Altro film "da aereo". Cominciato sul volo di andata verso New York, l'ho finito su quello di ritorno
Film 704: "Last Vegas" (2013) di Jon Turteltaub
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non 1. Non 2. Non 3. Non 4, ma ben 5 (!) premi Oscar in questa commedia sulla terza età e i diversi modi di vederla e affrontarla. Ovvero come attirare il pubblico aficionado con nomi del calibro di Robert De Niro, Michael Douglas, Morgan Freeman, Kevin Kline e, unica presenza femminile rilevante, un'affascinantemente rifatta Mary Steenburgen. Questo è "Last Vegas" e non molto di più.
I quattro 'gal pal' che un po' si vogliono bene, un po' si odiano, un po' ricordano i bei vecchi tempi, un po' festeggiano e un po' corteggiano sono simpatici e abbastanza autoironici, anche se è evidente che la simpatia puramente cinematografica nella realtà tramuterebbe solamente in grande tristezza. Chi, infatti, non si sentirebbe leggermente a disagio nel trovare 4 anzianotti che - cito così, un po' alla rinfusa - vogliono rimorchiare giovani all'addio al nubilato, ballano in discoteca, si ubriacano di cocktail, danno party a cui sono invitati solo under 35? Insomma, è tutto accettabile solo in questa cornice di fiction. Allargando un pelo lo sguardo, poi, ci si accorge che la trama ha molti titoli "ispiratori", come per esempio "Una notte da leoni 2" o anche "Notte brava a Las Vegas".
In generale, comunque, questa pellicola è un prodotto di facilissimo consumo, perfetto su una tratta internazionale di un volo qualunque, estremamente facile da interrompere e rimprendere per un qualunque motivo legato al volo, senza alcun pericolo né di perdere qualche parte della storia, né qualche dialogo fondamentale.
Lo si può gradire perché il cast è oggettivamente pazzesco e perché, qualche volta, è piacevole anche sedersi, spegnere il cervello e lasciarsi raccontare una bella favoletta.
Box Office: $134,059,282
Consigli: Film divertente e innoquo, perfetto per passare del tempo spensierato o una serata tra amici. Il cast salva una trama quasi inesistente e, nonostante il botox qua e là, Mary Steenburgen rimane una donna particolarmente affascinante (canta perfino un paio di canzoni della colonna sonora).
Parola chiave: Matrimonio.
Trailer
Bengi
mercoledì 30 aprile 2014
Film 704 - Last Vegas
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The Hangover
martedì 29 aprile 2014
Film 703 - Rio 2
Prima volta al cinema negli Stati Uniti! La scelta è ricaduta sul cinema più vicino alla mia sistemazione, l'AMC Empire 25 sulla 42esima. Anche io, finalmente, contribuisco agli incassi settimanali del box-office USA!
Film 703: "Rio 2" (2014) di Carlos Saldanha
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Nonostante tutto il mio entusiasmo e la buona volontà... non ce l'ho fatta! Il cinemino serale delle 22.30 ha cominciato il suo sortilegio soporifero circa un'oretta dopo, ovvero a circa mezzora dall'inizio della pellicola dato che prima ho praticamente visto il trailer di qualunque altra cosa messa in produzione di recente (vedi "Maleficent") e pure i primi 5minuti in anteprima di "How to Train Your Dragon 2". Fico, ma deleterio per me e il mio jet-lag.
In sostanza ho molto gradito l'inizio di questo "Rio 2 - Missione Amazzonia", perfettamente comprensibile in inglese (e) senza sottotitoli e ho trovato divertente il nuovo quadro familiare di Blu e Jewel comprensivo di pargoletti e della nuova missione più 'selvaggia' rispetto al precedente episodio cinematografico. I personaggi-spalla, piuttosto divertenti, riescono a rendere l'insieme spensierato in maniera continuativa e il gioco del riconoscere le voci degli attori o cantanti che si sono prestati al doppiaggio è sinceramente spassoso (tra i tanti: Jesse Eisenberg, Anne Hathaway, Leslie Mann, Bruno Mars, Jamie Foxx, will.i.am, Kristin Chenoweth, Andy Garcia, Bruno Mars, Janelle Monáe, Rita Moreno, Tracy Morgan, Rodrigo Santoro). Insomma, direi che per quello che ho visto - credo ben più della metà del totale - "Rio 2" è in linea con il suo target di pubblico precedentemente conquistato con "Rio" e i non pochi $484,635,760 incassati dal primo film.
Non credo sorprenda nessuno se dico che, di fatto, addormentarmi qua e là non ha compromesso la comprensione di una trama per nulla sofisticata e a portata di tutti - essendo un prodotto per famiglie -, ergo credo di poter asserire abbastanza serenamente che, pur avendo "perso qualche colpo", la pellicola è carina e divertente, perfetta per il pubblico di bambini (e accompagnatori) cui si rivolge. Piacevole e buon esempio di sequel.
Film 258 - Rio
Box Office: $344,189,900 (ad oggi)
Consigli: Spensierato e per tutta la famiglia, coloratissimo e visivamente molto affascinante. Funziona nella sua missione di continuare la storia d'amore dei due pappagalli blu raccontandoni i risvolti familiari e, successivamente, legati alla loro - rinnovata - specie. In definitiva un film d'animazione carino e dal buon ritmo musicale.
Parola chiave: Amazzonia.
Trailer
Bengi
Film 703: "Rio 2" (2014) di Carlos Saldanha
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Nonostante tutto il mio entusiasmo e la buona volontà... non ce l'ho fatta! Il cinemino serale delle 22.30 ha cominciato il suo sortilegio soporifero circa un'oretta dopo, ovvero a circa mezzora dall'inizio della pellicola dato che prima ho praticamente visto il trailer di qualunque altra cosa messa in produzione di recente (vedi "Maleficent") e pure i primi 5minuti in anteprima di "How to Train Your Dragon 2". Fico, ma deleterio per me e il mio jet-lag.
In sostanza ho molto gradito l'inizio di questo "Rio 2 - Missione Amazzonia", perfettamente comprensibile in inglese (e) senza sottotitoli e ho trovato divertente il nuovo quadro familiare di Blu e Jewel comprensivo di pargoletti e della nuova missione più 'selvaggia' rispetto al precedente episodio cinematografico. I personaggi-spalla, piuttosto divertenti, riescono a rendere l'insieme spensierato in maniera continuativa e il gioco del riconoscere le voci degli attori o cantanti che si sono prestati al doppiaggio è sinceramente spassoso (tra i tanti: Jesse Eisenberg, Anne Hathaway, Leslie Mann, Bruno Mars, Jamie Foxx, will.i.am, Kristin Chenoweth, Andy Garcia, Bruno Mars, Janelle Monáe, Rita Moreno, Tracy Morgan, Rodrigo Santoro). Insomma, direi che per quello che ho visto - credo ben più della metà del totale - "Rio 2" è in linea con il suo target di pubblico precedentemente conquistato con "Rio" e i non pochi $484,635,760 incassati dal primo film.
Non credo sorprenda nessuno se dico che, di fatto, addormentarmi qua e là non ha compromesso la comprensione di una trama per nulla sofisticata e a portata di tutti - essendo un prodotto per famiglie -, ergo credo di poter asserire abbastanza serenamente che, pur avendo "perso qualche colpo", la pellicola è carina e divertente, perfetta per il pubblico di bambini (e accompagnatori) cui si rivolge. Piacevole e buon esempio di sequel.
Film 258 - Rio
Box Office: $344,189,900 (ad oggi)
Consigli: Spensierato e per tutta la famiglia, coloratissimo e visivamente molto affascinante. Funziona nella sua missione di continuare la storia d'amore dei due pappagalli blu raccontandoni i risvolti familiari e, successivamente, legati alla loro - rinnovata - specie. In definitiva un film d'animazione carino e dal buon ritmo musicale.
Parola chiave: Amazzonia.
Trailer
Bengi
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Film 702 - American Hustle - L'apparenza inganna
Volo verso New York: 2 film scelto, di nuovo una pellicola che avevo già visto.
Film 702: "American Hustle - L'apparenza inganna" (2013) di David O. Russell
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Un film che è stata una sorpresa, davvero. Un grande cast, una storia interessante, spiritosa, ben raccontata e dosata nel calare i suoi assi nella manica, per un finale agrodolce e al contempo estremamente soddisfacente.
Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper, Jeremy Renner e Jennifer Lawrence sono un fantastico quintetto, un gruppo di attori in grandissima forma, capaci di valere da soli l'intera visione della pellicola di David O. Russell che pure, questa volta, forse meritava un qualche significativo riconoscimento oltre alle solite candidature di rito. Eppure, nonostante le 10 nomination agli Oscar di quest'anno, né lui né il suo film sono riusciti a portare a casa nulla, schiacciati dalle pesanti vittorie di "Gravity" e "12 anni schiavo". Per la seconda volta in due anni Russell riesce nella magnifica impresa di far candidare tutti i suoi attori nelle 4 categorie degli Oscar (attore, attrice e attori non protagonisti) e, se l'anno scorso Jennifer Lawrence l'Academy Award se l'è portato a casa per davvero, quest'anno si è dovuta accostare "solo" del Golden Globe come Miglior attrice non protagonista; insieme a lei qui, Miglior attrice protagonista è stata ai GG Amy Adams, strepitosa e camaleontica nel ruolo di Sydney Prosser (l'attrice è arrivata alla sua quinta nomination all'Oscar: riuscirà mai a vincere?).
Rimane fuori dal gruppo dei grandi nominati solo Jeremy Renner, mentre per quanto riguarda gli altri attori maschi, entrambi riescono a scippare la loro seconda nomination all'Oscar della carriera con due personaggi divertissi, entrambi particolarmente incisivi: Bale per l'estrema trasformazione fisica dovuta ai tantissimi kg in eccesso, Cooper per il comportamento esagitato del suo Richie DiMaso, nonché i particolari bigodini.
Insomma, grandi performance a parte, "American Hustle" nonostante una partenza lenta e un po' priva di direzione si riscatta velocemente e riesce ad incuriosire lo spettatore capace di attendere. Se poi si ricorda che parte dei fatti raccontati sono veri, il tutto diventa ancora più intrigante...
Film 651 - American Hustle - L'apparenza inganna
Film 1226 - American Hustle - L'apparenza inganna
Box Office: $251,171,807
Consigli: Miglior film - Musical o Commedia ai Golden Globes 2014, questa pellicola è un ottimo esempio di buon cinema contemporaneo, nonché di un sodalizio artistico che pare legare piuttosto efficacemente il regista-sceneggiatore a molti degli attori con cui lavora (un Oscar "regalato" a Bale e Lawrence, due nomination "regalate" a Cooper e Adams). La storia è interessante è ben scritta, bellissimi i costumi e molto romantica - nonché cult - la scena tra Irving e Sydney nella lavanderia tra i capi che girano sul rullo trasportatore.
Parola chiave: Abscam.
Trailer
Bengi
Film 702: "American Hustle - L'apparenza inganna" (2013) di David O. Russell
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Un film che è stata una sorpresa, davvero. Un grande cast, una storia interessante, spiritosa, ben raccontata e dosata nel calare i suoi assi nella manica, per un finale agrodolce e al contempo estremamente soddisfacente.
Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper, Jeremy Renner e Jennifer Lawrence sono un fantastico quintetto, un gruppo di attori in grandissima forma, capaci di valere da soli l'intera visione della pellicola di David O. Russell che pure, questa volta, forse meritava un qualche significativo riconoscimento oltre alle solite candidature di rito. Eppure, nonostante le 10 nomination agli Oscar di quest'anno, né lui né il suo film sono riusciti a portare a casa nulla, schiacciati dalle pesanti vittorie di "Gravity" e "12 anni schiavo". Per la seconda volta in due anni Russell riesce nella magnifica impresa di far candidare tutti i suoi attori nelle 4 categorie degli Oscar (attore, attrice e attori non protagonisti) e, se l'anno scorso Jennifer Lawrence l'Academy Award se l'è portato a casa per davvero, quest'anno si è dovuta accostare "solo" del Golden Globe come Miglior attrice non protagonista; insieme a lei qui, Miglior attrice protagonista è stata ai GG Amy Adams, strepitosa e camaleontica nel ruolo di Sydney Prosser (l'attrice è arrivata alla sua quinta nomination all'Oscar: riuscirà mai a vincere?).
Rimane fuori dal gruppo dei grandi nominati solo Jeremy Renner, mentre per quanto riguarda gli altri attori maschi, entrambi riescono a scippare la loro seconda nomination all'Oscar della carriera con due personaggi divertissi, entrambi particolarmente incisivi: Bale per l'estrema trasformazione fisica dovuta ai tantissimi kg in eccesso, Cooper per il comportamento esagitato del suo Richie DiMaso, nonché i particolari bigodini.
Insomma, grandi performance a parte, "American Hustle" nonostante una partenza lenta e un po' priva di direzione si riscatta velocemente e riesce ad incuriosire lo spettatore capace di attendere. Se poi si ricorda che parte dei fatti raccontati sono veri, il tutto diventa ancora più intrigante...
Film 651 - American Hustle - L'apparenza inganna
Film 1226 - American Hustle - L'apparenza inganna
Box Office: $251,171,807
Consigli: Miglior film - Musical o Commedia ai Golden Globes 2014, questa pellicola è un ottimo esempio di buon cinema contemporaneo, nonché di un sodalizio artistico che pare legare piuttosto efficacemente il regista-sceneggiatore a molti degli attori con cui lavora (un Oscar "regalato" a Bale e Lawrence, due nomination "regalate" a Cooper e Adams). La storia è interessante è ben scritta, bellissimi i costumi e molto romantica - nonché cult - la scena tra Irving e Sydney nella lavanderia tra i capi che girano sul rullo trasportatore.
Parola chiave: Abscam.
Trailer
Bengi
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lunedì 28 aprile 2014
Film 701 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug
In volo verso New York, questo è il primo film che decido di vedere nella lunga attesa per arrivare! Nonostante pochi giorni prima avessi appena comprato il dvd e attendesi di vederlo, comodo comodo, sul mio divano...
Film 701: "Lo Hobbit - La desolazione di Smaug" (2013) di Peter Jackson
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Lo avevo sia sopravvalutato che sottovalutato. Dipende dal punto di vista.
