Kenneth "Ken" Loach (born 17 June 1936) is an English film and television director. He is known for his naturalistic, social realist directing style and for his socialist ideals, which are evident in his film treatment of social issues such as homelessness (Cathy Come Home, 1966) and labour rights (Riff-Raff, 1991, and The Navigators, 2001).
Loach's film Kes (1969) was voted the 7th greatest British film of the 20th century in a poll by the British Film Institute. Two of his films, The Wind That Shakes the Barley (2006) and I, Daniel Blake (2016) received the Palme d'Or at the Cannes Film Festival, making him the ninth filmmaker to win the prestigious award twice.
Kenneth "Ken" Loach (Nuneaton, 17 giugno 1936) è un regista cinematografico britannico.
Politicamente impegnato, sostenitore dell'ideologia socialista, ha fatto parte della corrente artistica inglese del Free cinema (i cui leader erano registi come Lindsay Anderson, Karel Reisz, Joseph Losey e Tony Richardson), con film come Poor Cow e Kes. Tra i vari premi ricevuti meritano di essere ricordati le due Palme d'oro vinte al Festival di Cannes nel 2006, per Il vento che accarezza l'erba, e nel 2016 con I, Daniel Blake, il Pardo d'onore al Festival di Locarno nel 2003 e il Leone d'oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia nel 1994. È padre del regista Jim Loach.
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sabato 18 giugno 2016
venerdì 17 giugno 2016
Film 1162 - La pazza gioia
Curiosissimi di vedere questo titolo italiano, ci siamo imposti di non farcelo scappare. E così è stato!
Film 1162: "La pazza gioia" (2016) di Paolo Virzì
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Tutti pazzi de "La pazza gioia"! Ok, battuta assolutamente scontata, ma non sono riuscito a trattenermi.
Nonostante la banalità, la frase riassume comunque l'idea che mi ha lasciato questa pellicola italiana, ottimo esempio di cinema nostrano vitale, impegnato e ben realizzato, capace di costruire un'intera storia incentrata non solo su due donne, ma anche due personaggi in evidente, totale difficoltà.
La scoperta di un'amicizia tra queste due "Thelma & Louise" moderne è un processo lento e appassionante, marcato da non poche difficioltà personali ed esterne, vera e propria conquista che somma numerose esperienze - tra cui anche quella on the road - e regala allo spettatore non solo il racconto della malattia mentale, ma anche una vera e propria avventura spesso disarmante, spesso divertente, per un risultato finale che è davvero pulsante e carico di significato.
Non so se mi sono lasciato coinvolgere dal tema o dall'evidente bravura di Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, sta di fatto che, pur con i suoi difetti, questo film mi pare riesca a fare centro nel cuore dello spettatore, bilanciando bene la dura realtà di noi "normali", con il racconto alternativo delle due donne, fatto del loro modo di vivere e reagire alla loro condizione e del momento di fuga e riscatto. C'è un certo miscuglio di follia e genialità, garbata e pungente.
Ecco, dunque, che non mi pare serva aggiungere altro se non che "La pazza gioia" è un buon film, perfetto per questo momento intermedio di fine primavera in cui siamo tutti un po' più stanchi e folli dopo le restrizioni invernali e, tuttavia, ancora non possiamo godere dell'evasione estiva. Vorremmo scappare e attendiamo di farlo, proprio come le due protagoniste. Verso una qualche follia estiva? Quello sta a ognuno di noi deciderlo.
Cast: Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti, Tommaso Ragno, Bob Messini, Bobo Rondelli, Anna Galiena.
Box Office: € 5.176.096 (ad oggi in Italia)
Consigli: Certi toni da commedia, ma non una storia facile. "La pazza gioia" si intrattiene sul labilissimo confine dello scherziamoci su riferito a temi e situazioni particolarmente delicate - disturbi mentali, suicidio, depressione, adozione - e ne esce vincente grazie a una bilanciata dose di ironia, realismo e bravura (di Bruni Tedeschi e Ramazzotti). Virzì, insomma, promette e non delude. Da vedere.
Parola chiave: Elia.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1162: "La pazza gioia" (2016) di Paolo Virzì
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Tutti pazzi de "La pazza gioia"! Ok, battuta assolutamente scontata, ma non sono riuscito a trattenermi.
Nonostante la banalità, la frase riassume comunque l'idea che mi ha lasciato questa pellicola italiana, ottimo esempio di cinema nostrano vitale, impegnato e ben realizzato, capace di costruire un'intera storia incentrata non solo su due donne, ma anche due personaggi in evidente, totale difficoltà.
La scoperta di un'amicizia tra queste due "Thelma & Louise" moderne è un processo lento e appassionante, marcato da non poche difficioltà personali ed esterne, vera e propria conquista che somma numerose esperienze - tra cui anche quella on the road - e regala allo spettatore non solo il racconto della malattia mentale, ma anche una vera e propria avventura spesso disarmante, spesso divertente, per un risultato finale che è davvero pulsante e carico di significato.
Non so se mi sono lasciato coinvolgere dal tema o dall'evidente bravura di Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, sta di fatto che, pur con i suoi difetti, questo film mi pare riesca a fare centro nel cuore dello spettatore, bilanciando bene la dura realtà di noi "normali", con il racconto alternativo delle due donne, fatto del loro modo di vivere e reagire alla loro condizione e del momento di fuga e riscatto. C'è un certo miscuglio di follia e genialità, garbata e pungente.
Ecco, dunque, che non mi pare serva aggiungere altro se non che "La pazza gioia" è un buon film, perfetto per questo momento intermedio di fine primavera in cui siamo tutti un po' più stanchi e folli dopo le restrizioni invernali e, tuttavia, ancora non possiamo godere dell'evasione estiva. Vorremmo scappare e attendiamo di farlo, proprio come le due protagoniste. Verso una qualche follia estiva? Quello sta a ognuno di noi deciderlo.
Cast: Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti, Tommaso Ragno, Bob Messini, Bobo Rondelli, Anna Galiena.
Box Office: € 5.176.096 (ad oggi in Italia)
Consigli: Certi toni da commedia, ma non una storia facile. "La pazza gioia" si intrattiene sul labilissimo confine dello scherziamoci su riferito a temi e situazioni particolarmente delicate - disturbi mentali, suicidio, depressione, adozione - e ne esce vincente grazie a una bilanciata dose di ironia, realismo e bravura (di Bruni Tedeschi e Ramazzotti). Virzì, insomma, promette e non delude. Da vedere.
Parola chiave: Elia.
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giovedì 16 giugno 2016
Film 1161 - Burlesque
Eh lo so... (ma almeno questa volta l'ho visto in inglese!)
Film 1161: "Burlesque" (2010) di Steve Antin
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sento già i commenti: «Seriously?!»
«Ma che davero?!»
«ANCORA?!?!»
Ebben sì, lo ammetto, ho rivisto "Burleque" per tipo la 900esima volta, ma non so cosa farci: è talmente kitsch, talmente chiassoso, sbrillucciocoso, ricolmo di stereotipi e canzoni orecchiabili, omosessualità e soprattutto Cher, che mi piace sempre da impazzire. So che si tratta di una grandissima boiata, un prodotto mediocre che tenta di venderci una Christina Aguilera sprovveduta, amorevole, ragazzina di campagna in cerca del successo (ma con la paura di raggiungerlo) e che si tratta solo di un'operazione commerciale - perché l'Aguilera tutto è, tranne che amorevole. E sprovveduta -, però non ci posso fare niente, questa pellicola mi tira su di morale quando ho bisogno di qualcosa di semplice, spensierato, positivo.
Ecco perché ho rivisto questo film che, dopotutto, qualche pregio ce l'ha. Innanzitutto rispolverare la mitica Cher, che sì, è sciolta quanto una colonna di marmo, ma è pur sempre una star globale dagli innumerevoli successi in molteplici campi e resiste sulla cresta dell'onda da oltre 60 anni. Anche solo per questo, grazie Steve Antin.
Poi si tratta di una sorta di omaggio al musical, quasi una dichiarazione d'amore che non sarà un capolavoro, ma vista in quest'ottica è comunque un'operazione apprezzabile in grado di solleticare un certo effetto nostalgia. Inoltre fotografia e scenegorafie sono ben curate, il cast è ricco e le canzoni non male, per cui il risultato finale sarà artificiale, ma non peggiore di altri.
Ps. Candidato a 3 Golden Globe, ha vinto quello per la Miglior canzone originale (per "You Haven't Seen The Last of Me", scritta da Diane Warren e cantata da Cher).
Film 209 - Burlesque
Film 226 - Burlesque
Film 251 - Burlesque
Film 376 - Burlesque
Film 1161 - Burlesque
Film 1643 - Burlesque
Film 2253 - Burlesque
Cast: Cher, Christina Aguilera, Cam Gigandet, Kristen Bell, Stanley Tucci, Eric Dane, Julianne Hough, Alan Cumming, Peter Gallagher, Dianna Agron, James Brolin.
Box Office: $89,519,773
Consigli: All'ennesima visione per me è un po' come tornare a casa. Lo lego in particolare a un episodio della mia vita in cui sono stato felice, quindi per me ha questo di valore aggiunto. Capisco che non sia un titolo di particolare spessore e mi rendo conto che la mia motivazione personale mi spinga a una considerazione favorevole di questo prodotto che è valida solo per me, ma in generale non credo sia un titolo così malvagio. C'è molta musica e molti numeri musicali: per chi gradisce può essere un film di buon intrattenimento.
Parola chiave: Talento.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1161: "Burlesque" (2010) di Steve Antin
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sento già i commenti: «Seriously?!»
«Ma che davero?!»
«ANCORA?!?!»
Ebben sì, lo ammetto, ho rivisto "Burleque" per tipo la 900esima volta, ma non so cosa farci: è talmente kitsch, talmente chiassoso, sbrillucciocoso, ricolmo di stereotipi e canzoni orecchiabili, omosessualità e soprattutto Cher, che mi piace sempre da impazzire. So che si tratta di una grandissima boiata, un prodotto mediocre che tenta di venderci una Christina Aguilera sprovveduta, amorevole, ragazzina di campagna in cerca del successo (ma con la paura di raggiungerlo) e che si tratta solo di un'operazione commerciale - perché l'Aguilera tutto è, tranne che amorevole. E sprovveduta -, però non ci posso fare niente, questa pellicola mi tira su di morale quando ho bisogno di qualcosa di semplice, spensierato, positivo.
