Cosa potevo iniziare a guardare alle 23:30 di ieri notte? Solo qualcosa di strano. Dopo una domenica all'insegna della produzione video (maledetto CNR!) volevo stendermi sul divano per godermi in pace un film. Ma non un film qualunque! Ci voleva qualcosa di a) mai visto prima b) potenzialmente figo c) accattivante e possibilmente che mi avesse sempre attirato. Sfogliando i vari dvd casalinghi... l'ho trovato!
Film 22: "L'esercito delle dodici scimmie" (1995) di Terry Gilliam
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: No, ma scusa... sul serio? Cioè, dove sono le scimmie?!
Cavoli, che fregatura. Non tanto per il film in sé, ma per l'idea che ne avevo. Di questo film ho sempre sentito parlare, ma non ero mai riuscito a vederlo prima di ieri. E, dal titolo, pensavo fosse un qualcosa tipo "Il pianeta delle scimmie" (dove tra l'altro, a mio avviso, Tim Burton ha toppato di brutto volendone fare un remake) e, invece, non c'entra proprio niente! In pratica in due ore ho visto distruggersi tutte le mie lucubrazioni a riguardo! E, infatti, non solo niente scimmie, ma nemmeno niente dominazione delle scimmie, niente supremazia animale sull'uomo, nessuna inversione del mondo come lo conosciamo. Anzi, mi correggo, l'inversione c'è, ma non si vede (in pratica). Sappiamo che dal 1996 in poi un virus costringerà gli umani sopravvisutigli a vivere sottoterra, lasciando la flora a dominare la superficie. Più che un dato di fatto, la prenderei come metafora. Muoiono 5 miliardi di persone e le rimanenti devono nascondersi per sopravvivere, la natura regna e l'uomo è sconfitto. Preso atto di tutto ciò, rimane un film dalla trama complessa, ingarbugliata dal montaggio ad hoc. Per spiegarmi meglio si potrebbe dire che questo film è un po' l'antenato di "Lost": dal presente si torna al passato, senza poterlo modificare, e la mente deve compiere un grandissimo sforzo per non cedere alla pazzia. Il protagonista Bruce Willis viaggia a ritroso nel tempo, ma fatica a non pensare di non essersi immaginato una realtà parallela. Come fa a essere certo che il passato non sia il presente? Del resto, però, ha dei ricordi, che crede essere sogni, di quello che si scoprirà essere il suo futuro. Perchè? Perchè da bambino ha assistito alla sua morte senza saperlo. Il presente (o futuro?) contamina il passato influenzandone certi aspetti. Affascinante!
Ammetto che all'inizio del film non ci capivo una mazza. Mi sforzavo di dare un senso alla trama dopo 10 minuti di film. Sbagliato! Dovevo aspettare. Così mi sono arreso a rimanere spettatore passivo degli eventi e, alla fine, tutto il casino si è risolto da solo. Insomma, mi è piaciuto.
Sotto certi aspetti, tra l'altro, potremmo ri-definire questo film come "L'esercito delle dodici chiappe", visto che sia Bruce che Brad Pitt mostrano il sedere a più riprese. Quest'ultimo, poi, mi pare abbia sempre un occhio più grande dell'altro! Solo una mia impressione? Oppure un trucco di scena per farlo sembrare ancora più fuori di testa? Però devo dire che è stato bravo, mi ha ricordato una certa mimica da Joker di Heath Ledger, un pizzico di follia alla Jack Nicholson. Dunque mi sembra meritato il Golden Globe vinto e la nomination all'Oscar. Meno meritata, invece, la nomination per i costumi che, sinceramente, non mi sono sembrati così straordinari. Ma si sa, quando non c'è di meglio anche la mediocrità prende valore. Ma non parliamo di politica...
Visto a un'ora tarda della notte, questo film è riuscito a trasmettermi bene una certa inquietudine, anche grazie alla voce misteriosa che chiama Bruce Bob anche se in realtà lui si chiama James. L'atmosfera cupa, nebbiosa, quasi da horror mi ha fatto pensare ad un altro film di Gilliam di qualche anno fa: "I fratelli Grimm e l'incantevole strega". Mi aspettavo un film 'per tutti' e, invece, morti schiacciati, sangue, baruffe e atmosfere dark. Sorpresa gradita di quei film che etichetti in un modo prima di vederli e poi ti sorprendono cambiando totalmente le carte in tavola una volta che li vedi.
Qualche nota finale. Gilliam è regista di una miriade di film. Oltre ai già citati ci sono "Le avventure del Barone di Munchausen", "Monty Python", "La leggenda del re pescatore", "Paura e delirio a Las Vegas" e "Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo". In quest'ultimo film - tra l'altro famoso perchè ultimo di Heath Ledger - recita Christopher Plummer, presente anche ne "L'esercito delle dodici scimmie" quale padre scienziato di Bradi Pitt. Infine, c'è anche David Morse, attore dal viso noto, ma dal nome sconosciuto ai più: è quasi sempre il cattivo in film come "Disturbia, "Dancer in the Dark", "Il miglio verde", "Pazzi in Alabama", "Contact", ecc. Qui, però, è in versione capellone rosso un po' nerd.
Consigli: Predisposizione all'elasticità mentale: qui il tempo è questione di punti di vista!
Parola chiave: Mi avete mandato nell'anno sbagliato.
#HollywoodCiak
Bengi
lunedì 30 novembre 2009
Film 22 - L'esercito delle dodici scimmie
Etichette:
brad pitt,
bruce willis,
Christopher Meloni,
Christopher Plummer,
David Morse,
L'esercito delle dodici scimmie,
La Jetée,
Lisa Gay Hamilton,
Madeleine Stowe,
Oscars,
sci-fi,
terry gilliam,
Twelve Monkeys,
virus
domenica 29 novembre 2009
Film 21 - Mona Lisa smile
Questo film non avevo programmato di rivederlo. Avevo un ricordo mediocre nel complesso, diciamo piuttosto banale. Però la Sini mi ha chiesto di vederlo perchè voleva un'opinione a riguardo e, con immenso piacere, ieri pomeriggio mi sono messo a guardarlo. Diciamo che questo è il primo film "su commissione"!
Film 21: "Mona Lisa smile" (2003) di Mike Newell
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: "Mona Lisa smile" aka come costruire un film su un'unica persona. Negli anni '90 Julia Roberts era l'identificativo di attrice. Era la più pagata al mondo! Se chiedevo a mia nonna di sparare un nome a caso lei diceva Julia Roberts senza nemmeno doverci pensare. E per "Pretty Woman" e per "Se scappi ti sposo", "Notting Hill", "The mexican", "Il matrimonio del mio migliore amico", "Erin Brockovich", "Hook"... Insomma, una specie di ossessione di massa per questa donna. Poi l'Oscar (e quando te l'han dato non ti si filano più), l'esperienza teatrale (disastro), la maternità (3 figli) e Julia è sparita dalle scene. Dal 2004 al 2007 non appare in nessun film. Nel frattempo il mondo va avanti, altre vengono consacrate a divine (Reese Witherspoon... ma si potrà?!) e Julia va nel dimenticatoio. Prima di tutto questo, però, a Julia - sulla scia dei precedenti successi cinematografici - viene affidato quello che, fosse un programma tv, sarebbe definito "one man show". Se nel 2003, fermando qualcuno per strada, avessimo chiesto quali altri attori compaiono nella pellicola, quasi nessuno avrebbe risposto. Era proprio un film con Julia Roberts. E basta.
Rivisto oggi questo film ha un significato diverso, è molto della serie "ma guarda quello è...". E, infatti, chi ci si ritrova? Le già famosine all'epoca Kirsten Dunst ("Intervista col vampiro" e i vari "Spider-man") e Julia Stiles ("Save the last dance" e... basta) poi Maggie Gyllenhaal (attrice meno famosa del fratello Jake, ma l'anno scorso unica presenza femminile del film "Il cavaliere oscuro"), Ginnifer Goodwin (dimagrita e più curata, oggi star del tv show "Big love" e protagonista di "La verità è che non gli piaci abbastabza"), Juliet Stevenson (la madre di Keira Knightley in "Sognando Beckham" e Rosalind Franklin nel film tv sulla scoperta della struttura del DNA "Life story". La scoperta di questo film, in realtà, è stata una coincidenza: proprio ieri mattina, alla conferenza "L'esperimento più bello della fisica" hanno proiettato uno spezzone del film con in primo piano la Stevenson. Non riuscivo a collegare il volto ad altri film, ma, appena iniziato "Mona Lisa smile" mi sono ricordato!), Marcia Gay Harden (Oscar 2001 per il film "Pollock" e attrice spalla di tantissime altre pellicole), John Slattery (visto di recente prima in "Desprate Housewives" e adesso presenza fissa di "Mad man"), Topher Grace (anche lui in Spider-man 3, ma più famoso per il "That '70s Show") e Krysten Ritter (prima amica di Rory in "Una mamma per amica" e adesso praticamente la migliore amica di tutte le protagoniste dei film-commedia: "27 volte in bianco", "I love shopping", "Notte brava a Las Vegas"). Insomma, una marea di attori di fama in divenire!
Ma, tornando al momento dell'uscita, questo film non riscosse molto successo. Perchè? Vogliamo dircelo? Bene, è un film mediocre. Ma adesso capisco meglio i motivi. Innanzitutto Julia Roberts cominciava a perdere colpi e la sua carriera, dopo film come "Confessioni di una mente pericolosa" e "Full frontal", aveva perso il vanto del successo assicurato. Ecco, "Mona Lisa smile" si collocava in questo contesto e voleva riportare ai fasti l'attrice dopo mosse meno commerciali, ma anche meno riuscite.
Peccato che il primo grande difetto del film sia di raccontare la storia di una docente di storia dell'arte straordinaria senza trasmettere l'amore per l'arte. L'unico momento di vera contemplazione è davanti al quadro di Pollock, ma non trasuda esaltazione, non c'è quella vibrante tensione che dovrebbe esserci tra l'oggetto del desiderio e chi lo desidera.
Manca, anche, una figura maschile di riferimento. Questa è, sì, una donna che fugge la tradizione, anticonformista, progressista e sicuramente femminista, ma gli unici due ometti che ha nella storia sono due mezze calzette e non rimangono minimamente impressi! E per un film commerciale è una scelta strana.
Tra una lezione e l'altra, poi, solo il gossip la fa da padrone. Chi sta con chi, chi ama chi, chi sposa chi, chi rinuncerà ai suoi sogni per, ecc ecc. Siamo negli anni '50 e il matrimonio per la donna è il punto d'arrivo, mentre la professoressa Katherine Ann Watson vorrebbe fare la differenza. E' per questo che pubblicità e media hanno voluto associare (successo chiama successo) la pellicola di Newell al film "L'attimo fuggente" di Weir, quando in realtà qui mancano atmosfere, richiami e solennità. Fare paragoni a mio avviso è sempre azzardo. Poi, più si mira in alto e peggio sarà se si fallisce. In questo caso non si è fatto decisamente centro, ma quantomeno non è stato prodotto un film abominevole.
C'è una bella fotografia, alcune brave attrici (tra le già citate Maggie Gyllenhaal, Juliet Stevenson e Marcia Gay Harden) e un unico dialogo veramente ben scritto, quello tra la Roberts e la Dunst (K. Watson: "Frequenti le lezioni, faccia i compiti o io la boccerò", Betty Warren: "Se lei mi boccia ci saranno delle conseguenze", KW: "Mi sta minacciando?", BW: "La sto istruendo", KW: "Questo è compito mio"). Il resto scorre, scivola via come il pennello su una tela. Non tanto un capolavoro, quanto più un'opera in serie. Onesta, ma uguale alle altre. Ps. Solito problema doppiaggio: dov'è finita la voce di Julia? Perchè gliel'hanno cambiata? Mistero della fede.
Consigli: E' un film da serata tranquilla tra divano, patatine o pop-corn, una bibita e la compagnia di qualche persona speciale. In un film senza troppo amore, meglio avere la proprio scorta personale!
Parola chiave: Katerine Watson non era venuta alla Wellesley per inserirsi nell'ambiente. Era venuta perchè voleva fare la differenza.
Ric
Film 21: "Mona Lisa smile" (2003) di Mike Newell
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: "Mona Lisa smile" aka come costruire un film su un'unica persona. Negli anni '90 Julia Roberts era l'identificativo di attrice. Era la più pagata al mondo! Se chiedevo a mia nonna di sparare un nome a caso lei diceva Julia Roberts senza nemmeno doverci pensare. E per "Pretty Woman" e per "Se scappi ti sposo", "Notting Hill", "The mexican", "Il matrimonio del mio migliore amico", "Erin Brockovich", "Hook"... Insomma, una specie di ossessione di massa per questa donna. Poi l'Oscar (e quando te l'han dato non ti si filano più), l'esperienza teatrale (disastro), la maternità (3 figli) e Julia è sparita dalle scene. Dal 2004 al 2007 non appare in nessun film. Nel frattempo il mondo va avanti, altre vengono consacrate a divine (Reese Witherspoon... ma si potrà?!) e Julia va nel dimenticatoio. Prima di tutto questo, però, a Julia - sulla scia dei precedenti successi cinematografici - viene affidato quello che, fosse un programma tv, sarebbe definito "one man show". Se nel 2003, fermando qualcuno per strada, avessimo chiesto quali altri attori compaiono nella pellicola, quasi nessuno avrebbe risposto. Era proprio un film con Julia Roberts. E basta.
Rivisto oggi questo film ha un significato diverso, è molto della serie "ma guarda quello è...". E, infatti, chi ci si ritrova? Le già famosine all'epoca Kirsten Dunst ("Intervista col vampiro" e i vari "Spider-man") e Julia Stiles ("Save the last dance" e... basta) poi Maggie Gyllenhaal (attrice meno famosa del fratello Jake, ma l'anno scorso unica presenza femminile del film "Il cavaliere oscuro"), Ginnifer Goodwin (dimagrita e più curata, oggi star del tv show "Big love" e protagonista di "La verità è che non gli piaci abbastabza"), Juliet Stevenson (la madre di Keira Knightley in "Sognando Beckham" e Rosalind Franklin nel film tv sulla scoperta della struttura del DNA "Life story". La scoperta di questo film, in realtà, è stata una coincidenza: proprio ieri mattina, alla conferenza "L'esperimento più bello della fisica" hanno proiettato uno spezzone del film con in primo piano la Stevenson. Non riuscivo a collegare il volto ad altri film, ma, appena iniziato "Mona Lisa smile" mi sono ricordato!), Marcia Gay Harden (Oscar 2001 per il film "Pollock" e attrice spalla di tantissime altre pellicole), John Slattery (visto di recente prima in "Desprate Housewives" e adesso presenza fissa di "Mad man"), Topher Grace (anche lui in Spider-man 3, ma più famoso per il "That '70s Show") e Krysten Ritter (prima amica di Rory in "Una mamma per amica" e adesso praticamente la migliore amica di tutte le protagoniste dei film-commedia: "27 volte in bianco", "I love shopping", "Notte brava a Las Vegas"). Insomma, una marea di attori di fama in divenire!
Ma, tornando al momento dell'uscita, questo film non riscosse molto successo. Perchè? Vogliamo dircelo? Bene, è un film mediocre. Ma adesso capisco meglio i motivi. Innanzitutto Julia Roberts cominciava a perdere colpi e la sua carriera, dopo film come "Confessioni di una mente pericolosa" e "Full frontal", aveva perso il vanto del successo assicurato. Ecco, "Mona Lisa smile" si collocava in questo contesto e voleva riportare ai fasti l'attrice dopo mosse meno commerciali, ma anche meno riuscite.
Peccato che il primo grande difetto del film sia di raccontare la storia di una docente di storia dell'arte straordinaria senza trasmettere l'amore per l'arte. L'unico momento di vera contemplazione è davanti al quadro di Pollock, ma non trasuda esaltazione, non c'è quella vibrante tensione che dovrebbe esserci tra l'oggetto del desiderio e chi lo desidera.
Manca, anche, una figura maschile di riferimento. Questa è, sì, una donna che fugge la tradizione, anticonformista, progressista e sicuramente femminista, ma gli unici due ometti che ha nella storia sono due mezze calzette e non rimangono minimamente impressi! E per un film commerciale è una scelta strana.
Tra una lezione e l'altra, poi, solo il gossip la fa da padrone. Chi sta con chi, chi ama chi, chi sposa chi, chi rinuncerà ai suoi sogni per, ecc ecc. Siamo negli anni '50 e il matrimonio per la donna è il punto d'arrivo, mentre la professoressa Katherine Ann Watson vorrebbe fare la differenza. E' per questo che pubblicità e media hanno voluto associare (successo chiama successo) la pellicola di Newell al film "L'attimo fuggente" di Weir, quando in realtà qui mancano atmosfere, richiami e solennità. Fare paragoni a mio avviso è sempre azzardo. Poi, più si mira in alto e peggio sarà se si fallisce. In questo caso non si è fatto decisamente centro, ma quantomeno non è stato prodotto un film abominevole.
