Per introdurre questo film, un passaggio della bella canzone di Milva dal titolo "Marinero":
«I just want to feel the spray
Upon my face, the ocean air
Marinero»
Film 662: "Captain Phillips - Attacco in mare aperto" (2013) di Paul Greengrass
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Tratto dalla storia vera del capitano Richard Phillips e raccontata in "A Captain's Duty: Somali Pirates, Navy SEALS, and Dangerous Days at Sea", questo film, devo dirlo, è veramente una bomba. E non me lo aspettavo minimamente!
L'interesse si accende quasi subito quando i maledetti pirati somali si interessano alla nave del nostro futuro eroe e lui, solo a governare, comincia il contrattacco con i soli mezzi a sua disposizione: velocità, idranti e la trasmissione di un messaggio di emergenza all'US Maritime Emergency Line. I pirati, naturalmente, riescono a salire a bordo della grande portacontainer "Maersk Alabama" e, da quel momento, comincia l'adrenalina.
Quella che la trama ci racconterà, infatti, è la dinamica di un dirottamento (il primo della storia navale statunitense) e il successivo sequestro del capitano, in un crescendo di situazioni limite in cui "dialogare" prevede sempre l'utilizzo di qualche arma da fuoco. Unico collante tra la vita e la morte dell'equipaggio è proprio Phillips, che metterà a rischio la sua incolumità riuscendo prima a contenere i pirati trattando e consegnando i $30,000 in dotazione alla nave, poi finendo sulla scialuppa di salvataggio che i quattro intendono usare per ritornare nel loro Paese da dove chiedere il riscatto per il capitano. Sarà un viaggio pericoloso ed agitatissimo.
Veri risponsabili della riuscita di questo "Captain Phillips" sono certamente gli ottimi Tom Hanks e Barkhad Abdi nei panni del capo dei pirati somali (per lui, alla prima esperienza recitativa, doppia nomination ai Golden Globes e agli Oscar) e il regista Paul Greengrass che, oltre ad avere il taglio di capelli meno azzeccato del mondo, è anche in grado di gestire una sceneggiatura che prevede solo mare aperto, una scialuppa microscopica e una nave cargo gigante con grandissima maestria, senza mai far "soffrire" lo spettatore la necessità di qualche scenario in più.
Ottimo risultato, quindi, questo "Captain Phillips - Attacco in mare aperto", capace di far trattenere il respiro grazie ad un finale ad altissima tensione e ad un Tom Hanks che non apprezzavo così da un sacco di tempo. Le 6 nomination agli Academy Awards che il film si è guadagnato sono del tutto meritate e, anche se prima ero alquanto scettico riguardo questa pellicola in generale e il suo interprete in particolare, mi sono ampiamente ricreduto.
Ps. 55 milioni di dollari per produrlo ed un box office mondiale ad oggi a quota $215,346,525.
Consigli: Io purtroppo l'ho visto a più riprese, ma mi ha comunque conquistato. Quindi, chiaramente, meglio vederlo dall'inizio alla fine senza grandi pause, in modo da poter godere appieno del climax narrativo. Hanks è in formissima e l'esordiente Barkhad Abdi è un pirata lucido e spietato. Un ottimo esempio di film che trae da fatti reali una storia al cardiopalma che vale la pena di vedere.
Parola chiave: Riscatto.
Trailer
Bengi
venerdì 31 gennaio 2014
Film 662 - Captain Phillips - Attacco in mare aperto
Etichette:
Barkhad Abdi,
biopic,
Captain Phillips,
Captain Phillips - Attacco in mare aperto,
Catherine Keener,
Il dovere di un capitano,
oscar,
Paul Greengrass,
pirati,
Richard Phillips,
riscatto,
storia vera,
Tom Hanks
giovedì 30 gennaio 2014
Film 661 - August: Osage County
Un nuovo ruolo difficile per una delle più grandi attrici di tutti i tempi. Imperdibile.
Film 661: "August: Osage County" (2013) di John Wells
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ho molto atteso questa pellicola e l'ovvio motivo era Meryl Streep, di nuovo in grado di guadagnarsi una nomination all'Oscar (la diciottesima della sua carriera), nel ruolo della matriarca spostata e sbroccata, in un film sulla famiglia la cui locandina è una rissa in salotto tra madre e figlia. Ovvero: non potevo chiedere di meglio.
Ho tre considerazioni a proposito di questo film (inutile dirlo, da vedere in inglese). La prima è che si capisce fin da subito che è tratto da una pièce teatrale (di Tracy Letts "August: Osage County", vincitrice del Premio Pulitzer). Pochissimi esterni, tutte le scene importanti girate in casa e, soprattutto, uno strabordare di dialoghi che ha il suo momento clou nella cena post funerale, con una Violet Weston incazzata nera e impasticcata come al solito. E' una scena durissima e talmente aggressiva in certi passaggi da essere faticosa, ma Meryl e, devo dire, Julia Roberts la gestiscono perfettamente.
La seconda considerazione riguarda il cast, con le due attrici appena citate in pole position. Non fosse per gli attori, infatti, "I segreti di Osage County" sarebbe semplicemente un esercizio di crudeltà gratuita, spesso volgare e fine a sé stessa. Invece non solo Meryl compone un ritratto disperato e maledettamente convincente, ma anche la Roberts le tiene testa in una maniera che non mi sarei aspettato. Tra l'altro ho molto gradito la versione in originale, che mi ha fatto riscoprire un'attrice che per moltissimo tempo ho snobbato, sicuramente anche a causa di un doppiaggio (e una doppiatrice onnipresente) non sempre funzionale. Ci si accorge della differenza tra l'interpretazione originale e quella dobbiata anche solo guardando il trailer in italiano, che tratta le situazioni trammatiche con toni quasi da commedia, come a voler stemperare una drammaticità troppo forte da digerire. Pessima scelta.
Tornando al cast, comunque, condivido appieno le due nomination all'Oscar per Meryl e Julia, entrambe in grandissima forma. Senza di loro il film non varrebbe quasi nulla, anche perché le parti restanti sono certamente meno articolate ed approfondite. Gli altri attori, comuque, sono Chris Cooper, Margo Martindale (grandissima), Ewan McGregor (sempre in gran forma), Dermot Mulroney (sempre inutile), Julianne Nicholson, Benedict Cumberbatch, Abigail Breslin e una fragilissima (ma finalmente ritrovata) Juliette Lewis. E' evidente che la scelta di un ottimo gruppo di interpreti è stata vincente per un prodotto così difficile da portare al cinema e che, si fossero scelti degli incapaci, sarebbe finito per risultare assolutamente ridicolo.
Il terzo e ultimo punto, invece, riguarda "August: Osage County" in generale. Mi aspettavo delle grandi interpretazioni ed effettivamente ci sono alcune ottime interpreti. Però, come capita con certi prodotti simili a questo, il tutto finisce un po' lì. Non è che il film sia brutto, solo non è una di quelle storie che funzionano anche solo grazie alla trama: ci vogliono soprattutto dei buoni protagonisti, altrimenti il risultato non è soddisfacente. E allora, quando le due ore di pellicola sono finite, mi sono chiesto: rivedrei questa pellicola? Sinceramente no. Sia perché tratta dei temi pesanti e c'è una crudeltà di fondo nel personaggio di Violet che è difficile da sopportare per due ore, figuriamoci per altre due; sia perché di fatto la storia non mi ha particolarmente preso.
Insomma, ho gradito l'ottima scelta del cast e gli intensi momenti di confronto familiare esasperati da pillole, traumi, lutti, infelicità, depressione e rancore. Da tutto questo, però, mi aspettavo qualcosina di più, forse addirittura di più dinamico e meno statico (poltrona-tavolo-sedia-tavolo-letto-poltrona). Ottima Julia Roberts senza trucco né filtri, grande Meryl Streep, di un'intensità sconcertante.
Ps. Il film esce oggi nelle sale italiane. Nel mondo, fino ad ora, ha incassato $38,448,511 a fronte di una spesa di 20 milioni.
[EDIT]: Un mio ulteriore pensiero a proposito di questo film nella recensione per "IL MURO mag": “I SEGRETI DI OSANGE COUNTY”: MERYL STREEP E JULIA ROBERTS, UNA COPPIA DA OSCAR
Consigli: Credo che, per i fan della Streep, sia tappa obbligata, come per quelli della Roberts, che potranno vedere la loro eroina finalmente in panni recitativi degni di nota.
La pellicola in sé è un prodotto difficile e non sempre digeribile con serenità, sia perché le tematiche sono forti, sia perché linguaggio e atteggiamenti richiedono una certa apertura mentale. Certamente intenso da questo punto di vista, il risultato finale è positivo, però, solo grazie a un cast particolarmente affiatato. Per certi aspetti mi ha ricordato "Lo zoo di vetro" di Tennessee Williams.
Parola chiave: Suicidio.
Trailer
Bengi
Film 661: "August: Osage County" (2013) di John Wells
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ho molto atteso questa pellicola e l'ovvio motivo era Meryl Streep, di nuovo in grado di guadagnarsi una nomination all'Oscar (la diciottesima della sua carriera), nel ruolo della matriarca spostata e sbroccata, in un film sulla famiglia la cui locandina è una rissa in salotto tra madre e figlia. Ovvero: non potevo chiedere di meglio.
Ho tre considerazioni a proposito di questo film (inutile dirlo, da vedere in inglese). La prima è che si capisce fin da subito che è tratto da una pièce teatrale (di Tracy Letts "August: Osage County", vincitrice del Premio Pulitzer). Pochissimi esterni, tutte le scene importanti girate in casa e, soprattutto, uno strabordare di dialoghi che ha il suo momento clou nella cena post funerale, con una Violet Weston incazzata nera e impasticcata come al solito. E' una scena durissima e talmente aggressiva in certi passaggi da essere faticosa, ma Meryl e, devo dire, Julia Roberts la gestiscono perfettamente.
La seconda considerazione riguarda il cast, con le due attrici appena citate in pole position. Non fosse per gli attori, infatti, "I segreti di Osage County" sarebbe semplicemente un esercizio di crudeltà gratuita, spesso volgare e fine a sé stessa. Invece non solo Meryl compone un ritratto disperato e maledettamente convincente, ma anche la Roberts le tiene testa in una maniera che non mi sarei aspettato. Tra l'altro ho molto gradito la versione in originale, che mi ha fatto riscoprire un'attrice che per moltissimo tempo ho snobbato, sicuramente anche a causa di un doppiaggio (e una doppiatrice onnipresente) non sempre funzionale. Ci si accorge della differenza tra l'interpretazione originale e quella dobbiata anche solo guardando il trailer in italiano, che tratta le situazioni trammatiche con toni quasi da commedia, come a voler stemperare una drammaticità troppo forte da digerire. Pessima scelta.
Tornando al cast, comunque, condivido appieno le due nomination all'Oscar per Meryl e Julia, entrambe in grandissima forma. Senza di loro il film non varrebbe quasi nulla, anche perché le parti restanti sono certamente meno articolate ed approfondite. Gli altri attori, comuque, sono Chris Cooper, Margo Martindale (grandissima), Ewan McGregor (sempre in gran forma), Dermot Mulroney (sempre inutile), Julianne Nicholson, Benedict Cumberbatch, Abigail Breslin e una fragilissima (ma finalmente ritrovata) Juliette Lewis. E' evidente che la scelta di un ottimo gruppo di interpreti è stata vincente per un prodotto così difficile da portare al cinema e che, si fossero scelti degli incapaci, sarebbe finito per risultare assolutamente ridicolo.
Il terzo e ultimo punto, invece, riguarda "August: Osage County" in generale. Mi aspettavo delle grandi interpretazioni ed effettivamente ci sono alcune ottime interpreti. Però, come capita con certi prodotti simili a questo, il tutto finisce un po' lì. Non è che il film sia brutto, solo non è una di quelle storie che funzionano anche solo grazie alla trama: ci vogliono soprattutto dei buoni protagonisti, altrimenti il risultato non è soddisfacente. E allora, quando le due ore di pellicola sono finite, mi sono chiesto: rivedrei questa pellicola? Sinceramente no. Sia perché tratta dei temi pesanti e c'è una crudeltà di fondo nel personaggio di Violet che è difficile da sopportare per due ore, figuriamoci per altre due; sia perché di fatto la storia non mi ha particolarmente preso.
Insomma, ho gradito l'ottima scelta del cast e gli intensi momenti di confronto familiare esasperati da pillole, traumi, lutti, infelicità, depressione e rancore. Da tutto questo, però, mi aspettavo qualcosina di più, forse addirittura di più dinamico e meno statico (poltrona-tavolo-sedia-tavolo-letto-poltrona). Ottima Julia Roberts senza trucco né filtri, grande Meryl Streep, di un'intensità sconcertante.
Ps. Il film esce oggi nelle sale italiane. Nel mondo, fino ad ora, ha incassato $38,448,511 a fronte di una spesa di 20 milioni.
[EDIT]: Un mio ulteriore pensiero a proposito di questo film nella recensione per "IL MURO mag": “I SEGRETI DI OSANGE COUNTY”: MERYL STREEP E JULIA ROBERTS, UNA COPPIA DA OSCAR
Consigli: Credo che, per i fan della Streep, sia tappa obbligata, come per quelli della Roberts, che potranno vedere la loro eroina finalmente in panni recitativi degni di nota.
La pellicola in sé è un prodotto difficile e non sempre digeribile con serenità, sia perché le tematiche sono forti, sia perché linguaggio e atteggiamenti richiedono una certa apertura mentale. Certamente intenso da questo punto di vista, il risultato finale è positivo, però, solo grazie a un cast particolarmente affiatato. Per certi aspetti mi ha ricordato "Lo zoo di vetro" di Tennessee Williams.
Parola chiave: Suicidio.
Trailer
Bengi
Etichette:
Abigail Breslin,
August: Osage County,
Benedict Cumberbatch,
Chris Cooper,
Ewan McGregor,
I segreti di Osage County,
julia roberts,
Juliette Lewis,
Margo Martindale,
Meryl Streep,
oscar,
Tracy Letts
mercoledì 29 gennaio 2014
Film 660 - Un boss in salotto
Fosse stato il film numero 666 sarebbe stato più rappresentativo.
Film 660: "Un boss in salotto" (2014) di Luca Miniero
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Tu provi a dare un'occasione al cinema italiano e... Niente, è sembra una grandissima cagata. No perché bisogna dirlo forte e chiaro: "Un boss in salotto" è un prodotto commerciale inutile e brutto.
Innanzitutto, nonostante un incipit anche interessante, la storia non procede verso alcun punto particolare. Gli sceneggiatori si adagiano scegliendo alcune tappe obbligate da commedia come la riconciliazione familiare senza mai fare una scelta che vada oltre il già visto (e di conseguenza idee altrui). Ma si sa che, essendo un banale prodotto di massa, non c'è motivo di sforzarsi, ci penseranno gli attori a rendere tutto più interessante. Ecco, no.
Paola Cortellesi, di solito ancora di salvezza di qualunque oscenità cui decida di partecipare - qui è qualcosa di insostenibile, anche solo per come la fanno parlare. Ma che dialetto è?! E perché continua a parlarlo anche quando ormai che è campana lo sanno tutti?
Rocco Papaleo è simpatico come un dente scheggiato e spontaneo come Manuela Arcuri in "Carabinieri", ma di fatto le sue sono le uniche battute del film, quindi tra tutti è qui è quello fortunato. Non so se rendo bene l'idea.
Infine Luca Argentero, che - a parte essere oggettivamente un bell'uomo - non è in grado nemmeno di fare da tappezzeria. Neanche far finta di arrabbiarsi o di provare soggezione del cognato. Niente, niente, niente.
Questo simpatico trio familiare + bambini - di cui il ragazzino sta alla recitazione come Valeria Marini all'abito da sposa bianco - è un concentrato di stereotipi disfunzionali e gag al sapore di nulla che per qualcosa come 90 minuti procede verso un finale che non solo è brutto, ma perfino inconcludente, lasciando aperta una storia che, temo con terrore, potrebbe proseguire verso un secondo drammatico episodio! Questo vorrebbe dire ancora Papaleo pseudo camorrista, Argentero amante dei trenini e la Cortellesi obbligata a riprodurre un accento che uccide barbaramente con insopportabile nonchalance, per non parlare di una delle coppie del cinema peggio assortite di sempre: Angela Finocchiaro e Ale (circa senza Franz). Io amo la Finocchiaro, ma tra questo orrendo ruolo e quell'altra oscenità imbarazzante di film a cui ha partecipato ("Ci vuole un gran fisico"), sta rendendo veramente difficile seguire questi nuovi risvolti pseudo comici della sua carriera.
Insomma, la tragica famiglia Coso - sì, si chiamano proprio così - e le sue mirabolanti avventure sono qualcosa che ammazza la voglia di seguire il cinema italiano leggero (non è tutta colpa di questo film, per carità) e ti fa chiedere costantemente come possano film per la tv americana essere scritti, interpretati e girati meglio di una produzione cinematografica ad alto budget italiana: quali passaggi non stiamo seguendo? Cosa si è interrotto? Perché produzioni fatte bene come "La grande bellezza" - che, naturalmente - può piacere e non piacere, ma si converrà tutti che a livello di realizzazione e recitazione è un grande prodotto di qualità - non sono all'ordine del giorno, ma solo rari esempi di eccellenza di mestiere? Perché nel 2014 si deve credere che far camminare un'assistente come Morticia Addams per farla assomigliare ad un robot dovrebbe in qualche modo divertirmi? Che tristezza.
Ps. Scopro con non poco stupore che questo illuminante esempio dello stato dell'arte del cinema italiano, uscito il 1° gennaio, ad oggi ha incassato un totale di 11.800.274€. Chapeau.
Consigli: Brutto e francamente imbarazzante esempio di commedia nostrana. Siamo ancora bloccati sulle differenze parodistiche tra nord e sud e trattiamo noi stessi come cliché da vendere in pari misura sia nella parte alta che in quella bassa del nostro Paese, in modo da non scontentare nessuno. Il risultato è un'inconcludente accozzaglia di situazioni "comiche" in pillole che, prese separatamente, sarebbero perfettamente riciclabili come serie tv alla "Love Bugs", dove le risate finte restano l'unico strumento per capire che c'è appena stata una battuta.
Parola chiave: Arresti domiciliari.
Trailer
Bengi
Film 660: "Un boss in salotto" (2014) di Luca Miniero
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Tu provi a dare un'occasione al cinema italiano e... Niente, è sembra una grandissima cagata. No perché bisogna dirlo forte e chiaro: "Un boss in salotto" è un prodotto commerciale inutile e brutto.
Innanzitutto, nonostante un incipit anche interessante, la storia non procede verso alcun punto particolare. Gli sceneggiatori si adagiano scegliendo alcune tappe obbligate da commedia come la riconciliazione familiare senza mai fare una scelta che vada oltre il già visto (e di conseguenza idee altrui). Ma si sa che, essendo un banale prodotto di massa, non c'è motivo di sforzarsi, ci penseranno gli attori a rendere tutto più interessante. Ecco, no.
Paola Cortellesi, di solito ancora di salvezza di qualunque oscenità cui decida di partecipare - qui è qualcosa di insostenibile, anche solo per come la fanno parlare. Ma che dialetto è?! E perché continua a parlarlo anche quando ormai che è campana lo sanno tutti?
Rocco Papaleo è simpatico come un dente scheggiato e spontaneo come Manuela Arcuri in "Carabinieri", ma di fatto le sue sono le uniche battute del film, quindi tra tutti è qui è quello fortunato. Non so se rendo bene l'idea.
Infine Luca Argentero, che - a parte essere oggettivamente un bell'uomo - non è in grado nemmeno di fare da tappezzeria. Neanche far finta di arrabbiarsi o di provare soggezione del cognato. Niente, niente, niente.
