel ruolo di Medusa.
Insomma, il prodotto finale di per sé è godibile, innocuo intrattenimento per chi ama il genere adrenalinico-misto-peplum che, dopo "300", pare sia tornato di gran moda. Nulla più che sano divertimento.
Consigli: E' il classico di film da vedere in gruppo per ridere delle esagerazioni che propone. Gli dèi sono vestiti alla Lady Gaga, forniscono ottimi spunti di cui sparlare!
Parola chiave: Kraken.
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