C'è una bella fotografia, alcune brave attrici (tra le già citate Maggie Gyllenhaal, Juliet Stevenson e Marcia Gay Harden) e un unico dialogo veramente ben scritto, quello tra la Roberts e la Dunst (K. Watson: "Frequenti le lezioni, faccia i compiti o io la boccerò", Betty Warren: "Se lei mi boccia ci saranno delle conseguenze", KW: "Mi sta minacciando?", BW: "La sto istruendo", KW: "Questo è compito mio"). Il resto scorre, scivola via come il pennello su una tela. Non tanto un capolavoro, quanto più un'opera in serie. Onesta, ma uguale alle altre. Ps. Solito problema doppiaggio: dov'è finita la voce di Julia? Perchè gliel'hanno cambiata? Mistero della fede.
Consigli: E' un film da serata tranquilla tra divano, patatine o pop-corn, una bibita e la compagnia di qualche persona speciale. In un film senza troppo amore, meglio avere la proprio scorta personale!
Parola chiave: Katerine Watson non era venuta alla Wellesley per inserirsi nell'ambiente. Era venuta perchè voleva fare la differenza.
Ric
Etichette:
femminismo,
julia roberts,
Juliet Stevenson,
Keira Knightley,
Kirsten Dunst,
Maggie Gyllenhaal,
Marcia Gay Harden,
mona lisa smile,
oscar,
reese witherspoon,
sini
sabato 28 novembre 2009
Film 20 - 2012
Finalmente posso narrare un'avventura cinematografica... in un cinema!
Film 20: "2012" (2009) di Roland Emmerich
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: papà
Pensieri: OH MIO DIO. Fantastico. Sono rimasto folgorato! Delle scene apocalittiche da far venire i brividi! Io e il dolby surrond potremmo sposarci! La trama poteva anche non esserci tanto son fatte bene le scene di distruzione planetaria. Sembra di stare lì, di volare tra gli edifici che collassano su sé stessi, tra le montagne inondate, i crateri che sputano lava incandescente. So perfettamente che questo film non ha alcuno spessore culturale, è una trovata commerciale allo stato puro, non hanno nemmeno bisogno di nasconderlo: qui si lavora per incassare! E se partite con questo presupposto ben chiaro in testa, non potete rimanere delusi. E' una bomba ad orologeria questo film, pronto ad esplodere scintille! Emmerich sì che sa costruire un blockbuster fatto bene! Altro che Michael Bay e il suo ultimo "Transformers 2" che mi ha regalato solo un mal di testa da tanti che erano gli effetti speciali sonori! Mamma mia che accozzagli di rumori!
Qui, invece, ci viene regalata un'apocalisse a ritmo di impeto naturale: l'uomo non può che soccombere alla forza sterminatrice di un pianeta incazzato. Ma non c'entra l'uomo questa volta. Scordatevi "The day after tomorrow", qui la colpa è dell'allineamento dei pianeti del sistema solare e non ci si può fare proprio niente. I Maya avevano avvisato, ma poi non è che gliene fregasse più di tanto visto che la data di scadenza della Terra era molto distante dalla loro epoca...
Ora, però, è il momento della resa dei conti e soli in pochi riescono a sopravvivere, grazie al loro intuito, forza, istinto, attaccamento alla vita e... soldi! Già, perchè l'idea per come sopravvivere alla catastrofe c'è, peccato che sia per pochi eletti! Delle arche (alla Noè) vengono preparate per coloro i quali si possano permettere di investire un miliardo di euro a persona per noleggiare una cabina. Sotto certi aspetti ricorda qualche passaggio del Titanic.
Comunque vorrei ragionare su alcune considerazioni. Faccio un elenco:
a) John Cusack è un attore di banali capacità (nota negativa);
b) a Emmerich piace uccidere i presidenti degli Stati Uniti dei suoi film. E distruggere la Casa Bianca;
c) gli italiani sono derisi per la metà del film: sempliciotti e creduloni (il primo ministro, nel film, non sale sull'arca perchè preferisce andare a pregare in San Pietro. Preferisce stare col popolo? Nobile. Gli cade la cupola in testa? Stupido. Ma poi siamo sicuri che Berlusconi preferirebbe morire schiacciato piuttosto che salvarsi? Ah, già, che stupido... Lui è indistruttibile!);
d) gli americani sanno creare cose meravigliose con gli effetti speciali;
e) Emmerich sa come si costruisce un successo cinematografico (è regista, sceneggiatore e produttore delle sue creazioni). Ne sono esempio i suoi ultimi film: 10,000 A. C. (2008), The Day After Tomorrow (2004), Il patriota (2000), Godzilla (1998), Independence Day (1996) e Stargate (1994). Nessuno di questi ha incassato meno di 100 milioni di dollari al box office mondiale;
f) gli scienziati sono annunciatori di sventura. Lo erano in "The day after tomorrow", lo sono anche qui. Sanno spiegare i fenomeni, ma falliscono nel prevederne la tempistica. Sembra che Emmerich tenda a proporre questa visione in slow motion della scienza, una critica non da poco. Lo scienziato, così, è sì esponente della massima sapienza, ma impotente di fronte agli avvenimenti che studia, caricandoli della grave colpa di non saper salvare il genere umano. Se si parte dal presupposto che la scienza dovrebbe migliorare la qualità della vita, questo è un enorme fallimento oltre che un'evidente critica.
Tornando al film più in generale, ribadisco che mi ha esaltato e tenuto ben ancorato alla sedia grazie alla potenza visiva che propone. Ho anche gradito la rappresentazione mondiale delle più disparate culture (come già in "The day after" ecc ecc) che, seppure non come messaggio principale, ci ricorda che il multietnico non è solo utopia.
Film 20 - 2012
Film 197 - 2012
Film 533 - 2012
Film 2015 - 2012
Consigli: Questo film ha senso solo al cinema, uno di quei multisala che ti sparano nelle orecchie il sonoro mentre vieni travolto dalle immagini attorno a te!
Parola chiave: Pensavo che avessimo più tempo!
#HollywoodCiak
Bengi
Film 20: "2012" (2009) di Roland Emmerich
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: papà
Pensieri: OH MIO DIO. Fantastico. Sono rimasto folgorato! Delle scene apocalittiche da far venire i brividi! Io e il dolby surrond potremmo sposarci! La trama poteva anche non esserci tanto son fatte bene le scene di distruzione planetaria. Sembra di stare lì, di volare tra gli edifici che collassano su sé stessi, tra le montagne inondate, i crateri che sputano lava incandescente. So perfettamente che questo film non ha alcuno spessore culturale, è una trovata commerciale allo stato puro, non hanno nemmeno bisogno di nasconderlo: qui si lavora per incassare! E se partite con questo presupposto ben chiaro in testa, non potete rimanere delusi. E' una bomba ad orologeria questo film, pronto ad esplodere scintille! Emmerich sì che sa costruire un blockbuster fatto bene! Altro che Michael Bay e il suo ultimo "Transformers 2" che mi ha regalato solo un mal di testa da tanti che erano gli effetti speciali sonori! Mamma mia che accozzagli di rumori!
Qui, invece, ci viene regalata un'apocalisse a ritmo di impeto naturale: l'uomo non può che soccombere alla forza sterminatrice di un pianeta incazzato. Ma non c'entra l'uomo questa volta. Scordatevi "The day after tomorrow", qui la colpa è dell'allineamento dei pianeti del sistema solare e non ci si può fare proprio niente. I Maya avevano avvisato, ma poi non è che gliene fregasse più di tanto visto che la data di scadenza della Terra era molto distante dalla loro epoca...
Ora, però, è il momento della resa dei conti e soli in pochi riescono a sopravvivere, grazie al loro intuito, forza, istinto, attaccamento alla vita e... soldi! Già, perchè l'idea per come sopravvivere alla catastrofe c'è, peccato che sia per pochi eletti! Delle arche (alla Noè) vengono preparate per coloro i quali si possano permettere di investire un miliardo di euro a persona per noleggiare una cabina. Sotto certi aspetti ricorda qualche passaggio del Titanic.
Comunque vorrei ragionare su alcune considerazioni. Faccio un elenco:
a) John Cusack è un attore di banali capacità (nota negativa);
b) a Emmerich piace uccidere i presidenti degli Stati Uniti dei suoi film. E distruggere la Casa Bianca;
c) gli italiani sono derisi per la metà del film: sempliciotti e creduloni (il primo ministro, nel film, non sale sull'arca perchè preferisce andare a pregare in San Pietro. Preferisce stare col popolo? Nobile. Gli cade la cupola in testa? Stupido. Ma poi siamo sicuri che Berlusconi preferirebbe morire schiacciato piuttosto che salvarsi? Ah, già, che stupido... Lui è indistruttibile!);
d) gli americani sanno creare cose meravigliose con gli effetti speciali;
e) Emmerich sa come si costruisce un successo cinematografico (è regista, sceneggiatore e produttore delle sue creazioni). Ne sono esempio i suoi ultimi film: 10,000 A. C. (2008), The Day After Tomorrow (2004), Il patriota (2000), Godzilla (1998), Independence Day (1996) e Stargate (1994). Nessuno di questi ha incassato meno di 100 milioni di dollari al box office mondiale;
f) gli scienziati sono annunciatori di sventura. Lo erano in "The day after tomorrow", lo sono anche qui. Sanno spiegare i fenomeni, ma falliscono nel prevederne la tempistica. Sembra che Emmerich tenda a proporre questa visione in slow motion della scienza, una critica non da poco. Lo scienziato, così, è sì esponente della massima sapienza, ma impotente di fronte agli avvenimenti che studia, caricandoli della grave colpa di non saper salvare il genere umano. Se si parte dal presupposto che la scienza dovrebbe migliorare la qualità della vita, questo è un enorme fallimento oltre che un'evidente critica.
Tornando al film più in generale, ribadisco che mi ha esaltato e tenuto ben ancorato alla sedia grazie alla potenza visiva che propone. Ho anche gradito la rappresentazione mondiale delle più disparate culture (come già in "The day after" ecc ecc) che, seppure non come messaggio principale, ci ricorda che il multietnico non è solo utopia.
Film 20 - 2012
Film 197 - 2012
Film 533 - 2012
Film 2015 - 2012
Consigli: Questo film ha senso solo al cinema, uno di quei multisala che ti sparano nelle orecchie il sonoro mentre vieni travolto dalle immagini attorno a te!
Parola chiave: Pensavo che avessimo più tempo!
#HollywoodCiak
Bengi
Etichette:
2012,
Amanda Peet,
arca,
catastrofe,
Chiwetel Ejiofor,
Danny Glover,
effetti speciali,
George Segal,
John Cusack,
Maya,
Oliver Platt,
profezia,
roland emmerich,
Thandiwe Newton,
tsunami,
Woody Harrelson,
Zlatko Buric
venerdì 27 novembre 2009
Film 19 - Oggi sposi
Avevo iniziato ieri a vedere questo film. Il primo italiano della mia lista, che ormai sfiora la ventina di titoli in 18 giorni dalla nascita di questo blog.
Devo fare una premessa importante: i film italiani di solito non mi piacciono. So che suona un po' estremo, ma il fascino che esercita su di me il cinema americano è qualcosa che quello italiano non è mai riuscito a fare. Sono rarissimi i dvd di film italiani che ho a casa ("Nuovomondo", "La bestia nel cuore", "Piano 17", "Nuovo cinema paradiso", "L'ultimo imperatore", "The dreamers") e in generale trovo i nostri film incapaci di suscitare quella magia che il cinema dovrebbe saper trasmettere. Mancano i budget per storie fantastiche, mancano idee per storie decenti, manca intelligenza per certi generi. E' un peccato visto il passato glorioso che ci spetta.
In ogni caso ultimamente mi sto aprendo di più alla nostra produzione di quanto avessi mai fatto prima, con piccole piacevoli sorprese ("Santa Maradona","Generazione 1000 euro", "Tutta la vita davanti", "Due partite", "Lezioni di cioccolato", "Diverso da chi?"...) che mi hanno invogliato a guardare questo film sperando di sorprendermi ancora.
Film 19: "Oggi sposi" (2009) di Luca Lucini
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Caviamoci subito il dente: il film mi è piaciuto. E ora svisceriamo.
Ho già una prima domanda, ma questa è più generale: perchè le locandine di qualsiasi film italiano sono su sfondo bianco? Esempi, oltre a questo film: "Manuale d'amore" 1 e 2, "Ex", tutti i "Natale a...", "Solo un padre", "Nuovomondo", "Il papà di Giovanna", "Gli amici del bar Margherita", "L'ultimo bacio", "La prima linea", "Mio fratello è figlio unico", "Nessuna qualità agli eroi", "Sms - Sotto mentite spoglie", "Notte prima degli esami" 1 e 2,"Che ne sarà di noi", "Generazione 1000 euro", "Il cuore altrove", "Scusa ma ti chiamo amore", ecc ecc. Non continuo perchè è già una lista infinita. Dunque perchè questa maledetta mania di dissociare il film dalla locandina che lo presenta? Sono, forse, tutti film senza sfondo? Non credo. Il bianco, mi pare, sta venendo un po' abusato dal cinema italiano. Può essere utile se si vuole presentare tutti gli attori di un film corale per rendere giustizia al cast per intero. Ma per il resto? Che senso ha, dico davvero, dimenticarsi del significato del proprio film per presentare una locandina che non c'entra proprio nulla con la storia che si racconta? Mah.
Torniamo al nostro film. Qui abbiamo una lista lunghissima di attori e attoroni (italiani e non) che si passano la palla tra un preparativo di nozze e l'altro. Certo, essendo in tanti, molti avranno già lavorato insieme e chissà quante altre volte li avremo già visti in altri film. Però Luca Argentero e Filippo Nigro erano fidanzati in "Diverso da chi?", sempre Argentero era il datore di lavoro stronzo di Hassani Shapi in lezioni di Cioccolato in cui, tra l'altro, vi era anche Francesco Pannofino (famosissimo doppiatore italiano). Insomma, solo la parte di storia del film di Argentero racchiude metà della sua carriera cinematografica. Da questo cosa deduciamo? Due cose: Argentero ha fatto centro e la sua carriera è decisamente in ascesa; il cinema italiano è sempre uguale. Mi spiace dirlo, ma tutto questo riproporre mi ha distratto. Sembrava di stare a "Beautiful" mentre pensavo a Nigro e Argentero che prima si baciavano e adesso sono PM e poliziotto, Pannofino e Argentero, prima avversari in cucina e adesso zio e nipote, Argentero e Shapi, prima datore di lavoro e lavoratore in nero, adesso futuro genero e ambasciatore indiano. Che poi per carità, Argentero se lo meriterà il successo che ha, però sono sicuro che uno o due altri attori italiani belli e bravi esistono... Magari non già visti nel 50% della produzione cinematografica italiana del 2009.
Ma, a parte questo, il film ha una sua componente originale. Unisce il contesto regionale alla cultura di altri paesi, mostra e deride la società di oggi, ci ricorda che il mondo dei precari è un mondo di difficoltà. Per carità, non c'è desiderio di raccontare analiticamente un Paese, ma semplicemente ci vengo mostrate quattro realtà completamente differenti che, sul finale, si trovano ad intrecciarsi: matrimonio di culture diverse, matrimonio di due squattrinati, matrimonio di convenienza di due vip senza scrupoli e matrimonio tra vecchio ricco e ragazzina. Io ci leggo moltissimo del nostro Paese, e voi?
Il ritmo del film è ben regolato, tra gag divertenti e sdolcinerie amorose. Gli attori sono bravi anche se in alcuni casi un po' caricature del personaggio-tipo che stanno recitando. Lucini viene da esperienze di regia molto differenti (leggi "Tre metri sopra il cielo" e "L'uomo perfetto", ma anche "Solo un padre". Con chi? Ma ovviamente Argentero!) e qui racconta in maniera lineare e sobria una storia composta dalle più differenti realtà. L'impegno a rendere questo film qualcosa di meglio della solita commediola italiana di alcuna rilevanza se non quella di spillare qualche soldo c'è, ma la strada è ancora lunga. Bisognerebbe, forse, svincolarsi da un certo tipo di romanticismo sdolcinato da-bacio-sull'altare-prima-del-momento-del-sì-al-testimone-dello-sposo-perchè-è-lui-il-tuo-vero-amore molto tipico di un altro genere filmico - ossia commedia romanticissimissima - per sperimentare strade un po' più avventurose - matrimonio Indù in primis! -.
Il risultato finale è piacevole, godibile, sopra la media di genere, specialmente se si pensa che è un film italiano.
Consigli: Odio Placido, ma qui, col suo barese burino, mi ha colpito e divertito. Lui e la Savino sono la coppia di genitori più simpatica. Godeteveli!
