Intro: Si continua con la visione al Galliera dei film per la prossima stagione: questa volta ho scelto io.
Film 1911: "Nomad: In the Footsteps of Bruce Chatwin" (2019) di Werner Herzog
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Marta, Mattia
In sintesi: il trailer mi aveva catturato per due motivi fondamentali: il film parla della Patagonia, in ordine temporale la parte finale dei miei 2 anni e mezzo di viaggio (ho vissuto 3 mesi ad Ushuaia, la città più a sud del mondo), e, a sorpresa, del popolo indigeno argentino dei Selk'nam, di cui mi sono tatuato sulla caviglia la figura di un indigeno vestito secondo i costumi locali.
Nonostante non sapessi nulla di Bruce Chatwin e della sua opera, è chiaro che questo documentario mi abbia attirato dal primo istante, incuriosendomi non poco rispetto alla storia di un viaggio, una vita e un'amicizia di cui mi pareva ci fosse molto su cui parlare.
La realtà è che "Nomad: In the Footsteps of Bruce Chatwin" è un prodotto che se la canta e se la suona da solo, con Herzog - qui anche cantilenante narratore - che pensa più che altro a mettere in scena le fasi dell'amicizia che lo ha stretto a Chatwin in una glorificazione totale che, anche se affonda le sue considerazioni in fatti concreti, finisce inevitabilmente per risultare di parte e a tratti noiosa. Perché Chatwin era un grande scrittore, un uomo affascinato dalle molteplici sfaccettature dell'esistenza umana, eppure Herzog perde troppo tempo a rintracciare un percorso iniziale che rimane spesso vago e difficilmente comprensibile a chi non conosca già l'oggetto dell'analisi, finendo per lasciare lo spettatore medio ancora più confuso e stordito. Insomma, c'è troppa carne al fuoco e anche se la pellicola dura nemmeno un'ora e mezza, la sensazione che si ha a fine visione è quella di aver assistito ad uno spettacolo eterno che si è protratto per tappe eterogenee (Galles, Australia, Cile, Argentina, Africa) e difficili da interconnettere.
Sicuramente la forza di questo film sta nel dare visibilità a un personaggio degno di nota, ma il problema a mio avviso è che le buone intenzioni si perdono nel mix caotico di auto-citazioni, simbolismi, rimandi dati per scontato e un senso generale di mancanza di un baricentro di una storia che propone diverse angolature per l'analisi del suo oggetto di studio, ma fatica a decidere quale sia il suo leitmotiv: è il viaggio in Patagonia? E' l'opera artistic di Chatwin? E' l'amicizia con Herzog? E' l'interesse mistico? E' l'ultimo periodo di vita dell'autore, segnato dalla malattia dell'HIV? Non si capisce. E la divisione in 8 capitoli (troppi!) non aiuta a dare un senso di unità, nonostante l'evidente omaggio/rimando alla struttura di un'opera letteraria.
Insomma, per quanto abbia apprezzato il rivedere sullo schermo parti del mio viaggio (Australia, Argentina, Cile) e abbia fatto la conoscenza di un autore prima di allora a me sconosciuto, non posso dire che "Nomad" mi abbia aiutato a delineare un'opinione precisa e ben strutturata sulla figura di Bruce Chatwin. Forse meglio leggere il suo libro "In Patagonia" per cominciare a farsi una propria idea.
Cast: Werner Herzog, Bruce Chatwin, Karin Eberhard, Nicholas Shakespeare, Elizabeth Chatwin.
Box Office: /
Vale o non vale: Sicuramente gli amanti del cinema di Herzog e gli estimatori di Chatwin apprezzeranno, anche se credo che chi non conosca nessuno dei due autori faticherà a farsi un'idea concreta sullo scrittore. "Nomad" è più che altro un documentario di sensazioni e misticismo che approfondisce poco i temi centrali dell'opera del suo oggetto di studio e si concentra molto sull'idea di ripercorrere parti del viaggio di Chatwin e nel rendere omaggio a un'amicizia. In questo senso credo che, appunto, la pellicola sia più che altro un atto d'amore e, per questo, perda un po' di vista quell'oggettività necessaria a far da sfondo ad un progetto di questo tipo. Non fa certo male vederlo, ma non è un film per tutti.
