Cena del lunedì a base di insalata e serial killer. Il pazzo è servito!
Film 161: "Non è un paese per vecchi" (2007) di Ethan Coen, Joel Coen
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea, Andrea Puffo, Marco, Titti
Pensieri: Di sicuro non potrà mai essere un paese di vecchi con Anton Chigurh/Javier Bardem nei paraggi, munito della sua fedele bombola ad ossigeno. E no, non la usa per aiutare i poveri vecchietti a respirare meglio. Al massimo a trapassare.
Pessimo segno quando questo psicopatico signore si mette sulla vostra strada, di sicuro finirete per lasciarci le penne. Non solo è maledettamente pazzo, ma, pare, anche indistruttibile. Rassegnarsi? Quantomeno scappare il più lontano possibile. Vi troverà lo stesso, ma qualche giorno in più ve lo sarete concessi...
Bravi i Coen a reclutare Mr. Bardem - un po' meno a mettergli quel parrucchino in testa - che, oltre ad aver vinto l'Oscar come attore non protagonista per questo ruolo, riesce davvero a lasciare il segno con la sua interpretazione. Fa paura, inquieta, non lascia scampo: un vero cattivo di quelli che non se ne vedevano da un pezzo! E' sicuramente lui a vincere la sfida in questo film: buca lo schermo, rimane impresso, fa centro.
Il resto del film è un po' più lento, un po' più meditativo se vogliamo. Sì, per carità, c'è l'azione, ma anche moltissimi momenti che scorrono via con estrema lentezza. Il 'far west' non è certo una passeggiata... Insomma, può piacere e non piacere, perchè non è un film facile. E' già spacciato per cult (ma vogliamo scommetterci che è soprattutto per il ruolo di Bardem?), ma solo il tempo potrà davvero decretarne vittoria o fallimento.
Per il momento abbiamo solo qualche dato oggettivo: $74,273,505 al botteghino USA (per i Coen è un miracolo) e 4 Oscar (Bardem, miglior film, regia e sceneggiatura).
Film 161 - Non è un paese per vecchi
Film 1988 - No Country for Old Men
Consigli: Per una migliore comprensione (si spera) si può leggere il libro omonimo del 2005 da cui il film è tratto, scritto da Cormac McCarthy.
Parola chiave: Valigetta.
#HollywoodCiak
Bengi
venerdì 29 ottobre 2010
Film 161 - Non è un paese per vecchi
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giovedì 28 ottobre 2010
Film 160 - L'uomo che sapeva troppo
Un'altra occasione per avvicinarsi alle opere di un grandissimo regista.
Film 160: "L'uomo che sapeva troppo" (1956) di Alfred Hitchcock
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Hitchcock è sempre Hitchcock e riesce comunque a piacermi, non importa cosa insceni.
Qui, come in altri famosissimi film ("La finestra sul cortile", "Nodo alla gola", "La donna che visse due volte", ...) ritroviamo il fido compagno di avventure del regista inglese, James Stewart, questa volta accompagnato da una giovane Doris Day che, nel corso della pellicola, intonerà una delle canzoni più famose della storia del cinema - "Whatever Will Be, Will Be (Que Sera, Sera)" - che si aggiudicò perfino l'Oscar come miglior canzone originale all'edizione del 1957.
Al centro della vicenda la famiglia McKenna, in viaggio di piacere in Marococco, che incapperà negli ingranaggi già avviati di un complotto per l'assassinio di un esponente politico. Il loro coinvolgimento sarà condizionato dal rapimento del figlio, per la salvezza del quale, i due genitori dovranno stare al gioco dei rapitori.
In un crescendo di fraintendimenti e tensione, Hitchcock imbastisce una storia intricata (non c'è il racconto del pregresso, si parte da zero alla pari dei due genitori, per poi mettere pian piano insieme i pezzi) sorretta alla perfezione dai due attori principali. Bellissima la scena dell'orchestra, momento clou del crescendo di suspance narrativo, che riesce a coinvolgere lo spettatore tanto da fargli temere il momento in cui il percussionista si accingerà a prendere i piatti...
Non aggiungo altro, per non rovinare a chi vuole il piacere di godersi questo bellissimo film.
Consigli: Questa pellicola è un remake dell'omonima sempre firmata da Hitchcock del 1934. Ideale sarebbe farne un confronto!
Parola chiave: Ambrose Chapel.
Ric
Film 160: "L'uomo che sapeva troppo" (1956) di Alfred Hitchcock
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Hitchcock è sempre Hitchcock e riesce comunque a piacermi, non importa cosa insceni.
Qui, come in altri famosissimi film ("La finestra sul cortile", "Nodo alla gola", "La donna che visse due volte", ...) ritroviamo il fido compagno di avventure del regista inglese, James Stewart, questa volta accompagnato da una giovane Doris Day che, nel corso della pellicola, intonerà una delle canzoni più famose della storia del cinema - "Whatever Will Be, Will Be (Que Sera, Sera)" - che si aggiudicò perfino l'Oscar come miglior canzone originale all'edizione del 1957.
Al centro della vicenda la famiglia McKenna, in viaggio di piacere in Marococco, che incapperà negli ingranaggi già avviati di un complotto per l'assassinio di un esponente politico. Il loro coinvolgimento sarà condizionato dal rapimento del figlio, per la salvezza del quale, i due genitori dovranno stare al gioco dei rapitori.
In un crescendo di fraintendimenti e tensione, Hitchcock imbastisce una storia intricata (non c'è il racconto del pregresso, si parte da zero alla pari dei due genitori, per poi mettere pian piano insieme i pezzi) sorretta alla perfezione dai due attori principali. Bellissima la scena dell'orchestra, momento clou del crescendo di suspance narrativo, che riesce a coinvolgere lo spettatore tanto da fargli temere il momento in cui il percussionista si accingerà a prendere i piatti...
Non aggiungo altro, per non rovinare a chi vuole il piacere di godersi questo bellissimo film.
Consigli: Questa pellicola è un remake dell'omonima sempre firmata da Hitchcock del 1934. Ideale sarebbe farne un confronto!
Parola chiave: Ambrose Chapel.
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martedì 26 ottobre 2010
Film 159 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Per tutti c'è un film che segna il definitivo interesse per il mondo del cinema. Che smuove qualcosa, che fa capire che non c'è solo interesse, ma passione! Ecco, la mia personale passione (e talvolta ossessione) nasce con questo film quasi dieci anni fa...
Film 159: "The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring" (2001) di Peter Jackson
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: La mia personale epifania cinematografica è avvenuta al cinema estivo organizzato al Dopo Lavoro Ferroviario (DLF) vicino casa dei miei genitori, circa 8 anni fa. Inconsapevole che il mio incontro con questa pellicola avrebbe cambiato la mia vita.
"Il signore degli anelli", per me, ha simboleggiato amore e ossessione per una cosa che mi aveva totalmente conquistato, affascinato. Il mondo della Terra di Mezzo, la sua storia, i suoi personaggi per molti anni hanno occupato la mia mente detenendo saldamente il primato nel mio cuore.
Col tempo i miei gusti sono anche cambiati, ho conosciuto altre realtà, aperto la mente ad altre opere. Mi sono fatto le mie idee sul cinema, su cosa mi piace e cosa no. E questo primo capitolo della saga rimane sicuramente uno degli incontri cinematografici più importanti e significativi.
Inevitabile, quindi, che io parli positivamente di questo film. Non solo perchè è sicuramente bello, ma anche sotto molti punti di vista innovativo. Effetti speciali d'avanguardia per l'epoca, l'uso di personaggi completamente creati in digitale, attori perlopiù sconosciuti preferiti ai divi di Hollywood, la decisione di dividere l'intera storia in tre capitoli. Tutto questo insieme ad elementi quali una bellissima colonna sonora, una storia avvincente di guerre e amori, lealtà e amicizia, una regia attenta e un tocco di semplicità hanno reso questo primo episodio capostipite di una trilogia che ha segnato la storia del cinema.
Quattro Oscar per "La compagnia dell'anello" su 13 nomination totali (anche miglior film) sono di buon auspicio per il capitolo finale che porterà a casa qualcosa come 11 statuette eguagliando i record di "Ben Hur" e "Titanic". Oltre che, ovviamente, un'esplosione di dollari al box office (questo capitolo ha guadagnato $860,700,000).
La storia dell'anello del potere comincia qui, le avventure per Frodo Baggins/Elijah Wood sono appena cominciate e, se vogliamo, ancora all'acqua di rose. Gandalf/Ian McKellen è ancora grigio, Aragorn/Viggo Mortensen ancora un ramingo, la sua amata Arwen/Liv Tyler ancora mortale (e veramente bellissima) e Galadriel/Cate Blanchett reciterà i 15 minuti più belli di tutto il film (in inglese poi sono stupendi).
E' solo l'inizio dell'avventura e, fidatevi, non si poteva cominciare meglio!
Film 159 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 313 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 1270 - Il signore degli anelli - La compagnia dell'anello
Film 1515 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 1803 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 2079 - Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello
Film 314 - Il signore degli anelli - Le due torri
Film 1279 - Il Signore degli Anelli - Le due torri
Film 1295 - Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re
Film 2214 - The Lord of the Rings: The Return of the King
Consigli: La versione in inglese è molto più bella che doppiata. Ma per il primo ascolto in 'originale' consiglio i sottotitoli. E il dolby surround!
Parola chiave: Sauron
#HollywoodCiak
Bengi
Film 159: "The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring" (2001) di Peter Jackson
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: La mia personale epifania cinematografica è avvenuta al cinema estivo organizzato al Dopo Lavoro Ferroviario (DLF) vicino casa dei miei genitori, circa 8 anni fa. Inconsapevole che il mio incontro con questa pellicola avrebbe cambiato la mia vita.
"Il signore degli anelli", per me, ha simboleggiato amore e ossessione per una cosa che mi aveva totalmente conquistato, affascinato. Il mondo della Terra di Mezzo, la sua storia, i suoi personaggi per molti anni hanno occupato la mia mente detenendo saldamente il primato nel mio cuore.
Col tempo i miei gusti sono anche cambiati, ho conosciuto altre realtà, aperto la mente ad altre opere. Mi sono fatto le mie idee sul cinema, su cosa mi piace e cosa no. E questo primo capitolo della saga rimane sicuramente uno degli incontri cinematografici più importanti e significativi.
Inevitabile, quindi, che io parli positivamente di questo film. Non solo perchè è sicuramente bello, ma anche sotto molti punti di vista innovativo. Effetti speciali d'avanguardia per l'epoca, l'uso di personaggi completamente creati in digitale, attori perlopiù sconosciuti preferiti ai divi di Hollywood, la decisione di dividere l'intera storia in tre capitoli. Tutto questo insieme ad elementi quali una bellissima colonna sonora, una storia avvincente di guerre e amori, lealtà e amicizia, una regia attenta e un tocco di semplicità hanno reso questo primo episodio capostipite di una trilogia che ha segnato la storia del cinema.
Quattro Oscar per "La compagnia dell'anello" su 13 nomination totali (anche miglior film) sono di buon auspicio per il capitolo finale che porterà a casa qualcosa come 11 statuette eguagliando i record di "Ben Hur" e "Titanic". Oltre che, ovviamente, un'esplosione di dollari al box office (questo capitolo ha guadagnato $860,700,000).