Sopravvalutato perché le mie aspettative prima di vedere questo secondo 'Hobbit' erano altissime, cariche di ricordi relativi a "Il signore degli anelli" e giustificate anche da un "Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato" piuttosto ben riuscito (e capace di non poche connessioni con la saga precedente). Sottovalutato perché, ora che l'ho visto per la seconda volta, mi rendo conto che "The Hobbit: The Desolation of Smaug" non è così malvagio come mi era parso alla prima visione.
In un bilanciamento di impressioni ora più equilibrato, posso dire che "Lo Hobbit 2" è una pellicola divertente, spensierata e certamente ricca di avventura, anche se decisamente inferiore rispetto, per esempio, a "Il signore degli anelli - Le due torri". Ciononostante, nell'ottica della trilogia de "Lo Hobbit", è un episodio in linea con i toni più scherzosi o spensierati legati ad entrambi i mondi dei nani e degli hobbit. L'errore sta nel non confondere le due saghe di Jackson che, seppure si assomigliano, non sono la stessa cosa.
3 nomination all'Oscar (effetti speciali, montaggio e missaggio sonoro), un ottimo incasso al botteghino, il ritorno di Legolas (Orlando Bloom) nella saga e l'esordio di Smaug/Benedict Cumberbatch nonché dell'elfa (inventata) Tauriel/Evangeline Lilly, di fatto unica presenza femminile della pellicola, ovvero novella Arwen/Liv Tyler. Vedremo come andrà a finire e, soprattutto, se il terzo e ultimo capitolo, ora ribattezzato "Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate" ("The Hobbit: The Battle of the Five Armies") riuscirà a portare a casa qualche premio oltre che nuovamente un incasso sopra al miliardo di dollari.
Film 494 e 496 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 616 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 1050 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 641 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug
Film 1052 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug
Film 855 - Lo Hobbit - La battaglia delle Cinque Armate
Film 1059 - Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate
Box Office: $953,066,855
Consigli: Necessario per continuare la saga ispirata alle avventure di Bilbo Baggins/Martin Freeman e della compagnia di nani da cui è assoldato, questo secondo capitolo della saga è meno riuscito del precedente, ma sicuramente un'ottima scelta per una serata spensierata e visivamente molto affascinante. Solo, bisogna ricordarsi che la pellicola dura 161 minuti...
Parola chiave: Drago.
Trailer
Bengi
Film 701: "Lo Hobbit - La desolazione di Smaug" (2013) di Peter Jackson
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Lo avevo sia sopravvalutato che sottovalutato. Dipende dal punto di vista.
Sopravvalutato perché le mie aspettative prima di vedere questo secondo 'Hobbit' erano altissime, cariche di ricordi relativi a "Il signore degli anelli" e giustificate anche da un "Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato" piuttosto ben riuscito (e capace di non poche connessioni con la saga precedente). Sottovalutato perché, ora che l'ho visto per la seconda volta, mi rendo conto che "The Hobbit: The Desolation of Smaug" non è così malvagio come mi era parso alla prima visione.
In un bilanciamento di impressioni ora più equilibrato, posso dire che "Lo Hobbit 2" è una pellicola divertente, spensierata e certamente ricca di avventura, anche se decisamente inferiore rispetto, per esempio, a "Il signore degli anelli - Le due torri". Ciononostante, nell'ottica della trilogia de "Lo Hobbit", è un episodio in linea con i toni più scherzosi o spensierati legati ad entrambi i mondi dei nani e degli hobbit. L'errore sta nel non confondere le due saghe di Jackson che, seppure si assomigliano, non sono la stessa cosa.
3 nomination all'Oscar (effetti speciali, montaggio e missaggio sonoro), un ottimo incasso al botteghino, il ritorno di Legolas (Orlando Bloom) nella saga e l'esordio di Smaug/Benedict Cumberbatch nonché dell'elfa (inventata) Tauriel/Evangeline Lilly, di fatto unica presenza femminile della pellicola, ovvero novella Arwen/Liv Tyler. Vedremo come andrà a finire e, soprattutto, se il terzo e ultimo capitolo, ora ribattezzato "Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate" ("The Hobbit: The Battle of the Five Armies") riuscirà a portare a casa qualche premio oltre che nuovamente un incasso sopra al miliardo di dollari.
Film 494 e 496 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 616 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 1050 - Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Film 641 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug
Film 1052 - Lo Hobbit - La desolazione di Smaug
Film 855 - Lo Hobbit - La battaglia delle Cinque Armate
Film 1059 - Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate
Box Office: $953,066,855
Consigli: Necessario per continuare la saga ispirata alle avventure di Bilbo Baggins/Martin Freeman e della compagnia di nani da cui è assoldato, questo secondo capitolo della saga è meno riuscito del precedente, ma sicuramente un'ottima scelta per una serata spensierata e visivamente molto affascinante. Solo, bisogna ricordarsi che la pellicola dura 161 minuti...
Parola chiave: Drago.
Trailer
Bengi
Film 700 - Oculus - Il riflesso del male
Il trailer diceva che è più spaventoso di "L'evocazione - The Conjuring". Un paragone curioso, considerando che non fa particolarmente paura...
Film 700: "Oculus - Il riflesso del male" (2013) di Mike Flanagan
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Erika
Pensieri: Un'idea interessante e certamente giocata bene già tramite il trailer, per un risultato finale carino e tutto sommato riuscito.
Considerato il basso budget, i protagonisti quasi sconosciuti e la trama che coinvolge principalmente uno specchio indemoniato, direi che il risultato conseguito qui è certamente apprezzabile, anche se avrei gradito un minimo di approfondimento in più sia sulla storia dello specchio che riguardo le implicazioni familiari dei due fratelli Kaylie e Tim Russell (Karen Gillan, Brenton Thwaites). Si è preferito optare per suggestioni sovrannaturali e picchi borro di ansia e colpi di scena - che va bene, visto il prodotto -, anche se più spazio al "contorno" non avrebbe guastato.
La storia è indotta con un costante parallelismo tra presente e passato, dove rispettivamente abbiamo i due fratelli da grandi e gli stessi da bambini assieme ai genitori. Scopo della storia è mostrare gli effetti distorcenti dello specchio che conducono alla pazzia i membri della sfortunata famiglia Russell, passando per isolamento, voci nella testa, realtà parallele mostrate dallo specchio, violenze e omicidi. Tutto in nome di uno specchio maligno di cui, però, non sappiamo bene il perché di tanta vorace cattiveria.
In sostanza, comunque, "Oculus" è un borror che gestisce abbastanza bene le sue carte e non si tira indietro quando è il momento di sacrificare i propri protagonisti, optando per un finale che non è forzatamente risolutivo o al sapore di 'happy ending'. Il risultato finale è, quindi, abbastanza soddisfacente.
Film 700 - Oculus - Il riflesso del male
Film 1742 - Oculus
Box Office: $26,280,000 (ad oggi)
Consigli: E' una buona scelta se si vuole optare per una serata al sapore di spavento. Abbastanza ansiogeno, abbastanza splatter, sufficientemente horror con, in più, un pizzico di "Paranormal Activity" al suo esordio. E' un mix che funziona abbastanza per intrattenere il tempo che richiede la visione.
Parola chiave: Ancora.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 700: "Oculus - Il riflesso del male" (2013) di Mike Flanagan
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Erika
Pensieri: Un'idea interessante e certamente giocata bene già tramite il trailer, per un risultato finale carino e tutto sommato riuscito.
Considerato il basso budget, i protagonisti quasi sconosciuti e la trama che coinvolge principalmente uno specchio indemoniato, direi che il risultato conseguito qui è certamente apprezzabile, anche se avrei gradito un minimo di approfondimento in più sia sulla storia dello specchio che riguardo le implicazioni familiari dei due fratelli Kaylie e Tim Russell (Karen Gillan, Brenton Thwaites). Si è preferito optare per suggestioni sovrannaturali e picchi borro di ansia e colpi di scena - che va bene, visto il prodotto -, anche se più spazio al "contorno" non avrebbe guastato.
La storia è indotta con un costante parallelismo tra presente e passato, dove rispettivamente abbiamo i due fratelli da grandi e gli stessi da bambini assieme ai genitori. Scopo della storia è mostrare gli effetti distorcenti dello specchio che conducono alla pazzia i membri della sfortunata famiglia Russell, passando per isolamento, voci nella testa, realtà parallele mostrate dallo specchio, violenze e omicidi. Tutto in nome di uno specchio maligno di cui, però, non sappiamo bene il perché di tanta vorace cattiveria.
In sostanza, comunque, "Oculus" è un borror che gestisce abbastanza bene le sue carte e non si tira indietro quando è il momento di sacrificare i propri protagonisti, optando per un finale che non è forzatamente risolutivo o al sapore di 'happy ending'. Il risultato finale è, quindi, abbastanza soddisfacente.
Film 700 - Oculus - Il riflesso del male
Film 1742 - Oculus
Box Office: $26,280,000 (ad oggi)
Consigli: E' una buona scelta se si vuole optare per una serata al sapore di spavento. Abbastanza ansiogeno, abbastanza splatter, sufficientemente horror con, in più, un pizzico di "Paranormal Activity" al suo esordio. E' un mix che funziona abbastanza per intrattenere il tempo che richiede la visione.
Parola chiave: Ancora.
Trailer
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Bengi
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giovedì 24 aprile 2014
Film 699 - Hunger Games: La ragazza di fuoco
Mi regalano il dvd... che non lo guardo subito?
Film 699: "Hunger Games: La ragazza di fuoco" (2013) di Francis Lawrence
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Avevo voglia già da un po' di rivedere questo secondo episodio della saga di "Hunger Games" per ritornare nell'arena con Jennifer e Josh e rivivere, per un secondo, il drammatico momento dell'annuncio dei Giochi della Memoria da parte del Presidente Snow (Donald Sutherland).
Il film, nonostante sia alla mia terza visione, mi è piaciuto ancora e, anzi, ha di nuovo innescato l'ansia da attesa leggermente sopita per il prossimo "The Hunger Games: Mockingjay – Part 1" in uscita a novembre (la seconda parte a novembre 2015...). Non avendo letto i libri non vedo l'ora di scoprire cosa succedere nella conclusione di questa avventura spietata e al contempo affascinante. Ora che Katniss è sull'aereo con Haymitch, Beetee, Finnick e Plutarch Heavensbee mentre Peeta e Johanna sono stati portati a Capitol City, il distretto 12 non esiste più, ma è comparso il Distretto 13 e si è scoperto che i Giochi della Memoria erano truccati, cosa succederà e come farà Katniss a ritrovare Peeta e sconfiggere Snow che la vuole morta? Troppe domande attendo risposta e mancano ancora moltissimi mesi perché si abbiano parziali risposte.
Nel complesso questo "The Hunger Games: Catching Fire" è assolutamente ben recitato e narrato, intrigante per quanto riguarda la nuova concezione dell'arena di gioco e per i ben architettati intrighi di potere e tentativi di ribellione. L'ottima Lawrence riesce a dare vita con grande credibilità al suo personaggio e, grazie a molti bravissimi comprimari (Hutcherson, ma anche Sutherland, Harrelson, Banks e Jena Malone), il risultato finale è assolutamente plausibile e accattivante. Non si riesce a non pensare che, fosse realtà, gli Hunger Games sarebbero i giochi più spaventosi di sempre. Questo è tutto merito dell'ottima storia di Suzanne Collins.
Ps. Una nomination ai Goldeng Globes e ai Grammy Awards per la canzone "Atlas" interpretata dai Coldplay e presente nei titoli di coda del film.
Film 412 - Hunger Games
Film 461 - Hunger Games
Film 541 - Hunger Games
Film 1551 - The Hunger Games
Film 634 e 635 - Hunger Games: la ragazza di fuoco
Film 699 - Hunger Games: La ragazza di fuoco
Film 1171 - The Hunger Games: Catching Fire
Film 1552 - The Hunger Games: Catching Fire
Film 2078 - Hunger Games: La ragazza di fuoco
Film 836 - Hunger Games: il canto della rivolta - Parte I
Film 1176 - The Hunger Games: Mockingjay - Part 1
Film 1056 - Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 2
Film 1460 - The Hunger Games: Mockingjay - Part 2
Film 2239 - The Hunger Games: The Ballad of Songbirds & Snakes
Box Office: $864,565,663
Consigli: Nonostante sia una pellicola a mio avviso visionarie anche senza la preventiva presa in carica del precedente "Hunger Games", è chiaro che sarebbe più sensato dare un senso di continuità alla saga sia per seguire meglio la vicenda, sia perché in effetti entrambe le pellicole sono piuttosto godibili. Jennifer Lawrence dimostra fin da subito carisma e grandi capacità e riesce, da sola, a essere già un valido motivo per dare una chance al franchise.
Parola chiave: Orologio.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 699: "Hunger Games: La ragazza di fuoco" (2013) di Francis Lawrence
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Avevo voglia già da un po' di rivedere questo secondo episodio della saga di "Hunger Games" per ritornare nell'arena con Jennifer e Josh e rivivere, per un secondo, il drammatico momento dell'annuncio dei Giochi della Memoria da parte del Presidente Snow (Donald Sutherland).
Il film, nonostante sia alla mia terza visione, mi è piaciuto ancora e, anzi, ha di nuovo innescato l'ansia da attesa leggermente sopita per il prossimo "The Hunger Games: Mockingjay – Part 1" in uscita a novembre (la seconda parte a novembre 2015...). Non avendo letto i libri non vedo l'ora di scoprire cosa succedere nella conclusione di questa avventura spietata e al contempo affascinante. Ora che Katniss è sull'aereo con Haymitch, Beetee, Finnick e Plutarch Heavensbee mentre Peeta e Johanna sono stati portati a Capitol City, il distretto 12 non esiste più, ma è comparso il Distretto 13 e si è scoperto che i Giochi della Memoria erano truccati, cosa succederà e come farà Katniss a ritrovare Peeta e sconfiggere Snow che la vuole morta? Troppe domande attendo risposta e mancano ancora moltissimi mesi perché si abbiano parziali risposte.
Nel complesso questo "The Hunger Games: Catching Fire" è assolutamente ben recitato e narrato, intrigante per quanto riguarda la nuova concezione dell'arena di gioco e per i ben architettati intrighi di potere e tentativi di ribellione. L'ottima Lawrence riesce a dare vita con grande credibilità al suo personaggio e, grazie a molti bravissimi comprimari (Hutcherson, ma anche Sutherland, Harrelson, Banks e Jena Malone), il risultato finale è assolutamente plausibile e accattivante. Non si riesce a non pensare che, fosse realtà, gli Hunger Games sarebbero i giochi più spaventosi di sempre. Questo è tutto merito dell'ottima storia di Suzanne Collins.
