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martedì 23 marzo 2021

Film 1973 - Broken Law

Intro: E cominciamo con la lista di film che sto guardando per il corso di Screenwriting che sto seguendo. Ogni settimana il prof ci chiede di vedere vari film e serie tv e di leggere alcune sceneggiature. Questa è la prima pellicola che ho guardato e analizzato per il modulo di sceneggiatura.
Film 1973: "Broken Law" (2020) di Paddy Slattery
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non posso dire di aver adorato questo film anche se, in ogni caso, non è malvagio. Semplicemente non è troppo il mio genere.
Per essere il prodotto di un crowd-funding - per cui mi immagino un budget limitato - il risultato finale in termini tecnici è decisamente buono e non mancano scene d'azione efficaci; però, di nuovo, in generale i temi portanti di "Broken Law" - crimine, rapporto famigliare, giustizia, violenza - non solo quelli che cerco solitamente in un film.
Qui di seguito parte della riflessione richiesta dal prof sulla pellicola:

Dave Connolly (Tristan Heanue) is the protagonist of the story. He wants to be a good policeman as his father was (or at least that's what he was drawn to think). So, in a way, he wants to live up to the idea he has of his father: being a good policeman, committed to his job, steady life, be there for his mum (since his brother is unreliable).
At the same time Dave wants to be - or at least he feels like he has to behave - the very opposite way his stray brother (Graham Earley) does. 

Cast: Tristan Heanue, Graham Earley, John Connors, Gemma-Leah Devereux, Ally Ní Chiaráin, Gary Lydon, Ryan Lincoln.
Box Office: $69,024
Vale o non vale: Se cercate una pellicola veloce e dal ritmo sufficientemente serrato che metta in scena una certa dose di background irlandese e allo stesso tempo cerchi di mantenere un certo standard hollywoodiano, avete trovato quello che fa per voi. Non un capolavoro, ma il risultato finale è conforme alle aspettative create dal trailer.
Premi: /
Parola chiave: Soldi.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 20 maggio 2019

Film 1589 - Father Figures

Intro: Continua la lista di film orrendi...
Film 1589: "Father Figures" (2017) di Lawrence Sher
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: non ricordavo nemmeno di averlo visto. Credo che questo riassuma alla perfezione cosa io possa pensare di "Father Figures".
Cast: Owen Wilson, Ed Helms, J. K. Simmons, Katt Williams, Terry Bradshaw, Ving Rhames, Harry Shearer, June Squibb, Christopher Walken, Glenn Close.
Box Office: $25.6 milioni
Vale o non vale: In questo film ci sono 2 premi Oscar e altri 3 candidati all'Oscar. Che cast sprecato. Tra tutte le commedie stupide che ho visto, di certo questa non funziona.
Premi: /
Parola chiave: Viaggio.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 26 marzo 2018

Film 1480 - Labyrinth

Intro: Lo avevo visto da ragazzo e ricordavo cose belle. Al contempo ricordavo cose sbagliate.

Film 1480: "Labyrinth" (1986) di Jim Henson
Visto: dall'iPad
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: nutro un sentimento ambivalente nei confronti di questo titolo. Da una parte è evidente uno sforzo artistico gigantesco, che parte da una manualità che abbraccia set e personaggi e passa per effetti speciali all’avanguardia per l’epoca e un protagonista a dir poco di grido; dall’altra il ritmo è moscio e sono evidenti i problemi legati all’interagire tra umani e pupazzi, tanto da far risultare certe scene ridicole. Dunque comprendo l’esigenza di far collaborare due realtà complicate in un’epoca ancora priva quasi totalmente del rimaneggio computeresco, ma allo stesso tempo ho trovato “Labyrinth” noiosamente autoreferenziale;
Bowie è uno spettacolo in calzamaglia, entra in scena schizzando glitter, ha una voce suadente e perseguita una ragazzina a cui vuole rubare il fratellino… una vera canaglia (quasi) en travesti. L’ho amato. Stucchevole Jennifer Connely, ma la colpa non è sua. Il resto dei personaggi – tutti pupazzi – mi hanno dato solo la sensazione di essere maledettamente polverosi;
non mancano le trovate geniali. Quella che ho preferito vede la giovane protagonista precipitare per una sorta di pozzo nella cui cavità sono presenti centinaia di mani che la sorreggono e, per parlare con lei, usano le dita per creare volti ed espressioni. Affascinante.
Cast: David Bowie, Jennifer Connelly, Frank Oz.
Box Office: $12.9 milioni (solo USA)
Vale o non vale: per gli adulti non è certo un gran passatempo. Piacerà ai nostalgici e, forse, ai bambini.
Premi: Candidato a 1 BAFTA per i Migliori effetti speciali
Parola chiave: Fratello.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 22 novembre 2017