La storia dell'anello del potere comincia qui, le avventure per Frodo Baggins/Elijah Wood sono appena cominciate e, se vogliamo, ancora all'acqua di rose. Gandalf/Ian McKellen è ancora grigio, Aragorn/Viggo Mortensen ancora un ramingo, la sua amata Arwen/Liv Tyler ancora mortale (e veramente bellissima) e Galadriel/Cate Blanchett reciterà i 15 minuti più belli di tutto il film (in inglese poi sono stupendi).
E' solo l'inizio dell'avventura e, fidatevi, non si poteva cominciare meglio!
Film 159 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 313 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 1270 - Il signore degli anelli - La compagnia dell'anello
Film 1515 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 1803 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 2079 - Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello
Film 314 - Il signore degli anelli - Le due torri
Film 1279 - Il Signore degli Anelli - Le due torri
Film 1295 - Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re
Film 2214 - The Lord of the Rings: The Return of the King
Consigli: La versione in inglese è molto più bella che doppiata. Ma per il primo ascolto in 'originale' consiglio i sottotitoli. E il dolby surround!
Parola chiave: Sauron
#HollywoodCiak
Bengi
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lunedì 25 ottobre 2010
Film 158 - The Prestige
Nolan e le magie. Dopo l'appuntamento al cinema con la sua ultima, colossale, fatica ci era venuta voglia di approfondire il lavoro di un narratore così complesso.
Film 158: "The Prestige" (2006) di Christopher Nolan
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea, Diego, Andrea Puffo, Marco C.
Pensieri: Il gioco di prestigio che compie Nolan è quello di costruire una storia potenzialmente ridicola e finire col renderla geniale. Ci sono elementi rischiosi che si combinano tra di loro, quali storia, scienza e fictoion e che, forse, nelle mani di un altro avrebbero finito per cozzare insieme rovinando il finale.
Meno male il nostro regista è abile e si districa bene tra illusioni e giochi della mente, distorsioni e prestigi.
Ovviamente a suo favore l'ottimo cast che presta viso e gesta alla sceneggiatura dello stesso regista (e del fratello Jonathan Nolan). Volti (stra)noti del grande schermo quali Hugh Jackman ("X-Men le origini - Wolverine", "Australia"), Christian Bale (il Batman degli ultimi due capitoli di Nolan), il due volte premio Oscar Michael Caine (anche in "Incepion"), una Scarlett Johansson stranamente dosata e sobria, fuori dal ruolo di diva che le hanno costruito addosso e semplice 'pedina' al servizio della storia (e non viceversa), Rebecca Hall ("Vicky Cristina Barcelona", "Dorian Gray" e adesso in "The Town" di Ben Affleck), Andy Serkis (il Gollum de "Il signore degli anelli") e -addirittura - David Bowie nei panni di Nikola Tesla, fisico realmente esistito.
Con questi numeri a suo favore non stupisce che "The Prestige" sia una pellicola così ben riuscita, capace di narrare con garbo e semplicità le storie di due illusionisti e della loro rivalità(c'entra l'amore) incastrando, tra giochetti di magia e illusioni un 'gioco di prestigio' narrativo capace di sorprendere in un finale ricco di colpi di scena!
Non c'è un vincitore e non c'è un vinto, ma solo il risultato di una guerra senza esclusione di colpi tra due uomini che sentono di dover dimostrare all'altro (e al mondo) di avere più ragione e talento dell'antagonista. Toccare con mano fin dove può spingersi il desiderio di vendetta e quanto, a volte, si rischi di dimenticare il motivo di tanto odio, accecati dalla necessità di di vedersi 'vincitori'.
Bello e inquietante, lascia un retrogusto amaro in bocca. Ma centra in pieno l'obiettivo.
Consigli: Non bisogna confondere questa pellicola con "The Illusionist", film dello stesso anno con protagonisti Edward Norton e Jessica Biel. Trama completamente differente, risultato leggermente inferiore. Ma si può certamente giocare al confronto.
Parola chiave: Fuga subacquea.
Ric
Film 158: "The Prestige" (2006) di Christopher Nolan
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea, Diego, Andrea Puffo, Marco C.
Pensieri: Il gioco di prestigio che compie Nolan è quello di costruire una storia potenzialmente ridicola e finire col renderla geniale. Ci sono elementi rischiosi che si combinano tra di loro, quali storia, scienza e fictoion e che, forse, nelle mani di un altro avrebbero finito per cozzare insieme rovinando il finale.
Meno male il nostro regista è abile e si districa bene tra illusioni e giochi della mente, distorsioni e prestigi.
Ovviamente a suo favore l'ottimo cast che presta viso e gesta alla sceneggiatura dello stesso regista (e del fratello Jonathan Nolan). Volti (stra)noti del grande schermo quali Hugh Jackman ("X-Men le origini - Wolverine", "Australia"), Christian Bale (il Batman degli ultimi due capitoli di Nolan), il due volte premio Oscar Michael Caine (anche in "Incepion"), una Scarlett Johansson stranamente dosata e sobria, fuori dal ruolo di diva che le hanno costruito addosso e semplice 'pedina' al servizio della storia (e non viceversa), Rebecca Hall ("Vicky Cristina Barcelona", "Dorian Gray" e adesso in "The Town" di Ben Affleck), Andy Serkis (il Gollum de "Il signore degli anelli") e -addirittura - David Bowie nei panni di Nikola Tesla, fisico realmente esistito.
Con questi numeri a suo favore non stupisce che "The Prestige" sia una pellicola così ben riuscita, capace di narrare con garbo e semplicità le storie di due illusionisti e della loro rivalità(c'entra l'amore) incastrando, tra giochetti di magia e illusioni un 'gioco di prestigio' narrativo capace di sorprendere in un finale ricco di colpi di scena!
Non c'è un vincitore e non c'è un vinto, ma solo il risultato di una guerra senza esclusione di colpi tra due uomini che sentono di dover dimostrare all'altro (e al mondo) di avere più ragione e talento dell'antagonista. Toccare con mano fin dove può spingersi il desiderio di vendetta e quanto, a volte, si rischi di dimenticare il motivo di tanto odio, accecati dalla necessità di di vedersi 'vincitori'.
Bello e inquietante, lascia un retrogusto amaro in bocca. Ma centra in pieno l'obiettivo.
Consigli: Non bisogna confondere questa pellicola con "The Illusionist", film dello stesso anno con protagonisti Edward Norton e Jessica Biel. Trama completamente differente, risultato leggermente inferiore. Ma si può certamente giocare al confronto.
Parola chiave: Fuga subacquea.
Ric
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Film 157 - Laureata...e adesso?
Voglia di leggerezza. E ne ho trovata tanta...
Film 157: "Laureata...e adesso?" (2009) di Vicky Jenson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non tutti i film possono essere capolavori. Certo dopo aver visto "Inception" un film come questo perde completamente il minimo valore che poteva possedere originariamente. Vorrei, poi, ringraziare il genio che ha tradotto il titolo originale "Post Grad" (dopo diploma) con questo nostro italiano. Ridicolo e per niente invitante.
Questo, ovviamente, non aiuta un film già di per sé debole, privo di appeal commerciale, con una protagonista (Alexis Bledel) rimasta frigida dai tempi di "Una mamma per amica". Zero emozioni, risulta pure perfino antipatica. Resta legata al ruolo di secchioncella-saputella che l'ha resa famosa - qui manca la fondamentale parlantina del tv show - e non le riesce nemmeno tanto bene. Rimane di ghiaccio perfino con il bollente Rodrigo Santoro.
Il contorno attoriale, potenzialmente buono, rimane bloccato dalla bizzarra sceneggiatura che punta sulla famigliola freak che però si vuole bene. Il padre Michael Keaton è un nerd. Il fratellino Bobby Coleman è un futuro maniaco. La madre Jane Lynch (Sue Sylvester di "Glee"!) arresa ad una famiglia di pazzoidi senza motivo. C'è pure Carol Burnett, star della tv americana (5 Golden Globes vinti!) e il camaleontico J.K. Simmons (il papà di "Juno" per intenderci).
Il resto è noia.
Consigli: Assolutamente perdibile. Anzi, consigliatamente - concedetemi il neologismo - perdibile...
Parola chiave: Lavoro.
Ric
Film 157: "Laureata...e adesso?" (2009) di Vicky Jenson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non tutti i film possono essere capolavori. Certo dopo aver visto "Inception" un film come questo perde completamente il minimo valore che poteva possedere originariamente. Vorrei, poi, ringraziare il genio che ha tradotto il titolo originale "Post Grad" (dopo diploma) con questo nostro italiano. Ridicolo e per niente invitante.
Questo, ovviamente, non aiuta un film già di per sé debole, privo di appeal commerciale, con una protagonista (Alexis Bledel) rimasta frigida dai tempi di "Una mamma per amica". Zero emozioni, risulta pure perfino antipatica. Resta legata al ruolo di secchioncella-saputella che l'ha resa famosa - qui manca la fondamentale parlantina del tv show - e non le riesce nemmeno tanto bene. Rimane di ghiaccio perfino con il bollente Rodrigo Santoro.
Il contorno attoriale, potenzialmente buono, rimane bloccato dalla bizzarra sceneggiatura che punta sulla famigliola freak che però si vuole bene. Il padre Michael Keaton è un nerd. Il fratellino Bobby Coleman è un futuro maniaco. La madre Jane Lynch (Sue Sylvester di "Glee"!) arresa ad una famiglia di pazzoidi senza motivo. C'è pure Carol Burnett, star della tv americana (5 Golden Globes vinti!) e il camaleontico J.K. Simmons (il papà di "Juno" per intenderci).
Il resto è noia.
Consigli: Assolutamente perdibile. Anzi, consigliatamente - concedetemi il neologismo - perdibile...
Parola chiave: Lavoro.
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Film 156 - Inception
Il film più atteso dell'anno, anche da me. Un cast stellare, un regista diventato di culto grazie ad alcune scelte decisamente azzeccate. Una storia che più complicata non si può ed effetti speciali che definire da urlo è fargli un torto. Che dire se non... sensazionale!
Film 156: "Inception" (2010) di Christopher Nolan
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo
Pensieri: C’è stato un momento – precisamente il 1997 – in cui molti di noi hanno affrontato la noiosa lungaggine del Titanic solamente per godere della morte finale del tanto odiato Leonardo DiCaprio/Jack.
Quelli erano tempi in cui il giovanissimo attore compariva in ogni dove, sbucava peggio che il signor Pattinson oggi: televisione, giornali, giornaletti, qualche film (sbagliato) come La maschera di ferro o The Beach, biografie più o meno autorizzate, poster, cartoline e tanto, tanto, tanto altro ancora.
Saturi causa indigestione da sovraesposizione, abbiamo sperato che una cosa del genere non avremmo più dovuto subirla. Che DiCaprio finisse dimenticato e che, finalmente, potessimo gustarci un film al cinema senza una marea di adolescenti innamorate con gridolino facile alla vista del biondo beniamino.
Contro molti pronostici, invece, oggi DiCaprio è una superstar. Non più per minorenni dall’ormone sensibile. In 13 anni di cammino dal famoso (o famigerato?) naufragio, ha saputo consolidare ed accrescere la sua popolarità, collaborando con alcuni tra i migliori narratori cinematografici di oggi (Scorsese in primis) diventando sempre più garanzia di grandi guadagni al botteghino. Ultimo, in ordine di tempo (da noi è uscito il 24 settembre), è Inception che, ad oggi, può vantare $804,183,607 di incasso mondiale, il film che ha guadagnato di più nel 2010 dopo Toy story 3 – La grande fuga. Si è gridato già più volte al capolavoro, lodando non solo il DiCaprio protagonista, ma anche svariati altri elementi del film. Il più evidente, sicuramente, è il grande lavoro di effetti speciali che sta dietro una resa così ben riuscita. La storia intricatissima di Nolan (altro elemento a favore) necessita di un supporto visivo davvero complesso, capace di interagire con i suoi personaggi in maniera così sofisticata che, fossero stati impiegati effetti scadenti, il film avrebbe raccolto solo fischi.