Ps. Una nomination ai Goldeng Globes e ai Grammy Awards per la canzone "Atlas" interpretata dai Coldplay e presente nei titoli di coda del film.
Film 412 - Hunger Games
Film 461 - Hunger Games
Film 541 - Hunger Games
Film 1551 - The Hunger Games
Film 634 e 635 - Hunger Games: la ragazza di fuoco
Film 699 - Hunger Games: La ragazza di fuoco
Film 1171 - The Hunger Games: Catching Fire
Film 1552 - The Hunger Games: Catching Fire
Film 2078 - Hunger Games: La ragazza di fuoco
Film 836 - Hunger Games: il canto della rivolta - Parte I
Film 1176 - The Hunger Games: Mockingjay - Part 1
Film 1056 - Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 2
Film 1460 - The Hunger Games: Mockingjay - Part 2
Film 2239 - The Hunger Games: The Ballad of Songbirds & Snakes
Box Office: $864,565,663
Consigli: Nonostante sia una pellicola a mio avviso visionarie anche senza la preventiva presa in carica del precedente "Hunger Games", è chiaro che sarebbe più sensato dare un senso di continuità alla saga sia per seguire meglio la vicenda, sia perché in effetti entrambe le pellicole sono piuttosto godibili. Jennifer Lawrence dimostra fin da subito carisma e grandi capacità e riesce, da sola, a essere già un valido motivo per dare una chance al franchise.
Parola chiave: Orologio.
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mercoledì 23 aprile 2014
Film 698 - Veronica Mars - Il film
Dalla tv al cinema: il passo che non tutti i personaggi televisivi sono riusciti a fare. Per lei un risultato riuscito?
Film 698: "Veronica Mars - Il film" (2014) di Rob Thomas
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Non ho mai visto nessun episodio dei 64 che costituiscono la serie tv "Veronica Mars" e credo continuerà ad essere così, però questo film in qualche modo mi incuriosiva. Sarà che un po' Kristen Bell mi sta simpatica, un po' mi interessava questo personaggio televisivo di cui avevo sempre sentito parlare o (forse soprattutto) che un po' mi attraeva la presenza nel cast della mitica forever-spalla nonché "Non fidarti della str**** dell'interno 23" Krysten Ritter... Insomma, alla fine ho ceduto e guardato questa trasposizione cinematografica di una delle serie tv americane (a quanto pare) più apprezzata di sempre.
Chiaramente sto esagerando, ma è certo rilevante in questo caso tenere presente che la produzione è cominciata solo grazie all'aiuto dei fans della serie che hanno contribuito a raccogliere fondi per mettere in cantiere il film attraverso il sito Kickstarter. Inizialmente, infatti, la Warner Bros. aveva rifiutato di produrre la pellicola, motivo per il quale Rob Thomas e la Bell si sono adoperati cercando una maniera alternativa di riuscire nell'intento di portare al cinema la storia di Veronica che, in tv, aveva avuto un brusco arresto alla terza stagione senza vedersi riconfermare la quarta e lasciando, così, a bocca asciutta gli amanti della serie che avrebbero voluto vedere la fine della storia invece lasciata tronca. Lo scopo della pellicola, quindi, era anche questo. Raccolti, quindi, 2 milioni di dollari in meno di 10 ore - in totale i fondi raccolti sono stati $5,702,153 - la Warner Bros. ha poi deciso di tornare in campo partecipando alla distribuzione del film nella sale.
La premessa dell'auto promozione e produzione è una trovata interessante e, certo, anche questo fattore insieme agli altri ha contribuito a catalizzare la mia attenzione sul progetto. Il risultato finale, però, è meno riuscito delle aspettative. Nel senso che "Veronica Mars - Il film" è carino, ha una storia anche abbastanza interessante da seguire (per quanto poi banale), ma rimane sempre e comunque fedele ad un linguaggio più televisivo che cinematografico. Ovvero sembra di vedere un doppio episodio di una serie tv. E questo non è ok.
La trama da troppo spazio ad un inizio che rallenta tantissimo l'evolversi della storia ed è un'evidente mossa celebrativa per i fans che vedono riapparire pian piano sullo schermo tutti i personaggi della serie tv in una specie di big reunion sinceramente fine a se stessa. La storia non carbura e l'epilogo della vicenda - anche godibile - arriva dopo troppi convenevoli ed inchini nei confronti dei tanti che hanno seguito fedelmente l'evolversi televisivo.
Il cast, che ritrova tutti i principali protagonisti della storia, è capitanato da una Kristen Bell piuttosto in forma, evidentemente a suo agio nel riprendere i panni della detective Veronica, anche se il suo personaggio fallisce in pieno per quanto riguarda le storie d'amore (la sceneggiatura da questo punto di vista è proprio mal gestita).
Insomma, direi che in generale "Veronica Mars" possa considerarsi la fine che i fans si aspettavano, ma per il resto del pubblico sia qualcosa di meno riusciuto. Non è brutto, ma comunque è evidente fin da subito che il salto di qualità dalla tv al grande schermo non ha saputo tradursi in un prodotto prettamente cinematografico slegato dal linguaggio televisivo. Cosa che - seppure di qualità inferiore rispetto alla serie tv - ha saputo fare la prima pellicola di "Sex and the City", capace di ritagliarsi uan nuova dimensione cinematografica diversa da quella del picolo schermo, differente nell'approccio narrativo proprio perché differente era il medium di comunicazione utilizzato. "Veronica Mars - Il film" è, invece, 'film' solo perché, a differenza di un qualunque episodio da 60min del telefilm - questo ne dura 107.
Box Office: $3,474,314
Consigli: I fans della giovane investigatrice privata andranno in brodo di giuggiole per questa pellicola. Gli altri spettatori un po' meno, più che altro perché il film fallisce nel crearsi una propria identità distinta da quella televisiva da cui proviene. Bene Kristen Bell che è credibile nel ruolo; piccolissimo ruolo per nientemeno che Jamie Lee Curtis.
Parola chiave: Barca.
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Bengi
Film 698: "Veronica Mars - Il film" (2014) di Rob Thomas
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Non ho mai visto nessun episodio dei 64 che costituiscono la serie tv "Veronica Mars" e credo continuerà ad essere così, però questo film in qualche modo mi incuriosiva. Sarà che un po' Kristen Bell mi sta simpatica, un po' mi interessava questo personaggio televisivo di cui avevo sempre sentito parlare o (forse soprattutto) che un po' mi attraeva la presenza nel cast della mitica forever-spalla nonché "Non fidarti della str**** dell'interno 23" Krysten Ritter... Insomma, alla fine ho ceduto e guardato questa trasposizione cinematografica di una delle serie tv americane (a quanto pare) più apprezzata di sempre.
Chiaramente sto esagerando, ma è certo rilevante in questo caso tenere presente che la produzione è cominciata solo grazie all'aiuto dei fans della serie che hanno contribuito a raccogliere fondi per mettere in cantiere il film attraverso il sito Kickstarter. Inizialmente, infatti, la Warner Bros. aveva rifiutato di produrre la pellicola, motivo per il quale Rob Thomas e la Bell si sono adoperati cercando una maniera alternativa di riuscire nell'intento di portare al cinema la storia di Veronica che, in tv, aveva avuto un brusco arresto alla terza stagione senza vedersi riconfermare la quarta e lasciando, così, a bocca asciutta gli amanti della serie che avrebbero voluto vedere la fine della storia invece lasciata tronca. Lo scopo della pellicola, quindi, era anche questo. Raccolti, quindi, 2 milioni di dollari in meno di 10 ore - in totale i fondi raccolti sono stati $5,702,153 - la Warner Bros. ha poi deciso di tornare in campo partecipando alla distribuzione del film nella sale.
La premessa dell'auto promozione e produzione è una trovata interessante e, certo, anche questo fattore insieme agli altri ha contribuito a catalizzare la mia attenzione sul progetto. Il risultato finale, però, è meno riuscito delle aspettative. Nel senso che "Veronica Mars - Il film" è carino, ha una storia anche abbastanza interessante da seguire (per quanto poi banale), ma rimane sempre e comunque fedele ad un linguaggio più televisivo che cinematografico. Ovvero sembra di vedere un doppio episodio di una serie tv. E questo non è ok.
La trama da troppo spazio ad un inizio che rallenta tantissimo l'evolversi della storia ed è un'evidente mossa celebrativa per i fans che vedono riapparire pian piano sullo schermo tutti i personaggi della serie tv in una specie di big reunion sinceramente fine a se stessa. La storia non carbura e l'epilogo della vicenda - anche godibile - arriva dopo troppi convenevoli ed inchini nei confronti dei tanti che hanno seguito fedelmente l'evolversi televisivo.
Il cast, che ritrova tutti i principali protagonisti della storia, è capitanato da una Kristen Bell piuttosto in forma, evidentemente a suo agio nel riprendere i panni della detective Veronica, anche se il suo personaggio fallisce in pieno per quanto riguarda le storie d'amore (la sceneggiatura da questo punto di vista è proprio mal gestita).
Insomma, direi che in generale "Veronica Mars" possa considerarsi la fine che i fans si aspettavano, ma per il resto del pubblico sia qualcosa di meno riusciuto. Non è brutto, ma comunque è evidente fin da subito che il salto di qualità dalla tv al grande schermo non ha saputo tradursi in un prodotto prettamente cinematografico slegato dal linguaggio televisivo. Cosa che - seppure di qualità inferiore rispetto alla serie tv - ha saputo fare la prima pellicola di "Sex and the City", capace di ritagliarsi uan nuova dimensione cinematografica diversa da quella del picolo schermo, differente nell'approccio narrativo proprio perché differente era il medium di comunicazione utilizzato. "Veronica Mars - Il film" è, invece, 'film' solo perché, a differenza di un qualunque episodio da 60min del telefilm - questo ne dura 107.
Box Office: $3,474,314
Consigli: I fans della giovane investigatrice privata andranno in brodo di giuggiole per questa pellicola. Gli altri spettatori un po' meno, più che altro perché il film fallisce nel crearsi una propria identità distinta da quella televisiva da cui proviene. Bene Kristen Bell che è credibile nel ruolo; piccolissimo ruolo per nientemeno che Jamie Lee Curtis.
Parola chiave: Barca.
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mercoledì 16 aprile 2014
Film 696 - Yves Saint Laurent
Il cinema 3 sponsorizza e noi andiamo. Biopic con macrotemi come genialità, creatività, amore e alta moda: interessante, no?
Film 696: "Yves Saint Laurent" (2014) di Jalil Lespert
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika, Luigi
Pensieri: Vita e opere del fashion designer Yves Saint Laurent (Pierre Niney), fin da giovanissimo pupillo della moda francese e in breve tempo stilista di fama mondiale. La casa di moda che porterà il suo nome, fondata con l'aiuto di Pierre Bergé (Guillaume Gallienne), darà a Saint Laurent prestigio e l'opportunità di esprimersi liberamente creando collezioni iconiche, adorate e copiate.
Anche se l'aspetto stilistico è trattato all'interno del film, non è però posto l'accento sulla creatività o la vita della maison, bensì ci si interessa fin da subito al privato dello stilista partendo dal quadro famigliare poi per spostare l'attenzione sulla storia d'amore con Bergé. Quest'ultima caratterizzerà quasi la totalità della trama della pellicola.
Non si può certo dire che questo film sia brutto e, anzi, la realizzazione è molto precisa, i costumi bellissimi (molti originali, prestati dalla Fondation Pierre Bergé - Yves Saint Laurent) e la recitazione molto convincente; avrei però preferito - come spesso mi trovo a pensare relativamente a biopic incentrati su personaggi famosi per la loro creatività - che l'attenzione posta al processo di realizzazione dei capi, delle collezioni, la nascita delle idee e la genesi di un mito nel suo campo avrebbero dovuto essere trattati come elementi centrali e non solo di contorno. Nondimeno, una contestualizzazione storica che fosse più che giusto accennata o suggerita avrebbe aiutato a capire i cambiamenti di stile e le scelte ccoraggiose dello stilista durante la sua carriera.
Insomma, per quanto possa capire il senso e il valore di portare sul grande schermo una storia d'amore omosessuale così lunga e duratura - seppure, concedetemelo, molto libera -, avrei voluto vedere approfondito più il lato professionale che quello privato/sentimentale. Sia perché di storie d'amore il cinema è pieno (e sì, questa sarà anche quella privata del Sig. Saint Laurent, ma è pur sempre qualcosa che posso esperire o capire anche io, mentre il processo che sta dietro la creazione di capi d'alta moda è tutta un'altra storia), sia perché mi pare, e non è la prima volta, che la storia d'amore (gay) è presentata come qualcosa di non ordinario, pur essendo trattata così. Io non conosco la realtà dei fatti e mi attengo esattamente a ciò che "Yves Saint Laurent" racconta, ma il messaggio che passa è (anche) che una storia omosessuale consiste di relazioni aperte, promiscuità e trasgressione. Siccome, parlando di un pubblico vasto, si è forzati a generalizzare, bisognerebbe ricordarsi che non tutti sono in grado di scindere ciò che una storia racconta dal messagio che vuole far passare (o anche semplicemente ricordarsi che un solo caso non è rappresentativo per il tutto). Chiaro che questa non è una diretta critica al film, ma rimane un pensiero che non riesco reprimere quando ripenso a ciò che ho visto in questa pellicola.
In generale, quindi, "Yves Saint Laurent" è un prodotto tecnicamente inattaccabile, con un preciso lavoro di ricostruzione spaziale e temporale che passa per automobili, capi d'abbigliamento, acconciature, arredamento, accessori, ecc che arricchisce visivamente il film. Per quanto riguarda la trama, invece, il punto focale è la relazione Saint Laurent-Bergé che finirà per mettere in ombra questioni forse più interessanti legate alla maison e, in generale, al processo creativo dello stilista. Il risultato finale è un buon prodotto commerciale - anche piuttosto esportabile - che però a mio avviso non rende piena giustizia alla figura del grande stilista scomparso nel 2008.