Questo simpatico trio familiare + bambini - di cui il ragazzino sta alla recitazione come Valeria Marini all'abito da sposa bianco - è un concentrato di stereotipi disfunzionali e gag al sapore di nulla che per qualcosa come 90 minuti procede verso un finale che non solo è brutto, ma perfino inconcludente, lasciando aperta una storia che, temo con terrore, potrebbe proseguire verso un secondo drammatico episodio! Questo vorrebbe dire ancora Papaleo pseudo camorrista, Argentero amante dei trenini e la Cortellesi obbligata a riprodurre un accento che uccide barbaramente con insopportabile nonchalance, per non parlare di una delle coppie del cinema peggio assortite di sempre: Angela Finocchiaro e Ale (circa senza Franz). Io amo la Finocchiaro, ma tra questo orrendo ruolo e quell'altra oscenità imbarazzante di film a cui ha partecipato ("Ci vuole un gran fisico"), sta rendendo veramente difficile seguire questi nuovi risvolti pseudo comici della sua carriera.
Insomma, la tragica famiglia Coso - sì, si chiamano proprio così - e le sue mirabolanti avventure sono qualcosa che ammazza la voglia di seguire il cinema italiano leggero (non è tutta colpa di questo film, per carità) e ti fa chiedere costantemente come possano film per la tv americana essere scritti, interpretati e girati meglio di una produzione cinematografica ad alto budget italiana: quali passaggi non stiamo seguendo? Cosa si è interrotto? Perché produzioni fatte bene come "La grande bellezza" - che, naturalmente - può piacere e non piacere, ma si converrà tutti che a livello di realizzazione e recitazione è un grande prodotto di qualità - non sono all'ordine del giorno, ma solo rari esempi di eccellenza di mestiere? Perché nel 2014 si deve credere che far camminare un'assistente come Morticia Addams per farla assomigliare ad un robot dovrebbe in qualche modo divertirmi? Che tristezza.
Ps. Scopro con non poco stupore che questo illuminante esempio dello stato dell'arte del cinema italiano, uscito il 1° gennaio, ad oggi ha incassato un totale di 11.800.274€. Chapeau.
Consigli: Brutto e francamente imbarazzante esempio di commedia nostrana. Siamo ancora bloccati sulle differenze parodistiche tra nord e sud e trattiamo noi stessi come cliché da vendere in pari misura sia nella parte alta che in quella bassa del nostro Paese, in modo da non scontentare nessuno. Il risultato è un'inconcludente accozzaglia di situazioni "comiche" in pillole che, prese separatamente, sarebbero perfettamente riciclabili come serie tv alla "Love Bugs", dove le risate finte restano l'unico strumento per capire che c'è appena stata una battuta.
Parola chiave: Arresti domiciliari.
Trailer
Bengi
Etichette:
Ale e Franz,
Alto Adige,
Angela Finocchiaro,
arresti domiciliari,
Bolzano,
box office,
camorra,
commedia italiana,
direttore marketing,
luca argentero,
nord,
Paola Cortellesi,
Rocco Papaleo,
sud,
Un boss in salotto
martedì 28 gennaio 2014
Film 658 - L'uomo d'acciaio
Non c'è niente di meglio che puntare sul disimpegno per cena.
Film 658: "L'uomo d'acciaio" (2013) di Zack Snyder
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Superman non è Batman e anche se Christopher Nolan c'ha provato a rifarlo in chiave-pipistrello, il miracolo qui non è riuscito. Sarà perché sua è solo la storia - e non la sceneggiatura - sarà che i supereroi hanno un po' rotto o che il precedente "Superman Returns" di Bryan Singer era stata un po' una ciofeca (ma la colpa, diciamocelo, era anche dell'inespressività di coppia Brandon Routh-Kate Bosworth), comunque lo spirito di questa visione è stato in ultima analisi solo documentativo.
Non è né un bel film, né un brutto film, solo un buon titolo d'intrattenimento dall'aspetto molto cupo e freddo e dal cast ultra-star tra cui spiccano le braccia pompatissime di Henry Cavill, che nelle magliette tutta salute&campagna fanno veramente un'enorme figura.
Poi va detto che vedere Russell Crowe nella parte di Jor-El è un po' come rivivere quell'assurda scelta di utilizzare immagini d'archivio per riportare Marlon Brando sullo schermo e dargli la parte del padre di Kal-El in "Superman Returns", ovvero ci si chiede costantemente: perchè?!
Un "perché?!" all'unisono con quello della domanda subito successiva: perché Kevin Costner? Già è una scelta recitativamente parlando infelice, ma qual è il senso di inserirlo nel cast e farlo morire a metà film? E quando dico morire intendo farlo inghiottire da una tromba d'aria senza nessun motivo valido.
Finite le grandi domande esistenziali - ma ce ne sarebbero altre, solo preferisco procedere - la prima nota assolutamente a favore del film è Amy Adams che non solo è rossa da una vita, ma sa anche recitare. MIRACOLO in quel di Krypton e dintorni. Certo, come mi ha fatto notare il mio amico Matteo non l'hanno esattamente aiutata con le acconciature, ma del resto Amy non è mai stata famosa per essere un sex symbol tutta tette di fuori e labbra carnose, quindi apprezzo la scelta di una Lois Lane più vera ed espressiva.
Poi, lo dico sottovoce, Henry Cavill non è nemmeno tanto male a recitare. Cioè, alcune volte ho avuto la pelle d'oca per l'imbarazzo, ma tutto sommato devo dire che regge piuttosto bene il peso di 143 minuti di botte da orbi, palazzi crashati e bucoliche ricostruzioni campestri di una felicità infantile. Lo so, lo so, è una strana combo.
Quindi, come era intuibile, questa pellicola ha i suoi pregi e i suoi difetti che, alla fine, pareggiano i conti in un risultato perfettamente in linea con le aspettative legate al franchise. Niente di che perché, anche se i buoni propositi resuscitativi c'erano, di fatto alcuni errori sono commessi. Sia perché il film è troppo lungo, sia perché il finale è troppo, troppo, troppo concentrato solo sul far venir giù qualunque palazzo inquadrato. Non che fosse necessario menarsi e poi passare lo Swiffer, però, ecco, un po' meno effetti speciali e un po' più storia non sarebbe stato male. Sarà, forse, che l'avventura di Superman sullo schermo è legata a tappe sempre troppo uguali tra loro e quindi finisce che i film si assomigliano un po' e differiscono solo sul numero di edifici crollati e di cazzotti assestati? Non lo so a chi spetti la vittoria in proposito, ma comunque alla lunga stanca.
In generale, quindi, anche se non è nulla di nuovo e si vede un certo sforzo riabilitativo della saga, il responso è di un pari e patta tra sì e no. Sì perché si è scelto di privilegiare l'aspetto recitativo, vi è un certo approfondimento delle emozioni e una ricerca stilistica d'immagine che, se anche non condivido, esprime in ogni caso una scelta qualitativa. No perché alla fine ci si fa inghiottire da un duello in cui solo il computer ne esce vincitore, soffocando i buoni propositi dell'inizio e questa disparità un po' la si avverte. Direi che si lascia guardare e (diciamocelo) dimenticare. Ci sarà un seguito che in America uscirà il 6 maggio 2016.
Ps. $668,045,518 milioni di dollari di incasso - "Superman Returns" ne aveva incassati solo $391,081,192 - e 225milioni per produrlo.
Film 658 - L'uomo d'acciaio
Film 1127 - Batman v Superman: Dawn of Justice
Film 1128 - Batman v Superman: Dawn of Justice
Film 1218 - Suicide Squad
Film 1392 - Wonder Woman
Film 1640 - Wonder Woman
Film 1708 - Aquaman
Film 1459 - Justice League
Film 2019 - Zack Snyder's Justice League
Consigli: A chi piace Superman dovrebbe piacere anche questo reboot targato Zack Snyder, certamente molto concentrato sull'adrenalina. Per gli altri sarà un passatempo in linea con i soliti blockbuster americani sui supereroi con grandi poteri e grandissime responsabilità. Anche se, va detto, Superman più che altro passa metà del film a distruggere qualunque cosa incontri il suo cammino.
Parola chiave: Generale Zod.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 658: "L'uomo d'acciaio" (2013) di Zack Snyder
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Superman non è Batman e anche se Christopher Nolan c'ha provato a rifarlo in chiave-pipistrello, il miracolo qui non è riuscito. Sarà perché sua è solo la storia - e non la sceneggiatura - sarà che i supereroi hanno un po' rotto o che il precedente "Superman Returns" di Bryan Singer era stata un po' una ciofeca (ma la colpa, diciamocelo, era anche dell'inespressività di coppia Brandon Routh-Kate Bosworth), comunque lo spirito di questa visione è stato in ultima analisi solo documentativo.
Non è né un bel film, né un brutto film, solo un buon titolo d'intrattenimento dall'aspetto molto cupo e freddo e dal cast ultra-star tra cui spiccano le braccia pompatissime di Henry Cavill, che nelle magliette tutta salute&campagna fanno veramente un'enorme figura.
Poi va detto che vedere Russell Crowe nella parte di Jor-El è un po' come rivivere quell'assurda scelta di utilizzare immagini d'archivio per riportare Marlon Brando sullo schermo e dargli la parte del padre di Kal-El in "Superman Returns", ovvero ci si chiede costantemente: perchè?!
Un "perché?!" all'unisono con quello della domanda subito successiva: perché Kevin Costner? Già è una scelta recitativamente parlando infelice, ma qual è il senso di inserirlo nel cast e farlo morire a metà film? E quando dico morire intendo farlo inghiottire da una tromba d'aria senza nessun motivo valido.
Finite le grandi domande esistenziali - ma ce ne sarebbero altre, solo preferisco procedere - la prima nota assolutamente a favore del film è Amy Adams che non solo è rossa da una vita, ma sa anche recitare. MIRACOLO in quel di Krypton e dintorni. Certo, come mi ha fatto notare il mio amico Matteo non l'hanno esattamente aiutata con le acconciature, ma del resto Amy non è mai stata famosa per essere un sex symbol tutta tette di fuori e labbra carnose, quindi apprezzo la scelta di una Lois Lane più vera ed espressiva.
Poi, lo dico sottovoce, Henry Cavill non è nemmeno tanto male a recitare. Cioè, alcune volte ho avuto la pelle d'oca per l'imbarazzo, ma tutto sommato devo dire che regge piuttosto bene il peso di 143 minuti di botte da orbi, palazzi crashati e bucoliche ricostruzioni campestri di una felicità infantile. Lo so, lo so, è una strana combo.
Quindi, come era intuibile, questa pellicola ha i suoi pregi e i suoi difetti che, alla fine, pareggiano i conti in un risultato perfettamente in linea con le aspettative legate al franchise. Niente di che perché, anche se i buoni propositi resuscitativi c'erano, di fatto alcuni errori sono commessi. Sia perché il film è troppo lungo, sia perché il finale è troppo, troppo, troppo concentrato solo sul far venir giù qualunque palazzo inquadrato. Non che fosse necessario menarsi e poi passare lo Swiffer, però, ecco, un po' meno effetti speciali e un po' più storia non sarebbe stato male. Sarà, forse, che l'avventura di Superman sullo schermo è legata a tappe sempre troppo uguali tra loro e quindi finisce che i film si assomigliano un po' e differiscono solo sul numero di edifici crollati e di cazzotti assestati? Non lo so a chi spetti la vittoria in proposito, ma comunque alla lunga stanca.
In generale, quindi, anche se non è nulla di nuovo e si vede un certo sforzo riabilitativo della saga, il responso è di un pari e patta tra sì e no. Sì perché si è scelto di privilegiare l'aspetto recitativo, vi è un certo approfondimento delle emozioni e una ricerca stilistica d'immagine che, se anche non condivido, esprime in ogni caso una scelta qualitativa. No perché alla fine ci si fa inghiottire da un duello in cui solo il computer ne esce vincitore, soffocando i buoni propositi dell'inizio e questa disparità un po' la si avverte. Direi che si lascia guardare e (diciamocelo) dimenticare. Ci sarà un seguito che in America uscirà il 6 maggio 2016.
Ps. $668,045,518 milioni di dollari di incasso - "Superman Returns" ne aveva incassati solo $391,081,192 - e 225milioni per produrlo.
Film 658 - L'uomo d'acciaio
Film 1127 - Batman v Superman: Dawn of Justice
Film 1128 - Batman v Superman: Dawn of Justice
Film 1218 - Suicide Squad
Film 1392 - Wonder Woman
Film 1640 - Wonder Woman
Film 1708 - Aquaman
Film 1459 - Justice League
Film 2019 - Zack Snyder's Justice League
Consigli: A chi piace Superman dovrebbe piacere anche questo reboot targato Zack Snyder, certamente molto concentrato sull'adrenalina. Per gli altri sarà un passatempo in linea con i soliti blockbuster americani sui supereroi con grandi poteri e grandissime responsabilità. Anche se, va detto, Superman più che altro passa metà del film a distruggere qualunque cosa incontri il suo cammino.
Parola chiave: Generale Zod.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Etichette:
Amy Adams,
Christopher Nolan,
Diane Lane,
Henry Cavill,
Kevin Costner,
Krypton,
L'uomo d'acciaio,
Laurence Fishburne,
Man of Steel,
Michael Shannon,
reboot,
Russell Crowe,
Superman,
Superman Returns,
Zack Snyder
venerdì 24 gennaio 2014
Film 659 - The Wolf of Wall Street
In inglese, che è meglio, un'altra delle 9 pellicole che hanno ricevuto la candidatura all'Oscar come Miglior film, in modo da arrivare quanto più preparato possibile alla cerimonia degli Academy Awards del 2 marzo.
Film 659: "The Wolf of Wall Street" (2013) di Martin Scorsese
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Niente da fare, niente da fare. Quando Martin Scorsese e Leonardo DiCaprio ci si impegnano, sono un binomio letteralmente esplosivo! "The Wolf of Wall Street" è veramente una figata.
180 minuti di goliardiche feste, innumerevoli 'fuck', soldi buttati al vento e un abuso costante di qualunque tipo di sostanza o liquido che l'uomo abbia concepito e, nonostante potrebbe sembrare più un bordello che che un biopic, Scorsese e il suo team collaudatissimo riescono a rendere il risultato non solo valido e riuscito, ma anche maledettamente interessante. Per intenderci, quest'ultima fatica del grande regista - la quinta con DiCaprio - è un mix tra "Wall Street" e "Wall Street - Il denaro non dorme mai" di Oliver Stone (non solo più spassosa, ma anche più comprensibile) + la follia da festa alla "Project X - Una festa che spacca" e un'atmosfera da amici-nerd-che-diventano-schifosamente-ricchi alla "The Social Network".
Certo, "The Wolf of Wall Street" non è sicuramente un prodotto per tutti perché le tematiche che tocca potrebbero scandalizzare o infastidire un pubblico generico forse non troppo preparato a vedere DiCaprio con una candela tra le chiappe, un'orgia gay in salotto o un così sfrontato menefreghismo per qualsiasi regola o principio morale. Quindi bisogna affrontare questa pellicola preparati nel caso non si sia soliti avere una mente più o meno aperta.
Se si prescinde dagli atti in sé e ci si ricorda che, in fin dei conti, si raccontano dei fatti che in linea teorica dovrebbero essersi realmente verificati, ci si gode il film in totale spensieratezza, nell'attesa di capire come cavolo farà Jordan Belfort a cavarsela per l'ennesima volta. Che poi... Ce la farà?
La Stratton Oakmont che Belfort mette insieme, infatti, è una società che, dietro un'apparente rispettabilità, cela un giro di truffe che consente agli impiegati di guadagnare il 50% di commissione su ogni azione venduta. I soldi arrivano presto. E, con i soldi, gli impiegati e il loro presidente prendono l'abitudine di soddisfare praticamente ogni capriccio da divertimento folle che una mente possa concepire, dalle orge in aereo ai nani lanciati contro un tiro a segno. I problemi cominceranno con le indagini dell'FBI condotte dall'agente Patrick Denham/Kyle Chandler, che fin da subito sentirà puzza di bruciato (sarà poi lo stesso Belfort a dargliene conferma...). Il finale per Belfort sarà a sorpresa, per lo spettatore invece, di certo agrodolce.
Nell'insieme "The Wolf of Wall Street" è un film che fila liscio come l'olio. La narrazione è perfetta, la recitazione di DiCaprio è ineccepibile e, grazie all'attore, le numerose sfaccettature psicologiche di un personaggio tanto fuori dal comune sono rese perfettamente sullo schermo. Leo non solo è in gran forma fisica, ma anche recitativa. L'Oscar per questo ruolo se lo merita molto di più che Matthew McConaughey (qui tra l'altro suo compagno di set), anche solo per il fatto che sarebbe decisamente ora che gliene dessero uno.
Scorsese, si sa, è una mano sicura nella direzione dei film e - questa volta più che in altre, devo dire - realizza un vero e proprio gioiellino contemporaneo, dribblando tra le difficoltà di una sceneggiatura non semplice con grande stile e utilizzando un'ironia che, però, si vede non è sempre stata colta con lo spirito giusto (molti critici, infatti, hanno accusato il film di favorive una visione positiva della vicenda, invece che di condannarla). Ricordandosi che questa è la visione dei fatti narrati dal punto di vista di Belfort, che racconta la storia come narratore onniscente, forse ci si può dare una risposta sul perché possa sembrare che la storia sia raccontata senza una specifica presa di posizione che condanni quanto è successo.
Io, personalmente, ho trovato il film bello e anche divertente. Certo, si rimane non poco sconvolti da quello che sembra essere successo nella vita di Belfort tra eccessi e autodistruzione, ma a prescindere da questo "The Wolf of Wall Street" è stato davvero una bella sorpresa.
Ps. DiCaprio ha vinto il Golden Globe come Miglior attore (comedy) e il film è in lizza per 5 premi Oscar come Miglior film, regia, sceneggiatura, attore protagonista e non protagonista (Jonah Hill). L'incasso mondiale, al momento, è di $169,522,827.
Film 1185 - The Wolf of Wall Street
Consigli: Grande cast (Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Kyle Chandler, Jean Dujardin, Matthew McConaughey, Jon Favreau, Rob Reiner, Margot Robbie), grande regista e bella sceneggiatura (tratta da un'autobiografia che ha di certo molto da raccontare). Non credo si possa volere di più. E' certamente uno dei miglior film di quest'anno.
Parola chiave: Borsa.
Trailer
Bengi
Film 659: "The Wolf of Wall Street" (2013) di Martin Scorsese
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Niente da fare, niente da fare. Quando Martin Scorsese e Leonardo DiCaprio ci si impegnano, sono un binomio letteralmente esplosivo! "The Wolf of Wall Street" è veramente una figata.
180 minuti di goliardiche feste, innumerevoli 'fuck', soldi buttati al vento e un abuso costante di qualunque tipo di sostanza o liquido che l'uomo abbia concepito e, nonostante potrebbe sembrare più un bordello che che un biopic, Scorsese e il suo team collaudatissimo riescono a rendere il risultato non solo valido e riuscito, ma anche maledettamente interessante. Per intenderci, quest'ultima fatica del grande regista - la quinta con DiCaprio - è un mix tra "Wall Street" e "Wall Street - Il denaro non dorme mai" di Oliver Stone (non solo più spassosa, ma anche più comprensibile) + la follia da festa alla "Project X - Una festa che spacca" e un'atmosfera da amici-nerd-che-diventano-schifosamente-ricchi alla "The Social Network".
Certo, "The Wolf of Wall Street" non è sicuramente un prodotto per tutti perché le tematiche che tocca potrebbero scandalizzare o infastidire un pubblico generico forse non troppo preparato a vedere DiCaprio con una candela tra le chiappe, un'orgia gay in salotto o un così sfrontato menefreghismo per qualsiasi regola o principio morale. Quindi bisogna affrontare questa pellicola preparati nel caso non si sia soliti avere una mente più o meno aperta.
Se si prescinde dagli atti in sé e ci si ricorda che, in fin dei conti, si raccontano dei fatti che in linea teorica dovrebbero essersi realmente verificati, ci si gode il film in totale spensieratezza, nell'attesa di capire come cavolo farà Jordan Belfort a cavarsela per l'ennesima volta. Che poi... Ce la farà?
La Stratton Oakmont che Belfort mette insieme, infatti, è una società che, dietro un'apparente rispettabilità, cela un giro di truffe che consente agli impiegati di guadagnare il 50% di commissione su ogni azione venduta. I soldi arrivano presto. E, con i soldi, gli impiegati e il loro presidente prendono l'abitudine di soddisfare praticamente ogni capriccio da divertimento folle che una mente possa concepire, dalle orge in aereo ai nani lanciati contro un tiro a segno. I problemi cominceranno con le indagini dell'FBI condotte dall'agente Patrick Denham/Kyle Chandler, che fin da subito sentirà puzza di bruciato (sarà poi lo stesso Belfort a dargliene conferma...). Il finale per Belfort sarà a sorpresa, per lo spettatore invece, di certo agrodolce.