Ecco perché ho rivisto questo film che, dopotutto, qualche pregio ce l'ha. Innanzitutto rispolverare la mitica Cher, che sì, è sciolta quanto una colonna di marmo, ma è pur sempre una star globale dagli innumerevoli successi in molteplici campi e resiste sulla cresta dell'onda da oltre 60 anni. Anche solo per questo, grazie Steve Antin.
Poi si tratta di una sorta di omaggio al musical, quasi una dichiarazione d'amore che non sarà un capolavoro, ma vista in quest'ottica è comunque un'operazione apprezzabile in grado di solleticare un certo effetto nostalgia. Inoltre fotografia e scenegorafie sono ben curate, il cast è ricco e le canzoni non male, per cui il risultato finale sarà artificiale, ma non peggiore di altri.
Ps. Candidato a 3 Golden Globe, ha vinto quello per la Miglior canzone originale (per "You Haven't Seen The Last of Me", scritta da Diane Warren e cantata da Cher).
Film 209 - Burlesque
Film 226 - Burlesque
Film 251 - Burlesque
Film 376 - Burlesque
Film 1161 - Burlesque
Film 1643 - Burlesque
Film 2253 - Burlesque
Cast: Cher, Christina Aguilera, Cam Gigandet, Kristen Bell, Stanley Tucci, Eric Dane, Julianne Hough, Alan Cumming, Peter Gallagher, Dianna Agron, James Brolin.
Box Office: $89,519,773
Consigli: All'ennesima visione per me è un po' come tornare a casa. Lo lego in particolare a un episodio della mia vita in cui sono stato felice, quindi per me ha questo di valore aggiunto. Capisco che non sia un titolo di particolare spessore e mi rendo conto che la mia motivazione personale mi spinga a una considerazione favorevole di questo prodotto che è valida solo per me, ma in generale non credo sia un titolo così malvagio. C'è molta musica e molti numeri musicali: per chi gradisce può essere un film di buon intrattenimento.
Parola chiave: Talento.
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mercoledì 15 giugno 2016
Film 1160 - Money Monster - L'altra faccia del denaro
Il film lo offriva la 3. La curiosità c'era. Dunque non ho esitato e mi sono fiondato al cinema!
Film 1160: "Money Monster - L'altra faccia del denaro" (2016) di Jodie Foster
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Non voglio dire che la carriera come attrice di Jodie Foster sia finita e per questo motivo si sia data alla regia, ma è innegabile che negli ultimi tempi la recitazione non riguardi le sue priorità (l'ultimo ruolo risale al 2013 di "Elysium"). Per quanto riguarda la sedia da direttore di tutta la "baracca", invece, l'impegno si è intensificato: al suo quarto lungometraggio, l'attrice 2 volte premio Oscar di recente ha anche diretto due episodi di "Orange Is the New Black" (per uno dei quali è stata candidata all'Emmy) e uno per "House of Cards". Insomma, mi pare sia più proiettata a stare dietro alla macchina da presa, piuttosto che davanti. Poco male, questo "Money Monster" mi è sembrato un netto miglioramento rispetto al precedente "Mr. Beaver".
Innanzitutto il tema trattato è decisamente più complesso e sfaccettato e presenta una vicenda certamente non facile; in secondo luogo il piglio, la regia e la realizzazione nel complesso di questa pellicola dimostra una maturità e una professionalità diverse rispetto all'ultimo precedente lavoro. Senza contare - ma questo è marginale - che gli attori qui presenti, nelle due figure dei protagonisti, sono di fatto stelle di Hollywood senza se e senza ma, che piacciano o meno: di conseguenza la risonanza mediatica, insieme alla presentazione ufficiale all'ultimo festival di Cannes, ha portato a questo titolo un certo risalto fino ad ora mancato agli appuntamenti da regista della Foster.
Contesto a parte, "Money Monster" vive di un feroce inizio della storia, capace di suscitare non poca suspense che, giocoforza, si perde in un finale che forse chiama in ballo troppe cose rispetto alla linearità narrativa intrapresa. Insieme all'inca***tissimo Jack O'Connell - sempre una valida scelta -, mi ha particolarmente sorpreso scoprire una Julia Roberts davvero in gran forma. Dove Clooney scimmiotta una conduzione volgarotta, veloce e moderna di un programma del mattino incentrato sull'economia, la Roberts risulta particolarmente credibile nel ruolo di regista dello stesso, capace tra l'altro di suscitare le simpatie di un pubblico che forse da un po' troppo aveva dimenticato che anche lei, in fondo, sappia recitare.
Il mix di elementi tirati in ballo qui, comunque, riesce a catturare a sufficienza l'attenzione di chi guarda, pur perdendo un po' di mordente, come si diceva, verso la fine. Quando si capisce chi sia davvero il cattivo della situazione, un po' della "magia" originale, un po' dello stordimento da linguaggio economico, un po' della tensione da presa in ostaggio che si era venuta a creare cede il passo ad un più scontato epilogo con annessa morale, monito a Wall Street e ciò che, in negativo, può rappresentare. Forse da questo punto di vista mi aspettavo un po' di più, ma in generale, comunque, non un titolo malvagio.
Cast: George Clooney, Julia Roberts, Jack O'Connell, Dominic West, Giancarlo Esposito, Caitriona Balfe.
Box Office: $76 milioni
Consigli: Julia Roberts convincente, Clooney non particolarmente incisivo, ritmi incalzanti da thriller moderno, tutto giocato tra dirette tv, reality, manipolazione dei media e del mercato globale. Non c'è male per quanto riguarda gli elementi sfoderati da questo "Money Monster" che non brillerà per originalità, ma riesce nell'intento di intrattenere e, soprattutto nel primo tempo, a lasciare stordito lo spettatore che cerca incuriosito la spiegazione del gesto estremo che sta dietro la premessa iniziale: e se un uomo armato prendesse in ostaggio il conduttore di un programma televisivo durante la diretta? Per la risposta, cercate questo film.
Parola chiave: IBIS.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1160: "Money Monster - L'altra faccia del denaro" (2016) di Jodie Foster
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Non voglio dire che la carriera come attrice di Jodie Foster sia finita e per questo motivo si sia data alla regia, ma è innegabile che negli ultimi tempi la recitazione non riguardi le sue priorità (l'ultimo ruolo risale al 2013 di "Elysium"). Per quanto riguarda la sedia da direttore di tutta la "baracca", invece, l'impegno si è intensificato: al suo quarto lungometraggio, l'attrice 2 volte premio Oscar di recente ha anche diretto due episodi di "Orange Is the New Black" (per uno dei quali è stata candidata all'Emmy) e uno per "House of Cards". Insomma, mi pare sia più proiettata a stare dietro alla macchina da presa, piuttosto che davanti. Poco male, questo "Money Monster" mi è sembrato un netto miglioramento rispetto al precedente "Mr. Beaver".
Innanzitutto il tema trattato è decisamente più complesso e sfaccettato e presenta una vicenda certamente non facile; in secondo luogo il piglio, la regia e la realizzazione nel complesso di questa pellicola dimostra una maturità e una professionalità diverse rispetto all'ultimo precedente lavoro. Senza contare - ma questo è marginale - che gli attori qui presenti, nelle due figure dei protagonisti, sono di fatto stelle di Hollywood senza se e senza ma, che piacciano o meno: di conseguenza la risonanza mediatica, insieme alla presentazione ufficiale all'ultimo festival di Cannes, ha portato a questo titolo un certo risalto fino ad ora mancato agli appuntamenti da regista della Foster.
Contesto a parte, "Money Monster" vive di un feroce inizio della storia, capace di suscitare non poca suspense che, giocoforza, si perde in un finale che forse chiama in ballo troppe cose rispetto alla linearità narrativa intrapresa. Insieme all'inca***tissimo Jack O'Connell - sempre una valida scelta -, mi ha particolarmente sorpreso scoprire una Julia Roberts davvero in gran forma. Dove Clooney scimmiotta una conduzione volgarotta, veloce e moderna di un programma del mattino incentrato sull'economia, la Roberts risulta particolarmente credibile nel ruolo di regista dello stesso, capace tra l'altro di suscitare le simpatie di un pubblico che forse da un po' troppo aveva dimenticato che anche lei, in fondo, sappia recitare.
Il mix di elementi tirati in ballo qui, comunque, riesce a catturare a sufficienza l'attenzione di chi guarda, pur perdendo un po' di mordente, come si diceva, verso la fine. Quando si capisce chi sia davvero il cattivo della situazione, un po' della "magia" originale, un po' dello stordimento da linguaggio economico, un po' della tensione da presa in ostaggio che si era venuta a creare cede il passo ad un più scontato epilogo con annessa morale, monito a Wall Street e ciò che, in negativo, può rappresentare. Forse da questo punto di vista mi aspettavo un po' di più, ma in generale, comunque, non un titolo malvagio.
Cast: George Clooney, Julia Roberts, Jack O'Connell, Dominic West, Giancarlo Esposito, Caitriona Balfe.
Box Office: $76 milioni
Consigli: Julia Roberts convincente, Clooney non particolarmente incisivo, ritmi incalzanti da thriller moderno, tutto giocato tra dirette tv, reality, manipolazione dei media e del mercato globale. Non c'è male per quanto riguarda gli elementi sfoderati da questo "Money Monster" che non brillerà per originalità, ma riesce nell'intento di intrattenere e, soprattutto nel primo tempo, a lasciare stordito lo spettatore che cerca incuriosito la spiegazione del gesto estremo che sta dietro la premessa iniziale: e se un uomo armato prendesse in ostaggio il conduttore di un programma televisivo durante la diretta? Per la risposta, cercate questo film.
Parola chiave: IBIS.
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Film 1159 - Lorax - Il guardiano della foresta
Era da un po' che volevo rivederlo, soprattutto perché l'ultima volta che ho visto Ortone, ero sicuro che stessi per vedere questo titolo, sbagliandomi...