Box Office: $23,292,860
Consigli: Se si è interessati di moda, si è fan della maison Saint Laurent o si è affascinati dalle storie d'amore coinvolgenti e a tratti burrascose, questo è un titolo commerciale in grado di soddisfare le aspettative. Meno riuscito per quanto riguarda il saper intavolare la connessione tra storia, persona/personaggio ed estro creativo. Il film è liberamentre tratto dal libro omonimo scritta da Laurence Benaïm.
Parola chiave: Moda.
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Bengi
Film 696: "Yves Saint Laurent" (2014) di Jalil Lespert
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika, Luigi
Pensieri: Vita e opere del fashion designer Yves Saint Laurent (Pierre Niney), fin da giovanissimo pupillo della moda francese e in breve tempo stilista di fama mondiale. La casa di moda che porterà il suo nome, fondata con l'aiuto di Pierre Bergé (Guillaume Gallienne), darà a Saint Laurent prestigio e l'opportunità di esprimersi liberamente creando collezioni iconiche, adorate e copiate.
Anche se l'aspetto stilistico è trattato all'interno del film, non è però posto l'accento sulla creatività o la vita della maison, bensì ci si interessa fin da subito al privato dello stilista partendo dal quadro famigliare poi per spostare l'attenzione sulla storia d'amore con Bergé. Quest'ultima caratterizzerà quasi la totalità della trama della pellicola.
Non si può certo dire che questo film sia brutto e, anzi, la realizzazione è molto precisa, i costumi bellissimi (molti originali, prestati dalla Fondation Pierre Bergé - Yves Saint Laurent) e la recitazione molto convincente; avrei però preferito - come spesso mi trovo a pensare relativamente a biopic incentrati su personaggi famosi per la loro creatività - che l'attenzione posta al processo di realizzazione dei capi, delle collezioni, la nascita delle idee e la genesi di un mito nel suo campo avrebbero dovuto essere trattati come elementi centrali e non solo di contorno. Nondimeno, una contestualizzazione storica che fosse più che giusto accennata o suggerita avrebbe aiutato a capire i cambiamenti di stile e le scelte ccoraggiose dello stilista durante la sua carriera.
Insomma, per quanto possa capire il senso e il valore di portare sul grande schermo una storia d'amore omosessuale così lunga e duratura - seppure, concedetemelo, molto libera -, avrei voluto vedere approfondito più il lato professionale che quello privato/sentimentale. Sia perché di storie d'amore il cinema è pieno (e sì, questa sarà anche quella privata del Sig. Saint Laurent, ma è pur sempre qualcosa che posso esperire o capire anche io, mentre il processo che sta dietro la creazione di capi d'alta moda è tutta un'altra storia), sia perché mi pare, e non è la prima volta, che la storia d'amore (gay) è presentata come qualcosa di non ordinario, pur essendo trattata così. Io non conosco la realtà dei fatti e mi attengo esattamente a ciò che "Yves Saint Laurent" racconta, ma il messaggio che passa è (anche) che una storia omosessuale consiste di relazioni aperte, promiscuità e trasgressione. Siccome, parlando di un pubblico vasto, si è forzati a generalizzare, bisognerebbe ricordarsi che non tutti sono in grado di scindere ciò che una storia racconta dal messagio che vuole far passare (o anche semplicemente ricordarsi che un solo caso non è rappresentativo per il tutto). Chiaro che questa non è una diretta critica al film, ma rimane un pensiero che non riesco reprimere quando ripenso a ciò che ho visto in questa pellicola.
In generale, quindi, "Yves Saint Laurent" è un prodotto tecnicamente inattaccabile, con un preciso lavoro di ricostruzione spaziale e temporale che passa per automobili, capi d'abbigliamento, acconciature, arredamento, accessori, ecc che arricchisce visivamente il film. Per quanto riguarda la trama, invece, il punto focale è la relazione Saint Laurent-Bergé che finirà per mettere in ombra questioni forse più interessanti legate alla maison e, in generale, al processo creativo dello stilista. Il risultato finale è un buon prodotto commerciale - anche piuttosto esportabile - che però a mio avviso non rende piena giustizia alla figura del grande stilista scomparso nel 2008.
Box Office: $23,292,860
Consigli: Se si è interessati di moda, si è fan della maison Saint Laurent o si è affascinati dalle storie d'amore coinvolgenti e a tratti burrascose, questo è un titolo commerciale in grado di soddisfare le aspettative. Meno riuscito per quanto riguarda il saper intavolare la connessione tra storia, persona/personaggio ed estro creativo. Il film è liberamentre tratto dal libro omonimo scritta da Laurence Benaïm.
Parola chiave: Moda.
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martedì 15 aprile 2014
Film 697 - Nymphomaniac - Volume 1
Un cast ricchissimo (Charlotte Gainsbourg, Christian Slater, Shia LaBeouf, Stacy Martin, Stellan Skarsgård, Uma Thurman, Connie Nielsen), un tema potenzialmente scabroso e una pellicola chiacchieratissima su cui non si può non farsi una propria opinione. Sopratutto perché il 24 aprile esca la seconda parte al cinema.
Film 697: "Nymphomaniac - Volume 1" (2013) di Lars von Trier
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Scegliendo di vedere questo film mi ero comunque lasciato aperta la possibilità di mollare nel caso in cui lo avessi trovato fastidioso o noioso. Non che solitamente questa possibilità non si verifichi, ma questa volta è stato proprio un ragionamento esplicito. Ragionamento inutile, alla fine, in quanto è evidente che, almeno per questo primo capitolo, mi ero fasciato la testa troppo presto.
Probabilmente fuorviato da un'immaginario creato dall'esterno, ho abboccato subito alle provocazioni di chi lo vuole mera pornografia o semplice scusa per attirare l'attenzione. Chiaro, l'espediente narrativo richiama sicuramente la curiosità di molti, ma non posso proprio dire che la visione di "Nymphomaniac: Vol. I" mi abbia turbato più di altri film che ho visto di recente. E' vero, ero preparato al peggio, ma proprio non ce n'era bisogno. Sia perché il mostrato non è poi così tanto, sia perché è tutto abbastanza coerente con la storia raccontata e quindi meno gratuito del previsto.
Ho immaginato che, avendo scelto di trattare la biografia "sentimentale" di una ninfomane, tanto valeva essere onesti e nel ritratto della protagonista delineato e nella scelta di un linguaggio in immagini preciso e coerente al contesto. Questo è apprezzabile, anche se suppongo non condivisibile da tutti. E' chiaro che, anche non fosse voluto, l'idea di partenza in sé è già provocatoria e non ci si poteva non aspettare delle critiche, ma suppongo che scegliere di non vedere il film sia sufficiente a sottolineare il proprio dissenso meglio che spendersi in facili atticchi o moralismi.
Ciò detto, a parte qualche momento un po' lento o noioso, ho trovato questa pellicola ben realizzata e interessante. Sbircia in un mondo a me totalmente estraneo e, per quanto sia una ricostruzione, mi ha affiscinato calarmi (letteralmente) nei panni di un personaggio tanto distante da me e dalle persone di cui solitamente si parla al cinema. Si può, naturalmente, non condividere sempre la scelta di linguaggio o messa in immagini, ma rimane il fatto che "Nymphomaniac" allarghi non di poco gli orizonti sessualmente leciti trattati sul grande schermo (e quindi fruibili dalle grandi masse).
L'idea che ho gradito di più è stata quella di associare in parallelo la caccia al coito di Joe (Charlotte Gainsbourg) alla pesca, grazie al suo pacato interlocutore Seligman (Stellan Skarsgård). Credo sia un modo geniale e delicato di affrontare l'argomento e, al contempo, un espediente per accentuare il divario tra la scelta narrativa - se vogliamo più "soft" - e quella visiva più cruda. Un contrasto tra la quiete della pratica della pesca, attività assolutamente solitaria, e la frenesia che spinge Joe a ricercare anche 7-8 uomini a giornata per appagare il suo desiderio così rapidamente insoddisfatto. Eppure entrambe le pratiche (pesca e caccia) sono accomunare da una meticolosa preparazione e organizzazione. E, a ben rifletterci, dalla condizione della solitudine.
Insomma, Lars von Trier in qualche modo è riuscito a portare sullo schermo anche questa sua creatura nonostante gli scetticismi, le difficoltà e gli ostacoli. Per quanto mi riguarda questo progetto ha il suo perché e sono veramente curioso di vedere come andrà a finire la vicenda, dato che la storia si interrompe in maniera assolutamente brusca e, come si suol dire, sul più bello (in molti sensi). Mancano ancora da chiarire numerosi interrogativi (per esempio perché Joe all'inizio del film è atterra malmenata), oltre che approfondire la conoscenza dei due interlocutori - a mio avviso trattata con troppa fretta nell'incipit del film - e incontrare molti personaggi che ancora non sono comparsi in questo primo capitolo. Vedremo se la continuazione sarà in grado di mantenere immutato l'interesse per la storia e, finalmente, come interagirà Charlotte Gainsbourg con i suoi amanti al momento di trattare l'età adulta del suo personaggio (fino ad ora la parte dei racconti coinvolge una giovane Joe interpretata da Stacy Martin). Allo stato attuale delle cose, sono molto curioso.
Box Office: $10,219,478
Consigli: Non è necessario essere particolarmente disinibiti per poter affrontare questo "Volume 1". Sesso, chi più chi meno, lo abbiamo fatto tutti, quindi è inutile scandalizzarsi troppo, meglio guardare e, prima di farsi un'idea, aspettare almeno che la pellicola sia finita. Per quanto mi riguarda ho trovato più faticoso seguire un film come "300" con quel misto di violenza ostentata e cruenta celebrazione della guerra come affermazione dell'egemonia del vincitore. Chiaramente "Nymphomaniac" è un prodotto destinato alla controversia, ma non è qui - non ancora, perlomeno - tanto spaventoso da far coprire gli occhi allo spettatore.
Parola chiave: Jerôme.
Trailer
Bengi
Film 697: "Nymphomaniac - Volume 1" (2013) di Lars von Trier
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Scegliendo di vedere questo film mi ero comunque lasciato aperta la possibilità di mollare nel caso in cui lo avessi trovato fastidioso o noioso. Non che solitamente questa possibilità non si verifichi, ma questa volta è stato proprio un ragionamento esplicito. Ragionamento inutile, alla fine, in quanto è evidente che, almeno per questo primo capitolo, mi ero fasciato la testa troppo presto.
Probabilmente fuorviato da un'immaginario creato dall'esterno, ho abboccato subito alle provocazioni di chi lo vuole mera pornografia o semplice scusa per attirare l'attenzione. Chiaro, l'espediente narrativo richiama sicuramente la curiosità di molti, ma non posso proprio dire che la visione di "Nymphomaniac: Vol. I" mi abbia turbato più di altri film che ho visto di recente. E' vero, ero preparato al peggio, ma proprio non ce n'era bisogno. Sia perché il mostrato non è poi così tanto, sia perché è tutto abbastanza coerente con la storia raccontata e quindi meno gratuito del previsto.
Ho immaginato che, avendo scelto di trattare la biografia "sentimentale" di una ninfomane, tanto valeva essere onesti e nel ritratto della protagonista delineato e nella scelta di un linguaggio in immagini preciso e coerente al contesto. Questo è apprezzabile, anche se suppongo non condivisibile da tutti. E' chiaro che, anche non fosse voluto, l'idea di partenza in sé è già provocatoria e non ci si poteva non aspettare delle critiche, ma suppongo che scegliere di non vedere il film sia sufficiente a sottolineare il proprio dissenso meglio che spendersi in facili atticchi o moralismi.
Ciò detto, a parte qualche momento un po' lento o noioso, ho trovato questa pellicola ben realizzata e interessante. Sbircia in un mondo a me totalmente estraneo e, per quanto sia una ricostruzione, mi ha affiscinato calarmi (letteralmente) nei panni di un personaggio tanto distante da me e dalle persone di cui solitamente si parla al cinema. Si può, naturalmente, non condividere sempre la scelta di linguaggio o messa in immagini, ma rimane il fatto che "Nymphomaniac" allarghi non di poco gli orizonti sessualmente leciti trattati sul grande schermo (e quindi fruibili dalle grandi masse).
L'idea che ho gradito di più è stata quella di associare in parallelo la caccia al coito di Joe (Charlotte Gainsbourg) alla pesca, grazie al suo pacato interlocutore Seligman (Stellan Skarsgård). Credo sia un modo geniale e delicato di affrontare l'argomento e, al contempo, un espediente per accentuare il divario tra la scelta narrativa - se vogliamo più "soft" - e quella visiva più cruda. Un contrasto tra la quiete della pratica della pesca, attività assolutamente solitaria, e la frenesia che spinge Joe a ricercare anche 7-8 uomini a giornata per appagare il suo desiderio così rapidamente insoddisfatto. Eppure entrambe le pratiche (pesca e caccia) sono accomunare da una meticolosa preparazione e organizzazione. E, a ben rifletterci, dalla condizione della solitudine.
Insomma, Lars von Trier in qualche modo è riuscito a portare sullo schermo anche questa sua creatura nonostante gli scetticismi, le difficoltà e gli ostacoli. Per quanto mi riguarda questo progetto ha il suo perché e sono veramente curioso di vedere come andrà a finire la vicenda, dato che la storia si interrompe in maniera assolutamente brusca e, come si suol dire, sul più bello (in molti sensi). Mancano ancora da chiarire numerosi interrogativi (per esempio perché Joe all'inizio del film è atterra malmenata), oltre che approfondire la conoscenza dei due interlocutori - a mio avviso trattata con troppa fretta nell'incipit del film - e incontrare molti personaggi che ancora non sono comparsi in questo primo capitolo. Vedremo se la continuazione sarà in grado di mantenere immutato l'interesse per la storia e, finalmente, come interagirà Charlotte Gainsbourg con i suoi amanti al momento di trattare l'età adulta del suo personaggio (fino ad ora la parte dei racconti coinvolge una giovane Joe interpretata da Stacy Martin). Allo stato attuale delle cose, sono molto curioso.