Nell'insieme "The Wolf of Wall Street" è un film che fila liscio come l'olio. La narrazione è perfetta, la recitazione di DiCaprio è ineccepibile e, grazie all'attore, le numerose sfaccettature psicologiche di un personaggio tanto fuori dal comune sono rese perfettamente sullo schermo. Leo non solo è in gran forma fisica, ma anche recitativa. L'Oscar per questo ruolo se lo merita molto di più che Matthew McConaughey (qui tra l'altro suo compagno di set), anche solo per il fatto che sarebbe decisamente ora che gliene dessero uno.
Scorsese, si sa, è una mano sicura nella direzione dei film e - questa volta più che in altre, devo dire - realizza un vero e proprio gioiellino contemporaneo, dribblando tra le difficoltà di una sceneggiatura non semplice con grande stile e utilizzando un'ironia che, però, si vede non è sempre stata colta con lo spirito giusto (molti critici, infatti, hanno accusato il film di favorive una visione positiva della vicenda, invece che di condannarla). Ricordandosi che questa è la visione dei fatti narrati dal punto di vista di Belfort, che racconta la storia come narratore onniscente, forse ci si può dare una risposta sul perché possa sembrare che la storia sia raccontata senza una specifica presa di posizione che condanni quanto è successo.
Io, personalmente, ho trovato il film bello e anche divertente. Certo, si rimane non poco sconvolti da quello che sembra essere successo nella vita di Belfort tra eccessi e autodistruzione, ma a prescindere da questo "The Wolf of Wall Street" è stato davvero una bella sorpresa.
Ps. DiCaprio ha vinto il Golden Globe come Miglior attore (comedy) e il film è in lizza per 5 premi Oscar come Miglior film, regia, sceneggiatura, attore protagonista e non protagonista (Jonah Hill). L'incasso mondiale, al momento, è di $169,522,827.
Film 1185 - The Wolf of Wall Street
Consigli: Grande cast (Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Kyle Chandler, Jean Dujardin, Matthew McConaughey, Jon Favreau, Rob Reiner, Margot Robbie), grande regista e bella sceneggiatura (tratta da un'autobiografia che ha di certo molto da raccontare). Non credo si possa volere di più. E' certamente uno dei miglior film di quest'anno.
Parola chiave: Borsa.
Trailer
Bengi
Etichette:
borsa,
gay,
Golden Globes,
Jean Dujardin,
Jonah Hill,
Kyle Chandler,
Leonardo DiCaprio,
Margot Robbie,
Martin Scorsese,
Matthew McConaughey,
oscar,
party,
sesso,
storia vera,
The Wolf of Wall Street,
Wall Street
giovedì 23 gennaio 2014
Grammy Awards 2014
Questa domenica notte si terranno, circa un paio di settimane prima del solito (generalmente il periodo ruota attorno all'8, 9 o 10 febbraio), i Grammy Awards 2014.
I premi più importanti della musica mondiale si preparano a fare il botto anche quest'anno con un red carpet pieno di star sia della musica che del cinema anche grazie ad alcune categorie specifiche che premieranno canzoni e colonne sonore legate al cinemadell'ultima stagione (circa). Ecco perché, quindi, è giusto prendere in considerazione anche questo evento importante che, come quelli puramente legati al mondo della settima arte, premia cantanti e musicisti che si sono impegnati a realizzare l'aspetto musicale delle pellicole. Ad alcuni sono già stati riconosciuti altri premi (Oscar, Golden Globes, BAFTA, SAG, ecc), altri sono in lizza quest'anno. Staremo a vedere cosa sentenzieranno i Grammy in questa edizione segnata dalla prepotente presenza di Justin Timberlake, Jay-Z, Lorde, Macklemore e Ryan Lewis, Daft Punk, Pharrell Williams, Robin Thicke e Bruno Mars.
Qui la lista dei candidati nelle categorie relative al cinema.
Best Compilation Soundtrack for Visual Media
NOMINEES
Django Unchained
Il grande Gatsby
Les Misérables
Muscle Shoals
Sound City
Best Song Written for Visual Media
NOMINEES
Hunger Games: La ragazza di fuoco: Guy Berryman (songwriter), Jon Buckland (songwriter), Will Champion (songwriter), Chris Martin (songwriter)
Song: "Atlas"
Il lato positivo - Silver Linings Playbook: Diane Warren (songwriter)
Song: "Silver Lining"
Skyfall: Adele (songwriter), Paul Epworth (songwriter)
Song: "Skyfall"
Vicino a te non ho paura: Colbie Caillat (songwriter), Gavin DeGraw (songwriter)
Song: "We Both Know"
Il grande Gatsby: Lana Del Rey (songwriter), Rick Nowels (songwriter)
Song: "Young and Beautiful"
Orange Is the New Black: Regina Spektor (songwriter)
Song: "You've Got Time"
Best Score Soundtrack for Visual Media
NOMINEES
Argo: Alexandre Desplat
Il grande Gatsby: Craig Armstrong
Vita di Pi: Mychael Danna
Lincoln: John Williams
Skyfall: Thomas Newman
Zero Dark Thirty: Alexandre Desplat
Bengi
I premi più importanti della musica mondiale si preparano a fare il botto anche quest'anno con un red carpet pieno di star sia della musica che del cinema anche grazie ad alcune categorie specifiche che premieranno canzoni e colonne sonore legate al cinemadell'ultima stagione (circa). Ecco perché, quindi, è giusto prendere in considerazione anche questo evento importante che, come quelli puramente legati al mondo della settima arte, premia cantanti e musicisti che si sono impegnati a realizzare l'aspetto musicale delle pellicole. Ad alcuni sono già stati riconosciuti altri premi (Oscar, Golden Globes, BAFTA, SAG, ecc), altri sono in lizza quest'anno. Staremo a vedere cosa sentenzieranno i Grammy in questa edizione segnata dalla prepotente presenza di Justin Timberlake, Jay-Z, Lorde, Macklemore e Ryan Lewis, Daft Punk, Pharrell Williams, Robin Thicke e Bruno Mars.
Qui la lista dei candidati nelle categorie relative al cinema.
56th Annual GRAMMY Awards Nominees
Best Compilation Soundtrack for Visual Media
NOMINEES
Django Unchained
Il grande Gatsby
Les Misérables
Muscle Shoals
Sound City
Best Song Written for Visual Media
NOMINEES
Hunger Games: La ragazza di fuoco: Guy Berryman (songwriter), Jon Buckland (songwriter), Will Champion (songwriter), Chris Martin (songwriter)
Song: "Atlas"
Il lato positivo - Silver Linings Playbook: Diane Warren (songwriter)
Song: "Silver Lining"
Skyfall: Adele (songwriter), Paul Epworth (songwriter)
Song: "Skyfall"
Vicino a te non ho paura: Colbie Caillat (songwriter), Gavin DeGraw (songwriter)
Song: "We Both Know"
Il grande Gatsby: Lana Del Rey (songwriter), Rick Nowels (songwriter)
Song: "Young and Beautiful"
Orange Is the New Black: Regina Spektor (songwriter)
Song: "You've Got Time"
Best Score Soundtrack for Visual Media
NOMINEES
Argo: Alexandre Desplat
Il grande Gatsby: Craig Armstrong
Vita di Pi: Mychael Danna
Lincoln: John Williams
Skyfall: Thomas Newman
Zero Dark Thirty: Alexandre Desplat
Bengi
Etichette:
Adele,
Alexandre Desplat,
Argo,
Django Unchained,
Grammy,
Grammy Awards 2014,
Justin Timberlake,
Lana Del Rey,
Les Misérables,
Silver Linings Playbook,
Skyfall,
The Great Gatsby,
The Hunger Games: Catching Fire
martedì 21 gennaio 2014
Film 657 - Lo sguardo di Satana - Carrie
Luigi voleva vederlo... E vuoi non accontentarlo, dopo che lo obbligo sempre a vedere quello che voglio io?
Film 657: "Lo sguardo di Satana - Carrie" (2013) di Kimberly Peirce
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Lo sguardo di Satana cui fa riferimento il titolo non si può certo collegare alla protagonista spiritata, ma è certamente da attribuire a quello dello spettatore quando finisce di vedere l'enorme boiata di film che è "Carrie".
Dato che, fortunatamente, lo streaming mi ha risparmiato il prezzo del biglietto - oltre che l'obbligo del doppiaggio -, posso dire che vedere questo film è stata "solo" una perdita di tempo, ma almeno non di altro. La vera questione qui, però, è la seguente: perché?
Ovvero perché produrre il remake di un classico del cinema del '76, nientepopodimeno che di Brian De Palma, se poi si hanno in mente solo i soldi che si andranno ad incassare? A quasi quarant'anni di distanza ha senso riportare sul grande schermo un prodotto sperando di trainare al cinema e gli affezionati del titolo originale e i ragazzini che quando vedono del sangue vanno in fibrillazione? Insomma, non era davvero possibile inventarsi qualcosa di nuovo?
Questo sguardo assatanato di Carrie dev'essere miope o comunque poco lungimirante, perché davvero, chiunque veda questa pellicola si accorgerà della bassissima qualità di un prodotto del genere, caratterizzato dalla totale mancanza di pathos, da un'incapacità di produrre scene montate con senso del ritmo e dall'evidente carenza di idee, stile e bravura da parte di chi ha curato la sceneggiatura. Io se fossi Stephen King disconoscerei questo titolo.
La banalità dell'insieme e la brutta realizzazione degli effetti speciali e delle scene più violente - sì, anche quella tanto attesa del bagno di sangue post doccia da globuli rossi suini - non sono salvati nemmeno dal cast, che tra i suoi protagonisti vede Chloë Grace Moretz nella parte di baby Carrie macrocefala dall'aspetto da zitella, ma l'attitudine da porca e nientemeno che Julianne Moore nella parte della mammina religiosamente pazza che vede nella sua creatura il rifugio terreno del male assoluto (e quindi le cuce vestiti da zitella). La loro quotidianità familiare è un continuo nonsense di situazioni al limite del ridicolo, con escoriazioni da cutter e forbici volanti a farla da padrone in un crescendo paradossalmente divertente di cliché borderline.
Insomma, il risultato finale è impietoso e anche se è vero che un po' di soldi questa pellicola è riuscita ad incassarli ($82,716,354), sostengo fortemente che quest'idiozia ci potesse essere ampiamente risparmiata.
Consigli: Né veramente horror, né veramente splatter, "Lo sguardo di Satana - Carrie" è solo un brutto esempio di cinema mainstream contemporaneo. Oltre che di pessimo remake.
Parola chiave: Secchio.
Trailer
Bengi
Film 657: "Lo sguardo di Satana - Carrie" (2013) di Kimberly Peirce
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Lo sguardo di Satana cui fa riferimento il titolo non si può certo collegare alla protagonista spiritata, ma è certamente da attribuire a quello dello spettatore quando finisce di vedere l'enorme boiata di film che è "Carrie".
Dato che, fortunatamente, lo streaming mi ha risparmiato il prezzo del biglietto - oltre che l'obbligo del doppiaggio -, posso dire che vedere questo film è stata "solo" una perdita di tempo, ma almeno non di altro. La vera questione qui, però, è la seguente: perché?
Ovvero perché produrre il remake di un classico del cinema del '76, nientepopodimeno che di Brian De Palma, se poi si hanno in mente solo i soldi che si andranno ad incassare? A quasi quarant'anni di distanza ha senso riportare sul grande schermo un prodotto sperando di trainare al cinema e gli affezionati del titolo originale e i ragazzini che quando vedono del sangue vanno in fibrillazione? Insomma, non era davvero possibile inventarsi qualcosa di nuovo?
Questo sguardo assatanato di Carrie dev'essere miope o comunque poco lungimirante, perché davvero, chiunque veda questa pellicola si accorgerà della bassissima qualità di un prodotto del genere, caratterizzato dalla totale mancanza di pathos, da un'incapacità di produrre scene montate con senso del ritmo e dall'evidente carenza di idee, stile e bravura da parte di chi ha curato la sceneggiatura. Io se fossi Stephen King disconoscerei questo titolo.
La banalità dell'insieme e la brutta realizzazione degli effetti speciali e delle scene più violente - sì, anche quella tanto attesa del bagno di sangue post doccia da globuli rossi suini - non sono salvati nemmeno dal cast, che tra i suoi protagonisti vede Chloë Grace Moretz nella parte di baby Carrie macrocefala dall'aspetto da zitella, ma l'attitudine da porca e nientemeno che Julianne Moore nella parte della mammina religiosamente pazza che vede nella sua creatura il rifugio terreno del male assoluto (e quindi le cuce vestiti da zitella). La loro quotidianità familiare è un continuo nonsense di situazioni al limite del ridicolo, con escoriazioni da cutter e forbici volanti a farla da padrone in un crescendo paradossalmente divertente di cliché borderline.
Insomma, il risultato finale è impietoso e anche se è vero che un po' di soldi questa pellicola è riuscita ad incassarli ($82,716,354), sostengo fortemente che quest'idiozia ci potesse essere ampiamente risparmiata.
Consigli: Né veramente horror, né veramente splatter, "Lo sguardo di Satana - Carrie" è solo un brutto esempio di cinema mainstream contemporaneo. Oltre che di pessimo remake.
Parola chiave: Secchio.
Trailer
Bengi
Etichette:
Ansel Elgort,
ballo di fine anno,
bullismo,
Carrie,
Chloë Grace Moretz,
horror,
Judy Greer,
Julianne Moore,
liceo,
Lo sguardo di Satana - Carrie,
prom,
reboot,
religione,
remake,
sangue,
splatter,
Stephen King
lunedì 20 gennaio 2014
Film 653 - I Croods
Ero rimasto indietro con questo film d'animazione. Tempo fa lo avevo iniziato, senza però proseguire la visione (pessimo streaming). Così ho recuperato, soprattutto per effettuare un confronto con gli altri prodotti d'animazione della stagione passata.
Film 653: "I Croods" (2013) di Kirk DeMicco, Chris Sanders
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Nonostante i numerosi commenti a favore della pellicola che mi erano arrivati, devo dire che per quanto mi riguarda il risultato non va oltre il carino.
Di base c'è da dire che l'idea di ambientare la vicenda nella preistoria è azzeccata e dà origine ad una serie di spunti piuttosto originali (come la gag sulle scarpe) che strappano qualche risata a chi guarda. Più in generale, però, le mie aspettative non sono state rispettate perché alla lunga la trama non propone nulla che sullo schermo non si sia già visto altre volte, specialmente nei film d'animazione.
La storia, infatti, è diversa solo perché cambia lo scenario d'ambientazione, ma di fatto sempre di dinamiche familiari si tratta. Ovvero padre-padrone cocciuto e faticoso da abituare al nuovo; madre buona e lungimirante, ma sottomessa al marito; figlio scemo che non raccoglierà mai l'eredità del padre di capofamiglia; figlia sveglia, intelligente e furba, vero successivo leader carismatico del nucleo familiare, nonché elemento di "disturbo" in grado di attirare il nuovo all'interno del collaudato e chiuso gruppo famiglia; infine i due personaggi-spalla, ovvero per nulla caratterizzati, ma presenti solamente con lo scopo di divertire e sdrammatizzare le situazioni: la figlia più piccola e la nonna (che di fatto sono lo stesso personaggio sdoppiato in due e presentato alle estremità temporali della vita umana). Il nuovo, ovvero quell'elemento che viene introdotto per rompere gli equilibri all'interno di uno schema socio-familiare collaudato, è il giovanotto di cui la protagonista Eep si innamorerà.
Niente di troppo originale, quindi, anche se non si può dire che "The Croods" sia un brutto film! Al contrario è certamente un'ottima occasione di svago per tutta la famiglia, prodotto vicino agli altri titoli di successo di ambientazione preistorica come la saga de "L'era glaciale".
Tra i titoli d'animazione della stagione cinematografica 2013, "I Croods", "Frozen - Il regno di ghiaccio", "Cattivissimo me 2" e "Monsters University" (clamorosamente snobbato da ogni tipo di premiazione), devo dire che il mio preferito rimane proprio l'ultimo di questo elenco, capace di farmi veramente divertire strappandomi ben più di una risata. Tutti e 4 sono prodotti di evidente qualità e innegabile creatività, eppure nessuno, a parte i mostri, è riuscito davvero a strapparmi un consenso pieno. "Piovono polpette 2" l'ho adorato, ma mi rendo conto che parte del mio consenso derivi anche dalla mia genuina (e personalissima) passione per la saga, quindi non l'ho considerato.
Insomma, "I Croods" è il racconto di un'avventura buffa e scanzonata, ottimo per divertirsi in gruppo, ma anche da soli. L'eterogeneo gruppo di protagonisti crea ottime occasioni di spasso e la realizzazione grafica è di grande effetto. A parte questo, però, non molto di più.
Ps. Nomination ai Golden Globes e agli Oscar come Miglior film d'animazione (non andrà oltre la candidatura) e un bottino al box office mondiale di $587,204,668 (135milioni per produrlo).
Film 653 - I Croods
Film 1993 - The Croods: A New Age
Consigli: Per una serata casalinga o un pomeriggio domenicale è un buon passatempo spegni-cervello. I doppiatori americani sono di prim'ordine: Nicolas Cage, Ryan Reynolds, Emma Stone, Catherine Keener e Cloris Leachman. In Italia, grazie a Dio, nessun doppiatore di dubbia, alternativa provenienza.
Parola chiave: Paura.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 653: "I Croods" (2013) di Kirk DeMicco, Chris Sanders
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Nonostante i numerosi commenti a favore della pellicola che mi erano arrivati, devo dire che per quanto mi riguarda il risultato non va oltre il carino.
Di base c'è da dire che l'idea di ambientare la vicenda nella preistoria è azzeccata e dà origine ad una serie di spunti piuttosto originali (come la gag sulle scarpe) che strappano qualche risata a chi guarda. Più in generale, però, le mie aspettative non sono state rispettate perché alla lunga la trama non propone nulla che sullo schermo non si sia già visto altre volte, specialmente nei film d'animazione.
La storia, infatti, è diversa solo perché cambia lo scenario d'ambientazione, ma di fatto sempre di dinamiche familiari si tratta. Ovvero padre-padrone cocciuto e faticoso da abituare al nuovo; madre buona e lungimirante, ma sottomessa al marito; figlio scemo che non raccoglierà mai l'eredità del padre di capofamiglia; figlia sveglia, intelligente e furba, vero successivo leader carismatico del nucleo familiare, nonché elemento di "disturbo" in grado di attirare il nuovo all'interno del collaudato e chiuso gruppo famiglia; infine i due personaggi-spalla, ovvero per nulla caratterizzati, ma presenti solamente con lo scopo di divertire e sdrammatizzare le situazioni: la figlia più piccola e la nonna (che di fatto sono lo stesso personaggio sdoppiato in due e presentato alle estremità temporali della vita umana). Il nuovo, ovvero quell'elemento che viene introdotto per rompere gli equilibri all'interno di uno schema socio-familiare collaudato, è il giovanotto di cui la protagonista Eep si innamorerà.
Niente di troppo originale, quindi, anche se non si può dire che "The Croods" sia un brutto film! Al contrario è certamente un'ottima occasione di svago per tutta la famiglia, prodotto vicino agli altri titoli di successo di ambientazione preistorica come la saga de "L'era glaciale".
Tra i titoli d'animazione della stagione cinematografica 2013, "I Croods", "Frozen - Il regno di ghiaccio", "Cattivissimo me 2" e "Monsters University" (clamorosamente snobbato da ogni tipo di premiazione), devo dire che il mio preferito rimane proprio l'ultimo di questo elenco, capace di farmi veramente divertire strappandomi ben più di una risata. Tutti e 4 sono prodotti di evidente qualità e innegabile creatività, eppure nessuno, a parte i mostri, è riuscito davvero a strapparmi un consenso pieno. "Piovono polpette 2" l'ho adorato, ma mi rendo conto che parte del mio consenso derivi anche dalla mia genuina (e personalissima) passione per la saga, quindi non l'ho considerato.