Parola chiave: Matrimonio
Ric
Devo fare una premessa importante: i film italiani di solito non mi piacciono. So che suona un po' estremo, ma il fascino che esercita su di me il cinema americano è qualcosa che quello italiano non è mai riuscito a fare. Sono rarissimi i dvd di film italiani che ho a casa ("Nuovomondo", "La bestia nel cuore", "Piano 17", "Nuovo cinema paradiso", "L'ultimo imperatore", "The dreamers") e in generale trovo i nostri film incapaci di suscitare quella magia che il cinema dovrebbe saper trasmettere. Mancano i budget per storie fantastiche, mancano idee per storie decenti, manca intelligenza per certi generi. E' un peccato visto il passato glorioso che ci spetta.
In ogni caso ultimamente mi sto aprendo di più alla nostra produzione di quanto avessi mai fatto prima, con piccole piacevoli sorprese ("Santa Maradona","Generazione 1000 euro", "Tutta la vita davanti", "Due partite", "Lezioni di cioccolato", "Diverso da chi?"...) che mi hanno invogliato a guardare questo film sperando di sorprendermi ancora.
Film 19: "Oggi sposi" (2009) di Luca Lucini
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Caviamoci subito il dente: il film mi è piaciuto. E ora svisceriamo.
Ho già una prima domanda, ma questa è più generale: perchè le locandine di qualsiasi film italiano sono su sfondo bianco? Esempi, oltre a questo film: "Manuale d'amore" 1 e 2, "Ex", tutti i "Natale a...", "Solo un padre", "Nuovomondo", "Il papà di Giovanna", "Gli amici del bar Margherita", "L'ultimo bacio", "La prima linea", "Mio fratello è figlio unico", "Nessuna qualità agli eroi", "Sms - Sotto mentite spoglie", "Notte prima degli esami" 1 e 2,"Che ne sarà di noi", "Generazione 1000 euro", "Il cuore altrove", "Scusa ma ti chiamo amore", ecc ecc. Non continuo perchè è già una lista infinita. Dunque perchè questa maledetta mania di dissociare il film dalla locandina che lo presenta? Sono, forse, tutti film senza sfondo? Non credo. Il bianco, mi pare, sta venendo un po' abusato dal cinema italiano. Può essere utile se si vuole presentare tutti gli attori di un film corale per rendere giustizia al cast per intero. Ma per il resto? Che senso ha, dico davvero, dimenticarsi del significato del proprio film per presentare una locandina che non c'entra proprio nulla con la storia che si racconta? Mah.
Torniamo al nostro film. Qui abbiamo una lista lunghissima di attori e attoroni (italiani e non) che si passano la palla tra un preparativo di nozze e l'altro. Certo, essendo in tanti, molti avranno già lavorato insieme e chissà quante altre volte li avremo già visti in altri film. Però Luca Argentero e Filippo Nigro erano fidanzati in "Diverso da chi?", sempre Argentero era il datore di lavoro stronzo di Hassani Shapi in lezioni di Cioccolato in cui, tra l'altro, vi era anche Francesco Pannofino (famosissimo doppiatore italiano). Insomma, solo la parte di storia del film di Argentero racchiude metà della sua carriera cinematografica. Da questo cosa deduciamo? Due cose: Argentero ha fatto centro e la sua carriera è decisamente in ascesa; il cinema italiano è sempre uguale. Mi spiace dirlo, ma tutto questo riproporre mi ha distratto. Sembrava di stare a "Beautiful" mentre pensavo a Nigro e Argentero che prima si baciavano e adesso sono PM e poliziotto, Pannofino e Argentero, prima avversari in cucina e adesso zio e nipote, Argentero e Shapi, prima datore di lavoro e lavoratore in nero, adesso futuro genero e ambasciatore indiano. Che poi per carità, Argentero se lo meriterà il successo che ha, però sono sicuro che uno o due altri attori italiani belli e bravi esistono... Magari non già visti nel 50% della produzione cinematografica italiana del 2009.
Ma, a parte questo, il film ha una sua componente originale. Unisce il contesto regionale alla cultura di altri paesi, mostra e deride la società di oggi, ci ricorda che il mondo dei precari è un mondo di difficoltà. Per carità, non c'è desiderio di raccontare analiticamente un Paese, ma semplicemente ci vengo mostrate quattro realtà completamente differenti che, sul finale, si trovano ad intrecciarsi: matrimonio di culture diverse, matrimonio di due squattrinati, matrimonio di convenienza di due vip senza scrupoli e matrimonio tra vecchio ricco e ragazzina. Io ci leggo moltissimo del nostro Paese, e voi?
Il ritmo del film è ben regolato, tra gag divertenti e sdolcinerie amorose. Gli attori sono bravi anche se in alcuni casi un po' caricature del personaggio-tipo che stanno recitando. Lucini viene da esperienze di regia molto differenti (leggi "Tre metri sopra il cielo" e "L'uomo perfetto", ma anche "Solo un padre". Con chi? Ma ovviamente Argentero!) e qui racconta in maniera lineare e sobria una storia composta dalle più differenti realtà. L'impegno a rendere questo film qualcosa di meglio della solita commediola italiana di alcuna rilevanza se non quella di spillare qualche soldo c'è, ma la strada è ancora lunga. Bisognerebbe, forse, svincolarsi da un certo tipo di romanticismo sdolcinato da-bacio-sull'altare-prima-del-momento-del-sì-al-testimone-dello-sposo-perchè-è-lui-il-tuo-vero-amore molto tipico di un altro genere filmico - ossia commedia romanticissimissima - per sperimentare strade un po' più avventurose - matrimonio Indù in primis! -.
Il risultato finale è piacevole, godibile, sopra la media di genere, specialmente se si pensa che è un film italiano.
Consigli: Odio Placido, ma qui, col suo barese burino, mi ha colpito e divertito. Lui e la Savino sono la coppia di genitori più simpatica. Godeteveli!
Parola chiave: Matrimonio
Ric
Etichette:
Carolina Crescentini,
Caterina Guzzanti,
commedia,
filippo nigro,
Francesco Pannofino,
Isabella Ragonese,
luca argentero,
lunetta savino,
matrimonio,
michele placido,
Moran Atias,
oggi sposi,
Renato Pozzetto
Film 18 - Lady Henderson presenta
Ieri sera, dopo una commedia americana frizzante ero in vena di continuare a sorridere con qualche cosa che sapesse non solo divertirmi, ma anche stupirmi. Rovistando tra i miei dvd di vecchia data ho ritrovato un piccolo film-capolavoro che tanti anni fa avevo visto al cinema e che non avevo più riavuto il piacere di guardare...
Film 18: "Lady Henderson presenta" (2005) di Stephen Frears
Visto: dalla tv di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Il film inizia con un funerale. La signora Henderson è vedova all'inizio degli anni '40 e deve trovarsi un nuovo hobby. Adesso che suo marito non c'è più, come le rivela l'amica, ha la possibilità di fare finalmente quello che vuole. Cucito, amanti, vestiti e gioielli. Ma a tutto questo cosa preferisce l'arzilla signora? Ristrutturare un teatro! Fantastica idea, perchè di lavoro da fare ce n'è in quantità, come, tra l'altro, trovare un direttore. Chi le viene raccomandato è un burbero ebreo inglese di origini olandesi che viene subito discriminato dalla vecchietta. Segue discussione, insulti e amore a prima vista. C'è feeling tra i due, piccoli dittatori di un teatro che risorge al successo dopo anni di chiusura.
Peccato che la crisi, la guerra incombente e gli altri teatri frenino l'ascesa del "Windmill" che, se continua con gli insuccessi sarà costretto a chiudere. Ma la signora Henderson si perde d'animo? Mai! E riesce ad ottenere che nel suo teatro le ballerine siano nude. Il successo non tarda a ritornare, il "Windmill" si afferma come teatro di successi e, in periodo di guerra, diventa simbolo del buon umore e della spensieratezza per popolo e soldati.
Di contorno a tutto questo una storia d'amore che potrebbe essere bellissima, ma esiste solo nella mente della signora Henderson, perchè scoprirà in fretta che il suo direttore di teatro, il signor Van Damm, è felicemente sposato. Da quel momento i capricci sono quelli di un'adolescente che vuole ottenere a tutti i costi qualcosa, la sofferenza per l'amore impossibile e non corrisposto, la consapevolezza che una persona adulta non può vivere in balia degli ormoni. Tutto questo Judi Dench, da fantastica attrice quale è, lo sa rendere alla perfezione. E' semplicemente un piacere guardarla mentre tormenta Van Damm che, tipino tosto anche lui, le risponde sempre per le rime. C'è qualcosa tra di loro, qualcosa che le loro personalità dirompenti non vogliono far vedere, che coprono con bisticci e scaramucce. Ma entrambi sanno che non potrà mai mancare il rispetto.
Insomma, questa coppia "old" è veramente un duo che trascina, affascina, diverte e appassiona. I costumi sgargianti, la bella storia, le musiche, l'atmosfera da vaudeville fanno il resto.
In definitiva questo film lo trovo veramente speciale, un piccolo gioiellino che per la sua forza, raffinatezza, intelligenza e simpatia mi ha sorpreso anche in questa seconda visione. Stephen Frears (il regista) lo stesso di "The queen", "Le relazioni pericolose" e "Chéri", conduce un altro piccolo capolavoro del cinema inglese che ho davvero apprezzato con piacere.
Ps. I titoli di testa sono meravigliosi! Pps. Primo ruolo da attore per il cantante inglese Will Young, famoso soprattutto per la sua versione di "Light my fire" dei Doors
Consigli: Forse sarebbe proprio il caso di vederselo in inglese. Sentire Judi Dench che recita in lingua è sempre un piacere!
Parola chiave: Spogliamo le ragazze!
Ric
Film 18: "Lady Henderson presenta" (2005) di Stephen Frears
Visto: dalla tv di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Il film inizia con un funerale. La signora Henderson è vedova all'inizio degli anni '40 e deve trovarsi un nuovo hobby. Adesso che suo marito non c'è più, come le rivela l'amica, ha la possibilità di fare finalmente quello che vuole. Cucito, amanti, vestiti e gioielli. Ma a tutto questo cosa preferisce l'arzilla signora? Ristrutturare un teatro! Fantastica idea, perchè di lavoro da fare ce n'è in quantità, come, tra l'altro, trovare un direttore. Chi le viene raccomandato è un burbero ebreo inglese di origini olandesi che viene subito discriminato dalla vecchietta. Segue discussione, insulti e amore a prima vista. C'è feeling tra i due, piccoli dittatori di un teatro che risorge al successo dopo anni di chiusura.
Peccato che la crisi, la guerra incombente e gli altri teatri frenino l'ascesa del "Windmill" che, se continua con gli insuccessi sarà costretto a chiudere. Ma la signora Henderson si perde d'animo? Mai! E riesce ad ottenere che nel suo teatro le ballerine siano nude. Il successo non tarda a ritornare, il "Windmill" si afferma come teatro di successi e, in periodo di guerra, diventa simbolo del buon umore e della spensieratezza per popolo e soldati.
Di contorno a tutto questo una storia d'amore che potrebbe essere bellissima, ma esiste solo nella mente della signora Henderson, perchè scoprirà in fretta che il suo direttore di teatro, il signor Van Damm, è felicemente sposato. Da quel momento i capricci sono quelli di un'adolescente che vuole ottenere a tutti i costi qualcosa, la sofferenza per l'amore impossibile e non corrisposto, la consapevolezza che una persona adulta non può vivere in balia degli ormoni. Tutto questo Judi Dench, da fantastica attrice quale è, lo sa rendere alla perfezione. E' semplicemente un piacere guardarla mentre tormenta Van Damm che, tipino tosto anche lui, le risponde sempre per le rime. C'è qualcosa tra di loro, qualcosa che le loro personalità dirompenti non vogliono far vedere, che coprono con bisticci e scaramucce. Ma entrambi sanno che non potrà mai mancare il rispetto.
Insomma, questa coppia "old" è veramente un duo che trascina, affascina, diverte e appassiona. I costumi sgargianti, la bella storia, le musiche, l'atmosfera da vaudeville fanno il resto.
In definitiva questo film lo trovo veramente speciale, un piccolo gioiellino che per la sua forza, raffinatezza, intelligenza e simpatia mi ha sorpreso anche in questa seconda visione. Stephen Frears (il regista) lo stesso di "The queen", "Le relazioni pericolose" e "Chéri", conduce un altro piccolo capolavoro del cinema inglese che ho davvero apprezzato con piacere.
Ps. I titoli di testa sono meravigliosi! Pps. Primo ruolo da attore per il cantante inglese Will Young, famoso soprattutto per la sua versione di "Light my fire" dei Doors
Consigli: Forse sarebbe proprio il caso di vederselo in inglese. Sentire Judi Dench che recita in lingua è sempre un piacere!
Parola chiave: Spogliamo le ragazze!
Ric
Etichette:
Chéri,
guerra,
Judi Dench,
Lady Henderson presenta,
Le relazioni pericolose,
Stephen Frears,
teatro,
The Doors,
The queen,
Toby Jones,
vaudeville,
vedova,
Will Youngh,
Windmill
Film 17 - Quel mostro di suocera
Siamo al film numero 17. Quello che dovrebbe essere il film "sfortunato" è stato in realtà una commedia molto simpatica!
Film 17: "Quel mostro di suocera" (2005) di Robert Luketic
Visto: dalla tv di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Questo film l'avevo visto già qualche altra volta. Ma oggi mi serviva distrazione e temi semplici, così ho optato per una pellicola disimpegnata: il fatto che ci fosse Jennifer Lopez garantiva!
In realtà mi ricordavo peggio di quanto effettivamente il film sia. Tutto il merito va ad una maledettamente fascinosa Jane Fonda e alla sua assistente che fa spisciare dalle risate, Wanda Sykes. Solo questo duo vale tutto il film. La storia d'amore è totalmente inutile, lui è l'uomo perfetto lei la culona perfetta, insieme si completano, si amano, bla bla bla e che noia. Qui le uniche due da guardare sono loro, tra scherzetti e dispetti sempre più cattivi, il duo degli "anta" sbaraglia la concorrenza degli sbarbini inesperti. Ricordo che Jane Fonda ha visto 2 Oscar come miglior attrice protagonista nel '72 e nel '79, quindi non le riesce difficile recitare meglio di un culo ambulante...
Comunque il film ha ritmo, tiene bene per tutta la durata e ciò che ho apprezzato è il fatto che l'odio di future nuora e suocera non cessa fino all'ultimo minuto. Ovviamente c'è bisogno del lieto fine (non tanto quello da altare, ma quello da famiglia unita) perchè altrimenti il pubblico non avrebbe gradito. Io, ovviamente, avrei preferito che continuassero a odiarsi: sarebbe stata una novità originale e finalmente più aderente alla realtà.
Ma, del resto, qui di realtà (a parte i 5kg di sedere di Jennifer) non ce n'è proprio. E' tutto patinato, stra pulito, soleggiato, immerso nel verde e gigantesco... non proprio la vita di tutti i giorni di noi comunissimi mortali.
In ogni caso ho rivisto volentieri le varie gag che si susseguono attendendo il mio personale momento clou: Jane Fonda/Viola tira una ginocchiata nel bassoventre a Wanda Sykes/Ruby che, dal dolore, le risponde: "Penso che tu mi abbia spostato la vagina". Fantastico! Ps. Questo è stato il primo film di Jane Fonda dagli anni '90. Era da allora, infatti, che non la si vedeva sullo schermo.
Film 17 - Quel mostro di suocera
Film 821 - Quel mostro di suocera
Film 1807 - Monster-in-Law
Consigli: La compagnia di qualche amico sarebbe d'obbligo. E non perdersi gli scherzi di quando Jane/Viola si trasferisce da figlio e nuora: la battaglia diventa guerra!
Parola chiave: Color pesca
#HollywoodCiak
Bengi
Film 17: "Quel mostro di suocera" (2005) di Robert Luketic
Visto: dalla tv di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Questo film l'avevo visto già qualche altra volta. Ma oggi mi serviva distrazione e temi semplici, così ho optato per una pellicola disimpegnata: il fatto che ci fosse Jennifer Lopez garantiva!
In realtà mi ricordavo peggio di quanto effettivamente il film sia. Tutto il merito va ad una maledettamente fascinosa Jane Fonda e alla sua assistente che fa spisciare dalle risate, Wanda Sykes. Solo questo duo vale tutto il film. La storia d'amore è totalmente inutile, lui è l'uomo perfetto lei la culona perfetta, insieme si completano, si amano, bla bla bla e che noia. Qui le uniche due da guardare sono loro, tra scherzetti e dispetti sempre più cattivi, il duo degli "anta" sbaraglia la concorrenza degli sbarbini inesperti. Ricordo che Jane Fonda ha visto 2 Oscar come miglior attrice protagonista nel '72 e nel '79, quindi non le riesce difficile recitare meglio di un culo ambulante...