Invece Christopher Nolan è abituato a spingersi al limite: già con The Prestige aveva portato la sua storia ai confini con il fantascientifico, incastrando elementi storici con elaborazione pseudo scientifiche che, sicuramente, ad un altro avrebbero finito per sfuggire di mano. Ma il nostro regista londinese non si fa mettere nel sacco così facilmente e, anche qui, si districa egregiamente tra sogni, lavori da svolgere, generazione di idee spontanee, inseguimenti, sparatorie e una storia d’amore che più struggente non si può. Sia chiaro a tutti, il film non è per niente semplice. Richiede mente libera e concentrazione. Ma lasciarsi trascinare in fondo, nella mente dei vari protagonisti, è davvero affascinante!
Il tutto supportato da una colonna sonora da urlo, veramente azzeccata, capace di accompagnare vicende, emozioni, sentimenti tanto bene quanto solo un capace compositore come Hans Zimmer può fare. Il mio cuore è stato decisamente conquistato dall’atmosfera decadente delle track “Dream Is Collapsing” e “528491″ (ricordate questo numero, è importante) o dal ritmo trascinante di “Mombassa”.
Insomma, una combinazione vincente di elementi che – come se il resto non fosse già abbastanza – gioca inoltre su un certo appeal commerciale regalato dal cast che prevede un susseguirsi di grandi nomi (e grandi premi) del cinema contemporaneo: si passa dal nostro amato/odiato DiCaprio, ai premi Oscar Marion Cotillard (La vie en rose) e Michael Caine (Hannah e le sue sorelle e Le regole della casa del sidro, ai candidati all’Oscar Ellen Page (Juno) e Ken Watanabe (L’ultimo samurai), agli istrionici Joseph Gordon-Levitt ((500) giorni insieme) e Cillian Murphy (La ragazza con l’orecchino di perla, Il cavaliere oscuro) al viso stra-conosciuto e ormai logoro di Pete Postlethwaite (Nel nome del padre).
Insomma, questo ‘innesto’ di Nolan, nella nostra mente, è sicuramente riuscito: Inception ha davvero qualcosa di nuovo da raccontare (James Cameron impara!) e, soprattutto, da far vedere! Ringraziando il cielo che, per una volta, ci è stato risparmiato il mal di testa del 3D. E, chissà, magari il 27 febbraio ci scappa pure qualche statuetta importante…
Film 156 - Inception
Film 339 - Inception
Film 1062 - Inception
Film 1512 - Inception
Consigli: Bellissimo! Non si può davvero perdere! Un capolavoro complesso e ben realizzato che va più volte visto per non perdere tutti i particolari della trama. Davvero sorprendente!
Parola chiave: (Ce ne sarebbero tantissime! Ne scelgo 3) Mal. Realtà. 528491.
Ric
Film 156: "Inception" (2010) di Christopher Nolan
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo
Pensieri: C’è stato un momento – precisamente il 1997 – in cui molti di noi hanno affrontato la noiosa lungaggine del Titanic solamente per godere della morte finale del tanto odiato Leonardo DiCaprio/Jack.
Quelli erano tempi in cui il giovanissimo attore compariva in ogni dove, sbucava peggio che il signor Pattinson oggi: televisione, giornali, giornaletti, qualche film (sbagliato) come La maschera di ferro o The Beach, biografie più o meno autorizzate, poster, cartoline e tanto, tanto, tanto altro ancora.
Saturi causa indigestione da sovraesposizione, abbiamo sperato che una cosa del genere non avremmo più dovuto subirla. Che DiCaprio finisse dimenticato e che, finalmente, potessimo gustarci un film al cinema senza una marea di adolescenti innamorate con gridolino facile alla vista del biondo beniamino.
Contro molti pronostici, invece, oggi DiCaprio è una superstar. Non più per minorenni dall’ormone sensibile. In 13 anni di cammino dal famoso (o famigerato?) naufragio, ha saputo consolidare ed accrescere la sua popolarità, collaborando con alcuni tra i migliori narratori cinematografici di oggi (Scorsese in primis) diventando sempre più garanzia di grandi guadagni al botteghino. Ultimo, in ordine di tempo (da noi è uscito il 24 settembre), è Inception che, ad oggi, può vantare $804,183,607 di incasso mondiale, il film che ha guadagnato di più nel 2010 dopo Toy story 3 – La grande fuga. Si è gridato già più volte al capolavoro, lodando non solo il DiCaprio protagonista, ma anche svariati altri elementi del film. Il più evidente, sicuramente, è il grande lavoro di effetti speciali che sta dietro una resa così ben riuscita. La storia intricatissima di Nolan (altro elemento a favore) necessita di un supporto visivo davvero complesso, capace di interagire con i suoi personaggi in maniera così sofisticata che, fossero stati impiegati effetti scadenti, il film avrebbe raccolto solo fischi.
Invece Christopher Nolan è abituato a spingersi al limite: già con The Prestige aveva portato la sua storia ai confini con il fantascientifico, incastrando elementi storici con elaborazione pseudo scientifiche che, sicuramente, ad un altro avrebbero finito per sfuggire di mano. Ma il nostro regista londinese non si fa mettere nel sacco così facilmente e, anche qui, si districa egregiamente tra sogni, lavori da svolgere, generazione di idee spontanee, inseguimenti, sparatorie e una storia d’amore che più struggente non si può. Sia chiaro a tutti, il film non è per niente semplice. Richiede mente libera e concentrazione. Ma lasciarsi trascinare in fondo, nella mente dei vari protagonisti, è davvero affascinante!
Il tutto supportato da una colonna sonora da urlo, veramente azzeccata, capace di accompagnare vicende, emozioni, sentimenti tanto bene quanto solo un capace compositore come Hans Zimmer può fare. Il mio cuore è stato decisamente conquistato dall’atmosfera decadente delle track “Dream Is Collapsing” e “528491″ (ricordate questo numero, è importante) o dal ritmo trascinante di “Mombassa”.
Insomma, una combinazione vincente di elementi che – come se il resto non fosse già abbastanza – gioca inoltre su un certo appeal commerciale regalato dal cast che prevede un susseguirsi di grandi nomi (e grandi premi) del cinema contemporaneo: si passa dal nostro amato/odiato DiCaprio, ai premi Oscar Marion Cotillard (La vie en rose) e Michael Caine (Hannah e le sue sorelle e Le regole della casa del sidro, ai candidati all’Oscar Ellen Page (Juno) e Ken Watanabe (L’ultimo samurai), agli istrionici Joseph Gordon-Levitt ((500) giorni insieme) e Cillian Murphy (La ragazza con l’orecchino di perla, Il cavaliere oscuro) al viso stra-conosciuto e ormai logoro di Pete Postlethwaite (Nel nome del padre).
Insomma, questo ‘innesto’ di Nolan, nella nostra mente, è sicuramente riuscito: Inception ha davvero qualcosa di nuovo da raccontare (James Cameron impara!) e, soprattutto, da far vedere! Ringraziando il cielo che, per una volta, ci è stato risparmiato il mal di testa del 3D. E, chissà, magari il 27 febbraio ci scappa pure qualche statuetta importante…
Film 156 - Inception
Film 339 - Inception
Film 1062 - Inception
Film 1512 - Inception
Consigli: Bellissimo! Non si può davvero perdere! Un capolavoro complesso e ben realizzato che va più volte visto per non perdere tutti i particolari della trama. Davvero sorprendente!
Parola chiave: (Ce ne sarebbero tantissime! Ne scelgo 3) Mal. Realtà. 528491.
Ric
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domenica 24 ottobre 2010
Film 155 - Silent Hill
Ancora un un film di paura, che da tempo avevo voglia di rivedere, scartato alla cena horror del lunedì e rivisto tra le mura domestiche. Di notte... Al buio...
Film 155: "Silent Hill" (2006) di Christophe Gans
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Di fatto uno degli horror che più mi ha piacevolmente sorpreso negli ultimi anni. Insieme a "Saw - L'enigmista" risultano tra i film di genere degli ultimi tempi che preferisco in assoluto.
Questo "Silent Hill" - di cui non conosco il videogioco - porta nel profondo buio la sua protagonista che, disperata, ricerca la figlia scomparsa dopo un incidente stradale. La cittadina di Silent Hill è un luogo disabitato, precisamente una città fantasma, colpevole di essersi macchiata di un crimine per cui ha meritato la vendetta di chi ha subito il torto.
Nulla di nuovo sul fronte trama, ma da brivido le scene nei momenti di buio. Suona la campana e niente è come prima: muri che si sgretolano, pareti ricoperte di sangue, personaggi crocefissi ancora vivi e, soprattutto, creature della peggior specie. Aborti senza braccia né viso che sputano catrame corrosivo dal petto; un ex bidello ripiegato su sé stesso tra filo spinato e chissà cos'altro; un omaccione munito di spada kilometrica che brandisce con l'agilità di chi maneggia uno stuzzicadenti. E ce ne sarebbero tanti ancora da citare.
Non volendo rovinare proprio tutta la trama non continuerò ad elencare le tante cose degli effetti speciali che mi sono piaciute. Aggiungo solo: belle musiche (le originali del videogame), attori azzeccati (anche se al posto di Radha Mitchell il regista Gans voleva a tutti i costi Cameron Diaz. Mah...), buon ritmo, suspance e una atmosfera creata ad hoc per essere inquietante di per sé.
Sicuramente da rivedere!
Film 155 - Silent Hill
Film 1957 - Silent Hill
Film 608 - Silent Hill: Revelation 3D
Consigli: Come per ogni bell'horror che si rispetti: visione notturna e solitaria! Non vi deluderà!
Parola chiave: Culto.
#HollywoodCiak
Bengi
Film 155: "Silent Hill" (2006) di Christophe Gans
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Di fatto uno degli horror che più mi ha piacevolmente sorpreso negli ultimi anni. Insieme a "Saw - L'enigmista" risultano tra i film di genere degli ultimi tempi che preferisco in assoluto.
Questo "Silent Hill" - di cui non conosco il videogioco - porta nel profondo buio la sua protagonista che, disperata, ricerca la figlia scomparsa dopo un incidente stradale. La cittadina di Silent Hill è un luogo disabitato, precisamente una città fantasma, colpevole di essersi macchiata di un crimine per cui ha meritato la vendetta di chi ha subito il torto.
Nulla di nuovo sul fronte trama, ma da brivido le scene nei momenti di buio. Suona la campana e niente è come prima: muri che si sgretolano, pareti ricoperte di sangue, personaggi crocefissi ancora vivi e, soprattutto, creature della peggior specie. Aborti senza braccia né viso che sputano catrame corrosivo dal petto; un ex bidello ripiegato su sé stesso tra filo spinato e chissà cos'altro; un omaccione munito di spada kilometrica che brandisce con l'agilità di chi maneggia uno stuzzicadenti. E ce ne sarebbero tanti ancora da citare.