Insomma, "I Croods" è il racconto di un'avventura buffa e scanzonata, ottimo per divertirsi in gruppo, ma anche da soli. L'eterogeneo gruppo di protagonisti crea ottime occasioni di spasso e la realizzazione grafica è di grande effetto. A parte questo, però, non molto di più.
Ps. Nomination ai Golden Globes e agli Oscar come Miglior film d'animazione (non andrà oltre la candidatura) e un bottino al box office mondiale di $587,204,668 (135milioni per produrlo).
Film 653 - I Croods
Film 1993 - The Croods: A New Age
Consigli: Per una serata casalinga o un pomeriggio domenicale è un buon passatempo spegni-cervello. I doppiatori americani sono di prim'ordine: Nicolas Cage, Ryan Reynolds, Emma Stone, Catherine Keener e Cloris Leachman. In Italia, grazie a Dio, nessun doppiatore di dubbia, alternativa provenienza.
Parola chiave: Paura.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Etichette:
cartoon,
Catherine Keener,
cavernicoli,
Cloris Leachman,
Emma Stone,
famiglia,
film d'animazione,
Frozen,
Golden Globes,
I Croods,
Ice Age,
Nicolas Cage,
Oscars,
paura,
preistoria,
Ryan Reynolds,
The Croods
Film 656 - Saving Mr. Banks
Dalle premesse, dal trailer e considerato il cast, sembrava un film su cui puntare decisamente!
Film 656: "Saving Mr. Banks" (2013) di John Lee Hancock
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: La Walt Disney Pictures procude un film su una pellicola della Walt Disney Pictures in cui tra i protagonisti della vicenda c'è Walt Disney. Autoreferenziale?
Va detto che la storia è più che altro incentrata sulla zitella di ghiaccio P.L. Travers, autrice dell'acclamato "Mary Poppins" di cui il buon vecchio Walt vuole i diritti per produrre quel film che passerà alla storia come uno dei classici Disney più conosciuti ed amati. Un'impresa che Pamela gli renderà piuttosto complessa, considerato quanto lei odi praticamente tutto ciò che non sia inglese, distaccato e assolutamente secondo etichetta. Per non citare il fatto che il romanzo è molto più che solo ispirato alle vicende personali d'infanzia dell'autrice, vicende che l'hanno particolarmente segnata e portata ad essere la donna di ferro che è.
Questa faticosa (da sopportare) rigidità è magnificamente resa da una sempre grandissima Emma Thompson, una delle migliori e spesso sottovalutate attrici della sua generazione - non le riconoscono un premio dall'Emmy del 1998 come Guest Actress per "Ellen" -, in grado di calarsi perfettamente nel ruolo della Travers e seguirla durante la sua crescita personale, obbligata da un'esposizione ad un mondo a lei sconosciuto e da lei vissuto come totalmente ostile. Tra l'inizio e la fine del film, enormi progressi vengono fatti dal personaggio, in un percorso di formazione che è più una lezione generale di vita. Sarà, infatti, in grado di far pace con i fantasmi del suo passato, alleggerendo un carico emotivo che da sempre l'ha spinta ad allontare il prossimo mantenendo un distacco sancito da un rigoroso ricorso alla formalità.
Dall'altra parte il Walt Disney di Hanks è un sognatore pacioccone che parla di promese fatte 20 anni prima e suggerisce un modus operandi che non si svincola mai da un certo non prendersi troppo sul serio. I miei dubbi sulla sua figura precedevano la realizzazione di questa pellicola - e di recente sono stati sollevati anche da una nipote di Disney, che appoggia la tesi secondo la quale il cineasta fosse razzisa - e, di conseguenza, ho guardato con un certo sospetto la resa sullo schermo di questo personaggio. Non è colpa di Hanks, che fa il suo mestiere con onestà, ma è l'eccesso di buonismo, visione illuminata ed elegante perseveranza che mi lasciano un pelo scettico. L'idea del sognatore visionario a tutti i costi è rischiosa perché, oltre a lasciare certo delle perplessità in qualcuno, potrebbe anche rendere antipatico il personaggio a chi non crede in questa combinazione total-sugar del creatore di Topolino.
"Saving Mr. Banks", comunque, funziona soprattutto grazie alal sua attrice protagonista e ad una ricostruzione dettagliata della vita negli anni '60. Dal punto di vista tecnico, infatti, la pellicola è molto ben realizzata e, nonostante un'inevitabile anima patinata, il risultato finale presenta una buona resa d'immagine, anche ricercata.
Il crossover tra la vita della giovane Travers e quello del percorso che la porterà ad accettare di cedere i diritti della sua opera più personale è a volte noiosetto, più che altro perché per lungo tempo inspiegabilmente protratto senza un collegamento a spiegare la scelta di questo espediente. Spesso sembra che la scelta di un taglio tra le immagini tra gli studi di Los Angeles e la campagna australiana siano realizzati un po' a casaccio, senza che effettivamente il racconto richieda che la scena precedente richiami la seconda o viceversa. Solo nel finale si capisce il perché di tale scelta narrativa e si conclude di comporre un puzzle composto di numerosi persone che, dalla vita vera, sono tramutati dalla scrittrice in persoganni (il padre, la zia, lei e la sorella bambine) di "Mary Poppins", che le finirà per chiamare la sua famiglia.
Nonostante tutto questo parlare di "Mary Poppins", comunque, dopo la visione di questa pellicola non si sente una grande esigenza di rivedere il classico di cui narra la storia, anche se ne è il fulcro. La creazione del film di Walt Disney è travagliata, stancante e fastidiosamente puntigliosa a causa della sua autrice e, purtroppo, un po' della magia del film del '64 viene infranta da questo biopic. Il risultato finale è interessante, ma non sempre totalmente riuscito. Forse concentrarsi più su uno solo dei 3 snodi principali della trama (infanzia, rapporto con Disney, realizzazione della sceneggiatura) avrebbe reso "Saving Mr. Banks" più in grado di centrare il punto.
Ps. Una nomination ai Golden Globes per la Thompson, una nomination all'Oscar per la Miglior colonna sonora di Thomas Newman e un incasso mondiale che al momento è a quota $84,491,000 (35 per produrlo). In Italia esce il 20 febbraio.
Consigli: E' un film interessante principalmente perché tratta la storia della creatrice del romanzo "Mary Poppins", di Walt Disney e della genesi del film vincitore di 5 premi Oscar tratto dal libro dall'omonimo titolo. Questi sono i 3 punti principali e più rilevanti che il film tratta. Il resto fa da contorno ad una serie di dinamiche che condurranno Pamela "P. L." Travers a lasciarsi convincere a cedere i diritti alla Walt Disney Pictures per la realizzazione di un film seguendo l'approccio visionario di Walt e dei suoi attori. Per chi è un fan della casa cinematografica, del film originale o dei due protagonisti è certamente un titolo rilevantissimo. Per gli altri è sicuramente un prodotto interessante che racconta dei retroscena altrimenti inaccessibili ai più. Carino.
Parola chiave: Zia Ellie.
Trailer
Bengi
Film 656: "Saving Mr. Banks" (2013) di John Lee Hancock
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: La Walt Disney Pictures procude un film su una pellicola della Walt Disney Pictures in cui tra i protagonisti della vicenda c'è Walt Disney. Autoreferenziale?
Va detto che la storia è più che altro incentrata sulla zitella di ghiaccio P.L. Travers, autrice dell'acclamato "Mary Poppins" di cui il buon vecchio Walt vuole i diritti per produrre quel film che passerà alla storia come uno dei classici Disney più conosciuti ed amati. Un'impresa che Pamela gli renderà piuttosto complessa, considerato quanto lei odi praticamente tutto ciò che non sia inglese, distaccato e assolutamente secondo etichetta. Per non citare il fatto che il romanzo è molto più che solo ispirato alle vicende personali d'infanzia dell'autrice, vicende che l'hanno particolarmente segnata e portata ad essere la donna di ferro che è.
Questa faticosa (da sopportare) rigidità è magnificamente resa da una sempre grandissima Emma Thompson, una delle migliori e spesso sottovalutate attrici della sua generazione - non le riconoscono un premio dall'Emmy del 1998 come Guest Actress per "Ellen" -, in grado di calarsi perfettamente nel ruolo della Travers e seguirla durante la sua crescita personale, obbligata da un'esposizione ad un mondo a lei sconosciuto e da lei vissuto come totalmente ostile. Tra l'inizio e la fine del film, enormi progressi vengono fatti dal personaggio, in un percorso di formazione che è più una lezione generale di vita. Sarà, infatti, in grado di far pace con i fantasmi del suo passato, alleggerendo un carico emotivo che da sempre l'ha spinta ad allontare il prossimo mantenendo un distacco sancito da un rigoroso ricorso alla formalità.
Dall'altra parte il Walt Disney di Hanks è un sognatore pacioccone che parla di promese fatte 20 anni prima e suggerisce un modus operandi che non si svincola mai da un certo non prendersi troppo sul serio. I miei dubbi sulla sua figura precedevano la realizzazione di questa pellicola - e di recente sono stati sollevati anche da una nipote di Disney, che appoggia la tesi secondo la quale il cineasta fosse razzisa - e, di conseguenza, ho guardato con un certo sospetto la resa sullo schermo di questo personaggio. Non è colpa di Hanks, che fa il suo mestiere con onestà, ma è l'eccesso di buonismo, visione illuminata ed elegante perseveranza che mi lasciano un pelo scettico. L'idea del sognatore visionario a tutti i costi è rischiosa perché, oltre a lasciare certo delle perplessità in qualcuno, potrebbe anche rendere antipatico il personaggio a chi non crede in questa combinazione total-sugar del creatore di Topolino.
"Saving Mr. Banks", comunque, funziona soprattutto grazie alal sua attrice protagonista e ad una ricostruzione dettagliata della vita negli anni '60. Dal punto di vista tecnico, infatti, la pellicola è molto ben realizzata e, nonostante un'inevitabile anima patinata, il risultato finale presenta una buona resa d'immagine, anche ricercata.
Il crossover tra la vita della giovane Travers e quello del percorso che la porterà ad accettare di cedere i diritti della sua opera più personale è a volte noiosetto, più che altro perché per lungo tempo inspiegabilmente protratto senza un collegamento a spiegare la scelta di questo espediente. Spesso sembra che la scelta di un taglio tra le immagini tra gli studi di Los Angeles e la campagna australiana siano realizzati un po' a casaccio, senza che effettivamente il racconto richieda che la scena precedente richiami la seconda o viceversa. Solo nel finale si capisce il perché di tale scelta narrativa e si conclude di comporre un puzzle composto di numerosi persone che, dalla vita vera, sono tramutati dalla scrittrice in persoganni (il padre, la zia, lei e la sorella bambine) di "Mary Poppins", che le finirà per chiamare la sua famiglia.
Nonostante tutto questo parlare di "Mary Poppins", comunque, dopo la visione di questa pellicola non si sente una grande esigenza di rivedere il classico di cui narra la storia, anche se ne è il fulcro. La creazione del film di Walt Disney è travagliata, stancante e fastidiosamente puntigliosa a causa della sua autrice e, purtroppo, un po' della magia del film del '64 viene infranta da questo biopic. Il risultato finale è interessante, ma non sempre totalmente riuscito. Forse concentrarsi più su uno solo dei 3 snodi principali della trama (infanzia, rapporto con Disney, realizzazione della sceneggiatura) avrebbe reso "Saving Mr. Banks" più in grado di centrare il punto.
Ps. Una nomination ai Golden Globes per la Thompson, una nomination all'Oscar per la Miglior colonna sonora di Thomas Newman e un incasso mondiale che al momento è a quota $84,491,000 (35 per produrlo). In Italia esce il 20 febbraio.
Consigli: E' un film interessante principalmente perché tratta la storia della creatrice del romanzo "Mary Poppins", di Walt Disney e della genesi del film vincitore di 5 premi Oscar tratto dal libro dall'omonimo titolo. Questi sono i 3 punti principali e più rilevanti che il film tratta. Il resto fa da contorno ad una serie di dinamiche che condurranno Pamela "P. L." Travers a lasciarsi convincere a cedere i diritti alla Walt Disney Pictures per la realizzazione di un film seguendo l'approccio visionario di Walt e dei suoi attori. Per chi è un fan della casa cinematografica, del film originale o dei due protagonisti è certamente un titolo rilevantissimo. Per gli altri è sicuramente un prodotto interessante che racconta dei retroscena altrimenti inaccessibili ai più. Carino.
Parola chiave: Zia Ellie.
Trailer
Bengi
Etichette:
biopic,
Colin Farrell,
Emma Thompson,
famiglia,
Golden Globes,
Jason Schwartzman,
Mary Poppins,
oscar,
P.L. Travers,
Paul Giamatti,
Rachel Griffiths,
Saving Mr. Banks,
Tom Hanks,
tratto da un libro,
Walt Disney
domenica 19 gennaio 2014
Film 655 - Red 2
Avevo visto il primo e chiaramente volevo troppo vedere il seguito!
br />
Film 655: "Red 2" (2013) di Dean Parisot
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Tanta azione e molto stile fumetto, proprio come nel primo episodio, questo "Red 2" è però un po' meno divertente del primo. Funziona soprattutto grazie al grandissimo cast di attori (Bruce Willis, Helen Mirren, John Malkovich, Mary-Louise Parker, Anthony Hopkins, Catherine Zeta-Jones, David Thewlis, Brian Cox, Byung-hun Lee), e alle scene d'azione alcune delle quali veramente, veramente adrenaliniche!
In questo nuovo capitolo, la storia d'amore tra Frank e Sarah continua, anche se è in un momento di leggero fermo: ovvero come passare dalle pazze sparatorie, corse in macchina e avventure per salvarsi la pelle, all'entusiasmo per qualche nuovo gingillo casalingo comprato al supermercato. Sarah, che vuole nuovamente il brivido, si lascerà subito convincere dal surreale e disadattato Marvin quando comparirà nuovamente per reclutarli, mentre Frank sarà più duro da convincere (ma ne andrebbe della loro vita!).
E così via di nuovo, in fuga, per scoprire chi li ha incastrati e cosa c'è sotto, passando per scenari di mezza Europa e per una miriade di personaggi nuovi e vecchi, di cui il più inutile è la povera Katja/Catherine Zeta-Jones, che è credibile come russa quando io come cinese.
Tutto sommato questo film non è peggio del precedente, solo ha la sfortuna di arrivare per secondo e, quindi, non apportare alcuna novità sullo schermo, ma semplicemente ricalca un format che in prima battuta era andato alla grande (una nomination ai Golden Globes come Miglior film comedy e un incasso mondiale di $199,006,387). Di questo, di fatto, si tratta: il film non è male, ma il primo, essendo una novità, rimane migliore.
Ps. Meno successo al box office del previsto: $142,078,971 e 84 milioni per produrlo, quando il primo ne era costati "solo" 58.
Film 199 - Red
Consigli: Insieme "Red" e "Red 2" sono una bella coppia di film d'azione da vedere e sono perfetti per una serata in compagnia. Spensierato, un po' folle e surrealissimo nei personaggi, vince su tutti una Helen Mirren spietata killer dal fascino innegabile, cui le segue il leggermente pazzo Marvin che John Malkovich rende con estrema bravura. Il risultato finale è assolutamente spassoso.
Parola chiave: "Notte fonda".
Trailer
Bengi
Film 655: "Red 2" (2013) di Dean Parisot
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Tanta azione e molto stile fumetto, proprio come nel primo episodio, questo "Red 2" è però un po' meno divertente del primo. Funziona soprattutto grazie al grandissimo cast di attori (Bruce Willis, Helen Mirren, John Malkovich, Mary-Louise Parker, Anthony Hopkins, Catherine Zeta-Jones, David Thewlis, Brian Cox, Byung-hun Lee), e alle scene d'azione alcune delle quali veramente, veramente adrenaliniche!
In questo nuovo capitolo, la storia d'amore tra Frank e Sarah continua, anche se è in un momento di leggero fermo: ovvero come passare dalle pazze sparatorie, corse in macchina e avventure per salvarsi la pelle, all'entusiasmo per qualche nuovo gingillo casalingo comprato al supermercato. Sarah, che vuole nuovamente il brivido, si lascerà subito convincere dal surreale e disadattato Marvin quando comparirà nuovamente per reclutarli, mentre Frank sarà più duro da convincere (ma ne andrebbe della loro vita!).
E così via di nuovo, in fuga, per scoprire chi li ha incastrati e cosa c'è sotto, passando per scenari di mezza Europa e per una miriade di personaggi nuovi e vecchi, di cui il più inutile è la povera Katja/Catherine Zeta-Jones, che è credibile come russa quando io come cinese.
Tutto sommato questo film non è peggio del precedente, solo ha la sfortuna di arrivare per secondo e, quindi, non apportare alcuna novità sullo schermo, ma semplicemente ricalca un format che in prima battuta era andato alla grande (una nomination ai Golden Globes come Miglior film comedy e un incasso mondiale di $199,006,387). Di questo, di fatto, si tratta: il film non è male, ma il primo, essendo una novità, rimane migliore.
Ps. Meno successo al box office del previsto: $142,078,971 e 84 milioni per produrlo, quando il primo ne era costati "solo" 58.
Film 199 - Red
Consigli: Insieme "Red" e "Red 2" sono una bella coppia di film d'azione da vedere e sono perfetti per una serata in compagnia. Spensierato, un po' folle e surrealissimo nei personaggi, vince su tutti una Helen Mirren spietata killer dal fascino innegabile, cui le segue il leggermente pazzo Marvin che John Malkovich rende con estrema bravura. Il risultato finale è assolutamente spassoso.
Parola chiave: "Notte fonda".
Trailer
Bengi
Etichette:
Anthony Hopkins,
azione,
bomba,
Brian Cox,
bruce willis,
Byung-hun Lee,
Catherine Zeta-Jones,
David Thewlis,
helen mirren,
John Malkovich,
killer,
Mary-Louise Parker,
Red,
Red 2,
Retired Extremely Dangerous,
sequel
venerdì 17 gennaio 2014
Film 654 - Bel Ami - Storia di un seduttore
Ero incuriosito da questa pellicola perché volevo capire quanto sarebbero riusciti a stravolgere la trama del libro. Missione riuscitissima, tra l'altro.
Film 654: "Bel Ami - Storia di un seduttore" (2012) di Declan Donnellan, Nick Ormerod
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Certo, la premessa di un Robert Pattinson protagonista non propendeva a favore di questa pellicola, nonostante la presenza di Kristin Scott Thomas, solitamente garanzia di una produzione tendenzialmente almeno buona.
"Bel Ami - Storia di un seduttore" sta a "Bel Ami" di Maupassant come io sto alla veterinaria. Insomma, c'è poco del libro in questo film. Manca, per dirne una, la veloce escaltion sociale che Georges Duroy riesce a costruirsi, non nel senso che non sia mostrata, ma piuttosto che è sullo sfondo, data per scontata. Non ci sono i meccanismi sociali che la rendono possibile come non è spiegata a sufficienza la storia di George al giornale, delle tensioni con i superiori e le voci dei colleghi che lo vorrebbero incapace di scrivere e costantemente aiutano da una mano femminile nemmeno troppo discreta. E allora, tolto questo (com'è praticamente assente la scena politica che, nel libro, è una costante anche grazie al lavoro presso La Vie Française), cosa rimane di "Bel Ami"? Solo l'aspetto romantico-predatoriale dell'arrampicatore sociale Duroy, incapace di accontentarsi e darsi dei limiti.
Concentrandosi solo sulle amanti del protagonista, il film finisce per prendere una piega da romanzo rosa, con la sola narrazione delle scappatelle in compagnia di numerose signore dell'alta società con l'unico scopo di crearsi una posizione sociale. Il romanzo di Maupassant, però, sarebbe anche altro e dispiace vederlo sciupato da un'incapacità recitativa di Pattinson e un'inconsistenza narrativa dovuta alla sceneggiatrice Rachel Bennette. Certo l'intento era quello commerciale e, sicuro, al momento della messa in produzione della pellicola niente dava l'impressione di vendere di più della combo Robert Pattinson+sesso, però l'alchimia non c'è stata e il film è stato un flop. Ma va?
Ps. Prodotto, tra gli altri, da RAI Cinema, il film ha incassato $8,303,261 al box office mondiale.