Film 1441 - Friday the 13th

La scelta più facile per una serata in compagnia? L'horror. Quello truce, ovviamente.

Film 1441: "Friday the 13th" (2009) di Marcus Nispel
Visto: dalla tv di Christian
Lingua: inglese
Compagnia: Christian
Pensieri: Brutto ma non godibile, banale e nemmeno divertente, questo "Friday the 13th" è semplicemente un prodotto privo di alcuna creatività e - ce lo aspettavamo - di una qualsivoglia linea narrativa. La storia è talmente prevedibile che si possono tranquillamente predire gli eventi della trama a film appena cominciato, per non parlare dell'ordine di morte delle povere vittime sacrificali di un Jason Voorhees veramente fuori forma. A niente serve mostrare le ben 3 paia di capezzoli durante la tediosa visione, totalmente inefficaci le "trovate" da macello e sbudello perché davvero il risultato finale è qualcosa di tremendo. Non che pretendessi un capolavoro, ma certamente qualcosa di meno insipido e mal costruito, quello sì.
Cast: Jared Padalecki, Danielle Panabaker, Aaron Yoo, Amanda Righetti, Travis Van Winkle, Derek Mears, Ben Feldman, Arlen Escarpeta.
Box Office: $92.7 milioni
Consigli: Effetti speciali imbarazzanti, una sceneggiatura fantasiosa e imprevedibile quanto un episodio qualunque di "Un posto al sole", un gruppo di protagonisti totalmente dimenticabili capitanati dall'unico volto noto e non particolarmente espressivo di Jared Padalecki ("Una mamma per amica", "Supernatural"), il tutto per un prodotto dell'orrore che spaventa poco e più che altro tenta di regalare al pubblico l'esperienza della carneficina. Tra tutti i prodotti horror che esistono al giorno d'oggi recuperare questo film non ha davvero alcun senso.
Parola chiave: Sorella.

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Bengi

giovedì 12 ottobre 2017

Film 1419 - The Boss Baby

Ultimo film della traversata transoceanica - in realtà ho cominciato "Snatched" con Amy Schumer e Goldie Hawn ma non ho fatto in tempo a finirlo -, questa volta ho voluto puntare su qualcosa che non dico fossi certo mi sarebbe piaciuto, ma quanto meno sembrasse avere buone potenzialità.

Film 1419: "The Boss Baby" (2017) di Tom McGrath
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: E alla fine, dopo solamente 1 tentativo su 4 soddisfacente, sono riuscito a trovare una pellicola divertente, leggera, spassosa. Ci voleva un cartone animato per ritrovare la spensieratezza fresca e senza pretese, la battuta facile ma efficace, insomma il buon umore. Dopo titoli particolarmente pesanti e cupi - di cui uno proprio brutto - con "The Boss Baby" devo dire di aver passato una piacevolissima ora e mezza di rilassante e sciocco intrattenimento senza pretese. Sì perché, parliamoci chiaro, non si tratta certo di un prodotto per palati raffinati. Siamo lontanissimi dalla qualità cui Pixar o Disney ci hanno abituato, eppure nel marasma di titoli in catalogo, questo è stato sicuramente uno dei più efficaci rispetto alle mie aspettative e necessità da viaggio. Insomma, dovevo tenere la mente occupata per ancora qualche ora e sicuramente con questo film ci sono riuscito egregiamente!
Ps. Ovviamente il sequel è già in cantiere e l'uscita è prevista per il 26 marzo 2021.
Cast: Alec Baldwin, Steve Buscemi, Miles Bakshi, Jimmy Kimmel, Lisa Kudrow, Tobey Maguire.
Box Office: $498.9 milioni
Consigli: Bebè vs cuccioli, questa è la sfida. Il film gioca con questa semplice opposizione nel tentativo di stabilire non tanto chi sia tra le due parti quella più adorabile e carina, quanto come possa fare la prima a riconquistare lo status di più apprezzata dagli adulti. Per questo motivo una serie di bebè in giacca e cravatta si infiltrano all'interno di ignare famiglie così da poterne studiare dall'interno i meccanismi e trovare il modo per riconquistare lo status perduto.
Come si evince si tratta di una favoletta, una trama facile facile per tutta la famiglia che, in ogni caso, non mancherà di lasciare soddisfatti e divertiti. Da recuperare per una serata adatta a tutte le età.
Parola chiave: "Secret Baby Formula".