Non volendo rovinare proprio tutta la trama non continuerò ad elencare le tante cose degli effetti speciali che mi sono piaciute. Aggiungo solo: belle musiche (le originali del videogame), attori azzeccati (anche se al posto di Radha Mitchell il regista Gans voleva a tutti i costi Cameron Diaz. Mah...), buon ritmo, suspance e una atmosfera creata ad hoc per essere inquietante di per sé.
Sicuramente da rivedere!
Film 155 - Silent Hill
Film 1957 - Silent Hill
Film 608 - Silent Hill: Revelation 3D
Consigli: Come per ogni bell'horror che si rispetti: visione notturna e solitaria! Non vi deluderà!
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mercoledì 20 ottobre 2010
Film 154 - I mercenari
Appuntamento col cinema disimpegnato insieme a papà. Così ci piace!
Film 154: "I mercenari" (2010) di Sylvester Stallone
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: papà
Pensieri: Questo film segna un micro record: è il primo film diretto da Stallone che io abbia mai visto.
Delle doti di Stallone quale attore siamo tutti d'accordo che non ci sia molto da aggiungere se non che, ormai, ha il viso talmente distrutto-e-ricostruito da non riuscire quasi più ad evidenziare un'espressione. Ma - furbetto - circondato da alcuni freak della Hollywood di oggi, Mickey Rourke in testa, non risulta nemmeno troppo malconcio. Sia chiaro, però, che la mia non è una critica.
Non amo il genere di film che 'Sly' si è cucito addosso durante la sua carriera, ma non posso certo rinfacciargli di non saper fare 'quello che deve'. Questa pellicola ha pienamente soddisfatto le mie violente aspettative, ricordandomi che, ogni tanto, anche un bel film 'spacca ossa' è salutare!
Mette di buon umore la rimpatriata, sotto l'ala protettrice del nostro attore/regista, di tutti quegli omaccioni minacciosi che non vedono l'ora di fare il culo al cattivo di turno (Eric Roberts, fratello di Julia, visto già in "Perfetti... ma non troppo"). E, nonostante di primo acchito possa sembrare un'operazione nostalgia, il risultato è più che convincente. Nella rosa dei film adrenalinici e violenti non sfigura e, anzi, supera certi pasticci che ci propinano ultimamente come classici del genere. Stallone sa bene quello che fa, dirige sicuro in un territorio senza ostacoli per lui, abituato com'è a fronteggiare pellicole del genere.
Ben riusciti anche i camei di Bruce Willis, che qui commissiona il lavoro e Arnold Schwarzenegger, dopo tanti anni di nuovo sul grande schermo in una particina che gli hanno cucito addosso.
Spassoso e chiassoso, violento, tosto. Ma c'è anche l'amore e le classiche belle di turno (la messicana Giselle Itié per Barney Ross/Sylvester Stallone e Charisma Carpenter - la Cordelia di "Buffy, l'ammazzavampiri" e "Angel" - per Jason Statham - per lui sempre meno capelli, sempre più ruoli da duro!).
Sly non fa rimpiangere i vecchi tempi! Divertente.
Ps. Grandissimo successo al botteghino: $223,981,571 di cui $102,981,571 solo in America!
Consigli: Munirsi di dolby surround e tanta adrenalina! Pronti, partenza... botte!
Parola chiave: Dittatore.
Ric
Film 154: "I mercenari" (2010) di Sylvester Stallone
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: papà
Pensieri: Questo film segna un micro record: è il primo film diretto da Stallone che io abbia mai visto.
Delle doti di Stallone quale attore siamo tutti d'accordo che non ci sia molto da aggiungere se non che, ormai, ha il viso talmente distrutto-e-ricostruito da non riuscire quasi più ad evidenziare un'espressione. Ma - furbetto - circondato da alcuni freak della Hollywood di oggi, Mickey Rourke in testa, non risulta nemmeno troppo malconcio. Sia chiaro, però, che la mia non è una critica.
Non amo il genere di film che 'Sly' si è cucito addosso durante la sua carriera, ma non posso certo rinfacciargli di non saper fare 'quello che deve'. Questa pellicola ha pienamente soddisfatto le mie violente aspettative, ricordandomi che, ogni tanto, anche un bel film 'spacca ossa' è salutare!
Mette di buon umore la rimpatriata, sotto l'ala protettrice del nostro attore/regista, di tutti quegli omaccioni minacciosi che non vedono l'ora di fare il culo al cattivo di turno (Eric Roberts, fratello di Julia, visto già in "Perfetti... ma non troppo"). E, nonostante di primo acchito possa sembrare un'operazione nostalgia, il risultato è più che convincente. Nella rosa dei film adrenalinici e violenti non sfigura e, anzi, supera certi pasticci che ci propinano ultimamente come classici del genere. Stallone sa bene quello che fa, dirige sicuro in un territorio senza ostacoli per lui, abituato com'è a fronteggiare pellicole del genere.
Ben riusciti anche i camei di Bruce Willis, che qui commissiona il lavoro e Arnold Schwarzenegger, dopo tanti anni di nuovo sul grande schermo in una particina che gli hanno cucito addosso.
Spassoso e chiassoso, violento, tosto. Ma c'è anche l'amore e le classiche belle di turno (la messicana Giselle Itié per Barney Ross/Sylvester Stallone e Charisma Carpenter - la Cordelia di "Buffy, l'ammazzavampiri" e "Angel" - per Jason Statham - per lui sempre meno capelli, sempre più ruoli da duro!).
Sly non fa rimpiangere i vecchi tempi! Divertente.
Ps. Grandissimo successo al botteghino: $223,981,571 di cui $102,981,571 solo in America!
Consigli: Munirsi di dolby surround e tanta adrenalina! Pronti, partenza... botte!
Parola chiave: Dittatore.
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martedì 19 ottobre 2010
Film 153 - Saw - L'enigmista
Ed eccoci al film numero due della cena a base di horror!
Film 153: "Saw - L'enigmista" (2004) di James Wan
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Diego, Marco, Andrea Puffo
Pensieri: Definire Mr. Jigsaw quale semplice enigmista risulta un pelino riduttivo. Erano anni che al cinema non si vedeva un vero pazzo scatenato ricolmo d'odio come lui. E di certo non perchè si diverte ad elaborare enigmi...
Malattia mentale, sadismo, perversione, sangue come se piovesse, prove mortali e situazioni estreme. Questi sono solo alcuni degli aspetti che caratterizzano il primo episodio della saga di "Saw".
Già, perchè in soli sei anni sono stati prodotti ben 6 film (i primi 4 nel mondo hanno incassato qualcosa come $554,865,556) che hanno confermato Jigsaw quale degno competitor delle migliori e più famose saghe horror di tutti i tempi.
Certo, come purtroppo quasi sempre accade, è il primo film a rappresentare più degnamente il nostro artista dei tranelli mortali. Nei capitoli successivi si perde la logica dell'effetto sorpresa che caratterizza la trama di questo primo capitolo prediligendo la virata splatter che, alla lunga, infastidisce per la sua inutilità. Negli altri episodi il meccanismo psicologico-punitivo per cui a) la tua punizione riflette i tuoi comportamenti nella vita (quasi dantesco) e b) risulta come unica occasione di espiazione e riscatto (altrimenti muori) cede lentamente il passo alla mera tortura fine a sé stessa.
Ma, per tornare al nostro film, questo num. 1 vale davvero la pena di essere visto. Un horror così ben riuscito non si vedeva da anni ormai e lo spavento che procura riporta alle angosce infantili di quando ci si impuntava per vedere un film 'dei grandi' e poi si finiva per passare la notte insonni.
Bei brividi e, per una volta, che piacere avere paura di aprire l'armadio temendo di trovarci all'interno nascosto un pazzo che tenta di ucciderci!
Bellissima, poi, la scena illuminata solo dal flash della macchina fotografica del fotografo Adam/Leigh Whannell (che è anche lo sceneggiatore del film): sentire il battito del suo cuore accelerare automaticamente autorizza il nostro a correre insieme al suo, trattenendo il respiro nell'attesa che succeda, inevitabilmente, qualcosa di brutto!
La mia approvazione va, totale, a questa pellicola: per spaventarsi non c'è nulla di meglio! Ps. Qualche faccia famosa c'è: Danny Glover, straconosciuto per il suo ruolo in "Arma letale" e i vari seguiti; Michael Emerson e Ken Leung rispettivamente Ben Linus e Miles Straume di "Lost"; Monica Potter, vista in "Patch Adams", "Nella morsa del ragno" e nel tv show (bellissimo) "Boston Legal".
Film 153 - Saw - L'enigmista
Film 2217 - Saw X
Consigli: Ovviamente guardarlo di notte in casa da soli è la situazione migliore per gustarsi un film del genere. Io, la prima volta che lo vidi, riuscii a dormire a malapena un'ora per l'angoscia che mi aveva suscitato! L'ultima volta che un film è riuscito davvero a spaventarmi. Lode al merito.
Parola chiave: Ospedale.
#HollywoodCiak
Bengi
Film 153: "Saw - L'enigmista" (2004) di James Wan
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Diego, Marco, Andrea Puffo
Pensieri: Definire Mr. Jigsaw quale semplice enigmista risulta un pelino riduttivo. Erano anni che al cinema non si vedeva un vero pazzo scatenato ricolmo d'odio come lui. E di certo non perchè si diverte ad elaborare enigmi...
Malattia mentale, sadismo, perversione, sangue come se piovesse, prove mortali e situazioni estreme. Questi sono solo alcuni degli aspetti che caratterizzano il primo episodio della saga di "Saw".
Già, perchè in soli sei anni sono stati prodotti ben 6 film (i primi 4 nel mondo hanno incassato qualcosa come $554,865,556) che hanno confermato Jigsaw quale degno competitor delle migliori e più famose saghe horror di tutti i tempi.
Certo, come purtroppo quasi sempre accade, è il primo film a rappresentare più degnamente il nostro artista dei tranelli mortali. Nei capitoli successivi si perde la logica dell'effetto sorpresa che caratterizza la trama di questo primo capitolo prediligendo la virata splatter che, alla lunga, infastidisce per la sua inutilità. Negli altri episodi il meccanismo psicologico-punitivo per cui a) la tua punizione riflette i tuoi comportamenti nella vita (quasi dantesco) e b) risulta come unica occasione di espiazione e riscatto (altrimenti muori) cede lentamente il passo alla mera tortura fine a sé stessa.
Ma, per tornare al nostro film, questo num. 1 vale davvero la pena di essere visto. Un horror così ben riuscito non si vedeva da anni ormai e lo spavento che procura riporta alle angosce infantili di quando ci si impuntava per vedere un film 'dei grandi' e poi si finiva per passare la notte insonni.
Bei brividi e, per una volta, che piacere avere paura di aprire l'armadio temendo di trovarci all'interno nascosto un pazzo che tenta di ucciderci!
Bellissima, poi, la scena illuminata solo dal flash della macchina fotografica del fotografo Adam/Leigh Whannell (che è anche lo sceneggiatore del film): sentire il battito del suo cuore accelerare automaticamente autorizza il nostro a correre insieme al suo, trattenendo il respiro nell'attesa che succeda, inevitabilmente, qualcosa di brutto!
La mia approvazione va, totale, a questa pellicola: per spaventarsi non c'è nulla di meglio! Ps. Qualche faccia famosa c'è: Danny Glover, straconosciuto per il suo ruolo in "Arma letale" e i vari seguiti; Michael Emerson e Ken Leung rispettivamente Ben Linus e Miles Straume di "Lost"; Monica Potter, vista in "Patch Adams", "Nella morsa del ragno" e nel tv show (bellissimo) "Boston Legal".