Consigli: Apprezzabile solo per il buon lavoro di Christina Ricci e Kristin Scott Thomas. Uma Thurman non è in grado di suscitare quell'interesse intrigante e misterioso che nel libro è legato al personaggio di Madeleine Forestier e, inoltre, non ha certo un sex appeal universalmente riconosciuto. Pattinson è troppo spesso inespressivo e, in generale, il film sembra più una serie tv alla "Beautiful" con un budget più alto per location e costumi.
Parola chiave: Marocco.
Trailer
Bengi
Film 654: "Bel Ami - Storia di un seduttore" (2012) di Declan Donnellan, Nick Ormerod
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Certo, la premessa di un Robert Pattinson protagonista non propendeva a favore di questa pellicola, nonostante la presenza di Kristin Scott Thomas, solitamente garanzia di una produzione tendenzialmente almeno buona.
"Bel Ami - Storia di un seduttore" sta a "Bel Ami" di Maupassant come io sto alla veterinaria. Insomma, c'è poco del libro in questo film. Manca, per dirne una, la veloce escaltion sociale che Georges Duroy riesce a costruirsi, non nel senso che non sia mostrata, ma piuttosto che è sullo sfondo, data per scontata. Non ci sono i meccanismi sociali che la rendono possibile come non è spiegata a sufficienza la storia di George al giornale, delle tensioni con i superiori e le voci dei colleghi che lo vorrebbero incapace di scrivere e costantemente aiutano da una mano femminile nemmeno troppo discreta. E allora, tolto questo (com'è praticamente assente la scena politica che, nel libro, è una costante anche grazie al lavoro presso La Vie Française), cosa rimane di "Bel Ami"? Solo l'aspetto romantico-predatoriale dell'arrampicatore sociale Duroy, incapace di accontentarsi e darsi dei limiti.
Concentrandosi solo sulle amanti del protagonista, il film finisce per prendere una piega da romanzo rosa, con la sola narrazione delle scappatelle in compagnia di numerose signore dell'alta società con l'unico scopo di crearsi una posizione sociale. Il romanzo di Maupassant, però, sarebbe anche altro e dispiace vederlo sciupato da un'incapacità recitativa di Pattinson e un'inconsistenza narrativa dovuta alla sceneggiatrice Rachel Bennette. Certo l'intento era quello commerciale e, sicuro, al momento della messa in produzione della pellicola niente dava l'impressione di vendere di più della combo Robert Pattinson+sesso, però l'alchimia non c'è stata e il film è stato un flop. Ma va?
Ps. Prodotto, tra gli altri, da RAI Cinema, il film ha incassato $8,303,261 al box office mondiale.
Consigli: Apprezzabile solo per il buon lavoro di Christina Ricci e Kristin Scott Thomas. Uma Thurman non è in grado di suscitare quell'interesse intrigante e misterioso che nel libro è legato al personaggio di Madeleine Forestier e, inoltre, non ha certo un sex appeal universalmente riconosciuto. Pattinson è troppo spesso inespressivo e, in generale, il film sembra più una serie tv alla "Beautiful" con un budget più alto per location e costumi.
Parola chiave: Marocco.
Trailer
Bengi
Etichette:
amante,
Bel Ami,
Bel Ami - Storia di un seduttore,
Christina Ricci,
flop,
giornale,
Guy de Maupassant,
Kristin Scott Thomas,
Natalia Tena,
Parigi,
Robert Pattinson,
sesso,
tratto da un libro,
Uma Thurman
giovedì 16 gennaio 2014
Oscar 2014: le nomination
Finalmente anche queste nomination all'Oscar 2014 si sono concretizzate nei titoli e nei nomi dei fortunati in lizza per il riconoscimento più prestigioso del cinema.
L'annuncio poco fa in quel di Los Angeles dove Chris Hemsworth e Cheryl Boone Isaacs hanno letto, categoria per categoria, tutti i titoli, gli autori e gli attori nominati nelle principali categorie del premio, lasciando quelle più specificamente tecniche ai successivi aggiornamenti via web.
Così, con con ancora un po' di pazienza, si è completata la lista di tutti i nominati, qui di seguito dopo qualche veloce considerazione.
Innanzitutto 8 film sui 10 candidati ai Golden Globes nelle due categorie per la miglior pellicola sono stati anche candidati come Miglior film (mancano "Rush" e "A proposito di Davis", sostituiti da "Her" e "Dallas Buyers Club"). Le pellicole con più nomination in totale sono "American Hustle - L'apparenza inganna" e "Gravity" (10), "12 anni schiavo" (9), "Dallas Buyers Club", "Nebraska" e "Captain Phillips - Attacco in mare aperto" (6), "The Wolf of Wall Street" ed "Her" (5) e "Philomena" (4). Tra i titoli di contorno che spiccano nelle categorie tecniche ci sono "The Grandmaster" di Wong Kar Wai (2), "The Invisible Woman" di Ralph Fiennes (1), "Il grande Gatsby" (2), il forse un po' sottovalutato "Prisoners" (1), "Lo Hobbit - La desolazione di Smaug" (3), "Iron Man 3" (1), "Into Darkness - Star Trek" (1), "The Lone Ranger" (2) e, con non poca sorpresa, "Jackass - Nonno cattivo" con una nomination per il trucco.
A questo punto i titoli favoriti parrebbero essere "American Hustle - L'apparenza inganna" e "12 anni schiavo" con "Dallas Buyers Club" come outsider, mentre dovrebbe andare piuttosto bene nelle categorie tecniche "Gravity", probabilmente vorace predatore di premi in categorie come effetti speciali, sonoro e - si mormora - la regia di Cuarón.
Per i film di animazione, che quest'anno sono a sorpresa 5, "Frozen - Il regno di ghiaccio" pare il più plausibile, nonostante sia apprezabile la scelta di candidare prodotti anche meno conosciuti come "Ernest & Celestine" e omoggiare il lavoro di Miyazaki in "Si alza il vento".
L'Italia, dopo il Golden Globe per "La grande bellezza" punta anche alla statuetta sperando in un Sorrentino asso pigliatutto in grado di riportare il premio al nostro Paese dopo 15 anni di assenza. Secondo me potrebbe essere l'anno buono.
Sul fronte attoriale Leonardo DiCaprio potrebbe finalmente vedersi riconoscere il premio come Miglior attore alla sua quarta candidatura, anche se Matthew McConaughey gli sta alle costole. Personalmente trovo difficile che quest'ultimo riesca a scippare a DiCaprio l'Oscar alla sua prima nomination e con una carriera passata così debole. Vedremo. Tra i non protagonisti sembra scontata la vittoria di Jared Leto, nonostante Michael Fassbender potrebbe sorprendere. Gli altri candidati li vedo lontani dalla possibilità di vincere.
Tra le attrici, in cinquina è solo Amy Adams a non essersi vista ancora riconoscere nulla dall'Academy nonostante sia alla sua quinta nomination. Tutte le altre presenti ne hanno già almeno uno. A voler essere onesti, però, credo che la performance di Cate Blanchett sia superiore. Bisogna vedere se sarà scelto di premiare una performance o l'andamento di qualità di una carriera. Tra le non protagoniste, invece, dopo il Golden Globe vinto, Jennifer Lawrence potrebbe portarsi a casa il suo secondo Oscar consecutivo. L'ultima attrice a riuscire nell'impresa è stata Katharine Hepburn nel 1967-68. L'ultimo attore Tom Hanks (1993-94). Personalmente trovo questo eventuale bis una possibilità molto remota, ma va detto che la Lawrence è molto apprezzata in patria ed è già alla sua terza nomination in 3 anni (all'età di 23). Forse la sua competitor più forte è Lupita Nyong'o: difficile che Julia Roberts si veda assegnare una seconda statuetta e la nomination a Sally Hawkins mi sembra più che altro celebrativa di una buona carriera.
Tra i registi, David O. Russell è probabile che, non dovesse vincere alla regia, si ritroverà un riconoscimento per la sceneggiatura (anche se "Her" in questo senso è un titolo molto forte). Per quanto riguarda le musiche, il vincitore del Golden Globe per la Miglior colonna sonora Alex Ebert non è stato nemmeno candidato e, al suo posto, viene preferito Alexandre Desplat alla sua sesta nomination. Che per lui sia la volta buona? A onor di cronaca, il suo compagno di categoria Thomas Newman è a quota 11 nomination e 0 vittorie.
Gli U2 sono in gara con la canzone del film "Mandela: Long Walk to Freedom" e, a sorpresa, arriva Pharrell Williams con la sua "Happy" dal film "Cattivissimo me 2" che è una hit alla #1 in Uk.
Per finire, qualche curiosità. Qualche attore è riuscito ad accaparrarsi una nomination all?oscar quest'anno non grazie alle sue doti attoriali, ma attraverso altri aspetti del lavoro legati al mondo del cinema. Primo tra tutti Brad Pitt che, essendo tra i produttori di "12 anni schiavo" riceve la nomination legata al Miglior film e arriva a quota 5. Oltre a lui Steve Coogan, attore inglese, candidato per il "Philomena" nelle categorie Miglior film e Miglior sceneggiatura non originale; infine Ethan Hawke e Julie Delpy, entrambi per "Before Midnight" ed entrambi nuovamente candidati nella categoria dove, nel 2005, lo furono per il predecessore "Before Sunset".
Infine, come ogni anno, ne approfitto per pronunciarmi riguardo a chi secondo me vincerà (*) e chi, invece, vorrei veder trionfare (§), attribuendo il seguente punteggio:
* = 1 punto;
§ = 1/2 punto;
*§ = 1 punto.
Insieme a me (B), Lidia (L) e Luigi (Lu).
Ma ora basta indugiare! Ecco la lista di tutte le candidature di quest'anno.
Best Motion Picture of the Year
Nominees:
B L Lu* 12 anni schiavo (2013)
Gravity (2013)
Dallas Buyers Club (2013)
B§ American Hustle - L'apparenza inganna (2013)
Captain Phillips - Attacco in mare aperto (2013)
Her (2013)
Nebraska (2013)
L§ Philomena (2013)
Lu§ The Wolf of Wall Street (2013)
Best Performance by an Actor in a Leading Role
Nominees:
Chiwetel Ejiofor for 12 anni schiavo (2013)
L*§ B Lu§ Leonardo DiCaprio for The Wolf of Wall Street (2013)
Christian Bale for American Hustle - L'apparenza inganna (2013)
Bruce Dern for Nebraska (2013)
B Lu* Matthew McConaughey for Dallas Buyers Club (2013)
Best Performance by an Actress in a Leading Role
Nominees:
B Lu§ Amy Adams for American Hustle - L'apparenza inganna (2013)
B Lu* L*§ Cate Blanchett for Blue Jasmine (2013)
Sandra Bullock for Gravity (2013)
Judi Dench for Philomena (2013)
Meryl Streep for I segreti di Osage County (2013)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role
Nominees:
Lu§ Barkhad Abdi for Captain Phillips - Attacco in mare aperto (2013)
B§ Bradley Cooper for American Hustle - L'apparenza inganna (2013)
Jonah Hill for The Wolf of Wall Street (2013)
Michael Fassbender for 12 anni schiavo (2013)
B Lu* L*§Jared Leto for Dallas Buyers Club (2013)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role
Nominees:
Sally Hawkins for Blue Jasmine (2013)
Julia Roberts for I segreti di Osage County (2013)
B Lu* L§ Lupita Nyong'o for 12 anni schiavo (2013)
B Lu§ L* Jennifer Lawrence for American Hustle - L'apparenza inganna (2013)
June Squibb for Nebraska (2013)
Best Achievement in Directing
Nominees:
B L* Lu§ Alfonso Cuarón for Gravity (2013)
Lu* L§ Steve McQueen for 12 anni schiavo (2013)
B§ David O. Russell for American Hustle - L'apparenza inganna (2013)
Martin Scorsese for The Wolf of Wall Street (2013)
Alexander Payne for Nebraska (2013)
Best Writing, Screenplay Written Directly for the Screen
Nominees:
B§ American Hustle - L'apparenza inganna (2013): Eric Singer, David O. Russell
Blue Jasmine (2013): Woody Allen
B Lu* L*§ Her (2013): Spike Jonze
Nebraska (2013): Bob Nelson
Lu§ Dallas Buyers Club (2013): Craig Borten, Melisa Wallack
Best Writing, Screenplay Based on Material Previously Produced or Published
Nominees:
Before Midnight (2013): Richard Linklater
Captain Phillips - Attacco in mare aperto (2013): Billy Ray
B L Lu* 12 anni schiavo (2013): John Ridley
Lu§ The Wolf of Wall Street (2013): Terence Winter
B L§ Philomena (2013): Steven Coogan
Best Animated Feature Film of the Year
Nominees:
L Lu§ I Croods (2013)
Cattivissimo me 2 (2013)
Ernest & Celestine (2012)
B*§ L Lu* Frozen - Il regno di ghiaccio (2013)
Si alza il vento (2013)
Best Foreign Language Film of the Year
Nominees:
Alabama Monroe - Una storia d'amore (2012): Felix Van Groeningen(Belgium)
L§ L'image manquante (2013): Rithy Panh(Cambodia)
The Hunt (2012): Thomas Vinterberg(Denmark)
B Lu*§ L* La grande bellezza (2013): Paolo Sorrentino(Italy)
Omar (2013): Hany Abu-Assad(Palestine)
Best Achievement in Cinematography
Nominees:
L*§ Gravity (2013): Emmanuel Lubezki
A proposito di Davis (2013): Bruno Delbonnel
B Lu* Nebraska (2013): Phedon Papamichael
B Lu§ Prisoners (2013): Roger Deakins
The Grandmaster (2013): Philippe Le Sourd
Best Achievement in Editing
Nominees:
L* 12 anni schiavo (2013): Joe Walker
Lu* B L§ American Hustle - L'apparenza inganna (2013): Alan Baumgarten, Jay Cassidy, Crispin Struthers
B* Lu§ Gravity (2013): Alfonso Cuarón, Mark Sanger
Captain Phillips - Attacco in mare aperto (2013): Christopher Rouse
Dallas Buyers Club (2013): Martin Pensa, John Mac McMurphy
Best Achievement in Production Design
Nominees:
12 anni schiavo (2013): Adam Stockhausen, Alice Baker
B* American Hustle - L'apparenza inganna (2013): Judy Becker, Heather Loeffler
Gravity (2013)
Lu* L*§ Il grande Gatsby (2013): Catherine Martin, Beverley Dunn
B Lu§ Her (2013): K.K. Barrett, Gene Serdena
Best Achievement in Costume Design
Nominees:
L Lu§ American Hustle - L'apparenza inganna (2013): Michael Wilkinson
Lu* Il grande Gatsby (2013): Catherine Martin
L* 12 anni schiavo (2013): Patricia Norris
B* The Grandmaster (2013): William Chang
B§ The Invisible Woman (2013): Michael O'Connor
Best Achievement in Makeup and Hairstyling
Nominees:
B Lu* L*§ Dallas Buyers Club (2013): Adruitha Lee, Robin Mathews
B Lu§ Jackass - Nonno cattivo (2013): Steve Prouty
The Lone Ranger (2013): Joel Harlow, Gloria Pasqua Casny
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Score
Nominees:
Storia di una ladra di libri (2013): John Williams
B* Gravity (2013): Steven Price
Her (2013): William Butler, Andy Koyama
L Lu§ Saving Mr. Banks (2013): Thomas Newman
L Lu* B§ Philomena (2013): Alexandre Desplat
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Song
Nominees:
B L Lu§ Cattivissimo me 2 (2013): Pharrell Williams("Happy")
Frozen - Il regno di ghiaccio (2013): Kristen Anderson-Lopez, Robert Lopez("Let It Go")
B L Lu* Mandela: Long Walk to Freedom (2013): Bono, Adam Clayton, The Edge, Larry Mullen Jr., Brian Burton("Ordinary Love")
Alone Yet Not Alone (2013): Bruce Broughton("Alone Yet Not Alone")
Her (2013): Karen O("The Moon Song")
Best Achievement in Sound Mixing
Nominees:
B Lu* Gravity (2013): Skip Lievsay, Niv Adiri, Christopher Benstead, Chris Munro
B Lu§ L* Lo Hobbit - La desolazione di Smaug (2013): Christopher Boyes, Michael Hedges, Michael Semanick, Tony Johnson
Captain Phillips - Attacco in mare aperto (2013): Chris Burdon, Mark Taylor, Mike Prestwood Smith, Chris Munro
L§ A proposito di Davis (2013): Skip Lievsay, Greg Orloff, Peter F. Kurland
Lone Survivor (2013): Andy Koyama, Beau Borders, David Brownlow
Best Achievement in Sound Editing
Nominees:
L* All Is Lost: Tutto è perduto (2013): Steve Boeddeker, Richard Hymns
Captain Phillips - Attacco in mare aperto (2013): Oliver Tarney
B Lu* Gravity (2013): Glenn Freemantle
B L Lu§ Lo Hobbit - La desolazione di Smaug (2013): Brent Burge
Lone Survivor (2013): Wylie Stateman
Best Achievement in Visual Effects
Nominees:
B Lu* L*§ Gravity (2013): Timothy Webber, Chris Lawrence, David Shirk, Neil Corbould
Lu§ Lo Hobbit - La desolazione di Smaug (2013): Joe Letteri, Eric Saindon, David Clayton, Eric Reynolds
Iron Man 3 (2013): Christopher Townsend, Guy Williams, Erik Nash, Daniel Sudick
The Lone Ranger (2013): Tim Alexander, Gary Brozenich, Edson Williams, John Frazier
B§ Into Darkness - Star Trek (2013): Roger Guyett, Pat Tubach, Ben Grossmann, Burt Dalton
Best Documentary, Feature
Nominees:
B Lu* L'atto di uccidere (2012): Joshua Oppenheimer, Signe Byrge Sørensen
Cutie and the Boxer (2013): Zachary Heinzerling, Lydia Dean Pilcher
Lu§ Dirty Wars (2013): Rick Rowley, Jeremy Scahill
Al Midan (2013): Jehane Noujaim, Karim Amer
B§ 20 Feet from Stardom (2013): Morgan Neville
Best Documentary, Short Subject
Nominees:
Cavedigger (2013): Jeffrey Karoff
B§ Facing Fear (2013): Jason Cohen
Lu* Karama Has No Walls (2012): Sara Ishaq
B* Lu§ The Lady In Number 6 (2013): Malcolm Clarke, Carl Freed
Prison Terminal: The Last Days of Private Jack Hall (2013): Edgar Barens
Best Short Film, Animated
Nominees:
Lu§ Feral (2012): Daniel Sousa, Dan Golden
Tutti in scena! (2013): Lauren MacMullan, Dorothy McKim
Mr Hublot (2013): Laurent Witz, Alexandre Espigares
B* Lu§ Possessions (2012): Shuhei Morita
B§ Room on the Broom (2012) (TV): Max Lang, Jan Lachauer
Best Short Film, Live Action
Nominees:
Aquel no era yo (2012): Esteban Crespo
B Lu§ Avant que de tout perdre (2013): Xavier Legrand
Lu* Helium (2013/II): Anders Walter
B* Do I Have to Take Care of Everything? (2012): Selma Vilhunen
The Voorman Problem (2013): Mark Gill
Bengi
L'annuncio poco fa in quel di Los Angeles dove Chris Hemsworth e Cheryl Boone Isaacs hanno letto, categoria per categoria, tutti i titoli, gli autori e gli attori nominati nelle principali categorie del premio, lasciando quelle più specificamente tecniche ai successivi aggiornamenti via web.
Così, con con ancora un po' di pazienza, si è completata la lista di tutti i nominati, qui di seguito dopo qualche veloce considerazione.
Innanzitutto 8 film sui 10 candidati ai Golden Globes nelle due categorie per la miglior pellicola sono stati anche candidati come Miglior film (mancano "Rush" e "A proposito di Davis", sostituiti da "Her" e "Dallas Buyers Club"). Le pellicole con più nomination in totale sono "American Hustle - L'apparenza inganna" e "Gravity" (10), "12 anni schiavo" (9), "Dallas Buyers Club", "Nebraska" e "Captain Phillips - Attacco in mare aperto" (6), "The Wolf of Wall Street" ed "Her" (5) e "Philomena" (4). Tra i titoli di contorno che spiccano nelle categorie tecniche ci sono "The Grandmaster" di Wong Kar Wai (2), "The Invisible Woman" di Ralph Fiennes (1), "Il grande Gatsby" (2), il forse un po' sottovalutato "Prisoners" (1), "Lo Hobbit - La desolazione di Smaug" (3), "Iron Man 3" (1), "Into Darkness - Star Trek" (1), "The Lone Ranger" (2) e, con non poca sorpresa, "Jackass - Nonno cattivo" con una nomination per il trucco.