Box Office: $10,219,478
Consigli: Non è necessario essere particolarmente disinibiti per poter affrontare questo "Volume 1". Sesso, chi più chi meno, lo abbiamo fatto tutti, quindi è inutile scandalizzarsi troppo, meglio guardare e, prima di farsi un'idea, aspettare almeno che la pellicola sia finita. Per quanto mi riguarda ho trovato più faticoso seguire un film come "300" con quel misto di violenza ostentata e cruenta celebrazione della guerra come affermazione dell'egemonia del vincitore. Chiaramente "Nymphomaniac" è un prodotto destinato alla controversia, ma non è qui - non ancora, perlomeno - tanto spaventoso da far coprire gli occhi allo spettatore.
Parola chiave: Jerôme.
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lunedì 14 aprile 2014
Film 695 - Captain America - Il primo vendicatore
Solo con qualche anno di ritardo...
Film 695: "Captain America - Il primo vendicatore" (2011) di Joe Johnston
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Devo dire che per essere un film su un supereroe questo è uno strano blockbuster. Innanzitutto non c'è una figura femminile di riferimento che sia o famosa o sufficientemente sexy da distogliere l'attenzione di un certo target di pubblico. La scelta dell'unico personaggio femminile è ricaduta su Hayley Atwell, né particolarmente conosciuta né riconducibile ai canoni hollywoodiani di bellezza da cinema commerciale.
Inoltre il contesto della pellicola è certo inusuale (guerra alla Germania nazista da parte degli USA) considerato che, appunto, parliamo di un prodotto incentrato su un supereroe "geneticamente modificato" che combatte il male, ovvero un tipo di spettacolo soitamente considerato leggero.
Nella mia visione della cosa (anche) questi due elementi hanno contribuito a determinare il circoscritto successo di questo primo Capitan America che, seppure ha ottenuto un buon incasso, è stato certamente inferiore alle attese. Non ho ancora visto il secondo, ma, oltre ad esserci stato un notevole incremento al botteghino ($476,706,000 di incasso mondiale ad oggi), ho letto di un favore abbastanza esteso da parte dei critici rispetto ad un approccio alla trama migliorato. Sperando che la direzione presa si concentri meno sugli eventuali altri episodi storici (per quanto si ricerchi un'aderenza con il fumetto), oltre che sfruttare la potenziale simpatia del personaggio e del suo interprete Chris Evans per caratterizzare meglio Captain America e, diciamocelo, renderlo un pochino più simpatico.
In linea di massima "Captain America: The First Avenger" non è male, ma oltre ad essere molto cupo, non centra mai veramente il bersaglio. Qualcosa non convince mai del tutto e, alla fine, si finisce la visione rimanendo non pienamente soddisfatti di ciò che si è visto.
L'anima estremamente patriottica di questa vicenda emerge fin dall'inizio ed è, alla lunga, un po' limitante considerando che la maggior parte dell'inizio del film si concentra su dinamiche di ammissione o rifiuto delle nuove leve dell'esercito degli Stati Uniti. I poteri di Steve Rogers arrivano abbastanza tardi e, anche quando i muscoli riempono ogni centimetro del suo corpo, la nuova creatura Captain America spicca solo nella sua veste circense di uomo (immagine) di punta di uno spettacolo recluta-truppe che è un'"avventura" che non conduce a nulla nonostante il grandissimo spazio che le è concesso nella trama. Si comincerà finalmente a parlare di azione solo verso la fine - quando lo spettatore si è già un po' annoiato - e nonostante le buone intenzioni e l'ottimo lavoro come cattivo da parte di Hugo Weaving (già Agente Smith di "Matrix") non si può cancellare l'attesa che ha portato ad arrivare finalmente a qualche scontro.
Per questo motivo, in generale, sono portato a dire che "Captain America - Il primo vendicatore" è un prodotto atipico rispetto agli altri franchise Marvel, molto concentrato su una contestualizzazione storico-temporale del personaggio, con un lungo lavoro dedicato a dinamiche sociali che, però, non sono trattate in maniera da rendere interessante e il personaggio principale e i comprimari presenti sullo schermo, riducendo il tutto ad un susseguirsi di eventi piuttosto impersonale. Ed è, penso, anche per questa ragione che il film non ha ottenuto i risultati sperati. Siamo abituati a pellicole sui supereroi che definire di intrattenimento è riduttivo, quindi non stupisce che un prodotto meno incisivo, per quanto tecnicamente ben realizzato, non centri il proprio obiettivo. Vedremo con "Captain America: The Winter Soldier" cosa succederà.
- The Avengers
Film 411 - The Avengers
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Film 1717 - Avengers: Infinity War
Film 1757 - Avengers: Endgame
Film 1792 - Avengers: Endgame
Film 2023 - Avengers: Endgame
- Captain America
Film 695 - Captain America - Il primo vendicatore
Film 814 - Captain America: The Winter Soldier
Film 1156 - Captain America: Civil War
Film 1395 - Captain America: Civil War
- Thor
Film 268 - Thor
Film 1191 - Thor
Film 631 - Thor: The Dark World
Film 1193 - Thor: The Dark World
Film 1447 - Thor: Ragnarok
- Iron Man
Film 543 - Iron Man 2
Film 676 - Iron Man 3
- Ant-Man
Film 1004 - Ant-Man
Film 1195 - Ant-Man
- Doctor Strange
Film 1250 - Doctor Strange
Film 1433 - Doctor Strange
- Spider-Man
Film 1394 - Spider-Man: Homecoming
Film 1653 - Spider-Man: Homecoming
Film 467 - The Amazing Spider-Man
Film 718 - The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro
- Black Panther
Film 1612 - Black Panther
Box Office: $370,569,774
Consigli: Se si è fan degli Avengers, dei supereroi o dell'universo Marvel in generale di certo non si può perdere anche questo titolo, specialmente nell'ottica di vedere il secondo episodio appena uscito al cinema. Come spesso accade, meglio aspettare che i titoli di coda siano scorsi per intero prima di lasciare la visione: un'altra breve scena collegherà Capitan America alla sua nuova missione: "The Avengers"!
Parola chiave: Tesseract.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 695: "Captain America - Il primo vendicatore" (2011) di Joe Johnston
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Devo dire che per essere un film su un supereroe questo è uno strano blockbuster. Innanzitutto non c'è una figura femminile di riferimento che sia o famosa o sufficientemente sexy da distogliere l'attenzione di un certo target di pubblico. La scelta dell'unico personaggio femminile è ricaduta su Hayley Atwell, né particolarmente conosciuta né riconducibile ai canoni hollywoodiani di bellezza da cinema commerciale.
Inoltre il contesto della pellicola è certo inusuale (guerra alla Germania nazista da parte degli USA) considerato che, appunto, parliamo di un prodotto incentrato su un supereroe "geneticamente modificato" che combatte il male, ovvero un tipo di spettacolo soitamente considerato leggero.
Nella mia visione della cosa (anche) questi due elementi hanno contribuito a determinare il circoscritto successo di questo primo Capitan America che, seppure ha ottenuto un buon incasso, è stato certamente inferiore alle attese. Non ho ancora visto il secondo, ma, oltre ad esserci stato un notevole incremento al botteghino ($476,706,000 di incasso mondiale ad oggi), ho letto di un favore abbastanza esteso da parte dei critici rispetto ad un approccio alla trama migliorato. Sperando che la direzione presa si concentri meno sugli eventuali altri episodi storici (per quanto si ricerchi un'aderenza con il fumetto), oltre che sfruttare la potenziale simpatia del personaggio e del suo interprete Chris Evans per caratterizzare meglio Captain America e, diciamocelo, renderlo un pochino più simpatico.
In linea di massima "Captain America: The First Avenger" non è male, ma oltre ad essere molto cupo, non centra mai veramente il bersaglio. Qualcosa non convince mai del tutto e, alla fine, si finisce la visione rimanendo non pienamente soddisfatti di ciò che si è visto.
L'anima estremamente patriottica di questa vicenda emerge fin dall'inizio ed è, alla lunga, un po' limitante considerando che la maggior parte dell'inizio del film si concentra su dinamiche di ammissione o rifiuto delle nuove leve dell'esercito degli Stati Uniti. I poteri di Steve Rogers arrivano abbastanza tardi e, anche quando i muscoli riempono ogni centimetro del suo corpo, la nuova creatura Captain America spicca solo nella sua veste circense di uomo (immagine) di punta di uno spettacolo recluta-truppe che è un'"avventura" che non conduce a nulla nonostante il grandissimo spazio che le è concesso nella trama. Si comincerà finalmente a parlare di azione solo verso la fine - quando lo spettatore si è già un po' annoiato - e nonostante le buone intenzioni e l'ottimo lavoro come cattivo da parte di Hugo Weaving (già Agente Smith di "Matrix") non si può cancellare l'attesa che ha portato ad arrivare finalmente a qualche scontro.
Per questo motivo, in generale, sono portato a dire che "Captain America - Il primo vendicatore" è un prodotto atipico rispetto agli altri franchise Marvel, molto concentrato su una contestualizzazione storico-temporale del personaggio, con un lungo lavoro dedicato a dinamiche sociali che, però, non sono trattate in maniera da rendere interessante e il personaggio principale e i comprimari presenti sullo schermo, riducendo il tutto ad un susseguirsi di eventi piuttosto impersonale. Ed è, penso, anche per questa ragione che il film non ha ottenuto i risultati sperati. Siamo abituati a pellicole sui supereroi che definire di intrattenimento è riduttivo, quindi non stupisce che un prodotto meno incisivo, per quanto tecnicamente ben realizzato, non centri il proprio obiettivo. Vedremo con "Captain America: The Winter Soldier" cosa succederà.
- The Avengers
Film 411 - The Avengers
Film 808 - The Avengers
Film 1568 - The Avengers
Film 930 - Avengers: Age of Ultron
Film 932 - Avengers: Age of Ultron
Film 1177 - Avengers: Age of Ultron
Film 1571 - Avengers: Age of Ultron
Film 1613 - Avengers: Infinity War
Film 1717 - Avengers: Infinity War
Film 1757 - Avengers: Endgame
Film 1792 - Avengers: Endgame
Film 2023 - Avengers: Endgame
- Captain America
Film 695 - Captain America - Il primo vendicatore
Film 814 - Captain America: The Winter Soldier
Film 1156 - Captain America: Civil War
Film 1395 - Captain America: Civil War
- Thor
Film 268 - Thor
Film 1191 - Thor
Film 631 - Thor: The Dark World
Film 1193 - Thor: The Dark World
Film 1447 - Thor: Ragnarok
- Iron Man
Film 543 - Iron Man 2
Film 676 - Iron Man 3
- Ant-Man
Film 1004 - Ant-Man
Film 1195 - Ant-Man
- Doctor Strange
Film 1250 - Doctor Strange
Film 1433 - Doctor Strange
- Spider-Man
Film 1394 - Spider-Man: Homecoming
Film 1653 - Spider-Man: Homecoming
Film 467 - The Amazing Spider-Man
Film 718 - The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro
- Black Panther
Film 1612 - Black Panther
Box Office: $370,569,774
Consigli: Se si è fan degli Avengers, dei supereroi o dell'universo Marvel in generale di certo non si può perdere anche questo titolo, specialmente nell'ottica di vedere il secondo episodio appena uscito al cinema. Come spesso accade, meglio aspettare che i titoli di coda siano scorsi per intero prima di lasciare la visione: un'altra breve scena collegherà Capitan America alla sua nuova missione: "The Avengers"!
Parola chiave: Tesseract.
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#HollywoodCiak
Bengi
venerdì 11 aprile 2014
Film 694 - Divergent
Super super curiosi di vedere questa pellicola e scoprire quale fosse la storia!
Film 694: "Divergent" (2014) di Neil Burger
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Partiamo dal fatto che "Divergent" non è "Hunger Games": inutile negare un confronto che c'è ed è inevitabile in quanto storia e struttura si assomigliano. E poi Theo James non è Josh Hutcherson...
Rispetto al film con Jennifer Lawrence, questo ulteriore esperimento cinematografico con una figura femminile forte al timone è più confuso e patinato, più simile a qualcosa come "Beautiful Creatures - La sedicesima luna" o "Shadowhunters - Città di ossa" in quanto a realizzazione rispetto alla direzione presa da "Hunger Games" che, nonostante presenti una dose non indifferente di "fattore patinato" anche lui, ha optato per un piglio più reale e una realizzazione più cruda.
E' vero, per carità, che anche in "Divergent" l'eroina Tris (sarà un caso che il suo essere divergente la fa appartenere plausibilmente a un trio di fazioni?) le prende e pure tante, eppure si ha sempre la sensazione che tutto andrà a finire bene. E in un certo senso le tappe che ti aspetti affronterà la trama si verificano, nonostante una sorprendentemente alta dose di violenza considerando il target teen di questo prodotto. Ultimamente sembra che sdoganare la violenza anche in prodotti che ci si aspetterebbe teoricamente più orientati a trattare aspetti romantici (anche se l'unica storia d'amore presentata qui è approfondita malissimo) o "cool" piuttosto che lividi, coltelli e uccisioni sia diventato di gran moda e, per carità, il pubblico pare apprezzare visto gli incassi, però la violenza per necessità è un conto (prendiamo questa affermazione con le pinze), mentre la violenza come show mi infastidisce alquanto. Qui sembra che l'unico modo di Tris per affermare se stessa e riscattare la sua propria identità rispetto all'eremitica sé di prima sia passare per pugni e sparatorie e se questo da un lato è necessario all'evolversi della trama, dall'altro è un aspetto che andrebbe affrontato con meno positivismo e più introspezione (a mio avviso).
Anche percé, sebbene l'intento della fazione degli Intrepidi sia quello di proteggere gli altri cittadini, il tipo di training che fanno è tanto aggressivo che sembra si stiano preparando ad un assalto a mani nude al Pentagono. Posso immaginare che nei futuri due capitoli della saga i principi di lotta appresi saranno certamente d'aiuto, ma al momento il tutto appare un pochino eccessivo.