Film 1159: "Lorax - Il guardiano della foresta" (2012) di Chris Renaud, Kyle Balda
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Favola colorata e divertente che insegna il rispetto per la natura e per gli altri, questo "The Lorax" è un simpatico esempio di come anche al di fuori del circuito Disney-Pixar sia possibile realizzare ottimi prodotti di qualità, divertenti, intelligenti e ben realizzati.
La storia è tutta merito del famoso Dr. Seuss da cui la Illumination Entertainment ha già saccheggiato l'altrettanto piacevole "Ortone e il mondo dei Chi" di cui questo titolo successivo di 4 anni sembra raccogliere non solo tematiche, ma anche concenzione dell'immagine e dell'immaginario. Rimando voluto, suppongo, e per quanto mi riguarda molto gradito.
Insomma, la produzione riesce a ricostruire un mondo a se stante estremamente affascinante e il personaggio principale, l'arancionissimo Lorax (anche in italiano doppiato da Danny DeVito), è buffo, scontroso quanto basta e ottimo ai fini della sensibilizzazione infantile che la trama porta con sé. Orrore, invece, per la performance di Marco Mengoni, assolutamente fuori luogo quando si tratta del doppiaggio tra l'altro di uno dei protagonisti. La sua incapacità è innegabile e fastidiosa e non si capisce come alla produzione italiana sia venuto in mente di barattare l'effetto piacevole di qualche canzonetta da affidargli all'interno della storia con il disfunzionale risultato della sua giustificata inesperienza nel campo del doppiaggio professionale. Alle solite, il richiamo di un nome famoso sembra più importante della compattezza e coerenza del risultato finale.
A parte questo, comunque, "Lorax - Il guardiano della foresta" è un piacevolissimo cartoon per tutta la famiglia con numerosi momenti comici e una bella storia con la sua morale "verde". Funziona.
Film 439 - Lorax - Il guardiano della foresta
Cast: Zac Efron, Taylor Swift, Betty White, Ed Helms, Danny DeVito, Jenny Slate, Rob Riggle; Marco Mengoni.
Box Office: $348.8 milioni
Consigli: Buon titolo per ragazzi in realtà valido un po' per tutti. Molto colorato, in parte cantato e con una storia che si caratterizza per un impegno alla sensibilizzazione alla questione dell'ambiente che non è sempre facile trovare. Merito dell'opera omonima da cui deriva e, necessariamente, dal suo creatore Dr. Seuss, famosissimo autore per bambini. Un buon risultato finale godibile e un titolo perfetto di disimpegno pomeridiano.
Parola chiave: Thneed.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1159: "Lorax - Il guardiano della foresta" (2012) di Chris Renaud, Kyle Balda
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Favola colorata e divertente che insegna il rispetto per la natura e per gli altri, questo "The Lorax" è un simpatico esempio di come anche al di fuori del circuito Disney-Pixar sia possibile realizzare ottimi prodotti di qualità, divertenti, intelligenti e ben realizzati.
La storia è tutta merito del famoso Dr. Seuss da cui la Illumination Entertainment ha già saccheggiato l'altrettanto piacevole "Ortone e il mondo dei Chi" di cui questo titolo successivo di 4 anni sembra raccogliere non solo tematiche, ma anche concenzione dell'immagine e dell'immaginario. Rimando voluto, suppongo, e per quanto mi riguarda molto gradito.
Insomma, la produzione riesce a ricostruire un mondo a se stante estremamente affascinante e il personaggio principale, l'arancionissimo Lorax (anche in italiano doppiato da Danny DeVito), è buffo, scontroso quanto basta e ottimo ai fini della sensibilizzazione infantile che la trama porta con sé. Orrore, invece, per la performance di Marco Mengoni, assolutamente fuori luogo quando si tratta del doppiaggio tra l'altro di uno dei protagonisti. La sua incapacità è innegabile e fastidiosa e non si capisce come alla produzione italiana sia venuto in mente di barattare l'effetto piacevole di qualche canzonetta da affidargli all'interno della storia con il disfunzionale risultato della sua giustificata inesperienza nel campo del doppiaggio professionale. Alle solite, il richiamo di un nome famoso sembra più importante della compattezza e coerenza del risultato finale.
A parte questo, comunque, "Lorax - Il guardiano della foresta" è un piacevolissimo cartoon per tutta la famiglia con numerosi momenti comici e una bella storia con la sua morale "verde". Funziona.
Film 439 - Lorax - Il guardiano della foresta
Cast: Zac Efron, Taylor Swift, Betty White, Ed Helms, Danny DeVito, Jenny Slate, Rob Riggle; Marco Mengoni.
Box Office: $348.8 milioni
Consigli: Buon titolo per ragazzi in realtà valido un po' per tutti. Molto colorato, in parte cantato e con una storia che si caratterizza per un impegno alla sensibilizzazione alla questione dell'ambiente che non è sempre facile trovare. Merito dell'opera omonima da cui deriva e, necessariamente, dal suo creatore Dr. Seuss, famosissimo autore per bambini. Un buon risultato finale godibile e un titolo perfetto di disimpegno pomeridiano.
Parola chiave: Thneed.
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martedì 14 giugno 2016
Film 1158 - Tutto sua madre
Una pellicola che mi aveva davvero sorpreso e di cui di recente ho acquistato il DVD. Motivo per cui ci tenevo moltissimo a farla vedere anche a Poe.
Film 1158: "Tutto sua madre" (2013) di Guillaume Gallienne
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Io lo trovo geniale.
Una dichiarazione d'amore alle donne, una pellicola simpaticissima sullo scoprire se stessi, amarsi, conoscersi, dettarsi i propri tempi che sui molti momenti comici costruisce l'idea di una storia che, in realtà, non si tira certo indietro quando si tratta di passare a toni più seri.
Rivedere "Les garçons et Guillaume, à table!" mi ha messo nuovamente di buon umore, mi ha fatto ancora ridere come la prima volta, mi ha lasciato un ricordo ancora più piacevole, rinsaldando l'idea che si tratti di un prodotto speciale, pellicola garbata nonostante tutte le stramberie e le parolacce che certo non mancano, esempio di cinema europeo vitale, creativo e perfettamente in grado di essere esportato.
Guillaume Gallienne mattatore - sceneggiatore, regista, attore con doppio ruolo e doppi, triplo orientamento sessuale - vale da solo tutta l'operazione che, inutile sottolinearlo, regge interamente sulle sue spalle. Davvero bravo, tagliente. Insieme a lui una serie di protagonisti tra i quali spicca - per quanto mi riguarda unico volto familiare - una Diane Kruger rigidissima erogatrice di clisteri purificanti a cui è regalata una delle scene più divertenti di tutto il film.
Insomma, un gioiellino divertente, intelligente, ben scritto e recitato.
Ps. Vincitore di 5 César su 10 nomination, tra cui Miglior film e Miglior attore.
Film 672 - Tutto sua madre
Cast: Guillaume Gallienne, André Marcon, Françoise Fabian, Nanou Garcia, Diane Kruger, Reda Kateb, Götz Otto.
Box Office: $24 milioni
Consigli: Un titolo da scoprire e riscoprire, imperdibile per chiunque ami la commedia brillante in grado non solo di intrattenere e divertire, ma che lasci anche spunti di riflessione (e qui non sono pochi). Piacerà il doppio madre-filio, il ritmo incalzante, la descrizione attenta dell'universo femminile e gli sforzi del protagonista nel chiedersi se ciò che tutti pensano di lui sia effettivamente ciò in cui lui stesso si rivede.
Parola chiave: Sessualità.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1158: "Tutto sua madre" (2013) di Guillaume Gallienne
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Io lo trovo geniale.
Una dichiarazione d'amore alle donne, una pellicola simpaticissima sullo scoprire se stessi, amarsi, conoscersi, dettarsi i propri tempi che sui molti momenti comici costruisce l'idea di una storia che, in realtà, non si tira certo indietro quando si tratta di passare a toni più seri.
Rivedere "Les garçons et Guillaume, à table!" mi ha messo nuovamente di buon umore, mi ha fatto ancora ridere come la prima volta, mi ha lasciato un ricordo ancora più piacevole, rinsaldando l'idea che si tratti di un prodotto speciale, pellicola garbata nonostante tutte le stramberie e le parolacce che certo non mancano, esempio di cinema europeo vitale, creativo e perfettamente in grado di essere esportato.
Guillaume Gallienne mattatore - sceneggiatore, regista, attore con doppio ruolo e doppi, triplo orientamento sessuale - vale da solo tutta l'operazione che, inutile sottolinearlo, regge interamente sulle sue spalle. Davvero bravo, tagliente. Insieme a lui una serie di protagonisti tra i quali spicca - per quanto mi riguarda unico volto familiare - una Diane Kruger rigidissima erogatrice di clisteri purificanti a cui è regalata una delle scene più divertenti di tutto il film.
Insomma, un gioiellino divertente, intelligente, ben scritto e recitato.
Ps. Vincitore di 5 César su 10 nomination, tra cui Miglior film e Miglior attore.
Film 672 - Tutto sua madre
Cast: Guillaume Gallienne, André Marcon, Françoise Fabian, Nanou Garcia, Diane Kruger, Reda Kateb, Götz Otto.
Box Office: $24 milioni
Consigli: Un titolo da scoprire e riscoprire, imperdibile per chiunque ami la commedia brillante in grado non solo di intrattenere e divertire, ma che lasci anche spunti di riflessione (e qui non sono pochi). Piacerà il doppio madre-filio, il ritmo incalzante, la descrizione attenta dell'universo femminile e gli sforzi del protagonista nel chiedersi se ciò che tutti pensano di lui sia effettivamente ciò in cui lui stesso si rivede.
Parola chiave: Sessualità.
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lunedì 13 giugno 2016
Film 1157 - Annabelle
Convincere poe a vedere un horror è una faticaccia, per cui riuscire a vedere insieme questo film è stata una specie di impresa. Che, alla fine, credo non gli sia nemmeno dispiaciuta...
Film 1157: "Annabelle" (2014) di John R. Leonetti
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Ho trovato questa seconda visione sufficientemente intrigante e spaventosa, nonostante ricordassi abbastanza nitidamente la trama. La pellicola gioca principalmente sul creare atmosfera e ansia, anche se non mancano i momenti più tipicamente spaventosi, di cui l'apparizione del demone sarà il momento clou.