A questo punto i titoli favoriti parrebbero essere "American Hustle - L'apparenza inganna" e "12 anni schiavo" con "Dallas Buyers Club" come outsider, mentre dovrebbe andare piuttosto bene nelle categorie tecniche "Gravity", probabilmente vorace predatore di premi in categorie come effetti speciali, sonoro e - si mormora - la regia di Cuarón.
Per i film di animazione, che quest'anno sono a sorpresa 5, "Frozen - Il regno di ghiaccio" pare il più plausibile, nonostante sia apprezabile la scelta di candidare prodotti anche meno conosciuti come "Ernest & Celestine" e omoggiare il lavoro di Miyazaki in "Si alza il vento".
L'Italia, dopo il Golden Globe per "La grande bellezza" punta anche alla statuetta sperando in un Sorrentino asso pigliatutto in grado di riportare il premio al nostro Paese dopo 15 anni di assenza. Secondo me potrebbe essere l'anno buono.
Sul fronte attoriale Leonardo DiCaprio potrebbe finalmente vedersi riconoscere il premio come Miglior attore alla sua quarta candidatura, anche se Matthew McConaughey gli sta alle costole. Personalmente trovo difficile che quest'ultimo riesca a scippare a DiCaprio l'Oscar alla sua prima nomination e con una carriera passata così debole. Vedremo. Tra i non protagonisti sembra scontata la vittoria di Jared Leto, nonostante Michael Fassbender potrebbe sorprendere. Gli altri candidati li vedo lontani dalla possibilità di vincere.
Tra le attrici, in cinquina è solo Amy Adams a non essersi vista ancora riconoscere nulla dall'Academy nonostante sia alla sua quinta nomination. Tutte le altre presenti ne hanno già almeno uno. A voler essere onesti, però, credo che la performance di Cate Blanchett sia superiore. Bisogna vedere se sarà scelto di premiare una performance o l'andamento di qualità di una carriera. Tra le non protagoniste, invece, dopo il Golden Globe vinto, Jennifer Lawrence potrebbe portarsi a casa il suo secondo Oscar consecutivo. L'ultima attrice a riuscire nell'impresa è stata Katharine Hepburn nel 1967-68. L'ultimo attore Tom Hanks (1993-94). Personalmente trovo questo eventuale bis una possibilità molto remota, ma va detto che la Lawrence è molto apprezzata in patria ed è già alla sua terza nomination in 3 anni (all'età di 23). Forse la sua competitor più forte è Lupita Nyong'o: difficile che Julia Roberts si veda assegnare una seconda statuetta e la nomination a Sally Hawkins mi sembra più che altro celebrativa di una buona carriera.
Tra i registi, David O. Russell è probabile che, non dovesse vincere alla regia, si ritroverà un riconoscimento per la sceneggiatura (anche se "Her" in questo senso è un titolo molto forte). Per quanto riguarda le musiche, il vincitore del Golden Globe per la Miglior colonna sonora Alex Ebert non è stato nemmeno candidato e, al suo posto, viene preferito Alexandre Desplat alla sua sesta nomination. Che per lui sia la volta buona? A onor di cronaca, il suo compagno di categoria Thomas Newman è a quota 11 nomination e 0 vittorie.
Gli U2 sono in gara con la canzone del film "Mandela: Long Walk to Freedom" e, a sorpresa, arriva Pharrell Williams con la sua "Happy" dal film "Cattivissimo me 2" che è una hit alla #1 in Uk.
Per finire, qualche curiosità. Qualche attore è riuscito ad accaparrarsi una nomination all?oscar quest'anno non grazie alle sue doti attoriali, ma attraverso altri aspetti del lavoro legati al mondo del cinema. Primo tra tutti Brad Pitt che, essendo tra i produttori di "12 anni schiavo" riceve la nomination legata al Miglior film e arriva a quota 5. Oltre a lui Steve Coogan, attore inglese, candidato per il "Philomena" nelle categorie Miglior film e Miglior sceneggiatura non originale; infine Ethan Hawke e Julie Delpy, entrambi per "Before Midnight" ed entrambi nuovamente candidati nella categoria dove, nel 2005, lo furono per il predecessore "Before Sunset".
Infine, come ogni anno, ne approfitto per pronunciarmi riguardo a chi secondo me vincerà (*) e chi, invece, vorrei veder trionfare (§), attribuendo il seguente punteggio:
* = 1 punto;
§ = 1/2 punto;
*§ = 1 punto.
Insieme a me (B), Lidia (L) e Luigi (Lu).
Ma ora basta indugiare! Ecco la lista di tutte le candidature di quest'anno.
The 86th Annual Academy Awards
Best Motion Picture of the Year
Nominees:
B L Lu* 12 anni schiavo (2013)
Gravity (2013)
Dallas Buyers Club (2013)
B§ American Hustle - L'apparenza inganna (2013)
Captain Phillips - Attacco in mare aperto (2013)
Her (2013)
Nebraska (2013)
L§ Philomena (2013)
Lu§ The Wolf of Wall Street (2013)
Best Performance by an Actor in a Leading Role
Nominees:
Chiwetel Ejiofor for 12 anni schiavo (2013)
L*§ B Lu§ Leonardo DiCaprio for The Wolf of Wall Street (2013)
Christian Bale for American Hustle - L'apparenza inganna (2013)
Bruce Dern for Nebraska (2013)
B Lu* Matthew McConaughey for Dallas Buyers Club (2013)
Best Performance by an Actress in a Leading Role
Nominees:
B Lu§ Amy Adams for American Hustle - L'apparenza inganna (2013)
B Lu* L*§ Cate Blanchett for Blue Jasmine (2013)
Sandra Bullock for Gravity (2013)
Judi Dench for Philomena (2013)
Meryl Streep for I segreti di Osage County (2013)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role
Nominees:
Lu§ Barkhad Abdi for Captain Phillips - Attacco in mare aperto (2013)
B§ Bradley Cooper for American Hustle - L'apparenza inganna (2013)
Jonah Hill for The Wolf of Wall Street (2013)
Michael Fassbender for 12 anni schiavo (2013)
B Lu* L*§Jared Leto for Dallas Buyers Club (2013)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role
Nominees:
Sally Hawkins for Blue Jasmine (2013)
Julia Roberts for I segreti di Osage County (2013)
B Lu* L§ Lupita Nyong'o for 12 anni schiavo (2013)
B Lu§ L* Jennifer Lawrence for American Hustle - L'apparenza inganna (2013)
June Squibb for Nebraska (2013)
Best Achievement in Directing
Nominees:
B L* Lu§ Alfonso Cuarón for Gravity (2013)
Lu* L§ Steve McQueen for 12 anni schiavo (2013)
B§ David O. Russell for American Hustle - L'apparenza inganna (2013)
Martin Scorsese for The Wolf of Wall Street (2013)
Alexander Payne for Nebraska (2013)
Best Writing, Screenplay Written Directly for the Screen
Nominees:
B§ American Hustle - L'apparenza inganna (2013): Eric Singer, David O. Russell
Blue Jasmine (2013): Woody Allen
B Lu* L*§ Her (2013): Spike Jonze
Nebraska (2013): Bob Nelson
Lu§ Dallas Buyers Club (2013): Craig Borten, Melisa Wallack
Best Writing, Screenplay Based on Material Previously Produced or Published
Nominees:
Before Midnight (2013): Richard Linklater
Captain Phillips - Attacco in mare aperto (2013): Billy Ray
B L Lu* 12 anni schiavo (2013): John Ridley
Lu§ The Wolf of Wall Street (2013): Terence Winter
B L§ Philomena (2013): Steven Coogan
Best Animated Feature Film of the Year
Nominees:
L Lu§ I Croods (2013)
Cattivissimo me 2 (2013)
Ernest & Celestine (2012)
B*§ L Lu* Frozen - Il regno di ghiaccio (2013)
Si alza il vento (2013)
Best Foreign Language Film of the Year
Nominees:
Alabama Monroe - Una storia d'amore (2012): Felix Van Groeningen(Belgium)
L§ L'image manquante (2013): Rithy Panh(Cambodia)
The Hunt (2012): Thomas Vinterberg(Denmark)
B Lu*§ L* La grande bellezza (2013): Paolo Sorrentino(Italy)
Omar (2013): Hany Abu-Assad(Palestine)
Best Achievement in Cinematography
Nominees:
L*§ Gravity (2013): Emmanuel Lubezki
A proposito di Davis (2013): Bruno Delbonnel
B Lu* Nebraska (2013): Phedon Papamichael
B Lu§ Prisoners (2013): Roger Deakins
The Grandmaster (2013): Philippe Le Sourd
Best Achievement in Editing
Nominees:
L* 12 anni schiavo (2013): Joe Walker
Lu* B L§ American Hustle - L'apparenza inganna (2013): Alan Baumgarten, Jay Cassidy, Crispin Struthers
B* Lu§ Gravity (2013): Alfonso Cuarón, Mark Sanger
Captain Phillips - Attacco in mare aperto (2013): Christopher Rouse
Dallas Buyers Club (2013): Martin Pensa, John Mac McMurphy
Best Achievement in Production Design
Nominees:
12 anni schiavo (2013): Adam Stockhausen, Alice Baker
B* American Hustle - L'apparenza inganna (2013): Judy Becker, Heather Loeffler
Gravity (2013)
Lu* L*§ Il grande Gatsby (2013): Catherine Martin, Beverley Dunn
B Lu§ Her (2013): K.K. Barrett, Gene Serdena
Best Achievement in Costume Design
Nominees:
L Lu§ American Hustle - L'apparenza inganna (2013): Michael Wilkinson
Lu* Il grande Gatsby (2013): Catherine Martin
L* 12 anni schiavo (2013): Patricia Norris
B* The Grandmaster (2013): William Chang
B§ The Invisible Woman (2013): Michael O'Connor
Best Achievement in Makeup and Hairstyling
Nominees:
B Lu* L*§ Dallas Buyers Club (2013): Adruitha Lee, Robin Mathews
B Lu§ Jackass - Nonno cattivo (2013): Steve Prouty
The Lone Ranger (2013): Joel Harlow, Gloria Pasqua Casny
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Score
Nominees:
Storia di una ladra di libri (2013): John Williams
B* Gravity (2013): Steven Price
Her (2013): William Butler, Andy Koyama
L Lu§ Saving Mr. Banks (2013): Thomas Newman
L Lu* B§ Philomena (2013): Alexandre Desplat
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Song
Nominees:
B L Lu§ Cattivissimo me 2 (2013): Pharrell Williams("Happy")
Frozen - Il regno di ghiaccio (2013): Kristen Anderson-Lopez, Robert Lopez("Let It Go")
B L Lu* Mandela: Long Walk to Freedom (2013): Bono, Adam Clayton, The Edge, Larry Mullen Jr., Brian Burton("Ordinary Love")
Alone Yet Not Alone (2013): Bruce Broughton("Alone Yet Not Alone")
Her (2013): Karen O("The Moon Song")
Best Achievement in Sound Mixing
Nominees:
B Lu* Gravity (2013): Skip Lievsay, Niv Adiri, Christopher Benstead, Chris Munro
B Lu§ L* Lo Hobbit - La desolazione di Smaug (2013): Christopher Boyes, Michael Hedges, Michael Semanick, Tony Johnson
Captain Phillips - Attacco in mare aperto (2013): Chris Burdon, Mark Taylor, Mike Prestwood Smith, Chris Munro
L§ A proposito di Davis (2013): Skip Lievsay, Greg Orloff, Peter F. Kurland
Lone Survivor (2013): Andy Koyama, Beau Borders, David Brownlow
Best Achievement in Sound Editing
Nominees:
L* All Is Lost: Tutto è perduto (2013): Steve Boeddeker, Richard Hymns
Captain Phillips - Attacco in mare aperto (2013): Oliver Tarney
B Lu* Gravity (2013): Glenn Freemantle
B L Lu§ Lo Hobbit - La desolazione di Smaug (2013): Brent Burge
Lone Survivor (2013): Wylie Stateman
Best Achievement in Visual Effects
Nominees:
B Lu* L*§ Gravity (2013): Timothy Webber, Chris Lawrence, David Shirk, Neil Corbould
Lu§ Lo Hobbit - La desolazione di Smaug (2013): Joe Letteri, Eric Saindon, David Clayton, Eric Reynolds
Iron Man 3 (2013): Christopher Townsend, Guy Williams, Erik Nash, Daniel Sudick
The Lone Ranger (2013): Tim Alexander, Gary Brozenich, Edson Williams, John Frazier
B§ Into Darkness - Star Trek (2013): Roger Guyett, Pat Tubach, Ben Grossmann, Burt Dalton
Best Documentary, Feature
Nominees:
B Lu* L'atto di uccidere (2012): Joshua Oppenheimer, Signe Byrge Sørensen
Cutie and the Boxer (2013): Zachary Heinzerling, Lydia Dean Pilcher
Lu§ Dirty Wars (2013): Rick Rowley, Jeremy Scahill
Al Midan (2013): Jehane Noujaim, Karim Amer
B§ 20 Feet from Stardom (2013): Morgan Neville
Best Documentary, Short Subject
Nominees:
Cavedigger (2013): Jeffrey Karoff
B§ Facing Fear (2013): Jason Cohen
Lu* Karama Has No Walls (2012): Sara Ishaq
B* Lu§ The Lady In Number 6 (2013): Malcolm Clarke, Carl Freed
Prison Terminal: The Last Days of Private Jack Hall (2013): Edgar Barens
Best Short Film, Animated
Nominees:
Lu§ Feral (2012): Daniel Sousa, Dan Golden
Tutti in scena! (2013): Lauren MacMullan, Dorothy McKim
Mr Hublot (2013): Laurent Witz, Alexandre Espigares
B* Lu§ Possessions (2012): Shuhei Morita
B§ Room on the Broom (2012) (TV): Max Lang, Jan Lachauer
Best Short Film, Live Action
Nominees:
Aquel no era yo (2012): Esteban Crespo
B Lu§ Avant que de tout perdre (2013): Xavier Legrand
Lu* Helium (2013/II): Anders Walter
B* Do I Have to Take Care of Everything? (2012): Selma Vilhunen
The Voorman Problem (2013): Mark Gill
Bengi
Etichette:
12 Years a Slave,
American Hustle,
Amy Adams,
Cate Blanchett,
Ellen DeGeneres,
Frozen,
Gravity,
Her,
Jennifer Lawrence,
julia roberts,
La grande bellezza,
Meryl Streep,
oscar,
The 86th Annual Academy Awards,
U2
Oscar nomination 2014: Live telecast
L'annuncio delle candidature agli Oscar 2014 live in diretta da Los Angeles. Presentano le nominations Chris Hemsworth e Cheryl Boone Isaacs.
Bengi
La cerimonia di premiazione degli 86esimi Academy Awards si svolgerà domenica 2 Marzo presso il Dolby Theatre di Hollywood e sarà presentata da Ellen DeGeneres, per la seconda volta host dello show più importante del cinema americano.
Chi sarà candidato quest'anno? Tra i favoriti "12 anni schiavo", "Gravity", "American Hustle - L'apparenza inganna", "Frozen - Il regno di ghiaccio" e "Nebraska", oltre che, tra gli attori, Cate Blanchett, Amy Adams, Matthew McConaughey, Jared Leto, Sandra Bullock, Judi Dench, Leonardo DiCaprio, Bradley Cooper e, per il secondo anno di fila, Jennifer Lawrence. Nella categoria Miglior film straniero, dopo il premio vinto ai Golden Globes, sembra scontata quantomeno la presenza dell'Italia con "La grande bellezza" di Sorrentino.
Per scoprire chi ce la farà... basta cliccare play!
Bengi
Etichette:
12 Years a Slave,
Amy Adams,
Cate Blanchett,
Chris Hemsworth,
Ellen DeGeneres,
Frozen,
Gravity,
Her,
Jared Leto,
Jennifer Lawrence,
live,
Nebraska,
oscar,
Oscar nomination 2014: Live telecast,
streaming,
telecast
mercoledì 15 gennaio 2014
Razzie Awards 2014: nomination e vincitori
Quando escono le nomination ai Razzie Awards è sempre segnale dell'arrivo degli Academy Awards.
Saranno, infatti, annunciate domani pomeriggio ora italiana le candidature agli Oscar 2014 per il meglio del cinema "mondiale", ovvero americano.
Di oggi, invece, l'annuncio dei nominati al peggio del peggio della stagione cinematografica passata grazie, appunto, ai Razzie che formalizzano il loro disprezzo verso il cattivo cinema attraverso le nomination speculari rispetto agli Oscar, con accezione negativa.
Quest'anno colpisce la presenza di Johnny Depp, fino ad oggi salvo dal negativo riconoscimento proprio come Naomi Watts. Assi pigliatutto di questa edizione sembrano essere "After Earth" e "Un weekend da bamboccioni 2" oltre che, come sempre, Lindsay Lohan e Tyler Perry. Presenti anche Sylvester Stallone, Ashton Kutcher, Kim Kardashian, la famiglia Smith e i cantanti Chris Brown, Selena Gomez, Lady Gaga.
After Earth
Un weekend da bamboccioni 2
The Lone Ranger
A Madea Christmas
Movie 43
PEGGIOR ATTORE
Johnny Depp: The Lone Ranger
Ashton Kutcher: Jobs
Adam Sandler: Un weekend da bamboccioni 2
Jaden Smith: After Earth
Sylvester Stallone: Bullet To The Head, Escape Plan, Il grande Match
PEGGIORE ATTRICE
Halle Berry: Movie 43, The Call
Selena Gomez: Getaway
Lindsay Lohan: The Canyons
Tyler Perry: A Madea Christmas
Naomi Watts: Diana, Movie 43
PEGGIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Lady Gaga: Machete Kills
Salma Hayek: Un weekend da bamboccioni 2
Katherine Heigl: The Big Wedding
Kim Kardashian: Tyler Perry’s Temptation
Lindsay Lohan: In-App-Propriate Comedy, Scary Movie 5
PEGGIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Chris Brown: Battle Of The Year
Larry the Cable Guy: A Madea Christmas
Taylor Lautner: Un weekend da bamboccioni 2
Will Smith: After Earth
Nick Swardson: A Haunted House, Un weekend da bamboccioni 2
PEGGIOR REGISTA
I registi di Movie 43
Dennis Dugan: Un weekend da bamboccioni 2
Tyler Perry: A Madea Christmas, Temptation
M. Night Shyamalan: After Earth
Gore Verbinski: The Lone Ranger
PEGGIORE GRUPPO SUL GRANDE SCHERMO
L’intero cast di Un weekend da bamboccioni 2
L’intero cast di Movie 43
Lindsay Lohan & Charlie Sheen: Scary Movie 5
Tyler Perry & EITHER Larry the Cable Guy OR That Worn-Out Wig & Dress: A Madea Christmas
Jaden Smith & Will Smith: After Earth
PEGGIORE SCENEGGIATURA
After Earth
Un weekend da bamboccioni 2
The Lone Ranger
A Madea Christmas
Movie 43
PEGGIOR REMAKE, RIP-OFF o SEQUEL
Un weekend da bamboccioni 2
Una notte da leoni 3
The Lone Ranger
Scary Movie 5
I puffi 2
Bengi
Saranno, infatti, annunciate domani pomeriggio ora italiana le candidature agli Oscar 2014 per il meglio del cinema "mondiale", ovvero americano.
Di oggi, invece, l'annuncio dei nominati al peggio del peggio della stagione cinematografica passata grazie, appunto, ai Razzie che formalizzano il loro disprezzo verso il cattivo cinema attraverso le nomination speculari rispetto agli Oscar, con accezione negativa.