Comunque il film ha ritmo, tiene bene per tutta la durata e ciò che ho apprezzato è il fatto che l'odio di future nuora e suocera non cessa fino all'ultimo minuto. Ovviamente c'è bisogno del lieto fine (non tanto quello da altare, ma quello da famiglia unita) perchè altrimenti il pubblico non avrebbe gradito. Io, ovviamente, avrei preferito che continuassero a odiarsi: sarebbe stata una novità originale e finalmente più aderente alla realtà.
Ma, del resto, qui di realtà (a parte i 5kg di sedere di Jennifer) non ce n'è proprio. E' tutto patinato, stra pulito, soleggiato, immerso nel verde e gigantesco... non proprio la vita di tutti i giorni di noi comunissimi mortali.
In ogni caso ho rivisto volentieri le varie gag che si susseguono attendendo il mio personale momento clou: Jane Fonda/Viola tira una ginocchiata nel bassoventre a Wanda Sykes/Ruby che, dal dolore, le risponde: "Penso che tu mi abbia spostato la vagina". Fantastico! Ps. Questo è stato il primo film di Jane Fonda dagli anni '90. Era da allora, infatti, che non la si vedeva sullo schermo.
Film 17 - Quel mostro di suocera
Film 821 - Quel mostro di suocera
Film 1807 - Monster-in-Law
Consigli: La compagnia di qualche amico sarebbe d'obbligo. E non perdersi gli scherzi di quando Jane/Viola si trasferisce da figlio e nuora: la battaglia diventa guerra!
Parola chiave: Color pesca
#HollywoodCiak
Bengi
Etichette:
Adam Scott,
amore,
commedia,
Elaine Stritch,
figlio,
guerra,
Jane Fonda,
Jennifer Lopez,
matrimonio,
Michael Vartan,
Monster-in-Law,
nuora,
quel mostro di suocera,
Razzies,
romcom,
suocera,
Wanda Sykes,
Will Arnett
mercoledì 25 novembre 2009
Film 16 - Irina Palm
Nell'attesa di fare aperitivo con Andrea (il disegnatore), io e Fra (il pasticciere) abbiamo deciso di guardarci un film. Tra i miei dvd acquistati e ancora non visti ce n'era uno in particolare che lui non aveva mai visto...
Film 16: "Irina Palm" (2007) di Sam Garbarski
Visto: dalla tv di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Fra
Pensieri: Cosa ci si aspetta da un film su una che fa le seghe in un night club? Che sia una roba volgarissima... E, invece, qui è tutto il contrario. La prima volta che l'ho visto (questa era la seconda) mi aspettavo una protagonista sboccata e sbroccata, gergo cafone e sensibilità di un criceto. Ma, al contrario, Marianne Faithfull interpreta Maggie/Irina Palm in modo delicato, pacato e dignitoso. Le leggi l'amore per il nipote solo dallo sguardo e capisci subito che è pronta a tutto per lui. Questo aspetto da brava nonna del nipotino malato, da una come la Faithfull, non te lo aspetti... Cito Wikipedia: "Dopo un periodo di oblio seguito alla fine della sua relazione con Jagger e caratterizzato da una vita irrequieta e da storie di droga, Marianne Faithfull torna al successo". In quest'ottica di vita si inserisce meglio la parte della masturbazione, in effetti. E anche qui niente di troppo volgare. Diciamo che la dimensione night club è squallida, ma di per sé, non tanto nel film.
Quindi man mano che il film prosegue ti appassioni alle vicende di questa povera famiglia londinese che deve pagare le spese mediche del bambino malato che può essere curato solo in Australia. Rapporti familiari difficili, nuora e suocera che si rispettano ma non si adorano, un lavoro come quello di hostess che non può essere raccontato a nessuno perchè disdicevole. Ma Maggie si dispera? No, mai! Deve far le seghe? Bene, le ci mette tutto il suo impegno e diventa la mano più famosa di Londra! Se non è dedizione alla causa, questa...
Dunque il film l'ho trovato carinissimo, delicato nonostante l'argomento che tratta e molto ben interpretato. Sicuramente una storia originale che non oltrepassa mai il limite. Ho trovato tenerissima la love story tra Maggie e il titolare del night Miki, prima rude e duro con lei, poi duro dal cuore tenero.
Grandissima è la scena dell'ultimo thé con le (false) amiche, dove Maggie, stanca di essere sempre maltrattata dalle altre, scopre le carte in tavola e sconvolge le tre rigide (ormai ex) amiche con la storia del suo lavoro. E' una sequenza talmente bella che la rivedresti subito un'altra volta! Una donna che è una santa finalmente si prende la sua rivincita su tutti i soprusi che la vita le ha inflitto e lo fa con grande classe! Ecco, di Maggie ti rimane sicuramente impressa la pacatezza, la cortesia, l'educazione e una dignità infinita. Quindi rendo merito a Marianne Faithfull che ha saputo rendere giustizia ad un personaggio così atipico. Brava!
Consigli: Per quanto l'argomento del film potrebbe far pensare ad un tema goliardico, in realtà ESISTE una trama, il che potrebbe inibire chi cerca solo divertimento...
Parola chiave: Gomito del seghista
Ric
Film 16: "Irina Palm" (2007) di Sam Garbarski
Visto: dalla tv di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Fra
Pensieri: Cosa ci si aspetta da un film su una che fa le seghe in un night club? Che sia una roba volgarissima... E, invece, qui è tutto il contrario. La prima volta che l'ho visto (questa era la seconda) mi aspettavo una protagonista sboccata e sbroccata, gergo cafone e sensibilità di un criceto. Ma, al contrario, Marianne Faithfull interpreta Maggie/Irina Palm in modo delicato, pacato e dignitoso. Le leggi l'amore per il nipote solo dallo sguardo e capisci subito che è pronta a tutto per lui. Questo aspetto da brava nonna del nipotino malato, da una come la Faithfull, non te lo aspetti... Cito Wikipedia: "Dopo un periodo di oblio seguito alla fine della sua relazione con Jagger e caratterizzato da una vita irrequieta e da storie di droga, Marianne Faithfull torna al successo". In quest'ottica di vita si inserisce meglio la parte della masturbazione, in effetti. E anche qui niente di troppo volgare. Diciamo che la dimensione night club è squallida, ma di per sé, non tanto nel film.
Quindi man mano che il film prosegue ti appassioni alle vicende di questa povera famiglia londinese che deve pagare le spese mediche del bambino malato che può essere curato solo in Australia. Rapporti familiari difficili, nuora e suocera che si rispettano ma non si adorano, un lavoro come quello di hostess che non può essere raccontato a nessuno perchè disdicevole. Ma Maggie si dispera? No, mai! Deve far le seghe? Bene, le ci mette tutto il suo impegno e diventa la mano più famosa di Londra! Se non è dedizione alla causa, questa...
Dunque il film l'ho trovato carinissimo, delicato nonostante l'argomento che tratta e molto ben interpretato. Sicuramente una storia originale che non oltrepassa mai il limite. Ho trovato tenerissima la love story tra Maggie e il titolare del night Miki, prima rude e duro con lei, poi duro dal cuore tenero.
Grandissima è la scena dell'ultimo thé con le (false) amiche, dove Maggie, stanca di essere sempre maltrattata dalle altre, scopre le carte in tavola e sconvolge le tre rigide (ormai ex) amiche con la storia del suo lavoro. E' una sequenza talmente bella che la rivedresti subito un'altra volta! Una donna che è una santa finalmente si prende la sua rivincita su tutti i soprusi che la vita le ha inflitto e lo fa con grande classe! Ecco, di Maggie ti rimane sicuramente impressa la pacatezza, la cortesia, l'educazione e una dignità infinita. Quindi rendo merito a Marianne Faithfull che ha saputo rendere giustizia ad un personaggio così atipico. Brava!
Consigli: Per quanto l'argomento del film potrebbe far pensare ad un tema goliardico, in realtà ESISTE una trama, il che potrebbe inibire chi cerca solo divertimento...
Parola chiave: Gomito del seghista
Ric
Etichette:
australia,
gomito del seghista,
irina palm,
Kevin Bishop,
la famiglia savage,
londra,
marianne faithfull,
masturbazione,
mick jagger,
nipote,
nonna,
nuora,
seghe
martedì 24 novembre 2009
Film 15 - Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma
Sempre ieri ho visto un altro film, essendo il lunedì delle saghe. Io e Ale abbiamo cominciato una nuova serie, ma non nell'ordine di uscita. Abbiamo voluto seguire l'ordine temporale, così magari stavolta ci capiamo qualcosa!
Film 15: "Star wars: Episodio I - La minaccia fantasma" (1999) di George Lucas
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Ale
Pensieri: Sono sorpreso perchè pensavo che Lucas avesse scritto e diretto tutta la saga. In realtà solo il primo e gli ultimi 3 film (in ordine di uscita) sono stati diretti da lui. E io che credevo fosse stato il più bravo della classe! Invece è solo uno dei migliori. Questo primo episodio della saga arriva dopo tantissimo tempo rispetto a "Il ritorno dello Jedi", quindi è un vero stravolgimento. Tantissimi effetti speciali (ma siamo nel '99), una storia complicatissima, un montaggio che intreccia mille vicende parallele. Che casino!
Gli elementi che alla fine rimangono bene impressi sono: Yoda è strabico oltre che sardo, c'è uno che si chiama Palpatine, Jar Jar Binks è veneto con influenze mondiali, la regina Amidala ha un guardaroba da geisha-misto Elisabetta I e, soprattutto, non ti ricorderai mai la storia. Se non sei un fanatico del genere, ovviamente.
Nel complesso è un film carino, non all'altezza dei miei vaghi ricordi infantili dei primi 3, ma comunque godibile in certe sue parti. La corsa degli sguisci è suggestiva - mi ha ricordato un po' la corsa sulle bighe di "Ben Hur" - e tiene alta l'attenzione dello spettatore. Forse il film si perde un po' nel resto, nei colorati sfondi, nei personaggi digitali più simili a cartoni animati, nella caterva di nomi, nella necessità di dare un degno capitolo di partenza ad una saga tanto importante. E' inutile dire che questo film, se non fosse stato della serie "Star Wars" non avrebbe incassato i 900 e passa milioni di dollari al botteghino mondiale, perchè estratto dal suo contesto non ha niente di particolarmente brillante.
Curiosità: nel film ci sono anche Keira Knightley (quale sosia/alter ego della Portman) e Sofia Coppola. Quest'ultima, però, non ho saputo individuarla, ma credo proprio sia una delle dame di Amidala come la Knightley.
Tre nomination all'Oscar (sonoro, effetti sonori, effetti speciali) e una valanga ai Razzie...
Ps. John Williams è il boss delle colonne sonore!
Film 15 - Star wars: Episodio I - La minaccia fantasma
Film 23 - Star wars: Episodio II - L'attacco dei cloni
Film 30 - Star wars: Episodio III - La vendetta dei sith
Film 37 - Guerre stellari: Episodio IV - Una nuova speranza
Film 41 - Star Wars: Episodio V - L'impero colpisce ancora
Film 50 - Star Wars: Episodio VI - Il ritorno dello Jedi
Film 1072 - Star Wars - Il risveglio della Forza 3D
Film 1080 - Star Wars - Il risveglio della Forza
Film 1469 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1595 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1290 - Rogue One
Film 1679 - Solo: A Star Wars Story
Consigli: Il dolby surround serve a palla!
Parola chiave: Roger-roger!
#HollywoodCiak
Bengi
Film 15: "Star wars: Episodio I - La minaccia fantasma" (1999) di George Lucas
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Ale
Pensieri: Sono sorpreso perchè pensavo che Lucas avesse scritto e diretto tutta la saga. In realtà solo il primo e gli ultimi 3 film (in ordine di uscita) sono stati diretti da lui. E io che credevo fosse stato il più bravo della classe! Invece è solo uno dei migliori. Questo primo episodio della saga arriva dopo tantissimo tempo rispetto a "Il ritorno dello Jedi", quindi è un vero stravolgimento. Tantissimi effetti speciali (ma siamo nel '99), una storia complicatissima, un montaggio che intreccia mille vicende parallele. Che casino!
Gli elementi che alla fine rimangono bene impressi sono: Yoda è strabico oltre che sardo, c'è uno che si chiama Palpatine, Jar Jar Binks è veneto con influenze mondiali, la regina Amidala ha un guardaroba da geisha-misto Elisabetta I e, soprattutto, non ti ricorderai mai la storia. Se non sei un fanatico del genere, ovviamente.
Nel complesso è un film carino, non all'altezza dei miei vaghi ricordi infantili dei primi 3, ma comunque godibile in certe sue parti. La corsa degli sguisci è suggestiva - mi ha ricordato un po' la corsa sulle bighe di "Ben Hur" - e tiene alta l'attenzione dello spettatore. Forse il film si perde un po' nel resto, nei colorati sfondi, nei personaggi digitali più simili a cartoni animati, nella caterva di nomi, nella necessità di dare un degno capitolo di partenza ad una saga tanto importante. E' inutile dire che questo film, se non fosse stato della serie "Star Wars" non avrebbe incassato i 900 e passa milioni di dollari al botteghino mondiale, perchè estratto dal suo contesto non ha niente di particolarmente brillante.
Curiosità: nel film ci sono anche Keira Knightley (quale sosia/alter ego della Portman) e Sofia Coppola. Quest'ultima, però, non ho saputo individuarla, ma credo proprio sia una delle dame di Amidala come la Knightley.
Tre nomination all'Oscar (sonoro, effetti sonori, effetti speciali) e una valanga ai Razzie...
Ps. John Williams è il boss delle colonne sonore!
Film 15 - Star wars: Episodio I - La minaccia fantasma
Film 23 - Star wars: Episodio II - L'attacco dei cloni
Film 30 - Star wars: Episodio III - La vendetta dei sith
Film 37 - Guerre stellari: Episodio IV - Una nuova speranza
Film 41 - Star Wars: Episodio V - L'impero colpisce ancora
Film 50 - Star Wars: Episodio VI - Il ritorno dello Jedi
Film 1072 - Star Wars - Il risveglio della Forza 3D
Film 1080 - Star Wars - Il risveglio della Forza
Film 1469 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1595 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1290 - Rogue One
Film 1679 - Solo: A Star Wars Story
Consigli: Il dolby surround serve a palla!
Parola chiave: Roger-roger!
#HollywoodCiak
Bengi
Etichette:
Ewan McGregor,
Frank Oz,
george lucas,
Jake Lloyd,
Liam Neeson,
natalie portman,
Oscars,
star wars,
Star Wars: Episode I - The Phantom Menace,
Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma,
Terence Stamp
Film 14 - Harry Potter e il principe mezzosangue
Era necessario che io lo rivedessi, perchè al cinema mi aveva proprio deluso. Sarà che con la Sini e Ale insieme è difficile non ridere di qualsiasi scemata, sarà che gli innumerevoli riferimenti sessuali mi avevano decisamente lasciato basito oppure che la storia non è esattamente la stessa del libro... Insomma, tutti questi fattori insieme mi avevano lasciato un brutto ricordo di un film che DOVEVA essere bello.
Ecco perchè ho deciso di rivederlo e dargli una seconda possibilità.
Film 14: "Harry Potter e il principe mezzosangue" (2009) di David Yates
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: 1° tempo nessuno, 2° tempo Ale
Pensieri: Partiamo dallo studio della locandina. Ogni film di Harry Potter ha una locandina molto eloquente: in primo piano Harry (come al solito), segue Silente (e tutti sappiamo perchè) ma senza la mano annerita, Ron (palestratissimo!) ed Hermione (con tette da pin-up) e poi nello sfondo Londra. Di tutte le locandine promozionali del film ho scelto questa giusto perchè è in linea con quelle precedenti, altrimenti ce ne sarebbero talmente tante altre che ci si potrebbe tappezzare la Muraglia Cinese... Comunque, torniamo a Londra. Ecco la mia (prima) domanda: perchè viene data tanta importanza alla città - nei trailer sembra che i Mangiamorte devastino il genere umano - quando in realtà si vede solamente nella sequenza iniziale, bruciando così la metà delle aspettative che uno si era fatto del film? Boh.
Continuiamo col film. Perchè (seconda domanda) nel primo tempo non succede niente... e nel secondo neppure?! Questa versione di Potter per adolescenti arrapati non l'ho capita. Perchè concentrarsi su battutine di scarsissimo livello ("Allora, tu e Ginny l'avete fatto?") quando ci sarebbe una storia fantastica da raccontare? Chi si lamenta che questo capitolo sia particolarmente dark secondo me non è andato oltre le atmosfere cupe che sono solo sintomo del male che sta per arrivare. Sarà pur necessario 'abbassare un po' le luci' se Voldemort sta per sterminare i maghi di tutto il mondo? Avrei avuto dei problemi a figurarmelo in una valle incantata splendente di sole insieme ai Teletubbies mentre uccide questo e quello al ritmo di "Tele-ciao ciao"... Però sono rimasto perplesso per la totale assenza di vera magia nel narrare il racconto. Vogliono ridurre Potter ad un effetto speciale? Per quanto la recitazione di Daniel Radcliffe ne gioverebbe, sarebbe un inutile spreco del talento (vero) della Rowling a creare storie fantastiche! Speriamo che il prossimo capitolo venga approfondito più nella sostanza che nella superficiale apparenza.