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Bengi

mercoledì 16 agosto 2017

Film 1397 - The Edge of Seventeen

Ero curiosissimo di vedere questo film fin da quando furono svelate le candidature ai Golden Globes lo scorso dicembre, ma non ero mai riuscito a trovare un link per lo streaming. Poi, fortunatamente, ce l'ho fatta.

Film 1397: "The Edge of Seventeen" (2016) di Kelly Fremon Craig
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: "The Edge of Seventeen" è un buon prodotto, un titolo che funziona e, pur ricadendo nelle classiche cateogire standard, riesce comunque a distinguersi per alcuni aspetti che lo rendono, di conseguenza, godibile e particolare. Quello su cui mi sento di puntare di più, ovviamente, è la presenza di una brava Hailee Steinfeld, credibile protagonista capace dell'introspezione necessaria alla storia. Parliamo, infatti, di cambiamenti importanti legati al periodo dell'adolescenza, motivo per cui una protagonista non in grado di "garantire" le emozioni necessarie avrebbe completamente rovinato il risultato finale. Senza contare, poi, che la storia non manca di esasperare toni e situazioni, in un crescendo di dramma che, naturalmente, riflette appieno l'approccio teenager ai cambiamenti della vita.
Da questo punto di vista il film mi ha molto ricordato altre pellicole simili, come "Juno" e "Easy Girl", che delle proprie forti e giovani protagoniste femminili fanno eroine moderne, ragazze in grado di affrontare le criticità dell'essere adolescendi - bullismo, solitudine, incapacità di comunicare con i genitori, traumi vari - riuscendo a trovare una via d'uscita personale e funzionale. Anche questo è sicuramente uno dei punti di forza di questa pellicola che, nonostante il finale buonista, regala comununque al suo pubblico un messaggio fatto di matura capacità di relazionarsi agli altri, nonostante tutti gli sbagli che si possano commettere. Del resto se non è durante l'adolescenza che si può commettere qualche errore, quando?
Ps. Candidato ai Golden Globes 2017 per la Miglior attrice protagonista - commedia o musical (Hailee Steinfeld).
Cast: Hailee Steinfeld, Woody Harrelson, Kyra Sedgwick, Haley Lu Richardson, Blake Jenner, Hayden Szeto.
Box Office: $18.8 milioni
Consigli: A volte un po' esagerato, in ogni caso un prodotto piacevole e in definitiva riuscito. Ritrae bene certe problematiche giovanili e fa della sua protagonista un esempio di come la solitudine e la cattiveria altrui possano impattare sulla vita di chiunque, figuriamoci chi ancora adulto non è. Dunque non certo un titolo per ogni occasione, eppure da recuperare (anche in questo periodo di calura e svogliatezza estiva!).
Parola chiave: Messaggio

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Bengi

martedì 23 maggio 2017

Film 1360 - Hell or High Water

Uno degli ultimi due film candidati agli Oscar di quest'anno per il Miglior film che ancora mi mancava. Così, quando Netflix l'ha aggiunto al suo catalogo, ho subito deciso di recuperarlo.