Comunque in generale "Divergent" funziona abbastanza e, nonostante una realizzazione più infantile rispetto a quella di "Hunger Games", è un buon esempio di intrattenimento facile e spegni-cervello. E' un blockbuster inaspettato, per quanto mi riguarda, più che altro perché ha ottenuto uno straripante successo americano (all'esordio al botteghino USA ha incassato più di "Noah", per dire) assolutamente non scotanto se si pensa agli insuccessi commerciali dei due precedenti "Creatures" e "Shadowhunters" già citati. Certo avrà aiutato che il libro di Veronica Roth da cui è tratto sia stato di successo e che la protagonista Shailene Woodley sia piuttosto conosciuta tra gli adolescenti grazie alla serie tv "La vita segreta di una teenager americana", però niente si può dare sper scontato. Per quanto mi riguarda, uno degli aspetti che più mi ha interessato riguardo questa produzione è la presenza di Kate Winslet, solitamente un'attrice poco commerciale o comunque fuori dai circuiti cinematografici legati a produzioni teen. Il suo personaggio, certamente interessante e da lei reso bene, pecca un po' nel finale per quanto riguarda tenacia e aggressività - lo so, dopo tutta la predica sulla violenza pretendevo più aggressività? Per diciamocelo: che cattivo sei se parli parli e poi a fatti sei quasi immobile (ok che Kate era evidentemente incinta, però un po' d'azione anche per lei...) -, ma sono curioso di capire se avrà un seguito nel resto della saga o se non ci sarà altro che una mano "monca" per lei.
In sostanza, per concludere, ho passato un paio d'ore piacevoli e "Divergent" è certo stato in grado di incuriosirmi. Vedremo cosa succederà con "Insurgent" e "Allegiant".
Film 881 - Divergent
Film 911 - Insurgent
Film 1124 - Allegiant
Box Office: $139,000,609 (ad oggi)
Consigli: A chi è piaciuta la saga di "Hunger Games" questo inizio di saga potrebbe piacere, anche solo come antipasto per i due "Hunger Games: il canto della rivolta" che devono ancora uscire. Il film in sé è carino e Shailene Woodley è una giovane attrice piuttosto capace (lo aveva già dimostrato in "Paradiso amaro"). Vale la pena dare a "Divergent" un'occasione se si cerca relax e svago in salsa fantasy-avventura.
Parola chiave: Controllo della mente.
Trailer
Bengi
Film 694: "Divergent" (2014) di Neil Burger
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Partiamo dal fatto che "Divergent" non è "Hunger Games": inutile negare un confronto che c'è ed è inevitabile in quanto storia e struttura si assomigliano. E poi Theo James non è Josh Hutcherson...
Rispetto al film con Jennifer Lawrence, questo ulteriore esperimento cinematografico con una figura femminile forte al timone è più confuso e patinato, più simile a qualcosa come "Beautiful Creatures - La sedicesima luna" o "Shadowhunters - Città di ossa" in quanto a realizzazione rispetto alla direzione presa da "Hunger Games" che, nonostante presenti una dose non indifferente di "fattore patinato" anche lui, ha optato per un piglio più reale e una realizzazione più cruda.
E' vero, per carità, che anche in "Divergent" l'eroina Tris (sarà un caso che il suo essere divergente la fa appartenere plausibilmente a un trio di fazioni?) le prende e pure tante, eppure si ha sempre la sensazione che tutto andrà a finire bene. E in un certo senso le tappe che ti aspetti affronterà la trama si verificano, nonostante una sorprendentemente alta dose di violenza considerando il target teen di questo prodotto. Ultimamente sembra che sdoganare la violenza anche in prodotti che ci si aspetterebbe teoricamente più orientati a trattare aspetti romantici (anche se l'unica storia d'amore presentata qui è approfondita malissimo) o "cool" piuttosto che lividi, coltelli e uccisioni sia diventato di gran moda e, per carità, il pubblico pare apprezzare visto gli incassi, però la violenza per necessità è un conto (prendiamo questa affermazione con le pinze), mentre la violenza come show mi infastidisce alquanto. Qui sembra che l'unico modo di Tris per affermare se stessa e riscattare la sua propria identità rispetto all'eremitica sé di prima sia passare per pugni e sparatorie e se questo da un lato è necessario all'evolversi della trama, dall'altro è un aspetto che andrebbe affrontato con meno positivismo e più introspezione (a mio avviso).
Anche percé, sebbene l'intento della fazione degli Intrepidi sia quello di proteggere gli altri cittadini, il tipo di training che fanno è tanto aggressivo che sembra si stiano preparando ad un assalto a mani nude al Pentagono. Posso immaginare che nei futuri due capitoli della saga i principi di lotta appresi saranno certamente d'aiuto, ma al momento il tutto appare un pochino eccessivo.
Comunque in generale "Divergent" funziona abbastanza e, nonostante una realizzazione più infantile rispetto a quella di "Hunger Games", è un buon esempio di intrattenimento facile e spegni-cervello. E' un blockbuster inaspettato, per quanto mi riguarda, più che altro perché ha ottenuto uno straripante successo americano (all'esordio al botteghino USA ha incassato più di "Noah", per dire) assolutamente non scotanto se si pensa agli insuccessi commerciali dei due precedenti "Creatures" e "Shadowhunters" già citati. Certo avrà aiutato che il libro di Veronica Roth da cui è tratto sia stato di successo e che la protagonista Shailene Woodley sia piuttosto conosciuta tra gli adolescenti grazie alla serie tv "La vita segreta di una teenager americana", però niente si può dare sper scontato. Per quanto mi riguarda, uno degli aspetti che più mi ha interessato riguardo questa produzione è la presenza di Kate Winslet, solitamente un'attrice poco commerciale o comunque fuori dai circuiti cinematografici legati a produzioni teen. Il suo personaggio, certamente interessante e da lei reso bene, pecca un po' nel finale per quanto riguarda tenacia e aggressività - lo so, dopo tutta la predica sulla violenza pretendevo più aggressività? Per diciamocelo: che cattivo sei se parli parli e poi a fatti sei quasi immobile (ok che Kate era evidentemente incinta, però un po' d'azione anche per lei...) -, ma sono curioso di capire se avrà un seguito nel resto della saga o se non ci sarà altro che una mano "monca" per lei.
In sostanza, per concludere, ho passato un paio d'ore piacevoli e "Divergent" è certo stato in grado di incuriosirmi. Vedremo cosa succederà con "Insurgent" e "Allegiant".
Film 881 - Divergent
Film 911 - Insurgent
Film 1124 - Allegiant
Box Office: $139,000,609 (ad oggi)
Consigli: A chi è piaciuta la saga di "Hunger Games" questo inizio di saga potrebbe piacere, anche solo come antipasto per i due "Hunger Games: il canto della rivolta" che devono ancora uscire. Il film in sé è carino e Shailene Woodley è una giovane attrice piuttosto capace (lo aveva già dimostrato in "Paradiso amaro"). Vale la pena dare a "Divergent" un'occasione se si cerca relax e svago in salsa fantasy-avventura.
Parola chiave: Controllo della mente.
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tratto da un libro,
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Zoë Kravitz
giovedì 10 aprile 2014
Film 693 - Il ricatto
Curiosissimo di vedere questa pellicola!
Film 693: "Il ricatto" (2013) di Eugenio Mira
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "Grand Piano" parte in quarta e non si risparmia già da subito, giocando le sue carte appena introdotto i personaggi: il pianista prodigio Tom Selznick/Elijah Wood, ansioso e con un'enorme paura di sbagliare; la moglie Emma Selznick/Kerry Bishé, famosa attrice dalla carriera lanciatissima ormai più di quella del marito; gli amici Ashley e Wayne (Tamsin Egerton, Allen Leech), coppia un po' superficiale e semplice; chiude il cerchio il pazzo al telefono che vuole sentire Tom eseguire un pezzo praticamente impossibile da suonare senza commettere imperfezioni.
Tutti inisieme questi personaggi sono seguiti per un lasso di tempo davvero breve, ovvero pochi momenti prima del concerto-evento per il ritorno sulle scene del giovane pianista e poi durante l'esibizione. Nonostante il frangente raccontato sia piccolo, si susseguono numerosissimi avvenimenti che sconvolgeranno non poco Tom durante il suo comeback sulle scene.
A rendergli tutto maledettamente ostico ci penserà il maniaco al telefono che minaccia di sparare alla moglie o a lui nel caso in cui o non esegua alla perfezione il pezzo richiesto - pezzo già precedentemente eseguito in maniera fallimentare e motivo del ritiro dalle scene del pianista - o decida di avvisare qualcuno che possa aiutarlo. Non sarà facile, quindi, mantenere i nervi saldi per tutta la durata dell'evento: non solo perché sotto minaccia, ma perché sotto gli occhi di centinaia di percorse accorse a teatro appositamente per sentire Tom di nuovo nel suo elemento, ma al contempo curiosi di scoprire se saprà reggere la tensione del palcoscenico o nuovamente cadrà in errore durante l'esecuzione.
Chiaramente le numerose componenti in gioco generano la tensione necessaria ad una storia che corre sempre sul filo del rasoio. Bisogna dire che la trama riesce in questo a funzionare per quasi tutta la durata del film, cedendo solo ad un finale troppo sbrigativo rispetto alle premesse così minuziosamente costruite. E' un peccato nel quadro generale, ma il risultato finale è assolutamente positivo.
Da non sottovalutare, poi, gli elementi sonori e visivi. La colonna sonora si fonde alla musica classica a formare un'armonia costante che accompagna la suspanse generata dalla narrazione: un ottimo esempio di accompagnamento ad una storia thriller degna di essere definita tale.
Per quanto riguarda, invece, regia e montaggio è evidente che vi è una ricerca minuziosa di angolature e tagli, a formare quasi un flusso continuo che agevola notevolmente la narrazione e l'accompagnamento musicale fino a formare un tutt'uno. Molte riprese ricordano Hitchcock e la scelta (o l'omaggio) è più che mai azzeccata. Ho apprezzato, inoltre, le molte inquadrature che rappresentano Tom specchiato, riflesso in qualche superficie, a sottolineare il doppio sentimento nei confronti di sé stesso e della propria arte: bravura e consapevolezza del proprio talento da una parte, paura di fallire di nuovo e rifiuto di un dono da cui si è sentito tradito dall'altra. Interessante gioco di rimandi sia visivo, quindi, che narrativo.
Insomma "Il ricatto" è stato un film che mi ha lasciato piuttosto soddisfatto, principalmente grazie a un lavoro generale che dimostra minuzia e cura dei particolari. Peccato per il finale un po' troppo hollywoodiano con il protagonista che improvvisamente diventa Rambo. Si poteva, forse, cercare un'altra soluzione per concludere, magari anche meno frettolosamente. In generale, comunque, un buon esempio di cinema thriller contemporaneo.
Film 693 - Il ricatto
Film 1779 - Grand Piano
Box Office: € 242.055 (al debutto in Italia)
Consigli: Agli amanti delle storie cariche di tensione e suspense di sicuro il film piacerà. C'è una buona ricerca stilistica dell'immagine e una musica di accompagnamento veramente bella ed intensa. Una pellicola piacevole da seguire. Con sorpresona finale: chi è il cattivo?
Parola chiave: 'La Cinquette'.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 693: "Il ricatto" (2013) di Eugenio Mira
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "Grand Piano" parte in quarta e non si risparmia già da subito, giocando le sue carte appena introdotto i personaggi: il pianista prodigio Tom Selznick/Elijah Wood, ansioso e con un'enorme paura di sbagliare; la moglie Emma Selznick/Kerry Bishé, famosa attrice dalla carriera lanciatissima ormai più di quella del marito; gli amici Ashley e Wayne (Tamsin Egerton, Allen Leech), coppia un po' superficiale e semplice; chiude il cerchio il pazzo al telefono che vuole sentire Tom eseguire un pezzo praticamente impossibile da suonare senza commettere imperfezioni.
Tutti inisieme questi personaggi sono seguiti per un lasso di tempo davvero breve, ovvero pochi momenti prima del concerto-evento per il ritorno sulle scene del giovane pianista e poi durante l'esibizione. Nonostante il frangente raccontato sia piccolo, si susseguono numerosissimi avvenimenti che sconvolgeranno non poco Tom durante il suo comeback sulle scene.
A rendergli tutto maledettamente ostico ci penserà il maniaco al telefono che minaccia di sparare alla moglie o a lui nel caso in cui o non esegua alla perfezione il pezzo richiesto - pezzo già precedentemente eseguito in maniera fallimentare e motivo del ritiro dalle scene del pianista - o decida di avvisare qualcuno che possa aiutarlo. Non sarà facile, quindi, mantenere i nervi saldi per tutta la durata dell'evento: non solo perché sotto minaccia, ma perché sotto gli occhi di centinaia di percorse accorse a teatro appositamente per sentire Tom di nuovo nel suo elemento, ma al contempo curiosi di scoprire se saprà reggere la tensione del palcoscenico o nuovamente cadrà in errore durante l'esecuzione.
Chiaramente le numerose componenti in gioco generano la tensione necessaria ad una storia che corre sempre sul filo del rasoio. Bisogna dire che la trama riesce in questo a funzionare per quasi tutta la durata del film, cedendo solo ad un finale troppo sbrigativo rispetto alle premesse così minuziosamente costruite. E' un peccato nel quadro generale, ma il risultato finale è assolutamente positivo.
Da non sottovalutare, poi, gli elementi sonori e visivi. La colonna sonora si fonde alla musica classica a formare un'armonia costante che accompagna la suspanse generata dalla narrazione: un ottimo esempio di accompagnamento ad una storia thriller degna di essere definita tale.
Per quanto riguarda, invece, regia e montaggio è evidente che vi è una ricerca minuziosa di angolature e tagli, a formare quasi un flusso continuo che agevola notevolmente la narrazione e l'accompagnamento musicale fino a formare un tutt'uno. Molte riprese ricordano Hitchcock e la scelta (o l'omaggio) è più che mai azzeccata. Ho apprezzato, inoltre, le molte inquadrature che rappresentano Tom specchiato, riflesso in qualche superficie, a sottolineare il doppio sentimento nei confronti di sé stesso e della propria arte: bravura e consapevolezza del proprio talento da una parte, paura di fallire di nuovo e rifiuto di un dono da cui si è sentito tradito dall'altra. Interessante gioco di rimandi sia visivo, quindi, che narrativo.
Insomma "Il ricatto" è stato un film che mi ha lasciato piuttosto soddisfatto, principalmente grazie a un lavoro generale che dimostra minuzia e cura dei particolari. Peccato per il finale un po' troppo hollywoodiano con il protagonista che improvvisamente diventa Rambo. Si poteva, forse, cercare un'altra soluzione per concludere, magari anche meno frettolosamente. In generale, comunque, un buon esempio di cinema thriller contemporaneo.