Per il resto non si tratta certo di un capolavoro, ma per quanto mi riguarda "Annabelle" è stata un'inaspettata sorpresa in positivo per quanto riguarda la suspense, il che mi spinge ad una considerazione positiva di tutta l'operazione. Sulla scia di "The Conjuring" (di cui è prequel e spin-off) e del riuscitissimo "Insidious", anche questo titolo gioca con le suggestioni e le atmosfere chiuse e claustrofobiche, le ombre che nascondono e gli oggetti che non promettono niente di buono. E' un altro tipo di horror che sì, usa mostri e possessioni, ma preferisce mostrare solo il necessario e lasciare che il resto si "fatto" dallo spettatore. E se la produzione si impegna, un risultato positivo è quasi certamente assicurato.
In quest'ottica "Annabelle" forse è un tentativo meno evidentemente riuscito - poiché già si piega di più a una logica commerciale -, ma non manca di soprendere e regalare ai suoi spettatori non pochi salti sulla poltrona.
Film 578 - L'evocazione - The Conjuring
Film 1179 - L'evocazione - The Conjuring
Film 1190 - The Conjuring - Il caso Enfield
Film 1450 - The Conjuring 2
Film 2029 - The Conjuring: The Devil Made Me Do It
Film 804 - Annabelle
Film 1157 - Annabelle
Film 1405 - Annabelle: Creation
Film 1657 - Annabelle: Creation
Film 1782 - Annabelle Comes Home
Film 1673 - The Nun
Film 1774 - The Curse of La Llorona
Cast: Annabelle Wallis, Ward Horton, Alfre Woodard, Tony Amendola, Kerry O'Malley, Brian Howe, Eric Ladin, Ivar Brogger.
Box Office: $257 milioni
Consigli: Piacerà a chi ha gradito il primo "The Conjuring" - sul secondo attendiamo con ansia di pronunciarci - e i vari "Insidious", non mancando di azzeccare atmosfere e ansie indotte da suggestioni costruite ad arte. E' un buon horror da traino, che non manca di riaccendere l'interesse per l'originale da cui è tratto ed è sufficientemente ben costruito da lasciare la curiosità di scoprire cosa si inventeranno per il sequel (previsto per il 19 maggio 2017). Dunque, per chi gradisce, è da vedere.
Parola chiave: Anima.
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Film 1157: "Annabelle" (2014) di John R. Leonetti
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Ho trovato questa seconda visione sufficientemente intrigante e spaventosa, nonostante ricordassi abbastanza nitidamente la trama. La pellicola gioca principalmente sul creare atmosfera e ansia, anche se non mancano i momenti più tipicamente spaventosi, di cui l'apparizione del demone sarà il momento clou.
Per il resto non si tratta certo di un capolavoro, ma per quanto mi riguarda "Annabelle" è stata un'inaspettata sorpresa in positivo per quanto riguarda la suspense, il che mi spinge ad una considerazione positiva di tutta l'operazione. Sulla scia di "The Conjuring" (di cui è prequel e spin-off) e del riuscitissimo "Insidious", anche questo titolo gioca con le suggestioni e le atmosfere chiuse e claustrofobiche, le ombre che nascondono e gli oggetti che non promettono niente di buono. E' un altro tipo di horror che sì, usa mostri e possessioni, ma preferisce mostrare solo il necessario e lasciare che il resto si "fatto" dallo spettatore. E se la produzione si impegna, un risultato positivo è quasi certamente assicurato.
In quest'ottica "Annabelle" forse è un tentativo meno evidentemente riuscito - poiché già si piega di più a una logica commerciale -, ma non manca di soprendere e regalare ai suoi spettatori non pochi salti sulla poltrona.
Film 578 - L'evocazione - The Conjuring
Film 1179 - L'evocazione - The Conjuring
Film 1190 - The Conjuring - Il caso Enfield
Film 1450 - The Conjuring 2
Film 2029 - The Conjuring: The Devil Made Me Do It
Film 804 - Annabelle
Film 1157 - Annabelle
Film 1405 - Annabelle: Creation
Film 1657 - Annabelle: Creation
Film 1782 - Annabelle Comes Home
Film 1673 - The Nun
Film 1774 - The Curse of La Llorona
Cast: Annabelle Wallis, Ward Horton, Alfre Woodard, Tony Amendola, Kerry O'Malley, Brian Howe, Eric Ladin, Ivar Brogger.
Box Office: $257 milioni
Consigli: Piacerà a chi ha gradito il primo "The Conjuring" - sul secondo attendiamo con ansia di pronunciarci - e i vari "Insidious", non mancando di azzeccare atmosfere e ansie indotte da suggestioni costruite ad arte. E' un buon horror da traino, che non manca di riaccendere l'interesse per l'originale da cui è tratto ed è sufficientemente ben costruito da lasciare la curiosità di scoprire cosa si inventeranno per il sequel (previsto per il 19 maggio 2017). Dunque, per chi gradisce, è da vedere.
Parola chiave: Anima.
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domenica 12 giugno 2016
Film 1155 - L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva
Ci era rimasto solo questo per concludere la saga...
Film 1155: "L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva" (2012) di Steve Martino, Mike Thurmeier
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: E così ce l'abbiamo fatta, anche l'"Era glaciale" lo possiamo archiviare nell'attesa del prossimo quinto capitolo in arrivo in Italia a fine agosto, "L'era glaciale - In rotta di collisione". Inutile dire quanto anche questo episodio 4 sia simpatico e in linea con i precedenti titoli, francamente tutti sufficientemente spassosi e di genuino intrattenimento. La combriccola eterogenea di amici giurassici è divertente come sempre e Sid non manca di rubare spesso la scena agli altri personaggi, quando Scrat non è in giro. Proprio a quest'ultimo dobbiamo il titolo di quest'avventura, di cui la deriva dei continenti è l'incipi narrativo che darà il via a tutta una serie di avventure e disavventure tanto folli da chiamare in causa perfino una ciurma di pirati, nei cui ranghi non mancherà di fare la sua comparsa una nuova dolce metà.
Insomma, solita impostazione tipica di questo franchise che, nonostante la lunga corsa, sembra non perdere smalto o spettatori. Il motivo probabilmente è che si tratta di un'operazione in grado di non tradire il titolo originale da cui deriva, pur riuscendo di volta in volta a reinventare ed ampliare il micromondo di personaggi che hanno reso "Ice Age" tanto popolare. In definitiva, dunque, piacevolmente riuscito.
Ps. nella versione italiana, questo è il primo film in cui Filippo Timi rimpiazza Leo Gullotta nel ruolo di Manfred.
Film 1098 - L'era glaciale
Film 1140 - L'era glaciale 2 - Il disgelo
Film 1141 - L'era glaciale 3 - L'alba dei dinosauri
Film 462 - L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva
Cast: Ray Romano, John Leguizamo, Denis Leary, Seann William Scott, Josh Peck, Peter Dinklage, Wanda Sykes, Nicki Minaj, Drake, Jennifer Lopez, Queen Latifah, Josh Gad, Keke Palmer, Nick Frost, Aziz Ansari, Alan Tudyk, Rebel Wilson, Heather Morris, Chris Wedge, Patrick Stewart; Filippo Timi, Claudio Bisio, Pino Insegno, Roberta Lanfranchi, Lee Ryan, Francesco Pannofino.
Box Office: $877.2 milioni
Consigli: Simpatico e divertente titolo per tutta la famiglia, questo "Ice Age" 4 può tranquillamente essere visto anche senza aver recuperato i precedenti 3 titoli, pur risultato più efficace collocato all'interno del suo naturale percorso narrativo. In ogni caso il gruppo di animali è spassoso, pazzo, tenero e in grado di generare non poche sorprese. Una su tutte la nonna di Sid, riuscitissima spalla.
Parola chiave: Amorina.
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Film 1155: "L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva" (2012) di Steve Martino, Mike Thurmeier
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: E così ce l'abbiamo fatta, anche l'"Era glaciale" lo possiamo archiviare nell'attesa del prossimo quinto capitolo in arrivo in Italia a fine agosto, "L'era glaciale - In rotta di collisione". Inutile dire quanto anche questo episodio 4 sia simpatico e in linea con i precedenti titoli, francamente tutti sufficientemente spassosi e di genuino intrattenimento. La combriccola eterogenea di amici giurassici è divertente come sempre e Sid non manca di rubare spesso la scena agli altri personaggi, quando Scrat non è in giro. Proprio a quest'ultimo dobbiamo il titolo di quest'avventura, di cui la deriva dei continenti è l'incipi narrativo che darà il via a tutta una serie di avventure e disavventure tanto folli da chiamare in causa perfino una ciurma di pirati, nei cui ranghi non mancherà di fare la sua comparsa una nuova dolce metà.
Insomma, solita impostazione tipica di questo franchise che, nonostante la lunga corsa, sembra non perdere smalto o spettatori. Il motivo probabilmente è che si tratta di un'operazione in grado di non tradire il titolo originale da cui deriva, pur riuscendo di volta in volta a reinventare ed ampliare il micromondo di personaggi che hanno reso "Ice Age" tanto popolare. In definitiva, dunque, piacevolmente riuscito.
Ps. nella versione italiana, questo è il primo film in cui Filippo Timi rimpiazza Leo Gullotta nel ruolo di Manfred.
Film 1098 - L'era glaciale
Film 1140 - L'era glaciale 2 - Il disgelo
Film 1141 - L'era glaciale 3 - L'alba dei dinosauri
Film 462 - L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva
Cast: Ray Romano, John Leguizamo, Denis Leary, Seann William Scott, Josh Peck, Peter Dinklage, Wanda Sykes, Nicki Minaj, Drake, Jennifer Lopez, Queen Latifah, Josh Gad, Keke Palmer, Nick Frost, Aziz Ansari, Alan Tudyk, Rebel Wilson, Heather Morris, Chris Wedge, Patrick Stewart; Filippo Timi, Claudio Bisio, Pino Insegno, Roberta Lanfranchi, Lee Ryan, Francesco Pannofino.
