Tom Ford, Amy Adams e Jake Gyllenhaal. Non credo serva aggiungere altro.
Film 1268: "Animali notturni" (2016) di Tom Ford
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Un film che ho trovato magnetico e destabilizzante, una storia nella storia che non lascia scampo allo spettatore e abbina il racconto di due mondi opposti - uno reale, glaciale e senza sbavature, l'altro inventato, torrido e selvaggio - per farli procedere parallelamente in un crescendo di ansia e solitudine, paura e violenza. Per non farli mai incontrare.
La storia di Susan (Amy Adams) e dei suoi due matrimoni passa attraverso la lettura di un manoscritto, punto d'incontro tra due vicende al quadrato: una reale e che coinvolge il traballante matrimonio attuale, l'altra di finzione e che parla tra le righe del dolore causato dalla fine della prima unione. Al centro c'è naturalmente la donna che, durante l'appassionata lettura, finirà per rivalutare parte del suo comportamento nei confronti dell'ex marito (Jake Gyllenhaal), turbata dell'inaspettata violenza e ferocia della storia da lui creata e dedicata a lei.
Di questo "Nocturnal Animals" penso che l'aspetto che più mi è rimasto impresso sia la solitudine generale, il senso di vuoto attorno a Susan - una sensazione che l'ambientazione glamour, la rigida cura per l'estetica e la generale formalità che la circonda non fa altro che amplificare - e la desolante tristezza descritta nel romanzo da Edward. I mondi opposti non sono solo nell'evidenza del contrapporre fiction e reale, ma anche nell'opposizione dei due stessi protagonisti che, nonostante l'iniziale coinvolgimento emotivo, finiranno per allontanarsi (con il conseguente avverarsi della "profezia" della madre).
Al di là dei vari aspetti più o meno sottintesi relativamente ai protagonisti, rimane il fatto che la narrazione della sconvolgente storia del manoscritto sia comunque il vero catalizzatore dell'attenzione generale. Sia perché tratta di avvenimenti brutali come lo stupro e l'omicidio, oltre che la giustizia privata, sia perché le interpretazioni di Michael Shannon e Aaron Taylor-Johnson sono particolarmente efficaci e valgono davvero la visione. Se la Adams è costretta in una sorta di prigione di vetro dove le è concesso solamente il biasimo verso se stessa, ai due attori della storia "non reale" sono permesse non poche libertà che regalano a chi guarda due performance davvero d'effetto: da una parte la cattiveria gratuita e disarmante, dall'altra il niente da perdere di chi sa che ha esaurito il suo tempo. Il loro sarà uno scontro non facile da digerire.
Insomma, per quanto l'ambientazione asettica iniziale mi avesse spinto a credere che si trattasse di una di quelle pellicole tutta estetica e nient'altro, mi sono dovuto ricredere in fretta, trovandomi di fronte ad un deserto naturale ed emotivo che impone l'incontro con l'imprevedibile in un gioco perverso di violenza ed abuso non giustificabile e che mette a dura prova lo spettatore. L'emozione è forte e ci si sente esattamente come Susan: schiacciati da una pesantezza e dal senso di ingiustizia. Se è questo che Tom Ford intendeva evocare con "Animali notturni", il lavoro è compiuto egregiamente. Un film che non nasconde una certa rigidità e, nonostante questo, riesce a colpire per l'intensità che riesce a generare. Forte e, francamente, bello.
Ps. 3 candidature ai prossimi Golden Globes (regia, sceneggiatura e attore non protagonista per Taylor-Johnson) e Leone d'Argento a Venezia 2016.
Cast: Amy Adams, Jake Gyllenhaal, Michael Shannon, Aaron Taylor-Johnson, Isla Fisher, Armie Hammer, Laura Linney, Andrea Riseborough, Michael Sheen, Karl Glusman, Ellie Bamber.
Box Office: $22 milioni
Consigli: La trasposizione dell'opera di Austin Wright non è certamente un film per tutte le occasioni, ma sicuramente un secondo appuntamento cinematografico riuscito per Tom Ford. Il quale riesce a sconvolgere lo spettatore con un'escalation di disarmante violenza che stempera con la freddezza di un'ambientazione contemporanea particolarmente asettica. Molto glamour e oscuro, peculiare nei suoi titoli di coda adamitici e ricolmo di ottime performance del cast (altrettanto glam), "Animali notturni" è, per il momento, uno dei film del 2016 che mi è rimasto più impresso. Sicuramente da vedere.
Parola chiave: Manoscritto.
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#HollywoodCiak
Bengi
giovedì 29 dicembre 2016
Film 1268 - Animali notturni
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Film 1267 - The Neon Demon
In concorso a Cannes 2016, una regia rinomata, una giovane protagonista che ancora non riesco ad inquadrare per un film che sembrava inquietantemente interessante.
Film 1267: "The Neon Demon" (2016) di Nicolas Winding Refn
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: C'è un po' di Lynch, un po' di glamour, un po' di critica e un po' di splatter, per un risultato finale che francamente disattende in pieno le aspettative. Lento per tutta la sua durata, pretenzioso in certi passaggi, carico di un'attesa interminabile e feroce in una conclusione insensata e finto-scandalosa, "The Neon Demon" sembra un film che non ha idea di cosa voglia essere, oscillando tra note thriller, sbandamenti del peggior horror casereccio e un curatissimo senso estetico che sfocia nel nulla assoluto.
Considerando che questo è il mio primo film di Nicolas Winding Refn e che ero veramente impaziente di vederlo, ammetto che la delusione non è stata poca. Nonostante l'iniziale torpore e sceso a patti con i tempi dilatati, mi ero incuriosito all'inizio, credendo che la vacuità rappresentata e criticata fosse lo strumento per ridicolizzare un mondo che, appunto, del nessun talento se non quello naturale fa il suo mantra. Ciò che Refn vuole mettere alla berlina è chiaro: basta essere belle - o meglio particolari - e giovani e il gioco è fatto: sfilare e vivere in un mondo di specchi che riflettono la propria stessa immagine in attesa del momento in cui l'età prenderà il sopravvento. Fino a quando quello stesso mondo che ti ha osannato non deciderà di lasciarti da parte.
Jessee (Elle Fanning) non avrà questa possibilità. Il suo personaggio, moderna rivisitazione della "più bella del reame", finisce letteralmente cannibalizzato da quegli stessi meccanismi che gli hanno permesso di emergere e risplendere sopra tutti gli altri. E anche se risulta evidente che la storia raccontata qui vuole togliere quel velo che coprirebbe lo spietato mondo della moda (ma è poi ancora da togliere?), rimane il fatto che la critica di Refn, in questa veste, risulta un po' ridicola, certamente non efficace. E per quanto mostruoso ed efferato possa essere l'atto finale, non si può che ridere di Gigi (Bella Heathcote) e del suo voltastomaco da senso di colpa, per non parlare di ciò che farà Sarah (Abbey Lee). La Moda che fagocita i suoi stessi idoli: non c'era bisogno di essere così didascalici.
Inoltre, e qui chiudo, mi trovo sempre in difficoltà di fronte a storie che presentano la sensazionale caratteristica di qualcuno. E' evidente che parte del gioco sia anche accettare, da parte del pubblico, l'applicazione assolutistica ad un concetto soggettivo quando la storia lo richiede. Per cui il o la più belli, forti, eleganti, affascinanti, ecc lo sono sullo schermo nel momento in cui lo spettatore sospende il giudizio personale e decide di procedere con il racconto senza questionare. Nel caso specifico, non voglio certo mettere in dubbio la bellezza della Fanning, ma personalmente fatico ad immaginarmela come una sorta di angelica e mistica condensazione di bellezza e destabilizzante femminilità: non è conturbante, non è magnetica. E' una bella ragazza, una discreta attrice a cui, forse, non avrei affidato questo ruolo.
In definitiva, quindi, a parte una bella fotografia e un trucco miracoloso, oltre che una stupenda colonna sonora cui Sia ha regalato la stupenda "Waving Goodbye" per i titoli di coda - che meritava certamente una candidatura ai Golden Globes - questo "The Neon Demon" mi è sembrato un titolo debole, particolarmente vuoto, privo di originalità oltre la superficie e, tutto sommato, uno spreco di tempo.
Cast: Elle Fanning, Karl Glusman, Jena Malone, Bella Heathcote, Abbey Lee, Christina Hendricks, Keanu Reeves, Alessandro Nivola.
Box Office: $3.4 milioni
Consigli: Francamente una pellicola deludente, anche se esteticamente ineccepibile. Bellissimi campi lunghi, costumi e trucco curati, musiche davvero azzeccate, ma narrativamente è richiesto uno sforzo d'attesa che nel finale non assicura una soddisfazione rilevante. Ci sono scene discutibili (leggi necrofilia) e un colpo di scena finale che non manca di inquietare, ma in tutta onestà è un film ampiamente evitabile (oltre che superficialmente sconvolgente).
Parola chiave: Bellezza.
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Bengi
Film 1267: "The Neon Demon" (2016) di Nicolas Winding Refn
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: C'è un po' di Lynch, un po' di glamour, un po' di critica e un po' di splatter, per un risultato finale che francamente disattende in pieno le aspettative. Lento per tutta la sua durata, pretenzioso in certi passaggi, carico di un'attesa interminabile e feroce in una conclusione insensata e finto-scandalosa, "The Neon Demon" sembra un film che non ha idea di cosa voglia essere, oscillando tra note thriller, sbandamenti del peggior horror casereccio e un curatissimo senso estetico che sfocia nel nulla assoluto.
Considerando che questo è il mio primo film di Nicolas Winding Refn e che ero veramente impaziente di vederlo, ammetto che la delusione non è stata poca. Nonostante l'iniziale torpore e sceso a patti con i tempi dilatati, mi ero incuriosito all'inizio, credendo che la vacuità rappresentata e criticata fosse lo strumento per ridicolizzare un mondo che, appunto, del nessun talento se non quello naturale fa il suo mantra. Ciò che Refn vuole mettere alla berlina è chiaro: basta essere belle - o meglio particolari - e giovani e il gioco è fatto: sfilare e vivere in un mondo di specchi che riflettono la propria stessa immagine in attesa del momento in cui l'età prenderà il sopravvento. Fino a quando quello stesso mondo che ti ha osannato non deciderà di lasciarti da parte.
Jessee (Elle Fanning) non avrà questa possibilità. Il suo personaggio, moderna rivisitazione della "più bella del reame", finisce letteralmente cannibalizzato da quegli stessi meccanismi che gli hanno permesso di emergere e risplendere sopra tutti gli altri. E anche se risulta evidente che la storia raccontata qui vuole togliere quel velo che coprirebbe lo spietato mondo della moda (ma è poi ancora da togliere?), rimane il fatto che la critica di Refn, in questa veste, risulta un po' ridicola, certamente non efficace. E per quanto mostruoso ed efferato possa essere l'atto finale, non si può che ridere di Gigi (Bella Heathcote) e del suo voltastomaco da senso di colpa, per non parlare di ciò che farà Sarah (Abbey Lee). La Moda che fagocita i suoi stessi idoli: non c'era bisogno di essere così didascalici.
Inoltre, e qui chiudo, mi trovo sempre in difficoltà di fronte a storie che presentano la sensazionale caratteristica di qualcuno. E' evidente che parte del gioco sia anche accettare, da parte del pubblico, l'applicazione assolutistica ad un concetto soggettivo quando la storia lo richiede. Per cui il o la più belli, forti, eleganti, affascinanti, ecc lo sono sullo schermo nel momento in cui lo spettatore sospende il giudizio personale e decide di procedere con il racconto senza questionare. Nel caso specifico, non voglio certo mettere in dubbio la bellezza della Fanning, ma personalmente fatico ad immaginarmela come una sorta di angelica e mistica condensazione di bellezza e destabilizzante femminilità: non è conturbante, non è magnetica. E' una bella ragazza, una discreta attrice a cui, forse, non avrei affidato questo ruolo.
In definitiva, quindi, a parte una bella fotografia e un trucco miracoloso, oltre che una stupenda colonna sonora cui Sia ha regalato la stupenda "Waving Goodbye" per i titoli di coda - che meritava certamente una candidatura ai Golden Globes - questo "The Neon Demon" mi è sembrato un titolo debole, particolarmente vuoto, privo di originalità oltre la superficie e, tutto sommato, uno spreco di tempo.
Cast: Elle Fanning, Karl Glusman, Jena Malone, Bella Heathcote, Abbey Lee, Christina Hendricks, Keanu Reeves, Alessandro Nivola.
Box Office: $3.4 milioni
Consigli: Francamente una pellicola deludente, anche se esteticamente ineccepibile. Bellissimi campi lunghi, costumi e trucco curati, musiche davvero azzeccate, ma narrativamente è richiesto uno sforzo d'attesa che nel finale non assicura una soddisfazione rilevante. Ci sono scene discutibili (leggi necrofilia) e un colpo di scena finale che non manca di inquietare, ma in tutta onestà è un film ampiamente evitabile (oltre che superficialmente sconvolgente).
Parola chiave: Bellezza.
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martedì 27 dicembre 2016
Film 1266 - Animali fantastici e dove trovarli
Appuntamento cinematografico imperdibile con il ritorno in sala di una delle saghe che più preferisco in assoluto. Ergo, non era ammissibile perdersi questo film!
Film 1266: "Animali fantastici e dove trovarli" (2016) di David Yates
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Licia, Poe, Francy
Pensieri: Gli animali fantastici sono nella valigia di Newt Scamander, ma di fatto si trovano nella geniale fantasia di J.K. Rowling che, anche in questa occasione, riesce a portare a casa un risultato eccellente da una sua creatura cartacea.
Per quanto mi è dato capire, il libro da cui è tratto il primo spin-off potteriano non è un altro romanzo, quanto un testo concepito sottoforma di manuale scolastico scritto in prima persona dallo stesso Scamander, che annota le descrizioni di 75 creature magiche, sorta di glossario per lo studio della Magizoologia (Cura delle Creature Magiche) adottato dalla scuola di Hogwarts. Non avendo letto il libro fatico leggermente a capire se parte delle avventure narrate nel film siano effettivamente riportate anche nel libro o se qui si parla semplicemente del suo protagonista e di alcune delle creature con cui ha avuto a che fare, in ogni caso per quanto riguarda l'adattamento cinematografico siamo di fronte ad un prodotto concepito esattamente come i precedenti della saga.
La prima cosa che colpisce di "Fantastic Beasts and Where to Find Them" è certamente il chiaro rimando alle atmosfere e ai toni classici della cinematografia legata ad Harry Potter, pur distanziandosi in maniera abbastanza radicale. Al di là del cambio totale di ambientazione - America anni '20 vs. Regno Unito contemporaneo -, l'approccio fiabesco cui ci eravamo abituati con i primi film su Potter qui sono a malapena accennati e di fatto per tutta la pellicola regna silente una certa inquietudine che esploderà nel finale. Le stramberie di Scamander - perfettamente incarnate da Eddie Redmayne - sono solo il diversivo per ragazzini rispetto a una storia che di base è dark fin dal suo inizio e, viste le carte messe in tavola con questo primo capitolo, mi pare facciano pensare ad una saga più adulta.
Dal punto di vista della trama - la prima sceneggiatura scritta dalla Rowling stessa -, bisogna ammettere che qualche imperfezione ci sia. L'operazione nel suo insieme affascina e porta a casa un buon risultato, ma ogni tanto capita di chiedersi se non si stia mettendo troppa carne al fuoco, col risultato di rendere a tratti disconnessa la trama del film. C'è talmente tanto e talvolta si ha l'impressione di una certa mancanza di legami tra i vari avvenimenti. Perché Newt deve cercare gli animali, nascondere il suo segreto, evitare di farsi arrestare, portare in salvo una creatura speciale; Tina vuole ristabilire il suo status di Auror e fermare Newt per consegnarlo alla giustizia; Graves ha tanti di quei segreti che non inizio nemmeno ad elencarli e Credence porta da solo quello più oscuro di tutti; e lo spettatore si ritrova talvolta ad "interpretare" il Jacob Kowalski della situazione, spiazzato da tante magiche novità e alla ricerca di un senso da dare a tutti i nuovi elementi. Che in generale quadrano, ma dal punto di vista narrativo hanno legami talvolta deboli (nella pellicola certamente parte di questo aspetto è amplificato dal grande numero di personaggi ed avvenimenti che forzano il montaggio a tagliare costantemente il racconto).
In generale, comunque, "Animali fantastici e dove trovarli" mi è sembrata la giusta inaugurazione di una nuova saga che vuole evidentemente ripercorrere i fasti delle precedenti produzioni e prova, riuscendoci, a distanziarsi dalle stesse. La sensazione è quella di essere tornati "a casa", pur essendo evidente che qui niente c'entrano Harry Potter e i suoi anni passati a sconfiggere Voldemort. Con un nuovo cattivo per le mani, un personaggio principale particolarmente eccentrico e un gruppo di attori protagonisti semisconosciuti ed azzeccati, oltre che effetti speciali e fotografia da urlo, il risultato finale è un buon film e un ottimo primo capitolo, oltre che una piacevole scusa per i fan del mondo magico per tornare al cinema a 5 anni da "I Doni della Morte - Parte 2" e ricominciare a sognare.
Ps. Snobbato ai Golden Globes 2017 - come del resto tutte le altre pellicole tratte dai romanzi della Rowling -, staremo a vedere quante nomination tecniche ed eventuali premi il film riuscirà a portarsi a casa ai prossimi Oscar (e per Potter & co. sarebbe la prima vittoria).
Pps. Curiosamente è la seconda volta che Colin Farrel e Johnny Depp si danno il cambio per lo stesso personaggio: era già accaduto in "Parnassus" quando, insieme a Jude Law, erano intervenuti a sostituire nelle riprese mancanti Heath Ledger, morto prima di completare il film di Gilliam.
Ppps. Diversamente da quanto raccontato in Harry Potter, qui materializzarsi sembra un gioco da ragazzi per il quale non è necessario nemmeno un minimo allenamento: non ha effetti di alcun tipo su chi lo pratico. Tra tutti gli elementi e gli snodi narrativi che la Rowling riesce a far funzionare perfino a posteriori, mi pare che in questo caso si sia tradita.
Film 1266 - Animali fantastici e dove trovarli
Film 1412 - Fantastic Beasts and Where to Find Them
Film 1583 - Fantastic Beasts and Where to Find Them
Film 1682 - Fantastic Beasts and Where to Find Them
Film 1695 - Fantastic Beasts: The Crimes of Grindelwald
Film 1754 - Fantastic Beasts: The Crimes of Grindelwald
Film 2103 - Fantastic Beasts: The Secrets of Dumbledore
Cast: Eddie Redmayne, Katherine Waterston, Dan Fogler, Alison Sudol, Ezra Miller, Samantha Morton, Jon Voight, Carmen Ejogo, Ron Perlman, Colin Farrell, Johnny Depp, Zoë Kravitz.
Box Office: $744.6 milioni
Consigli: Nonostante l'anima blockbuster e il trascinamento peculiare di ogni spin-off, non sono certo che "Animali Fantastici" sia un prodotto veramente per tutti. Funziona anche se non si sa niente di Harry Potter, quello sì, ma in generale la lentezza di base della trama, l'ambientazione cupa e una certa leggerezza nelle connessioni narrative non lo rendono a mio avviso un perfetto candidato al classico esempio di film per ogni pubblico. Chi ama e ha amato la Rowling dovrebbe nuovamente trovarsi soddisfatto e chi fosse alla ricerca di un prodotto commerciale dall'ambientazione inusuale e i toni spesso simpatici-a volte divertenti-spesso seri dovrebbe gradire, ma forse non proprio chiunque troverà interessante questa pellicola. Anche se, a mio avviso, risulta comunque un buon esempio di intrattenimento contemporaneo, garbato, ben recitato, esteticamente accattivante e certamente ricolmo di spettacolarità.
Parola chiave: Obscurus.
Se ti interessa/ti è piaciuto
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1266: "Animali fantastici e dove trovarli" (2016) di David Yates
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Licia, Poe, Francy
Pensieri: Gli animali fantastici sono nella valigia di Newt Scamander, ma di fatto si trovano nella geniale fantasia di J.K. Rowling che, anche in questa occasione, riesce a portare a casa un risultato eccellente da una sua creatura cartacea.
Per quanto mi è dato capire, il libro da cui è tratto il primo spin-off potteriano non è un altro romanzo, quanto un testo concepito sottoforma di manuale scolastico scritto in prima persona dallo stesso Scamander, che annota le descrizioni di 75 creature magiche, sorta di glossario per lo studio della Magizoologia (Cura delle Creature Magiche) adottato dalla scuola di Hogwarts. Non avendo letto il libro fatico leggermente a capire se parte delle avventure narrate nel film siano effettivamente riportate anche nel libro o se qui si parla semplicemente del suo protagonista e di alcune delle creature con cui ha avuto a che fare, in ogni caso per quanto riguarda l'adattamento cinematografico siamo di fronte ad un prodotto concepito esattamente come i precedenti della saga.
La prima cosa che colpisce di "Fantastic Beasts and Where to Find Them" è certamente il chiaro rimando alle atmosfere e ai toni classici della cinematografia legata ad Harry Potter, pur distanziandosi in maniera abbastanza radicale. Al di là del cambio totale di ambientazione - America anni '20 vs. Regno Unito contemporaneo -, l'approccio fiabesco cui ci eravamo abituati con i primi film su Potter qui sono a malapena accennati e di fatto per tutta la pellicola regna silente una certa inquietudine che esploderà nel finale. Le stramberie di Scamander - perfettamente incarnate da Eddie Redmayne - sono solo il diversivo per ragazzini rispetto a una storia che di base è dark fin dal suo inizio e, viste le carte messe in tavola con questo primo capitolo, mi pare facciano pensare ad una saga più adulta.
Dal punto di vista della trama - la prima sceneggiatura scritta dalla Rowling stessa -, bisogna ammettere che qualche imperfezione ci sia. L'operazione nel suo insieme affascina e porta a casa un buon risultato, ma ogni tanto capita di chiedersi se non si stia mettendo troppa carne al fuoco, col risultato di rendere a tratti disconnessa la trama del film. C'è talmente tanto e talvolta si ha l'impressione di una certa mancanza di legami tra i vari avvenimenti. Perché Newt deve cercare gli animali, nascondere il suo segreto, evitare di farsi arrestare, portare in salvo una creatura speciale; Tina vuole ristabilire il suo status di Auror e fermare Newt per consegnarlo alla giustizia; Graves ha tanti di quei segreti che non inizio nemmeno ad elencarli e Credence porta da solo quello più oscuro di tutti; e lo spettatore si ritrova talvolta ad "interpretare" il Jacob Kowalski della situazione, spiazzato da tante magiche novità e alla ricerca di un senso da dare a tutti i nuovi elementi. Che in generale quadrano, ma dal punto di vista narrativo hanno legami talvolta deboli (nella pellicola certamente parte di questo aspetto è amplificato dal grande numero di personaggi ed avvenimenti che forzano il montaggio a tagliare costantemente il racconto).
In generale, comunque, "Animali fantastici e dove trovarli" mi è sembrata la giusta inaugurazione di una nuova saga che vuole evidentemente ripercorrere i fasti delle precedenti produzioni e prova, riuscendoci, a distanziarsi dalle stesse. La sensazione è quella di essere tornati "a casa", pur essendo evidente che qui niente c'entrano Harry Potter e i suoi anni passati a sconfiggere Voldemort. Con un nuovo cattivo per le mani, un personaggio principale particolarmente eccentrico e un gruppo di attori protagonisti semisconosciuti ed azzeccati, oltre che effetti speciali e fotografia da urlo, il risultato finale è un buon film e un ottimo primo capitolo, oltre che una piacevole scusa per i fan del mondo magico per tornare al cinema a 5 anni da "I Doni della Morte - Parte 2" e ricominciare a sognare.
Ps. Snobbato ai Golden Globes 2017 - come del resto tutte le altre pellicole tratte dai romanzi della Rowling -, staremo a vedere quante nomination tecniche ed eventuali premi il film riuscirà a portarsi a casa ai prossimi Oscar (e per Potter & co. sarebbe la prima vittoria).
Pps. Curiosamente è la seconda volta che Colin Farrel e Johnny Depp si danno il cambio per lo stesso personaggio: era già accaduto in "Parnassus" quando, insieme a Jude Law, erano intervenuti a sostituire nelle riprese mancanti Heath Ledger, morto prima di completare il film di Gilliam.
Ppps. Diversamente da quanto raccontato in Harry Potter, qui materializzarsi sembra un gioco da ragazzi per il quale non è necessario nemmeno un minimo allenamento: non ha effetti di alcun tipo su chi lo pratico. Tra tutti gli elementi e gli snodi narrativi che la Rowling riesce a far funzionare perfino a posteriori, mi pare che in questo caso si sia tradita.
Film 1266 - Animali fantastici e dove trovarli
Film 1412 - Fantastic Beasts and Where to Find Them
Film 1583 - Fantastic Beasts and Where to Find Them
Film 1682 - Fantastic Beasts and Where to Find Them
Film 1695 - Fantastic Beasts: The Crimes of Grindelwald
Film 1754 - Fantastic Beasts: The Crimes of Grindelwald
Film 2103 - Fantastic Beasts: The Secrets of Dumbledore
Cast: Eddie Redmayne, Katherine Waterston, Dan Fogler, Alison Sudol, Ezra Miller, Samantha Morton, Jon Voight, Carmen Ejogo, Ron Perlman, Colin Farrell, Johnny Depp, Zoë Kravitz.
Box Office: $744.6 milioni
Consigli: Nonostante l'anima blockbuster e il trascinamento peculiare di ogni spin-off, non sono certo che "Animali Fantastici" sia un prodotto veramente per tutti. Funziona anche se non si sa niente di Harry Potter, quello sì, ma in generale la lentezza di base della trama, l'ambientazione cupa e una certa leggerezza nelle connessioni narrative non lo rendono a mio avviso un perfetto candidato al classico esempio di film per ogni pubblico. Chi ama e ha amato la Rowling dovrebbe nuovamente trovarsi soddisfatto e chi fosse alla ricerca di un prodotto commerciale dall'ambientazione inusuale e i toni spesso simpatici-a volte divertenti-spesso seri dovrebbe gradire, ma forse non proprio chiunque troverà interessante questa pellicola. Anche se, a mio avviso, risulta comunque un buon esempio di intrattenimento contemporaneo, garbato, ben recitato, esteticamente accattivante e certamente ricolmo di spettacolarità.
Parola chiave: Obscurus.
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Film 1265 - I predatori dell'arca perduta
Erano anni ormai che volevo rivedere tutta la saga. Volevo anche comprarne i dvd, ma non so perché non ho mai concretizzato il mio intento. Così quando Netflix ne ha messo a disposizione ogni capitolo, non ho perso tempo e ho cominciato a recuperarne uno alla volta.
Film 1265: "I predatori dell'arca perduta" (1981) di Steven Spielberg
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: A qualche minuto dall'inizio della pellicola mi sono accorto che il film, oltre ad essere stato esteticamente restaurato (con immagini di fatto paragonabili a quelle di un titolo appena uscito in sala) era anche stato ridoppiato. Il che non solo è fastidioso di per sé, ma lo è ancor di più perché la nuova voce scelta è quella di Pino Insegno. Tremenda, tremenda scelta, a maggior ragione se si pensa che le altre pellicole su Jones non hanno subito lo stesso trattamento, per fortuna. Dunque l'unica via praticabile era l'ascolto in originale.
Al di là di questo piccolo inconveniente - che di fatto mi ha portato a scoprire in chiave del tutto nuova una pellicola che conoscevo sotto un "aspetto" diverso -, ho goduto nuovamente del primo, magnifico film su Indiana Jones gustandomi ogni singola scena. Anche perché la maggior parte non me le ricordavo e mi ha fatto alquanto piacere accorgermi che nonostante i suoi 35 anni di età, "I predatori dell'arca perduta" è un evergreen capace di intrattenere e appassionare lo spettatore oggi come un tempo. Inutile dire quanto mi sia sentito nuovamente bambino a rivivere questa storia, ancor di più perché, tra i vari miti personali che accompagnano la saga, sicuramente la morte finale dei nazisti sta al secondo posto delle scene più inquietanti che Spielberg e i grandiosi effetti speciali sono riusciti a confezionare, meno spaventosa solo degli effetti "collaterali" del bere dal Santo Graal sbagliato...
"Raiders of the Lost Ark" è veramente un bel film, un grande primo capitolo di una serie di titoli quasi sempre all'altezza della fama globale che il personaggio creato da George Lucas è riuscito nel tempo a guadagnarsi. Se Indiana Jones è oggi ancora così conosciuto ed apprezzato è sicuramente per merito delle magnifiche ed audaci avventure create per i 4 film realizzati e, indubbiamente grazie al perfetto Harrison Ford, mitico eroe dalla doppia veste di rinomato studioso e sgangherato avventuriero, sempre in bilico tra uno sguardo sexy e un'espressione da schiaffi, la soluzione di un caso e un colpo di fortuna che salva tutta la situazione. Grazie alla sua capacità di rappresentare così efficacemente il protagonista, l'irriverenza sfacciata con cui ci si beffa di certi elementi "intoccabili", un ritmo capace di trasportare all'avventura e una colonna sonora che è leggenda, questo film (e il suo franchise) è riuscito nel tempo non solo a consolidarsi quale classico della cinematografia americana, ma certamente come uno dei titoli più iconici di sempre.
Ps. Vincitore di 4 premi Oscar (Scenografie, sonoro, montaggio ed effetti speciali) su un totale di 8 nomination tra cui Miglior film e regia. Inoltre la pellicola ha vinto un Oscar speciale per il montaggio sonoro.
Film 1265 - I predatori dell'arca perduta
Film 1271 - Indiana Jones e il tempio maledetto
Film 1281 - Indiana Jones e l'ultima crociata
Film 1288 - Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo
Film 2200 - Indiana Jones and the Dial of Destiny
Cast: Harrison Ford, Karen Allen, Paul Freeman, Ronald Lacey, John Rhys-Davies, Denholm Elliott, Alfred Molina.
Box Office: $389.9 milioni
Consigli: Bello, divertente e di grande intrattenimento, un vero e proprio classico del cinema moderno, "I predatori dell'arca perduta" è la scelta più ovvia per cominciare la riscoperta della quadrilogia su Indiana Jones (secondo nella mia personale classifica dei 4 titoli). Regia fantastica, colonna sonora cult, Harrison Ford perfetto e risultato finale che indimenticabile per un film che si può vedere e rivedere senza mai stancarsene. Davvero intramontabile Indi!
Parola chiave: Amuleto di Ra.
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Film 1265: "I predatori dell'arca perduta" (1981) di Steven Spielberg
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: A qualche minuto dall'inizio della pellicola mi sono accorto che il film, oltre ad essere stato esteticamente restaurato (con immagini di fatto paragonabili a quelle di un titolo appena uscito in sala) era anche stato ridoppiato. Il che non solo è fastidioso di per sé, ma lo è ancor di più perché la nuova voce scelta è quella di Pino Insegno. Tremenda, tremenda scelta, a maggior ragione se si pensa che le altre pellicole su Jones non hanno subito lo stesso trattamento, per fortuna. Dunque l'unica via praticabile era l'ascolto in originale.
Al di là di questo piccolo inconveniente - che di fatto mi ha portato a scoprire in chiave del tutto nuova una pellicola che conoscevo sotto un "aspetto" diverso -, ho goduto nuovamente del primo, magnifico film su Indiana Jones gustandomi ogni singola scena. Anche perché la maggior parte non me le ricordavo e mi ha fatto alquanto piacere accorgermi che nonostante i suoi 35 anni di età, "I predatori dell'arca perduta" è un evergreen capace di intrattenere e appassionare lo spettatore oggi come un tempo. Inutile dire quanto mi sia sentito nuovamente bambino a rivivere questa storia, ancor di più perché, tra i vari miti personali che accompagnano la saga, sicuramente la morte finale dei nazisti sta al secondo posto delle scene più inquietanti che Spielberg e i grandiosi effetti speciali sono riusciti a confezionare, meno spaventosa solo degli effetti "collaterali" del bere dal Santo Graal sbagliato...
"Raiders of the Lost Ark" è veramente un bel film, un grande primo capitolo di una serie di titoli quasi sempre all'altezza della fama globale che il personaggio creato da George Lucas è riuscito nel tempo a guadagnarsi. Se Indiana Jones è oggi ancora così conosciuto ed apprezzato è sicuramente per merito delle magnifiche ed audaci avventure create per i 4 film realizzati e, indubbiamente grazie al perfetto Harrison Ford, mitico eroe dalla doppia veste di rinomato studioso e sgangherato avventuriero, sempre in bilico tra uno sguardo sexy e un'espressione da schiaffi, la soluzione di un caso e un colpo di fortuna che salva tutta la situazione. Grazie alla sua capacità di rappresentare così efficacemente il protagonista, l'irriverenza sfacciata con cui ci si beffa di certi elementi "intoccabili", un ritmo capace di trasportare all'avventura e una colonna sonora che è leggenda, questo film (e il suo franchise) è riuscito nel tempo non solo a consolidarsi quale classico della cinematografia americana, ma certamente come uno dei titoli più iconici di sempre.
Ps. Vincitore di 4 premi Oscar (Scenografie, sonoro, montaggio ed effetti speciali) su un totale di 8 nomination tra cui Miglior film e regia. Inoltre la pellicola ha vinto un Oscar speciale per il montaggio sonoro.
Film 1265 - I predatori dell'arca perduta
Film 1271 - Indiana Jones e il tempio maledetto
Film 1281 - Indiana Jones e l'ultima crociata
Film 1288 - Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo
Film 2200 - Indiana Jones and the Dial of Destiny
Cast: Harrison Ford, Karen Allen, Paul Freeman, Ronald Lacey, John Rhys-Davies, Denholm Elliott, Alfred Molina.
Box Office: $389.9 milioni
Consigli: Bello, divertente e di grande intrattenimento, un vero e proprio classico del cinema moderno, "I predatori dell'arca perduta" è la scelta più ovvia per cominciare la riscoperta della quadrilogia su Indiana Jones (secondo nella mia personale classifica dei 4 titoli). Regia fantastica, colonna sonora cult, Harrison Ford perfetto e risultato finale che indimenticabile per un film che si può vedere e rivedere senza mai stancarsene. Davvero intramontabile Indi!
Parola chiave: Amuleto di Ra.
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venerdì 23 dicembre 2016
Film 1264 - Trolls
Pomeriggio di cartoni al cinema parte seconda: l'appuntamento gaio.
Film 1264: "Trolls" (2016) di Walt Dohrn, Mike Mitchell
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: In tutta onestà ero un po' dubbioso riguardo a questo film, più che altro perchè mi chiedevo cosa ci si potesse inventare per portare al cinema i trolls dai morbidi capelli colorati, cosa potesse mai avere da dire una loro storia. Un po', ammetto, mi sono ricreduto. Sì, non stiamo parlando di niente di indimenticabile, eppure la felicità contagiosa, il mix frenetico di colori e trovate "coccolose" e lo spirito musical salvano un'operazione del tutto commerciale riuscendo a veicolarne anche un'immagine meno meramente legata all'incasso finale.
Forse il punto debole di tutto - o almeno dal mio punto di vista è così - è che "Trolls" presenta una storia maledettamente simile a quella dei Puffi, semplicemente rivisitata: ci sono tanti piccoli troll che vivono in un villaggio in mezzo al bosco e ognuno di loro ha una caratteristica peculiare che ne determina la personalità. C'è un capo, anziano e saggio, c'è la protagonista femminile che si distingue, c'è il cattivo che, guarda caso, si vuole mangiare i piccoli esserini colorati ed ha come unico scopo nella vita quello di cucinarli. Insomma, le somiglianze non mancano.
Di certo una delle differenze più eclatanti sta nella chiave musical di tutta questa operazione, chiaramente lanciata anche alla ricerca di un riscontro commerciale nelle vendite della colonna sonora, di fatto l'ambito dove più facilmente questa pellicola sta riscuotendo consensi e del cui merito è principale artefice quella "Can't Stop the Feeling!" con cui Justin Timberlake ci ha già ampiamente fracassato durante l'estate. Alla canzone e alla soundtrack (#3 in America) il merito di trascinare una storia altrimenti troppo stiracchiata per risultare anche solo vagamente innovativa.
Sicuramente dal punto di vista della ricerca estetica la produzione ha fatto un lavoro particolarmente riuscito, in grado di consegnare una pellicola che è anche una colorata avventura a ritmo di irresistibili pezzi musicali - anche i nostri in italiano non sono male -, evitando di creare ex novo motivetti e andando ad affidarsi a titoli già consolidati di sicuro più adatti a coinvolgere gli spettatori, soprattutto quelli che magari hanno più di 5 anni. Quindi da questo punto di vista "Trolls" si rivela una scommessa vinta. Se, invece, si guarda un po' più attentamente al piano dei contenuti, lo scenario è, come si diceva, un filo più desolante. Trama già sentita, somiglianze e un inevitabile lietofine fanno sì che sia questo a tutti gli effetti l'anello debole di tutta l'operazione e non bastano tutti i colori e le gag di questo mondo per nascondere l'evidenza.
In ogni caso, guardando all'insieme, il risultato finale è sufficiente a consegnare un'ora e mezza di disimpegno totale capace di lasciare con il sorriso sulle labbra, ma non chiedete a questo film di andare oltre, perché "Trolls" è tutta superficie ed aspetto esteriore.
Ps. "Can't Stop the Feeling!" di Timberlake è candidata come Miglior canzone tratta da un film sia ai Golden Globes che ai Grammy 2017.
Cast: Anna Kendrick, Justin Timberlake, Zooey Deschanel, Russell Brand, James Corden, Christopher Mintz-Plasse, Gwen Stefani, Christine Baranski, John Cleese, Jeffrey Tambor, Kunal Nayyar, Quvenzhané Wallis.
Box Office: $324.1 milioni
Consigli: Carino, tutto sommato piacevole anche se non particolarmente originale, "Trolls" è un titolo per tutta la famiglia, un mix di musical e cartoon che si esprime attraverso una serie di trovate divertenti e godibili senza andare troppo a scomodare idee innovative. Si resta sulla superficie e si fa affidamento sull'effetto spettacolare che i numeri musicali, le tonalità multicolor e l'enorme quantità sbrilluccichio che tutti questi elementi assieme riescono a conferire. Se vi basta per una serata, siete accontentati: "Just dance, dance, dance...!"
Parola chiave: Glitter.
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Film 1264: "Trolls" (2016) di Walt Dohrn, Mike Mitchell
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: In tutta onestà ero un po' dubbioso riguardo a questo film, più che altro perchè mi chiedevo cosa ci si potesse inventare per portare al cinema i trolls dai morbidi capelli colorati, cosa potesse mai avere da dire una loro storia. Un po', ammetto, mi sono ricreduto. Sì, non stiamo parlando di niente di indimenticabile, eppure la felicità contagiosa, il mix frenetico di colori e trovate "coccolose" e lo spirito musical salvano un'operazione del tutto commerciale riuscendo a veicolarne anche un'immagine meno meramente legata all'incasso finale.
Forse il punto debole di tutto - o almeno dal mio punto di vista è così - è che "Trolls" presenta una storia maledettamente simile a quella dei Puffi, semplicemente rivisitata: ci sono tanti piccoli troll che vivono in un villaggio in mezzo al bosco e ognuno di loro ha una caratteristica peculiare che ne determina la personalità. C'è un capo, anziano e saggio, c'è la protagonista femminile che si distingue, c'è il cattivo che, guarda caso, si vuole mangiare i piccoli esserini colorati ed ha come unico scopo nella vita quello di cucinarli. Insomma, le somiglianze non mancano.
Di certo una delle differenze più eclatanti sta nella chiave musical di tutta questa operazione, chiaramente lanciata anche alla ricerca di un riscontro commerciale nelle vendite della colonna sonora, di fatto l'ambito dove più facilmente questa pellicola sta riscuotendo consensi e del cui merito è principale artefice quella "Can't Stop the Feeling!" con cui Justin Timberlake ci ha già ampiamente fracassato durante l'estate. Alla canzone e alla soundtrack (#3 in America) il merito di trascinare una storia altrimenti troppo stiracchiata per risultare anche solo vagamente innovativa.
Sicuramente dal punto di vista della ricerca estetica la produzione ha fatto un lavoro particolarmente riuscito, in grado di consegnare una pellicola che è anche una colorata avventura a ritmo di irresistibili pezzi musicali - anche i nostri in italiano non sono male -, evitando di creare ex novo motivetti e andando ad affidarsi a titoli già consolidati di sicuro più adatti a coinvolgere gli spettatori, soprattutto quelli che magari hanno più di 5 anni. Quindi da questo punto di vista "Trolls" si rivela una scommessa vinta. Se, invece, si guarda un po' più attentamente al piano dei contenuti, lo scenario è, come si diceva, un filo più desolante. Trama già sentita, somiglianze e un inevitabile lietofine fanno sì che sia questo a tutti gli effetti l'anello debole di tutta l'operazione e non bastano tutti i colori e le gag di questo mondo per nascondere l'evidenza.
In ogni caso, guardando all'insieme, il risultato finale è sufficiente a consegnare un'ora e mezza di disimpegno totale capace di lasciare con il sorriso sulle labbra, ma non chiedete a questo film di andare oltre, perché "Trolls" è tutta superficie ed aspetto esteriore.
Ps. "Can't Stop the Feeling!" di Timberlake è candidata come Miglior canzone tratta da un film sia ai Golden Globes che ai Grammy 2017.
Cast: Anna Kendrick, Justin Timberlake, Zooey Deschanel, Russell Brand, James Corden, Christopher Mintz-Plasse, Gwen Stefani, Christine Baranski, John Cleese, Jeffrey Tambor, Kunal Nayyar, Quvenzhané Wallis.
Box Office: $324.1 milioni
Consigli: Carino, tutto sommato piacevole anche se non particolarmente originale, "Trolls" è un titolo per tutta la famiglia, un mix di musical e cartoon che si esprime attraverso una serie di trovate divertenti e godibili senza andare troppo a scomodare idee innovative. Si resta sulla superficie e si fa affidamento sull'effetto spettacolare che i numeri musicali, le tonalità multicolor e l'enorme quantità sbrilluccichio che tutti questi elementi assieme riescono a conferire. Se vi basta per una serata, siete accontentati: "Just dance, dance, dance...!"
Parola chiave: Glitter.
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Film 1263 - Kubo e la spada magica
Giornata di cartoni animati al cinema, in attesa che Poe finisse il suo turno domenicale a lavoro.
Film 1263: "Kubo e la spada magica" (2016) di Travis Knight
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Kubo è stato una bella sorpresa, una delicata e magica pellicola da cui non mi aspettavo un racconto e una realizzazione così carichi di fantasia e poesia. Insomma, una bella sorpresa!
Realizzato in stop-motion, questo film d'animazione riesce a catturare sia l'interesse dello spettatore grazie ad una storia appassionante, sia ad affascinarlo con una ricerca estetica così spiccata e personale che è davvero difficile dimenticarsi del piccolo Kubo e del suo mondo fatto di musica, misticismi orientali e origami. Ancora di più perché si è introdotti alla storia delicatamente, senza fretta, prendendosi il tempo di introdurre ogni personaggio con la dovuta caratterizzazione e procedendo nella narrazione senza affrettare le cose. Forse anche questo aspetto contribuisce a costruire in maniera robusta "Kubo and the Two Strings", lasciandone un'idea di insieme compatta e solida, chiara e particolarmente semplice da richiamare alla memoria. Poi è vero che si tratta pur sempre di una favola, ma nemmeno le favole a volte riescono ad essere raccontate come si deve...
L'unico aspetto negativo di tutto, qui, è legato esclusivamente al discorso dell'incasso, con cifre da vero e proprio insuccesso commerciale se si pensa che per la sola produzione della pellicola si sono spesi 60 milioni di dollari. Ben spesi, visto il risultato, ma comunque particolarmente eclatanti se si pensa a quanto riescono oggi a guadagnare non solo in generale i film, ma proprio quelli d'animazione. Kubo, forse, ha sofferto la mancanza di una fiaba dai canoni convenzionali - mancano fatine e principi e al loro posto abbiamo un scimmia e un ragazzino di strada che accudisce una madre senza memoria -, le cui atmosfere non rispecchiano in alcun modo quelle più classiche - siamo nel Giappone antico - e, probabilmente, ha contato anche la mancanza di una casa di produzione con un nome solido, il tutto a determinare una mancanza di pubblico nonostante le ottime recensioni ricevute. E, francamente, un vero peccato.
"Kubo e la spada magica" è un bel film, un prodotto d'animazione di grande qualità, ricolmo di idee narrative ed estetiche che a volte sembrano meno per ragazzi e più "adulte" di quanto non ci si aspetterebbe da un racconto per tutta la famiglia - le zie malvagie sono particolarmente inquietanti -, eppure nell'insieme concorrono ad un risultato finale particolarmente ispirato e francamente difficile da dimenticare. Quasi un'esperienza, di suoi ed immagini.
Ps. Candidato ai Golden Globe per il Miglior film d'animazione (non vincerà, ma sicuramente se lo meriterebbe).
Cast: Charlize Theron, Art Parkinson, Ralph Fiennes, Rooney Mara, George Takei, Matthew McConaughey.
Box Office: $69.9 milioni
Consigli: Americani che portano sul grande schermo la storia di un ragazzino giapponese, delle tradizioni e usanze del suo paese, delle atmosfere che ne richiama quella terra: poteva essere un disastro e, invece, ha funzionato alla grande. Se amate i film d'animazione, le storie con qualcosa da raccontare, le avventure non convenzionali ricche di personalità ed effetti che sono speciali perché rendono speciale quello che mostrano, allora Kubo è un'esperienza che dovete regalarvi. Dovete guardarlo e ascoltarlo e lasciarvi trasportare dalla sua storia, senza distrarvi.
Parola chiave: Armatura.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1263: "Kubo e la spada magica" (2016) di Travis Knight
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Kubo è stato una bella sorpresa, una delicata e magica pellicola da cui non mi aspettavo un racconto e una realizzazione così carichi di fantasia e poesia. Insomma, una bella sorpresa!
Realizzato in stop-motion, questo film d'animazione riesce a catturare sia l'interesse dello spettatore grazie ad una storia appassionante, sia ad affascinarlo con una ricerca estetica così spiccata e personale che è davvero difficile dimenticarsi del piccolo Kubo e del suo mondo fatto di musica, misticismi orientali e origami. Ancora di più perché si è introdotti alla storia delicatamente, senza fretta, prendendosi il tempo di introdurre ogni personaggio con la dovuta caratterizzazione e procedendo nella narrazione senza affrettare le cose. Forse anche questo aspetto contribuisce a costruire in maniera robusta "Kubo and the Two Strings", lasciandone un'idea di insieme compatta e solida, chiara e particolarmente semplice da richiamare alla memoria. Poi è vero che si tratta pur sempre di una favola, ma nemmeno le favole a volte riescono ad essere raccontate come si deve...
L'unico aspetto negativo di tutto, qui, è legato esclusivamente al discorso dell'incasso, con cifre da vero e proprio insuccesso commerciale se si pensa che per la sola produzione della pellicola si sono spesi 60 milioni di dollari. Ben spesi, visto il risultato, ma comunque particolarmente eclatanti se si pensa a quanto riescono oggi a guadagnare non solo in generale i film, ma proprio quelli d'animazione. Kubo, forse, ha sofferto la mancanza di una fiaba dai canoni convenzionali - mancano fatine e principi e al loro posto abbiamo un scimmia e un ragazzino di strada che accudisce una madre senza memoria -, le cui atmosfere non rispecchiano in alcun modo quelle più classiche - siamo nel Giappone antico - e, probabilmente, ha contato anche la mancanza di una casa di produzione con un nome solido, il tutto a determinare una mancanza di pubblico nonostante le ottime recensioni ricevute. E, francamente, un vero peccato.
"Kubo e la spada magica" è un bel film, un prodotto d'animazione di grande qualità, ricolmo di idee narrative ed estetiche che a volte sembrano meno per ragazzi e più "adulte" di quanto non ci si aspetterebbe da un racconto per tutta la famiglia - le zie malvagie sono particolarmente inquietanti -, eppure nell'insieme concorrono ad un risultato finale particolarmente ispirato e francamente difficile da dimenticare. Quasi un'esperienza, di suoi ed immagini.
Ps. Candidato ai Golden Globe per il Miglior film d'animazione (non vincerà, ma sicuramente se lo meriterebbe).
Cast: Charlize Theron, Art Parkinson, Ralph Fiennes, Rooney Mara, George Takei, Matthew McConaughey.
Box Office: $69.9 milioni
Consigli: Americani che portano sul grande schermo la storia di un ragazzino giapponese, delle tradizioni e usanze del suo paese, delle atmosfere che ne richiama quella terra: poteva essere un disastro e, invece, ha funzionato alla grande. Se amate i film d'animazione, le storie con qualcosa da raccontare, le avventure non convenzionali ricche di personalità ed effetti che sono speciali perché rendono speciale quello che mostrano, allora Kubo è un'esperienza che dovete regalarvi. Dovete guardarlo e ascoltarlo e lasciarvi trasportare dalla sua storia, senza distrarvi.
Parola chiave: Armatura.
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lunedì 19 dicembre 2016
Film 1262 - Aladdin
Volevo rivederlo da tantissimo tempo in quanto è una delle pellicole d'animazione che preferisco in assoluto! Netflix, come al solito, ha ascoltato le mie preghiere...
Film 1262: "Aladdin" (1992) di Ron Clements, John Musker
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Capolavoro, c'è poco da fare.
Uno tra i miei film Disney preferiti (assieme a "La bella e la bestia" e "La sirenetta"), "Aladdin" è uno di quei cult intramontabili della cinematografia d'animazione, esempio di come una volta i cartoni animati lo fossero davvero e non facessero semplicemente affidamento alla computerizzazione a tutto spiano. Non che ci sia niente di male, ma è chiaro che lo sforzo umano che c'è dietro sia completamente differente (anche se va detto che già qui c'è qualche utilizzo della computer grafica).
Canzoni indimenticabili, una storia divertente e per tutti e, naturalmente, un genio della lampada che è un personaggio meraviglioso - magicamente doppiato sia in originale da Robin Williams che in italiano da Gigi Proietti - e forse la migliore spalla di tutte le pellicole made in Disney.
Insomma, mi ripeto (ma poi che lo dico a fare?): stupendo, bellissimo, capolavoro.
Cast: Scott Weinger, Robin Williams, Linda Larkin, Jonathan Freeman, Frank Welker, Gilbert Gottfried, Douglas Seale; (in italiano) Gigi Proietti.
Box Office: $504.1 milioni
Consigli: Essendo un classico intramontabile, capolavoro artistico, musical dalle canzone stupende (anche in italiano!) e bellissima pellicola cinematografica, credo si possa dire che è un film imperdibile, per tutte le occasioni e per tutti i pubblici. Non ci sono scuse per non averlo mai visto (nel caso, recuperate!).
Parola chiave: 3 desideri.
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Bengi
Film 1262: "Aladdin" (1992) di Ron Clements, John Musker
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Capolavoro, c'è poco da fare.
Uno tra i miei film Disney preferiti (assieme a "La bella e la bestia" e "La sirenetta"), "Aladdin" è uno di quei cult intramontabili della cinematografia d'animazione, esempio di come una volta i cartoni animati lo fossero davvero e non facessero semplicemente affidamento alla computerizzazione a tutto spiano. Non che ci sia niente di male, ma è chiaro che lo sforzo umano che c'è dietro sia completamente differente (anche se va detto che già qui c'è qualche utilizzo della computer grafica).
Canzoni indimenticabili, una storia divertente e per tutti e, naturalmente, un genio della lampada che è un personaggio meraviglioso - magicamente doppiato sia in originale da Robin Williams che in italiano da Gigi Proietti - e forse la migliore spalla di tutte le pellicole made in Disney.
Insomma, mi ripeto (ma poi che lo dico a fare?): stupendo, bellissimo, capolavoro.
Cast: Scott Weinger, Robin Williams, Linda Larkin, Jonathan Freeman, Frank Welker, Gilbert Gottfried, Douglas Seale; (in italiano) Gigi Proietti.
Box Office: $504.1 milioni
Consigli: Essendo un classico intramontabile, capolavoro artistico, musical dalle canzone stupende (anche in italiano!) e bellissima pellicola cinematografica, credo si possa dire che è un film imperdibile, per tutte le occasioni e per tutti i pubblici. Non ci sono scuse per non averlo mai visto (nel caso, recuperate!).
Parola chiave: 3 desideri.
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venerdì 16 dicembre 2016
Film 1261 - Masterminds - I geni della truffa
Cinemino offerto dalla 3 per una serata tutta pop corn e tranquillità.
Film 1261: "Masterminds - I geni della truffa" (2016) di Mike Flanagan
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Ci sono 3 delle 4 ultime acchiappafantasmi, il che rende questa pellicola quasi una reunion involontaria. Diversamente da "Ghostbusters", però, non abbiamo il paranormale, anzi pare sia perfino una storia vera. E se è così - bisogna capire in che misura, ovviamente - si tratta di una delle imprese più strampalate di sempre. Ovvero come effettuare una rapina e risultare i più inadatti per farlo.
Per quanto si tratti di una grandissima scemenza di film, ammetto candidamente che "Masterminds" mi ha fatto morire dalle risate. Inaspettatamente. Perché davvero tutto mi sarei aspettato tranne che potesse così tanto farmi divertire. Sarà la demenzialità o l'assurdità di certe situazioni, sarà che rimango affascinato dalla pubblicizzata realtà della faccenda, oppure ero ben disposto quella sera, di fatto ho riso di gusto e la cosa mi ha colpito.
La maggior parte del merito va a Galifianakis che ci mette anima, corpo e faccia. Il resto del cast va alla grande e anche se non sopporto Owen Wilson, devo dire che per in generale le scelte sono state ben fatte (Sudeikis come assassino a pagamento e la futura sposa Kate McKinnon che sembra Cicciolina regalano non poche soddisfazioni!).
Dunque per quanto soprattutto inizialmente la storia manchi un po' di ritmo, in generale il risultato finale mi ha soddisfatto e, col procedere della trama, le assurdità diventano così surreali e gli incidenti così tanti, che si finirà per essere davvero travolti da un racconto che ha dell'incredibile. E dalle risate.
Cast: Zach Galifianakis, Owen Wilson, Kristen Wiig, Kate McKinnon, Leslie Jones, Jason Sudeikis, Mary Elizabeth Ellis, Ken Marino.
Box Office: $23.5 milioni
Consigli: Come ogni volta che si parla troppo bene o troppo male di una cosa, si finisce per darne una visione distorna agli altri, così ora che ho detto che mi ha fatto davvero ridere, questo "Masterminds" finirà per non piacere. O comunque non convincere come ha convinto me. Le critiche sono state tremende, l'incasso in negativo e tutto sommato quando sono arrivato al cinema mi aspettavo un filmetto inutile, una commedia del tipo che non fa ridere. Probabilmente anche per questo sono rimasto così colpito da questa storia e dai suoi tratti comici tanto assurdi quanto improbabili. Probabilmente la demenzialità di "Masterminds" non colpirà granché gli altri, ma davvero a me ha stupito quanto mi ha fatto divertire.
Parola chiave: Loomis, Fargo & Co.
Trailer
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Bengi
Film 1261: "Masterminds - I geni della truffa" (2016) di Mike Flanagan
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Ci sono 3 delle 4 ultime acchiappafantasmi, il che rende questa pellicola quasi una reunion involontaria. Diversamente da "Ghostbusters", però, non abbiamo il paranormale, anzi pare sia perfino una storia vera. E se è così - bisogna capire in che misura, ovviamente - si tratta di una delle imprese più strampalate di sempre. Ovvero come effettuare una rapina e risultare i più inadatti per farlo.
Per quanto si tratti di una grandissima scemenza di film, ammetto candidamente che "Masterminds" mi ha fatto morire dalle risate. Inaspettatamente. Perché davvero tutto mi sarei aspettato tranne che potesse così tanto farmi divertire. Sarà la demenzialità o l'assurdità di certe situazioni, sarà che rimango affascinato dalla pubblicizzata realtà della faccenda, oppure ero ben disposto quella sera, di fatto ho riso di gusto e la cosa mi ha colpito.
La maggior parte del merito va a Galifianakis che ci mette anima, corpo e faccia. Il resto del cast va alla grande e anche se non sopporto Owen Wilson, devo dire che per in generale le scelte sono state ben fatte (Sudeikis come assassino a pagamento e la futura sposa Kate McKinnon che sembra Cicciolina regalano non poche soddisfazioni!).
Dunque per quanto soprattutto inizialmente la storia manchi un po' di ritmo, in generale il risultato finale mi ha soddisfatto e, col procedere della trama, le assurdità diventano così surreali e gli incidenti così tanti, che si finirà per essere davvero travolti da un racconto che ha dell'incredibile. E dalle risate.
Cast: Zach Galifianakis, Owen Wilson, Kristen Wiig, Kate McKinnon, Leslie Jones, Jason Sudeikis, Mary Elizabeth Ellis, Ken Marino.
Box Office: $23.5 milioni
Consigli: Come ogni volta che si parla troppo bene o troppo male di una cosa, si finisce per darne una visione distorna agli altri, così ora che ho detto che mi ha fatto davvero ridere, questo "Masterminds" finirà per non piacere. O comunque non convincere come ha convinto me. Le critiche sono state tremende, l'incasso in negativo e tutto sommato quando sono arrivato al cinema mi aspettavo un filmetto inutile, una commedia del tipo che non fa ridere. Probabilmente anche per questo sono rimasto così colpito da questa storia e dai suoi tratti comici tanto assurdi quanto improbabili. Probabilmente la demenzialità di "Masterminds" non colpirà granché gli altri, ma davvero a me ha stupito quanto mi ha fatto divertire.
Parola chiave: Loomis, Fargo & Co.
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giovedì 15 dicembre 2016
Film 1260 - Constantine
L'avevo visto al cinema quando uscì e poi basta. Così, quando Netflix l'ha arruolato tra i suoi contenuti, mi ha incuriosito rivederlo.
Film 1259: "Constantine" (2005) di Francis Lawrence
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Cast particolarmente ben assortito - e lungimirante, se si pensa che la maggior parte degli attori ora sono vere e proprie star -, storia curiosa e certamente esteticamente curata, risultato finale sufficientemente interessante da valere la visione. Forse il vero difetto di questa pellicola è che per quanto è costata (100 milioni di dollari!) non riesce comunque a non sembrare un film di serie B. Non so se sia la presenza di Reeves, il fatto che all'epoca il resto del cast era praticamente sconosciuto o ancora se non sia che il risultato finale mi ha ricordato più volte "Silent Hill", di fatto la sensazione che ho avuto è stata sempre quella della produzione che prova a sfondare con l'idea furbetta, più che con i numeri per farlo. Di fatto ce n'è un po' per tutti i gusti: Paradiso vs Inferno, Dio e Diavolo, arcangeli, lotta fra bene e male, esplosioni e sparatorie, esorcismi, demoni e possessioni, esoterismo, gemelli omozigoti, momenti horror... Insomma, più che una storia sembra un mix di elementi eterogenei tutti mescolati assieme a sputar fuori un racconto che spazia tra il religioso e il sacrilego, giocherellando con teologia e thriller, baggianate e alcune trovate (nel contesto) geniali. Dunque l'anima del "non mi prendo troppo sul serio", ma lo faccio seriamente.
Forse è addirittura questa sorta di dualismo interno che mi ha lasciato la sensazione di un blockbuster a metà, in ogni caso per il resto "Constantine" non è un titolo malvagio e certamente riesce nell'intento di intrattenere il suo pubblico con non pochi espedienti d'effetto, il cui più efficace è certamente la scelta di Tilda Swinton nei panni dell'Arcangelo Gabriele. In ogni caso sì, non si tratta di un capolavoro e certamente alcune cose potevano essere ripensate (forse un pizzico di ironia in più, giusto per far davvero pensare che non ci si prendesse troppo sul serio), ma il risultato finale non mi sembra pessimo, ovvero conforme al ricordo che nel tempo avevo conservato: un film carino e dimenticabile.
Cast: Keanu Reeves, Rachel Weisz, Shia LaBeouf, Tilda Swinton, Pruitt Taylor Vince, Djimon Hounsou, Peter Stormare.
Box Office: $230.9 milioni
Consigli: Tratto dal fumetto "Hellblazer", questo film gioca su atmosfere dark e tinte horror, chiama moltissimo in causa la religione e sfrutta il suo protagonista a volte immergendolo nuovamente in contesti "alla Matrix" che non sempre sono funzionali. In ogni caso, sapendo a cosa si va incontro, "Constantine" non è una scelta malvagia per una serata di disimpegno e riesce nell'intento di creare un piccolo universo i cui elementi sono a volte creativamente molto elaborati. Insomma, tutto sommato non è male.
Parola chiave: Cancro ai polmoni.
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Film 1259: "Constantine" (2005) di Francis Lawrence
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Cast particolarmente ben assortito - e lungimirante, se si pensa che la maggior parte degli attori ora sono vere e proprie star -, storia curiosa e certamente esteticamente curata, risultato finale sufficientemente interessante da valere la visione. Forse il vero difetto di questa pellicola è che per quanto è costata (100 milioni di dollari!) non riesce comunque a non sembrare un film di serie B. Non so se sia la presenza di Reeves, il fatto che all'epoca il resto del cast era praticamente sconosciuto o ancora se non sia che il risultato finale mi ha ricordato più volte "Silent Hill", di fatto la sensazione che ho avuto è stata sempre quella della produzione che prova a sfondare con l'idea furbetta, più che con i numeri per farlo. Di fatto ce n'è un po' per tutti i gusti: Paradiso vs Inferno, Dio e Diavolo, arcangeli, lotta fra bene e male, esplosioni e sparatorie, esorcismi, demoni e possessioni, esoterismo, gemelli omozigoti, momenti horror... Insomma, più che una storia sembra un mix di elementi eterogenei tutti mescolati assieme a sputar fuori un racconto che spazia tra il religioso e il sacrilego, giocherellando con teologia e thriller, baggianate e alcune trovate (nel contesto) geniali. Dunque l'anima del "non mi prendo troppo sul serio", ma lo faccio seriamente.
Forse è addirittura questa sorta di dualismo interno che mi ha lasciato la sensazione di un blockbuster a metà, in ogni caso per il resto "Constantine" non è un titolo malvagio e certamente riesce nell'intento di intrattenere il suo pubblico con non pochi espedienti d'effetto, il cui più efficace è certamente la scelta di Tilda Swinton nei panni dell'Arcangelo Gabriele. In ogni caso sì, non si tratta di un capolavoro e certamente alcune cose potevano essere ripensate (forse un pizzico di ironia in più, giusto per far davvero pensare che non ci si prendesse troppo sul serio), ma il risultato finale non mi sembra pessimo, ovvero conforme al ricordo che nel tempo avevo conservato: un film carino e dimenticabile.
Cast: Keanu Reeves, Rachel Weisz, Shia LaBeouf, Tilda Swinton, Pruitt Taylor Vince, Djimon Hounsou, Peter Stormare.
Box Office: $230.9 milioni
Consigli: Tratto dal fumetto "Hellblazer", questo film gioca su atmosfere dark e tinte horror, chiama moltissimo in causa la religione e sfrutta il suo protagonista a volte immergendolo nuovamente in contesti "alla Matrix" che non sempre sono funzionali. In ogni caso, sapendo a cosa si va incontro, "Constantine" non è una scelta malvagia per una serata di disimpegno e riesce nell'intento di creare un piccolo universo i cui elementi sono a volte creativamente molto elaborati. Insomma, tutto sommato non è male.
Parola chiave: Cancro ai polmoni.
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mercoledì 14 dicembre 2016
Screen Actors Guild Awards 2017: nomination e vincitori
Outstanding Performance by a Cast in a Motion Picture
Captain Fantastic
Fences
Hidden Figures
Manchester by the Sea
Moonlight
Outstanding Performance by a Male Actor in a Leading Role
Casey Affleck, Manchester by the Sea
Andrew Garfield, Hacksaw Ridge
Ryan Gosling, La La Land
Viggo Mortensen, Captain Fantastic
Denzel Washington, Fences
Outstanding Performance by a Female Actor in a Leading Role
Amy Adams, Arrival
Emily Blunt, The Girl on the Train
Natalie Portman, Jackie
Emma Stone, La La Land
Meryl Streep, Florence Foster Jenkins
Outstanding Performance by a Male Actor in a Supporting Role
Mahershala Ali, Moonlight
Jeff Bridges, Hell or High Water
Hugh Grant, Florence Foster Jenkins
Lucas Hedges, Manchester by the Sea
Dev Patel, Lion
Outstanding Performance by a Female Actor in a Supporting Role
Viola Davis, Fences
Naomie Harris, Moonlight
Nicole Kidman, Lion
Octavia Spencer, Hidden Figures
Michelle Williams, Manchester by the Sea
Outstanding Action Performance by a Stunt Ensemble
Captain America: Civil War
Doctor Strange
Hacksaw Ridge
Jason Bourne
Nocturnal Animals
Outstanding Performance by an Ensemble in a Drama Series
The Crown
Downton Abbey
Game of Thrones
Stranger Things
Westworld
Outstanding Performance by an Ensemble in a Comedy Series
The Big Bang Theory
Blackish
Modern Family
Orange is the New Black
Veep
Outstanding Performance by a Male Actor in a Drama Series
Sterling K. Brown, This Is Us
Peter Dinklage, Game of Thrones
John Lithgow, The Crown
Rami Malek, Mr. Robot
Kevin Spacey, House of Cards
Outstanding Performance by a Female Actor in a Drama Series
Millie Bobby Brown, Stranger Things
Claire Foy, The Crown
Thandie Newton, Westworld
Winona Ryder, Stranger Things
Robin Wright, House of Cards
Outstanding Performance by a Male Actor in a Comedy Series
Anthony Anderson, Blackish
Tituss Burgess, Unbreakable Kimmy Schmidt
Ty Burrell, Modern Family
William H. Macy, Shameless
Jeffrey Tambor, Transparent
Outstanding Performance by a Female Actor in a Comedy Series
Uzo Aduba, Orange is the New Black
Jane Fonda, Grace and Frankie
Ellie Kemper, Unbreakable Kimmy Schmidt
Julia Louis-Dreyfus, Veep
Lily Tomlin, Grace and Frankie
Outstanding Performance by a Male Actor in a TV Movie or Miniseries
Riz Ahmed, The Night Of
Sterling K. Brown, The People vs. O.J. Simpson: American Crime Story
Bryan Cranston, All the Way
John Turturro, The Night Of
Courtney B. Vance, The People vs. O.J. Simpson: American Crime Story
Outstanding Performance by a Female Actor in a TV Movie or Miniseries
Bryce Dallas Howard, Black Mirror
Felicity Huffman, American Crime
Audra McDonald, Lady Day at Emerson’s Bar and Grill
Sarah Paulson, The People vs. O.J. Simpson: American Crime Story
Kerry Washington, Confirmation
Outstanding Action Performance by a Stunt Ensemble
Game of Thrones
Daredevil
Luke Cage
The Walking Dead
Westworld
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martedì 13 dicembre 2016
Film 1259 - The Big Lebowski
Mai visto prima, sempre voluto vedere. Netflix mi legge dentro.
Film 1259: "The Big Lebowski" (1998) di Joel Coen
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Poe
Pensieri: Ho vissuto 29 anni senza conoscere the Dude e ora che lo conosco, ammetto che un po' mi sta simpatico. Eccentrico, scansafatiche, innamorato del bowling e della vita comoda, della marijuana e del white russian, the Dude non è Lebowski anche se tutti lo credono. Ed è da qui che i Coen partono per raccontare la loro folle e intrigata storia fatta di tappeti, riscatti e dita del piede mancanti.
Una giravolta di nonsense a volte disorientante, a volte spassosissimo, a volte un po' random, il tutto per un mix nel puro stile dei registi che riescono a non tradire se stessi consegnando un post "Fargo" altrettanto degno di lasciare il segno. Non a caso ancora oggi questo film mantiene lo stato di cult. Da questo punto di vista, molto del merito va anche al grande cast, Jeff Bridges in testa, che riesce a rappresentare il pazzo mondo di questo film in maniera strambamente convince ed efficace, rendendo molti di questi personaggi davvero difficili da dimenticare. Poi è chiaro che the Dude è the Dude, o si ama o si odia, e se lo si ama qui sarà un vero e proprio colpo di fulmine!
Dunque questo primo incontro con "The Big Lebowski" è stata una bella stretta di mano, una conoscenza che pensavo difficile e forse addirittura pesante e che si è rivelata, invece, un assurdo e folle viaggio difficile da dimenticare.
Cast: Jeff Bridges, John Goodman, Julianne Moore, Steve Buscemi, David Huddleston, John Turturro, Philip Seymour Hoffman, Tara Reid, Peter Stormare, Flea, David Thewlis, Sam Elliott, Ben Gazzara.
Box Office: $46.2 milioni
Consigli: Quando Tara Reid aveva ancora una carriera, quando Tara Reid aveva una carriera è apparsa addirittura in un film dei Coen, ovvero questo. Già di per sé mi pare un valido motivo per voler vedere questa pellicola e riuscire a capire come cavolo abbia fatto a finirci (tranquilli, non deve poi recitare granché). Gli altri validi motivi sono cognomi (Coen, Bridges, Goodman, Moore, Buscemi), snodi narrativi (rapimento, rapina, gare di bowling, esplosioni, pestaggi) e un piccolo mondo folle fatto di una marea di dettagli che rendono questo film un titolo da vedere.
Parola chiave: Valigetta.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1259: "The Big Lebowski" (1998) di Joel Coen
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Poe
Pensieri: Ho vissuto 29 anni senza conoscere the Dude e ora che lo conosco, ammetto che un po' mi sta simpatico. Eccentrico, scansafatiche, innamorato del bowling e della vita comoda, della marijuana e del white russian, the Dude non è Lebowski anche se tutti lo credono. Ed è da qui che i Coen partono per raccontare la loro folle e intrigata storia fatta di tappeti, riscatti e dita del piede mancanti.
Una giravolta di nonsense a volte disorientante, a volte spassosissimo, a volte un po' random, il tutto per un mix nel puro stile dei registi che riescono a non tradire se stessi consegnando un post "Fargo" altrettanto degno di lasciare il segno. Non a caso ancora oggi questo film mantiene lo stato di cult. Da questo punto di vista, molto del merito va anche al grande cast, Jeff Bridges in testa, che riesce a rappresentare il pazzo mondo di questo film in maniera strambamente convince ed efficace, rendendo molti di questi personaggi davvero difficili da dimenticare. Poi è chiaro che the Dude è the Dude, o si ama o si odia, e se lo si ama qui sarà un vero e proprio colpo di fulmine!
Dunque questo primo incontro con "The Big Lebowski" è stata una bella stretta di mano, una conoscenza che pensavo difficile e forse addirittura pesante e che si è rivelata, invece, un assurdo e folle viaggio difficile da dimenticare.
Cast: Jeff Bridges, John Goodman, Julianne Moore, Steve Buscemi, David Huddleston, John Turturro, Philip Seymour Hoffman, Tara Reid, Peter Stormare, Flea, David Thewlis, Sam Elliott, Ben Gazzara.
Box Office: $46.2 milioni
Consigli: Quando Tara Reid aveva ancora una carriera, quando Tara Reid aveva una carriera è apparsa addirittura in un film dei Coen, ovvero questo. Già di per sé mi pare un valido motivo per voler vedere questa pellicola e riuscire a capire come cavolo abbia fatto a finirci (tranquilli, non deve poi recitare granché). Gli altri validi motivi sono cognomi (Coen, Bridges, Goodman, Moore, Buscemi), snodi narrativi (rapimento, rapina, gare di bowling, esplosioni, pestaggi) e un piccolo mondo folle fatto di una marea di dettagli che rendono questo film un titolo da vedere.
Parola chiave: Valigetta.
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lunedì 12 dicembre 2016
Golden Globes 2017: nomination e vincitori
Le nomination per i Golden Globes 2017 sono state appena annunciate e già danno il polso della situazione "cerimonie & premi" che si prospetta per il prossimo anno. Sorta di ibrido sia dal punto di vista dei media interessati (cinema+televisione) sia da quello del tempismo (gli Oscar, per il cinema, sono a marzo, mentre gli Emmy, per la tv, sono a settembre, mentre el nomination ai Golden Globe sono addirittura a dicembre dell'anno precedente l'edizione in corso), i globi dorati sono i premi conferiti al cinema americano dalla stampa estera, talvolta dimostrando di non essere in grado di restare al passo coi tempi.
Le nomination, quest'anno presentate da Don Cheadle, Laura Dern e Anna Kendrick, vedono "La La Land" e "Moonlight" contendersi il maggior numero di premi, rispettivamente con 7 e 6 candidature; Meryl Streep riceverà il premio alla carriera (che festeggia insieme alla sua 30esima candidatura officiale per "Florence Foster Jenkins") e la cerimonia di premiazione che decreterà ufficialmente i vicnitori sarà, invece, presentata da Jimmy Fallon l'8 gennaio 2017.
Best Motion Picture – Drama:
“Hacksaw Ridge”
“Hell Or High Water”
“Lion”
“Manchester By The Sea”
“Moonlight”
Best Motion Picture – Musical or Comedy:
“20th Century Women”
“Deadpool”
“La La Land”
“Florence Foster Jenkins”
“Sing Street”
Best Performance by an Actor in a Motion Picture – Drama:
Casey Affleck – “Manchester By The Sea”
Joel Edgerton – “Loving”
Andrew Garfield – “Hacksaw Ridge”
Viggo Mortensen – “Captain Fantastic”
Denzel Washington – “Fences”
Best Performance by an Actress in a Motion Picture – Drama:
Amy Adams – “Arrival”
Jessica Chastain – “Miss Sloane”
Isabelle Huppert – “Elle”
Ruth Negga – “Loving”
Natalie Portman – “Jackie”
Best Performance by an Actor in a Motion Picture – Musical or Comedy:
Colin Farrell – “The Lobster”
Ryan Gosling – “La La Land”
Hugh Grant – “Florence Foster Jenkins”
Jonah Hill – “War Dogs”
Ryan Reynolds – “Deadpool”
Best Performance by an Actress in a Motion Picture – Musical or Comedy:
Annette Bening – “20th Century Women”
Lily Collins – “Rules Don’t Apply”
Hailee Steinfeld – “The Edge of Seventeen”
Emma Stone – “La La Land”
Meryl Streep – “Florence Foster Jenkins”
Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Motion Picture:
Mahershala Ali – “Moonlight”
Jeff Bridges – “Hell or High Water”
Simon Helberg – “Florence Foster Jenkins”
Dev Patel – “Lion”
Aaron Taylor-Johnson – “Nocturnal Animals”
Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Motion Picture:
Viola Davis – “Fences”
Naomie Harris – “Moonlight”
Nicole Kidman – “Lion”
Octavia Spencer – “Hidden Figures”
Michelle Williams – “Manchester by the Sea”
Best Director – Motion Picture:
Damien Chazelle – “La La Land”
Tom Ford – “Nocturnal Animals”
Mel Gibson – “Hacksaw Ridge”
Barry Jenkins – “Moonlight”
Kenneth Lonergan – “Manchester by the Sea”
Best Screenplay:
“La La Land”
“Nocturnal Animals”
“Moonlight”
“Manchester By The Sea”
“Hell Or High Water”
Best Motion Picture – Foreign Language:
“Divines” – France
“Elle” – France
“Neruda” – Chile
“The Salesman” – Iran/France
“Toni Erdmann” – Germany
Best Motion Picture – Animated:
“Kubo and the Two Strings”
“Moana”
“My Life As A Zucchini”
“Sing”
“Zootopia”
Best Original Song – Motion Picture:
“Can’t Stop The Feeling” – “Trolls”
“City Of Stars” – La La Land
“Faith” – Sing
“Gold” – Gold
“How Far I’ll Go” – Moana
Best Original Score – Motion Picture:
Nicholas Britell– “Moonlight”
Justin Hurwitz – “La La Land”
Johann Johannsson – “Arrival”
Dustin O’Halloran, Hauschka– “Lion”
Hans Zimmer, Pharrell Williams, Benjamin Wallfisch – “Hidden Figures”
Best Television Series – Drama:
“The Crown”
“Game Of Thrones”
“Stranger Things”
“This Is Us”
“Westworld”
Best Television Series – Musical or Comedy:
“Atlanta”
“Black-ish”
“Mozart In The Jungle”
“Transparent”
“Veep”
Best Performance by an Actor in a Television Series – Drama:
Rami Malek – “Mr. Robot”
Bob Odenkirk – “Better Call Saul”
Matthew Rhys – “The Americans”
Liev Schreiber – “Ray Donovan”
Billy Bob Thornton – “Goliath”
Best Performance by an Actress In A Television Series – Drama:
Caitriona Balfe – “Outlander”
Claire Foy – “The Crown”
Keri Russell – “The Americans”
Winona Ryder – “Stranger Things”
Evan Rachel Wood – “Westworld”
Best Performance by an Actor in a Television Series – Musical or Comedy:
Anthony Anderson – “Black-ish”
Gael García Bernal – “Mozart in the Jungle”
Donald Glover – “Atlanta”
Nick Nolte – “Graves”
Jeffrey Tambor – “Transparent”
Best Performance by an Actress in a Television Series – Musical or Comedy:
Rachel Bloom – “Crazy Ex-Girlfriend”
Julia Louis-Dreyfus – “Veep”
Sarah Jessica Parker – “Divorce”
Issa Rae – “Insecure”
Gina Rodriguez – “Jane the Virgin”
Tracee Ellis-Ross – “Black-ish”
Best Limited Series:
“American Crime”
“The Dresser”
“The Night Manager”
“The Night Of”
“The People v O.J. Simpson: American Crime Story”
Best Performance by an Actor in a Limited Series or Motion Picture Made for Television:
Riz Ahmed – “The Night Of”
Bryan Cranston – “All The Way”
Tom Hiddleston – “The Night Manager”
John Turturro – “The Night Of”
Courtney B. Vance – “The People v O.J. Simpson: American Crime Story”
Best Performance by an Actress in a Limited Series or Motion Picture Made for Television:
Felicity Huffman – “American Crime”
Riley Keough – “The Girlfriend Experience”
Sarah Paulson – “The People v O.J. Simpson: American Crime Story”
Charlotte Rampling – “London Spy”
Kerry Washington – “Confirmation”
Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Series, Limited Series or Motion Picture Made for Television:
Olivia Colman – “The Night Manager”
Lena Headey – “Game Of Thrones”
Chrissy Metz – “This Is Us”
Mandy Moore – “This Is Us”
Thandie Newton – “Westworld”
Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Series, Limited Series or Motion Picture Made for Television:
Sterling K Brown – “The People v O.J. Simpson: American Crime Story”
Hugh Laurie – “The Night Manager”
John Lithgow – “The Crown”
Christian Slater – “Mr. Robot”
John Travolta – “The People v O.J. Simpson: American Crime Story”
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Le nomination, quest'anno presentate da Don Cheadle, Laura Dern e Anna Kendrick, vedono "La La Land" e "Moonlight" contendersi il maggior numero di premi, rispettivamente con 7 e 6 candidature; Meryl Streep riceverà il premio alla carriera (che festeggia insieme alla sua 30esima candidatura officiale per "Florence Foster Jenkins") e la cerimonia di premiazione che decreterà ufficialmente i vicnitori sarà, invece, presentata da Jimmy Fallon l'8 gennaio 2017.
2017 Golden Globe Awards
Best Motion Picture – Drama:
“Hacksaw Ridge”
“Hell Or High Water”
“Lion”
“Manchester By The Sea”
“Moonlight”
Best Motion Picture – Musical or Comedy:
“20th Century Women”
“Deadpool”
“La La Land”
“Florence Foster Jenkins”
“Sing Street”
Best Performance by an Actor in a Motion Picture – Drama:
Casey Affleck – “Manchester By The Sea”
Joel Edgerton – “Loving”
Andrew Garfield – “Hacksaw Ridge”
Viggo Mortensen – “Captain Fantastic”
Denzel Washington – “Fences”
Best Performance by an Actress in a Motion Picture – Drama:
Amy Adams – “Arrival”
Jessica Chastain – “Miss Sloane”
Isabelle Huppert – “Elle”
Ruth Negga – “Loving”
Natalie Portman – “Jackie”
Best Performance by an Actor in a Motion Picture – Musical or Comedy:
Colin Farrell – “The Lobster”
Ryan Gosling – “La La Land”
Hugh Grant – “Florence Foster Jenkins”
Jonah Hill – “War Dogs”
Ryan Reynolds – “Deadpool”
Best Performance by an Actress in a Motion Picture – Musical or Comedy:
Annette Bening – “20th Century Women”
Lily Collins – “Rules Don’t Apply”
Hailee Steinfeld – “The Edge of Seventeen”
Emma Stone – “La La Land”
Meryl Streep – “Florence Foster Jenkins”
Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Motion Picture:
Mahershala Ali – “Moonlight”
Jeff Bridges – “Hell or High Water”
Simon Helberg – “Florence Foster Jenkins”
Dev Patel – “Lion”
Aaron Taylor-Johnson – “Nocturnal Animals”
Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Motion Picture:
Viola Davis – “Fences”
Naomie Harris – “Moonlight”
Nicole Kidman – “Lion”
Octavia Spencer – “Hidden Figures”
Michelle Williams – “Manchester by the Sea”
Best Director – Motion Picture:
Damien Chazelle – “La La Land”
Tom Ford – “Nocturnal Animals”
Mel Gibson – “Hacksaw Ridge”
Barry Jenkins – “Moonlight”
Kenneth Lonergan – “Manchester by the Sea”
Best Screenplay:
“La La Land”
“Nocturnal Animals”
“Moonlight”
“Manchester By The Sea”
“Hell Or High Water”
Best Motion Picture – Foreign Language:
“Divines” – France
“Elle” – France
“Neruda” – Chile
“The Salesman” – Iran/France
“Toni Erdmann” – Germany
Best Motion Picture – Animated:
“Kubo and the Two Strings”
“Moana”
“My Life As A Zucchini”
“Sing”
“Zootopia”
Best Original Song – Motion Picture:
“Can’t Stop The Feeling” – “Trolls”
“City Of Stars” – La La Land
“Faith” – Sing
“Gold” – Gold
“How Far I’ll Go” – Moana
Best Original Score – Motion Picture:
Nicholas Britell– “Moonlight”
Justin Hurwitz – “La La Land”
Johann Johannsson – “Arrival”
Dustin O’Halloran, Hauschka– “Lion”
Hans Zimmer, Pharrell Williams, Benjamin Wallfisch – “Hidden Figures”
Best Television Series – Drama:
“The Crown”
“Game Of Thrones”
“Stranger Things”
“This Is Us”
“Westworld”
Best Television Series – Musical or Comedy:
“Atlanta”
“Black-ish”
“Mozart In The Jungle”
“Transparent”
“Veep”
Best Performance by an Actor in a Television Series – Drama:
Rami Malek – “Mr. Robot”
Bob Odenkirk – “Better Call Saul”
Matthew Rhys – “The Americans”
Liev Schreiber – “Ray Donovan”
Billy Bob Thornton – “Goliath”
Best Performance by an Actress In A Television Series – Drama:
Caitriona Balfe – “Outlander”
Claire Foy – “The Crown”
Keri Russell – “The Americans”
Winona Ryder – “Stranger Things”
Evan Rachel Wood – “Westworld”
Best Performance by an Actor in a Television Series – Musical or Comedy:
Anthony Anderson – “Black-ish”
Gael García Bernal – “Mozart in the Jungle”
Donald Glover – “Atlanta”
Nick Nolte – “Graves”
Jeffrey Tambor – “Transparent”
Best Performance by an Actress in a Television Series – Musical or Comedy:
Rachel Bloom – “Crazy Ex-Girlfriend”
Julia Louis-Dreyfus – “Veep”
Sarah Jessica Parker – “Divorce”
Issa Rae – “Insecure”
Gina Rodriguez – “Jane the Virgin”
Tracee Ellis-Ross – “Black-ish”
Best Limited Series:
“American Crime”
“The Dresser”
“The Night Manager”
“The Night Of”
“The People v O.J. Simpson: American Crime Story”
Best Performance by an Actor in a Limited Series or Motion Picture Made for Television:
Riz Ahmed – “The Night Of”
Bryan Cranston – “All The Way”
Tom Hiddleston – “The Night Manager”
John Turturro – “The Night Of”
Courtney B. Vance – “The People v O.J. Simpson: American Crime Story”
Best Performance by an Actress in a Limited Series or Motion Picture Made for Television:
Felicity Huffman – “American Crime”
Riley Keough – “The Girlfriend Experience”
Sarah Paulson – “The People v O.J. Simpson: American Crime Story”
Charlotte Rampling – “London Spy”
Kerry Washington – “Confirmation”
Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Series, Limited Series or Motion Picture Made for Television:
Olivia Colman – “The Night Manager”
Lena Headey – “Game Of Thrones”
Chrissy Metz – “This Is Us”
Mandy Moore – “This Is Us”
Thandie Newton – “Westworld”
Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Series, Limited Series or Motion Picture Made for Television:
Sterling K Brown – “The People v O.J. Simpson: American Crime Story”
Hugh Laurie – “The Night Manager”
John Lithgow – “The Crown”
Christian Slater – “Mr. Robot”
John Travolta – “The People v O.J. Simpson: American Crime Story”
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Film 1258 - C'è post@ per te
Ricordavo che era un po' una banalità allo zucchero, però avevo voglia di qualcosa di certo e sicuro, un titolo che mi ricordasse quando ero ragazzino, uno di quei film che ero andato a vedere al cinema con i miei genitori e di cui, possibilmente, non mi ricordassi la trama...
Film 1258: "C'è post@ per te" (1998) di Nora Ephron
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Prima di Tinder e Grindr, prima delle chat di Facebook e Messenger, prima che il cellulare prendesse il sopravvento, la novità tecnologica per eccellenza era il computer e la novità a livello di comunicazione istantanea era certamente l'e-mail. In questo contesto, quello che oggi a posteriori assomiglia più che altro a una sorta di limbo tecnologico in cui c'erano tutti i presupposti ma non ancora la tecnologia necessaria, in questo contesto, si diceva, rinasce la storia di Miklós László dal titolo "Parfumerie" e prende la forma della commedia romantica assemblata e distillata da penna e mano di Nora Ephron, per trent'anni indiscussa regina dei film chick flick, ovvero quei titoli destinati principalmente ad un target femminile.
La premessa è semplice e nota a tutti: possono due che nella realtà si odiano, innamorarsi addirittura su internet? La risposta è ovvia e, in questo caso inevitabile. La qual cosa non è necessariamente un problema perché sì, una volta che si è deciso di vedere "You've Got Mail" sappiamo esattamente a cosa stiamo andando incontro, ovvero la ritualizzazione hollywoodiana dell'amore declinata secondo la "scenetta" del caso. Quindi è inutile storcere il naso a posteriori: la storia è quella che è, ma del resto lo sapevamo fin dall'inizio.
Scesi a patti con lo snobismo che è in noi, si può tranquillamente ammettere che "C'è post@ per te", nonostante l'orrida titolazione italiana, è un film carino ed innoquo, capace di veicolare quella calda sensazione di tranquillità e pace interiore che non molti altri titoli sono capaci di garantire. Poi ok, la nevrosi da maestrina di Meg Ryan a volte è insopportabile, ma tutto sommato il risultato finale è quello di una simpatica favoletta che, a quasi vent'anni di distanza, è ancora in grado di risultare piacevole.
Ps. Candidato a un Golden Globe per la Miglior attrice (commedia o musical) per Meg Ryan.
Cast: Tom Hanks, Meg Ryan, Parker Posey, Jean Stapleton, Dave Chappelle, Steve Zahn, Greg Kinnear, Heather Burns, Dabney Coleman, Chris Messina.
Box Office: $250.8 milioni
Consigli: Ormai evergreen delle pellicole romantiche, rivisitazione tecnologica del genere, "C'è post@ per te" è stato certamente uno tra i titoli più iconici della carriera di Meg Ryan, un bell'esempio di quanto un tempo bastasse poco per intrattenere il pubblico partendo da un semplice pressupposto: è possibile innamorarsi via mail? La questione non è per niente semplice e al giorno d'oggi certi dialoghi e certe remore dei personaggi fanno un po' ridere, ma preso con la giusta dose di affetto nostalgico questo film è ancora capace di lasciare il suo spettatore-tipo perfettamente soddisfatto. Per tutti gli altri magari ci sarà un po' di tedio, ma tutto sommato si tratta di una storia che si lascia ancora rivedere con piacere.
Parola chiave: NY152, Shopgirl.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1258: "C'è post@ per te" (1998) di Nora Ephron
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Prima di Tinder e Grindr, prima delle chat di Facebook e Messenger, prima che il cellulare prendesse il sopravvento, la novità tecnologica per eccellenza era il computer e la novità a livello di comunicazione istantanea era certamente l'e-mail. In questo contesto, quello che oggi a posteriori assomiglia più che altro a una sorta di limbo tecnologico in cui c'erano tutti i presupposti ma non ancora la tecnologia necessaria, in questo contesto, si diceva, rinasce la storia di Miklós László dal titolo "Parfumerie" e prende la forma della commedia romantica assemblata e distillata da penna e mano di Nora Ephron, per trent'anni indiscussa regina dei film chick flick, ovvero quei titoli destinati principalmente ad un target femminile.
La premessa è semplice e nota a tutti: possono due che nella realtà si odiano, innamorarsi addirittura su internet? La risposta è ovvia e, in questo caso inevitabile. La qual cosa non è necessariamente un problema perché sì, una volta che si è deciso di vedere "You've Got Mail" sappiamo esattamente a cosa stiamo andando incontro, ovvero la ritualizzazione hollywoodiana dell'amore declinata secondo la "scenetta" del caso. Quindi è inutile storcere il naso a posteriori: la storia è quella che è, ma del resto lo sapevamo fin dall'inizio.
Scesi a patti con lo snobismo che è in noi, si può tranquillamente ammettere che "C'è post@ per te", nonostante l'orrida titolazione italiana, è un film carino ed innoquo, capace di veicolare quella calda sensazione di tranquillità e pace interiore che non molti altri titoli sono capaci di garantire. Poi ok, la nevrosi da maestrina di Meg Ryan a volte è insopportabile, ma tutto sommato il risultato finale è quello di una simpatica favoletta che, a quasi vent'anni di distanza, è ancora in grado di risultare piacevole.
Ps. Candidato a un Golden Globe per la Miglior attrice (commedia o musical) per Meg Ryan.
Cast: Tom Hanks, Meg Ryan, Parker Posey, Jean Stapleton, Dave Chappelle, Steve Zahn, Greg Kinnear, Heather Burns, Dabney Coleman, Chris Messina.
Box Office: $250.8 milioni
Consigli: Ormai evergreen delle pellicole romantiche, rivisitazione tecnologica del genere, "C'è post@ per te" è stato certamente uno tra i titoli più iconici della carriera di Meg Ryan, un bell'esempio di quanto un tempo bastasse poco per intrattenere il pubblico partendo da un semplice pressupposto: è possibile innamorarsi via mail? La questione non è per niente semplice e al giorno d'oggi certi dialoghi e certe remore dei personaggi fanno un po' ridere, ma preso con la giusta dose di affetto nostalgico questo film è ancora capace di lasciare il suo spettatore-tipo perfettamente soddisfatto. Per tutti gli altri magari ci sarà un po' di tedio, ma tutto sommato si tratta di una storia che si lascia ancora rivedere con piacere.
Parola chiave: NY152, Shopgirl.
Trailer
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Film 1257 - The Late Bloomer
Netflix proponeva questa pellicola e sia il poster che le premesse della trama sembravano particolarmente interessanti, per cui ho deciso da darle una possibilità.
Film 1257: "The Late Bloomer" (2016) di Kevin Pollak
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: "The Late Bloomer", ovvero lo sbocciato tardi. E, naturalmente, si parla di sesso.
Questo film, apparente simpatico, irriverente, e politicamente scorretto è, in realtà, una mezza fregatura in quanto non mantiene nessuna delle promesse fatte e non riesce a decidere quale percorso intraprendere: siamo di fronte a una commedia o a una produzione indie indipendente? C'è una sorta di devozione documentaristica? O semplicemente si tratta di una baggianata spacciata per quello che non è?
Dato che tendenzialmente propendo per l'ultima, direi che il film di Kevin Pollak è fondamentalmente una delusione inutile da vedere, oltre che un titolo purtroppo scontato che parte lanciando qualche premessa interessante (mancata pubertà + recupero del desiderio sessuale + scoperta di se stessi) e finisce per inciampare nella comicità becera e banalissima alla "Road Trip" e "American Pie" della quale non si sentiva la mancanza. E la delusione aumenta quando si pensa allo spreco di un cast composto da non pochi nomi di rilievo (ma basta dare sempre lo stesso ruolo a Jane Lynch perché francamente la cosa ha rotto).
Tutto sommato, quindi, una fregatura, un film che del pretesto inusuale su cui si basa fa poi un utilizzo totalmente inutile finendo per riciclare gli stessi cliché cui siamo già ampiamente abituati, evitando il confronto maturo e preferendo, invece, l'idiozia delle battute degli amiconi scemi e andando a pare sul fisico invece che interrogarsi su cosa possa voler dire avere trent'anni e aver completamente saltato la pubertà, pulsioni, incertezze e brufoli compresi.
Ps. Basato sul libro di Ken Baker "Man Made: A Memoir of My Body".
Cast: Johnny Simmons, Maria Bello, Brittany Snow, Jane Lynch, J. K. Simmons, Kumail Nanjiani, Beck Bennett, Paul Wesley.
Box Office: /
Consigli: Per essere una storia che fondamentalmente parla solo di sesso, "The Late Bloomer" è un titolo particolarmente pudico, il che rende già tutta l'operazione un paradosso. Poi i personaggi bidimensionali e caricaturali, la mancanza di originalità e la piega vertiginosamente sciatta che prende la storia sono tutti elementi che concorrono a indebolire una produzione sulla carta anche interessante e che finisce, invece, per mancare completamente il bersaglio. Insomma, un titolo perdibilissimo.
Parola chiave: Prolattinoma.
Trailer
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Film 1257: "The Late Bloomer" (2016) di Kevin Pollak
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: "The Late Bloomer", ovvero lo sbocciato tardi. E, naturalmente, si parla di sesso.
Questo film, apparente simpatico, irriverente, e politicamente scorretto è, in realtà, una mezza fregatura in quanto non mantiene nessuna delle promesse fatte e non riesce a decidere quale percorso intraprendere: siamo di fronte a una commedia o a una produzione indie indipendente? C'è una sorta di devozione documentaristica? O semplicemente si tratta di una baggianata spacciata per quello che non è?
Dato che tendenzialmente propendo per l'ultima, direi che il film di Kevin Pollak è fondamentalmente una delusione inutile da vedere, oltre che un titolo purtroppo scontato che parte lanciando qualche premessa interessante (mancata pubertà + recupero del desiderio sessuale + scoperta di se stessi) e finisce per inciampare nella comicità becera e banalissima alla "Road Trip" e "American Pie" della quale non si sentiva la mancanza. E la delusione aumenta quando si pensa allo spreco di un cast composto da non pochi nomi di rilievo (ma basta dare sempre lo stesso ruolo a Jane Lynch perché francamente la cosa ha rotto).
Tutto sommato, quindi, una fregatura, un film che del pretesto inusuale su cui si basa fa poi un utilizzo totalmente inutile finendo per riciclare gli stessi cliché cui siamo già ampiamente abituati, evitando il confronto maturo e preferendo, invece, l'idiozia delle battute degli amiconi scemi e andando a pare sul fisico invece che interrogarsi su cosa possa voler dire avere trent'anni e aver completamente saltato la pubertà, pulsioni, incertezze e brufoli compresi.
Ps. Basato sul libro di Ken Baker "Man Made: A Memoir of My Body".
Cast: Johnny Simmons, Maria Bello, Brittany Snow, Jane Lynch, J. K. Simmons, Kumail Nanjiani, Beck Bennett, Paul Wesley.
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Consigli: Per essere una storia che fondamentalmente parla solo di sesso, "The Late Bloomer" è un titolo particolarmente pudico, il che rende già tutta l'operazione un paradosso. Poi i personaggi bidimensionali e caricaturali, la mancanza di originalità e la piega vertiginosamente sciatta che prende la storia sono tutti elementi che concorrono a indebolire una produzione sulla carta anche interessante e che finisce, invece, per mancare completamente il bersaglio. Insomma, un titolo perdibilissimo.
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Film 1256 - Fast & Furious - Solo parti originali
Procediamo e continuiamo per vedere cosa ha in serbo questa saga...
Film 1256: "Fast & Furious - Solo parti originali" (2009) di Justin Lin
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Ana Lucia di "Lost" muore e Toretto, incazzato come una pantera, si vuole vendicare dell'assassino. Per farlo, ovviamente, si farà aiutare dall'ex infiltrato-ex agente che ora è un agente- ex amico Brian O'Conner. Il succo della trama è questo a cui, naturalmente, vanno aggiunte quintalate di sparatorie, corse in macchina, esplosioni e quelle che potremmo definire come "sboronate" fotoniche.
L'alto contenuto testosteronico di questo "Fast & Furious", ovvero il quarto film della serie, conferma la tendenza del franchise a prediligere l'azione ad una trama che vada oltre la bidimensionalità da cliché dei suoi muscolosi personaggi, per cui non c'è da stupirsi se quello che troviamo qui non differisce poi di molto dagli altri prodotti della serie. Ammetto che la qualità dell'operazione è finalmente riuscita un pelo a migliorare, ma siamo comunque ancora nel vasto territorio delle pellicole inutili.
Film 1210 - Fast and Furious
Film 1215 - 2 Fast 2 Furious
Film 1228 - The Fast and the Furious: Tokyo Drift
Film 1350 - Fast & Furious 5
Film 1355 - Fast & Furious 6
Film 1365 - Fast & Furious 7
Film 1456 - Fast & Furious 8
Cast: Vin Diesel, Paul Walker, Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, John Ortiz, Gal Gadot.
Box Office: $363.2 milioni
Consigli: Sì, sì, qualcosina l'hanno migliorata e la sensazione è che si tratti di una produzione con un minimo di know how in più, senza contare che il budget da 85 milioni di dollari certamente ha aiutato. Rimane comunque il fatto che la storia praticamente non c'è e i personaggi non sono particolarmente interessanti. Insomma, solo per i fan della saga.
Parola chiave: Vendetta.
Se ti interessa/ti è piaciuto
Trailer
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Film 1256: "Fast & Furious - Solo parti originali" (2009) di Justin Lin
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Ana Lucia di "Lost" muore e Toretto, incazzato come una pantera, si vuole vendicare dell'assassino. Per farlo, ovviamente, si farà aiutare dall'ex infiltrato-ex agente che ora è un agente- ex amico Brian O'Conner. Il succo della trama è questo a cui, naturalmente, vanno aggiunte quintalate di sparatorie, corse in macchina, esplosioni e quelle che potremmo definire come "sboronate" fotoniche.
L'alto contenuto testosteronico di questo "Fast & Furious", ovvero il quarto film della serie, conferma la tendenza del franchise a prediligere l'azione ad una trama che vada oltre la bidimensionalità da cliché dei suoi muscolosi personaggi, per cui non c'è da stupirsi se quello che troviamo qui non differisce poi di molto dagli altri prodotti della serie. Ammetto che la qualità dell'operazione è finalmente riuscita un pelo a migliorare, ma siamo comunque ancora nel vasto territorio delle pellicole inutili.
Film 1210 - Fast and Furious
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Film 1365 - Fast & Furious 7
Film 1456 - Fast & Furious 8
Cast: Vin Diesel, Paul Walker, Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, John Ortiz, Gal Gadot.
Box Office: $363.2 milioni
Consigli: Sì, sì, qualcosina l'hanno migliorata e la sensazione è che si tratti di una produzione con un minimo di know how in più, senza contare che il budget da 85 milioni di dollari certamente ha aiutato. Rimane comunque il fatto che la storia praticamente non c'è e i personaggi non sono particolarmente interessanti. Insomma, solo per i fan della saga.
Parola chiave: Vendetta.
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sabato 10 dicembre 2016
Film 1255 - La ragazza del treno
Serata al cinema a 2€ parte #2: un treno da non perdere.
Film 1255: "La ragazza del treno" (2016) di Tate Taylor
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Più che un film, uno spot sull'alcolismo. Questa la prima impressione che ho avuto della trasposizione cinematografica del famoso best-seller scritto da Paula Hawkins del quale, naturalmente, non conoscevo neanche una pagina.
La seconda, invece, è che si sia cercato di cavalcare simultaneamente un paio d'onde di successo, tentando la strada del thriller disturbato alla "Gone Girl" mixato alle atmosfere sexy ed irriverenti tipiche di "Cinquanta sfumature di grigio", per un risultato finale che mi è parso un po' privo di personalità.
Tutto il buono di questa operazione va all'ottima scelta di cast per quanto riguarda la protagonista Rachel, una Emily Blunt in grandissima forma che dà ulteriormente prova delle sue capacità. Emotivamente altalenante, fragile, incapace di distinguere la realtà dall'immaginazione, il suo personaggio è al centro di una storia che nel finale si rivela scontatissima, ma funziona solamente grazie alla compatta performance dell'attrice, spessissimo in primo piano a sottolinearne i disturbi emotivi (oltre che le capacità attoriali) e conferendo a "La ragazza del treno" quell'unità che, a causa di flashback e ricordi fittizi, a volte si stenta a rintracciare.
Se devo essere sincero, visto tutto il clamore suscitato da questa produzione, dalla trama mi aspettavo davvero qualcosa di più. Megan (Haley Bennett) è un'insoddisfatta troietta che gioca a sconvolgere il vicinato per bene, ma non ha davvero nulla da dire che non passi dall'esibizione del proprio corpo. Il fin troppo comprensivo ex marito (Justin Theroux) è un personaggio per nulla interessante, ancorato ad una serie di cliché che, alla fine, si andranno a concretizzare nonostante fino all'ultimo si speri che la storia non vada a parare lì. E sì, bisogna dirlo, nemmeno Rachel è così incisiva: non fa niente, non si ricorda niente, non reagisce a niente. Girovaga in treno bevendo vodka dalla mattina alla sera e guarda fuori e, sul più bello, rimane ancorata ad un'immagine passiva che non mi è piaciuta, lei come Anna (Rebecca Ferguson), un altro personaggio umanamente brutto.
Ripeto, non so esattamente cosa del libro possa aver tanto sconvolto e attratto il mondo, dal film sicuramente non si può dire che si tratti di un'innovazione narrativa senza precedenti. Un thriller uguale a tanti altri che si distingue soprattutto per le molte permanenze in treno e la presenza della brava Blunt, finalmente vera e assoluta protagonista di un film di grande successo commerciale (ma non di critica). Per il resto "The Girl on the Train" non mi ha lasciato particolarmente convinto.
Film 1255 - La ragazza del treno
Film 2007 - The Girl on the Train
Cast: Emily Blunt, Rebecca Ferguson, Haley Bennett, Justin Theroux, Luke Evans, Allison Janney, Édgar Ramírez, Lisa Kudrow, Laura Prepon.
Box Office: $170.5 milioni
Consigli: Primo tempo particolarmente lento, tantissimi flashback, tantissimo alcol, molto sesso e dialoghi particolarmente espliciti (ma non seducenti, semmai a volte forzati), tanti primi piani che inquadrano una Blunt spesso insicura, fragile e incapace di raccapezzarsi. La performance dell'attrice è davvero riuscita ed è principalmente grazie a lei che il tutto funziona, ma il resto, il contorno, non colpisce. C'è un omicidio, una babysitter dai facili costumi e un voyeurismo che è troppo costruito e finisce per essere innaturale. Insomma, Emily Blunt vale il prezzo del biglietto, ma la corsa de "La ragazza del treno" non è del tutto soddisfacente.
Parola chiave: Gravidanza.
Trailer
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Film 1255: "La ragazza del treno" (2016) di Tate Taylor
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Più che un film, uno spot sull'alcolismo. Questa la prima impressione che ho avuto della trasposizione cinematografica del famoso best-seller scritto da Paula Hawkins del quale, naturalmente, non conoscevo neanche una pagina.
La seconda, invece, è che si sia cercato di cavalcare simultaneamente un paio d'onde di successo, tentando la strada del thriller disturbato alla "Gone Girl" mixato alle atmosfere sexy ed irriverenti tipiche di "Cinquanta sfumature di grigio", per un risultato finale che mi è parso un po' privo di personalità.
Tutto il buono di questa operazione va all'ottima scelta di cast per quanto riguarda la protagonista Rachel, una Emily Blunt in grandissima forma che dà ulteriormente prova delle sue capacità. Emotivamente altalenante, fragile, incapace di distinguere la realtà dall'immaginazione, il suo personaggio è al centro di una storia che nel finale si rivela scontatissima, ma funziona solamente grazie alla compatta performance dell'attrice, spessissimo in primo piano a sottolinearne i disturbi emotivi (oltre che le capacità attoriali) e conferendo a "La ragazza del treno" quell'unità che, a causa di flashback e ricordi fittizi, a volte si stenta a rintracciare.
Se devo essere sincero, visto tutto il clamore suscitato da questa produzione, dalla trama mi aspettavo davvero qualcosa di più. Megan (Haley Bennett) è un'insoddisfatta troietta che gioca a sconvolgere il vicinato per bene, ma non ha davvero nulla da dire che non passi dall'esibizione del proprio corpo. Il fin troppo comprensivo ex marito (Justin Theroux) è un personaggio per nulla interessante, ancorato ad una serie di cliché che, alla fine, si andranno a concretizzare nonostante fino all'ultimo si speri che la storia non vada a parare lì. E sì, bisogna dirlo, nemmeno Rachel è così incisiva: non fa niente, non si ricorda niente, non reagisce a niente. Girovaga in treno bevendo vodka dalla mattina alla sera e guarda fuori e, sul più bello, rimane ancorata ad un'immagine passiva che non mi è piaciuta, lei come Anna (Rebecca Ferguson), un altro personaggio umanamente brutto.
Ripeto, non so esattamente cosa del libro possa aver tanto sconvolto e attratto il mondo, dal film sicuramente non si può dire che si tratti di un'innovazione narrativa senza precedenti. Un thriller uguale a tanti altri che si distingue soprattutto per le molte permanenze in treno e la presenza della brava Blunt, finalmente vera e assoluta protagonista di un film di grande successo commerciale (ma non di critica). Per il resto "The Girl on the Train" non mi ha lasciato particolarmente convinto.
Film 1255 - La ragazza del treno
Film 2007 - The Girl on the Train
Cast: Emily Blunt, Rebecca Ferguson, Haley Bennett, Justin Theroux, Luke Evans, Allison Janney, Édgar Ramírez, Lisa Kudrow, Laura Prepon.
Box Office: $170.5 milioni
Consigli: Primo tempo particolarmente lento, tantissimi flashback, tantissimo alcol, molto sesso e dialoghi particolarmente espliciti (ma non seducenti, semmai a volte forzati), tanti primi piani che inquadrano una Blunt spesso insicura, fragile e incapace di raccapezzarsi. La performance dell'attrice è davvero riuscita ed è principalmente grazie a lei che il tutto funziona, ma il resto, il contorno, non colpisce. C'è un omicidio, una babysitter dai facili costumi e un voyeurismo che è troppo costruito e finisce per essere innaturale. Insomma, Emily Blunt vale il prezzo del biglietto, ma la corsa de "La ragazza del treno" non è del tutto soddisfacente.
Parola chiave: Gravidanza.
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venerdì 9 dicembre 2016
Film 1254 - Ouija: L'origine del male
Serata al cinema a 2€ parte #1: il primo appuntamento è con l'horror.
Film 1254: "Ouija: L'origine del male" (2016) di Mike Flanagan
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Sequel del primo, bruttissimo "Ouija", questo secondo episodio abbandona completamente le atmosfere teen contemporanee e si ricicla completamente, ricontestualizzandosi negli anni '60. La scelta è ottima come il piglio intrapreso: più serio e maturo e decisamente molto più inquietante.
Dove la mancanza di budget del precedente rendeva necessario un adattamento alle (poche) possibilità concesse, qui devo dire che mi pare si siano fatte le cose per bene: costumi e scenografie pazzeschi, oltre che effetti speciali discreti. Il vero problema di questa saga, a mio avviso, sta nella questione demoniaca. Anche il nuovo "aspetto", qui così attentamente curato, lascia lo spettatore immerso in un realismo che innesca necessariamente un senso di verità, dunque ci si aspetterebbe in questo senso un adeguamento simile anche per quanto riguarda la questione della parte spaventosa. Probabilmente, per quanto mi riguarda, l'influenza da questo punto di vista è determinata anche dagli ottimi risultati ottenuti da saghe come quelle di "Insidious", "The Conjuring" e "Annabelle" che hanno certamente spinto il genere horror degli ultimi anni verso direzioni più mature sia per quanto riguarda le trame che dal punto di vista dell'approccio e della realizzazione finale. "Ouija: Origin of Evil" ci riesce solo a metà: crea ottime premesse, momenti particolarmente disturbanti - soprattutto grazie alla piccola protagonista Lulu Wilson - e in fin dei conti la trama regge piuttosto bene dall'inizio alla fine, ma quando si tratta di tirare in ballo la parte paurosa, gli effetti speciali risultano efficaci solo in parte. Non so se l'effetto a volte comico, a volte grottesco ottenuto qui sia voluto, magari per connotare la saga di "Ouija" di una caratterizzazione meno standardizzata rispetto agli ultimi titoli del genere horror, però per quanto mi riguarda a volte un po' di delusione c'è stata.
In generale, comunque, "Ouija 2" è un prodotto riuscito, perfetto per il suo target di riferimento, oltre che un sequel assolutamente superiore all'originale da cui è tratto.
Film 878 - Ouija
Film 1254 - Ouija: L'origine del male
Film 1611 - Ouija: Origin of Evil
Film 2305 - Ouija: Origin of Evil
Cast: Elizabeth Reaser, Annalise Basso, Lulu Wilson, Parker Mack, Henry Thomas.
Box Office: $81.3 milioni
Consigli: Ben realizzato, bello da vedere, inquietante quanto basta, con un finale inaspettato e, fortunatamente, completamente estraneo al primo film, "Ouija: L'origine del male" è un buon secondo capitolo (in realtà prequel) capace di reinventare completamente il franchise e lasciando lo spettatore soddisfatto. Sarà un po' il fascino della tavoletta ouija e delle sedute spiritiche, sarà che gli horror hanno sempre quel non so che, di fatto il risultato finale è positivo e piacevolmente spaventoso da seguire. Perfetto per Halloween o una qualsiasi occasione che richieda la giusta atmosfera per essere spaventati.
Parola chiave: Polacco.
Trailer
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Bengi
Film 1254: "Ouija: L'origine del male" (2016) di Mike Flanagan
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Sequel del primo, bruttissimo "Ouija", questo secondo episodio abbandona completamente le atmosfere teen contemporanee e si ricicla completamente, ricontestualizzandosi negli anni '60. La scelta è ottima come il piglio intrapreso: più serio e maturo e decisamente molto più inquietante.
Dove la mancanza di budget del precedente rendeva necessario un adattamento alle (poche) possibilità concesse, qui devo dire che mi pare si siano fatte le cose per bene: costumi e scenografie pazzeschi, oltre che effetti speciali discreti. Il vero problema di questa saga, a mio avviso, sta nella questione demoniaca. Anche il nuovo "aspetto", qui così attentamente curato, lascia lo spettatore immerso in un realismo che innesca necessariamente un senso di verità, dunque ci si aspetterebbe in questo senso un adeguamento simile anche per quanto riguarda la questione della parte spaventosa. Probabilmente, per quanto mi riguarda, l'influenza da questo punto di vista è determinata anche dagli ottimi risultati ottenuti da saghe come quelle di "Insidious", "The Conjuring" e "Annabelle" che hanno certamente spinto il genere horror degli ultimi anni verso direzioni più mature sia per quanto riguarda le trame che dal punto di vista dell'approccio e della realizzazione finale. "Ouija: Origin of Evil" ci riesce solo a metà: crea ottime premesse, momenti particolarmente disturbanti - soprattutto grazie alla piccola protagonista Lulu Wilson - e in fin dei conti la trama regge piuttosto bene dall'inizio alla fine, ma quando si tratta di tirare in ballo la parte paurosa, gli effetti speciali risultano efficaci solo in parte. Non so se l'effetto a volte comico, a volte grottesco ottenuto qui sia voluto, magari per connotare la saga di "Ouija" di una caratterizzazione meno standardizzata rispetto agli ultimi titoli del genere horror, però per quanto mi riguarda a volte un po' di delusione c'è stata.
In generale, comunque, "Ouija 2" è un prodotto riuscito, perfetto per il suo target di riferimento, oltre che un sequel assolutamente superiore all'originale da cui è tratto.
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Film 2305 - Ouija: Origin of Evil
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Box Office: $81.3 milioni
Consigli: Ben realizzato, bello da vedere, inquietante quanto basta, con un finale inaspettato e, fortunatamente, completamente estraneo al primo film, "Ouija: L'origine del male" è un buon secondo capitolo (in realtà prequel) capace di reinventare completamente il franchise e lasciando lo spettatore soddisfatto. Sarà un po' il fascino della tavoletta ouija e delle sedute spiritiche, sarà che gli horror hanno sempre quel non so che, di fatto il risultato finale è positivo e piacevolmente spaventoso da seguire. Perfetto per Halloween o una qualsiasi occasione che richieda la giusta atmosfera per essere spaventati.
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martedì 6 dicembre 2016
Grammy Awards 2017: nomination e vincitori
Best Compilation Soundtrack for Visual Media
Amy by Various Artists
Miles Ahead by Miles Davis & Various Artists
Straight Outta Compton by Various Artists
Suicide Squad (Collector's Edition) by Various Artists
Vinyl: The Essentials Season 1 by Various Artists
Best Score Soundtrack for Visual Media
Bridge of Spies by Thomas Newman, composer
Quentin Tarantino's The Hateful Eight by Ennio Morricone, composer
The Revenant by Alva Noto & Ryuichi Sakamoto, composers
Star Wars: The Force Awakens by John Williams, Composer
Stranger Things Volume 1 by Kyle Dixon & Michael Stein, composers
Stranger Things Volume 2 by Kyle Dixon & Michael Stein, composers
Best Song Written for Visual Media
"Can't Stop the Feeling!" — Max Martin, Shellback & Justin Timberlake, songwriters (performed by Justin Timberlake, Anna Kendrick, Gwen Stefani, James Corden, Zooey Deschanel, Walt Dohrn, Ron Funches, Caroline Hjelt, Aino Jawo, Christopher Mintz-Plasse & Kunal Nayyar), Track from: Trolls
"Heathens" — Tyler Joseph, songwriter (Twenty One Pilots), Track from: Suicide Squad
"Just Like Fire" — Oscar Holter, Max Martin, P!nk & Shellback, songwriters (performed by P!nk), Track from: Alice Through The Looking Glass
"Purple Lamborghini" — Shamann Cooke, Sonny Moore & William Roberts, songwriters (performed by Skrillex & Rick Ross), Track from: Suicide Squad
"Try Everything" — Mikkel S. Eriksen, Sia Furler & Tor Erik Hermansen, songwriters (performed by Shakira), Track from: Zootopia
"The Veil" — Peter Gabriel, songwriter (Peter Gabriel), Track from: Snowden
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"Just Like Fire" — Oscar Holter, Max Martin, P!nk & Shellback, songwriters (performed by P!nk), Track from: Alice Through The Looking Glass
"Purple Lamborghini" — Shamann Cooke, Sonny Moore & William Roberts, songwriters (performed by Skrillex & Rick Ross), Track from: Suicide Squad
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