Nuova domanda (terza): perchè il finale me lo ricordavo diverso? Io notoriamente ho una pessima memoria, ma non c'era una battaglia? E non c'era un funerale? E Malfoy c'era così tanto? E Dobby dov'è finito? Qualcuno mi illumini!
Ancora (e siamo alla quarta): possibile che Hogwarts e dintorni cambino ad ogni film? Cioè, per carità, è un film sulla magia e va bene, ma non solo è una scelta disorientante, ma anche frustrante! Lo spettatore inesperto non ci si ritrova, secondo me. Essendo una saga (lunghissima! Un volta finita avrà prodotto 8 film in esattamente 10 anni) non sarebbe meglio evitare grandi traumi tra un capitolo e l'altro?
Ma ora basta con le domande! Passiamo ad alcune considerazioni positive. Innanzitutto ho molto rivalutato il film. Avendo digerito il fatto che non è per niente l'Harry Potter che mi aspettavo, mi sono concentrato meglio sul resto: Emma Watson non solo è bellissima, ma anche l'unica dei tre che sa recitare e che non se la tira. La amo dal primo capitolo e non mi ha deluso, anche se a volte sembra mestruata per le reazioni che ha il suo personaggio...
Altra cosa che mi piace sempre molto di questa saga sono gli attori secondari. Al contrario dei set, li ritrovi sempre tutti e hanno il loro spazio, le loro battute, non sono semplicemente relegati a far da sfondo. Diventa quasi - azzardo - un film corale. Piton dovrebbe avere uno spin-off, la McGranitt è l'alter ego magico della "Signora in giallo", i Weasley "La carica dei 101"! Insomma, tutto sommato questo 6° film non è più brutto del 3°, come invece pensavo. Ha una bellissima fotografia e degli effetti speciali decisamente superiori agli altri (il pensatoio, Lumacorno che fa la poltrona, il combattimento nel campo di grano, il Quidditch!). In definitiva posso dire che è piacevole. Ma niente di più.
Ps. Luna Lovegood è strepitosa!
1. Film 166 - Harry Potter e la pietra filosofale
Film 346 - Harry Potter e la pietra filosofale
Film 744 - Harry Potter e la pietra filosofale
Film 1773 - Harry Potter and the Philosopher's Stone
Film 2085 - Harry Potter e la pietra filosofale
Film 2201 - Harry Potter and the Philosopher's Stone
2. Film 171 - Harry Potter e la camera dei segreti
Film 348 - Harry Potter e la camera dei segreti
Film 745 - Harry Potter e la camera dei segreti
Film 1446 - Harry Potter and the Chamber of Secrets
3. Film 174 - Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
Film 349 - Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
Film 747 - Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
Film 1454 - Harry Potter and the Prisoner of Azkaban
Film 1645 - Harry Potter and the Prisoner of Azkaban
4. Film 88 - Harry Potter e il calice di fuoco
Film 181 - Harry Potter e il calice di fuoco
Film 357 - Harry Potter e il calice di fuoco
Film 748 - Harry Potter e il calice di fuoco
5. Film 366 - Harry Potter e l'ordine della Fenice
Film 749 - Harry Potter e l'Ordine della Fenice
Film 1470 - Harry Potter and the Order of the Phoenix
6. Film 14 - Harry Potter e il principe mezzosangue
Film 185 - Harry Potter e il principe mezzosangue
Film 370 - Harry Potter e il principe mezzosangue
Film 750 - Harry Potter e il principe mezzosangue
Film 1471 - Harry Potter and the Half-Blood Prince
7. Film 186 - Harry Potter e i doni della morte: Parte I
Film 189 - Harry Potter e i doni della morte: Parte I
Film 297 - Harry Potter e i doni della morte: Parte I
Film 420 - Harry Potter e i doni della morte: Parte I
Film 752 - Harry Potter e i Doni della Morte - Parte I
Film 1495 - Harry Potter and the Deathly Hallows: Part 1
8. Film 283 - Harry Potter e i doni della morte: Parte II
Film 421 - Harry Potter e i doni della morte: Parte II
Film 594 - Harry Potter e i doni della morte: Parte II
Film 755 - Harry Potter e i Doni della Morte - Parte II
Film 1497 - Harry Potter and the Deathly Hallows: Part 2
9. Film 751 - Harry Potter: The Making of Diagon Alley
Film 2083 - Harry Potter 20th Anniversary: Return to Hogwarts
Consigli: Non bisogna aspettarsi un Harry Potter al top. Manca la magia degli altri più riusciti, le atmosfere sono dark, ma l'umore è condizionato dagli ormoni dei protagonisti. Si guarda in compagnia per ridere dell'incapacità dello sceneggiatore di rendere efficacemente la gioventù di oggi.
Parola chiave: Silente
#HollywoodCiak
Bengi
Ecco perchè ho deciso di rivederlo e dargli una seconda possibilità.
Film 14: "Harry Potter e il principe mezzosangue" (2009) di David Yates
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: 1° tempo nessuno, 2° tempo Ale
Pensieri: Partiamo dallo studio della locandina. Ogni film di Harry Potter ha una locandina molto eloquente: in primo piano Harry (come al solito), segue Silente (e tutti sappiamo perchè) ma senza la mano annerita, Ron (palestratissimo!) ed Hermione (con tette da pin-up) e poi nello sfondo Londra. Di tutte le locandine promozionali del film ho scelto questa giusto perchè è in linea con quelle precedenti, altrimenti ce ne sarebbero talmente tante altre che ci si potrebbe tappezzare la Muraglia Cinese... Comunque, torniamo a Londra. Ecco la mia (prima) domanda: perchè viene data tanta importanza alla città - nei trailer sembra che i Mangiamorte devastino il genere umano - quando in realtà si vede solamente nella sequenza iniziale, bruciando così la metà delle aspettative che uno si era fatto del film? Boh.
Continuiamo col film. Perchè (seconda domanda) nel primo tempo non succede niente... e nel secondo neppure?! Questa versione di Potter per adolescenti arrapati non l'ho capita. Perchè concentrarsi su battutine di scarsissimo livello ("Allora, tu e Ginny l'avete fatto?") quando ci sarebbe una storia fantastica da raccontare? Chi si lamenta che questo capitolo sia particolarmente dark secondo me non è andato oltre le atmosfere cupe che sono solo sintomo del male che sta per arrivare. Sarà pur necessario 'abbassare un po' le luci' se Voldemort sta per sterminare i maghi di tutto il mondo? Avrei avuto dei problemi a figurarmelo in una valle incantata splendente di sole insieme ai Teletubbies mentre uccide questo e quello al ritmo di "Tele-ciao ciao"... Però sono rimasto perplesso per la totale assenza di vera magia nel narrare il racconto. Vogliono ridurre Potter ad un effetto speciale? Per quanto la recitazione di Daniel Radcliffe ne gioverebbe, sarebbe un inutile spreco del talento (vero) della Rowling a creare storie fantastiche! Speriamo che il prossimo capitolo venga approfondito più nella sostanza che nella superficiale apparenza.
Nuova domanda (terza): perchè il finale me lo ricordavo diverso? Io notoriamente ho una pessima memoria, ma non c'era una battaglia? E non c'era un funerale? E Malfoy c'era così tanto? E Dobby dov'è finito? Qualcuno mi illumini!
Ancora (e siamo alla quarta): possibile che Hogwarts e dintorni cambino ad ogni film? Cioè, per carità, è un film sulla magia e va bene, ma non solo è una scelta disorientante, ma anche frustrante! Lo spettatore inesperto non ci si ritrova, secondo me. Essendo una saga (lunghissima! Un volta finita avrà prodotto 8 film in esattamente 10 anni) non sarebbe meglio evitare grandi traumi tra un capitolo e l'altro?
Ma ora basta con le domande! Passiamo ad alcune considerazioni positive. Innanzitutto ho molto rivalutato il film. Avendo digerito il fatto che non è per niente l'Harry Potter che mi aspettavo, mi sono concentrato meglio sul resto: Emma Watson non solo è bellissima, ma anche l'unica dei tre che sa recitare e che non se la tira. La amo dal primo capitolo e non mi ha deluso, anche se a volte sembra mestruata per le reazioni che ha il suo personaggio...
Altra cosa che mi piace sempre molto di questa saga sono gli attori secondari. Al contrario dei set, li ritrovi sempre tutti e hanno il loro spazio, le loro battute, non sono semplicemente relegati a far da sfondo. Diventa quasi - azzardo - un film corale. Piton dovrebbe avere uno spin-off, la McGranitt è l'alter ego magico della "Signora in giallo", i Weasley "La carica dei 101"! Insomma, tutto sommato questo 6° film non è più brutto del 3°, come invece pensavo. Ha una bellissima fotografia e degli effetti speciali decisamente superiori agli altri (il pensatoio, Lumacorno che fa la poltrona, il combattimento nel campo di grano, il Quidditch!). In definitiva posso dire che è piacevole. Ma niente di più.
Ps. Luna Lovegood è strepitosa!
1. Film 166 - Harry Potter e la pietra filosofale
Film 346 - Harry Potter e la pietra filosofale
Film 744 - Harry Potter e la pietra filosofale
Film 1773 - Harry Potter and the Philosopher's Stone
Film 2085 - Harry Potter e la pietra filosofale
Film 2201 - Harry Potter and the Philosopher's Stone
2. Film 171 - Harry Potter e la camera dei segreti
Film 348 - Harry Potter e la camera dei segreti
Film 745 - Harry Potter e la camera dei segreti
Film 1446 - Harry Potter and the Chamber of Secrets
3. Film 174 - Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
Film 349 - Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
Film 747 - Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
Film 1454 - Harry Potter and the Prisoner of Azkaban
Film 1645 - Harry Potter and the Prisoner of Azkaban
4. Film 88 - Harry Potter e il calice di fuoco
Film 181 - Harry Potter e il calice di fuoco
Film 357 - Harry Potter e il calice di fuoco
Film 748 - Harry Potter e il calice di fuoco
5. Film 366 - Harry Potter e l'ordine della Fenice
Film 749 - Harry Potter e l'Ordine della Fenice
Film 1470 - Harry Potter and the Order of the Phoenix
6. Film 14 - Harry Potter e il principe mezzosangue
Film 185 - Harry Potter e il principe mezzosangue
Film 370 - Harry Potter e il principe mezzosangue
Film 750 - Harry Potter e il principe mezzosangue
Film 1471 - Harry Potter and the Half-Blood Prince
7. Film 186 - Harry Potter e i doni della morte: Parte I
Film 189 - Harry Potter e i doni della morte: Parte I
Film 297 - Harry Potter e i doni della morte: Parte I
Film 420 - Harry Potter e i doni della morte: Parte I
Film 752 - Harry Potter e i Doni della Morte - Parte I
Film 1495 - Harry Potter and the Deathly Hallows: Part 1
8. Film 283 - Harry Potter e i doni della morte: Parte II
Film 421 - Harry Potter e i doni della morte: Parte II
Film 594 - Harry Potter e i doni della morte: Parte II
Film 755 - Harry Potter e i Doni della Morte - Parte II
Film 1497 - Harry Potter and the Deathly Hallows: Part 2
9. Film 751 - Harry Potter: The Making of Diagon Alley
Film 2083 - Harry Potter 20th Anniversary: Return to Hogwarts
Consigli: Non bisogna aspettarsi un Harry Potter al top. Manca la magia degli altri più riusciti, le atmosfere sono dark, ma l'umore è condizionato dagli ormoni dei protagonisti. Si guarda in compagnia per ridere dell'incapacità dello sceneggiatore di rendere efficacemente la gioventù di oggi.
Parola chiave: Silente
#HollywoodCiak
Bengi
Etichette:
daniel radcliffe,
emma watson,
harry potter,
Harry Potter and the Half-Blood Prince,
harry potter e il principe mezzosangue,
hermione,
J.K. Rowling,
Maggie Smith,
mcgranitt,
piton,
ron,
Rupert Grint,
silente
sabato 21 novembre 2009
Film 13 - Il pranzo di Babette
Oggi pomeriggio ho deciso di finire quanto avevo cominciato ieri.
Film 13: "Il pranzo di Babette" (1987) di Gabriel Axel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano, francese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Questo è sicuramente un film molto raffinato. Musica delicata, luci soffuse, natura selvaggia e una storia di vite riservate.
La prima cosa che ho pensato mentre guardavo il film all'inizio è l'austerità. Le due donne vivono in un villaggio talmente sperduto che stavo male solo a pensarci. Nessun lusso, niente famiglia (sono solo loro due, sorelle), vite dedicate semplicemente a seguire Dio e aiutare gli altri. Tutto questo grigio iniziale, però, esalta il calore della seconda parte, quella della cena del titolo. Nonostante il tono non sia mai oltre il sussurro, Babette con la sua cucina riscalda i cuori degli anziani ospiti che a forza di privarsi di qualsiasi cosa si sono dimenticati che non si può vivere di sole rinunce. Una cena da 10.000 franchi (siamo a fine '800) del resto metterebbe di buon umore chiunque. Sul finire del film, dunque, è tutto un "Dio ti benedica" e un'"alleluia", che i 12 ospiti si sono ripresi dal regime di 'austerity' cui erano ormai assuefatti. Babette, insomma, è il toccasana del villaggio e supera senza una piega la prova cui si era auto-sottoposta (i commensali, infatti, temevano che il cibo li avrebbe condotti al peccato, quindi per tutta la cena nessuno osa apprezzare il cibo per paura della dannazione... Ah, l'800!). A fine serata le due sorelle di cui Babette è domestica la ringraziano per il cibo e si complimentano, in un crescendo di commozione che culmina nella scoperta della vera identità di Babette: era chef in uno dei ristoranti più famosi e costosi di Parigi (e dove un pranzo per 12 costava, appunto, 10.000 franchi)! Le tre anime saranno legate per sempre. Nero, fine.
Sì, sì, sì, bello! Lento e dolce, mi ha ricordato un po' "Lezioni di piano" e un po' quel "Chocolat" di cui si potrebbe dire che è l'antenato. Ma, diversamente da quest'ultimo film, qui ho avuto meno voglia di mangiare. Devo ammettere che vedere la tartaruga viva che ansima morente in cucina, sapendo che finirà per diventare brodo, un po' mi ha guastato l'attesa del menù. Qui c'è poco di 'politically correct' se pensiamo dal punto di vista degli animali: arrivano tutti vivi con il solo scopo di essere uccisi in funzione della cena. Forse oggi certe cose non si potrebbero far più vedere.
Però, sicuramente, Babette mi ha trasmesso la voglia di vino, vino buono! In tavola viene servito Amontillado bianco ambra e Champagne Veuve Clicquot e tutti non possono fare a meno di gustare con piacere la bevanda che hanno nel bicchiere (si vede dalle espressioni del viso) mentre, chi può solo guardare, invidia l'abbondanza che ha davanti agli occhi!
Mi concedo un'unica critica. Non so se solo a me le doppiatrici delle sorelle sembrassero incapaci di pronunciare qualunque parola di francese senza sembrare due 'zdaure' bolognesi al primo approccio con la lingua, in ogni caso avrei scelto qualcuno di più abile con la pronuncia. Una delle due, tra l'altro, è doppiata dalla stessa che da la voce a Jessica Fletcher, "La Signora in giallo".
Il film ha vinto l'Oscar 1988 per il miglior film straniero (Danimarca).
Film 1061 - Il pranzo di Babette
Consigli: E' un film da guardare da soli, per gustarsi l'atmosfera intima senza distrazioni.
Parola chiave: Il decano
Ric
Film 13: "Il pranzo di Babette" (1987) di Gabriel Axel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano, francese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Questo è sicuramente un film molto raffinato. Musica delicata, luci soffuse, natura selvaggia e una storia di vite riservate.