Box Office: $877.2 milioni
Consigli: Simpatico e divertente titolo per tutta la famiglia, questo "Ice Age" 4 può tranquillamente essere visto anche senza aver recuperato i precedenti 3 titoli, pur risultato più efficace collocato all'interno del suo naturale percorso narrativo. In ogni caso il gruppo di animali è spassoso, pazzo, tenero e in grado di generare non poche sorprese. Una su tutte la nonna di Sid, riuscitissima spalla.
Parola chiave: Amorina.
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sabato 11 giugno 2016
Film 1154 - Stonewall
Da un flop clamoroso del 2015 ad un altro.
Film 1154: "Stonewall" (2015) di Roland Emmerich
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Roland Emmerich quando esce dai confini del disaster movie non riesce a sfondare. Dopo "Anonymous", anche questa volta il flop al botteghino risulta bruciante quanto eclatante nonostante la storia scelta dal regista tedesco sulla carta presentasse tutte le caratteristiche per un buon successo di pubblico e critica.
La trama, infatti, si concentra attorno ai moti di Stonewall del 27 giugno del 1969, quando si verificarono una serie di violenti scontri fra gruppi di omosessuali e la polizia a New York: sono generalmente considerati simbolicamente il momento di nascita del movimento di liberazione gay moderno in tutto il mondo. Per questo motivo il 28 giugno è stato scelto dal movimento LGBT come data della "giornata mondiale dell'orgoglio LGBT" o "Gay pride". (da Wiki)
Ovviamente l'argomento appare da subito complesso e importante, motivo per cui toni, sceneggiatura e realizzazione si suppone richiedano una certa lavorazione che tenti di presentare fatti e protagonisti nelle varie sfaccettature del caso. In realtà il risultato finale è abbastanza piatto, schiacciato da una rappresentazione particolarmente stereotipata e sopra le righe della quale una parte, forse, è imputabile al doppiaggio italiano. Rimane il fatto che pare ci si concentri più sulla "forma" che sulla sostanza: ciò che resta è il ricordo di un gruppo di ragazzotti superficiali e spiantati, tutti mossette e appellativi al femminile, mentre la questione richiederebbe un piglio più realistico nonché un concentrarsi maggiore sugli snodi culturali, sociali e politici piuttosto che sulle vicende personali dei vari protagonisti. Che, tra parentesi, sono troppi.
Insomma, per quanto lodevole l'iniziativa, questo "Stonewall" risulta a tratti quasi caricaturale e fallisce nel tentativo di regalare allo spettatore una rappresentazione appassionante e partecipata. Francamente trovo sempre fastidioso quando si veicolano stereotipi relativi alla questione omosessuale e questo film, purtroppo, sembra non poter esimersi dal farlo. Ripeto, sarà anche colpa del doppiaggio italiano, ma il risultato è - a mio avviso - a volte offensivo.
Non tutti i film sulla realtà gay possono essere "Brokeback Mountain", per carità, ma qui si è un po' persa un'occasione.
Cast: Jeremy Irvine, Jonny Beauchamp, Joey King, Caleb Landry Jones, Matt Craven, Jonathan Rhys Meyers, Ron Perlman.
Box Office: $174,289
Consigli: Troppa carne al fuoco, troppi personaggi, troppe mossette e troppa superficialità. Manca una contestualizzazione storica, politica e sociale fatta seriamente, mentre ci si perde tra i vicoli, si urla ai passanti e si rubano tende per farne vestiti. Un vero peccato, perché la storia merita di essere raccontata e conosciuta e, magari, chiuderebbe la bocca a tutti coloro che ritengono stupido e inutile il Gay Pride. In quest'ottica di sensibilizzazione, chiunque decida di vedere il film di Emmerich è il benvenuto. Resta il fatto che non si tratta di una buona pellicola e sì, in ottica di intrattenimento puro la si può evitare.
Parola chiave: Judy Garland.
Trailer
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Film 1154: "Stonewall" (2015) di Roland Emmerich
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Roland Emmerich quando esce dai confini del disaster movie non riesce a sfondare. Dopo "Anonymous", anche questa volta il flop al botteghino risulta bruciante quanto eclatante nonostante la storia scelta dal regista tedesco sulla carta presentasse tutte le caratteristiche per un buon successo di pubblico e critica.
La trama, infatti, si concentra attorno ai moti di Stonewall del 27 giugno del 1969, quando si verificarono una serie di violenti scontri fra gruppi di omosessuali e la polizia a New York: sono generalmente considerati simbolicamente il momento di nascita del movimento di liberazione gay moderno in tutto il mondo. Per questo motivo il 28 giugno è stato scelto dal movimento LGBT come data della "giornata mondiale dell'orgoglio LGBT" o "Gay pride". (da Wiki)
Ovviamente l'argomento appare da subito complesso e importante, motivo per cui toni, sceneggiatura e realizzazione si suppone richiedano una certa lavorazione che tenti di presentare fatti e protagonisti nelle varie sfaccettature del caso. In realtà il risultato finale è abbastanza piatto, schiacciato da una rappresentazione particolarmente stereotipata e sopra le righe della quale una parte, forse, è imputabile al doppiaggio italiano. Rimane il fatto che pare ci si concentri più sulla "forma" che sulla sostanza: ciò che resta è il ricordo di un gruppo di ragazzotti superficiali e spiantati, tutti mossette e appellativi al femminile, mentre la questione richiederebbe un piglio più realistico nonché un concentrarsi maggiore sugli snodi culturali, sociali e politici piuttosto che sulle vicende personali dei vari protagonisti. Che, tra parentesi, sono troppi.
Insomma, per quanto lodevole l'iniziativa, questo "Stonewall" risulta a tratti quasi caricaturale e fallisce nel tentativo di regalare allo spettatore una rappresentazione appassionante e partecipata. Francamente trovo sempre fastidioso quando si veicolano stereotipi relativi alla questione omosessuale e questo film, purtroppo, sembra non poter esimersi dal farlo. Ripeto, sarà anche colpa del doppiaggio italiano, ma il risultato è - a mio avviso - a volte offensivo.
Non tutti i film sulla realtà gay possono essere "Brokeback Mountain", per carità, ma qui si è un po' persa un'occasione.
Cast: Jeremy Irvine, Jonny Beauchamp, Joey King, Caleb Landry Jones, Matt Craven, Jonathan Rhys Meyers, Ron Perlman.
Box Office: $174,289
Consigli: Troppa carne al fuoco, troppi personaggi, troppe mossette e troppa superficialità. Manca una contestualizzazione storica, politica e sociale fatta seriamente, mentre ci si perde tra i vicoli, si urla ai passanti e si rubano tende per farne vestiti. Un vero peccato, perché la storia merita di essere raccontata e conosciuta e, magari, chiuderebbe la bocca a tutti coloro che ritengono stupido e inutile il Gay Pride. In quest'ottica di sensibilizzazione, chiunque decida di vedere il film di Emmerich è il benvenuto. Resta il fatto che non si tratta di una buona pellicola e sì, in ottica di intrattenimento puro la si può evitare.
Parola chiave: Judy Garland.
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venerdì 10 giugno 2016
Film 1153 - Jem e le Holograms
Alla ricerca di una distrazione senza impegno per la mia corsetta serale casalinga, la reminescenza dell'esistenza di questo titolo mi è parsa provvidenziale e funzionale al mio scopo.
Film 1153: "Jem e le Holograms" (2015) di Jon M. Chu
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ebbene sì, ogni tanto mi piace immergermi nel trash puro, ma del resto nel momento guardiamo-qualcosa-mentre-ci-alleniamo-sul-tapis-roulant non posso concentrarmi su prodotti eccessivamente complicati. E con questo titolo navigavo in acque tranquille.
Quello che più mi ha colpito di tutta questa operazione, comunque, non è tanto la piattezza del risultato finale, quanto la forza del rifiuto del pubblico nei confronti della riesumazione commerciale nostalgica. E' raro, infatti, che un tale disinteresse emerga tanto aggressivo, costringendo la casa di produzione a ritirare il prodotto dal cinema a sole due settimana dall'uscita in sala (la media per sala al weekend di debutto è stata di 36$...). Che "Jem and the Holograms" sia brutto è innegabile, ma non così tanto da spingere ad una débâcle tanto clamorosa. Voglio dire, film ben più tremendi sono comunque riusciti a cavarsela.
In ogni caso è inutile continuare: qui parliamo di un prodotto sciocco, ingenuo e vecchio che tenta ancora di farci credere che basti pubblicare un video "rubato" su YouTube per diventare famosi in tutto il globo (sì, forse 10 anni fa). Dunque una grandissima scemenza di film che non rende giustizia ad un cartone animato mitico e intramontabile del quale è meglio conservare un ricordo che prescinda dal suo derivato cinematografico. Un'occasione totalmente sprecata.
Ps. Il film è zeppo di camei di un certo livello. Compaiono Jimmy Fallon, Dwayne Johnson, Alicia Keys, Chris Pratt e, nella scena dopo i titoli di coda, nientemeno che Kesha nei panni dell'acerrima nemica di Jem, Pizzazz delle Misfits.
Cast: Aubrey Peeples, Stefanie Scott, Hayley Kiyoko, Aurora Perrineau, Juliette Lewis, Ryan Guzman, Molly Ringwald, Kesha, Jimmy Fallon, Dwayne Johnson, Alicia Keys, Chris Pratt.
Box Office: $2.3 milioni
Consigli: Jerrica Benton non trova il giusto riconoscimento in questo adattamento cinematografico del suo famoso gruppo Jem e le Holograms nonostante i tentativi di svecchiare la formula del fortunato cartone anni '80 per la platea attuale. Il mix di talent, raggiungimento involontario della fama e makeover da parte della casa discografica senza scrupoli, fa così tanto anni '90 a cavallo del 2000 che questa pellicola risulta non solo anacronistica per l'originale da cui deriva, ma anche alla disperata ricerca di un'identità che questo mix di elementi tirati in ballo non riesce a regalarle. Insomma, nel panorama contemporaneo in cui riesumare sembra l'imperativo imprescindibile, questa versione live-action di Jem e il suo gruppo canoro non solo non sfonda, ma non riesce nemmeno a rimanere impresso. Evitable.
Parola chiave: Robot (non avete letto male).