Film 153 - Saw - L'enigmista
Film 2217 - Saw X
Consigli: Ovviamente guardarlo di notte in casa da soli è la situazione migliore per gustarsi un film del genere. Io, la prima volta che lo vidi, riuscii a dormire a malapena un'ora per l'angoscia che mi aveva suscitato! L'ultima volta che un film è riuscito davvero a spaventarmi. Lode al merito.
Parola chiave: Ospedale.
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lunedì 18 ottobre 2010
Film 152 - Cube - Il cubo
Vogliosi di atmosfere orrifiche, per il lunedì cinematografico ci siamo concessi ben due pellicole di genere!
Film 152: "Cube - Il cubo" (1997) di Vincenzo Natali
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea, Diego, Marco, Andrea Puffo, Titti
Pensieri: Si sa che gli horror durano poco. Difficilmente sceneggiatori e registi si spremono per portare la loro 'creatura' oltre l'oretta e mezza di durata. E il nostro primo film non fa eccezione. 90 minuti dentro ad un cubo, in effetti, bastano e avanzano.
Ovviamente qui, più che contare su carneficine o maniaci pazzoidi, speravamo in un'insostenibile tensione claustrofobica. Diciamo che, come tutti ben sappiamo, guardare film in gruppo non aiuta a mantenere la concentrazione né tanto meno l'atmosfera necessaria ad insinuare in chi guarda l'angoscia di un ambiente privo di vie d'uscita.
Ma, anche se eravamo di fatto 6 persone concentrate più certi aspetti divertenti di questa pellicola, devo essere sincero: il film non ha pienamente soddisfatto le mie aspettative.
L'idea di base di 7 sconosciuti che si risvegliano dentro un enorme cubo è intrigante. Vengono in mente mille ipotesi solo nei primi minuti. Ma gli attori non sono un granché e Leaven/Nicole de Boer ha sempre una faccia allucinata che a tratti infastidisce. A mio avviso, poi, manca una caratterizzazione dei personaggi meno superficiale e scontata che rendesse più imprevedibile il susseguirsi delle reazioni dei vari Worth, Quentin, Leaven e compagnia.
Tra genietti matematici, cattivi che si rivelano più buoni di quelli che dovrebbero esserlo anche solo per l'istituzione che rappresentano (vedi poliziotto) e anziane crocerossino-frigide che aiutano il ritardato (in realtà genio... ma va?!) il film finisce per far rimpiangere la buona premessa da cui si era partiti.
Non riuscitissimo, ma godibile.
Consigli: Vederlo, possibilmente, di notte e da soli. Forse l'effetto potrebbe essere più disturbante...
Parola chiave: Matematica.
#HollywoodCiak
Bengi
Film 152: "Cube - Il cubo" (1997) di Vincenzo Natali
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea, Diego, Marco, Andrea Puffo, Titti
Pensieri: Si sa che gli horror durano poco. Difficilmente sceneggiatori e registi si spremono per portare la loro 'creatura' oltre l'oretta e mezza di durata. E il nostro primo film non fa eccezione. 90 minuti dentro ad un cubo, in effetti, bastano e avanzano.
Ovviamente qui, più che contare su carneficine o maniaci pazzoidi, speravamo in un'insostenibile tensione claustrofobica. Diciamo che, come tutti ben sappiamo, guardare film in gruppo non aiuta a mantenere la concentrazione né tanto meno l'atmosfera necessaria ad insinuare in chi guarda l'angoscia di un ambiente privo di vie d'uscita.
Ma, anche se eravamo di fatto 6 persone concentrate più certi aspetti divertenti di questa pellicola, devo essere sincero: il film non ha pienamente soddisfatto le mie aspettative.
L'idea di base di 7 sconosciuti che si risvegliano dentro un enorme cubo è intrigante. Vengono in mente mille ipotesi solo nei primi minuti. Ma gli attori non sono un granché e Leaven/Nicole de Boer ha sempre una faccia allucinata che a tratti infastidisce. A mio avviso, poi, manca una caratterizzazione dei personaggi meno superficiale e scontata che rendesse più imprevedibile il susseguirsi delle reazioni dei vari Worth, Quentin, Leaven e compagnia.
Tra genietti matematici, cattivi che si rivelano più buoni di quelli che dovrebbero esserlo anche solo per l'istituzione che rappresentano (vedi poliziotto) e anziane crocerossino-frigide che aiutano il ritardato (in realtà genio... ma va?!) il film finisce per far rimpiangere la buona premessa da cui si era partiti.
Non riuscitissimo, ma godibile.
Consigli: Vederlo, possibilmente, di notte e da soli. Forse l'effetto potrebbe essere più disturbante...
Parola chiave: Matematica.
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venerdì 15 ottobre 2010
Film 151 - Ratatouille
I film d'animazione mi mettono sempre di buon umore. Questo, poi, era da un po' che avevo voglia di rivederlo!
Film 151: "Ratatouille" (2007) di Brad Bird, Jan Pinkava
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Topi in cucina. E' possibile? E rendere la cosa accettabile al grande pubblico? Solo la Pixar poteva farcela.
E infatti realizza un mezzo capolavoro, portando a casa una vittoria strameritata per aver creato un topo chef che perfino i più scettici (come me all'epoca dell'uscita nelle sale) hanno saputo adorare. E l'impresa non era per niente semplice!
Prendiamo un topolino di campagna che ama il buon cibo, ha il tocco dello chef e, per natura fortunata, possiede un olfatto estremamente sviluppato. Poi prendiamo un umano scheletrico e maldestro, bruttino e un po' sfigato, incapace di tenersi anche il minimo lavoro a causa della sua goffaggine. Infine, come luogo del loro incontro, mettiamo un ristorante parigino caduto in declino, ma con ottime possibilità di risorgere. Et voilà, il gioco è fatto!
Un trucchetto renderà l'uno indispensabile all'altro in cucina e porterà ai vecchi fasti il ristorante, attirando l'attenzione di clienti, stampa e critici (criticoni) di vecchia data. Sarà proprio uno di questi a rappresentare il grande scoglio da superare per ritrovare il buon nome del locale.
Tra un piatto e l'altro si presenta presto l'acquolina in bocca e si impara a sorvolare su chi sia l'artefice delle ricette. Del resto il topolino Rémy rimane ben nascosto sotto il cappello della sua 'marionetta umana' Linguini. E, divertente, geniale, non convenzionale strappa un 'mi piace' anche a chi, prima, storceva un po' il nasco disgustato. Davvero bello!
Ps. 5 nominations all'Oscar e una statuetta vinta come miglior film d'animazione 2008.
Consigli: L'idea di un ratto che cucina non è facile da digerire. Il film saprà far andare oltre questo gigantesco limite per far volare lo spettatore con la fantasia! Bisogna solo lasciarsi un po' convincere...
Parola chiave: Chiunque può cucinare.
Ric
Film 151: "Ratatouille" (2007) di Brad Bird, Jan Pinkava
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Topi in cucina. E' possibile? E rendere la cosa accettabile al grande pubblico? Solo la Pixar poteva farcela.
E infatti realizza un mezzo capolavoro, portando a casa una vittoria strameritata per aver creato un topo chef che perfino i più scettici (come me all'epoca dell'uscita nelle sale) hanno saputo adorare. E l'impresa non era per niente semplice!
Prendiamo un topolino di campagna che ama il buon cibo, ha il tocco dello chef e, per natura fortunata, possiede un olfatto estremamente sviluppato. Poi prendiamo un umano scheletrico e maldestro, bruttino e un po' sfigato, incapace di tenersi anche il minimo lavoro a causa della sua goffaggine. Infine, come luogo del loro incontro, mettiamo un ristorante parigino caduto in declino, ma con ottime possibilità di risorgere. Et voilà, il gioco è fatto!
Un trucchetto renderà l'uno indispensabile all'altro in cucina e porterà ai vecchi fasti il ristorante, attirando l'attenzione di clienti, stampa e critici (criticoni) di vecchia data. Sarà proprio uno di questi a rappresentare il grande scoglio da superare per ritrovare il buon nome del locale.
Tra un piatto e l'altro si presenta presto l'acquolina in bocca e si impara a sorvolare su chi sia l'artefice delle ricette. Del resto il topolino Rémy rimane ben nascosto sotto il cappello della sua 'marionetta umana' Linguini. E, divertente, geniale, non convenzionale strappa un 'mi piace' anche a chi, prima, storceva un po' il nasco disgustato. Davvero bello!
Ps. 5 nominations all'Oscar e una statuetta vinta come miglior film d'animazione 2008.
Consigli: L'idea di un ratto che cucina non è facile da digerire. Il film saprà far andare oltre questo gigantesco limite per far volare lo spettatore con la fantasia! Bisogna solo lasciarsi un po' convincere...
Parola chiave: Chiunque può cucinare.
Ric
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giovedì 14 ottobre 2010
Film 150 - The American
Un po' dispiaciuto che il 150esimo film sia proprio questa pellicola, ripongo più fiducia nel 200esimo sperando che - incrocio le dita - sia quantomeno un pelo migliore di questo!
Film 150: "The American" (2010) di Anton Corbijn
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Daniele
Pensieri: Causa tempi e impegni precedenti, qualche settimana fa mi sono ritrovato a dover cercare un film al cinema che andasse oltre la seconda serata. E così, l'unica proposta plausibile, pareva essere questo "The American". Inizio spettacolo ore 00.15 passate. I multisala, si sa, ti propinano un sacco di pubblicità prima di far iniziare la pellicola, ma non importa, perchè questo è un film d'azione e, sicuramente, non ci sarà da annoiarsi.
Ehm... Non proprio!
Forse già il fatto che nei titoli di testa il secondo nome, dopo quello di George Clooney, fosse quello di Violante Placido avrebbe dovuto insospettirmi. Io, personalmente, non la reggo né come attrice né dal punto di vista umano. Trovo la sua voce sia di un irritante pazzesco (e per una che recita e fa la cantante non è proprio il massimo) e che non sia nemmeno così capace a recitare come lei crede. Interpretare ruoli costantemente senza mutande non è sinonimo di cinema d'autore né, tanto più, di sbalorditive doti recitative.
Ma, volendo sorvolare su questo (relativamente, dato che anche qui l'intimo della Placido è facoltativo), non si può sorvolare, invece, sull'inesorabile lentezza che caratterizza tutto il film. Che noia!
Siamo davvro sicuri che George Clooney sia attore costantemente versatile come certe riviste di cinema ci vogliono far credere? In una serie infinita di primi piani (ma non era un film d'azione?!) dimostra solamente di portare bene l'età che ha.
La pseudo intavolazione da film d'autore che il regista Anton Corbijn ci vuole propinare (primi piani a go-go, momenti di "tensione" sottolineati dallo sguardo dei protagonisti in primo piano, vedute aeree infinite, paesaggi naturalistici sconfinati da ricollegare alla desolazione del protagonista, ecc) non è funzionale alla narrazione di una storia che, fosse stata raccontata in un cortometraggio, avrebbe sicuramente reso meglio. Per troppo tempo non succede nulla, troppo a lungo si spaccia per interessante una storia che, alla fine, si rivela ciofeca banalità. Cosa fa Clooney tutto il film? Monta un fucile. Tutto il tempo? Sì. Proprio per tutti i 105 minuti della pellicola?! No, per 100! Gli altri 5 c'è la Placido nuda. Ah, beh, allora...