Film 1360: "Hell or High Water" (2016) di David Mackenzie
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Continuo a pensare che il miglior film dell'anno scorso sia stato "Elle", in ogni caso sono rimasto positivamente colpito da questo western on the road moderno che mai mi sarei aspettato sarebbe potuto piacermi. E, invece, ho gradito sia la storia che l'ottimo cast.
Per quella che è stata la mia esperienza di "Hell or High Water" (visione in italiano da pc), la sensazione che ho avuto è che regia e colonna sonora costituiscano l'elemento più riuscito di questo prodotto; insieme, perfettamente intersecate, creano scenari e situazioni riuscendo a legare praterie e sparatorie, inseguimenti e pozzi di petrolio. Questo buon connubio è ciò che più mi ha colpito del film e quello che riesce a creare l'atmosfera e l'immaginario particolare che caratterizza questo prodotto nel suo insieme, rimandandone un'idea compatta e conforme ai generi di appartenenza.
In tutto questo, Jeff Bridges è sempre un grande. Soprattutto nella scena verso la fine, dopo che ha sparato, a mio avviso si capisce quandto l'attore sia in grado di costruire un personaggio sulla base di pochi elementi (mimica e qualche gesto). Davvero magistrale. Chris Pine e Ben Foster fanno bene il loro mestiere e, nell'insieme, nonostante un cast per la maggior parte sconosciuto si può dire che ognuno stia perfettamente al suo posto. E il film funziona anche per questo.
Ps. Candidato a 4 premi Oscar: Miglior film, attore non protagonista (Bridges), sceneggiatura e montaggio.
Cast: Jeff Bridges, Chris Pine, Ben Foster, Gil Birmingham, Katy Mixon.
Box Office: $37.6 milioni
Consigli: Fratelli che diventano rapinatori per mettere insieme un bottino che dia una speranza per il futuro in una realtà che fatica a riconoscere vittorie ai propri protagonisti. Uno scenario amaro, un'umanità non esattamente facile. In mezzo ci sono due Ranger del Texas che sanno il fatto loro e una posta in gioco che diventa più alta man mano che la storia progredisce. Se volete sapere come procede il racconto, non c'è che da scegliere di vedere questo titolo che, assicuro, non deluderà.
Parola chiave: Casinò.

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Bengi

giovedì 1 dicembre 2016

Film 1249 - Scream 3

Halloween casalingo obbligato dall'imminente discussione della tesi, ci siamo dedicati al pseudo horror con momenti di satira teoricamente tagliente per continuare la saga, pur incapaci di trovare il secondo episodio (magicamente apparso su Netflix qualche giorno dopo...).

Film 1249: "Scream 3" (2000) di Wes Craven
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Non che il primo sia perfetto, ma di sicuro ha il suo perché. La saga di "Scream", del resto, ha inaugurato una nuova rotta per il genere horror, mischiando la mera violenza ad una punta humor capace di connotare il prodotto finale in maniera inequivocabile. Qui, giunti al terzo episodio, le cose sono un po' sfuggite di mano...
Sarà che abbiamo saltato il secondo appuntamento, di certo lo stacco tra primo - anche geniale se vogliamo - capitolo e questo "Scream 3" mi ha lasciato vagamente perplesso: come si è riusciti a passare da un horror che prende in giro il suo stesso genere mettendone alla berlina tutti quegli aspetti assurdi, oltre che criticando fortemente l'aggressività dei media, a questo surreale e insipido tentativo di replica della formula originale con, in aggiunta, un ulteriore sconvolgimento delle fantomatiche "regole di gioco"?
Forse schiavi della necessità di far emergere il surreale, la produzione ha in realtà creato essa stessa un prodotto schiacciato dal bisogno di percorrere le stesse tappe che teoricamente ci si propone di sbeffeggiare. Con l'agiunta della mancanza di regole che, in realtà, produce un effetto collaterale tremendo: non potendo conformarsi a niente di già prodotto o visto, si finisce per percorrere strade banali o poco interessanti (il tema del doppio è affrontato in maniera terribile), percorrendo una sorta di labirinto degli orrori del quale non si intravede l'uscita. Anche perché nemmeno il finalone riesce davvero a soddisfare lo spettatore, perplesso dall'impalcatura narrativa messa insieme per rendere accettabile una storia in realtà ormai esaurita da tempo.
Insomma, per quanto sembri sempre necessario concludere un filone arrivando al terzo capitolo, a mio parere di questo numero 3 non c'era alcun bisogno, figuriamoci del 4. "Scream" di per sé è stato un titolo spartiacque nel genere (e sottogeneri vari) dell'horror statunitense. I suoi sequel, invece, mi pare non avessero alcunché da aggiungere.
Film 1123 - Scream
Film 2057 - Scream
Film 2184 - Scream
Film 1249 - Scream 3
Film 326 - Scream 4
Film 2091 - Scream
Film 2178 - Scream
Film 2179 - Scream VI
Cast: David Arquette, Neve Campbell, Courteney Cox Arquette, Patrick Dempsey, Scott Foley, Lance Henriksen, Matt Keeslar, Jenny McCarthy, Emily Mortimer, Parker Posey, Deon Richmond, Patrick Warburton.
Box Office: $161.8 milioni
Consigli: Per carità, si tratta di una pellicola innoqua che sicuramente ha reso felici i fan della serie, ma se si è alla ricerca di un titolo dell'orrore qui siamo decisamente fuori strada. In ogni caso un cast particolarmente ricco di volti noti.
Parola chiave: Fratellastro.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 30 marzo 2012