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Film 1153: "Jem e le Holograms" (2015) di Jon M. Chu
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ebbene sì, ogni tanto mi piace immergermi nel trash puro, ma del resto nel momento guardiamo-qualcosa-mentre-ci-alleniamo-sul-tapis-roulant non posso concentrarmi su prodotti eccessivamente complicati. E con questo titolo navigavo in acque tranquille.
Quello che più mi ha colpito di tutta questa operazione, comunque, non è tanto la piattezza del risultato finale, quanto la forza del rifiuto del pubblico nei confronti della riesumazione commerciale nostalgica. E' raro, infatti, che un tale disinteresse emerga tanto aggressivo, costringendo la casa di produzione a ritirare il prodotto dal cinema a sole due settimana dall'uscita in sala (la media per sala al weekend di debutto è stata di 36$...). Che "Jem and the Holograms" sia brutto è innegabile, ma non così tanto da spingere ad una débâcle tanto clamorosa. Voglio dire, film ben più tremendi sono comunque riusciti a cavarsela.
In ogni caso è inutile continuare: qui parliamo di un prodotto sciocco, ingenuo e vecchio che tenta ancora di farci credere che basti pubblicare un video "rubato" su YouTube per diventare famosi in tutto il globo (sì, forse 10 anni fa). Dunque una grandissima scemenza di film che non rende giustizia ad un cartone animato mitico e intramontabile del quale è meglio conservare un ricordo che prescinda dal suo derivato cinematografico. Un'occasione totalmente sprecata.
Ps. Il film è zeppo di camei di un certo livello. Compaiono Jimmy Fallon, Dwayne Johnson, Alicia Keys, Chris Pratt e, nella scena dopo i titoli di coda, nientemeno che Kesha nei panni dell'acerrima nemica di Jem, Pizzazz delle Misfits.
Cast: Aubrey Peeples, Stefanie Scott, Hayley Kiyoko, Aurora Perrineau, Juliette Lewis, Ryan Guzman, Molly Ringwald, Kesha, Jimmy Fallon, Dwayne Johnson, Alicia Keys, Chris Pratt.
Box Office: $2.3 milioni
Consigli: Jerrica Benton non trova il giusto riconoscimento in questo adattamento cinematografico del suo famoso gruppo Jem e le Holograms nonostante i tentativi di svecchiare la formula del fortunato cartone anni '80 per la platea attuale. Il mix di talent, raggiungimento involontario della fama e makeover da parte della casa discografica senza scrupoli, fa così tanto anni '90 a cavallo del 2000 che questa pellicola risulta non solo anacronistica per l'originale da cui deriva, ma anche alla disperata ricerca di un'identità che questo mix di elementi tirati in ballo non riesce a regalarle. Insomma, nel panorama contemporaneo in cui riesumare sembra l'imperativo imprescindibile, questa versione live-action di Jem e il suo gruppo canoro non solo non sfonda, ma non riesce nemmeno a rimanere impresso. Evitable.
Parola chiave: Robot (non avete letto male).
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martedì 7 giugno 2016
Film 1152 - The Lobster
Avrei voluto vederlo al cinema, ma non c'era stata occasione. Così, quando lo streaming lo ha reso disponibile, ho subito recuperato.
Film 1152: "The Lobster" (2015) di Yorgos Lanthimos
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Un film stranissimo che parte da un'idea inusuale quanto accattivante: in una società futura che non accetta la solitudine, i single vengono radunati in un hotel dove hanno 45 giorni di tempo per trovarsi un compagno/a tra i vari ospiti della struttura. Nel caso in cui non riescano a trovare nessuno, allo scadere del tempo a loro disposizione vengono trasformati in un animale a loro scelta. Bizzarro, no?
Ecco spiegato, dunque, il titolo che fa riferimento all'animale scelto dal protagonista (l'aragosta), anche se le stranezze non si concludono nelle poche righe di cui sopra. Tra i vari personaggi, infatti, anche un gruppo di solitari che si rifiuta di cedere alle regole dell'accoppiamento forzato predicando, invece, l'assoluto divieto al congiungersi con chiunque altro.
Tra questi due fronti opposti ed estremi, naturalmente, la battaglia del protagonista (Colin Farrell) che non tarderà ad innamorarsi della bella solitaria interpretata da Rachel Weisz, dovendo fronteggiare non solo gli attacchi da parte dei residenti dell'hotel, che si divertono ad andare letteralmente a caccia dei solitari, ma anche la minaccia costituita dal capo di questi ultimi (Léa Seydoux) che, dovesse scoprirli, non tarderebbe a punirli.
Al suo debutto anglofono, dunque, il regista greco Lanthimos confeziona una pellicola che molto si distanzia dai canoni hollywoodiani, nonostante un cast di star invidiabile. Gioca molto con le relazioni umane e non teme di estremizzarle, ridicolizzarle, in un gioco finale al massacro che è sconcertante quanto assurdo e divertente. Il tutto riassumibile in: quanto saresti disposto a fare per trovare l'anima gemella (in una società che ti obbliga a trovare l'amore nella somiglianza con l'altro/a)?
Insomma, esperimento non convenzionale, ma godibile.
Ps. Selezione ufficiale di Cannes 2015, il film ha vinto il premio della giuria e il Queer Palm.
Cast: Colin Farrell, Rachel Weisz, Jessica Barden, Olivia Colman, Ashley Jensen, Ariane Labed, Angeliki Papoulia, John C. Reilly, Léa Seydoux, Michael Smiley, Ben Whishaw.
Box Office: $10.3 milioni
Consigli: Un Colin Farrell decisamente fuori forma, una storia da futuro distopico, un'ambientazione sufficientemente futuristica e un'idea di partenza particolarmente stimolante, il tutto mixato in questa storia che non manca di intrattenere e, all'occorrenza, divertire grazie a toni surreali ed estremi. Sicuramente da vedere!
Parola chiave: Amore.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1152: "The Lobster" (2015) di Yorgos Lanthimos
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Un film stranissimo che parte da un'idea inusuale quanto accattivante: in una società futura che non accetta la solitudine, i single vengono radunati in un hotel dove hanno 45 giorni di tempo per trovarsi un compagno/a tra i vari ospiti della struttura. Nel caso in cui non riescano a trovare nessuno, allo scadere del tempo a loro disposizione vengono trasformati in un animale a loro scelta. Bizzarro, no?
Ecco spiegato, dunque, il titolo che fa riferimento all'animale scelto dal protagonista (l'aragosta), anche se le stranezze non si concludono nelle poche righe di cui sopra. Tra i vari personaggi, infatti, anche un gruppo di solitari che si rifiuta di cedere alle regole dell'accoppiamento forzato predicando, invece, l'assoluto divieto al congiungersi con chiunque altro.
Tra questi due fronti opposti ed estremi, naturalmente, la battaglia del protagonista (Colin Farrell) che non tarderà ad innamorarsi della bella solitaria interpretata da Rachel Weisz, dovendo fronteggiare non solo gli attacchi da parte dei residenti dell'hotel, che si divertono ad andare letteralmente a caccia dei solitari, ma anche la minaccia costituita dal capo di questi ultimi (Léa Seydoux) che, dovesse scoprirli, non tarderebbe a punirli.
Al suo debutto anglofono, dunque, il regista greco Lanthimos confeziona una pellicola che molto si distanzia dai canoni hollywoodiani, nonostante un cast di star invidiabile. Gioca molto con le relazioni umane e non teme di estremizzarle, ridicolizzarle, in un gioco finale al massacro che è sconcertante quanto assurdo e divertente. Il tutto riassumibile in: quanto saresti disposto a fare per trovare l'anima gemella (in una società che ti obbliga a trovare l'amore nella somiglianza con l'altro/a)?
Insomma, esperimento non convenzionale, ma godibile.
Ps. Selezione ufficiale di Cannes 2015, il film ha vinto il premio della giuria e il Queer Palm.
Cast: Colin Farrell, Rachel Weisz, Jessica Barden, Olivia Colman, Ashley Jensen, Ariane Labed, Angeliki Papoulia, John C. Reilly, Léa Seydoux, Michael Smiley, Ben Whishaw.
Box Office: $10.3 milioni
Consigli: Un Colin Farrell decisamente fuori forma, una storia da futuro distopico, un'ambientazione sufficientemente futuristica e un'idea di partenza particolarmente stimolante, il tutto mixato in questa storia che non manca di intrattenere e, all'occorrenza, divertire grazie a toni surreali ed estremi. Sicuramente da vedere!
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lunedì 6 giugno 2016
Film 1151 - The Curious Case of Benjamin Button
Era da un po' che volevo rivederlo, ma non si era mai presentata l'occasione giusta. Bastava aspettare e sapevo che si sarebbe presentata...
Film 1151: "The Curious Case of Benjamin Button" (2008) di David Fincher
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Mio personalissimo cult, film che amo e trovo magnifico, bellissimo e molto poetico, per la prima volta ho deciso di vederlo interamente in inglese. Ottima scelta, tra l'altro, anche se la mia spavalderia iniziale - leggere: no sottotitoli - è stata velocementerimpiazzata dalla necessità di comprensione. Cavoli se è difficile l'accento del sud!
in ogni caso questa nuova visione di "The Curious Case of Benjamin Button" è stata un'esperienza che ha arricchito il mio modo di vedere questo film, in parte rivoluzionando l'idea d'insieme che mi ero fatto: le voci degli attori, cosa non sono! Blanchett e Pitt hanno fatto un lavoro incredibile (ricordiamoci che la prima è australiana) e vale davvero la pena considerare la possibilità di seguire questa storia in lingua.
Al di là del mio rinnovato stupore, comunque, trovo che questa pellicola di Fincher sia un piccolo gioiellino per arte e tecnica che, grazie ad effetti speciali strabilianti e una sceneggiatura in grado di valorizzare il racconto breve di F. Scott Fitzgerald, riesce ancora a stupire a 8 anni di distanza dall'uscita nelle sale. E cosa non è la colonna sonora di Alexandre Desplat!
Insomma, inutile continuare: Benjamin Button è un bellissimo e poetico film che vedrei e rivedrei a ripetizione.
Ps. 3 premi Oscar (scenografie, trucco ed effetti speciali) su 13 candidature, tra cui Miglior film.