Quest'anno colpisce la presenza di Johnny Depp, fino ad oggi salvo dal negativo riconoscimento proprio come Naomi Watts. Assi pigliatutto di questa edizione sembrano essere "After Earth" e "Un weekend da bamboccioni 2" oltre che, come sempre, Lindsay Lohan e Tyler Perry. Presenti anche Sylvester Stallone, Ashton Kutcher, Kim Kardashian, la famiglia Smith e i cantanti Chris Brown, Selena Gomez, Lady Gaga.
34th Annual RAZZIE Awards
PEGGIOR FILMAfter Earth
Un weekend da bamboccioni 2
The Lone Ranger
A Madea Christmas
Movie 43
PEGGIOR ATTORE
Johnny Depp: The Lone Ranger
Ashton Kutcher: Jobs
Adam Sandler: Un weekend da bamboccioni 2
Jaden Smith: After Earth
Sylvester Stallone: Bullet To The Head, Escape Plan, Il grande Match
PEGGIORE ATTRICE
Halle Berry: Movie 43, The Call
Selena Gomez: Getaway
Lindsay Lohan: The Canyons
Tyler Perry: A Madea Christmas
Naomi Watts: Diana, Movie 43
PEGGIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Lady Gaga: Machete Kills
Salma Hayek: Un weekend da bamboccioni 2
Katherine Heigl: The Big Wedding
Kim Kardashian: Tyler Perry’s Temptation
Lindsay Lohan: In-App-Propriate Comedy, Scary Movie 5
PEGGIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Chris Brown: Battle Of The Year
Larry the Cable Guy: A Madea Christmas
Taylor Lautner: Un weekend da bamboccioni 2
Will Smith: After Earth
Nick Swardson: A Haunted House, Un weekend da bamboccioni 2
PEGGIOR REGISTA
I registi di Movie 43
Dennis Dugan: Un weekend da bamboccioni 2
Tyler Perry: A Madea Christmas, Temptation
M. Night Shyamalan: After Earth
Gore Verbinski: The Lone Ranger
PEGGIORE GRUPPO SUL GRANDE SCHERMO
L’intero cast di Un weekend da bamboccioni 2
L’intero cast di Movie 43
Lindsay Lohan & Charlie Sheen: Scary Movie 5
Tyler Perry & EITHER Larry the Cable Guy OR That Worn-Out Wig & Dress: A Madea Christmas
Jaden Smith & Will Smith: After Earth
PEGGIORE SCENEGGIATURA
After Earth
Un weekend da bamboccioni 2
The Lone Ranger
A Madea Christmas
Movie 43
PEGGIOR REMAKE, RIP-OFF o SEQUEL
Un weekend da bamboccioni 2
Una notte da leoni 3
The Lone Ranger
Scary Movie 5
I puffi 2
Bengi
Etichette:
After Earth,
Chris Brown,
jOBS,
Johnny Depp,
katherine heigl,
Kim Kardashian,
Lady Gaga,
Lindsay Lohan,
Movie 43,
Naomi Watts,
nomination,
Razzie,
Razzie Awards,
Selena Gomez,
Taylor Lautner,
Will Smith
Film 652 - Piovono polpette 2 - La rivincita degli avanzi
Essendo diventato di recentissimo un grande fan di questo cartoon non vedevo l'ora di vedere il secondo capitolo della serie!
Film 652: "Piovono polpette 2 - La rivincita degli avanzi" (2013) di Cody Cameron, Kris Pearn
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Anche se lo avevo già visto, la vera folgorazione per "Piovono polpette" c'è stata quando l'ho guardato per la seconda volta, un po' per caso. Di conseguenza volerne vedere il seguito era assolutamente necessario!
In una sala con tutti i posti prenotati e piena di bambini delle più miste età, sono ritornato anche io ragazzino e mi sono goduto una favola su un mondo fantastico popolato da creature viventi fatte di cibo. E' stato un viaggio bellissimo!
Per una volta la semplicità lineare della trama è un valore aggiunto e, anzi, aiuta a concentrarsi sulle meravigliose idee legate alla ricostruzione di Swallow Falls, diventata mondo a sé, microcosmo popolato da migliaia di creature fantastiche e disparate: una specie di Jurassic Park con creature fatte da cheeseburger, fragole, banane, porri,... Insomma, come era prevedibile, anche in questo episodio numero 2 le idee e la fantasia non mancano.
Anche se effettivamente meno divertente rispetto al primo, resta comunque il fatto che "Cloudy with a Chance of Meatballs 2" è davvero una bella favola, coloratissima, allegra e che trasmette ideali positivi tra cui l'amicizia e il seguire i propri sogni. Non è sicuramente un capolavoro assoluto, ma ribadisco che ho apprezzato la semplicità che sta alla base della storia e che, grazie ad un'idea geniale, funziona alla grande.
Divertente, spassoso, spensierato e visivamente intrigante per le particolari scelte fatte nel disegno. Un buon esempio di capitolo numero 2.
Ps. Buon successo commerciale anche di questo episodio con $238,973,709 di incasso mondiale.
Pps. Il doppiaggio dell'antagonista di Flin, Chester V, in italiano è affidato all'irritantissima voce di Elio, scelta che non condivido affatto (considerato, poi, che il target della pellicola sono i bambini, non vedo perché questi dovrebbero essere interessati a sentire la voce del cantante o per quale motivo la cosa dovrebbe incentivarli ad andare al cinema).
Consigli: Quando si ha voglia di un buon cartoon formato famiglia questo è sicuramente un titolo cui affidarsi. E' una colorata favola mai volgare e che parte da un'idea centrale per nulla banale o scontata. Divertente.
Parola chiave: Live Corp.
Trailer
Bengi
Film 652: "Piovono polpette 2 - La rivincita degli avanzi" (2013) di Cody Cameron, Kris Pearn
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Anche se lo avevo già visto, la vera folgorazione per "Piovono polpette" c'è stata quando l'ho guardato per la seconda volta, un po' per caso. Di conseguenza volerne vedere il seguito era assolutamente necessario!
In una sala con tutti i posti prenotati e piena di bambini delle più miste età, sono ritornato anche io ragazzino e mi sono goduto una favola su un mondo fantastico popolato da creature viventi fatte di cibo. E' stato un viaggio bellissimo!
Per una volta la semplicità lineare della trama è un valore aggiunto e, anzi, aiuta a concentrarsi sulle meravigliose idee legate alla ricostruzione di Swallow Falls, diventata mondo a sé, microcosmo popolato da migliaia di creature fantastiche e disparate: una specie di Jurassic Park con creature fatte da cheeseburger, fragole, banane, porri,... Insomma, come era prevedibile, anche in questo episodio numero 2 le idee e la fantasia non mancano.
Anche se effettivamente meno divertente rispetto al primo, resta comunque il fatto che "Cloudy with a Chance of Meatballs 2" è davvero una bella favola, coloratissima, allegra e che trasmette ideali positivi tra cui l'amicizia e il seguire i propri sogni. Non è sicuramente un capolavoro assoluto, ma ribadisco che ho apprezzato la semplicità che sta alla base della storia e che, grazie ad un'idea geniale, funziona alla grande.
Divertente, spassoso, spensierato e visivamente intrigante per le particolari scelte fatte nel disegno. Un buon esempio di capitolo numero 2.
Ps. Buon successo commerciale anche di questo episodio con $238,973,709 di incasso mondiale.
Pps. Il doppiaggio dell'antagonista di Flin, Chester V, in italiano è affidato all'irritantissima voce di Elio, scelta che non condivido affatto (considerato, poi, che il target della pellicola sono i bambini, non vedo perché questi dovrebbero essere interessati a sentire la voce del cantante o per quale motivo la cosa dovrebbe incentivarli ad andare al cinema).
Consigli: Quando si ha voglia di un buon cartoon formato famiglia questo è sicuramente un titolo cui affidarsi. E' una colorata favola mai volgare e che parte da un'idea centrale per nulla banale o scontata. Divertente.
Parola chiave: Live Corp.
Trailer
Bengi
martedì 14 gennaio 2014
Film 651 - American Hustle - L'apparenza inganna
Cinemino preserata su invito di Claudia. Bell'idea!
Film 651: "American Hustle - L'apparenza inganna" (2013) di David O. Russell
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Clà
Pensieri: Mi ero un pochino disinteressato a questo film, nonostante il cast, per due motivi: non amo particolarmente gli anni '70 e l'ultimo film di David O. Russell, "Il lato positivo - Silver Linings Playbook", l'anno scorso non mi aveva per nulla entusiasmato. Quindi, al cinema, non avevo proprio idea di cosa avrei visto.
"American Hustle - L'apparenza inganna" è, probabilmente proprio per la mia indifferenza/diffidenza iniziale, un film che mi ha davvero sorpreso in positivo. Divertente, interessante, ben scritto e recitato è davvero un piacere da seguire dall'inizio alla fine.
Si parte piano, a storia iniziata, e si ripercorre brevemente a ritroso per introdurre la storia dei due truffatori Irving Rosenfeld e Sydney Prosser e per spiegare il motivo della loro collaborazione con l'agente federale Richie DiMaso e del perché lo stiano aiutando ad incastrare una serie di politici e mafiosi, tra cui Carmine Polito.
Quello che apparentemente potrebbe sembrare un film poliziesco o di denuncia, in realtà non lo è e per l'assurdità o originalità di certi passaggi si sarebbe portati a pensare che sia tutta finzione, ipotesi tendenzialmente smentita tutte le volte che ci si ricorda la specifica a inizio film: "Some of this actually happened".
Presa in considerazione quest'ultima asserzione, la pellicola diventa ancora più interessante. Ma non è solo per il fatto che sia tratto da una storia realmente accaduta che appassiona. I personaggi sono abbastanza strani da incuriosire fin da subito e la loro caratterizzazione è ben approfondita dato che ognuno ha lo spazio necessario per raccontare la 'sua' storia. A conti fatti quella che più colpisce è la moglie di Rosenfeld, Rosalyn, una ragazzetta annoiata che dice praticamente tutto quello che le passa per la testa. Genuina, sciocca, vanitosa, fragilissima e profondamente sola, Jennifer Lawrence è in grado di renderla anima e corpo sullo schermo, capace di illuminarsi e rabbuiarsi anche solo con l'aiuto di uno sguardo.
Diverso, invece, il ruolo di Sydney, solo apparentemente meno incisivo. A parte che solamente per sopravvivere a quelle scollature ci vorrebbe un corso di laurea, comunque per l'ennesima volta è da premiare la grande capacità di Amy Adams di trasformarsi in un'altra persona. In grado di passare dalla principessa delle favole Disney ("Come d'incanto"), alla rossa metà di Superman ("L'uomo d'acciaio") passando per un convento ("Il dubbio"), una setta ("The Master"), il ring ("The Fighter") e perfino "I Muppet", la Adams è da anni che si costruisce una solita carriera fatta di ottime interpretazioni e titoli di qualità. Credo sinceramente che sia una delle migliori della sua generazione e lo dimostra anche qui, con l'evoluzione di un personaggio che passa dagli strip club alla ricchezza quasi istantanea delle truffe finanziarie, passando per l'amore di un uomo che va oltre l'aspetto fisico e assieme al quale è in grado di mimetizzarsi sapientemente per sopravvivere alla successione di eventi che seguono lo smascheramento della loro attività illegale.
Tra l'altro, al di là dell'attività illecita, è interessante seguire questo amore 'strano' tra due soggetti che a prima vista parrebbero non avere nulla in comune. L'affinità che riescono ad instaurare e costruire - che si salda dal momento in cui cominciano le truffe insieme - è visivamente apertamente sancita dalla bellissima scena nella lavanderia di Irving (Christian Bale), dove i due, avvolti e nascosti dai capi pronti che girano frenetici sul rullo, si guardano intensamente per un attimo infinito, in una specie di paradiso personale e momento di felicità. Quella è già una scena cult.
Anche gli altri due protagonisti maschili, l'agente DiMaso (Bradley Cooper) e Polito (Jeremy Renner), sono resi perfettamente dai loro interpreti. Specialmente Cooper riesce a rappresentare l'agente un po' fulminato con la necessaria scintilla di follia che il personaggio richiede, regalandosi una grande performance e una messa in piega con bigodini annessi.
Insomma, sono rimasto davvero sorpreso dal risultato di questo "American Hustle", certamente uno dei titoli di questa stagione più riusciti fra quelli che ho guardato. Si vede che David O. Russell è in gran forma e riesce certamente a dare un tocco personale alla vicenda, probabilmente anche grazie a un gruppo folto di attori con cui aveva già lavorato in passato (Bale, Cooper, Adams, Lawrence e Robert De Niro) tutti evidentemente capaci e perfetti nel loro ruolo, il che non era per nulla scontato. Di sicuro sarà tra i favoriti agli Oscar.
Ps. Già a quota $118,265,133 di incasso (40 milioni per produrlo), sicuramente con la pioggia di premiazioni e premi che arriverà, riuscirà ad incrementare l'incasso totale. Già i primi risultati portati a casa: 7 nomination ai Golden Globes e 3 premi portati a casa nella categoria comedy o musical per Miglior film, Miglior attrice protagonista (Amy Adams) e Miglior attrice non protagonista (Jennifer Lawrence, che dopo il Golden Globes e l'Oscar dell'anno scorso, qui fa doppietta. Per l'Oscar sarà improbabile, però).
Film 702 - American Hustle - L'apparenza inganna
Film 1226 - American Hustle - L'apparenza inganna
Consigli: Certamente da vedere. Divertente, spassoso, con finale a sorpresa bomba, è uno di quei film che parte piano e poi ingrana. Tutto merito di una trama che si rivela lentamente e prospetta un colpo di scena che lascia soddisfatti. Grande cast e davvero ottime interpretazioni, oltre che bei costumi e una riuscitissima ricostruzione dell'ambiente '70s.
Parola chiave: Mazzette.
Trailer
Bengi
Film 651: "American Hustle - L'apparenza inganna" (2013) di David O. Russell
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Clà
Pensieri: Mi ero un pochino disinteressato a questo film, nonostante il cast, per due motivi: non amo particolarmente gli anni '70 e l'ultimo film di David O. Russell, "Il lato positivo - Silver Linings Playbook", l'anno scorso non mi aveva per nulla entusiasmato. Quindi, al cinema, non avevo proprio idea di cosa avrei visto.
"American Hustle - L'apparenza inganna" è, probabilmente proprio per la mia indifferenza/diffidenza iniziale, un film che mi ha davvero sorpreso in positivo. Divertente, interessante, ben scritto e recitato è davvero un piacere da seguire dall'inizio alla fine.
Si parte piano, a storia iniziata, e si ripercorre brevemente a ritroso per introdurre la storia dei due truffatori Irving Rosenfeld e Sydney Prosser e per spiegare il motivo della loro collaborazione con l'agente federale Richie DiMaso e del perché lo stiano aiutando ad incastrare una serie di politici e mafiosi, tra cui Carmine Polito.
Quello che apparentemente potrebbe sembrare un film poliziesco o di denuncia, in realtà non lo è e per l'assurdità o originalità di certi passaggi si sarebbe portati a pensare che sia tutta finzione, ipotesi tendenzialmente smentita tutte le volte che ci si ricorda la specifica a inizio film: "Some of this actually happened".
Presa in considerazione quest'ultima asserzione, la pellicola diventa ancora più interessante. Ma non è solo per il fatto che sia tratto da una storia realmente accaduta che appassiona. I personaggi sono abbastanza strani da incuriosire fin da subito e la loro caratterizzazione è ben approfondita dato che ognuno ha lo spazio necessario per raccontare la 'sua' storia. A conti fatti quella che più colpisce è la moglie di Rosenfeld, Rosalyn, una ragazzetta annoiata che dice praticamente tutto quello che le passa per la testa. Genuina, sciocca, vanitosa, fragilissima e profondamente sola, Jennifer Lawrence è in grado di renderla anima e corpo sullo schermo, capace di illuminarsi e rabbuiarsi anche solo con l'aiuto di uno sguardo.
Diverso, invece, il ruolo di Sydney, solo apparentemente meno incisivo. A parte che solamente per sopravvivere a quelle scollature ci vorrebbe un corso di laurea, comunque per l'ennesima volta è da premiare la grande capacità di Amy Adams di trasformarsi in un'altra persona. In grado di passare dalla principessa delle favole Disney ("Come d'incanto"), alla rossa metà di Superman ("L'uomo d'acciaio") passando per un convento ("Il dubbio"), una setta ("The Master"), il ring ("The Fighter") e perfino "I Muppet", la Adams è da anni che si costruisce una solita carriera fatta di ottime interpretazioni e titoli di qualità. Credo sinceramente che sia una delle migliori della sua generazione e lo dimostra anche qui, con l'evoluzione di un personaggio che passa dagli strip club alla ricchezza quasi istantanea delle truffe finanziarie, passando per l'amore di un uomo che va oltre l'aspetto fisico e assieme al quale è in grado di mimetizzarsi sapientemente per sopravvivere alla successione di eventi che seguono lo smascheramento della loro attività illegale.
Tra l'altro, al di là dell'attività illecita, è interessante seguire questo amore 'strano' tra due soggetti che a prima vista parrebbero non avere nulla in comune. L'affinità che riescono ad instaurare e costruire - che si salda dal momento in cui cominciano le truffe insieme - è visivamente apertamente sancita dalla bellissima scena nella lavanderia di Irving (Christian Bale), dove i due, avvolti e nascosti dai capi pronti che girano frenetici sul rullo, si guardano intensamente per un attimo infinito, in una specie di paradiso personale e momento di felicità. Quella è già una scena cult.
Anche gli altri due protagonisti maschili, l'agente DiMaso (Bradley Cooper) e Polito (Jeremy Renner), sono resi perfettamente dai loro interpreti. Specialmente Cooper riesce a rappresentare l'agente un po' fulminato con la necessaria scintilla di follia che il personaggio richiede, regalandosi una grande performance e una messa in piega con bigodini annessi.
Insomma, sono rimasto davvero sorpreso dal risultato di questo "American Hustle", certamente uno dei titoli di questa stagione più riusciti fra quelli che ho guardato. Si vede che David O. Russell è in gran forma e riesce certamente a dare un tocco personale alla vicenda, probabilmente anche grazie a un gruppo folto di attori con cui aveva già lavorato in passato (Bale, Cooper, Adams, Lawrence e Robert De Niro) tutti evidentemente capaci e perfetti nel loro ruolo, il che non era per nulla scontato. Di sicuro sarà tra i favoriti agli Oscar.
Ps. Già a quota $118,265,133 di incasso (40 milioni per produrlo), sicuramente con la pioggia di premiazioni e premi che arriverà, riuscirà ad incrementare l'incasso totale. Già i primi risultati portati a casa: 7 nomination ai Golden Globes e 3 premi portati a casa nella categoria comedy o musical per Miglior film, Miglior attrice protagonista (Amy Adams) e Miglior attrice non protagonista (Jennifer Lawrence, che dopo il Golden Globes e l'Oscar dell'anno scorso, qui fa doppietta. Per l'Oscar sarà improbabile, però).
Film 702 - American Hustle - L'apparenza inganna
Film 1226 - American Hustle - L'apparenza inganna
Consigli: Certamente da vedere. Divertente, spassoso, con finale a sorpresa bomba, è uno di quei film che parte piano e poi ingrana. Tutto merito di una trama che si rivela lentamente e prospetta un colpo di scena che lascia soddisfatti. Grande cast e davvero ottime interpretazioni, oltre che bei costumi e una riuscitissima ricostruzione dell'ambiente '70s.
Parola chiave: Mazzette.
Trailer
Bengi
Etichette:
American Hustle,
American Hustle - L'apparenza inganna,
Amy Adams,
Bradley Cooper,
Christian Bale,
corruzione,
David O. Russell,
Golden Globes,
Jennifer Lawrence,
Jeremy Renner,
mazzette,
oscar,
Robert De Niro
lunedì 13 gennaio 2014
Golden Globes 2014: i vincitori
Qualche - piccolo - colpo di scena c'è stato, anche se alla fine la maggior parte delle candidature di questi 71esimi Golden Globes (GG) hanno portato al vincitore che si dava per favorito (o che davo io. Dai che un po' mi stimo).