Film 693 - Il ricatto
Film 1779 - Grand Piano
Box Office: € 242.055 (al debutto in Italia)
Consigli: Agli amanti delle storie cariche di tensione e suspense di sicuro il film piacerà. C'è una buona ricerca stilistica dell'immagine e una musica di accompagnamento veramente bella ed intensa. Una pellicola piacevole da seguire. Con sorpresona finale: chi è il cattivo?
Parola chiave: 'La Cinquette'.
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Bengi
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martedì 8 aprile 2014
Film 692 - 300 - L'alba di un impero
Sempre con la 3. Questa pellicola non potevo non vederla!
Film 692: "300 - L'alba di un impero" (2014) di Noam Murro
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Anche se il primo, violentissimo "300" mi era piaciuto, non posso dire di essere mai stato un fan sfegatato; la voglia di vedere questo sequel però c'era. Forse 7 anni di distanza tra le due pellicole è molta, considerando il tipo di prodotto, comunque il risultato finale è stato in grado di non deludere le aspettative.
Di base, le più evidenti somiglianze con il suo predecessore sono lo stile delle immagini, la violenza, le tematiche generali di onore e vendetta. Alcuni personaggi ritornano (Serse, la regina Gorgo, Delios), molti altri sono nuovi a partire dal protagonista Temistocle/Sullivan Stapleton e dalla sua nemesi Artemisia/Eva Green.
Il fulcro di tutta la vicenda sarà, di fatto, incentrato su questi ultimi e sulla loro questione in sospeso, a causa della quale non pochi troveranno la morte. Morte che ha moltissimo spazio all'interno della trama, tanto da domandarsi se non ci sia stata una tendenza ad esagerare. Va bene che il prodotto promette sangue, azione e numerosi effetti speciali, ma - seppure l'integrità del franchise è garantita - alla lunga stanca. Così come gli interminabili soliloqui di alcuni personaggi, dei quali a farne più uso è Artemisia, signora della guerra e, a quanto pare, anche del monologo interminabile. Niente di male se esternasse pensieri irraggiungibili per lo spettatore, ma dato che si limita a commentare, passo passo, ogni azione che decide di mettere in pratica è palese che sia uno sforzo narrativo superfluo.
In generale, comunque, va detto che "300: Rise of an Empire" fa il suo dovere, mantenendo abbastanza fedelmente non solo le promesse legate a questo film nello specifico, ma anche relativamente al primo capitolo di questa saga che, si intuisce, potrebbe vedere un ulteriore episodio generato ai fini della storia (sperando in una gestazione un po' più breve). Il continuum temporale tiene e, anche se Stapleton non ha il magnetismo di Gerard Butler né un personaggio interessante quanto Leonida, il girotondo di personaggi-spalla che si susseguono durante i 102 minuti di pellicola tiene abbastanza alto l'interesse dello spettatore per tutta la visione. Chiaro, non è come "300", ma anche questo seguel ha un suo perché.
Box Office: $324,703,000 (ad oggi)
Consigli: Per i fan del primo episodio questo film è certo imperdibile, come lo è per chi ama lo splatter in salsa fumetto. Tanta violenza gratuita e tanti scenari ricreati al pc, oltre che battaglie in slow-motion ed epici discorsi d'incoraggiamento pre battaglia. Se è ciò che si cerca questo "300 - L'alba di un impero" è perfetto.
Parola chiave: Vendetta.
Trailer
Bengi
Film 692: "300 - L'alba di un impero" (2014) di Noam Murro
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Anche se il primo, violentissimo "300" mi era piaciuto, non posso dire di essere mai stato un fan sfegatato; la voglia di vedere questo sequel però c'era. Forse 7 anni di distanza tra le due pellicole è molta, considerando il tipo di prodotto, comunque il risultato finale è stato in grado di non deludere le aspettative.
Di base, le più evidenti somiglianze con il suo predecessore sono lo stile delle immagini, la violenza, le tematiche generali di onore e vendetta. Alcuni personaggi ritornano (Serse, la regina Gorgo, Delios), molti altri sono nuovi a partire dal protagonista Temistocle/Sullivan Stapleton e dalla sua nemesi Artemisia/Eva Green.
Il fulcro di tutta la vicenda sarà, di fatto, incentrato su questi ultimi e sulla loro questione in sospeso, a causa della quale non pochi troveranno la morte. Morte che ha moltissimo spazio all'interno della trama, tanto da domandarsi se non ci sia stata una tendenza ad esagerare. Va bene che il prodotto promette sangue, azione e numerosi effetti speciali, ma - seppure l'integrità del franchise è garantita - alla lunga stanca. Così come gli interminabili soliloqui di alcuni personaggi, dei quali a farne più uso è Artemisia, signora della guerra e, a quanto pare, anche del monologo interminabile. Niente di male se esternasse pensieri irraggiungibili per lo spettatore, ma dato che si limita a commentare, passo passo, ogni azione che decide di mettere in pratica è palese che sia uno sforzo narrativo superfluo.
In generale, comunque, va detto che "300: Rise of an Empire" fa il suo dovere, mantenendo abbastanza fedelmente non solo le promesse legate a questo film nello specifico, ma anche relativamente al primo capitolo di questa saga che, si intuisce, potrebbe vedere un ulteriore episodio generato ai fini della storia (sperando in una gestazione un po' più breve). Il continuum temporale tiene e, anche se Stapleton non ha il magnetismo di Gerard Butler né un personaggio interessante quanto Leonida, il girotondo di personaggi-spalla che si susseguono durante i 102 minuti di pellicola tiene abbastanza alto l'interesse dello spettatore per tutta la visione. Chiaro, non è come "300", ma anche questo seguel ha un suo perché.
Box Office: $324,703,000 (ad oggi)
Consigli: Per i fan del primo episodio questo film è certo imperdibile, come lo è per chi ama lo splatter in salsa fumetto. Tanta violenza gratuita e tanti scenari ricreati al pc, oltre che battaglie in slow-motion ed epici discorsi d'incoraggiamento pre battaglia. Se è ciò che si cerca questo "300 - L'alba di un impero" è perfetto.
Parola chiave: Vendetta.
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Bengi
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lunedì 7 aprile 2014
Film 691 - Non buttiamoci giù
Un ingresso con la 3 non si rifiuta mai. E poi questo film volevamo tutti assolutamente vederlo!
Film 691: "Non buttiamoci giù" (2014) di Pascal Chaumeil
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Erika
Pensieri: Lo spunto per cominciare il film è strano. Ovvero: cosa succede se per puro caso degli sconosciuti si ritrovano sul tetto l'ultima notte dell'anno con l'intenzione di suicidarsi? Si buttano a turno? No, diventano amici.
Nello specifico, la trama segue l'intreccio delle vite dei quattro aspiranti suicidi dal fallito tentativo in poi e la successione di eventi che li porterà a diventare amici e supporters l'uno dell'altro.
Diciamo che, sulla carta, l'idea è abbastanza originale per risultare vincente e, di fatto, "A Long Way Down" è una pellicola che centra il suo obiettivo, per quanto mi aspettassi qualcosina di più. Mi spiego meglio.
Innanzitutto il personaggio di Jess Crichton (brava Imogen Poots ad interpretarla) è il più prevedibile di tutti. E' una sorta di mix irriverente, anticonformista, finto-alternativo dal cuore d'oro che si è già visto mille volte sullo schermo. L'attrice è brava e, a mio avviso questo è l'unico motivo per cui il personaggio si salva, però non posso dire che nell'insieme spicchi per originalità. Scontato anche il personaggio di Aaron Paul, J.J., finto malato che non trova una ragione per vivere. Un po' più di profondità non avrebbe guastato.
I personaggi migliori sono quelli di Maureen (Toni Collette è sempre una certezza) e Martin Sharp (un sorprendente Pierce Brosnan), in grado di colorare la storia in maniera più personale ed incisiva rispetto ai personaggi dei due ragazzi. Entrambi affrontano situazioni controverse anche difficili da digerire e, nell'insieme, apportano alla storia gli elementi più interessanti.
In generale, comunque, "Non buttiamoci giù" è un prodotto carino che ha i suoi buoni momenti e, nonostante il finale estremamente buonista, lascia soddisfatto lo spettatore. Sia perché non si può fare a meno di affezionarsi al nuovo gruppo di amici, sia perché, per una volta, è bello vedere qualcuno che riscopre oltre che se stesso, anche ragioni per affezionarsi nuovamente alla vita.
Box Office: € 1.160.865 (ad oggi in Italia)
Consigli: Il film è tratto dal romanzo dal titolo omonimo di Nick Hornby (lo stesso di "About a Boy - Un ragazzo" e del bello "Alta fedeltà"). E' una commedia a tinte dark, con alcuni elementi anche difficili da digerire, ma necessari per poter trasportare i quattro protagonisti dal baratro della disperazione di un atto come il suicidio alla nuova riscoperta delle prospettive che li attendono. Non è certo un prodotto di pura spensieratezza, ma ci si affeziona a tutti i personaggi e Pierce Brosnan riesce finalmente a riscattarsi dal suo granitico James Bond.
Parola chiave: San Valentino.
Trailer
Bengi
Film 691: "Non buttiamoci giù" (2014) di Pascal Chaumeil
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Erika
Pensieri: Lo spunto per cominciare il film è strano. Ovvero: cosa succede se per puro caso degli sconosciuti si ritrovano sul tetto l'ultima notte dell'anno con l'intenzione di suicidarsi? Si buttano a turno? No, diventano amici.
Nello specifico, la trama segue l'intreccio delle vite dei quattro aspiranti suicidi dal fallito tentativo in poi e la successione di eventi che li porterà a diventare amici e supporters l'uno dell'altro.
Diciamo che, sulla carta, l'idea è abbastanza originale per risultare vincente e, di fatto, "A Long Way Down" è una pellicola che centra il suo obiettivo, per quanto mi aspettassi qualcosina di più. Mi spiego meglio.
Innanzitutto il personaggio di Jess Crichton (brava Imogen Poots ad interpretarla) è il più prevedibile di tutti. E' una sorta di mix irriverente, anticonformista, finto-alternativo dal cuore d'oro che si è già visto mille volte sullo schermo. L'attrice è brava e, a mio avviso questo è l'unico motivo per cui il personaggio si salva, però non posso dire che nell'insieme spicchi per originalità. Scontato anche il personaggio di Aaron Paul, J.J., finto malato che non trova una ragione per vivere. Un po' più di profondità non avrebbe guastato.
I personaggi migliori sono quelli di Maureen (Toni Collette è sempre una certezza) e Martin Sharp (un sorprendente Pierce Brosnan), in grado di colorare la storia in maniera più personale ed incisiva rispetto ai personaggi dei due ragazzi. Entrambi affrontano situazioni controverse anche difficili da digerire e, nell'insieme, apportano alla storia gli elementi più interessanti.
In generale, comunque, "Non buttiamoci giù" è un prodotto carino che ha i suoi buoni momenti e, nonostante il finale estremamente buonista, lascia soddisfatto lo spettatore. Sia perché non si può fare a meno di affezionarsi al nuovo gruppo di amici, sia perché, per una volta, è bello vedere qualcuno che riscopre oltre che se stesso, anche ragioni per affezionarsi nuovamente alla vita.
Box Office: € 1.160.865 (ad oggi in Italia)
Consigli: Il film è tratto dal romanzo dal titolo omonimo di Nick Hornby (lo stesso di "About a Boy - Un ragazzo" e del bello "Alta fedeltà"). E' una commedia a tinte dark, con alcuni elementi anche difficili da digerire, ma necessari per poter trasportare i quattro protagonisti dal baratro della disperazione di un atto come il suicidio alla nuova riscoperta delle prospettive che li attendono. Non è certo un prodotto di pura spensieratezza, ma ci si affeziona a tutti i personaggi e Pierce Brosnan riesce finalmente a riscattarsi dal suo granitico James Bond.
Parola chiave: San Valentino.
Trailer
Bengi
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giovedì 3 aprile 2014
Film 690 - Oltre i confini del male: Insidious 2
Non vedevo l'ora di vedere questo film!
Film 690: "Oltre i confini del male - Insidious 2" (2013) di James Wan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Seguito del primo - e già abbastanza spaventoso - "Insidious", questo secondo capitolo riprende la storia da dove l'avevamo lasciata e la prosegue con coerenza, mantenendo fedelmente lo stile del primo episodio. Per essere un sequel, infatti, la storia è ben orientata a proseguire da dove si era cominciato e non delude chi ha apprezzato il primo capitolo perché trama, personaggi e recitazione, oltre che resa tecnica, sono tutti non solo molto buoni, ma anche orientati e predisposti ad interagire con il precedente lavoro. Ottimo.
Seppure, come già per "Insidious", anche questo "Oltre i confini del male - Insidious 2" presenta il suo elemento di debolezza al momento dello smascheramento del mostro di turno, rimane comunque impossibile non notare lo sforzo di rendere l'atmosfera quanto più spaventosa e misteriosa possibile, lasciando indizi come briciole di pane disseminati fino all'epilogo di questo episodio. Tutto combacia e gli interrogativi sorti in precedenza vengo qui risolti lasciando anche abbastanza soddisfatti.
Già abituati al mondo dell'Altrove, questa volta, invece, si cambierà casa, finendo all'abitazione di nonna Lorraine/Barbara Hershey che sembra vivere nella versione horror della casa di "Streghe". Gli espedienti per creare pathos e tensione (come rumori, apparizioni, porte che si muovono, ombre) sono tutti sfruttati per creare un tipo di paura che deriva dall'angoscia piuttosto che da uno spavento per qualcosa di orrendo o, come va di moda oggi, splatter. Il che mi ha molto compiaciuto.
Trovo che la capacità di rendere l'atmosfera sempre più inquietante e pesante sia il vero pregio di questo prodotto, insieme alla capacità degli sceneggiatori di dividere a metà una storia scegliendo di trattarla in due film e riuscendo nell'intento di renderli entrambi capitoli distinti, eppure complementari. A fine visione questo da molta soddisfazione.
Il cast torna ad essere quello originale e, oltre alla Hershey, sono presenti Patrick Wilson emaciato dall'esperienza ultraterrena e Rose Byrne che è capace di prendere un bollitore in testa e risultare comunque una donna di classe. Chapeau.
Tra presenze inquietanti, case infestate, possessioni, vecchi ospedali, psicopatici serial killer e madri diseducative, questo "Insidious: Chapter 2" funziona a dovere e dimostra come sia possibile fare un buon seguito senza necessariamente che si perda la verve, l'innovazione o la qualità del film originale. Un buon horror moderno.