Ps. Il film è girato quasi al 100% in Italia (non a caso la scelta della Placido come protagonista femminile) e, tra gli attori nostrani che compaiono nella pellicola ci sono anche Paolo Bonacelli e Filippo Timi. Inoltre il film, uscito in America il 1° settembre, è stato al vertice del botteghino USA per una settimana portando subito a casa $16,662,333 di incasso. Ad oggi l'incasso totale è di $35,202,471.
Consigli: Se siete fan di Clooney, evitate di rovinarvi il gusto di adorare il vostro mito. Ha fatto di meglio...
Parola chiave: Primi piani.
Ric
Film 150: "The American" (2010) di Anton Corbijn
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Daniele
Pensieri: Causa tempi e impegni precedenti, qualche settimana fa mi sono ritrovato a dover cercare un film al cinema che andasse oltre la seconda serata. E così, l'unica proposta plausibile, pareva essere questo "The American". Inizio spettacolo ore 00.15 passate. I multisala, si sa, ti propinano un sacco di pubblicità prima di far iniziare la pellicola, ma non importa, perchè questo è un film d'azione e, sicuramente, non ci sarà da annoiarsi.
Ehm... Non proprio!
Forse già il fatto che nei titoli di testa il secondo nome, dopo quello di George Clooney, fosse quello di Violante Placido avrebbe dovuto insospettirmi. Io, personalmente, non la reggo né come attrice né dal punto di vista umano. Trovo la sua voce sia di un irritante pazzesco (e per una che recita e fa la cantante non è proprio il massimo) e che non sia nemmeno così capace a recitare come lei crede. Interpretare ruoli costantemente senza mutande non è sinonimo di cinema d'autore né, tanto più, di sbalorditive doti recitative.
Ma, volendo sorvolare su questo (relativamente, dato che anche qui l'intimo della Placido è facoltativo), non si può sorvolare, invece, sull'inesorabile lentezza che caratterizza tutto il film. Che noia!
Siamo davvro sicuri che George Clooney sia attore costantemente versatile come certe riviste di cinema ci vogliono far credere? In una serie infinita di primi piani (ma non era un film d'azione?!) dimostra solamente di portare bene l'età che ha.
La pseudo intavolazione da film d'autore che il regista Anton Corbijn ci vuole propinare (primi piani a go-go, momenti di "tensione" sottolineati dallo sguardo dei protagonisti in primo piano, vedute aeree infinite, paesaggi naturalistici sconfinati da ricollegare alla desolazione del protagonista, ecc) non è funzionale alla narrazione di una storia che, fosse stata raccontata in un cortometraggio, avrebbe sicuramente reso meglio. Per troppo tempo non succede nulla, troppo a lungo si spaccia per interessante una storia che, alla fine, si rivela ciofeca banalità. Cosa fa Clooney tutto il film? Monta un fucile. Tutto il tempo? Sì. Proprio per tutti i 105 minuti della pellicola?! No, per 100! Gli altri 5 c'è la Placido nuda. Ah, beh, allora...
Ps. Il film è girato quasi al 100% in Italia (non a caso la scelta della Placido come protagonista femminile) e, tra gli attori nostrani che compaiono nella pellicola ci sono anche Paolo Bonacelli e Filippo Timi. Inoltre il film, uscito in America il 1° settembre, è stato al vertice del botteghino USA per una settimana portando subito a casa $16,662,333 di incasso. Ad oggi l'incasso totale è di $35,202,471.
Consigli: Se siete fan di Clooney, evitate di rovinarvi il gusto di adorare il vostro mito. Ha fatto di meglio...
Parola chiave: Primi piani.
Ric
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mercoledì 13 ottobre 2010
Film 149 - Barry Lyndon
Comprato il dvd qualche anno fa, non avevo ancora avuto l'ispirazione giusta per guardare il film di un regista davvero importante. Ci volevano tempo e testa. Qualche settimana fa, finalmente, è stato il momento giusto.
Film 149: "Barry Lyndon" (1975) di Stanley Kubrick
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Devo ammettere due cose. La prima è che mi sono interessato al film solo qualche anno fa, quando la Canonero vinse il suo terzo Oscar per "Maria Antonietta" della Coppola e, ringraziando, citò Kubrick e questo film, suo primo Oscar per i costumi. Milena Canonero è italiana di Torino, spazia dal cinema nazionale a quello internazionale, impegnato o meno. Non potevo non documentarmi meglio su di lei.
La seconda cosa riguarda il protagonista di questo film, Ryan O'Neal: non è per niente un attore che apprezzo. Sarà che prima di questa pellicola non lo avevo visto recitare da nessun'altra parte e che le uniche informazioni su di lui le avevo dai giornali durante il tristissimo momento che ha preceduto la morte di Farrah Fawcett, sta di fatto che partivo prevenuto.
In realtà, tutto sommato, non posso dire che Ryan O'Neal, all'epoca 34enne, stoni nel quadro d'insieme che questa storia vuole riportare. Continuo a non apprezarlo, ma si è reso meno detestabile ai miei occhi. Interpreta sicuramente un ruolo complesso, quello del sig. Redmond Barry, paesanotto con aspirazioni di ricchezza e potere. Il percorso di vita del suo personaggio richiede una certa maturità, nonché una capacità recitativa che vada oltre il sorrisetto beffardo giovanile. Non l'ho trovato sempre eccellente, ma comunque decisamente bravo. Considerando quanto fossi prevenuto, è stata una piccola sorpresa.
Spostandoci al film, invece, devo ammettere che presenta una ricostruzione piuttosto dettagliata dell'epoca, molto curata nei dettagli: i già citati costumi, le scenografie (altro Oscar) e le atmosfere (per renderle ancora più realistiche, Kubrick utilizzò solo la luce naturale o quella delle candele, senza mai ricorrere ad illuminazione artificiale!) sono davvero ben resi. Mi è piaciuta molto anche l'idea di far accompagnare la storia da un narratore onniscente, voce fuori campo che sottolineerà i momenti salienti della vita dell'irlandese Barry.
Unico neo di questa pelicola, a mio avviso, è la lunghezza: 184minuti non sono sempre facilissimi da digerire...
Curiosità: ma solo io ho scambiato Marisa Berenson, la protagonista femminile del film, per una giovane Jennifer Beals (quella di "Flashdance" e "The L Word", per intenderci)?!
Consigli: Assicuratevi di avere molto tempo libero, prima di avventurarvi nella visione di questo film!
Parola chiave: Regalo di compleanno.
Ric
Film 149: "Barry Lyndon" (1975) di Stanley Kubrick
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Devo ammettere due cose. La prima è che mi sono interessato al film solo qualche anno fa, quando la Canonero vinse il suo terzo Oscar per "Maria Antonietta" della Coppola e, ringraziando, citò Kubrick e questo film, suo primo Oscar per i costumi. Milena Canonero è italiana di Torino, spazia dal cinema nazionale a quello internazionale, impegnato o meno. Non potevo non documentarmi meglio su di lei.
La seconda cosa riguarda il protagonista di questo film, Ryan O'Neal: non è per niente un attore che apprezzo. Sarà che prima di questa pellicola non lo avevo visto recitare da nessun'altra parte e che le uniche informazioni su di lui le avevo dai giornali durante il tristissimo momento che ha preceduto la morte di Farrah Fawcett, sta di fatto che partivo prevenuto.
In realtà, tutto sommato, non posso dire che Ryan O'Neal, all'epoca 34enne, stoni nel quadro d'insieme che questa storia vuole riportare. Continuo a non apprezarlo, ma si è reso meno detestabile ai miei occhi. Interpreta sicuramente un ruolo complesso, quello del sig. Redmond Barry, paesanotto con aspirazioni di ricchezza e potere. Il percorso di vita del suo personaggio richiede una certa maturità, nonché una capacità recitativa che vada oltre il sorrisetto beffardo giovanile. Non l'ho trovato sempre eccellente, ma comunque decisamente bravo. Considerando quanto fossi prevenuto, è stata una piccola sorpresa.
Spostandoci al film, invece, devo ammettere che presenta una ricostruzione piuttosto dettagliata dell'epoca, molto curata nei dettagli: i già citati costumi, le scenografie (altro Oscar) e le atmosfere (per renderle ancora più realistiche, Kubrick utilizzò solo la luce naturale o quella delle candele, senza mai ricorrere ad illuminazione artificiale!) sono davvero ben resi. Mi è piaciuta molto anche l'idea di far accompagnare la storia da un narratore onniscente, voce fuori campo che sottolineerà i momenti salienti della vita dell'irlandese Barry.
Unico neo di questa pelicola, a mio avviso, è la lunghezza: 184minuti non sono sempre facilissimi da digerire...
Curiosità: ma solo io ho scambiato Marisa Berenson, la protagonista femminile del film, per una giovane Jennifer Beals (quella di "Flashdance" e "The L Word", per intenderci)?!
Consigli: Assicuratevi di avere molto tempo libero, prima di avventurarvi nella visione di questo film!
Parola chiave: Regalo di compleanno.
Ric
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martedì 12 ottobre 2010
Film 148 - Shrek e vissero felici e contenti
Tra un pranzo e l'altro, cosa meglio di un film d'animazione per intrattenere la mia mente priva di pretese?
Film 148: "Shrek e vissero felici e contenti" (2010) di Mike Mitchell
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: ... e vissero felici e contenti! Sarebbe anche ora, in effetti! Tre episodi di Shrek dopo, siamo ancora qui ad avere a che fare con l'orco più famoso della storia. E sì, è verde, rutta, peta, ecc ecc. Ci piace ancora solo per questo?
Io personalmente non ho mai amato Shrek alla follia, anche se bisogna ammettere che l'idea di ribaltare ogni genere di fiaba, nel primo capitolo era davvero originale. Già con il secondo si era persa la magia. Il terzo non lo ricordo neanche. Questo quarto, in effetti, oltre ad una certa nostalgia, non mi ha regalo grandi brividi. Questa volta lo spunto di partenza ricorda molto il "Canto di Natale" dickensiano. Per carità, manca l'ambientazione natalizia e non c'è nessun fantasma, ma l'idea di riproporre il 'cosa sarebbe successo se...' mi ha ricordato moltissimo il classico dell'autore britannico.
Abbiamo un passato che i fan di Shrek conoscono bene: sono i tre episodi precedenti. Abbiamo un presente, esposto nella prefazione di questo capitolo della saga: la routine quotidiana sta mandando in esaurimento il nostro anti-eroe e lui comincia a sognare i bei tempi solitari in cui il rutto libero era uno sport da praticare quotidianamente. E, infine, abbiamo un ipotetico futuro causato dal sortilegio del nanetto Tremotino che, con l'inganno, fa firmare a Shrek un contratto grazie al quale, rinunciando ad un unico giorno della sua intera vita, potrà vivere al di fuori della routine quotidiana per un giorno. La fregatura? Il giorno rubato a Shrek sarà quello della sua nascita...
Come farà, dunque, a riscattare la sua realtà precedente, ormai diventata solo un ricordo? E, soprattutto, come sarebbe stata la sua vita se non avesse mai salvato Fiona dal drago?
L'enigma si districa durante i 93 minuti di pellicola. Niente di nuovo sul fuoco, ma, per carità, è comunque un film godibile. Ps. Record d'incassi al botteghino americano: solo lì ha guagagnato $238,371,987.
Pps. Cast nutritissimo: Mike Myers, Eddie Murphy, Cameron Diaz, Antonio Banderas, Julie Andrews, John Cleese, Walt Dohrn, Jon Hamm, Jane Lynch, Craig Robinson, Lake Bell, Kathy Griffin, Mary Kay Place.