La shoccante verità numero 1 arriva subito con il primo premio della serata assegnato alla Miglior attrice non protagonista Jennifer Lawrence per "American Hustle", che vince per il secondo anno di fila dopo "Il lato positivo - Silver Linings Playbook". Sinceramente proprio non me lo aspettavo (per quanto se lo meriti assolutamente). Diciamo che è meno raro vincere un GG un anno di seguito all'altro piuttosto che un Oscar, ma non era per nulla scontato. Sicuramente ha giocato a suo favore essere nella categoria delle non protagoniste, altrimenti certo non avrebbe fatto bis.
Più inaspettata - per me - la vittoria di Matthew McConaughey come Miglior attore drammatico e, anche se probabilmente porterà ad una nomination all'Oscar, spero perderà contro Leonardo DiCaprio, che merita il premio da troppo tempo e molto più di McConaughey. In questa categoria, comunque, mi aspettavo la vittoria di Chiwetel Ejiofor per "12 anni schiavo", visto l'incetta di nomination del film (7). Di fatto, però, la pellicola sì è portata a casa un solo premio, anche se il più importante: Miglior film (drammatico). Continuando con gli eventi inaspettati, anche la vittoria Alex Ebert - compositore con un nido in testa - è stata assolutamente una sorpresa (anche per lui, che sul palco a malapena spiccicava parola). Vince per la Miglior colonna sonora per la pellicola "All Is Lost: Tutto è perduto" battendo mostri sacri come John Williams e Hans Zimmer.
Non era il favorito e, invece, vince "La grande bellezza" di Sorrentino che, dopo lo 0 assoluto di "This Must Be the Place" (colpa dell'errata programmazione nelle sale statunitensi e il fatto che il film non fosse in italiano), porta a casa - leggere all'Italia - un premio internazionale che mancava da tempo. Ma gli Oscar sono un'altra cosa e bisogna attendere per capire se, anche lì, avremo fortuna. Comunque - gossip dei poveri - mentre Sorrentino si dirigeva verso il palco, ho notato di fianco al suo tavolo, con non poca sorpresa, il profilo di una non-si-capisce-perché-sia-ancora-lì Jo Champa tutta zigomi e felicitazioni.
Per quanto riguarda, invece, l'ambito televisivo le grandi sorprese sono state fondamentalmente due e portano il nome dei non certo giovincelli Jacqueline Bisset e Jon Voight, entrambi a risultare i migliori nelle rispettive categorie di non protagonisti. Chi l'avrebbe mai detto che Jacqueline si sarebbe portata a casa il suo primo GG dopo averlo atteso per 45 anni e 5 nomination? Nessuno e neanche lei, che, evidentemente andando a braccio, ha fatto uno dei discorsi di ringraziamento più brutti di sempre.
Altrettanto inaspettati i due premi a "Brooklyn Nine-Nine", Miglior serie tv (comedy) e Miglior attore protagonista (comedy) al comico del "Saturday Night Live" Andy Samberg (anche lui piuttosto shoccato). Stessa comica provenienza televisiva d'eccellenza per Amy Poehler che FINALMENTE vince come Miglior attrice protagonista (comedy) per "Parks and Recreation" dopo 3 nomination ai GG (e 6 agli Emmy). Giustamente arriva un riconoscimento ad uno degli show più divertenti della tv americana. Curioso, la Poehler vince proprio nell'anno in cui presenta (per la seconda volta e sempre assieme alla grandissima Tina Fey) l'intera cerimonia. A mio avviso non è del tutto una coincidenza, di sicuro aver presentato le ha reso una certa visibilità oltre che la possibilità di 'farsi un nome' nei confronti dell'HFPA.
Nota divertente: Woody Allen riceve il riconoscimento alla carriera - il Cecil B. DeMille Award - ma non è presente, come al solito, alla cerimonia. Ritira per lui una Diane Keaton in formissima.
Infine, per ricapitolare: il grande vincitore della serata è stato "American Hustle - L'apparenza inganna" che porta a casa 3 premi (Miglior film comedy, Amy Adams Miglior attrice protagonista e la Lawrence); 2 premi per "Dallas Buyers Club" (Miglior attore protagonista drama e Miglior attore non protagonista, rispettivamente McConaughey e Jared Leto), "Breaking Bad", "Dietro i candelabri", "Brooklyn Nine-Nine"; i restanti, sia film che prodotti per la tv, sono rimasti a quota 1 premio.
Ecco la lista dei vincitori (sottolineati in giallo) e, come sempre, il conteggio dei punti delle scommesse sui vincitori (* = 1 punto; § = 1/2 punto; *§ = 1 punto); quest'anno, insieme a me (B) anche Livia (L) e Luigi (Lu). Dato che Livia ha votato solo per le categorie cinema, ho diviso il conteggio dei punti in due parti.
Best Motion Picture - Drama
B Lu L*12 Years a Slave
B § Gravity
Lu L§ Philomena
Best Motion Picture - Musical or Comedy
B* Lu§ American Hustle - L'apparenza inganna
L§ Her
Lu L* Nebraska
B§ The Wolf of Wall Street
Best Actor in a motion picture, drama
B* Lu§ Chiwetel Ejiofor,12 Years a Slave
Lu* B§ Idris Elba, Mandela: Long Walk to Freedom
L*§ Matthew McConaughey, Dallas Buyers Club
Best Actress in a motion picture, drama
B* Lu§ L*§ Cate Blanchett, Blue Jasmine
B§ Sandra Bullock, Gravity
Lu* Judi Dench, Philomena
Best Performance by an Actor in a Motion Picture - Musical or Comedy
L* Christian Bale for American Hustle - L'apparenza inganna
Lu§ Bruce Dern for Nebraska
B§ Lu* Leonardo DiCaprio for The Wolf of Wall Street
B* L§ Joaquin Phoenix for Her
Best Performance by an Actress in a Motion Picture - Musical or Comedy
B* Lu L*§ Amy Adams for American Hustle - L'apparenza inganna
B§ Meryl Streep for I segreti di Osage County
Best Director – motion picture
B§ L* Alfonso Cuaron, Gravity
Lu* Steve McQueen, 12 Years a Slave
Lu L§ Alexander Payne, Nebraska
B* David O. Russell, American Hustle
Best Screenplay – Motion Picture
B L§ Spike Jonze, Her
Lu§ Jeff Pope Steve, Philomena
B Lu* John Ridley, 12 Years a Slave
L* David O. Russell and Eric Singer Warren, American Hustle
Best Animated Feature film
L*§ The Croods
B Lu*§ Frozen
Best Foreign Language Film
Lu L* Blue Is The Warmest Color (France)
B*Lu§ The Great Beauty (Italy)
B§ The Hunt (Denmark)
L§ The Wind Rises (Japan)
Best supporting Actress in a motion picture
Lu L* Sally Hawkins, Blue Jasmine
Jennifer Lawrence, American Hustle
B* Lu L§ Lupita Nyong'o, 12 Years a Slave
B§ Julia Roberts, August: Osage County
Best supporting Actor in a motion picture
B L* Lu§ Michael Fassbender, 12 Years a Slave
B§ Lu* Jared Leto, Dallas Buyers Club
L§ Daniel Bruhl, Rush
Best Original Score – Motion Picture
All Is Lost - Alex Ebert
B§ Gravity - Steven Price
B* Lu L*§ 12 Years a Slave - Hans Zimmer
Best Original Song – Motion Picture
Lu L§ Frozen - Il regno di ghiaccio (2013): Kristen Anderson-Lopez, Robert Lopez ("Let It Go")
B Lu L* Mandela: Long Walk to Freedom (2013): Bono, Adam Clayton, The Edge, Larry Mullen Jr., Brian Burton ("Ordinary Love")
B§ One Chance (2013): Jack Antonoff, Taylor Swift ("Sweeter Than Fiction")
Best TV series, drama
B Lu* Breaking Bad
B§ House of Cards
Lu§ Masters of Sex
Best Actress in a TV series, drama
Lu*§ Taylor Schilling, Orange is the New Black
B§ Kerry Washington, Scandal
B* Robin Wright, House of Cards
Best Actor in a TV series, drama
B* Bryan Cranston, Breaking Bad
B Lu§ Michael Sheen, Masters of Sex
Lu* Kevin Spacey, House of Cards
Best TV Series, Comedy
B Lu* The Big Bang Theory
Brooklyn Nine-Nine
Lu§ Modern Family
B§ Parks and Recreation
Best Actress in a TV Series, Comedy
Lu§ Zooey Deschanel, New Girl
Lu* Edie Falco, Nurse Jackie
B* Julia Louis Dreyfus, Veep
B§ Amy Poehler, Parks and Recreation
Best Actor, TV Series Comedy
B* Jason Bateman, Arrested Development
B§ Lu*§ Jim Parsons, The Big Bang Theory
Andy Samberg, Brooklyn Nine-Nine
Best TV Miniseries or Movie
Lu§ American Horror Story: Coven
B Lu* Behind the Candelabra
B§ White Queen
Best Actress in a mini-series or TV movie
B Lu* Helena Bonham Carter, Burton and Taylor
B Lu§ Rebecca Ferguson, The White Queen
Elisabeth Moss, Top of the Lake
Best Actor in a mini-series or TV movie
B§ Matt Damon, Behind the Candelabra
B Lu* Michael Douglas, Behind the Candelabra
Lu§ Al Pacino, Phil Spector
Best Supporting Actress in a series, mini-series, or TV movie
Jacqueline Bisset, Dancing on the Edge
B§ Lu* Janet McTeer, The White Queen
B* Lu§ Sofia Vergara, Modern Family
Best Supporting Actor in a series, mini-series or TV movie
B Lu§ Josh Charles, The Good Wife
B Lu*Aaron Paul, Breaking Bad
Jon Voight, Ray Donovan
Premesso che votare conoscendo circa 1/3 del totale dei candidati è sempre un po' un azzardo - legato a rumors, gusti, preferenze e fortuna -, ecco i risultati:
Cinema/14: B= 9; L= 6 1/2; Lu= 7 1/2;
Tv/11: B= 5 1/2; Lu= 3
Totale/25: B= 14 1/2; L= 6 1/2; Lu= 10 1/2.
Bengi
La shoccante verità numero 1 arriva subito con il primo premio della serata assegnato alla Miglior attrice non protagonista Jennifer Lawrence per "American Hustle", che vince per il secondo anno di fila dopo "Il lato positivo - Silver Linings Playbook". Sinceramente proprio non me lo aspettavo (per quanto se lo meriti assolutamente). Diciamo che è meno raro vincere un GG un anno di seguito all'altro piuttosto che un Oscar, ma non era per nulla scontato. Sicuramente ha giocato a suo favore essere nella categoria delle non protagoniste, altrimenti certo non avrebbe fatto bis.
Più inaspettata - per me - la vittoria di Matthew McConaughey come Miglior attore drammatico e, anche se probabilmente porterà ad una nomination all'Oscar, spero perderà contro Leonardo DiCaprio, che merita il premio da troppo tempo e molto più di McConaughey. In questa categoria, comunque, mi aspettavo la vittoria di Chiwetel Ejiofor per "12 anni schiavo", visto l'incetta di nomination del film (7). Di fatto, però, la pellicola sì è portata a casa un solo premio, anche se il più importante: Miglior film (drammatico). Continuando con gli eventi inaspettati, anche la vittoria Alex Ebert - compositore con un nido in testa - è stata assolutamente una sorpresa (anche per lui, che sul palco a malapena spiccicava parola). Vince per la Miglior colonna sonora per la pellicola "All Is Lost: Tutto è perduto" battendo mostri sacri come John Williams e Hans Zimmer.
Non era il favorito e, invece, vince "La grande bellezza" di Sorrentino che, dopo lo 0 assoluto di "This Must Be the Place" (colpa dell'errata programmazione nelle sale statunitensi e il fatto che il film non fosse in italiano), porta a casa - leggere all'Italia - un premio internazionale che mancava da tempo. Ma gli Oscar sono un'altra cosa e bisogna attendere per capire se, anche lì, avremo fortuna. Comunque - gossip dei poveri - mentre Sorrentino si dirigeva verso il palco, ho notato di fianco al suo tavolo, con non poca sorpresa, il profilo di una non-si-capisce-perché-sia-ancora-lì Jo Champa tutta zigomi e felicitazioni.
Per quanto riguarda, invece, l'ambito televisivo le grandi sorprese sono state fondamentalmente due e portano il nome dei non certo giovincelli Jacqueline Bisset e Jon Voight, entrambi a risultare i migliori nelle rispettive categorie di non protagonisti. Chi l'avrebbe mai detto che Jacqueline si sarebbe portata a casa il suo primo GG dopo averlo atteso per 45 anni e 5 nomination? Nessuno e neanche lei, che, evidentemente andando a braccio, ha fatto uno dei discorsi di ringraziamento più brutti di sempre.
Altrettanto inaspettati i due premi a "Brooklyn Nine-Nine", Miglior serie tv (comedy) e Miglior attore protagonista (comedy) al comico del "Saturday Night Live" Andy Samberg (anche lui piuttosto shoccato). Stessa comica provenienza televisiva d'eccellenza per Amy Poehler che FINALMENTE vince come Miglior attrice protagonista (comedy) per "Parks and Recreation" dopo 3 nomination ai GG (e 6 agli Emmy). Giustamente arriva un riconoscimento ad uno degli show più divertenti della tv americana. Curioso, la Poehler vince proprio nell'anno in cui presenta (per la seconda volta e sempre assieme alla grandissima Tina Fey) l'intera cerimonia. A mio avviso non è del tutto una coincidenza, di sicuro aver presentato le ha reso una certa visibilità oltre che la possibilità di 'farsi un nome' nei confronti dell'HFPA.
Nota divertente: Woody Allen riceve il riconoscimento alla carriera - il Cecil B. DeMille Award - ma non è presente, come al solito, alla cerimonia. Ritira per lui una Diane Keaton in formissima.
Infine, per ricapitolare: il grande vincitore della serata è stato "American Hustle - L'apparenza inganna" che porta a casa 3 premi (Miglior film comedy, Amy Adams Miglior attrice protagonista e la Lawrence); 2 premi per "Dallas Buyers Club" (Miglior attore protagonista drama e Miglior attore non protagonista, rispettivamente McConaughey e Jared Leto), "Breaking Bad", "Dietro i candelabri", "Brooklyn Nine-Nine"; i restanti, sia film che prodotti per la tv, sono rimasti a quota 1 premio.
Ecco la lista dei vincitori (sottolineati in giallo) e, come sempre, il conteggio dei punti delle scommesse sui vincitori (* = 1 punto; § = 1/2 punto; *§ = 1 punto); quest'anno, insieme a me (B) anche Livia (L) e Luigi (Lu). Dato che Livia ha votato solo per le categorie cinema, ho diviso il conteggio dei punti in due parti.
71st Golden Globes Awards
Best Motion Picture - Drama
B Lu L*12 Years a Slave
B § Gravity
Lu L§ Philomena
Best Motion Picture - Musical or Comedy
B* Lu§ American Hustle - L'apparenza inganna
L§ Her
Lu L* Nebraska
B§ The Wolf of Wall Street
Best Actor in a motion picture, drama
B* Lu§ Chiwetel Ejiofor,12 Years a Slave
Lu* B§ Idris Elba, Mandela: Long Walk to Freedom
L*§ Matthew McConaughey, Dallas Buyers Club
Best Actress in a motion picture, drama
B* Lu§ L*§ Cate Blanchett, Blue Jasmine
B§ Sandra Bullock, Gravity
Lu* Judi Dench, Philomena
Best Performance by an Actor in a Motion Picture - Musical or Comedy
L* Christian Bale for American Hustle - L'apparenza inganna
Lu§ Bruce Dern for Nebraska
B§ Lu* Leonardo DiCaprio for The Wolf of Wall Street
B* L§ Joaquin Phoenix for Her
Best Performance by an Actress in a Motion Picture - Musical or Comedy
B* Lu L*§ Amy Adams for American Hustle - L'apparenza inganna
B§ Meryl Streep for I segreti di Osage County
Best Director – motion picture
B§ L* Alfonso Cuaron, Gravity
Lu* Steve McQueen, 12 Years a Slave
Lu L§ Alexander Payne, Nebraska
B* David O. Russell, American Hustle
Best Screenplay – Motion Picture
B L§ Spike Jonze, Her
Lu§ Jeff Pope Steve, Philomena
B Lu* John Ridley, 12 Years a Slave
L* David O. Russell and Eric Singer Warren, American Hustle
Best Animated Feature film
L*§ The Croods
B Lu*§ Frozen
Best Foreign Language Film
Lu L* Blue Is The Warmest Color (France)
B*Lu§ The Great Beauty (Italy)
B§ The Hunt (Denmark)
L§ The Wind Rises (Japan)
Best supporting Actress in a motion picture
Lu L* Sally Hawkins, Blue Jasmine
Jennifer Lawrence, American Hustle
B* Lu L§ Lupita Nyong'o, 12 Years a Slave
B§ Julia Roberts, August: Osage County
Best supporting Actor in a motion picture
B L* Lu§ Michael Fassbender, 12 Years a Slave
B§ Lu* Jared Leto, Dallas Buyers Club
L§ Daniel Bruhl, Rush
Best Original Score – Motion Picture
All Is Lost - Alex Ebert
B§ Gravity - Steven Price
B* Lu L*§ 12 Years a Slave - Hans Zimmer
Best Original Song – Motion Picture
Lu L§ Frozen - Il regno di ghiaccio (2013): Kristen Anderson-Lopez, Robert Lopez ("Let It Go")
B Lu L* Mandela: Long Walk to Freedom (2013): Bono, Adam Clayton, The Edge, Larry Mullen Jr., Brian Burton ("Ordinary Love")
B§ One Chance (2013): Jack Antonoff, Taylor Swift ("Sweeter Than Fiction")
Best TV series, drama
B Lu* Breaking Bad
B§ House of Cards
Lu§ Masters of Sex
Best Actress in a TV series, drama
Lu*§ Taylor Schilling, Orange is the New Black
B§ Kerry Washington, Scandal
B* Robin Wright, House of Cards
Best Actor in a TV series, drama
B* Bryan Cranston, Breaking Bad
B Lu§ Michael Sheen, Masters of Sex
Lu* Kevin Spacey, House of Cards
Best TV Series, Comedy
B Lu* The Big Bang Theory
Brooklyn Nine-Nine
Lu§ Modern Family
B§ Parks and Recreation
Best Actress in a TV Series, Comedy
Lu§ Zooey Deschanel, New Girl
Lu* Edie Falco, Nurse Jackie
B* Julia Louis Dreyfus, Veep
B§ Amy Poehler, Parks and Recreation
Best Actor, TV Series Comedy
B* Jason Bateman, Arrested Development
B§ Lu*§ Jim Parsons, The Big Bang Theory
Andy Samberg, Brooklyn Nine-Nine
Best TV Miniseries or Movie
Lu§ American Horror Story: Coven
B Lu* Behind the Candelabra
B§ White Queen
Best Actress in a mini-series or TV movie
B Lu* Helena Bonham Carter, Burton and Taylor
B Lu§ Rebecca Ferguson, The White Queen
Elisabeth Moss, Top of the Lake
Best Actor in a mini-series or TV movie
B§ Matt Damon, Behind the Candelabra
B Lu* Michael Douglas, Behind the Candelabra
Lu§ Al Pacino, Phil Spector
Best Supporting Actress in a series, mini-series, or TV movie
Jacqueline Bisset, Dancing on the Edge
B§ Lu* Janet McTeer, The White Queen
B* Lu§ Sofia Vergara, Modern Family
Best Supporting Actor in a series, mini-series or TV movie
B Lu§ Josh Charles, The Good Wife
B Lu*Aaron Paul, Breaking Bad
Jon Voight, Ray Donovan
Premesso che votare conoscendo circa 1/3 del totale dei candidati è sempre un po' un azzardo - legato a rumors, gusti, preferenze e fortuna -, ecco i risultati:
Cinema/14: B= 9; L= 6 1/2; Lu= 7 1/2;
Tv/11: B= 5 1/2; Lu= 3
Totale/25: B= 14 1/2; L= 6 1/2; Lu= 10 1/2.
Bengi
Etichette:
12 Years a Slave,
71st Golden Globe Awards,
American Hustle,
Amy Adams,
Cate Blanchett,
Frozen,
Golden Globes,
Gravity,
Her,
Jared Leto,
Jennifer Lawrence,
La grande bellezza,
Matthew McConaughey
Iscriviti a:
Post (Atom)