Film 374 - Shame

Tanto rumore per nulla?


Film 374: "Shame" (2011) di Steve McQueen
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Il commento più abusato e affibbiato a questo film è il seguente: è classico stile McQueen.
Ora, premesso che l'unico Steve McQueen che conoscessi fino a qualche mese fa fosse l'attore di "Papillon" o "La grande fuga", mi pare un tantino prematuro parlare di 'stile McQueen' dato che il regista è qui al suo secondo lungometraggio. Ma poi che cosa mi vorrebbe significare questa asserzione? Avendo come unico campione questo "Shame", posso solo provare a immaginare. Che si tratti di una particolare attenzione per lo sguardo dei suoi protagonisti? O un'irriverenza per le scene di nudo molteplici, esplicite e mai nascoste? Che sia per via dell'atmosfera triste causata dalla lenta agonia dei personaggi disastrati di cui tratta la storia?
Ripeto, io non lo so, però da qui a definire già uno stile peculiare mi pare un attimo troppo presto.
Questa pellicola, tra l'altro, non mi è parso abbia niente di speciale che vada oltre il trattare un argomento che incuriosisce (la vita di un sex addicted) con una fruizione del nudo tanto cruda da essere a volte imbarazzante. Detto ciò, mi pare che "Shame" esaurisca qui i suoi assi nella manica. Non che non sia un prodotto omogeneo o ben realizzato, solo non aggiunge nulla al panorama del cinema indipendente che tratta la solitudine umana in relazione alla necessità di certe persone di cercare il contatto con l'altro a tutti i costi, ma facendolo nella maniera sbagliata.
Due fratelli che si devono voler bene per la natura stessa della loro condizione, l'autodistruzione di una (Carey Mulligan) e la dipendenza dell'altro (Michael Fassbender), una città specchio che riflette ritratti non esattamente lusinghieri. E toccare il fondo una volta non vuol dire che non lo si ritoccherà una seconda...
Più volte mi sono chiesto cosa volesse raccontare McQueen scrivendo una storia come questa, cosa volesse analizzare oltre alla condizione di un uomo che ha tutto nella vita tranne l'autoassoluzione. Non c'è scampo per nessuno e non c'è amore, solo corpi che si uniscono per un istante e poi procedono oltre come se nulla fosse accaduto. E quando si tenta di approfondire la conoscenza con un unico altro soggetto arriva la scure della defaiance che cancella il tentativo riportando la solitudine come unica soluzione.
Va bene, la disillusione può essere una buona arma nella vita, ma non sono sicuro che debba per forza andare a braccetto con l'aridità interiore. Posso immaginare che un personaggio come Brandon Sullivan sia diventato tale per colpa delle circostanze, ma la ricerca per migliorare sé stessi passa anche per l'autoanalisi costruttiva. Cosa c'è di meno costruttivo del buttarsi via, dell'essersi arresi ad una realtà tanto squallida da essere desolante? Pare, in definitiva, che non ci sia alcuna speranza.
Spero che tutto questo non faccia parte di quello 'stile McQueen' citato dai più e che, invece, il regista-scrittore sappia indagare anche altri meandri della condizione umana che vadano oltre il facile racconto dell'umanità spezzata dalle circostanze e modellata a condurre una vita che è solo sopravvivenza.
Coppa Volpi a Venezia per il miglior attore e nomination ai Golden Globes per Fassbender.
Consigli: Pellicola su cui è circolata numerosa curiosità. Vale a metà. Bellissimo il momento canoro in cui la Mulligan interpreta una versione lenta di "New York Nwe York".
Parola chiave: Solitudine.