Film 200 - Il curioso caso di Benjamin Button
Cast: Brad Pitt, Cate Blanchett, Taraji P. Henson, Julia Ormond, Jason Flemyng, Elias Koteas, Tilda Swinton, Elle Fanning, Jason Flemyng, Mahershala Ali, Jared Harris.
Box Office: $333.9 milioni
Consigli: Poetico, strano, avvincente, lunghissimo e con un sacco di storie da raccontare, vera e propria avventura che si prende beffa del tempo e riesce a raccontare la storia di un amore non convenzionale attraverso i suoi mille personaggi. Bello, ben fatto e con due grandissimi protagonisti (e una stupenda colonna sonora). Di certo qui non manca la fantasia. Da recuperare!
Parola chiave: «My name is Benjamin Button, and I was born under unusual circumstances.»
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1151: "The Curious Case of Benjamin Button" (2008) di David Fincher
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Mio personalissimo cult, film che amo e trovo magnifico, bellissimo e molto poetico, per la prima volta ho deciso di vederlo interamente in inglese. Ottima scelta, tra l'altro, anche se la mia spavalderia iniziale - leggere: no sottotitoli - è stata velocementerimpiazzata dalla necessità di comprensione. Cavoli se è difficile l'accento del sud!
in ogni caso questa nuova visione di "The Curious Case of Benjamin Button" è stata un'esperienza che ha arricchito il mio modo di vedere questo film, in parte rivoluzionando l'idea d'insieme che mi ero fatto: le voci degli attori, cosa non sono! Blanchett e Pitt hanno fatto un lavoro incredibile (ricordiamoci che la prima è australiana) e vale davvero la pena considerare la possibilità di seguire questa storia in lingua.
Al di là del mio rinnovato stupore, comunque, trovo che questa pellicola di Fincher sia un piccolo gioiellino per arte e tecnica che, grazie ad effetti speciali strabilianti e una sceneggiatura in grado di valorizzare il racconto breve di F. Scott Fitzgerald, riesce ancora a stupire a 8 anni di distanza dall'uscita nelle sale. E cosa non è la colonna sonora di Alexandre Desplat!
Insomma, inutile continuare: Benjamin Button è un bellissimo e poetico film che vedrei e rivedrei a ripetizione.
Ps. 3 premi Oscar (scenografie, trucco ed effetti speciali) su 13 candidature, tra cui Miglior film.
Film 200 - Il curioso caso di Benjamin Button
Cast: Brad Pitt, Cate Blanchett, Taraji P. Henson, Julia Ormond, Jason Flemyng, Elias Koteas, Tilda Swinton, Elle Fanning, Jason Flemyng, Mahershala Ali, Jared Harris.
Box Office: $333.9 milioni
Consigli: Poetico, strano, avvincente, lunghissimo e con un sacco di storie da raccontare, vera e propria avventura che si prende beffa del tempo e riesce a raccontare la storia di un amore non convenzionale attraverso i suoi mille personaggi. Bello, ben fatto e con due grandissimi protagonisti (e una stupenda colonna sonora). Di certo qui non manca la fantasia. Da recuperare!
Parola chiave: «My name is Benjamin Button, and I was born under unusual circumstances.»
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Film 1150 - Anna Karenina
Ogni tanto mi manca e lo riguardo. Questa volta in inglese e senza sottotitoli.
Film 1150: "Anna Karenina" (2012) di Joe Wright
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: La glaciale Russia è riscaldata dall'amore passionale e bruciante di Anna e il suo Vronsky grazie al capolavoro di Tolstoj qui trasposto dal regista inglese Joe Wright. Meno capolavoro rispetto al libro, eppure capace di suscitare non poche positive impressioni, il contemporaneo fratello cinematografico pecca di una certa mancanza di fuoco, è vero, ma è di una bellezza stilistica innegabile. Raffinato, geniale nella messa in scena - la vita è un teatro -, sontuoso nei costumi e ben presentato dagli attori, questo film compensa quel mancante cuore pulsante indomito che si riscontra nel libro, grazie a un lavoro d'insieme che appaga gli occhi e può lasciare soddisfatti. Basta dimenticarsi del classico e lasciarsi trasportare in quest'alternativa avventura fatta di suggestioni e corsetti, amore puro e amore scabroso. E la magia non tarda ad arrivare.
Ps. Oscar per i Migliori costumi.
Film 511 - Anna Karenina
Film 517 - Anna Karenina
Cast: Keira Knightley, Jude Law, Aaron Johnson, Kelly Macdonald, Matthew Macfadyen, Domhnall Gleeson, Ruth Wilson, Alicia Vikander, Olivia Williams, Emily Watson, Michelle Dockery, Raphaël Personnaz, Cara Delevingne.
Box Office: $68,929,150
Consigli: Affascinante, teatrale nelle scenografia e nelle movenze degli attori, sontuoso nella realizzazione e, certamente, ambizioso. Una suggestione di immagini e suoni ben architettata, per un risultato finale piacevole e che fa quello che può per accostarsi ad un originale che è capolavoro. Cast delle grandi occasioni (tra cui una già promettente Vikander, quest'anno premio Oscar) e regia che parrebbe ispirata. Insomma, un titolo non solo per chi ama i film in costume.
Parola chiave: Treno.
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#HollywoodCiak
Bengi
Film 1150: "Anna Karenina" (2012) di Joe Wright
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: La glaciale Russia è riscaldata dall'amore passionale e bruciante di Anna e il suo Vronsky grazie al capolavoro di Tolstoj qui trasposto dal regista inglese Joe Wright. Meno capolavoro rispetto al libro, eppure capace di suscitare non poche positive impressioni, il contemporaneo fratello cinematografico pecca di una certa mancanza di fuoco, è vero, ma è di una bellezza stilistica innegabile. Raffinato, geniale nella messa in scena - la vita è un teatro -, sontuoso nei costumi e ben presentato dagli attori, questo film compensa quel mancante cuore pulsante indomito che si riscontra nel libro, grazie a un lavoro d'insieme che appaga gli occhi e può lasciare soddisfatti. Basta dimenticarsi del classico e lasciarsi trasportare in quest'alternativa avventura fatta di suggestioni e corsetti, amore puro e amore scabroso. E la magia non tarda ad arrivare.
Ps. Oscar per i Migliori costumi.
Film 511 - Anna Karenina
Film 517 - Anna Karenina
Cast: Keira Knightley, Jude Law, Aaron Johnson, Kelly Macdonald, Matthew Macfadyen, Domhnall Gleeson, Ruth Wilson, Alicia Vikander, Olivia Williams, Emily Watson, Michelle Dockery, Raphaël Personnaz, Cara Delevingne.
Box Office: $68,929,150
Consigli: Affascinante, teatrale nelle scenografia e nelle movenze degli attori, sontuoso nella realizzazione e, certamente, ambizioso. Una suggestione di immagini e suoni ben architettata, per un risultato finale piacevole e che fa quello che può per accostarsi ad un originale che è capolavoro. Cast delle grandi occasioni (tra cui una già promettente Vikander, quest'anno premio Oscar) e regia che parrebbe ispirata. Insomma, un titolo non solo per chi ama i film in costume.
Parola chiave: Treno.
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venerdì 3 giugno 2016
Film 1149 - Out of Sight - Gli opposti si attraggono
Lo streaming, a sorpresa, mi ha proposto questo titolo che mi era sempre sfuggito. Così ho recuperato.
Film 1149: "Out of Sight - Gli opposti si attraggono" (1998) di Steven Soderbergh
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non lo avevo mai visto e, francamente, ero molto molto curioso di scoprire come si fosse comportata la Lopez - che tutti sappiamo essere aspramente criticata quando si tratta di recitazione - con un regista di un certo spessore come Soderbergh.
Il risultato finale non è niente male e, anzi, la pellicola è piuttosto godibile. Le somiglianze con i toni e le atmosfere di "Jackie Brown" non sono poche e la presenza di Keaton, che qui riprende il ruolo di Ray Nicolette interpretato nel film di Tarantino, è solo la punta dell'iceberg.
In tutta onestà il vero punto debole dell'operazione, se così si può dire, è Clooney, che ho trovato un po' fiacco e ingessato, quasi che non si stesse divertendo. Chiaramente è una mia sensazione che, però, ha di fatto influenzato tutto il mio modo di percepire questo "Out of Sight". In ogni caso la storia è divertente (si evade di prigione e si rubano diamanti) e i toni pure, la narrazione scorre via liscia e tranquilla, c'è un cast davvero niente male - tra cui una giovanissimissima Viola Davis con cui la Lopez ha lavorato anche di recente nel non così male "Lila & Eve" - e il risultato finale è stato conforme alle aspettative, ovvero simpatico e di piacevole intrattenimento. Si vede e rivede.
Ps. Candidato a 2 Oscar per la Miglior sceneggiatura non originale (tratta dal libro omonimo di Elmore Leonard) e montaggio.
Cast: George Clooney, Jennifer Lopez, Ving Rhames, Don Cheadle, Steve Zahn, Albert Brooks, Dennis Farina, Luis Guzmán, Isaiah Washington, Catherine Keener, Viola Davis, Michael Keaton, Samuel L. Jackson.
Box Office: $77.7 milioni
Consigli: JLo - dall'incredibile elisir di giovinezza - regala una delle sue interpretazioni più in parte e gioca le sue carte addirittura meglio di Clooney in questa pellicola d'azione che funziona, intrattiene e diverte a dovere. Chi ha amato "Jackie Brown" dovrebbe godere della stessa atmosfera, quasi della stessa fotografia (non so se dovuta allo streaming però, lo ammetto) e addirittura uno stesso personaggio. Gli altri non disdegneranno il film di Soderbergh, tra rapine, evasioni e numerosi morti sulla via. Un po' squadra da strapazzi, un po' "Orange Is The New Black", un po' faccette da "E.R." e un po' sindrome di Stoccolma, "Out of Sight - Gli opposti si attraggono" è un buon mix di azione, avventura e battute simpatiche cui si può davvero dare una chance (anche a distanza di 18 anni dall'uscita nelle sale).
Parola chiave: Diamanti.