La prima cosa che ho pensato mentre guardavo il film all'inizio è l'austerità. Le due donne vivono in un villaggio talmente sperduto che stavo male solo a pensarci. Nessun lusso, niente famiglia (sono solo loro due, sorelle), vite dedicate semplicemente a seguire Dio e aiutare gli altri. Tutto questo grigio iniziale, però, esalta il calore della seconda parte, quella della cena del titolo. Nonostante il tono non sia mai oltre il sussurro, Babette con la sua cucina riscalda i cuori degli anziani ospiti che a forza di privarsi di qualsiasi cosa si sono dimenticati che non si può vivere di sole rinunce. Una cena da 10.000 franchi (siamo a fine '800) del resto metterebbe di buon umore chiunque. Sul finire del film, dunque, è tutto un "Dio ti benedica" e un'"alleluia", che i 12 ospiti si sono ripresi dal regime di 'austerity' cui erano ormai assuefatti. Babette, insomma, è il toccasana del villaggio e supera senza una piega la prova cui si era auto-sottoposta (i commensali, infatti, temevano che il cibo li avrebbe condotti al peccato, quindi per tutta la cena nessuno osa apprezzare il cibo per paura della dannazione... Ah, l'800!). A fine serata le due sorelle di cui Babette è domestica la ringraziano per il cibo e si complimentano, in un crescendo di commozione che culmina nella scoperta della vera identità di Babette: era chef in uno dei ristoranti più famosi e costosi di Parigi (e dove un pranzo per 12 costava, appunto, 10.000 franchi)! Le tre anime saranno legate per sempre. Nero, fine.
Sì, sì, sì, bello! Lento e dolce, mi ha ricordato un po' "Lezioni di piano" e un po' quel "Chocolat" di cui si potrebbe dire che è l'antenato. Ma, diversamente da quest'ultimo film, qui ho avuto meno voglia di mangiare. Devo ammettere che vedere la tartaruga viva che ansima morente in cucina, sapendo che finirà per diventare brodo, un po' mi ha guastato l'attesa del menù. Qui c'è poco di 'politically correct' se pensiamo dal punto di vista degli animali: arrivano tutti vivi con il solo scopo di essere uccisi in funzione della cena. Forse oggi certe cose non si potrebbero far più vedere.
Però, sicuramente, Babette mi ha trasmesso la voglia di vino, vino buono! In tavola viene servito Amontillado bianco ambra e Champagne Veuve Clicquot e tutti non possono fare a meno di gustare con piacere la bevanda che hanno nel bicchiere (si vede dalle espressioni del viso) mentre, chi può solo guardare, invidia l'abbondanza che ha davanti agli occhi!
Mi concedo un'unica critica. Non so se solo a me le doppiatrici delle sorelle sembrassero incapaci di pronunciare qualunque parola di francese senza sembrare due 'zdaure' bolognesi al primo approccio con la lingua, in ogni caso avrei scelto qualcuno di più abile con la pronuncia. Una delle due, tra l'altro, è doppiata dalla stessa che da la voce a Jessica Fletcher, "La Signora in giallo".
Il film ha vinto l'Oscar 1988 per il miglior film straniero (Danimarca).
Film 1061 - Il pranzo di Babette
Consigli: E' un film da guardare da soli, per gustarsi l'atmosfera intima senza distrazioni.
Parola chiave: Il decano
Ric
Etichette:
Babette's Feast,
Babettes gæstebud,
Birgitte Federspiel,
Bodil Kjer,
Café Anglais,
Danimarca,
Gabriel Axel,
il pranzo di babette,
Jarl Kulle,
Jean-Philippe Lafont,
menù,
Oscars,
Stephane Audran,
tartaruga
Film 12 - The informant!
Ieri è stata una giornata particolarmente lunga. Dopo il mio lavoro non retribuito sono tornato a casa nel tardo pomeriggio ma non sapevo che cosa cominciare a guardare. Così prima ho iniziato "Il pranzo di Babette", ma poi la lavatrice ha finito, Ale ha suonato il campanello e ho dovuto smettere (dopo i primi 6 minuti).
In compagnia il film si cambia, dunque optiamo per "Gli abbracci spezzati" di Almodovar, peccato che il film dia dei problemi e dopo 7 minuti ci interrompiamo. Penelope era appena apparsa sullo schermo. Uff.
Ci arrendiamo al fato e decidiamo di cominciare la serata con un telefilm: "Desperate Housewives", stagione 6 episodio 8. Molto divertente!
Terminato lo show decidiamo di provare nuovamente con un film, ma stavolta spulciamo la mia collezione "sicura" del pc. E alla fine riusciamo a deciderci.
Film 12: "The informant!" (2009) di Steven Soderbergh
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: teoricamente Ale
Pensieri: Sinceramente? Non mi è piaciuto. E' da un po' che aspettavo di vedere questo film, la campagna pubblicitaria mi aveva colpito con quelle locandine particolari dalle parole spezzate, il titolo col punto esclamativo... Mi sembrava volessero pubblicizzare qualcosa di nuovo, non convenzionale, pungente. E invece sono rimasto deluso. Innanzitutto il personaggio di Matt Damon è, a mio avviso, estremamente antipatico. Mente perchè è malato, mente perchè gli piace, mente perchè nei casini ci sguazza. Credo che questo atteggiamento autolesionistico mi abbia indisposto. Anche da bambino non sopportavo la stupida goffaggine di Pippo nelle sue storie, alla lunga lo trovavo insopportabile per la sua incapacità di farne quantomeno una giusta. Ecco, Mark Whitacre/Matt Damon è uguale: gli dicono di non fare una cosa e lui la fa; gli dicono di non parlare con nessuno e lui chiama la stampa; gli dicono che hanno scoperto le sue bugie e lui continua a mentire nonostante gli facciano notare che l'hanno appena smascherato. Poi, per carità, è vero che se uno è malato è malato e niente ci può fare, però questo non toglie che possa risultare antipatico.
Mentre seguivo il film, comunque, mi sono chiesto più volte una cosa: essendo tratto da una storia vera (o come dice la tagline su un vero pettegolezzo) la moglie di Whitacre era davvero così stupida?! Al di là della voce da oca, non si è mai fatta qualche domandina? Tipo perchè suo marito avesse 5(?)-7(?)-9(?)-11(?) milioni di dollari o perchè l'FBI ce l'avesse tanto con lui o ancora il perchè della condanna a 9 anni di carcere...?
Insomma, mentre Ale se la dormiva sul divano, io mi sono visto questo film senza particolari guizzi di interesse. Prima di documentarmi per bene sulla regia di Soderbergh ero sicuro che avesse diretto molti altri film decisamente più interessanti, anche se più commerciali, come "Traffic" e "Erin Brockovich - Forte come la verità". Poi ho scoperto che sono suoi anche "Intrigo a Berlino", "Solaris", "Ocean's Twelve", e un segmento di "Eros"... e sono rimasto un po' deluso.
Note finali: 1) l'agente speciale dell'FBI Brian Shepard è interpretato da Scott Bakula, lo stesso che, a cavallo tra '80 e '90, interpretava il dott. Sam Beckett in "Quantum Leap" (grazie Ale!); 2) come al solito hanno cambiato i doppiatori...e Matt Damon nel film non ha la sua solita voce.
Consigli: Serve molta attenzione per seguire la trama e ricordarsi tutte le bugie che Whitacre dice: quindi stare in campana!
Parola chiave: Prenditi un tuo avvocato!
Ric
In compagnia il film si cambia, dunque optiamo per "Gli abbracci spezzati" di Almodovar, peccato che il film dia dei problemi e dopo 7 minuti ci interrompiamo. Penelope era appena apparsa sullo schermo. Uff.
Ci arrendiamo al fato e decidiamo di cominciare la serata con un telefilm: "Desperate Housewives", stagione 6 episodio 8. Molto divertente!
Terminato lo show decidiamo di provare nuovamente con un film, ma stavolta spulciamo la mia collezione "sicura" del pc. E alla fine riusciamo a deciderci.
Film 12: "The informant!" (2009) di Steven Soderbergh
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: teoricamente Ale
Pensieri: Sinceramente? Non mi è piaciuto. E' da un po' che aspettavo di vedere questo film, la campagna pubblicitaria mi aveva colpito con quelle locandine particolari dalle parole spezzate, il titolo col punto esclamativo... Mi sembrava volessero pubblicizzare qualcosa di nuovo, non convenzionale, pungente. E invece sono rimasto deluso. Innanzitutto il personaggio di Matt Damon è, a mio avviso, estremamente antipatico. Mente perchè è malato, mente perchè gli piace, mente perchè nei casini ci sguazza. Credo che questo atteggiamento autolesionistico mi abbia indisposto. Anche da bambino non sopportavo la stupida goffaggine di Pippo nelle sue storie, alla lunga lo trovavo insopportabile per la sua incapacità di farne quantomeno una giusta. Ecco, Mark Whitacre/Matt Damon è uguale: gli dicono di non fare una cosa e lui la fa; gli dicono di non parlare con nessuno e lui chiama la stampa; gli dicono che hanno scoperto le sue bugie e lui continua a mentire nonostante gli facciano notare che l'hanno appena smascherato. Poi, per carità, è vero che se uno è malato è malato e niente ci può fare, però questo non toglie che possa risultare antipatico.
Mentre seguivo il film, comunque, mi sono chiesto più volte una cosa: essendo tratto da una storia vera (o come dice la tagline su un vero pettegolezzo) la moglie di Whitacre era davvero così stupida?! Al di là della voce da oca, non si è mai fatta qualche domandina? Tipo perchè suo marito avesse 5(?)-7(?)-9(?)-11(?) milioni di dollari o perchè l'FBI ce l'avesse tanto con lui o ancora il perchè della condanna a 9 anni di carcere...?
Insomma, mentre Ale se la dormiva sul divano, io mi sono visto questo film senza particolari guizzi di interesse. Prima di documentarmi per bene sulla regia di Soderbergh ero sicuro che avesse diretto molti altri film decisamente più interessanti, anche se più commerciali, come "Traffic" e "Erin Brockovich - Forte come la verità". Poi ho scoperto che sono suoi anche "Intrigo a Berlino", "Solaris", "Ocean's Twelve", e un segmento di "Eros"... e sono rimasto un po' deluso.
Note finali: 1) l'agente speciale dell'FBI Brian Shepard è interpretato da Scott Bakula, lo stesso che, a cavallo tra '80 e '90, interpretava il dott. Sam Beckett in "Quantum Leap" (grazie Ale!); 2) come al solito hanno cambiato i doppiatori...e Matt Damon nel film non ha la sua solita voce.
Consigli: Serve molta attenzione per seguire la trama e ricordarsi tutte le bugie che Whitacre dice: quindi stare in campana!
Parola chiave: Prenditi un tuo avvocato!
Ric
Etichette:
biopic,
commedia,
Golden Globes,
Joel McHale,
Kurt Eichenwald,
Mark Whitacre,
matt damon,
Melanie Lynskey,
Patton Oswalt,
Scott Adsit,
Scott Bakula,
Steven Soderbergh,
storia vera,
The informant!,
Tony Hale
giovedì 19 novembre 2009
Film 11 - Bolt
Non sapendo cosa guardare dopo "Non è mai troppo tardi", ieri sera ho optato per un cartone animato, per andare sul sicuro ed evitare di affaticare la mente dato che stamattina la sveglia suonava alle 8.30...
Film 11: "Bolt" (2008) di Byron Howard, Chris Williams
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Dunque dunque dunque, che ne facciamo di questo film? Sono combattuto. Ultimamente mi pare che mi piaccia quasi qualsiasi cosa io veda, ma devo ammettere che in questo caso provo un doppio sentimento. Da un lato il film ha delle gag divertenti, è godibile e i personaggi-spalla sono il vero punto di forza; dall'altro rivedo in questa pellicola la solita storia made in Disney. La differenza con gli altri cartoni usciti ultimamente è che qui la Pixar non c'è. Quindi, mentre guardavo il film, mi sono domandato: e se fosse stato un film Pixar? Ho letto un sacco di critiche entusiastiche sui loro film - solitamente in gemellaggio con la Disney - e dunque non ho potuto fare a meno di chiedermi se con loro questo film avrebbe avuto altri risvolti. Innanzitutto se la trama fosse stata meno scontata. Sono riuscito spesso ad anticipare le battute di Bolt e della amica gatta per quanto erano prevedibili. Inoltre il modello del film è palesemente plasmato sull'originalissima idea del "Truman Show" di Peter Weir, dove la finzione per molti è la realtà di uno. Qui Jim Carrey è Bolt, Ed Harris è il regista, Laura Linney è Penny e non è nemmeno troppo difficile fare il collegamento. Anche se, pure in questo caso, l'idea mi piace perchè mi ha incuriosito: come reagirà Bolt quando scoprirà di non avere più i poteri? Come potrà cavarsela dovendo girare gli USA? In chi troverà la forza di reagire? Peccato che le risposte a queste domande non abbiano sempre sguazzato nell'originalità.
Però, nota stra-positiva, il criceto mitomane è stupendo, l'ho adorato con tutto il cuore. E' pazzo, dice cose allucinanti ed è sempre esaltato per le nuove avventure: non gli si può resistere!
Insomma, il film è piacevole e si guarda volentieri sdraiati sul divano in attesa di riprendere la propria vera vita. Ps. Raul Bova doppia molto meglio di Fabio Volo!
Consigli: Ripassare "The Truman Show" per fare il giochino delle somiglianze/differenze con "Bolt" sarebbe un'idea interessante.
Parola chiave: Criceto: "Drin drin... Chi è?... Il destino?!... Aspettavo da tempo la tua chiamata!"
Ric
Film 11: "Bolt" (2008) di Byron Howard, Chris Williams
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Dunque dunque dunque, che ne facciamo di questo film? Sono combattuto. Ultimamente mi pare che mi piaccia quasi qualsiasi cosa io veda, ma devo ammettere che in questo caso provo un doppio sentimento. Da un lato il film ha delle gag divertenti, è godibile e i personaggi-spalla sono il vero punto di forza; dall'altro rivedo in questa pellicola la solita storia made in Disney. La differenza con gli altri cartoni usciti ultimamente è che qui la Pixar non c'è. Quindi, mentre guardavo il film, mi sono domandato: e se fosse stato un film Pixar? Ho letto un sacco di critiche entusiastiche sui loro film - solitamente in gemellaggio con la Disney - e dunque non ho potuto fare a meno di chiedermi se con loro questo film avrebbe avuto altri risvolti. Innanzitutto se la trama fosse stata meno scontata. Sono riuscito spesso ad anticipare le battute di Bolt e della amica gatta per quanto erano prevedibili. Inoltre il modello del film è palesemente plasmato sull'originalissima idea del "Truman Show" di Peter Weir, dove la finzione per molti è la realtà di uno. Qui Jim Carrey è Bolt, Ed Harris è il regista, Laura Linney è Penny e non è nemmeno troppo difficile fare il collegamento. Anche se, pure in questo caso, l'idea mi piace perchè mi ha incuriosito: come reagirà Bolt quando scoprirà di non avere più i poteri? Come potrà cavarsela dovendo girare gli USA? In chi troverà la forza di reagire? Peccato che le risposte a queste domande non abbiano sempre sguazzato nell'originalità.
Però, nota stra-positiva, il criceto mitomane è stupendo, l'ho adorato con tutto il cuore. E' pazzo, dice cose allucinanti ed è sempre esaltato per le nuove avventure: non gli si può resistere!
Insomma, il film è piacevole e si guarda volentieri sdraiati sul divano in attesa di riprendere la propria vera vita. Ps. Raul Bova doppia molto meglio di Fabio Volo!
Consigli: Ripassare "The Truman Show" per fare il giochino delle somiglianze/differenze con "Bolt" sarebbe un'idea interessante.
Parola chiave: Criceto: "Drin drin... Chi è?... Il destino?!... Aspettavo da tempo la tua chiamata!"
Ric
Etichette:
bolt,
Bolt: Un eroe a quattro zampe,
Chloë Grace Moretz,
criceto,
disney,
ed harris,
fabio volo,
jim carrey,
John Travolta,
laura linney,
Malcolm McDowell,
Miley Cyrus,
pixar,
raul bova,
the truman show
mercoledì 18 novembre 2009
Film 10 - Non è mai troppo tardi
Questa volta il film non l'ho scelto, ma è lui che ha scelto me.
Tornato a casa dopo lavori e faccende avevo una buona parte di pomeriggio libero. Mentre decido che fare, nel mio percorso verso l'Estathé in frigorifero, mi cade lo sguardo sulla mensola di un ripiano in salotto dove è appoggiata la custodia di un dvd che non riconosco. E' la copia noleggio di un film che, a suo tempo, non avevo minimamente considerato. Ma Martino-il-saggio-coinquilino me ne parla bene (il film lui l'ha già visto, il dvd glielo hanno prestato perchè voleva rivederlo) e decido che ho trovato il mio film del giorno.
Film 10: "Non è mai troppo tardi" (2007) di Rob Reiner
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Questo film racconta due storie tristissime, ma senza mai inciampare nel patetico, nell'ovvio o nel sentimentale. E già qui partiamo bene. Inoltre i protagonisti sono Jack Nicholson e Morgan Freeman, due che sembrano nati per spalleggiarsi le battute e che recitano in maniera tanto sublime che è un piacere guardarli mentre interpretano i dialoghi. Già, i dialoghi, la storia di questo film: la questione è che il film poteva essere una minchiata pazzesca e, invece, ne esce splendidamente. E questo è sicuramente anche grazie allo spirito e all'originalità con cui è scritta la storia.