Premi: /
Parola chiave: Songlines.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1911: "Nomad: In the Footsteps of Bruce Chatwin" (2019) di Werner Herzog
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Marta, Mattia
In sintesi: il trailer mi aveva catturato per due motivi fondamentali: il film parla della Patagonia, in ordine temporale la parte finale dei miei 2 anni e mezzo di viaggio (ho vissuto 3 mesi ad Ushuaia, la città più a sud del mondo), e, a sorpresa, del popolo indigeno argentino dei Selk'nam, di cui mi sono tatuato sulla caviglia la figura di un indigeno vestito secondo i costumi locali.
Nonostante non sapessi nulla di Bruce Chatwin e della sua opera, è chiaro che questo documentario mi abbia attirato dal primo istante, incuriosendomi non poco rispetto alla storia di un viaggio, una vita e un'amicizia di cui mi pareva ci fosse molto su cui parlare.
La realtà è che "Nomad: In the Footsteps of Bruce Chatwin" è un prodotto che se la canta e se la suona da solo, con Herzog - qui anche cantilenante narratore - che pensa più che altro a mettere in scena le fasi dell'amicizia che lo ha stretto a Chatwin in una glorificazione totale che, anche se affonda le sue considerazioni in fatti concreti, finisce inevitabilmente per risultare di parte e a tratti noiosa. Perché Chatwin era un grande scrittore, un uomo affascinato dalle molteplici sfaccettature dell'esistenza umana, eppure Herzog perde troppo tempo a rintracciare un percorso iniziale che rimane spesso vago e difficilmente comprensibile a chi non conosca già l'oggetto dell'analisi, finendo per lasciare lo spettatore medio ancora più confuso e stordito. Insomma, c'è troppa carne al fuoco e anche se la pellicola dura nemmeno un'ora e mezza, la sensazione che si ha a fine visione è quella di aver assistito ad uno spettacolo eterno che si è protratto per tappe eterogenee (Galles, Australia, Cile, Argentina, Africa) e difficili da interconnettere.
Sicuramente la forza di questo film sta nel dare visibilità a un personaggio degno di nota, ma il problema a mio avviso è che le buone intenzioni si perdono nel mix caotico di auto-citazioni, simbolismi, rimandi dati per scontato e un senso generale di mancanza di un baricentro di una storia che propone diverse angolature per l'analisi del suo oggetto di studio, ma fatica a decidere quale sia il suo leitmotiv: è il viaggio in Patagonia? E' l'opera artistic di Chatwin? E' l'amicizia con Herzog? E' l'interesse mistico? E' l'ultimo periodo di vita dell'autore, segnato dalla malattia dell'HIV? Non si capisce. E la divisione in 8 capitoli (troppi!) non aiuta a dare un senso di unità, nonostante l'evidente omaggio/rimando alla struttura di un'opera letteraria.
Insomma, per quanto abbia apprezzato il rivedere sullo schermo parti del mio viaggio (Australia, Argentina, Cile) e abbia fatto la conoscenza di un autore prima di allora a me sconosciuto, non posso dire che "Nomad" mi abbia aiutato a delineare un'opinione precisa e ben strutturata sulla figura di Bruce Chatwin. Forse meglio leggere il suo libro "In Patagonia" per cominciare a farsi una propria idea.
Cast: Werner Herzog, Bruce Chatwin, Karin Eberhard, Nicholas Shakespeare, Elizabeth Chatwin.
Box Office: /
Vale o non vale: Sicuramente gli amanti del cinema di Herzog e gli estimatori di Chatwin apprezzeranno, anche se credo che chi non conosca nessuno dei due autori faticherà a farsi un'idea concreta sullo scrittore. "Nomad" è più che altro un documentario di sensazioni e misticismo che approfondisce poco i temi centrali dell'opera del suo oggetto di studio e si concentra molto sull'idea di ripercorrere parti del viaggio di Chatwin e nel rendere omaggio a un'amicizia. In questo senso credo che, appunto, la pellicola sia più che altro un atto d'amore e, per questo, perda un po' di vista quell'oggettività necessaria a far da sfondo ad un progetto di questo tipo. Non fa certo male vederlo, ma non è un film per tutti.
Premi: /
Parola chiave: Songlines.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi