Alla ricerca di qualcosa da vedere in una serata casalinga solitaria.
Film 981: "McFarland, USA" (2015) di Niki Caro
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ho scelto questa pellicola un po' a caso, nel senso che ne ero venuto a conoscenza avendo trovato su IMDb le foto della premiere qualche mese fa e mi ero chiesto cosa ci facesse Kevin Costner in mezzo a tanti messicani. O, più in generale, cosa ci facesse Kevin Costner su un red carpet...
Beh, sorpresa, "McFarland, USA" è un film ben fatto, strutturato in maniera funzionale a raccontare una storia di povertà e riscatto, sogni, speranze e realtà difficili. Il tutto - ed è ciò che mi è piaciuto di più - senza quella tendenza cinematografica (commerciale) a far sembrare la storia un miracolo per cui piangere. La regista Niki Caro racconta dei 7 ragazzi reclutati da Jim White (Costner) per la corsa campestre senza sentimentalismi smielati o rallenty commemorativi e, in generale, senza calcare troppo la mano sull'aspetto emotivio, valorizzando il suo film grazie a un buon cast, una sceneggiatura sensata che racconta la forza dell'impegno e della motivazione e una storia vera che è davvero un bel racconto da seguire.
Personalmente ho trovato molto ispirante la storia di questi ragazzi che, obbligati dalle loro situazioni familiari a lavorare per aiutare con i soldi, portano avanti un progetto che sembra più grande di loro (vincere il campionato), vanno a scuola e vivono le loro vite ben consapevoli dei loro obblighi e doveri e, non da meno, di avere solo questa possibilità per non finir male come la metà del resto della popolazione di McFarland. Inoltre io amo correre, il che ha certamente influito a farmi apprezzare questa pellicola.
Insomma, un buon prodotto sullo sport di squadra, sul valore dell'impegno (senza scappatoie) e della vera amicizia, oltre pregiudizi, il mito del sogno americano e della gratificazione che scaturisce dal solo possesso di oggetti. Io ho apprezzato.
Box Office: $44.7 milioni
Consigli: Pellicola sulla corsa campestre, tratta da una storia vera, su come 7 ragazzini provenienti da una comunità non certo privilegiata siano riusciti a far loro il sogno di moltissimi atleti. Un bel racconto senza fronzoli, asciutto nella narrazione che va dritto al punto. La scena della quinceañera esprime bene cosa voglia dire far parte di una comunità. Un film a cui dare una chance, anche se non proprio per ogni occasione.
Parola chiave: Palo Alto.
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Bengi
lunedì 31 agosto 2015
Film 981 - McFarland, USA
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venerdì 28 agosto 2015
Film 980 - Latin Lover
Ero rimasto con molta curiosità rispetto a questo progetto, specialmente perché è stato l'ultimo di una grandissima attrice italiana.
Film 980: "Latin Lover" (2015) di Cristina Comencini
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Preciso che l'ho visto, ma non esattamente sentito alla perfezione. Ho deciso di vederlo lo stesso al di là del bassissimo audio (mentre facevo tapis) perché era già il terzo film che iniziavo, dopo aver mollato i primi due per la stessa problematica. Preso per sfinimento mi sono autoconvinto che in fin dei conti non mi sarei perso poi così tante battute. Il che è vero solo in parte.
Fatta questa premessa, rimane il fatto che "Latin Lover" non mi ha del tutto convinto. L'idea di base è buona: attore di fama mondiale il cui seme si è sparso un po' in ogni dove, ha avuto 5 figlie - da madri diverse - che si ritrovano alla residenza di famiglia (e della prima moglie Virna Lisi) per commemorare la figura del padre presso il suo paese natio, San Vito dei Normanni in Puglia. L'improvvisa convivenza forzata di tutte le donne è un po' come una bomba ad orologeria ed innesca un meccanismo irreversibile verso numerosi punti di rottura dopo anni di situazioni irrisolte, malumori, chiacchiere e persino qualche voce di omosessualità.
Lo spunto di partenza si sposa bene, tra l'altro, con l'idea della Comencini di celebrare una figura iconica del mondo del cinema attraverso il personaggio di Saverio (forse ispirato a suo padre, non saprei dire), permettendosi così di spaziare in epoche e generi filmici che colorano e arricchiscono moltissimo questa sua ultima fatica, prodotto italiano insolitamente fuori dagli schemi e di ampio respiro (Spagna, Svezia, America, tutte nazionalità rappresentate nel film).
Dall'altra parte, però, tutto questo disturbo non porta a granché di innovativo. Il piglio è il solito della commedia italiana, che fa tanto trambusto e poi si perde in un malinconico ricordo buonista che mette le varie voci d'accordo. Tutte le donne, infatti, hanno le loro rivalità interne, le loro fragilità personali, tutte cose che rendono molto plausibile e veritiera la storia, ma nel finale l'"abbraccio" da famiglia allargata un po' alla Özpetek arriva a snaturare il quadro, tanto che dopo la burrasca la situazione si è aggiustata perfino meglio rispetto all'equilibrio della situazione iniziale. Insomma, per semplificare, si parte bene, ma si conclude come al solito. Un po' un peccato se si considera il gruppo di attori fantastico e internazionale, i mezzi che sicuramente è riuscita ad assicurarsi la produzione e il talento della Comencini che, non dimentichiamolo, è l'unica italiana insieme a Sorrentino che sia riuscita negli anni '00 ad avere un suo film candidato all'Oscar (nel 2006 "La bestia nel cuore" è stato candidato a Miglior film straniero). Visto il trailer, poi, mi sarei aspettato qualcosa di diverso, meno bloccato alle convenzionali tappe della commedia e magari un pelo più osato (per esempio: la sorella svedese cede alla avances del marito della sorella spagnola. Già che decidi di affrontare così una parte della storia, tanto vale buttarsi, no? E invece la situazione si risolve da sola, basta un abbraccio dopo il confronto verbale e poi puff, come se niente fosse accaduto, tanto è il marito che è un marpione fin dall'inizio... Troppo semplice, mi spiace).
Insomma, "Latin Lover" è divisibile a metà: da un parte ci mostra che anche il cinema italiano - Sorrentino, Guadagnino e Muccino a parte - ha i mezzi per scostarsi dalla perpetrata immagine-fotocopia di sé che da troppo tempo si ripete; dall'altra è ancora più un ibrido che un esperimento riuscito, in quanto non riesce a ritagliarsi una dimensione propria che vada oltre le buone prmesse e proceda per tutti i 104 minuti di durata.
Ps. Un'occhiata al cast: Virna Lisi, Marisa Paredes ("Il fiore del mio segreto"), Valeria Bruni Tedeschi, Angela Finocchiaro, Candela Peña, Pihla Viitala ("Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe"), Nadeah Miranda, Francesco Scianna, Jordi Mollà ("Elizabeth: The Golden Age" e, anche lui, "Il fiore del mio segreto"), Neri Marcorè, Claudio Gioè, Lluís Homar ("Gli abbracci spezzati", "Con gli occhi dell'assassino"), Toni Bertorelli.
Pps. Il film ha ricevuto 4 candidature ai David di Donatello 2015 per Miglior attrice (Virna Lisi), costumi, acconciature e trucco.
Box Office: € 2.084.332 (solo Italia)
Consigli: Questa pellicola è dedicata, naturalmente, alla splendida Virna Lisi. Anche solo per il fatto che sia l'ultimo progetto cui si è dedicata è un valido motivo per dare una possibilità a questo storia e alle sue brave protagoniste femminili. Il cast è veramente buono e anche se la sceneggiatura finisce per rivelarsi un po' la solita minestra riscaldata, vedere "Latin Lover" non fa certo né male né danno. Lascia forse un po' di nostalgia, ma del resto parliamo di una storia sul ricordo, collettivo e personale.
Parola chiave: Famiglia.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 980: "Latin Lover" (2015) di Cristina Comencini
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Preciso che l'ho visto, ma non esattamente sentito alla perfezione. Ho deciso di vederlo lo stesso al di là del bassissimo audio (mentre facevo tapis) perché era già il terzo film che iniziavo, dopo aver mollato i primi due per la stessa problematica. Preso per sfinimento mi sono autoconvinto che in fin dei conti non mi sarei perso poi così tante battute. Il che è vero solo in parte.
Fatta questa premessa, rimane il fatto che "Latin Lover" non mi ha del tutto convinto. L'idea di base è buona: attore di fama mondiale il cui seme si è sparso un po' in ogni dove, ha avuto 5 figlie - da madri diverse - che si ritrovano alla residenza di famiglia (e della prima moglie Virna Lisi) per commemorare la figura del padre presso il suo paese natio, San Vito dei Normanni in Puglia. L'improvvisa convivenza forzata di tutte le donne è un po' come una bomba ad orologeria ed innesca un meccanismo irreversibile verso numerosi punti di rottura dopo anni di situazioni irrisolte, malumori, chiacchiere e persino qualche voce di omosessualità.
Lo spunto di partenza si sposa bene, tra l'altro, con l'idea della Comencini di celebrare una figura iconica del mondo del cinema attraverso il personaggio di Saverio (forse ispirato a suo padre, non saprei dire), permettendosi così di spaziare in epoche e generi filmici che colorano e arricchiscono moltissimo questa sua ultima fatica, prodotto italiano insolitamente fuori dagli schemi e di ampio respiro (Spagna, Svezia, America, tutte nazionalità rappresentate nel film).
Dall'altra parte, però, tutto questo disturbo non porta a granché di innovativo. Il piglio è il solito della commedia italiana, che fa tanto trambusto e poi si perde in un malinconico ricordo buonista che mette le varie voci d'accordo. Tutte le donne, infatti, hanno le loro rivalità interne, le loro fragilità personali, tutte cose che rendono molto plausibile e veritiera la storia, ma nel finale l'"abbraccio" da famiglia allargata un po' alla Özpetek arriva a snaturare il quadro, tanto che dopo la burrasca la situazione si è aggiustata perfino meglio rispetto all'equilibrio della situazione iniziale. Insomma, per semplificare, si parte bene, ma si conclude come al solito. Un po' un peccato se si considera il gruppo di attori fantastico e internazionale, i mezzi che sicuramente è riuscita ad assicurarsi la produzione e il talento della Comencini che, non dimentichiamolo, è l'unica italiana insieme a Sorrentino che sia riuscita negli anni '00 ad avere un suo film candidato all'Oscar (nel 2006 "La bestia nel cuore" è stato candidato a Miglior film straniero). Visto il trailer, poi, mi sarei aspettato qualcosa di diverso, meno bloccato alle convenzionali tappe della commedia e magari un pelo più osato (per esempio: la sorella svedese cede alla avances del marito della sorella spagnola. Già che decidi di affrontare così una parte della storia, tanto vale buttarsi, no? E invece la situazione si risolve da sola, basta un abbraccio dopo il confronto verbale e poi puff, come se niente fosse accaduto, tanto è il marito che è un marpione fin dall'inizio... Troppo semplice, mi spiace).
Insomma, "Latin Lover" è divisibile a metà: da un parte ci mostra che anche il cinema italiano - Sorrentino, Guadagnino e Muccino a parte - ha i mezzi per scostarsi dalla perpetrata immagine-fotocopia di sé che da troppo tempo si ripete; dall'altra è ancora più un ibrido che un esperimento riuscito, in quanto non riesce a ritagliarsi una dimensione propria che vada oltre le buone prmesse e proceda per tutti i 104 minuti di durata.
Ps. Un'occhiata al cast: Virna Lisi, Marisa Paredes ("Il fiore del mio segreto"), Valeria Bruni Tedeschi, Angela Finocchiaro, Candela Peña, Pihla Viitala ("Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe"), Nadeah Miranda, Francesco Scianna, Jordi Mollà ("Elizabeth: The Golden Age" e, anche lui, "Il fiore del mio segreto"), Neri Marcorè, Claudio Gioè, Lluís Homar ("Gli abbracci spezzati", "Con gli occhi dell'assassino"), Toni Bertorelli.
Pps. Il film ha ricevuto 4 candidature ai David di Donatello 2015 per Miglior attrice (Virna Lisi), costumi, acconciature e trucco.
Box Office: € 2.084.332 (solo Italia)
Consigli: Questa pellicola è dedicata, naturalmente, alla splendida Virna Lisi. Anche solo per il fatto che sia l'ultimo progetto cui si è dedicata è un valido motivo per dare una possibilità a questo storia e alle sue brave protagoniste femminili. Il cast è veramente buono e anche se la sceneggiatura finisce per rivelarsi un po' la solita minestra riscaldata, vedere "Latin Lover" non fa certo né male né danno. Lascia forse un po' di nostalgia, ma del resto parliamo di una storia sul ricordo, collettivo e personale.
Parola chiave: Famiglia.
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giovedì 27 agosto 2015
Film 979 - Slevin - Patto criminale
Settimana prima della partenza per la Sicilia, ho massimizzato il mio sforzo di corsa cercando di obbligarmi sul tapis roulant per tutta la durata di una pellicola: questa è stata la mia prima scelta.
Film 979: "Slevin - Patto criminale" (2006) di Paul McGuigan
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: 9 anni fa lo andai a vedere al cinema e mi lascio un'ottima impressione, ma ormai non ricordavo più, se non a grandi linee, quale fosse la storia di questo "Lucky Number Slevin".
La seconda visione è stata più che altro una prima, nel senso che a parte qualcosina - ma proprio una - non ricordavo una mazza, per cui rivederlo ha avuto senso e mi è (nuovamente) piaciuto. "Slevin" è un bel film, fatto bene, lascia subito lo spettatore incuriosito di sapere cosa diavolo stia succedendo e, soprattutto, come farà il protagonista (Josh Hartnett) ad arrivare alla fine della storia. La trama è a dir poco intricata, piena di colpi di scena, soppresse, violenza, pugni pugni pungi e un finalone bomba che mi ha lasciato ampiamente soddisfatto, proprio come la prima volta al cinema. Il che gioca ampiamente a favore della pellicola di McGuigan.
Insomma, "Slevin - Patto criminale" è un thriller intrigante e, anche se non perfetto, a mio avviso avrebbe meritato più attenzione rispetto a quanto ne abbia ricevuta. La storia è buona, dinamica, non annoia e diverte, il cast è fantastico - e già nove anni fa avevamo la sovraesposizione cinematografica di Ben Kingsley e Morgan Freeman -, lo stile retrò molto accattivante e il risultato finale assolutamente godibile. Un buon lavoro.
Ps. Il cast: Josh Hartnett, Bruce Willis, Morgan Freeman, Ben Kingsley, Lucy Liu, Stanley Tucci, Danny Aiello, Corey Stoll, Robert Forster.
Box Office: $56.3 milioni
Consigli: Un buon diversivo per una serata in cui non si sappia cosa guardare, è un film di qualche anno fa di cui non so in quanti si ricordino effettivamente. Varrebbe la pena riprenderlo, è divertente, ben scritto e con un gruppo di attori in gran forma (Lucy Liu forse nel suo ruolo più frizzante, perfino di "Charlie's Angeles"). La storia è piena di colpi di scena e non lascia delusi.
Parola chiave: Corse dei cavalli.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 979: "Slevin - Patto criminale" (2006) di Paul McGuigan
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: 9 anni fa lo andai a vedere al cinema e mi lascio un'ottima impressione, ma ormai non ricordavo più, se non a grandi linee, quale fosse la storia di questo "Lucky Number Slevin".
La seconda visione è stata più che altro una prima, nel senso che a parte qualcosina - ma proprio una - non ricordavo una mazza, per cui rivederlo ha avuto senso e mi è (nuovamente) piaciuto. "Slevin" è un bel film, fatto bene, lascia subito lo spettatore incuriosito di sapere cosa diavolo stia succedendo e, soprattutto, come farà il protagonista (Josh Hartnett) ad arrivare alla fine della storia. La trama è a dir poco intricata, piena di colpi di scena, soppresse, violenza, pugni pugni pungi e un finalone bomba che mi ha lasciato ampiamente soddisfatto, proprio come la prima volta al cinema. Il che gioca ampiamente a favore della pellicola di McGuigan.
Insomma, "Slevin - Patto criminale" è un thriller intrigante e, anche se non perfetto, a mio avviso avrebbe meritato più attenzione rispetto a quanto ne abbia ricevuta. La storia è buona, dinamica, non annoia e diverte, il cast è fantastico - e già nove anni fa avevamo la sovraesposizione cinematografica di Ben Kingsley e Morgan Freeman -, lo stile retrò molto accattivante e il risultato finale assolutamente godibile. Un buon lavoro.
Ps. Il cast: Josh Hartnett, Bruce Willis, Morgan Freeman, Ben Kingsley, Lucy Liu, Stanley Tucci, Danny Aiello, Corey Stoll, Robert Forster.
Box Office: $56.3 milioni
Consigli: Un buon diversivo per una serata in cui non si sappia cosa guardare, è un film di qualche anno fa di cui non so in quanti si ricordino effettivamente. Varrebbe la pena riprenderlo, è divertente, ben scritto e con un gruppo di attori in gran forma (Lucy Liu forse nel suo ruolo più frizzante, perfino di "Charlie's Angeles"). La storia è piena di colpi di scena e non lascia delusi.
Parola chiave: Corse dei cavalli.
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lunedì 24 agosto 2015
Film 978 - Spy
Eravameo quasi riusciti a perdercelo, ma correndo come dei matti siamo riusciti ad arrivare al cinema in tempo perfino per comprare i pop-corn!
Film 978: "Spy" (2015) di Paul Feig
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Lu, Licia, Marialuisa, Emanuele
Pensieri: S•T•U•P•E•N•D•O!
Da tempo non mi capitava di ridere così tanto e così di gusto al cinema e questo film ci è riuscito alla grande! Esilarante, spassoso, pazzo, pieno d'azione e di battute che fanno ridere, con ottimi protagonisti e una storia che riesce a regalare perfino qualche colpo di scena efficace! Cosa si può chiedere di più da un unico film?
La premessa è semplice: Susan (Melissa McCarthy) è un'agente CIA il cui compito è quello di dare supporto logistico ed informativo all'agente operativo Bradley Fine (Jude Law), di cui è palesemente innamorata e della qual cosa lui se ne approfitta. Susan, oltre a non essere un'agente operativo, è anche una donna single fuori forma e con poca confidenza in se stessa, il che va certamente a contribuire allo stupore della cosa quando la donna si propone come volontaria per una missione: infatti sono saltate tutte le coperture degli agenti CIA operativi, il che la rende una dei pochissimi volti ancora non noti dell'agenzia. Qual è la missione? Recuperare l'ordigno nucleare che si ritiene essere nelle mani di Rayna Boyanov (Rose Byrne) che è anche, cosa non da poco, l'assassina di Bradley Fine!
Tranquilli, non ho spoilerato granché, in realtà quanto detto fino ad ora fa parte principalmente del prologo, perché "Spy" ha tantissimo da offrire, a partire proprio dalla trama che spazia da Parigi, a Roma, a Budapest, raccontando le avventure - e disavventure, ammettiamolo - della novella agente Susan, tra una finta identità da gattara e l'altra.
Il divertimento è assicurato e non è un caso: Paul Feig, Melissa McCarthy e Rose Byrne hanno già lavorato assieme in quel gioiellino che è stato "Le amiche della sposa" (ma i primi due anche in "Corpi da reato"). Anche qui il regista riesce a tirare fuori il meglio dalle due attrici, nuovamente nemiche, che regalano alla pellicola una delle loro migliori performance comiche di sempre. Che la McCarthy sapesse far ridere lo sapevamo, ma che la Byrne potesse addirittura superarla non era per niente scontato! In tutto questo non dimentichiamo un piuttosto fuori-dal-solito-ruolo Jason Statham - che fa ridere! - e una (ai miei occhi sconosciuta) Miranda Hart perfetta miglior amica della protagonista.
Insomma, non si può aggiungere altro: "Spy" è l'action comedy migliore dell'anno!
Film 978 - Spy
Film 1101 - Spy
Film 1492 - Spy
Film 1810 - Spy
Ps. Super cast: Melissa McCarthy, Rose Byrne, Jude Law, Jason Statham, Miranda Hart, Bobby Cannavale, Allison Janney, Morena Baccarin, Nargis Fakhri, 50 Cent, Ben Falcone.
Box Office: $234.9 milioni
Consigli: Se amate le pellicole divertenti e dinamiche, pazze e sboccate o semplicemente apprezzate Melissa McCarthy, questo è certamente il film che fa per voi. Spassoso, pieno di battute comiche una dopo l'altra, con un grande cast e un risultato finale che può essere solo... da non perdere!
Parola chiave: Guardia del corpo.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 978: "Spy" (2015) di Paul Feig
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Lu, Licia, Marialuisa, Emanuele
Pensieri: S•T•U•P•E•N•D•O!
Da tempo non mi capitava di ridere così tanto e così di gusto al cinema e questo film ci è riuscito alla grande! Esilarante, spassoso, pazzo, pieno d'azione e di battute che fanno ridere, con ottimi protagonisti e una storia che riesce a regalare perfino qualche colpo di scena efficace! Cosa si può chiedere di più da un unico film?
La premessa è semplice: Susan (Melissa McCarthy) è un'agente CIA il cui compito è quello di dare supporto logistico ed informativo all'agente operativo Bradley Fine (Jude Law), di cui è palesemente innamorata e della qual cosa lui se ne approfitta. Susan, oltre a non essere un'agente operativo, è anche una donna single fuori forma e con poca confidenza in se stessa, il che va certamente a contribuire allo stupore della cosa quando la donna si propone come volontaria per una missione: infatti sono saltate tutte le coperture degli agenti CIA operativi, il che la rende una dei pochissimi volti ancora non noti dell'agenzia. Qual è la missione? Recuperare l'ordigno nucleare che si ritiene essere nelle mani di Rayna Boyanov (Rose Byrne) che è anche, cosa non da poco, l'assassina di Bradley Fine!
Tranquilli, non ho spoilerato granché, in realtà quanto detto fino ad ora fa parte principalmente del prologo, perché "Spy" ha tantissimo da offrire, a partire proprio dalla trama che spazia da Parigi, a Roma, a Budapest, raccontando le avventure - e disavventure, ammettiamolo - della novella agente Susan, tra una finta identità da gattara e l'altra.
Il divertimento è assicurato e non è un caso: Paul Feig, Melissa McCarthy e Rose Byrne hanno già lavorato assieme in quel gioiellino che è stato "Le amiche della sposa" (ma i primi due anche in "Corpi da reato"). Anche qui il regista riesce a tirare fuori il meglio dalle due attrici, nuovamente nemiche, che regalano alla pellicola una delle loro migliori performance comiche di sempre. Che la McCarthy sapesse far ridere lo sapevamo, ma che la Byrne potesse addirittura superarla non era per niente scontato! In tutto questo non dimentichiamo un piuttosto fuori-dal-solito-ruolo Jason Statham - che fa ridere! - e una (ai miei occhi sconosciuta) Miranda Hart perfetta miglior amica della protagonista.
Insomma, non si può aggiungere altro: "Spy" è l'action comedy migliore dell'anno!
Film 978 - Spy
Film 1101 - Spy
Film 1492 - Spy
Film 1810 - Spy
Ps. Super cast: Melissa McCarthy, Rose Byrne, Jude Law, Jason Statham, Miranda Hart, Bobby Cannavale, Allison Janney, Morena Baccarin, Nargis Fakhri, 50 Cent, Ben Falcone.
Box Office: $234.9 milioni
Consigli: Se amate le pellicole divertenti e dinamiche, pazze e sboccate o semplicemente apprezzate Melissa McCarthy, questo è certamente il film che fa per voi. Spassoso, pieno di battute comiche una dopo l'altra, con un grande cast e un risultato finale che può essere solo... da non perdere!
Parola chiave: Guardia del corpo.
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Film 977 - Pixels
A Rimini per goderci un meritato weekend di mare, ci siamo invece beccati la pioggia. Non ci siamo buttati giù, semplicemente durante la tempesta ci siamo rifugiati al cinema!
Film 977: "Pixels" (2015) di Chris Columbus
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Lu
Pensieri: E' stato bistrattato da tutti, dipinto come uno dei più mal riusciti blockbuster estivi di sempre, eppure io non l'ho detestato, anzi. Ed è strano dirlo per me, visto che non sopporto né Adam Sandler né Kevin James...
Francamente, nell'ottica del puro intrattenimento, "Pixels" non ha nulla da invidiare ai suoi altri predecessori, munito com'è di una trama tutta azione, effetti speciali a gogo, un cast delle grandi occasioni a cui si aggiungono numerose guest stars (una su tutte Toru Iwatani, creatore di Pac-Man) e, neanche a dirlo, un folgorante effetto nostalgia per gli anni '80 in generale e i videogiochi e le sale giochi in particolare. Pac-Man, Space Invaders, Donkey Kong, Centipede, Galaga e Arkanoid rivivono grazie a questa pellicola che li riporta in vita con l'escamotage alieno (che va bene un po' per tutte le occasioni): la capsula del tempo inviata dalla NASA nel 1982 e contenente immagini e filmati della cultura terrestre viene di fatto intercettata dagli alieni, che però male interpretano il significato dei vari videogiochi contenuti nella capsula, che vengono considerati quali dichiarazione di guerra. Per rispondere, quindi, gli extraterrestri 'sfidano' i terrestri attraverso gli arcade e le loro regole, rendendo necessario l'intervento non tanto delle forze armate, quanto di professionisti del videogioco vintage. Non tarderà a formarsi la squadra, incaricata di battere i giochi alieni e, di conseguenza, salvare il mondo.
Si capisce già che non stiamo parlando di alcunché di filosofico, eppure direi che non si discosta per nulla dal disimpegno estivo di rito e a vederlo non si rimane delusi se ciò che si cercava era, appunto, distrazione. Non dico che l'ho trovato fantastico, ma certamente non così pessimo come lo hanno descritto. Si vede tranquillamente e ci si fa anche qualche risata.
Ps. Il cast: Adam Sandler, Kevin James, Michelle Monaghan, Peter Dinklage, Josh Gad, Brian Cox, Sean Bean, Jane Krakowski, Dan Aykroyd, Lainie Kazan, Ashley Benson, Affion Crockett, Matt Lintz, Toru Iwatani, John Oates, Serena Williams e Martha Stewart.
Box Office: $173.9 milioni
Consigli: Diversamente da "Babadook" che aveva ottenuto così tante recensioni positive, questo "Pixels" ne ha ottenute altrettante negative, ma al contrario del primo film mi è piaciuto. Chiaramente nei termini di una pellicola facile facile che intrattiene i suoi spettatori grazie a effetti speciali a manetta e battute per ridere in maniera istantanea. E' il titolo perfetto per rilassarsi davanti a una storia semplice, colorata e con qualche tocco nostalgico targato anni '80. Per gradire!
Parola chiave: Occhiali.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 977: "Pixels" (2015) di Chris Columbus
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Lu
Pensieri: E' stato bistrattato da tutti, dipinto come uno dei più mal riusciti blockbuster estivi di sempre, eppure io non l'ho detestato, anzi. Ed è strano dirlo per me, visto che non sopporto né Adam Sandler né Kevin James...
Francamente, nell'ottica del puro intrattenimento, "Pixels" non ha nulla da invidiare ai suoi altri predecessori, munito com'è di una trama tutta azione, effetti speciali a gogo, un cast delle grandi occasioni a cui si aggiungono numerose guest stars (una su tutte Toru Iwatani, creatore di Pac-Man) e, neanche a dirlo, un folgorante effetto nostalgia per gli anni '80 in generale e i videogiochi e le sale giochi in particolare. Pac-Man, Space Invaders, Donkey Kong, Centipede, Galaga e Arkanoid rivivono grazie a questa pellicola che li riporta in vita con l'escamotage alieno (che va bene un po' per tutte le occasioni): la capsula del tempo inviata dalla NASA nel 1982 e contenente immagini e filmati della cultura terrestre viene di fatto intercettata dagli alieni, che però male interpretano il significato dei vari videogiochi contenuti nella capsula, che vengono considerati quali dichiarazione di guerra. Per rispondere, quindi, gli extraterrestri 'sfidano' i terrestri attraverso gli arcade e le loro regole, rendendo necessario l'intervento non tanto delle forze armate, quanto di professionisti del videogioco vintage. Non tarderà a formarsi la squadra, incaricata di battere i giochi alieni e, di conseguenza, salvare il mondo.
Si capisce già che non stiamo parlando di alcunché di filosofico, eppure direi che non si discosta per nulla dal disimpegno estivo di rito e a vederlo non si rimane delusi se ciò che si cercava era, appunto, distrazione. Non dico che l'ho trovato fantastico, ma certamente non così pessimo come lo hanno descritto. Si vede tranquillamente e ci si fa anche qualche risata.
Ps. Il cast: Adam Sandler, Kevin James, Michelle Monaghan, Peter Dinklage, Josh Gad, Brian Cox, Sean Bean, Jane Krakowski, Dan Aykroyd, Lainie Kazan, Ashley Benson, Affion Crockett, Matt Lintz, Toru Iwatani, John Oates, Serena Williams e Martha Stewart.
Box Office: $173.9 milioni
Consigli: Diversamente da "Babadook" che aveva ottenuto così tante recensioni positive, questo "Pixels" ne ha ottenute altrettante negative, ma al contrario del primo film mi è piaciuto. Chiaramente nei termini di una pellicola facile facile che intrattiene i suoi spettatori grazie a effetti speciali a manetta e battute per ridere in maniera istantanea. E' il titolo perfetto per rilassarsi davanti a una storia semplice, colorata e con qualche tocco nostalgico targato anni '80. Per gradire!
Parola chiave: Occhiali.
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venerdì 14 agosto 2015
Film 976 - Babadook
Visto il trailer in numerosi passaggi al cinema, eravamo tutti piuttosto curiosi di capire come potesse essere questa pellicola...
Film 976: "Babadook" (2014) di Jennifer Kent
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika, Lu
Pensieri: Una cocente delusione. E lo sottolineo: cocente!
Un trailer che lascia intendere una buona atmosfera, una locandina che elogia una storia apparentemente da brividi e una stagione - quella estiva - che in mancanza d'altro tende per la maggior parte all'horror, buono o cattivo che sia. Questo è cattivo.
Non perché manchi di atmosfere suggestive o non abbia veri momenti di paura, ma perché a) per la maggior parte della durata del film non succede proprio nulla e b) perché durante tutto questo nulla l'unica cosa che non manca mai sono le urla del maledettissimo bambino. Che diventa insopportabile, tanto da sperare che Babadook se lo prenda e porti via per sempre.
Raramente ho trovato una pellicola così fastidiosa da seguire, tanto da lasciarmi non solo insoddisfatto, ma anche con il mal di testa. Peccato, perché la performance Essie Davis, di cui avevamo praticamente perso le tracce dopo "La ragazza con l'orecchino di perla", è buona e l'attrice australiana dimostra di essere una protagonista valida, in grado di gestire da sola tutti i 93 minuti di pellicola. Ma "Babadook" è un titolo che non fa centro, un lento fracassatore di timpani dal finale strano e gli effetti speciali troppo deboli per riuscire a mostrare quel tanto che basterebbe in più per renderlo almeno una bella esperienza di paura. Perché dopo che ti sei subito un'ora di schiamazzi, grida, assurdità di un bambino odioso, speri davvero che almeno il racconto riuscirà là dove la caratterizzazione dei personaggi ha fallito, ovvero lascirti soddisfatto. E, invece, nemmeno il confronto con la tanto temuta ombra-possiedi-corpi regala un buon momento horror.
"Babadook" è una storia troppo basata sulle suggestioni e il riempimento di momenti vuoti tramite escamotage narrativi - sì, ok caratterizzare i 2/3 personaggi della vicenda, però non è che possiamo passare metà del tempo a vagliare le possibili implicazioni psicologiche di qualunque cosa accada... -, cosicché il risultato finale risulta essere un nulla di fatto, un già visto continuo che presenta un elemento di novità solo nel finale, che forse è l'aspetto più inquietante di tutta la vicenda. Ecco, da lì si poteva cominciare ad esplorare le possibili implicazioni di - e qui spoiler- vivere con un'ombra mostruosa nello scantinato, nutrendola e permettendole di scorazare libera per la stanza, dopo che ha provato ad uccidere te e tuo figlio...
Insomma, "The Babadook" è un po' come un soufflè cucinato dal sottoscritto: carico di speranze, ma in definitiva sgonfio dopo iniziali premesse positive.
Box Office: $6.95 milioni
Consigli: Francamente la delusione è stata tale che non lo rivedrei neanche per sbaglio. Caotico, rumoroso, con effetti speciali non sempre all'altezza. Potendo scegliere, meglio guardare qualcos'altro. Di horror più efficaci ce ne sono, eccome.
Parola chiave: Compleanno.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 976: "Babadook" (2014) di Jennifer Kent
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika, Lu
Pensieri: Una cocente delusione. E lo sottolineo: cocente!
Un trailer che lascia intendere una buona atmosfera, una locandina che elogia una storia apparentemente da brividi e una stagione - quella estiva - che in mancanza d'altro tende per la maggior parte all'horror, buono o cattivo che sia. Questo è cattivo.
Non perché manchi di atmosfere suggestive o non abbia veri momenti di paura, ma perché a) per la maggior parte della durata del film non succede proprio nulla e b) perché durante tutto questo nulla l'unica cosa che non manca mai sono le urla del maledettissimo bambino. Che diventa insopportabile, tanto da sperare che Babadook se lo prenda e porti via per sempre.
Raramente ho trovato una pellicola così fastidiosa da seguire, tanto da lasciarmi non solo insoddisfatto, ma anche con il mal di testa. Peccato, perché la performance Essie Davis, di cui avevamo praticamente perso le tracce dopo "La ragazza con l'orecchino di perla", è buona e l'attrice australiana dimostra di essere una protagonista valida, in grado di gestire da sola tutti i 93 minuti di pellicola. Ma "Babadook" è un titolo che non fa centro, un lento fracassatore di timpani dal finale strano e gli effetti speciali troppo deboli per riuscire a mostrare quel tanto che basterebbe in più per renderlo almeno una bella esperienza di paura. Perché dopo che ti sei subito un'ora di schiamazzi, grida, assurdità di un bambino odioso, speri davvero che almeno il racconto riuscirà là dove la caratterizzazione dei personaggi ha fallito, ovvero lascirti soddisfatto. E, invece, nemmeno il confronto con la tanto temuta ombra-possiedi-corpi regala un buon momento horror.
"Babadook" è una storia troppo basata sulle suggestioni e il riempimento di momenti vuoti tramite escamotage narrativi - sì, ok caratterizzare i 2/3 personaggi della vicenda, però non è che possiamo passare metà del tempo a vagliare le possibili implicazioni psicologiche di qualunque cosa accada... -, cosicché il risultato finale risulta essere un nulla di fatto, un già visto continuo che presenta un elemento di novità solo nel finale, che forse è l'aspetto più inquietante di tutta la vicenda. Ecco, da lì si poteva cominciare ad esplorare le possibili implicazioni di - e qui spoiler- vivere con un'ombra mostruosa nello scantinato, nutrendola e permettendole di scorazare libera per la stanza, dopo che ha provato ad uccidere te e tuo figlio...
Insomma, "The Babadook" è un po' come un soufflè cucinato dal sottoscritto: carico di speranze, ma in definitiva sgonfio dopo iniziali premesse positive.
Box Office: $6.95 milioni
Consigli: Francamente la delusione è stata tale che non lo rivedrei neanche per sbaglio. Caotico, rumoroso, con effetti speciali non sempre all'altezza. Potendo scegliere, meglio guardare qualcos'altro. Di horror più efficaci ce ne sono, eccome.
Parola chiave: Compleanno.
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Film 975 - Necropolis - La città dei morti
Di nuovo cena a quattro, di nuovo film dell'orrore!
Film 975: "Necropolis - La città dei morti" (2014) di John Erick Dowdle
Visto: dalla tv di Claudia
Lingua: italiano
Compagnia: Lu, Claudia, Carla
Pensieri: Mi era talmente piaciuto che, alla fine, ho comprato il dvd. Non si tratta certo di un capolavoro, ma alla fine rimane una pellicola efficace nel creare la giusta atmosfera claustrofobica e di paura, per un risultato finale che lascia soddisfatti.
Insomma, un buon horror a basso budget che riesce perfino a proporre una storia meno scontata del solito, tirando in ballo catacombe parigini, pietre filosofali, Inferno dantesco... Diciamo pure che ci si sono impegnati e, per quanto sia una boiata, lo sforzo è apprezzabile e "As Above, So Below" lascia inaspettatamente soddisfatti. Anche alla seconda visione.
Film 794 - Necropolis - La città dei morti
Film 794 - Necropolis - La città dei morti
Film 1825 - As Above, So Below
Box Office: $41.9 milioni
Consigli: Claustrofobico, leggermente inquietante e suggestivo, questo horror ambientato a Parigi di certo non mancherà di condizionare chiunque abbia visto o intenda visitare le catacombe sotto la capitale francese. Che, dal canto loro, già di base non difettano in atmosfera lugubre (lo dico per esperienza diretta). "Necropolis" è una buona pellicola horror, perfetta per una serata estiva senza pretese da connotare con qualche brivido di paura...
Parola chiave: Tombino.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 975: "Necropolis - La città dei morti" (2014) di John Erick Dowdle
Visto: dalla tv di Claudia
Lingua: italiano
Compagnia: Lu, Claudia, Carla
Pensieri: Mi era talmente piaciuto che, alla fine, ho comprato il dvd. Non si tratta certo di un capolavoro, ma alla fine rimane una pellicola efficace nel creare la giusta atmosfera claustrofobica e di paura, per un risultato finale che lascia soddisfatti.
Insomma, un buon horror a basso budget che riesce perfino a proporre una storia meno scontata del solito, tirando in ballo catacombe parigini, pietre filosofali, Inferno dantesco... Diciamo pure che ci si sono impegnati e, per quanto sia una boiata, lo sforzo è apprezzabile e "As Above, So Below" lascia inaspettatamente soddisfatti. Anche alla seconda visione.
Film 794 - Necropolis - La città dei morti
Film 794 - Necropolis - La città dei morti
Film 1825 - As Above, So Below
Box Office: $41.9 milioni
Consigli: Claustrofobico, leggermente inquietante e suggestivo, questo horror ambientato a Parigi di certo non mancherà di condizionare chiunque abbia visto o intenda visitare le catacombe sotto la capitale francese. Che, dal canto loro, già di base non difettano in atmosfera lugubre (lo dico per esperienza diretta). "Necropolis" è una buona pellicola horror, perfetta per una serata estiva senza pretese da connotare con qualche brivido di paura...
Parola chiave: Tombino.
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giovedì 13 agosto 2015
Film 974 - Guardiani della Galassia
Avevo un sacco voglia di rivedere questo film e ne ho approfittato appena Skygo lo ha messo in programmazione!
Film 974: "Guardiani della Galassia" (2014) di James Gunn
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: C'è qualcosa in "Guardians of the Galaxy", una sorta di animo scherzoso e un po' farabutto che lo rende irresistibile, proprio come la faccia da schiaffi del protagonista Star-Lord/Chris Pratt. La conferma di quanto in effetti mi sia piaciuto il film l'ho avuta con questa seconda visione, oltre che molto attesa anche molto apprezzata: grandi scene d'azione, un gruppo di protagonisti svitati, un'avventura emozionante ed effetti speciali fantastici! E un appeal retrò garantito dalla magnifica colonna sonora, il cui volume due (in arrivo con la seconda parte della saga nel 2017) sono sicuro sarà altrettanto magnetico.
Un ottimo esempio di blockbuster, riuscito a conquistare pubblico e critica (incasso stratosferico e 2 candidature all'Oscar per trucco ed effetti speciali) e capace di intrattenere e divertire in maniera davvero efficace.
Ora la smetto con tutti questi elogi e finisco qui: "Guardiani della Galassia" bello.
Ps. Super cast assolutamente da elencare: Chris Pratt, Vin Diesel, Bradley Cooper, Zoe Saldana, Dave Bautista, Lee Pace, Michael Rooker, Karen Gillan, Djimon Hounsou, John C. Reilly, Glenn Close, Benicio del Toro, Laura Haddock, Sean Gunn, Nathan Fillion, Ophelia Lovibond e Josh Brolin.
- The Avengers
Film 411 - The Avengers
Film 808 - The Avengers
Film 1568 - The Avengers
Film 930 - Avengers: Age of Ultron
Film 932 - Avengers: Age of Ultron
Film 1177 - Avengers: Age of Ultron
Film 1571 - Avengers: Age of Ultron
Film 1613 - Avengers: Infinity War
Film 1757 - Avengers: Endgame
- Captain America
Film 695 - Captain America - Il primo vendicatore
Film 1660 - Captain America: The First Avenger
Film 814 - Captain America: The Winter Soldier
Film 1156 - Captain America: Civil War
Film 1395 - Captain America: Civil War
- Thor
Film 268 - Thor
Film 1191 - Thor
Film 1659 - Thor
Film 631 - Thor: The Dark World
Film 1193 - Thor: The Dark World
Film 1447 - Thor: Ragnarok
- Iron Man
Film 543 - Iron Man 2
Film 676 - Iron Man 3
- Ant-Man
Film 1004 - Ant-Man
Film 1195 - Ant-Man
- Doctor Strange
Film 1250 - Doctor Strange
Film 1433 - Doctor Strange
- Spider-Man
Film 1394 - Spider-Man: Homecoming
Film 1653 - Spider-Man: Homecoming
Film 467 - The Amazing Spider-Man
Film 718 - The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro
- Black Panther
Film 1612 - Black Panther
Guardiani della Galassia
Film 817 - Guardiani della Galassia
Film 974 - Guardiani della Galassia
Film 1054 - Guardiani della Galassia
Film 1358 - Guardiani della Galassia Vol. 2
Film 2193 - Guardians of the Galaxy Vol. 3
Box Office: $774.2 milioni
Consigli: Il cinema commerciale al suo meglio, una delle pellicole dell'anno scorso più riuscite, divertente e spassosa, con una miriade di personaggi assurdi e godibili, per un risultato finale d'impatto (anche un po' perché ne esplode di roba!). Consigliato per chi ama titoli leggeri, a cui piacciono le avventure intergalattiche e le compagnie strane oltre che la bella musica. Ma poi, diciamocelo, può piacere un po' a tutti.
Parola chiave: Il Collezionista.
Se ti interessa/ti è piaciuto
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#HollywoodCiak
Bengi
Film 974: "Guardiani della Galassia" (2014) di James Gunn
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: C'è qualcosa in "Guardians of the Galaxy", una sorta di animo scherzoso e un po' farabutto che lo rende irresistibile, proprio come la faccia da schiaffi del protagonista Star-Lord/Chris Pratt. La conferma di quanto in effetti mi sia piaciuto il film l'ho avuta con questa seconda visione, oltre che molto attesa anche molto apprezzata: grandi scene d'azione, un gruppo di protagonisti svitati, un'avventura emozionante ed effetti speciali fantastici! E un appeal retrò garantito dalla magnifica colonna sonora, il cui volume due (in arrivo con la seconda parte della saga nel 2017) sono sicuro sarà altrettanto magnetico.
Un ottimo esempio di blockbuster, riuscito a conquistare pubblico e critica (incasso stratosferico e 2 candidature all'Oscar per trucco ed effetti speciali) e capace di intrattenere e divertire in maniera davvero efficace.
Ora la smetto con tutti questi elogi e finisco qui: "Guardiani della Galassia" bello.
Ps. Super cast assolutamente da elencare: Chris Pratt, Vin Diesel, Bradley Cooper, Zoe Saldana, Dave Bautista, Lee Pace, Michael Rooker, Karen Gillan, Djimon Hounsou, John C. Reilly, Glenn Close, Benicio del Toro, Laura Haddock, Sean Gunn, Nathan Fillion, Ophelia Lovibond e Josh Brolin.
- The Avengers
Film 411 - The Avengers
Film 808 - The Avengers
Film 1568 - The Avengers
Film 930 - Avengers: Age of Ultron
Film 932 - Avengers: Age of Ultron
Film 1177 - Avengers: Age of Ultron
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Film 1613 - Avengers: Infinity War
Film 1757 - Avengers: Endgame
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Film 974 - Guardiani della Galassia
Film 1054 - Guardiani della Galassia
Film 1358 - Guardiani della Galassia Vol. 2
Film 2193 - Guardians of the Galaxy Vol. 3
Box Office: $774.2 milioni
Consigli: Il cinema commerciale al suo meglio, una delle pellicole dell'anno scorso più riuscite, divertente e spassosa, con una miriade di personaggi assurdi e godibili, per un risultato finale d'impatto (anche un po' perché ne esplode di roba!). Consigliato per chi ama titoli leggeri, a cui piacciono le avventure intergalattiche e le compagnie strane oltre che la bella musica. Ma poi, diciamocelo, può piacere un po' a tutti.
Parola chiave: Il Collezionista.
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mercoledì 12 agosto 2015
Film 973 - Life After Beth
Avevo visto la locandina e qualche red carpet della protagonista in giro per i festival a promuovere questo film, il che mi ha lasciato la curiosità di capire di cosa si trattasse. Appena lo streaming me lo ha concesso, ho approfondito...
Film 973: "Life After Beth" (2014) di Jeff Baena
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ero curioso di vedere questo film più che altro per via del cast e dei toni 'indipendenti'. Dal budget piuttosto ridotto ($2.4 milioni), "Life After Beth" è il classico esempio di prodotto più di nicchia che per le masse, con attori famosi ma di cui fatichi a ricordare il nome, anche se sai che da qualche parte li hai visti. La storia, pur divertente, non riesce però a catalizzare in maniera soddisfacente le buone premesse che parrebbero suggerire un titolo meno scontato del solito. Non che ci si inerpichi in cliché, semplicemente il risultato finale è così così.
Brevemente: la Beth del titolo (Aubrey Plaza) muore e ne rimangono tutti devastati, fidanzato e famiglia in particolare (Dane DeHaan, John C. Reilly, Molly Shannon). Qualche giorno dopo il funerale il ragazzo scopre che il suo ex amore è ancora "vivo", anche se non ne conosce il motivo. La realtà è che la ragazza non ricorda di essere morta, né sa di essere di fatto una zombie dotata di una forza straordinaria oltre che di un temperamento alquanto umorale e una certa famelica attitudine al cannibalismo. Da che i due fidanzati si ritrovano, la storia prenderà il suo inevitabile, tragico corso. Tragico solo perché morirà un sacco di gente, per il resto i toni di "Life After Beth" sono assolutamente da commedia noir relativamente splatter.
Anche se ho apprezzato gli sforzi di sceneggiatura e produzione e certamente Aubrey Plaza e Dane DeHaan danno una buona prova delle loro capacità, in generale questo film non riesce davvero a centrare l'obbiettivo, lasciando come incompiuto un cammino che durante il primo tempo sembrerebbe essere preso. Dopo le buone presse, la storia fatica a trovare un suo ritmo per un bel po' e, soprattutto, si fa piena di grida e sbraitamenti, oltre che una certa dose di assurdità che, tutto mixato insieme, rende la visione un pelo faticosa. Insomma, c'è meno commedia di quanto avrei voluto e, a dirla tutta, anche un filino troppe romanticherie. A seguito della visione, ho dovuto rivedere il mio preventivo inquadramento di questo titolo: non tanto una sorta di commedia a tinte horror a basso budget quanto, più che altro, un teen drama molto spiritoso nei toni e nelle premesse, ma con al contempo un sacco di contaminazioni 'rosa' (che pure saranno una presa in giro, ma nella quantità qui proposta non me lo aspettavo). Insomma, idea di base carina, buon cast, risultato finale non del tutto sufficiente.
Ps. Aubrey Plaza è famosa prevalentemente per la sua April Ludgate di "Parks and Recreation" e in questa pellicola appare il suo compagno di set Jim O'Heir nei panni del postino redivivo.
Box Office: $254,881
Consigli: Carino, anche se non del tutto riuscito, questo film si può tranquillamente vedere. Se si cerca qualcosa di sopra le righe e pure un po' violento/assurdo, con magari zombie che scorrazzano e una certa dose di sangue, "Life After Beth" è un titolo da tenere in considerazione per una serata meno tranquilla del solito. Ci sono molti urli.
Parola chiave: Smooth jazz.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 973: "Life After Beth" (2014) di Jeff Baena
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ero curioso di vedere questo film più che altro per via del cast e dei toni 'indipendenti'. Dal budget piuttosto ridotto ($2.4 milioni), "Life After Beth" è il classico esempio di prodotto più di nicchia che per le masse, con attori famosi ma di cui fatichi a ricordare il nome, anche se sai che da qualche parte li hai visti. La storia, pur divertente, non riesce però a catalizzare in maniera soddisfacente le buone premesse che parrebbero suggerire un titolo meno scontato del solito. Non che ci si inerpichi in cliché, semplicemente il risultato finale è così così.
Brevemente: la Beth del titolo (Aubrey Plaza) muore e ne rimangono tutti devastati, fidanzato e famiglia in particolare (Dane DeHaan, John C. Reilly, Molly Shannon). Qualche giorno dopo il funerale il ragazzo scopre che il suo ex amore è ancora "vivo", anche se non ne conosce il motivo. La realtà è che la ragazza non ricorda di essere morta, né sa di essere di fatto una zombie dotata di una forza straordinaria oltre che di un temperamento alquanto umorale e una certa famelica attitudine al cannibalismo. Da che i due fidanzati si ritrovano, la storia prenderà il suo inevitabile, tragico corso. Tragico solo perché morirà un sacco di gente, per il resto i toni di "Life After Beth" sono assolutamente da commedia noir relativamente splatter.
Anche se ho apprezzato gli sforzi di sceneggiatura e produzione e certamente Aubrey Plaza e Dane DeHaan danno una buona prova delle loro capacità, in generale questo film non riesce davvero a centrare l'obbiettivo, lasciando come incompiuto un cammino che durante il primo tempo sembrerebbe essere preso. Dopo le buone presse, la storia fatica a trovare un suo ritmo per un bel po' e, soprattutto, si fa piena di grida e sbraitamenti, oltre che una certa dose di assurdità che, tutto mixato insieme, rende la visione un pelo faticosa. Insomma, c'è meno commedia di quanto avrei voluto e, a dirla tutta, anche un filino troppe romanticherie. A seguito della visione, ho dovuto rivedere il mio preventivo inquadramento di questo titolo: non tanto una sorta di commedia a tinte horror a basso budget quanto, più che altro, un teen drama molto spiritoso nei toni e nelle premesse, ma con al contempo un sacco di contaminazioni 'rosa' (che pure saranno una presa in giro, ma nella quantità qui proposta non me lo aspettavo). Insomma, idea di base carina, buon cast, risultato finale non del tutto sufficiente.
Ps. Aubrey Plaza è famosa prevalentemente per la sua April Ludgate di "Parks and Recreation" e in questa pellicola appare il suo compagno di set Jim O'Heir nei panni del postino redivivo.
Box Office: $254,881
Consigli: Carino, anche se non del tutto riuscito, questo film si può tranquillamente vedere. Se si cerca qualcosa di sopra le righe e pure un po' violento/assurdo, con magari zombie che scorrazzano e una certa dose di sangue, "Life After Beth" è un titolo da tenere in considerazione per una serata meno tranquilla del solito. Ci sono molti urli.
Parola chiave: Smooth jazz.
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martedì 11 agosto 2015
Film 972 - Mortdecai
Sclete un po' casuali per tenersi occupati durante la cena.
Film 972: "Mortdecai" (2015) di David Koepp
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "Charles Mortdecai ha fama di grande intrallazzatore, la sua specialità sono le opere d'arte di dubbia provenienza che rivende a personaggi a volte molto equivoci. A causa di un enorme debito col fisco inglese, è costretto dall'MI5 ad indagare sulla morte di una restauratrice di quadri e sulla sparizione di un prezioso dipinto di Goya. La missione si rivela subito molto pericolosa, perché forse il dipinto nasconde sul suo retro i codici segreti di un conto corrente in cui è depositato l'oro dei Nazisti e molti criminali in giro per il mondo fanno di tutto per rintracciarlo." - Wikipedia.
A parte per l'uso di 'intrallazzatore' che è una parola orrenda, trovo il riassunto di questa pellicola proposta da Wiki assolutamente efficace, per cui mi sembrava funzionale utilizzarla per riassumere gli avvenimenti di "Mortdecai", un titolo assolutamente dimenticabile.
Dopo l'insoddisfacente "Transcendence", Johnny Depp fa nuovamente squadra con Paul Bettany per il secondo insuccesso di fila di questa strana coppia. Non serve a niente portare nel gruppo Gwyneth Paltrow, Ewan McGregor, Jeff Goldblum e Olivia Munn, il flop è decretato dal botteghino e dalle recensioni dei critici che lo hanno bannato, nonostante sulla carta questa sembrasse davvero un'operazione vincente. Tratto dai romanzi di Kyril Bonfiglioli, "Mortdecai" vorrebbe essere una sorta di mix moderno di spionaggio, agenti segreti e comicidà alla "Johnny English", "Agente Smart - Casino totale" o (gli piacerebbe) "La pantera rosa", fallendo però nell'intento. Il protagonista vanesio e sciocco è antipatico, la femme fatal Paltrow poco credibile e l'atmosfera generale non riesce a divertire quanto lo spettatore si sarebbe aspettato. Ed è strano, perché c'è una certa dose di stramberia che normalmente sarebbe stata efficace a suscitare qualche risata. Ma sarà, appunto, che Charlie Mortdecai non suscita alcuna simpatia, il risultato finale è insipido e privo di brio. Il che, per una commedia, è un totale disastro.
Box Office: $30.4 milioni
Consigli: Dimenticabilissimo esempio di come sprecare un cast fantastico per una produzione banale e per niente ispirata. "Mortdecai" è un titolo inutile, non così orrendo come tutti lo hanno dipinto, ma certamente un inaspettato fallimento nelle filmografie di attori di Hollywood con la A maiuscola. Si può vedere e dimenticare nell'attimo in cui la pellicola finisce. Peccato, poteva essere fatto certamente di più.
Parola chiave: Baffi.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 972: "Mortdecai" (2015) di David Koepp
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "Charles Mortdecai ha fama di grande intrallazzatore, la sua specialità sono le opere d'arte di dubbia provenienza che rivende a personaggi a volte molto equivoci. A causa di un enorme debito col fisco inglese, è costretto dall'MI5 ad indagare sulla morte di una restauratrice di quadri e sulla sparizione di un prezioso dipinto di Goya. La missione si rivela subito molto pericolosa, perché forse il dipinto nasconde sul suo retro i codici segreti di un conto corrente in cui è depositato l'oro dei Nazisti e molti criminali in giro per il mondo fanno di tutto per rintracciarlo." - Wikipedia.
A parte per l'uso di 'intrallazzatore' che è una parola orrenda, trovo il riassunto di questa pellicola proposta da Wiki assolutamente efficace, per cui mi sembrava funzionale utilizzarla per riassumere gli avvenimenti di "Mortdecai", un titolo assolutamente dimenticabile.
Dopo l'insoddisfacente "Transcendence", Johnny Depp fa nuovamente squadra con Paul Bettany per il secondo insuccesso di fila di questa strana coppia. Non serve a niente portare nel gruppo Gwyneth Paltrow, Ewan McGregor, Jeff Goldblum e Olivia Munn, il flop è decretato dal botteghino e dalle recensioni dei critici che lo hanno bannato, nonostante sulla carta questa sembrasse davvero un'operazione vincente. Tratto dai romanzi di Kyril Bonfiglioli, "Mortdecai" vorrebbe essere una sorta di mix moderno di spionaggio, agenti segreti e comicidà alla "Johnny English", "Agente Smart - Casino totale" o (gli piacerebbe) "La pantera rosa", fallendo però nell'intento. Il protagonista vanesio e sciocco è antipatico, la femme fatal Paltrow poco credibile e l'atmosfera generale non riesce a divertire quanto lo spettatore si sarebbe aspettato. Ed è strano, perché c'è una certa dose di stramberia che normalmente sarebbe stata efficace a suscitare qualche risata. Ma sarà, appunto, che Charlie Mortdecai non suscita alcuna simpatia, il risultato finale è insipido e privo di brio. Il che, per una commedia, è un totale disastro.
Box Office: $30.4 milioni
Consigli: Dimenticabilissimo esempio di come sprecare un cast fantastico per una produzione banale e per niente ispirata. "Mortdecai" è un titolo inutile, non così orrendo come tutti lo hanno dipinto, ma certamente un inaspettato fallimento nelle filmografie di attori di Hollywood con la A maiuscola. Si può vedere e dimenticare nell'attimo in cui la pellicola finisce. Peccato, poteva essere fatto certamente di più.
Parola chiave: Baffi.
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nazismo,
Olivia Munn,
Paul Bettany,
tratto da un libro,
Ulrich Thomsen
Film 971 - Watchmen
Tornato dal primo weekend riminese sono rincasato con la voglia di vedere questo film. Senza troppo sapere perché, avevo il titolo che mi ronzava in testa...
Film 971: "Watchmen" (2009) di Zack Snyder
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Siccome me l'ero perso quando uscì al cinema e non lo avevo mai recuperato, ero rimasto con la curiosità di capire come potesse essere questo "Watchmen" di Snyder. Quest'ultimo è un regista discontinuo per quanto riguarda prodotti e incassi al botteghino, ma considerando che ha per le mani la pellicola più attesa del 2016 ("Batman v Superman: Dawn of Justice") e molti probabili successi degli anni a venire ("The Justice League Part One" e seguito), volevo un attimo prendermi il tempo per vedere la sua trasposizione dei supereroi del fumetto di Alan Moore.
Due considerazioni preliminari (anzi, tre): atmosfera cupissima e angosciante; 162 minuti di durata sono veramente troppi; la maggior parte degli attori qui ha lavorato in tv: Jeffrey Dean Morgan ("Grey's Anatomy", "Supernatural", "Extant"), Malin Åkerman ("The Comeback", "Childrens Hospital"), Matthew Goode ("The Good Wife"), Patrick Wilson ("Angels in America" e a breve in "Fargo"), Carla Gugino ("Californication", "Political Animals", "Entourage", "Spin City").
Le due (tre) considerazioni preliminari mi portano a dire un po' di cose. Innanzitutto la combinazione di cupo e lunghezza interminabile non aiuta lo spettatore non motivato: se devo pensare di subirmi quasi tre ore di film senza che nemmeno mi attragga o interessi, la scelta più ovvia è lasciar perdere. Di fatto "Watchmen" non è una pellicola di svago o puro intrattenimento. Inoltre la trama non esattamente intuitiva, la tendenza allo sproloquio e il fatto che spesso ci si chieda dove cavolo si voglia arrivare non aiuta. Senza contare il fatto che per una buona parte del film l'alieno blu (Billy Crudup) è tutto nudo, blu, ma nudo. A me non turba particolarmente, ma sono sicuro che la cosa all'epoca destò un certo scalpore.
In generale, comunque, una volta che si è entrati nella logica di questa storia non si rimane insoddisfatti. Pare che qualcuno voglia far fuori tutta la vecchia squadra dei Watchmen per non si sa quale losco piano, il che porterà il paranoico Rorschach (Jackie Earle Haley) a indagare e mettere in guardia gli altri. La sceneggiatura la prenderà molto alla lontana, ma prima o poi si arriverà a capire chi e perché lo sta facendo. Si tratta sempre di potere e soldi, anche nel mondo dei supereroi...
In definitiva la pellicola non mi è dispiaciuta, ma è un viaggio che non intraprenderei mai di nuovo. Troppo lungo, troppo intricato, troppo immotivatamente violento (soprattutto nel linguaggio, il che alla lunga stanca), troppo tutto. Nell'ottica del farsi un'opinione vederlo ha un senso, a maggior ragione se si gradiscono fumetti e affini, ma in generale non posso dire che sia una pellicola tanto ben riuscita da avermi colpito per qualcosa di specifico che non siano, e lì torniamo, le due (tre) considerazioni preliminari.
Box Office: $185.3 milioni
Consigli: Francamente bisogna essere preparati: lungo, intricato, un po' triste e violento. Tutto sommato non male e da quello che ho letto conforme all'originale fumetto, però è innegabile che sia un titolo non per tutti, alla faccia dei 130 milioni di budget e dell'etichetta blockbuster che sembrerebbe facile cucirgli addosso. In realtà si tratta di una storia meno commerciale del solito, più interessata all'approfondimento di personaggi e dinamiche anche se bisognerebbe ricordarsi che pure esagerare non aiuta. Un minimo di sforbiciata avrebbe alleggerito il carico, ma tutto sommato è un film che si può vedere, basta essere pronti. Effetti speciali buoni, ma quella specie di costruzione nell'altra galassia fa un po' ridere.
Parola chiave: Ozymandias.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 971: "Watchmen" (2009) di Zack Snyder
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Siccome me l'ero perso quando uscì al cinema e non lo avevo mai recuperato, ero rimasto con la curiosità di capire come potesse essere questo "Watchmen" di Snyder. Quest'ultimo è un regista discontinuo per quanto riguarda prodotti e incassi al botteghino, ma considerando che ha per le mani la pellicola più attesa del 2016 ("Batman v Superman: Dawn of Justice") e molti probabili successi degli anni a venire ("The Justice League Part One" e seguito), volevo un attimo prendermi il tempo per vedere la sua trasposizione dei supereroi del fumetto di Alan Moore.
Due considerazioni preliminari (anzi, tre): atmosfera cupissima e angosciante; 162 minuti di durata sono veramente troppi; la maggior parte degli attori qui ha lavorato in tv: Jeffrey Dean Morgan ("Grey's Anatomy", "Supernatural", "Extant"), Malin Åkerman ("The Comeback", "Childrens Hospital"), Matthew Goode ("The Good Wife"), Patrick Wilson ("Angels in America" e a breve in "Fargo"), Carla Gugino ("Californication", "Political Animals", "Entourage", "Spin City").
Le due (tre) considerazioni preliminari mi portano a dire un po' di cose. Innanzitutto la combinazione di cupo e lunghezza interminabile non aiuta lo spettatore non motivato: se devo pensare di subirmi quasi tre ore di film senza che nemmeno mi attragga o interessi, la scelta più ovvia è lasciar perdere. Di fatto "Watchmen" non è una pellicola di svago o puro intrattenimento. Inoltre la trama non esattamente intuitiva, la tendenza allo sproloquio e il fatto che spesso ci si chieda dove cavolo si voglia arrivare non aiuta. Senza contare il fatto che per una buona parte del film l'alieno blu (Billy Crudup) è tutto nudo, blu, ma nudo. A me non turba particolarmente, ma sono sicuro che la cosa all'epoca destò un certo scalpore.
In generale, comunque, una volta che si è entrati nella logica di questa storia non si rimane insoddisfatti. Pare che qualcuno voglia far fuori tutta la vecchia squadra dei Watchmen per non si sa quale losco piano, il che porterà il paranoico Rorschach (Jackie Earle Haley) a indagare e mettere in guardia gli altri. La sceneggiatura la prenderà molto alla lontana, ma prima o poi si arriverà a capire chi e perché lo sta facendo. Si tratta sempre di potere e soldi, anche nel mondo dei supereroi...
In definitiva la pellicola non mi è dispiaciuta, ma è un viaggio che non intraprenderei mai di nuovo. Troppo lungo, troppo intricato, troppo immotivatamente violento (soprattutto nel linguaggio, il che alla lunga stanca), troppo tutto. Nell'ottica del farsi un'opinione vederlo ha un senso, a maggior ragione se si gradiscono fumetti e affini, ma in generale non posso dire che sia una pellicola tanto ben riuscita da avermi colpito per qualcosa di specifico che non siano, e lì torniamo, le due (tre) considerazioni preliminari.
Box Office: $185.3 milioni
Consigli: Francamente bisogna essere preparati: lungo, intricato, un po' triste e violento. Tutto sommato non male e da quello che ho letto conforme all'originale fumetto, però è innegabile che sia un titolo non per tutti, alla faccia dei 130 milioni di budget e dell'etichetta blockbuster che sembrerebbe facile cucirgli addosso. In realtà si tratta di una storia meno commerciale del solito, più interessata all'approfondimento di personaggi e dinamiche anche se bisognerebbe ricordarsi che pure esagerare non aiuta. Un minimo di sforbiciata avrebbe alleggerito il carico, ma tutto sommato è un film che si può vedere, basta essere pronti. Effetti speciali buoni, ma quella specie di costruzione nell'altra galassia fa un po' ridere.
Parola chiave: Ozymandias.
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lunedì 10 agosto 2015
Film 970 - Ted 2
E' estate e un po' di cinema blockbuster volgarotto e stupido ci sta sempre!
Film 970: "Ted 2" (2015) di Seth MacFarlane
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Carino, sboccato come sempre, ma meno efficace del primo travolgente film.
L'orsetto Ted torna sullo schermo perché vuole sposarsi, ma lo Stato americano non lo riconosce come persona, bensì come oggetto. La qual cosa andrà a solleticare gli antichi istinti "da collezione" del pazzoide Donny (Giovanni Ribisi) che tenterà in tutti i modi di ostacolare i progetti di umanizzazione di Ted e John (Mark Wahlberg) solo per poterci ricavare soldi per lui e la Hasbro e milioni di cloni dell'orso (dopo averlo aperto e scoperto cosa c'è al suo interno che gli permette di essere vivo).
"Ted 2" va, quindi, in processo e chiama in causa anche certe tematiche di peso relativamente ai diritti e anche se i toni qui sono ben oltre lo scherzo o la commedia, rimane il fatto che se ne parla e male non può fare. Per il resto questa pellicola rimane una carrellata di assurdità e parolacce dove, sì, c'è qualche momento divertente e qualche battuta che fa ridere, ma essenzialmente si fa un po' fatica. Sia perché il linguaggio è volgare, la nuova avventura niente di che e i nuovi personaggi (Amanda Seyfried, Morgan Freeman, John Slattery) un po' inutili, ma più che altro perché - detta in tutta franchezza - del seguito di "Ted" ce ne frega pochino.
Il predecessore fu un enorme successo e la novità di linguaggio combinata all'assurdità della storia (cosa succede se il desiderio di un bambino di avere il suo orsetto giocattolo come miglior amico si avvera, questo prende vita e l'amicizia continua fino all'età adulta?) ne decretò certamente la fortuna, ma qui il richiamo è minore anche se sono passati solo 3 anni. Quindi no, non era necessario un secondo episodio, ma già che lo abbiamo vederlo non uccide. Ma il primo non si batte.
Ps. Cameo di Liam Neeson della durata di una scena, la sua parte era andata all'ex pastore di "Settimo cielo" Stephen Collins, poi rimpiazzato a seguito dello scandalo legato alle accuse di abuso sessuale su alcune minorenni confessato dallo stesso Collins alla (ormai ex) moglie che poi lo ha denunciato.
Pps. Cast piuttosto ricco tra protagonisti e camei vari: Mark Wahlberg, Seth MacFarlane, Amanda Seyfried, Giovanni Ribisi, John Slattery, Jessica Barth, Morgan Freeman, Tom Brady, Dennis Haysbert, Taran Killam, Jimmy Kimmel, Jay Leno, Kate McKinnon, Bobby Moynihan, Liam Neeson e Patrick Stewart.
Film 476 - Ted
Box Office: $166.3 milioni
Consigli: Inutile dire che se il primo film è piaciuto, questa nuova decalcomania piacerà altrettanto. Manca Mila Kunis che qui è stata rimpiazzata dalla sempre più secca Amanda Seyfried che, insieme a Ribisi e Neeson era nel cast del precedente film di MacFarlane "Un milione di modi per morire nel West" (che personalmente trovo molto più divertente di questo "Ted 2". Qui la storia procede verso una "vita più adulta in salsa Ted", ovvero la ricerca di situazioni più adulte pur rimanendo legati alle stupidaggini infantili della coppia orso di pezza & amico del cuore. Wahlberg qui è protagonista accessorio, è Ted a farla da padrone. In generale, comunque, questo film si può vedere, ma non è niente di che. Si astenga chi non ama la battuta terra terra...
Parola chiave: Contributo alla società.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 970: "Ted 2" (2015) di Seth MacFarlane
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Carino, sboccato come sempre, ma meno efficace del primo travolgente film.
L'orsetto Ted torna sullo schermo perché vuole sposarsi, ma lo Stato americano non lo riconosce come persona, bensì come oggetto. La qual cosa andrà a solleticare gli antichi istinti "da collezione" del pazzoide Donny (Giovanni Ribisi) che tenterà in tutti i modi di ostacolare i progetti di umanizzazione di Ted e John (Mark Wahlberg) solo per poterci ricavare soldi per lui e la Hasbro e milioni di cloni dell'orso (dopo averlo aperto e scoperto cosa c'è al suo interno che gli permette di essere vivo).
"Ted 2" va, quindi, in processo e chiama in causa anche certe tematiche di peso relativamente ai diritti e anche se i toni qui sono ben oltre lo scherzo o la commedia, rimane il fatto che se ne parla e male non può fare. Per il resto questa pellicola rimane una carrellata di assurdità e parolacce dove, sì, c'è qualche momento divertente e qualche battuta che fa ridere, ma essenzialmente si fa un po' fatica. Sia perché il linguaggio è volgare, la nuova avventura niente di che e i nuovi personaggi (Amanda Seyfried, Morgan Freeman, John Slattery) un po' inutili, ma più che altro perché - detta in tutta franchezza - del seguito di "Ted" ce ne frega pochino.
Il predecessore fu un enorme successo e la novità di linguaggio combinata all'assurdità della storia (cosa succede se il desiderio di un bambino di avere il suo orsetto giocattolo come miglior amico si avvera, questo prende vita e l'amicizia continua fino all'età adulta?) ne decretò certamente la fortuna, ma qui il richiamo è minore anche se sono passati solo 3 anni. Quindi no, non era necessario un secondo episodio, ma già che lo abbiamo vederlo non uccide. Ma il primo non si batte.
Ps. Cameo di Liam Neeson della durata di una scena, la sua parte era andata all'ex pastore di "Settimo cielo" Stephen Collins, poi rimpiazzato a seguito dello scandalo legato alle accuse di abuso sessuale su alcune minorenni confessato dallo stesso Collins alla (ormai ex) moglie che poi lo ha denunciato.
Pps. Cast piuttosto ricco tra protagonisti e camei vari: Mark Wahlberg, Seth MacFarlane, Amanda Seyfried, Giovanni Ribisi, John Slattery, Jessica Barth, Morgan Freeman, Tom Brady, Dennis Haysbert, Taran Killam, Jimmy Kimmel, Jay Leno, Kate McKinnon, Bobby Moynihan, Liam Neeson e Patrick Stewart.
Film 476 - Ted
Box Office: $166.3 milioni
Consigli: Inutile dire che se il primo film è piaciuto, questa nuova decalcomania piacerà altrettanto. Manca Mila Kunis che qui è stata rimpiazzata dalla sempre più secca Amanda Seyfried che, insieme a Ribisi e Neeson era nel cast del precedente film di MacFarlane "Un milione di modi per morire nel West" (che personalmente trovo molto più divertente di questo "Ted 2". Qui la storia procede verso una "vita più adulta in salsa Ted", ovvero la ricerca di situazioni più adulte pur rimanendo legati alle stupidaggini infantili della coppia orso di pezza & amico del cuore. Wahlberg qui è protagonista accessorio, è Ted a farla da padrone. In generale, comunque, questo film si può vedere, ma non è niente di che. Si astenga chi non ama la battuta terra terra...
Parola chiave: Contributo alla società.
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giovedì 6 agosto 2015
Film 969 - Contagious: Epidemia mortale
Incuriositi, abbiamo tentato...
Film 969: "Contagious: Epidemia mortale" (2015) di Henry Hobson
Visto: dal computer di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Pubblicizzato come il grande ritorno al cinema di Schwarzenegger con, in aggiunta, una capacità recitativa rediviva (per essere gentili), questo "Maggie" è stato francamente una mezza boiata. Ok, Arlond ci è diventato introspettivo (in un film sugli zombie), ma non è che si possa dire che sia avvenuto il miracolo: semplicemente invece di sparare anche agli acari, ogni tanto parla anche. Ok, ok, è una novità quasi assoluta, ma non basta a fare di questa pellicola un imperdibile evento cinematografico.
In un universo di prodotti legati a virus, apocalissi, non morti cannibali e via discorrendo, "Contagious: Epidemia mortale" (che titolo idiota) è semplicemente uno fra i tanti, esempio meno comune solo per quanto riguarda le tempistiche, insolitamente lente per il genere. C'è più spazio per l'introspezione, come dicevo, e un interessante novità: è il processo di trasformazione da umana in zombie che interessa questa storia, non ciò che avviene dopo. Ecco perché sbudellamento e azione sono presenzi in quantità minore.
In generale, quindi, pur presentato una premessa vagamente interessante - sempre di zombie parliamo - e un'inaspettata prospettiva, rimane il fatto che questa pellicola non aggiunge nulla di quanto abbiamo già visto più e più volte. Schwarzenegger papà - scusate, ma a che età è diventato padre? -, Abigail Breslin figlia infettata e Joely Richardson matrigna molto, molto buona.
Ps. Il film è stato presentato al Tribeca Film Festival del 2015.
Box Office: $182,874
Consigli: Post apocalittica visione di come potrebbe essere il mondo se un virus che trasforma lentamente in zombie cominciasse a contagiare le persone. Non totalmente originale, ma comunque accattivante. Però il tutto si perde un po' per strada, deragliando sul binario della prevedibilità e fallendo per quanto riguarda i tempi, che sono troppo lunghi e lenti. Il finale è giusto. Tutto sommato si può vedere, ma non fatevi ingannare da ciò che riportano sulla locandina.
Parola chiave: Quarantena.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 969: "Contagious: Epidemia mortale" (2015) di Henry Hobson
Visto: dal computer di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Pubblicizzato come il grande ritorno al cinema di Schwarzenegger con, in aggiunta, una capacità recitativa rediviva (per essere gentili), questo "Maggie" è stato francamente una mezza boiata. Ok, Arlond ci è diventato introspettivo (in un film sugli zombie), ma non è che si possa dire che sia avvenuto il miracolo: semplicemente invece di sparare anche agli acari, ogni tanto parla anche. Ok, ok, è una novità quasi assoluta, ma non basta a fare di questa pellicola un imperdibile evento cinematografico.
In un universo di prodotti legati a virus, apocalissi, non morti cannibali e via discorrendo, "Contagious: Epidemia mortale" (che titolo idiota) è semplicemente uno fra i tanti, esempio meno comune solo per quanto riguarda le tempistiche, insolitamente lente per il genere. C'è più spazio per l'introspezione, come dicevo, e un interessante novità: è il processo di trasformazione da umana in zombie che interessa questa storia, non ciò che avviene dopo. Ecco perché sbudellamento e azione sono presenzi in quantità minore.
In generale, quindi, pur presentato una premessa vagamente interessante - sempre di zombie parliamo - e un'inaspettata prospettiva, rimane il fatto che questa pellicola non aggiunge nulla di quanto abbiamo già visto più e più volte. Schwarzenegger papà - scusate, ma a che età è diventato padre? -, Abigail Breslin figlia infettata e Joely Richardson matrigna molto, molto buona.
Ps. Il film è stato presentato al Tribeca Film Festival del 2015.
Box Office: $182,874
Consigli: Post apocalittica visione di come potrebbe essere il mondo se un virus che trasforma lentamente in zombie cominciasse a contagiare le persone. Non totalmente originale, ma comunque accattivante. Però il tutto si perde un po' per strada, deragliando sul binario della prevedibilità e fallendo per quanto riguarda i tempi, che sono troppo lunghi e lenti. Il finale è giusto. Tutto sommato si può vedere, ma non fatevi ingannare da ciò che riportano sulla locandina.
Parola chiave: Quarantena.
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mercoledì 5 agosto 2015
Film 968 - Predestination
Scelta di Luigi, ma trailer visto e rivisto al cinema mi aveva già interessato...
Film 968: "Predestination" (2014) di The Spierig Brothers (Michael Spierig, Peter Spierig)
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Uno sci-fi intrigante e intricato, questo "Predestination" è inusuale per molteplici ragioni.
Innanzitutto a parte Ethan Hawke il cast è praticamente sconosciuto, quindi parliamo di un prodotto commerciale che si basa su un unico attore il cui appeal (commerciale) non è esattamente al suo top di carriera. Poi la storia è alquanto complessa dato che niente è come sembra. Parliamo di un racconto di fantascienza in cui paradossi temporali e viaggi nel tempo vanno a braccetto con autoriproduzione e cambio di sesso. Sì, lo so, sto spoilerando, ma non è possibile sorvolare sulla questione, che è davvero centrale nonché chiave di tutto.
Infine, manca una vera conclusione. Differentemente da quanto le premesse della avrebbero fatto pensare, non ci sarà alcun cambiamento di rotta, nessun punto di rottura. Il tutto viene raccontato, le cose che devono compiersi si compiono... e basta. Mi sarei aspettato un capovolgimento degli eventi, un elemento che sarebbe andato a guastare la situazione e, invece, niente. Il che - lo ammetto - sul momento mi ha fatto davvero innervosire.
Tutto sommato ora che ho la mente lucida e i giorni sono ampiamente passati, posso dire di aver trovato stimolante questa pellicola. Meno scontata di quanto la fantascienza abbia prodotto di recente, stranamente non interessata a parlare di intelligenza artificiale - il che ci ricorda che fantasy non è per forza robot & co. -, ricca di sottotrame e una contestualizzazione storica molto piacevole da seguire (per quanto i costumi siano assurdi), la storia direta dai fratelli Spierig è un ottimo esempio di cinema fantasy. Bisogna solo tenere presente che si deve rimanere concentrati per seguire bene i complessi sviluppi della trama, tra paroloni scientifici e stralci di biografie che andranno a comporre un puzzle complicatissimo da raccontare, ma che alla fine funziona. Come questo film.
Box Office: $4.1 milioni
Consigli: Tratto dal racconto breve "All You Zombies" di Robert A. Heinlein, questo film è maledettamente intricato, ma di quelli che alla fine della visione ti lasciano soddisfatto e contento di aver scelto di vederlo (il che non è poco). Una volta deciso che il compromesso dell'attenzione totale è sopportabile, ci si immerge in un'atmosfera surreale, volando avanti ed indietro nel tempo, seguendo il filo della storia di una vita straordinaria alla ricerca del misterioso terrorista Fizzle Bomber. Nel mezzo una miriade di accadimenti, una verità francamente inaspettata e a tratti inquietante e un risultato finale che vale la pena di essere visto. Ethan Hawke, che in questo genere di titoli ci sguazza (vedi "Gattaca"), qui è più stropicciato che mai. Una nota di merito a Sarah Snook che interpreta moleplici ruoli e riesce ad essere credibile in tutti.
Parola chiave: Intersessualità.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 968: "Predestination" (2014) di The Spierig Brothers (Michael Spierig, Peter Spierig)
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Uno sci-fi intrigante e intricato, questo "Predestination" è inusuale per molteplici ragioni.
Innanzitutto a parte Ethan Hawke il cast è praticamente sconosciuto, quindi parliamo di un prodotto commerciale che si basa su un unico attore il cui appeal (commerciale) non è esattamente al suo top di carriera. Poi la storia è alquanto complessa dato che niente è come sembra. Parliamo di un racconto di fantascienza in cui paradossi temporali e viaggi nel tempo vanno a braccetto con autoriproduzione e cambio di sesso. Sì, lo so, sto spoilerando, ma non è possibile sorvolare sulla questione, che è davvero centrale nonché chiave di tutto.
Infine, manca una vera conclusione. Differentemente da quanto le premesse della avrebbero fatto pensare, non ci sarà alcun cambiamento di rotta, nessun punto di rottura. Il tutto viene raccontato, le cose che devono compiersi si compiono... e basta. Mi sarei aspettato un capovolgimento degli eventi, un elemento che sarebbe andato a guastare la situazione e, invece, niente. Il che - lo ammetto - sul momento mi ha fatto davvero innervosire.
Tutto sommato ora che ho la mente lucida e i giorni sono ampiamente passati, posso dire di aver trovato stimolante questa pellicola. Meno scontata di quanto la fantascienza abbia prodotto di recente, stranamente non interessata a parlare di intelligenza artificiale - il che ci ricorda che fantasy non è per forza robot & co. -, ricca di sottotrame e una contestualizzazione storica molto piacevole da seguire (per quanto i costumi siano assurdi), la storia direta dai fratelli Spierig è un ottimo esempio di cinema fantasy. Bisogna solo tenere presente che si deve rimanere concentrati per seguire bene i complessi sviluppi della trama, tra paroloni scientifici e stralci di biografie che andranno a comporre un puzzle complicatissimo da raccontare, ma che alla fine funziona. Come questo film.
Box Office: $4.1 milioni
Consigli: Tratto dal racconto breve "All You Zombies" di Robert A. Heinlein, questo film è maledettamente intricato, ma di quelli che alla fine della visione ti lasciano soddisfatto e contento di aver scelto di vederlo (il che non è poco). Una volta deciso che il compromesso dell'attenzione totale è sopportabile, ci si immerge in un'atmosfera surreale, volando avanti ed indietro nel tempo, seguendo il filo della storia di una vita straordinaria alla ricerca del misterioso terrorista Fizzle Bomber. Nel mezzo una miriade di accadimenti, una verità francamente inaspettata e a tratti inquietante e un risultato finale che vale la pena di essere visto. Ethan Hawke, che in questo genere di titoli ci sguazza (vedi "Gattaca"), qui è più stropicciato che mai. Una nota di merito a Sarah Snook che interpreta moleplici ruoli e riesce ad essere credibile in tutti.
Parola chiave: Intersessualità.
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sci-fi,
terrorismo,
tratto da un libro,
viaggio nel tempo
martedì 4 agosto 2015
Film 967 - Ritorno al Marigold Hotel
Non ero riuscito a vederlo al cinema, così appena ho potuto ho recuperato a casa!
Film 967: "Ritorno al Marigold Hotel" (2015) di John Madden
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sequel del fortunato, primo episodio, "Marigold Hotel 2" è un ritorno alle atmosfere speziate, colorate e divertenti dell'altro film, anche se il risultato finale è meno riuscito.
La formula, che di fatto rimane la stessa precedente, è quella di espandere l'hotel per anziani in India e farne nascere un secondo per far crescere il business. Sonny e Muriel (Dev Patel e Maggie Smith) volano a San Diego per proporre la loro idea ad un magnate degli alberghi, che per valutare se scendere in affari manderà un ispettore in incognito per dare un giudizio su struttura, personale e fattibilità del progetto. In mezzo ci sarà anche l'organizzazione del matrimonio di Sonny con Sunaina (Tina Desai), il ritorno di chi se n'era andato e alcuni nuovi ospiti che porteranno le loro storie e personalità. Non mancheranno, quindi, equivoci e casini che andranno a complicare non poco la vita di tutti i protagonisti (tra gli altri Judi Dench, Bill Nighy, Celia Imrie, Ronald Pickup, Diana Hardcastle, Lillete Dubey, Richard Gere e Tamsin Greig) nonché la residenza in hotel.
La bella fotografia, il cast meraviglioso e la piacevolezza di questo prodotto cinematografico rendono tutta l'operazione 'secondo episodio' in ogni caso piacevole, anche se effettivamente meno magnetica dell'originale. L'inesauribile energia di Sonny è snervante e il suo continuo parlare cozza con la tranquillità degli altri personaggi e la loro neccessità di procedere con la loro vita in maniera lenta, pacata, tranquilla. Questo è l'elemento che più mi ha affaticato durante la visione, che altrimenti sarebbe stata solamente piacevole. Non dico che questo guasti "The Second Best Exotic Marigold Hotel", semplicemente lo rende più rumoroso (caratteristica che personalmente associo poco all'idea di terza età, idea che volente o meno ho agganciato a questo film).
Insomma, il secondo sbarco in India è molto gradito, ma la magica combinazione di elementi di "Marigold Hotel" era difficile da ripetere con la stessa poesia e ispirazione di 4 anni fa. Va detto forte e chiaro che ce ne vorrebbero di film come questo, pacati e delicati, sinceri e simpatici che propongono la vecchiaia non come un'ecatombe da cui fuggire, ma come un momento della vita che può regalare opportunità e sorprese, nonché nuovi amici. Anche solo per questo "Ritorno al Marigold Hotel" è una bella storia.
Film 398 - Marigold Hotel
Film 967 - Ritorno al Marigold Hotel
Film 1494 - The Best Exotic Marigold Hotel
Box Office: $86 milioni
Consigli: Primo e seconto film sono legati da una trama che riprende dove il primo finisce, di conseguenza ha senso vederli in ordine in modo da dare più senso al tutto. Vero è che anche se uno non avesse modo di recuperare la prima pellicola, questa storia è facilmente comprensibile in ogni caso. Entrambi i titoli sono delicati esempi di come una commedia sulla terza età non solo sia possibile, ma anche un successo di critica e box-office (entrambi i film sono costati 10 milioni di dollari, l'incasso totale è di $222.8 milioni). Il minimo che si possa fare è, dunque, dare al "Marigold Hotel" una chance e vedere se il gruppetto di anziani riesce a coinvolgervi. A me è piaciuto e anche se questo secondo film è meno riuscito del primo, le due storie insieme mi hanno messo di buon umore. E, se questo non bastasse... Ci sono Maggie Smith e Judi Dench protagoniste!
Parola chiave: Ispettore.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 967: "Ritorno al Marigold Hotel" (2015) di John Madden
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sequel del fortunato, primo episodio, "Marigold Hotel 2" è un ritorno alle atmosfere speziate, colorate e divertenti dell'altro film, anche se il risultato finale è meno riuscito.
La formula, che di fatto rimane la stessa precedente, è quella di espandere l'hotel per anziani in India e farne nascere un secondo per far crescere il business. Sonny e Muriel (Dev Patel e Maggie Smith) volano a San Diego per proporre la loro idea ad un magnate degli alberghi, che per valutare se scendere in affari manderà un ispettore in incognito per dare un giudizio su struttura, personale e fattibilità del progetto. In mezzo ci sarà anche l'organizzazione del matrimonio di Sonny con Sunaina (Tina Desai), il ritorno di chi se n'era andato e alcuni nuovi ospiti che porteranno le loro storie e personalità. Non mancheranno, quindi, equivoci e casini che andranno a complicare non poco la vita di tutti i protagonisti (tra gli altri Judi Dench, Bill Nighy, Celia Imrie, Ronald Pickup, Diana Hardcastle, Lillete Dubey, Richard Gere e Tamsin Greig) nonché la residenza in hotel.
La bella fotografia, il cast meraviglioso e la piacevolezza di questo prodotto cinematografico rendono tutta l'operazione 'secondo episodio' in ogni caso piacevole, anche se effettivamente meno magnetica dell'originale. L'inesauribile energia di Sonny è snervante e il suo continuo parlare cozza con la tranquillità degli altri personaggi e la loro neccessità di procedere con la loro vita in maniera lenta, pacata, tranquilla. Questo è l'elemento che più mi ha affaticato durante la visione, che altrimenti sarebbe stata solamente piacevole. Non dico che questo guasti "The Second Best Exotic Marigold Hotel", semplicemente lo rende più rumoroso (caratteristica che personalmente associo poco all'idea di terza età, idea che volente o meno ho agganciato a questo film).
Insomma, il secondo sbarco in India è molto gradito, ma la magica combinazione di elementi di "Marigold Hotel" era difficile da ripetere con la stessa poesia e ispirazione di 4 anni fa. Va detto forte e chiaro che ce ne vorrebbero di film come questo, pacati e delicati, sinceri e simpatici che propongono la vecchiaia non come un'ecatombe da cui fuggire, ma come un momento della vita che può regalare opportunità e sorprese, nonché nuovi amici. Anche solo per questo "Ritorno al Marigold Hotel" è una bella storia.
Film 398 - Marigold Hotel
Film 967 - Ritorno al Marigold Hotel
Film 1494 - The Best Exotic Marigold Hotel
Box Office: $86 milioni
Consigli: Primo e seconto film sono legati da una trama che riprende dove il primo finisce, di conseguenza ha senso vederli in ordine in modo da dare più senso al tutto. Vero è che anche se uno non avesse modo di recuperare la prima pellicola, questa storia è facilmente comprensibile in ogni caso. Entrambi i titoli sono delicati esempi di come una commedia sulla terza età non solo sia possibile, ma anche un successo di critica e box-office (entrambi i film sono costati 10 milioni di dollari, l'incasso totale è di $222.8 milioni). Il minimo che si possa fare è, dunque, dare al "Marigold Hotel" una chance e vedere se il gruppetto di anziani riesce a coinvolgervi. A me è piaciuto e anche se questo secondo film è meno riuscito del primo, le due storie insieme mi hanno messo di buon umore. E, se questo non bastasse... Ci sono Maggie Smith e Judi Dench protagoniste!
Parola chiave: Ispettore.
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The Second Best Exotic Marigold Hotel
lunedì 3 agosto 2015
Film 966 - The Kings of Summer
Uscito due anni fa, ne scopro l'esistenza solo oggi. COn molto ritardo recupero.
Film 966: "The Kings of Summer" (2013) di Jordan Vogt-Roberts
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non è un caso che questo film sia seguito alla visione di "Jurassic World" dato che l'ho scoperto solo perché mi sono documentato su uno dei ragazzi protagonisti della pellicola con i dinosauri, Nick Robinson. Incuriosito dal cast (in particolare Nick Offerman e la moglie Megan Mullally), dalla trama e dai toni indipendenti, alla fine mi sono ritagliato un momento per scoprire "The Kings of Summer".
Nonostante certe dinamiche famigliari dipinte dalle storie all-American mi lascino un tantino perplesso (se io fossi sparito di casa per un mese i miei mi avrebbero probabilmente chiuso in collegio a vita, per non dire ai lavori forzati), questa storia è carina e racconta in maniera anche divertente un personalissimo percorso di formazione di un gruppetto di adolescenti che scappano di casa perché insofferenti nei confronti dei loro genitori e si rintanano in mezzo al bosco, dove costruiscono letteralmente la loro casa. A parte i complimenti per l'abilità progettuale-manuale, l'idea di fuggire da casa per sottrarsi alle grinfie dei genitori penso sia venuta in mente un po' a tutti nel corso della (in quel momento luuuuunga) adolescenza, per poi finire in un misero buco nell'acqua. I ragazzi, invece, qui si lanciano nel progetto a tutto spiano, scappando verso una libertà cui non sono preparati, ma che profuma di sogni, promesse e ribellione a non finire. E' un po' la versione cinematografica di come potrebbe essere stato scappare se solo lo avessimo fatto (e se solo abitassimo di fiancoa d un bosco e avessimo le palle per dormire al suo interno).
Il film è stato presentato con successo al Sundance Film Festival (uno dei più grandi di cinema indipendente) del 2013. Non c'è da stupirsi, quindi, che per toni e realizzazione questa produzione rispecchi lo standard (sempre che ne esista uno) del prodotto un po' di nicchia, conosciuto da pochi, praticamente sconosciuto fuor idai confini nazionali di origine. Io per primo non lo avrei mai visto non fosse stato per la mia curiosità e, soprattutto, per lo streaming che rende disponibile prodotti altrimenti inaccessibili in Paesi come l'Itala, dove a parte le commedie nostrane e i blockbuster anglofoni fatica ad arrivare altro (ma stiamo migliorando). Ed è un peccato, perché anche se "The Kings of Summer" non è un capolavoro, è comunque un film piacevole, meno incline a conformarsi allo standard cinematografico contemporaneo e dal sapore giovane e fresco, una sorta di "Stand by Me" senza drammi. Sentimenti amorosi a parte.
Box Office: $1,315,590
Consigli: Storia carina, una sorta di avventura moderna dove tre ragazzi (Nick Robinson, Gabriel Basso, Moises Arias) decidono di lasciarsi casa, genitori e obblighi vari alle spalle per rifugiarsi in mezzo al bosco dove cominciano a vivere alla giornata. La realtà della vita senza adulti sarà più complicata di quanto non avessero previsto e, come è ovvio, le cose non andranno proprio come erano state immaginate. Un racconto sull'adolescenza, quindi, sui riti di passaggio e sulle esperienze che cambiano te e chi ti sta intorno. Se questo genere di storie piace, "The Kings of Summer" è un titolo perfetto. Per non parlare del fatto che è estate, e ogni scusa è buona per lasciarsi trasportare da qualche racconto che ci parla di puntare i piedi contro qualche regola, reglarci l'emozione di mandare tutto e tutti a quel paese alla ricerca di chi si è veramente e di una vita più leggera. Sbagliare è lecito quanto lo è procedere per tentativi. Soprattutto se a pagarne le conseguenze non siamo noi direttamente, ma i protagonisti di un film.
Parola chiave: Serpente.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 966: "The Kings of Summer" (2013) di Jordan Vogt-Roberts
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non è un caso che questo film sia seguito alla visione di "Jurassic World" dato che l'ho scoperto solo perché mi sono documentato su uno dei ragazzi protagonisti della pellicola con i dinosauri, Nick Robinson. Incuriosito dal cast (in particolare Nick Offerman e la moglie Megan Mullally), dalla trama e dai toni indipendenti, alla fine mi sono ritagliato un momento per scoprire "The Kings of Summer".
Nonostante certe dinamiche famigliari dipinte dalle storie all-American mi lascino un tantino perplesso (se io fossi sparito di casa per un mese i miei mi avrebbero probabilmente chiuso in collegio a vita, per non dire ai lavori forzati), questa storia è carina e racconta in maniera anche divertente un personalissimo percorso di formazione di un gruppetto di adolescenti che scappano di casa perché insofferenti nei confronti dei loro genitori e si rintanano in mezzo al bosco, dove costruiscono letteralmente la loro casa. A parte i complimenti per l'abilità progettuale-manuale, l'idea di fuggire da casa per sottrarsi alle grinfie dei genitori penso sia venuta in mente un po' a tutti nel corso della (in quel momento luuuuunga) adolescenza, per poi finire in un misero buco nell'acqua. I ragazzi, invece, qui si lanciano nel progetto a tutto spiano, scappando verso una libertà cui non sono preparati, ma che profuma di sogni, promesse e ribellione a non finire. E' un po' la versione cinematografica di come potrebbe essere stato scappare se solo lo avessimo fatto (e se solo abitassimo di fiancoa d un bosco e avessimo le palle per dormire al suo interno).
Il film è stato presentato con successo al Sundance Film Festival (uno dei più grandi di cinema indipendente) del 2013. Non c'è da stupirsi, quindi, che per toni e realizzazione questa produzione rispecchi lo standard (sempre che ne esista uno) del prodotto un po' di nicchia, conosciuto da pochi, praticamente sconosciuto fuor idai confini nazionali di origine. Io per primo non lo avrei mai visto non fosse stato per la mia curiosità e, soprattutto, per lo streaming che rende disponibile prodotti altrimenti inaccessibili in Paesi come l'Itala, dove a parte le commedie nostrane e i blockbuster anglofoni fatica ad arrivare altro (ma stiamo migliorando). Ed è un peccato, perché anche se "The Kings of Summer" non è un capolavoro, è comunque un film piacevole, meno incline a conformarsi allo standard cinematografico contemporaneo e dal sapore giovane e fresco, una sorta di "Stand by Me" senza drammi. Sentimenti amorosi a parte.
Box Office: $1,315,590
Consigli: Storia carina, una sorta di avventura moderna dove tre ragazzi (Nick Robinson, Gabriel Basso, Moises Arias) decidono di lasciarsi casa, genitori e obblighi vari alle spalle per rifugiarsi in mezzo al bosco dove cominciano a vivere alla giornata. La realtà della vita senza adulti sarà più complicata di quanto non avessero previsto e, come è ovvio, le cose non andranno proprio come erano state immaginate. Un racconto sull'adolescenza, quindi, sui riti di passaggio e sulle esperienze che cambiano te e chi ti sta intorno. Se questo genere di storie piace, "The Kings of Summer" è un titolo perfetto. Per non parlare del fatto che è estate, e ogni scusa è buona per lasciarsi trasportare da qualche racconto che ci parla di puntare i piedi contro qualche regola, reglarci l'emozione di mandare tutto e tutti a quel paese alla ricerca di chi si è veramente e di una vita più leggera. Sbagliare è lecito quanto lo è procedere per tentativi. Soprattutto se a pagarne le conseguenze non siamo noi direttamente, ma i protagonisti di un film.
Parola chiave: Serpente.
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