Consigli: Non è necessariamente un film da vedere, ma, se ormai avete visto i precedenti 3 episodi, non resta che arrendervi all'idea di concludere con le avventure dell'orco. E, speriamo, stavolta sia davvero la fine.
Parola chiave: Vero amore.
Ric
Film 148: "Shrek e vissero felici e contenti" (2010) di Mike Mitchell
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: ... e vissero felici e contenti! Sarebbe anche ora, in effetti! Tre episodi di Shrek dopo, siamo ancora qui ad avere a che fare con l'orco più famoso della storia. E sì, è verde, rutta, peta, ecc ecc. Ci piace ancora solo per questo?
Io personalmente non ho mai amato Shrek alla follia, anche se bisogna ammettere che l'idea di ribaltare ogni genere di fiaba, nel primo capitolo era davvero originale. Già con il secondo si era persa la magia. Il terzo non lo ricordo neanche. Questo quarto, in effetti, oltre ad una certa nostalgia, non mi ha regalo grandi brividi. Questa volta lo spunto di partenza ricorda molto il "Canto di Natale" dickensiano. Per carità, manca l'ambientazione natalizia e non c'è nessun fantasma, ma l'idea di riproporre il 'cosa sarebbe successo se...' mi ha ricordato moltissimo il classico dell'autore britannico.
Abbiamo un passato che i fan di Shrek conoscono bene: sono i tre episodi precedenti. Abbiamo un presente, esposto nella prefazione di questo capitolo della saga: la routine quotidiana sta mandando in esaurimento il nostro anti-eroe e lui comincia a sognare i bei tempi solitari in cui il rutto libero era uno sport da praticare quotidianamente. E, infine, abbiamo un ipotetico futuro causato dal sortilegio del nanetto Tremotino che, con l'inganno, fa firmare a Shrek un contratto grazie al quale, rinunciando ad un unico giorno della sua intera vita, potrà vivere al di fuori della routine quotidiana per un giorno. La fregatura? Il giorno rubato a Shrek sarà quello della sua nascita...
Come farà, dunque, a riscattare la sua realtà precedente, ormai diventata solo un ricordo? E, soprattutto, come sarebbe stata la sua vita se non avesse mai salvato Fiona dal drago?
L'enigma si districa durante i 93 minuti di pellicola. Niente di nuovo sul fuoco, ma, per carità, è comunque un film godibile. Ps. Record d'incassi al botteghino americano: solo lì ha guagagnato $238,371,987.
Pps. Cast nutritissimo: Mike Myers, Eddie Murphy, Cameron Diaz, Antonio Banderas, Julie Andrews, John Cleese, Walt Dohrn, Jon Hamm, Jane Lynch, Craig Robinson, Lake Bell, Kathy Griffin, Mary Kay Place.
Consigli: Non è necessariamente un film da vedere, ma, se ormai avete visto i precedenti 3 episodi, non resta che arrendervi all'idea di concludere con le avventure dell'orco. E, speriamo, stavolta sia davvero la fine.
Parola chiave: Vero amore.
Ric
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lunedì 11 ottobre 2010
Film 147 - Mean Girls
Altra cena altro film. I lunedì cominciano a diventare simbolo di serate in compagnia dove, davanti a una bella insalatona, ci si gusta anche un bel dvd. Per il quinto appuntamento, tutti riuniti dopo le vacanze estive, abbiamo scelto un film molto, molto cattivo...
Film 147: "Mean Girls" (2004) di Mark Waters
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea, Marco, Andrea Puffo, Enrico, Diego, Levino
Pensieri: Il primo film decisamente non serio delle nostre serate 'insalata&cinema', non poteva essere che il capolavoro di comicità scritto dalla brillante Tina Fey.
Di recente avevo già elogiato sia il film che la sua creatrice, donna di raffinata intelligenza, e oggi ribadirò solo che è decisamente una pellicola divertente, ben scritta e recitata da un cast di, allora, sconosciute (tranne Lindsay Lohan) che in pochi anni sarebbero entrati a far parte della Hollywood che conta: Rachel McAdams, poi vista in "Red Eye", "State of Play", "Un amore all'improvviso", "Sherlock Holmes"; Amanda Seyfried, sempre più in ascesa, diva di film come "Mamma Mia!", "Il corpo di Jennifer", "Chloe - Tra seduzione e inganno"; Amy Poehler, amica della Fey e, come lei, protagonista del "Saturday Night Live" e vista nel film "Baby Mama"; e, ovviamente, Tina Fey, ormai divenuta famosa anche da noi per la sua imitazione durante il "Saturday Night Live" di Sarah Palin, durante la scorsa campagna elettorale presidenziale USA, e per i suoi molteplici premi vinti per il tv show "30 Rock". L'abbiamo vista anche al cinema in "Baby Mama" e "Notte folle a Manhattan" Se questo non è un segno...
Film 114 - Mean Girls
Film 147 - Mean Girls
Film 320 - Mean Girls
Film 1594 - Mean Girls
Film 2257 - Mean Girls (musical)
Consigli: Non perdetevi tutte le cattiverie che Cady con Janis e Damian escogitano per farla pagare a Regina George: ci sarà da divertirsi!
Parola chiave: Aaron Samuels.
#HollywoodCiak
Bengi
Film 147: "Mean Girls" (2004) di Mark Waters
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea, Marco, Andrea Puffo, Enrico, Diego, Levino
Pensieri: Il primo film decisamente non serio delle nostre serate 'insalata&cinema', non poteva essere che il capolavoro di comicità scritto dalla brillante Tina Fey.
Di recente avevo già elogiato sia il film che la sua creatrice, donna di raffinata intelligenza, e oggi ribadirò solo che è decisamente una pellicola divertente, ben scritta e recitata da un cast di, allora, sconosciute (tranne Lindsay Lohan) che in pochi anni sarebbero entrati a far parte della Hollywood che conta: Rachel McAdams, poi vista in "Red Eye", "State of Play", "Un amore all'improvviso", "Sherlock Holmes"; Amanda Seyfried, sempre più in ascesa, diva di film come "Mamma Mia!", "Il corpo di Jennifer", "Chloe - Tra seduzione e inganno"; Amy Poehler, amica della Fey e, come lei, protagonista del "Saturday Night Live" e vista nel film "Baby Mama"; e, ovviamente, Tina Fey, ormai divenuta famosa anche da noi per la sua imitazione durante il "Saturday Night Live" di Sarah Palin, durante la scorsa campagna elettorale presidenziale USA, e per i suoi molteplici premi vinti per il tv show "30 Rock". L'abbiamo vista anche al cinema in "Baby Mama" e "Notte folle a Manhattan" Se questo non è un segno...
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Film 147 - Mean Girls
Film 320 - Mean Girls
Film 1594 - Mean Girls
Film 2257 - Mean Girls (musical)
Consigli: Non perdetevi tutte le cattiverie che Cady con Janis e Damian escogitano per farla pagare a Regina George: ci sarà da divertirsi!
Parola chiave: Aaron Samuels.
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giovedì 7 ottobre 2010
Film 146 - Oltre il giardino
Quarto appuntamento con l'insalata+film del lunedì sera: si ritorna al cinema impegnato!
Film 146: "Oltre il giardino" (1979) di Hal Ashby
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo, Enrico
Pensieri: Una storia curiosa, un film poetico, un attore bravissimo. Elementi che si combinano insieme per questo film, con protagonisti Peter Sellers e Shirley MacLaine, che racconta un pezzo di vita di un giardiniere analfabeta e della sua scalata verso la fama di 'guru' delle masse, in una maniera davvero inaspettata per lui. In tutto questo il grande protagonista è sicuramente il medium tv, capace di far risuonare in ogni casa la spicciola filosofia di Chance che, non possedendo alcuna cultura - e presentando anche un certo ritardo mentale - parla solamente dell'unica cosa che conosce: il giardinaggio. Per chi scambia i suoi discorsi per grandi metafore sulla vita e i suoi meccanismi, Chance risulta la geniale guida da seguire in tempi in cui la frenesia e l'arte del complicarsi la vita hanno compromesso la serenità di molti.
Il mondo è fiero di aver scoperto Chance Giardiniere; quest'ultimo non sa di essere stato trovato. La sua semplicità, il suo candore lo portano a giostrarsi nelle situazioni più disparate con una disarmante ingenuità, creduta dagli altri come costruita in anni di esperienze vissute. Il mondo vede in lui quello che vuole vedere, costruisce per lui un passato ipotetico, crede nelle sue grandi doti. La realtà è che Chance non era mai uscito dalla casa in cui era nato, prima che il suo padrone morisse.
C'è un sott'inteso di presa in giro, una satira sulla natura umana e perfino una profetica critica ai miti usa-e-getta tanto in voga ai giorni nostri. E' un film falsamente leggero e non va, decisamente, sottovalutato.
Due nomination all'Oscar dell'80: migliori attori Peter Sellers (qui alla sua penultima interpretazione prima della morte l'anno seguente) e Melvyn Douglas. Quest'ultimo vince.
Consigli: La tv e i suoi mostri: generazione di un mito a sua insaputa. Interessante!
Parola chiave: Televisione.
Ric
Film 146: "Oltre il giardino" (1979) di Hal Ashby
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo, Enrico
Pensieri: Una storia curiosa, un film poetico, un attore bravissimo. Elementi che si combinano insieme per questo film, con protagonisti Peter Sellers e Shirley MacLaine, che racconta un pezzo di vita di un giardiniere analfabeta e della sua scalata verso la fama di 'guru' delle masse, in una maniera davvero inaspettata per lui. In tutto questo il grande protagonista è sicuramente il medium tv, capace di far risuonare in ogni casa la spicciola filosofia di Chance che, non possedendo alcuna cultura - e presentando anche un certo ritardo mentale - parla solamente dell'unica cosa che conosce: il giardinaggio. Per chi scambia i suoi discorsi per grandi metafore sulla vita e i suoi meccanismi, Chance risulta la geniale guida da seguire in tempi in cui la frenesia e l'arte del complicarsi la vita hanno compromesso la serenità di molti.
Il mondo è fiero di aver scoperto Chance Giardiniere; quest'ultimo non sa di essere stato trovato. La sua semplicità, il suo candore lo portano a giostrarsi nelle situazioni più disparate con una disarmante ingenuità, creduta dagli altri come costruita in anni di esperienze vissute. Il mondo vede in lui quello che vuole vedere, costruisce per lui un passato ipotetico, crede nelle sue grandi doti. La realtà è che Chance non era mai uscito dalla casa in cui era nato, prima che il suo padrone morisse.
C'è un sott'inteso di presa in giro, una satira sulla natura umana e perfino una profetica critica ai miti usa-e-getta tanto in voga ai giorni nostri. E' un film falsamente leggero e non va, decisamente, sottovalutato.
Due nomination all'Oscar dell'80: migliori attori Peter Sellers (qui alla sua penultima interpretazione prima della morte l'anno seguente) e Melvyn Douglas. Quest'ultimo vince.
Consigli: La tv e i suoi mostri: generazione di un mito a sua insaputa. Interessante!
Parola chiave: Televisione.
Ric
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martedì 5 ottobre 2010
Film 145 - La signora ammazzatutti
Terzo appuntamento del lunedì, questa volta decisamente meno impegnato, ma non per questo meno interessante!