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#HollywoodCiak
Bengi
Film 1149: "Out of Sight - Gli opposti si attraggono" (1998) di Steven Soderbergh
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non lo avevo mai visto e, francamente, ero molto molto curioso di scoprire come si fosse comportata la Lopez - che tutti sappiamo essere aspramente criticata quando si tratta di recitazione - con un regista di un certo spessore come Soderbergh.
Il risultato finale non è niente male e, anzi, la pellicola è piuttosto godibile. Le somiglianze con i toni e le atmosfere di "Jackie Brown" non sono poche e la presenza di Keaton, che qui riprende il ruolo di Ray Nicolette interpretato nel film di Tarantino, è solo la punta dell'iceberg.
In tutta onestà il vero punto debole dell'operazione, se così si può dire, è Clooney, che ho trovato un po' fiacco e ingessato, quasi che non si stesse divertendo. Chiaramente è una mia sensazione che, però, ha di fatto influenzato tutto il mio modo di percepire questo "Out of Sight". In ogni caso la storia è divertente (si evade di prigione e si rubano diamanti) e i toni pure, la narrazione scorre via liscia e tranquilla, c'è un cast davvero niente male - tra cui una giovanissimissima Viola Davis con cui la Lopez ha lavorato anche di recente nel non così male "Lila & Eve" - e il risultato finale è stato conforme alle aspettative, ovvero simpatico e di piacevole intrattenimento. Si vede e rivede.
Ps. Candidato a 2 Oscar per la Miglior sceneggiatura non originale (tratta dal libro omonimo di Elmore Leonard) e montaggio.
Cast: George Clooney, Jennifer Lopez, Ving Rhames, Don Cheadle, Steve Zahn, Albert Brooks, Dennis Farina, Luis Guzmán, Isaiah Washington, Catherine Keener, Viola Davis, Michael Keaton, Samuel L. Jackson.
Box Office: $77.7 milioni
Consigli: JLo - dall'incredibile elisir di giovinezza - regala una delle sue interpretazioni più in parte e gioca le sue carte addirittura meglio di Clooney in questa pellicola d'azione che funziona, intrattiene e diverte a dovere. Chi ha amato "Jackie Brown" dovrebbe godere della stessa atmosfera, quasi della stessa fotografia (non so se dovuta allo streaming però, lo ammetto) e addirittura uno stesso personaggio. Gli altri non disdegneranno il film di Soderbergh, tra rapine, evasioni e numerosi morti sulla via. Un po' squadra da strapazzi, un po' "Orange Is The New Black", un po' faccette da "E.R." e un po' sindrome di Stoccolma, "Out of Sight - Gli opposti si attraggono" è un buon mix di azione, avventura e battute simpatiche cui si può davvero dare una chance (anche a distanza di 18 anni dall'uscita nelle sale).
Parola chiave: Diamanti.
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mercoledì 1 giugno 2016
Film 1148 - Colonia
Incuriosito dalla locandina, poi ancora di più dopo aver scoperto chi facesse parte del cast, appena lo streaming lo ha messo a disposizione in lingua originale non ho perso tempo e l'ho guardato!
Film 1148: "Colonia" (2015) di Florian Gallenberger
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Film di stampo storico con annesso intento di denuncia, questo "Colonia" approda però al cinema in una strana forma che sembra mischiare "Lost" ad "Argo" e "Hunger Games", per un risultato finale d'effetto, ma forse non in grado di sviscerare tutto il potenziale della vicenda.
Premessa (da Wiki): il titolo fa riferimento a Colonia Dignidad (o Villa Baviera), "villaggio cileno fondato nel 1961, posto 35 km a sud-est di Parral, Provincia di Linares, nella regione del Maule [...]. Nel momento del suo massimo sviluppo Villa Baviera ospitava circa 300 residenti tra tedeschi e cileni, distribuiti su una superficie di 137 chilometri quadrati. Le principali attività economiche erano legate all'agricoltura; la colonia ospitava una scuola, un ospedale, due piste di atterraggio, un ristorante e una centrale energetica. Il villaggio, circondato da una barriera elettrificata con torri di osservazione e proiettori di ricerca, era difeso da armi di vario genere tra cui un carro armato". La scheda prosegue con la successiva suddivisione in paragrafi, esemplificativi sufficientemente senza bisogno di aggiungere altro: Legami col Nazismo, Torture, Accuse di abusi, Molestie su bambini, Detenzione di armi. Senza contare che, a quanto pare, nessuno che sia entrata a Villa Baviera vi è mai uscito.
Il materiale è sufficiente per ben più che un unico film, in ogni caso lo sforzo che si cerca di fare qui è lodevole, pur troppo spesso lasciando molto spazio a certi fatti violenti descritti in maniera didascalica, a sfavore di un contesto storico-politico lasciato troppo nello sfondo. E' vero che la colonia è un mondo chiuso, impenetrabile, di fatto un carcere, ma non si può nemmeno chiamare in ballo la storia e poi decidere di relegarla ad inizio e fine del film.
In ogni caso buona parte del carisma di questa pellicola deriva dalle buone interpretazioni dei suoi protagonisti, primo fra tutti un inquietante Michael Nyqvist (già visto nella trilogia originale di "Uomini che odiano le donne" e cattivo istituzionale di "Mission: Impossible - Protocollo fantasma") che riesce a instillare paura nello spettatore, incapace di prevedere quanta altra cattiveria e bassezza personale riuscirà ad evocare il suo disgustoso personaggio. L'inedita coppia di amanti Emma Watson e Daniel Brühl si becca la sufficienza, ma sull'attrice una postilla: forse per una certa sua impostazione di base, quando si tratta di dramma la Watson ripropone ormai da tempo sempre lo stesso repertorio che è buono, sì, ma sempre uguale non importa che si sia ad Hogwarts o minacciati dalla dittatura di Pinochet.
In definitiva un titolo non perfetto, ma che non manca di emozionare.
Cast: Emma Watson, Daniel Brühl, Michael Nyqvist, Richenda Carey, Vicky Krieps.
Box Office: $2.3 milioni
Consigli: Direi che "Colonia", pur rovinato da un finale davvero poco credibile, rimane un tentativo di portare in superficie una storia forse non troppo conosciuta - di sicuro a me sconosciuta - che non sarà perfetto, ma ha il valore dell'intento che si è prefissato. E francamente non trovo nemmeno che sia un titolo così malriuscito come la critica lo ha descritto. Per cui vale la pena dargli una chance, dato che è appena uscito nelle sale (il 26 maggio), pur tenendo presente che si tratta di una storia complicata, difficile e dolorosa. Ma è pur sempre tratta da un fatto accaduto realmente, di cui non ci si dovrebbe dimenticare.
Parola chiave: Paul Schäfer.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1148: "Colonia" (2015) di Florian Gallenberger
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Film di stampo storico con annesso intento di denuncia, questo "Colonia" approda però al cinema in una strana forma che sembra mischiare "Lost" ad "Argo" e "Hunger Games", per un risultato finale d'effetto, ma forse non in grado di sviscerare tutto il potenziale della vicenda.
Premessa (da Wiki): il titolo fa riferimento a Colonia Dignidad (o Villa Baviera), "villaggio cileno fondato nel 1961, posto 35 km a sud-est di Parral, Provincia di Linares, nella regione del Maule [...]. Nel momento del suo massimo sviluppo Villa Baviera ospitava circa 300 residenti tra tedeschi e cileni, distribuiti su una superficie di 137 chilometri quadrati. Le principali attività economiche erano legate all'agricoltura; la colonia ospitava una scuola, un ospedale, due piste di atterraggio, un ristorante e una centrale energetica. Il villaggio, circondato da una barriera elettrificata con torri di osservazione e proiettori di ricerca, era difeso da armi di vario genere tra cui un carro armato". La scheda prosegue con la successiva suddivisione in paragrafi, esemplificativi sufficientemente senza bisogno di aggiungere altro: Legami col Nazismo, Torture, Accuse di abusi, Molestie su bambini, Detenzione di armi. Senza contare che, a quanto pare, nessuno che sia entrata a Villa Baviera vi è mai uscito.
Il materiale è sufficiente per ben più che un unico film, in ogni caso lo sforzo che si cerca di fare qui è lodevole, pur troppo spesso lasciando molto spazio a certi fatti violenti descritti in maniera didascalica, a sfavore di un contesto storico-politico lasciato troppo nello sfondo. E' vero che la colonia è un mondo chiuso, impenetrabile, di fatto un carcere, ma non si può nemmeno chiamare in ballo la storia e poi decidere di relegarla ad inizio e fine del film.
In ogni caso buona parte del carisma di questa pellicola deriva dalle buone interpretazioni dei suoi protagonisti, primo fra tutti un inquietante Michael Nyqvist (già visto nella trilogia originale di "Uomini che odiano le donne" e cattivo istituzionale di "Mission: Impossible - Protocollo fantasma") che riesce a instillare paura nello spettatore, incapace di prevedere quanta altra cattiveria e bassezza personale riuscirà ad evocare il suo disgustoso personaggio. L'inedita coppia di amanti Emma Watson e Daniel Brühl si becca la sufficienza, ma sull'attrice una postilla: forse per una certa sua impostazione di base, quando si tratta di dramma la Watson ripropone ormai da tempo sempre lo stesso repertorio che è buono, sì, ma sempre uguale non importa che si sia ad Hogwarts o minacciati dalla dittatura di Pinochet.
In definitiva un titolo non perfetto, ma che non manca di emozionare.
Cast: Emma Watson, Daniel Brühl, Michael Nyqvist, Richenda Carey, Vicky Krieps.
Box Office: $2.3 milioni
Consigli: Direi che "Colonia", pur rovinato da un finale davvero poco credibile, rimane un tentativo di portare in superficie una storia forse non troppo conosciuta - di sicuro a me sconosciuta - che non sarà perfetto, ma ha il valore dell'intento che si è prefissato. E francamente non trovo nemmeno che sia un titolo così malriuscito come la critica lo ha descritto. Per cui vale la pena dargli una chance, dato che è appena uscito nelle sale (il 26 maggio), pur tenendo presente che si tratta di una storia complicata, difficile e dolorosa. Ma è pur sempre tratta da un fatto accaduto realmente, di cui non ci si dovrebbe dimenticare.
Parola chiave: Paul Schäfer.
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