Quindi sì, il film mi è piaciuto. Sarà che non mi aspettavo proprio niente da questa pellicola, fatto sta che l'ho apprezzata. Mi piacciono quei film dove la gente non si butta giù di morale, vede il positivo o quanto meno si sforza di trovarlo. Nonostante la malattia i due protagonisti riscoprono la voglia di vivere, si lasciano andare ad una nuova amicizia e intraprendono avventure che una vita intera faticherebbe a contenere. Questo credo sia proprio l'aspetto che più mi ha interessato.
Per quanto riguarda gli aspetti negativi, invece, ho trovato snervantemente fastidiosa una cosa: gli sfondi finti. Ma porca miseria, ingaggi due mostri sacri del cinema e li fai recitare in scenari color-boreali dai toni tanto accessi che nemmeno le magliette indiane coi lupi che ululano alla luna o gli Apache con l'orecchino di piuma (che si stagliano sempre davanti alla luna)! Per carità, io capisco che i fondi per mandare in giro per il mondo la troupe del film magari non li hai. E che far scalare le Piramidi a due 72enni non giovi esattamente alla loro salute. Però utilizzare qualcuno di più abile negli effetti speciali no? Insomma, io ci avrei pensato...
In definitiva: divertente e commovente. E non tanto convenzionale quanto potrebbe sembrare in un primo momento.
Piccola curiosità: l'assistente di Jack Nicholson nel film è Sean Hayes, famosissimo interprete di Jack McFarland nel tv show americano "Will&Grace".
Consigli: La prima parte è decisamente divertente. Da stra-godersi le battute!
Parola chiave: 3 cose da tenere a mente quando invecchi: 1) approfitta sempre di un bagno 2) non sprecare mai un'erezione 3) non fidarti mai di una scoreggia!
#HollywoodCiak
Bengi
Tornato a casa dopo lavori e faccende avevo una buona parte di pomeriggio libero. Mentre decido che fare, nel mio percorso verso l'Estathé in frigorifero, mi cade lo sguardo sulla mensola di un ripiano in salotto dove è appoggiata la custodia di un dvd che non riconosco. E' la copia noleggio di un film che, a suo tempo, non avevo minimamente considerato. Ma Martino-il-saggio-coinquilino me ne parla bene (il film lui l'ha già visto, il dvd glielo hanno prestato perchè voleva rivederlo) e decido che ho trovato il mio film del giorno.
Film 10: "Non è mai troppo tardi" (2007) di Rob Reiner
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Questo film racconta due storie tristissime, ma senza mai inciampare nel patetico, nell'ovvio o nel sentimentale. E già qui partiamo bene. Inoltre i protagonisti sono Jack Nicholson e Morgan Freeman, due che sembrano nati per spalleggiarsi le battute e che recitano in maniera tanto sublime che è un piacere guardarli mentre interpretano i dialoghi. Già, i dialoghi, la storia di questo film: la questione è che il film poteva essere una minchiata pazzesca e, invece, ne esce splendidamente. E questo è sicuramente anche grazie allo spirito e all'originalità con cui è scritta la storia.
Quindi sì, il film mi è piaciuto. Sarà che non mi aspettavo proprio niente da questa pellicola, fatto sta che l'ho apprezzata. Mi piacciono quei film dove la gente non si butta giù di morale, vede il positivo o quanto meno si sforza di trovarlo. Nonostante la malattia i due protagonisti riscoprono la voglia di vivere, si lasciano andare ad una nuova amicizia e intraprendono avventure che una vita intera faticherebbe a contenere. Questo credo sia proprio l'aspetto che più mi ha interessato.
Per quanto riguarda gli aspetti negativi, invece, ho trovato snervantemente fastidiosa una cosa: gli sfondi finti. Ma porca miseria, ingaggi due mostri sacri del cinema e li fai recitare in scenari color-boreali dai toni tanto accessi che nemmeno le magliette indiane coi lupi che ululano alla luna o gli Apache con l'orecchino di piuma (che si stagliano sempre davanti alla luna)! Per carità, io capisco che i fondi per mandare in giro per il mondo la troupe del film magari non li hai. E che far scalare le Piramidi a due 72enni non giovi esattamente alla loro salute. Però utilizzare qualcuno di più abile negli effetti speciali no? Insomma, io ci avrei pensato...
In definitiva: divertente e commovente. E non tanto convenzionale quanto potrebbe sembrare in un primo momento.
Piccola curiosità: l'assistente di Jack Nicholson nel film è Sean Hayes, famosissimo interprete di Jack McFarland nel tv show americano "Will&Grace".
Consigli: La prima parte è decisamente divertente. Da stra-godersi le battute!
Parola chiave: 3 cose da tenere a mente quando invecchi: 1) approfitta sempre di un bagno 2) non sprecare mai un'erezione 3) non fidarti mai di una scoreggia!
#HollywoodCiak
Bengi
Etichette:
amicizia,
Beverly Todd,
cancro,
dvd,
Jack Nicholson,
malattia,
Martino-il-saggio-coinquilino,
Morgan Freeman,
morte,
non è mai troppo tardi,
Rob Morrow,
Rob Reiner,
Sean Hayes,
The Bucket List,
tv show
martedì 17 novembre 2009
Film 9 - Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II
Ieri, essendo il lunedì delle saghe, io e Ale ci siamo dedicati a proseguire e finire "Ghostbusters". Settimana prossima dovremo decidere quale nuova serie filmica accompagnerà i nostri lunedì... Attendo!
Film 9: "Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II" (1989) di Ivan Reitman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Ale
Pensieri: Questo secondo capitolo degli acchiappafantasmi me lo ricordavo molto più spaventoso! E' vero che l'ultima volta che l'ho visto avrò avuto 10 anni, però ero sicuro che l'enorme quadro con lo spaventoso Vigo fosse decisamente più inquietante. In ogni caso mi sono divertito a rivederlo!
Diciamo che la storia è un attimo più elaborata del primo, anche se il fulcro dell'attenzione è sempre un unico fantasma e questo non mi piace. Avrei preferito in entrambe le storie che si concentrassero su più spettri così da rendere il ritmo un po' più serrato. In realtà è un film piuttosto calmo, nemmeno qui c'è Slimer e quindi nemmeno lui può garantire un po' di caos. Forse, però, questo film è meno chiaro del precedente, gli eventi non li ho trovati efficacemente definiti e quindi mi son trovato spesso a domandarmi che cosa stesse succedendo. Questo soprattutto quando i Ghostbusters cospargono di liquame la Statua della Libertà per fare in modo che questa si muova: se prima il liquame aveva fatto solo 'ballare' un tostapane, per quale specifico motivo la Statua dovrebbe prender vita? Non ci è dato sapere.
I personaggi sono esattamente gli stessi del capitolo precedente, si aggiunge solo Peter MacNicol (il John Cage di "Ally McBeal") a fare da tramite al cattivo Vigo. Sicuramente è una parte che gli riesce benissimo, anche perchè la faccia da sfigato si può dire che ce l'abbia di natura e, in questo caso, gli è molto utile per il suo personaggio.
Si vede proprio che in questo film hanno investito molto di più che nel precedente, gli effetti speciali sono fantastici (nel 1989 gli americani facevamo muovere la Statua delle Libertà come se niente fosse, noi in Italia 20 anni dopo non riusciamo a far interagire con le immagini reali nemmeno una pallina che rimbalza. Mah). La storia è molto più articolata, richiede spazi aperti e chiusi più ampi, molte più comparse. Peccato che il risultato al botteghino - americano - sia stato estremamente differente rispetto al primo capitolo, con gli incassi esattamente dimezzati.
Comunque in definitiva il film è godibile, riporta a bei ricordi e ci si diverte. Il punto forte rimane sempre Bill Murray.
Film 2 - Ghostbusters - Acchiappafantasmi
Film 9 - Ghostbusters II
Film 1200 - Ghostbusters
Film 2088 - Ghostbusters: Afterlife
Film 2326 - Ghostbusters: Frozen Empire
Consigli: Godendo della bella presenza di Sigourney Weaver potrebbe venir voglia di riprendere un'altra saga con lei protagonista: Alien. Bene, fatelo!
Parola chiave: Vigo von Homburg Deutschendorf
#HollywoodCiak
Bengi
Film 9: "Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II" (1989) di Ivan Reitman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Ale
Pensieri: Questo secondo capitolo degli acchiappafantasmi me lo ricordavo molto più spaventoso! E' vero che l'ultima volta che l'ho visto avrò avuto 10 anni, però ero sicuro che l'enorme quadro con lo spaventoso Vigo fosse decisamente più inquietante. In ogni caso mi sono divertito a rivederlo!
Diciamo che la storia è un attimo più elaborata del primo, anche se il fulcro dell'attenzione è sempre un unico fantasma e questo non mi piace. Avrei preferito in entrambe le storie che si concentrassero su più spettri così da rendere il ritmo un po' più serrato. In realtà è un film piuttosto calmo, nemmeno qui c'è Slimer e quindi nemmeno lui può garantire un po' di caos. Forse, però, questo film è meno chiaro del precedente, gli eventi non li ho trovati efficacemente definiti e quindi mi son trovato spesso a domandarmi che cosa stesse succedendo. Questo soprattutto quando i Ghostbusters cospargono di liquame la Statua della Libertà per fare in modo che questa si muova: se prima il liquame aveva fatto solo 'ballare' un tostapane, per quale specifico motivo la Statua dovrebbe prender vita? Non ci è dato sapere.
I personaggi sono esattamente gli stessi del capitolo precedente, si aggiunge solo Peter MacNicol (il John Cage di "Ally McBeal") a fare da tramite al cattivo Vigo. Sicuramente è una parte che gli riesce benissimo, anche perchè la faccia da sfigato si può dire che ce l'abbia di natura e, in questo caso, gli è molto utile per il suo personaggio.
Si vede proprio che in questo film hanno investito molto di più che nel precedente, gli effetti speciali sono fantastici (nel 1989 gli americani facevamo muovere la Statua delle Libertà come se niente fosse, noi in Italia 20 anni dopo non riusciamo a far interagire con le immagini reali nemmeno una pallina che rimbalza. Mah). La storia è molto più articolata, richiede spazi aperti e chiusi più ampi, molte più comparse. Peccato che il risultato al botteghino - americano - sia stato estremamente differente rispetto al primo capitolo, con gli incassi esattamente dimezzati.
Comunque in definitiva il film è godibile, riporta a bei ricordi e ci si diverte. Il punto forte rimane sempre Bill Murray.
Film 2 - Ghostbusters - Acchiappafantasmi
Film 9 - Ghostbusters II
Film 1200 - Ghostbusters
Film 2088 - Ghostbusters: Afterlife
Film 2326 - Ghostbusters: Frozen Empire
Consigli: Godendo della bella presenza di Sigourney Weaver potrebbe venir voglia di riprendere un'altra saga con lei protagonista: Alien. Bene, fatelo!
Parola chiave: Vigo von Homburg Deutschendorf
#HollywoodCiak
Bengi
Etichette:
Annie Potts,
bill murray,
Dan Aykroyd,
fantasmi,
ghostbusters,
Ghostbusters II,
Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II,
harold ramis,
Ivan Reitman,
Peter MacNicol,
sequel,
Sigourney Weaver,
statua della libertà
lunedì 16 novembre 2009
Film 8 - La rivolta delle ex
Sempre ieri ho visto il mio ottavo film. Basta titoli che iniziano con la "u", ma MAI basta alla commedia americana. Lo so, ormai ne sono drogato, ma non ci posso fare niente...
Film 8: "La rivolta delle ex" (2009) di Mark Waters
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Ale
Pensieri: Parte come la solita commedia, continua in maniera originale, finisce come tutte le commedie. Di buono c'è che è chiaro fin da subito che lui ama lei e solo lei, ma ancora deve ammetterlo a sé stesso (va bene, già stravisto...), senza che noi ci dobbiamo subire stronzatucce da complicazione del genere.
Credo che il punto di forza del film sia abbinare la storia dei 3 fantasmi (passato, presente e futuro) a una commedia romantica. In particolare il fantasma del passato è una spassosissima caricatura del peggio degli anni '80 sottoforma di ragazza bruttina, con apparecchio ai denti e capigliatura che sicuramente ha contribuito al buco dell'ozono. Non si può non amarla. Il resto della storia scorre via liscio e tranquillo, mantiene le promesse (gag divertenti, bei protagonisti, amore assicurato). Le gag a sfondo sessuale si sprecano, ma a mio avviso sono rovinate dalla vaga espressività di Matthew McConaughey, attore solo perchè possiede dei pettorali. Mah. Il fatto che il protagonista sia affiancato da Michael Douglas come spalla (vedi altro commento per la mia opinione sulle sue capacità recitative) non giova alla reputazione della categoria attoriale.
Si salvano - e meno male! - Jennifer Garner (che sinceramente non ricordavo così bella) e la fantastica novella sposina il cui matrimonio fa da cornice alla storia principale del film. Del resto l'attrice che la impersona è la stessa "sghicia" di quel "Mean girls" che ha reso famose la McAdams (vedi "Un amore all'improvviso"), Amanda Seyfried ("Mamma mia") e ha consolidato la Lohan quale attrice di successo (poi il fatto che adesso abbia deciso che essere strafatti sia meglio è un'altra questione). Curioso che il regista di quel film sia lo stesso di questo.
Ho trovato davvero fuori luogo che McConaughey ci provi spudoratamente con la madre della sposa, ma quantomeno lei alla fine lo rifiuta e lo squallore ha termine.
Confermo il mio gradimento, ma solo perchè in compagnia durante la visione. Vederlo da soli potrebbe essere alquanto differente.
Consigli: Per un film come questo non si può essere soli davanti allo schermo. Ci vuole qualcuno con cui ridere delle battute e, soprattutto, dei personaggi!
Parola chiave: Ex
Ric
Film 8: "La rivolta delle ex" (2009) di Mark Waters
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Ale
Pensieri: Parte come la solita commedia, continua in maniera originale, finisce come tutte le commedie. Di buono c'è che è chiaro fin da subito che lui ama lei e solo lei, ma ancora deve ammetterlo a sé stesso (va bene, già stravisto...), senza che noi ci dobbiamo subire stronzatucce da complicazione del genere.
Credo che il punto di forza del film sia abbinare la storia dei 3 fantasmi (passato, presente e futuro) a una commedia romantica. In particolare il fantasma del passato è una spassosissima caricatura del peggio degli anni '80 sottoforma di ragazza bruttina, con apparecchio ai denti e capigliatura che sicuramente ha contribuito al buco dell'ozono. Non si può non amarla. Il resto della storia scorre via liscio e tranquillo, mantiene le promesse (gag divertenti, bei protagonisti, amore assicurato). Le gag a sfondo sessuale si sprecano, ma a mio avviso sono rovinate dalla vaga espressività di Matthew McConaughey, attore solo perchè possiede dei pettorali. Mah. Il fatto che il protagonista sia affiancato da Michael Douglas come spalla (vedi altro commento per la mia opinione sulle sue capacità recitative) non giova alla reputazione della categoria attoriale.
Si salvano - e meno male! - Jennifer Garner (che sinceramente non ricordavo così bella) e la fantastica novella sposina il cui matrimonio fa da cornice alla storia principale del film. Del resto l'attrice che la impersona è la stessa "sghicia" di quel "Mean girls" che ha reso famose la McAdams (vedi "Un amore all'improvviso"), Amanda Seyfried ("Mamma mia") e ha consolidato la Lohan quale attrice di successo (poi il fatto che adesso abbia deciso che essere strafatti sia meglio è un'altra questione). Curioso che il regista di quel film sia lo stesso di questo.
Ho trovato davvero fuori luogo che McConaughey ci provi spudoratamente con la madre della sposa, ma quantomeno lei alla fine lo rifiuta e lo squallore ha termine.
Confermo il mio gradimento, ma solo perchè in compagnia durante la visione. Vederlo da soli potrebbe essere alquanto differente.
Consigli: Per un film come questo non si può essere soli davanti allo schermo. Ci vuole qualcuno con cui ridere delle battute e, soprattutto, dei personaggi!
Parola chiave: Ex
Ric
Etichette:
ex,
fantasmi,
jennifer garner,
la rivolta delle ex,
mamma mia,
Mark Waters,
Matthew McConaughey,
mean girls,
michael douglas,
un amore all'improvviso
domenica 15 novembre 2009
Film 7 - Un alibi perfetto
Altro film altro regalo. Stavolta mi son fatto convincere da una locandina. Sfondo rosso, coltello stilizzato con il viso dei protagonisti che ne compongono la figura: accattivante. Due giovani che vengono dai tv shows americani (Jesse Metcalfe di "Desperate Housewives" e Amber Tamblyn di "Joan of Arcadia") e un Michael Douglas che fa il cattivo mi sembravano ottimi motivi per dedicarmi alla visione del film, tra l'altro remake dallo stesso titolo (in americano) di un classico di Friyz Lang.