Film 145: "La signora ammazzatutti" (1994) di John Waters
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo, Diego, Enrico
Pensieri: Della serie: una con delle strane priorità. Chi pensa di avere dei problemi a casa, sicuramente potrebbe vedersi questo film e pensare che, dopotutto, di gente che sta peggio ce n'è!
Casalinga perfettina madre di due figli e devota moglie da orgasmo olimpico cede alla tentazione del coltello (e non solo) e, nel giro di 95 minuti di film, riesce a dimezzare il vicinato.
Surreale nei toni e nei modi, questa dark comedy propone una Kathleen Turner in gran forma, a suo agio tra volgarità e 'armi del delitto'. Necessaria la disinvoltura dell'attrice per accompagnare una storia che non sempre centra il bersaglio.
Tutto sommato una pellicola divertente e bizzarra, con ritmi e tempi propri, mai ben definitivamente collocata in un unico genere. Fa ridere, ma non è comico. C'è un assassino seriale, ma non è un thriller. Ci sono parolacce e violenza facile, ma non è un film demenziale per adolescenti. E' un po' confuso e un po' frettoloso.
Ma una scena è davvero ben resa: la telefonata di Beverly all'amica Dottie Hinkle! Imperdibile!
Consigli: Un film leggero leggero, adatto alle serate spensierate in compagnia degli amici.
Parola chiave: Disturbi mentali.
Ric
Film 145: "La signora ammazzatutti" (1994) di John Waters
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo, Diego, Enrico
Pensieri: Della serie: una con delle strane priorità. Chi pensa di avere dei problemi a casa, sicuramente potrebbe vedersi questo film e pensare che, dopotutto, di gente che sta peggio ce n'è!
Casalinga perfettina madre di due figli e devota moglie da orgasmo olimpico cede alla tentazione del coltello (e non solo) e, nel giro di 95 minuti di film, riesce a dimezzare il vicinato.
Surreale nei toni e nei modi, questa dark comedy propone una Kathleen Turner in gran forma, a suo agio tra volgarità e 'armi del delitto'. Necessaria la disinvoltura dell'attrice per accompagnare una storia che non sempre centra il bersaglio.
Tutto sommato una pellicola divertente e bizzarra, con ritmi e tempi propri, mai ben definitivamente collocata in un unico genere. Fa ridere, ma non è comico. C'è un assassino seriale, ma non è un thriller. Ci sono parolacce e violenza facile, ma non è un film demenziale per adolescenti. E' un po' confuso e un po' frettoloso.
Ma una scena è davvero ben resa: la telefonata di Beverly all'amica Dottie Hinkle! Imperdibile!
Consigli: Un film leggero leggero, adatto alle serate spensierate in compagnia degli amici.
Parola chiave: Disturbi mentali.
Ric
venerdì 1 ottobre 2010
Film 144 - Diario di uno scandalo
Al secondo appuntamento del lunedì con le cene dietetiche a base di insalata dal Puffo, non ci facciamo mancare nemmeno stavolta il cinema impegnato. E, dopo Lynch, siamo passati a...
Film 144: "Diario di uno scandalo" (2006) di Richard Eyre
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo, Diego
Pensieri: Decisamente uno dei film più belli del 2006. Ben scritto e recitato divinamente dalle due protagoniste (Judi Dench e Cate Blanchett, entrambe candidate all'Oscar per i rispettivi ruoli), una colonna sonora stupenda, una tematica scabrosa e un'ossessione. Che bello quando i film hanno qualcosa da raccontare!
Storia di vite umane che si intrecciano, apparentemente tutto nella norma, in realtà grandi problemi in vista. Il racconto affronta tematiche differenti a più livelli, mescola gli elementi in un turbinio di colpi di scena che, molto spesso, lasciano senza fiato per l'intensità delle emozioni che propongono. Le due donne instaurano un rapporto che le costringerà ad affrontare il peggio l'una dell'altra, mettendole di fronte a verità scomode e strade da percorrere che non si sarebbero aspettate.
La morbosità di Barbara Covett/Judi Dench fuoriesce lentamente grazie alle parole del suo diario, vero narratore e filo conduttore della storia, custode fedele dell'infelice esistenza della donna, soffocata tra il desiderio della compagnia femminile, la solitudine e un lavoro che conduce senza passione e in cui sfoga le sue frustrazioni. Sarà il segreto della nuova collega Sheba Hart/Cate Blanchett, di cui si invaghisce, a darle la possibilità di avvicinarla ancora di più, innescando in lei la speranza di aver finalmente istaurato una vera relazione.
Consigli: Lo 'scandalo' del titolo è solo uno degli assi nella manica di questa pellicola! Preparatevi a toccare anche voi il fondo con le due protagoniste: rialzarsi non sarà facile.
Parola chiave: Lezioni private.
Ric
Film 144: "Diario di uno scandalo" (2006) di Richard Eyre
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo, Diego
Pensieri: Decisamente uno dei film più belli del 2006. Ben scritto e recitato divinamente dalle due protagoniste (Judi Dench e Cate Blanchett, entrambe candidate all'Oscar per i rispettivi ruoli), una colonna sonora stupenda, una tematica scabrosa e un'ossessione. Che bello quando i film hanno qualcosa da raccontare!
Storia di vite umane che si intrecciano, apparentemente tutto nella norma, in realtà grandi problemi in vista. Il racconto affronta tematiche differenti a più livelli, mescola gli elementi in un turbinio di colpi di scena che, molto spesso, lasciano senza fiato per l'intensità delle emozioni che propongono. Le due donne instaurano un rapporto che le costringerà ad affrontare il peggio l'una dell'altra, mettendole di fronte a verità scomode e strade da percorrere che non si sarebbero aspettate.
La morbosità di Barbara Covett/Judi Dench fuoriesce lentamente grazie alle parole del suo diario, vero narratore e filo conduttore della storia, custode fedele dell'infelice esistenza della donna, soffocata tra il desiderio della compagnia femminile, la solitudine e un lavoro che conduce senza passione e in cui sfoga le sue frustrazioni. Sarà il segreto della nuova collega Sheba Hart/Cate Blanchett, di cui si invaghisce, a darle la possibilità di avvicinarla ancora di più, innescando in lei la speranza di aver finalmente istaurato una vera relazione.
Consigli: Lo 'scandalo' del titolo è solo uno degli assi nella manica di questa pellicola! Preparatevi a toccare anche voi il fondo con le due protagoniste: rialzarsi non sarà facile.
Parola chiave: Lezioni private.
Ric
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segreto
Film 143 - Mulholland Drive
Primo film di una lunga serie di 'lunedì a cena dal Puffo', tra insalata e chiacchiere, ci siamo concessi uno dei film più popolari di un certo Sig. Lynch...
Film 143: "Mulholland Drive" (2001) di David Lynch
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo, Diego
Pensieri: Al mio primo approccio ufficiale con questo regista ne esco pienamente soddisfatto! Sicuramente la buona compagnia ha influito positivamente: non si può non tenere presente che contano anche atmosfera e approccio con cui ci avviciniamo a qualsiasi film. Per mia fortuna la 'prima visione' di un film di Lynch è stata decisamente positiva anche grazie a questi elementi perchè forse, da solo, i 147 mininuti di pellicola li avrei un po' sofferti. E, invece, ne sono uscito piacevolmente affascinato e invogliato a scoprire meglio il mondo di un regista sicuramente non convenzionale.
In ogni caso non avrei potuto non amare Naomi Watts, una delle attrici più belle e BRAVE nella sfera hollywoodiana e che, grazie a questo film sicuramente ha dato un vero slancio alla sua carriera, seguito l'anno dopo dalla consacrazione al grande pubblico con un enorme successo commerciale quale "The Ring". In questa pellicola rende davvero bene il suo personaggio anche in scene non facili come quella del provino o nel momento in cui si rivela il grande mistero del suo personaggio.
Proprio questo mistero sarà perno e fulcro della vicenda e condizionerà l'intero andamento della storia. Storia assurda in certi tratti, ma affascinante già dal punto di partenza: bellissima donna (Laura Harring) in una limousine viene minacciata con una pistola da uno dei due in macchina con lei, ma un incidente stradale la lascia unica superstite illesa. Con un'amnesia... Come farà a ritrovarsi, a capire da dove arrivano tutti quei soldi nella borsetta, perchè fosse su una limousine in Mulholland Drive? Solo l'evolversi della storia lo farà capire.
Giochetti della mente, inganni, effusioni, stranissimi personaggi, cadaveri, film da girare e un po' di visione Freudiana della personalità. Ce n'è davvero per tutti i gusti. Vedere e capire non andranno sempre a braccetto in questa pellicola, ma abbandonarsi a un mondo non sempre logicamente proprio è alquanto affascinante e piacevolmente disorientante. Spegnete il vostro cervello e lasciate che sia quello di Lynch a condurvi nel suo intricato labirinto.
Consigli: Ci vuole un po' di pazienza, poi il film prende il via. E, soprattutto, una mente bella sgombra: pare ci siano 10 indizi chiave per la comprensione della storia sparsi per le scene. Buona ricerca!
Parola chiave: Scatola blu.
Ric
Film 143: "Mulholland Drive" (2001) di David Lynch
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo, Diego
Pensieri: Al mio primo approccio ufficiale con questo regista ne esco pienamente soddisfatto! Sicuramente la buona compagnia ha influito positivamente: non si può non tenere presente che contano anche atmosfera e approccio con cui ci avviciniamo a qualsiasi film. Per mia fortuna la 'prima visione' di un film di Lynch è stata decisamente positiva anche grazie a questi elementi perchè forse, da solo, i 147 mininuti di pellicola li avrei un po' sofferti. E, invece, ne sono uscito piacevolmente affascinato e invogliato a scoprire meglio il mondo di un regista sicuramente non convenzionale.
In ogni caso non avrei potuto non amare Naomi Watts, una delle attrici più belle e BRAVE nella sfera hollywoodiana e che, grazie a questo film sicuramente ha dato un vero slancio alla sua carriera, seguito l'anno dopo dalla consacrazione al grande pubblico con un enorme successo commerciale quale "The Ring". In questa pellicola rende davvero bene il suo personaggio anche in scene non facili come quella del provino o nel momento in cui si rivela il grande mistero del suo personaggio.
Proprio questo mistero sarà perno e fulcro della vicenda e condizionerà l'intero andamento della storia. Storia assurda in certi tratti, ma affascinante già dal punto di partenza: bellissima donna (Laura Harring) in una limousine viene minacciata con una pistola da uno dei due in macchina con lei, ma un incidente stradale la lascia unica superstite illesa. Con un'amnesia... Come farà a ritrovarsi, a capire da dove arrivano tutti quei soldi nella borsetta, perchè fosse su una limousine in Mulholland Drive? Solo l'evolversi della storia lo farà capire.
Giochetti della mente, inganni, effusioni, stranissimi personaggi, cadaveri, film da girare e un po' di visione Freudiana della personalità. Ce n'è davvero per tutti i gusti. Vedere e capire non andranno sempre a braccetto in questa pellicola, ma abbandonarsi a un mondo non sempre logicamente proprio è alquanto affascinante e piacevolmente disorientante. Spegnete il vostro cervello e lasciate che sia quello di Lynch a condurvi nel suo intricato labirinto.
Consigli: Ci vuole un po' di pazienza, poi il film prende il via. E, soprattutto, una mente bella sgombra: pare ci siano 10 indizi chiave per la comprensione della storia sparsi per le scene. Buona ricerca!
Parola chiave: Scatola blu.
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