Film 626 - Insidious
Film 959 - Insidious
Film 690 - Oltre i confini del male: Insidious 2
Film 960 - Oltre i confini del male: Insidious 2
Film 2202 - Insidious: The Red Door
Film 956 - Insidious 3: L'inizio
Film 2157 - Insidious 3: L'inizio
Film 1619 - Insidious: The Last Key
Box Office: $160,444,011
Consigli: Chiaramente ha senso vedere il primo film e poi questo secondo episodio. La saga, che avrà a quanto pare un terzo capitolo (ma estraneo ai protagonisti delle prime due puntate cinematografiche), è molto ben costruita e, nell'ottica della ricerca di un buon prodotto di genere, funziona alla grande. Spaventa, lascia col fiato sospeso, è in grado di sorprendere e tiene incollati al video. Un buon horror, un buon cast e una buona storia.
Parola chiave: Parker Crane.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 690: "Oltre i confini del male - Insidious 2" (2013) di James Wan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Seguito del primo - e già abbastanza spaventoso - "Insidious", questo secondo capitolo riprende la storia da dove l'avevamo lasciata e la prosegue con coerenza, mantenendo fedelmente lo stile del primo episodio. Per essere un sequel, infatti, la storia è ben orientata a proseguire da dove si era cominciato e non delude chi ha apprezzato il primo capitolo perché trama, personaggi e recitazione, oltre che resa tecnica, sono tutti non solo molto buoni, ma anche orientati e predisposti ad interagire con il precedente lavoro. Ottimo.
Seppure, come già per "Insidious", anche questo "Oltre i confini del male - Insidious 2" presenta il suo elemento di debolezza al momento dello smascheramento del mostro di turno, rimane comunque impossibile non notare lo sforzo di rendere l'atmosfera quanto più spaventosa e misteriosa possibile, lasciando indizi come briciole di pane disseminati fino all'epilogo di questo episodio. Tutto combacia e gli interrogativi sorti in precedenza vengo qui risolti lasciando anche abbastanza soddisfatti.
Già abituati al mondo dell'Altrove, questa volta, invece, si cambierà casa, finendo all'abitazione di nonna Lorraine/Barbara Hershey che sembra vivere nella versione horror della casa di "Streghe". Gli espedienti per creare pathos e tensione (come rumori, apparizioni, porte che si muovono, ombre) sono tutti sfruttati per creare un tipo di paura che deriva dall'angoscia piuttosto che da uno spavento per qualcosa di orrendo o, come va di moda oggi, splatter. Il che mi ha molto compiaciuto.
Trovo che la capacità di rendere l'atmosfera sempre più inquietante e pesante sia il vero pregio di questo prodotto, insieme alla capacità degli sceneggiatori di dividere a metà una storia scegliendo di trattarla in due film e riuscendo nell'intento di renderli entrambi capitoli distinti, eppure complementari. A fine visione questo da molta soddisfazione.
Il cast torna ad essere quello originale e, oltre alla Hershey, sono presenti Patrick Wilson emaciato dall'esperienza ultraterrena e Rose Byrne che è capace di prendere un bollitore in testa e risultare comunque una donna di classe. Chapeau.
Tra presenze inquietanti, case infestate, possessioni, vecchi ospedali, psicopatici serial killer e madri diseducative, questo "Insidious: Chapter 2" funziona a dovere e dimostra come sia possibile fare un buon seguito senza necessariamente che si perda la verve, l'innovazione o la qualità del film originale. Un buon horror moderno.
Film 626 - Insidious
Film 959 - Insidious
Film 690 - Oltre i confini del male: Insidious 2
Film 960 - Oltre i confini del male: Insidious 2
Film 2202 - Insidious: The Red Door
Film 956 - Insidious 3: L'inizio
Film 2157 - Insidious 3: L'inizio
Film 1619 - Insidious: The Last Key
Box Office: $160,444,011
Consigli: Chiaramente ha senso vedere il primo film e poi questo secondo episodio. La saga, che avrà a quanto pare un terzo capitolo (ma estraneo ai protagonisti delle prime due puntate cinematografiche), è molto ben costruita e, nell'ottica della ricerca di un buon prodotto di genere, funziona alla grande. Spaventa, lascia col fiato sospeso, è in grado di sorprendere e tiene incollati al video. Un buon horror, un buon cast e una buona storia.
Parola chiave: Parker Crane.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
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Kids' Choice Awards 2014: nomination e vincitori
Sabato 29 marzo si sono tenuti al Galen Center di Los Angeles (California) i Kids' Choice Awards 2014, trasmessi e sponsorizzati dal network Nickelodeon e presentati quest'anno da Mark Wahlberg.
Giunti alla loro 27esima edizione, questi premi assegnano le preferenze del pubblico dei più piccoli rispetto al mondo del cinema, della televisione e della musica, scegliendo tra un'infinità di titoli, personaggi e prodotti. In Italia saranno trasmessi questa sera.
Per quanto riguarda la parte cinematografica, le scelte sono suddivise in 7 categorie in due delle quali quest'anno ha trionfato Jennifer Lawrence come Miglior attrice.
Ma ecco tutte le nomination e tutti i vincitori della sezione cinematografica!
The Hunger Games: Catching Fire (Winner)
Iron Man 3
Oz the Great and Powerful
The Smurfs 2
Favorite Animated Movie
Cloudy with a Chance of Meatballs 2
Despicable Me 2
Frozen (Winner)
Monsters University
Favorite Voice from an Animated Movie
Steve Carell as Felonious Gru for Despicable Me 2
Miranda Cosgrove as Margo for Despicable Me 2 (Winner)
Billy Crystal as Mike Wazowski for Monsters University
Katy Perry as Smurfette for The Smurfs 2
Favorite Movie Actor
Johnny Depp
Robert Downey, Jr.
Neil Patrick Harris
Adam Sandler (Winner)
Favorite Movie Actress
Sandra Bullock
Mila Kunis
Jennifer Lawrence (Winner)
Jayma Mays
Favorite Male Buttkicker
Johnny Depp
Robert Downey, Jr. (Winner)
Hugh Jackman
Dwayne Johnson
Favorite Female Buttkicker
Sandra Bullock
Jennifer Lawrence (Winner)
Evangeline Lilly
Jena Malone
Bengi
Giunti alla loro 27esima edizione, questi premi assegnano le preferenze del pubblico dei più piccoli rispetto al mondo del cinema, della televisione e della musica, scegliendo tra un'infinità di titoli, personaggi e prodotti. In Italia saranno trasmessi questa sera.
Per quanto riguarda la parte cinematografica, le scelte sono suddivise in 7 categorie in due delle quali quest'anno ha trionfato Jennifer Lawrence come Miglior attrice.
Ma ecco tutte le nomination e tutti i vincitori della sezione cinematografica!
Nickelodeon's 27th Annual Kids' Choice Awards
Favorite MovieThe Hunger Games: Catching Fire (Winner)
Iron Man 3
Oz the Great and Powerful
The Smurfs 2
Favorite Animated Movie
Cloudy with a Chance of Meatballs 2
Despicable Me 2
Frozen (Winner)
Monsters University
Favorite Voice from an Animated Movie
Steve Carell as Felonious Gru for Despicable Me 2
Miranda Cosgrove as Margo for Despicable Me 2 (Winner)
Billy Crystal as Mike Wazowski for Monsters University
Katy Perry as Smurfette for The Smurfs 2
Favorite Movie Actor
Johnny Depp
Robert Downey, Jr.
Neil Patrick Harris
Adam Sandler (Winner)
Favorite Movie Actress
Sandra Bullock
Mila Kunis
Jennifer Lawrence (Winner)
Jayma Mays
Favorite Male Buttkicker
Johnny Depp
Robert Downey, Jr. (Winner)
Hugh Jackman
Dwayne Johnson
Favorite Female Buttkicker
Sandra Bullock
Jennifer Lawrence (Winner)
Evangeline Lilly
Jena Malone
Bengi
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The Hunger Games: Catching Fire
mercoledì 2 aprile 2014
Film 689 - Come tu mi vuoi
Luigi ha molto insistito per farmelo vedere...
Film 689: "Come tu mi vuoi" (2007) di Volfango De Biasi
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Premesso che trovo Nicolas Vaporidis insopportabile, devo dire, comunque, che questa pellicola è andata un po' oltre le mie bassissime aspettative, specialmente nella prima parte.
Diciamo che, volendo vedere qualcosa di buono, lo sforzo fatto per smascherare - seppure in toni da commedia - le debolezze della società contemporanea riesce inizialmente nel suo intento, ovvero colpire nel segno suscitando una certa ilarità. La Capotondi in questo è piuttosto funzionale, sia perché si presta ad un trucco e parrucco mortificante, sia perché riesce anche a risultare credibile la maggior parte del tempo. Quindi, per quanto riguarda la leggerissima critica sociale legata ai soliti temi dell'apparenza, dell'esclusione sociale e della bellezza come unico requisito di popolarità, la trama fila e funziona. Ci si perde, però, su altri punti.
Innanzitutto la "discesa agli inferi" di Giada/Capotondi prende una piega troppo banale e semplificata, con il culmine del ridicolo al momento della trasformazione grazie all'artista visionario del rifacimento del look. Uno stylist imbarazzante e imbarazzato (per le ragioni che seguono). Poi, assolutamente da non sottovalutare, la qualità della recitazione che, per la maggior parte dei personaggi-spalla è imbarazzante. Fiamma/Giulia Steigerwalt è la peggiore di tutti, incapace di riprodurre il ruolo della snob annoiata dalla vita perché, di fatto, incapace anche solo di parlare con disinvoltura. Anche Vaporidis, comunque, non è di certo da premio Oscar.
Altra nota dolente sta nei costumi e nelle capigliature che, per un film che basa tutta la sua essenza sul divario tra sciattezza e bellezza, non è certo un aspetto trascurabile. Sempre Vaporidis per il suo Riccardo è costretto a sfoggiare una chioma di capelli mortificante, oltre che dei vestiti di scena scappati da un mercatino dei cinesi (senza voler offendere i cinesi)... Non mi è chiara la scelta di stile che si è tentato di suggerire per il personaggio, teoricamente di famiglia ricca e raffinata e, quindi, si suppone in grado di distinguere una camicia di Yves Saint Laurent da quella di Tony Manero. Vero orrore.
Insomma, in generale lo spunto può anche essere carino e a tratti interessante, anche se viene gestito malamente, soffocandolo in favore della strada sicura tra buattute facili, amori assoluti, consigli di stile imbarazzanti e una rivalsa universitaria che implica il totale cambiamento dell'attitudine del protagonista maschile. Insomma, ci si poteva impegnare di più...
Box Office: €2,179,363 (esordio al botteghino italiano)
Consigli: La recitazione non è il massimo e i costumi sono terribili. La Capotondi funziona quasi sempre e, nel ritrovare il compagno di set di "Notte prima degli esami", spicca rispetto a Vaporidis. Nell'insieme è la classica commedia all'italiana per adolescenti che, questa volta, ruba l'idea alla commedia americana al vetriolo "Mean Girls". Per passare il tempo e spegnere il cervello va benissimo.
Parola chiave: Aspetto esteriore.
Trailer
Bengi
Film 689: "Come tu mi vuoi" (2007) di Volfango De Biasi
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Premesso che trovo Nicolas Vaporidis insopportabile, devo dire, comunque, che questa pellicola è andata un po' oltre le mie bassissime aspettative, specialmente nella prima parte.
Diciamo che, volendo vedere qualcosa di buono, lo sforzo fatto per smascherare - seppure in toni da commedia - le debolezze della società contemporanea riesce inizialmente nel suo intento, ovvero colpire nel segno suscitando una certa ilarità. La Capotondi in questo è piuttosto funzionale, sia perché si presta ad un trucco e parrucco mortificante, sia perché riesce anche a risultare credibile la maggior parte del tempo. Quindi, per quanto riguarda la leggerissima critica sociale legata ai soliti temi dell'apparenza, dell'esclusione sociale e della bellezza come unico requisito di popolarità, la trama fila e funziona. Ci si perde, però, su altri punti.
Innanzitutto la "discesa agli inferi" di Giada/Capotondi prende una piega troppo banale e semplificata, con il culmine del ridicolo al momento della trasformazione grazie all'artista visionario del rifacimento del look. Uno stylist imbarazzante e imbarazzato (per le ragioni che seguono). Poi, assolutamente da non sottovalutare, la qualità della recitazione che, per la maggior parte dei personaggi-spalla è imbarazzante. Fiamma/Giulia Steigerwalt è la peggiore di tutti, incapace di riprodurre il ruolo della snob annoiata dalla vita perché, di fatto, incapace anche solo di parlare con disinvoltura. Anche Vaporidis, comunque, non è di certo da premio Oscar.
Altra nota dolente sta nei costumi e nelle capigliature che, per un film che basa tutta la sua essenza sul divario tra sciattezza e bellezza, non è certo un aspetto trascurabile. Sempre Vaporidis per il suo Riccardo è costretto a sfoggiare una chioma di capelli mortificante, oltre che dei vestiti di scena scappati da un mercatino dei cinesi (senza voler offendere i cinesi)... Non mi è chiara la scelta di stile che si è tentato di suggerire per il personaggio, teoricamente di famiglia ricca e raffinata e, quindi, si suppone in grado di distinguere una camicia di Yves Saint Laurent da quella di Tony Manero. Vero orrore.
Insomma, in generale lo spunto può anche essere carino e a tratti interessante, anche se viene gestito malamente, soffocandolo in favore della strada sicura tra buattute facili, amori assoluti, consigli di stile imbarazzanti e una rivalsa universitaria che implica il totale cambiamento dell'attitudine del protagonista maschile. Insomma, ci si poteva impegnare di più...
Box Office: €2,179,363 (esordio al botteghino italiano)
Consigli: La recitazione non è il massimo e i costumi sono terribili. La Capotondi funziona quasi sempre e, nel ritrovare il compagno di set di "Notte prima degli esami", spicca rispetto a Vaporidis. Nell'insieme è la classica commedia all'italiana per adolescenti che, questa volta, ruba l'idea alla commedia americana al vetriolo "Mean Girls". Per passare il tempo e spegnere il cervello va benissimo.
Parola chiave: Aspetto esteriore.
Trailer
Bengi
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