Film 7: "Un alibi perfetto" (2009) di Peter Hyams
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Al mio terzo film che inizia per "u" posso dire di aver toccato le 3 categorie fondamentali: bello, normale, brutto. Questo è quello normale. Mi è piaciuto, sapevo che non sarebbe stato certo un capolavoro illuminante, però non è per niente malvagio.
Alcune considerazioni negative. Innanzitutto odio quando il titolo del remake è identico a quello originale. Quindi se quello del '56 si intitolava "L'alibi era perfetto", questo lo potevamo chiamare anche in un altro modo. Anche perchè un film è sempre diverso da un altro, quindi non ha senso che abbiano lo stesso titolo (questo vale soprattutto per la versione americana). Ma già ieri le mie considerazioni sugli aberranti titoli italiani le ho esplicitate. Altro aspetto negativo direi il doppiaggio. Teoricamente, da quanto ho potuto capire, questo è un film low budget che in America non ha racimolato nemmeno un milione di dollari al box office. Non me ne stupisco visto i protagonisti sconosciuti ai più (Jesse Metcalfe è più che altro famoso per il suo sedere, anche se di fisico si è decisamente appesantito rispetto agli albori) e un Michael Douglas che - da anni - ha sempre la stessa espressione... Ma cosa c'entra il doppiaggio? A) Le voci non sono quelle solite (di nessuno dei 3) B) Le voci non si addicono alle facce e ai personaggi (a mio avviso una voce più acerba a Metcalfe avrebbe reso meglio, sembra un 17enne con problemi ormonali). Immagino che per un film di basso richiamo - e quindi basso budget promozionale - non siano troppo rilevanti queste questioni, ma la cosa all'inizio mi ha disorientato e infastidito. Ancora: certi punti della trama forse erano evitabili. Come l'inseguimento in macchina che termina con l'esplosione (un po' forzata, dato che non per forza una macchina tamponata perde benzina a litri per tutto il marciapiede) o la scena - classica - del parcheggio vuoto, dove la ragazza dietro ad una colonna gioca a nascondino con il sicario del procuratore che la vuole investire (ho riso molto però!). Infine trovo ridicole certe affermazioni sulla bellezza di Amber Tamblyn. Non è una brutta ragazza e non se la cava male a recitare, ma in questo film sembra una quarantenne che cerca di fare la ventenne. trucco sbagliato, vestiti larghi che la ingrassano, acconciatura banale. Mah.
Per il resto il film ha una buona trama, le musiche nella prima parte del film sono estremamente centrate, creano atmosfera e danno ritmo al procedere della storia. Inoltre ho trovato le inquadrature nell'aula del tribunale molto efficaci, col testimone che da le spalle alla camera e l'inquadratura che ci accoglie all'interno del processo: sembra di stare davvero lì, aiuta l'immedesimazione.
Già dall'inizio sappiamo che Douglas è colpevole, ma non sappiamo che ci sarà un colpo di scena finale che cambierà le carte in tavola. Trovata interessante, forse nel finale del finale avrebbe reso più reale la scena qualche 'incazzatura' in più, ma comunque sono rimasto sorpreso dalla piega che prende la storia e non mi aspettavo.
Tutto sommato è decisamente godibile!
Consigli: La parte in aula è poca e il processo veloce. Per chi ama i film di questo genere, forse, è meglio saperlo!
Parola chiave: Il procuratore falsifica le prove!
Ric
Film 7: "Un alibi perfetto" (2009) di Peter Hyams
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Al mio terzo film che inizia per "u" posso dire di aver toccato le 3 categorie fondamentali: bello, normale, brutto. Questo è quello normale. Mi è piaciuto, sapevo che non sarebbe stato certo un capolavoro illuminante, però non è per niente malvagio.
Alcune considerazioni negative. Innanzitutto odio quando il titolo del remake è identico a quello originale. Quindi se quello del '56 si intitolava "L'alibi era perfetto", questo lo potevamo chiamare anche in un altro modo. Anche perchè un film è sempre diverso da un altro, quindi non ha senso che abbiano lo stesso titolo (questo vale soprattutto per la versione americana). Ma già ieri le mie considerazioni sugli aberranti titoli italiani le ho esplicitate. Altro aspetto negativo direi il doppiaggio. Teoricamente, da quanto ho potuto capire, questo è un film low budget che in America non ha racimolato nemmeno un milione di dollari al box office. Non me ne stupisco visto i protagonisti sconosciuti ai più (Jesse Metcalfe è più che altro famoso per il suo sedere, anche se di fisico si è decisamente appesantito rispetto agli albori) e un Michael Douglas che - da anni - ha sempre la stessa espressione... Ma cosa c'entra il doppiaggio? A) Le voci non sono quelle solite (di nessuno dei 3) B) Le voci non si addicono alle facce e ai personaggi (a mio avviso una voce più acerba a Metcalfe avrebbe reso meglio, sembra un 17enne con problemi ormonali). Immagino che per un film di basso richiamo - e quindi basso budget promozionale - non siano troppo rilevanti queste questioni, ma la cosa all'inizio mi ha disorientato e infastidito. Ancora: certi punti della trama forse erano evitabili. Come l'inseguimento in macchina che termina con l'esplosione (un po' forzata, dato che non per forza una macchina tamponata perde benzina a litri per tutto il marciapiede) o la scena - classica - del parcheggio vuoto, dove la ragazza dietro ad una colonna gioca a nascondino con il sicario del procuratore che la vuole investire (ho riso molto però!). Infine trovo ridicole certe affermazioni sulla bellezza di Amber Tamblyn. Non è una brutta ragazza e non se la cava male a recitare, ma in questo film sembra una quarantenne che cerca di fare la ventenne. trucco sbagliato, vestiti larghi che la ingrassano, acconciatura banale. Mah.
Per il resto il film ha una buona trama, le musiche nella prima parte del film sono estremamente centrate, creano atmosfera e danno ritmo al procedere della storia. Inoltre ho trovato le inquadrature nell'aula del tribunale molto efficaci, col testimone che da le spalle alla camera e l'inquadratura che ci accoglie all'interno del processo: sembra di stare davvero lì, aiuta l'immedesimazione.
Già dall'inizio sappiamo che Douglas è colpevole, ma non sappiamo che ci sarà un colpo di scena finale che cambierà le carte in tavola. Trovata interessante, forse nel finale del finale avrebbe reso più reale la scena qualche 'incazzatura' in più, ma comunque sono rimasto sorpreso dalla piega che prende la storia e non mi aspettavo.
Tutto sommato è decisamente godibile!
Consigli: La parte in aula è poca e il processo veloce. Per chi ama i film di questo genere, forse, è meglio saperlo!
Parola chiave: Il procuratore falsifica le prove!
Ric
Etichette:
amber tamblyn,
aula,
avvocato,
Beyond a Reasonable Doubt,
crimine,
desperate housewives,
jesse metcalfe,
michael douglas,
processo,
remake,
thriller,
un alibi perfetto
Film 6 - Un amore all'improvviso
Ho dovuto finire quanto avevo iniziato ieri. Ho provato con un altro film (con protagonisti delle cavie... ma cosa cavolo mi era venuto in mente?!), ma non l'ho nemmeno finito... Così ho ripreso da dove avevo lasciato.
Film 6: "Un amore all'improvviso" (2009) di Robert Schwentke
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Vogliamo partire dal fatto che questo film avrebbe totalmente un altro titolo?! "The time traveler's wife" tradotto come "Un amore all'improvviso" mi pare la solita cagata italiana che non solo non aiuta a rappresentare il film, ma fa si che lo si cataloghi come commediola romantica di basso spessore. Ecco, a me questo manda in bestia. Tra l'altro se il libro da cui l'hanno tratto in italiano si intitola: "La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo", perchè mai cambiare con una tale banalità?
Comunque il film in realtà è un polpettone drammatico a mio avviso alquanto complesso. Preferivo Rachel McAdams quando si dedicava a fare la puttanella vendicativa di "Mean girls". Qui è tutta una romanticheria zuccherosa, lei che ama lui dal giorno che l'ha conosciuto, lui che un po' pedofilo ama lei da quando la incontra in un suo viaggio nel tempo. E l'idea non sarebbe neanche tanto malvagia. Peccato che poi non succede altro nel film. Lui viaggia, viaggia sempre, viaggia solo. E capisco che è l'elemento chiave, ma si poteva dare un po' di brio alla cosa... E invece è tutto molto confuso, la sceneggiatura è intricatissima, con salti temporali al limite dell'assurdo in una trama già assurda di per sé (vedi lui che, già morto, torna a far visita a moglie e figlia).
Non posso dire onestamente che il film mi sia piaciuto, l'ho trovato noioso in tantissimi passaggi, accompagnato da una musica di una lagna infinita. Ci sono drammi d'amore fatti bene, per carità, ma qui c'è - purtroppo - moltissimo de "La casa sul lago del tempo" (film a mio avviso orrendo) e pochissima passione dirompente. Mi aspettavo scintille da un amore che può superare le barriere temporali e, invece, è tutto sempre un sussurro, un delicato accenno, una stucchevole frase.
Tra l'altro è poco contestualizzato, lei fa l'artista, ma della sua carriera si segue solo un brevissimo passaggio. Lui viene spacciato ai conoscenti come bibliotecario, ma è ovvio che non possa praticare nessun lavoro. Quindi ...vince al lotto 5 milioni di dollari prendendo i numeri dal futuro! Ma come questi riescano a durare una vita (considerando il tenore familiare) mi rimane come dubbio...
Per non demonizzare totalmente il film, una nota positiva: Eric Bana. E ho detto tutto.
Consigli: Evitare accuratamente se non desiderosi di amore talmente sdoganato in qualsiasi melensa forma da risultare banalizzato.
Parola chiave: (sempre e solo) Viaggio nel tempo con Eric Bana nudo.
Ric
Film 6: "Un amore all'improvviso" (2009) di Robert Schwentke
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Vogliamo partire dal fatto che questo film avrebbe totalmente un altro titolo?! "The time traveler's wife" tradotto come "Un amore all'improvviso" mi pare la solita cagata italiana che non solo non aiuta a rappresentare il film, ma fa si che lo si cataloghi come commediola romantica di basso spessore. Ecco, a me questo manda in bestia. Tra l'altro se il libro da cui l'hanno tratto in italiano si intitola: "La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo", perchè mai cambiare con una tale banalità?
Comunque il film in realtà è un polpettone drammatico a mio avviso alquanto complesso. Preferivo Rachel McAdams quando si dedicava a fare la puttanella vendicativa di "Mean girls". Qui è tutta una romanticheria zuccherosa, lei che ama lui dal giorno che l'ha conosciuto, lui che un po' pedofilo ama lei da quando la incontra in un suo viaggio nel tempo. E l'idea non sarebbe neanche tanto malvagia. Peccato che poi non succede altro nel film. Lui viaggia, viaggia sempre, viaggia solo. E capisco che è l'elemento chiave, ma si poteva dare un po' di brio alla cosa... E invece è tutto molto confuso, la sceneggiatura è intricatissima, con salti temporali al limite dell'assurdo in una trama già assurda di per sé (vedi lui che, già morto, torna a far visita a moglie e figlia).
Non posso dire onestamente che il film mi sia piaciuto, l'ho trovato noioso in tantissimi passaggi, accompagnato da una musica di una lagna infinita. Ci sono drammi d'amore fatti bene, per carità, ma qui c'è - purtroppo - moltissimo de "La casa sul lago del tempo" (film a mio avviso orrendo) e pochissima passione dirompente. Mi aspettavo scintille da un amore che può superare le barriere temporali e, invece, è tutto sempre un sussurro, un delicato accenno, una stucchevole frase.
Tra l'altro è poco contestualizzato, lei fa l'artista, ma della sua carriera si segue solo un brevissimo passaggio. Lui viene spacciato ai conoscenti come bibliotecario, ma è ovvio che non possa praticare nessun lavoro. Quindi ...vince al lotto 5 milioni di dollari prendendo i numeri dal futuro! Ma come questi riescano a durare una vita (considerando il tenore familiare) mi rimane come dubbio...
Per non demonizzare totalmente il film, una nota positiva: Eric Bana. E ho detto tutto.
Consigli: Evitare accuratamente se non desiderosi di amore talmente sdoganato in qualsiasi melensa forma da risultare banalizzato.
Parola chiave: (sempre e solo) Viaggio nel tempo con Eric Bana nudo.
Ric
sabato 14 novembre 2009
Film 5 - Up
Questa settimana è stata lunga e non sempre facile. Anche oggi avevo bisogno di qualcosa che mi facesse sorridere e mi tirasse su il morale. Ho iniziato a vedere "Un amore all'improvviso", ma non mi soddisfaceva del tutto. Così quando è arrivato Ale ne ho approfittato per metterlo in pausa (in realtà per la seconda volta) e cominciare qualcos'altro...
Film 5: "Up" (2009) di Pete Docter, Bob Peterson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Ale
Pensieri: Cosa rende speciale Carl Fredricksen? Che è burbero, ma non antipatico. Tenero, ma non sdolcinato. Fragile, ma indistruttibile. Ti commuovi per la storia della sua vita, per il suo amore incondizionato verso la moglie e il suo grande sogno. E realizzarlo non sarà facile! Ma Carl ha un alleato fantastico: Russell. Il bambino cicciottello che per guadagnarsi una medaglia per aver aiutato un anziano si ritrova coinvolto nell'avventura di dell'anziano protagonista.
Cavoli, questo film è proprio ben fatto, suscita emozioni da dramma e sfodera battute da commedia come se niente fosse. Pensavo esagerassero con le recensioni, ma vale proprio la pena di vederlo. Solo per assistere al librarsi in aria dei palloncini al momento del decollo: magico.
La grafica è stupenda, realizzato davvero bene. Credo che i 175 milioni di dollari di budget siano stati intelligentemente spesi!
Scommetto 2 cose: vincerà l'Oscar 2010 come miglior film d'animazione e riceverà la nomination come miglior film (fino ad ora l'unico cartone a ricevere la nomination per miglior film è stato "La bella e la bestia", ma dalla prossima edizione la categoria miglior film avrà un totale di 10 nomination - non più 5 - e quindi aumenteranno le possibilità di ricevere la candidatura).
Film 5 - Up
Film 801 - Up
Film 2003 - Up
Consigli: E' terapeutico per qualsiasi umore. Stupisce per l'idea e la bellissima realizzazione; diverte per le gag; commuove per la storia d'amore; esalta per l'avventura; colpisce per l'originalità. Di più non si può volere!
Parola chiave: Beccaccino
#HollywoodCiak
Bengi
Film 5: "Up" (2009) di Pete Docter, Bob Peterson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Ale
Pensieri: Cosa rende speciale Carl Fredricksen? Che è burbero, ma non antipatico. Tenero, ma non sdolcinato. Fragile, ma indistruttibile. Ti commuovi per la storia della sua vita, per il suo amore incondizionato verso la moglie e il suo grande sogno. E realizzarlo non sarà facile! Ma Carl ha un alleato fantastico: Russell. Il bambino cicciottello che per guadagnarsi una medaglia per aver aiutato un anziano si ritrova coinvolto nell'avventura di dell'anziano protagonista.
Cavoli, questo film è proprio ben fatto, suscita emozioni da dramma e sfodera battute da commedia come se niente fosse. Pensavo esagerassero con le recensioni, ma vale proprio la pena di vederlo. Solo per assistere al librarsi in aria dei palloncini al momento del decollo: magico.
La grafica è stupenda, realizzato davvero bene. Credo che i 175 milioni di dollari di budget siano stati intelligentemente spesi!
Scommetto 2 cose: vincerà l'Oscar 2010 come miglior film d'animazione e riceverà la nomination come miglior film (fino ad ora l'unico cartone a ricevere la nomination per miglior film è stato "La bella e la bestia", ma dalla prossima edizione la categoria miglior film avrà un totale di 10 nomination - non più 5 - e quindi aumenteranno le possibilità di ricevere la candidatura).
Film 5 - Up
Film 801 - Up
Film 2003 - Up
Consigli: E' terapeutico per qualsiasi umore. Stupisce per l'idea e la bellissima realizzazione; diverte per le gag; commuove per la storia d'amore; esalta per l'avventura; colpisce per l'originalità. Di più non si può volere!
Parola chiave: Beccaccino
#HollywoodCiak
Bengi
Etichette:
ale,
amicizia,
avventura,
beccaccino,
cartoon,
Cascate Paradiso,
Christopher Plummer,
Delroy Lindo,
disney,
Edward Asner,
film d'animazione,
Oscars,
palloncini,
pixar,
terza età,
up
Iscriviti a:
Post (Atom)