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Ric

domenica 27 febbraio 2011

Film 223 - The Fighter

In questa settimana silenziosa non ho perso la parola, ma semplicemente avuto un calo di ispirazione. Sette giorni intensi sono stati, vediamo di uscire dal buco nero. Dopo qualche delusione sentimentale, un concerto di Katy Perry, una riunione per un video, la solita serata discotecara, la cena insalata+film e la festa di compleanno, direi che devo uscire dal calo di concentrazione. Ripartiamo con un film di due settimane fa...


Film 223: "The Fighter" (2010) di David O. Russell
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: inglese
Compagnia: Andrea, Marco, Andrea Puffo, Marco C.
Pensieri: Questa pellicola è stata tosta. Non per le tematiche in sé, quanto più per il fatto che ci siamo sorbiti un film di 115 minuti sulla boxe in inglese e senza sottotitoli. Siamo sopravvissuti, per carità, ma devo ammettere che un momento di cedimento l'ho avuto, nonostante desiderassi moltissimo vedere questo "The Fighter". Eh già, perchè oltre ad aver vinto due Golden Globes (migliori attori non protagonisti), il film ha racimolato $85,632,024 di incasso e 7 nomination all'Oscar (che, a proposito, sarà stasera!).
Dunque sveliamo subito l'arcano: no, non posso considerare nemmeno questo come il miglior film dell'anno. Non mi è dispiaciuto (per quello che ho capito), ma non mi è nemmeno stra-piaciuto. L'unico riferimento ben saldo nella mia mente riguardo a film sulla boxe è ancora legato a quel "Million Dollar Baby" del Sig. Eastwood (fatico di più a ricordare "The Wrestler", forse distratto dal ricordo dei lineamenti di Rourke...) e, sinceramente, il confronto non regge. Meno poesia, più vita vera tolgono una certa dose di 'magia' che al film con la Swank non manca.
Di fatto, concedetemelo, il fatto stesso che sia una sceneggiatura basata su una storia vera penalizza un po'. Se non si vuole uscire troppo dal tracciato originale, ci si attiene ai fatti. E, sebbene io i fatti precisi non li conosca, posso dirvi che quelli raccontati in questo film non sono niente di che. Niente di mai visto, quantomeno.
La pellicola, infatti, vale principalmente per gli attori piuttosto capaci. Non a caso sono tutti e 4 candidati all'Oscar (Mark Wahlberg in effetti è candidato nella categoria miglior film in quanto produttore di "The Fighter"): Melissa Leo, Christian Bale e Amy Adams si contenderanno i premi come non protagonisti e, probabilmente, due di loro vinceranno. Davvero notevoli, bisogna ammetterlo, le loro interpretazioni. In particolare Leo e Bale risultano piuttosto ispirati (oltre che i favoriti trionfatori) e giocano al meglio le loro carte nei panni di, rispettivamente, madre-manager e fratello-allenatore-tossico della giovane promessa del pugilato Micky Ward/Wahlberg.
Bene anche la fotografia di Hoyte Van Hoytema, belle le riprese in mezzo al ring, ma banale il rallenty del pugno con sputo sferrato da Micky all'avversario.
Curioso, infine, che proprio Darren Aronofsky sia produttore esecutivo di questo film, diretto rivale del suo molto ben riuscito "Black Swan". Staremo a vedere chi, questa notte, trionferà nell'83esima edizione degli Academy Awards...
Buona visione!
Consigli: Visto il numero decisamente abbondante di termini tecnici sulla boxe, o siete ben aggiornati a riguardo o vi procurate la versione sottotitolata. In Italia esce il 4 marzo.

Parola chiave: Riscatto.



Ric