venerdì 28 aprile 2017

Film 1349 - The Most Beautiful Day - Il giorno più bello

Lo abbiamo dato per due settimane al cinema con cui collaboro e, dato che la mia responsabile me ne aveva parlato benissimo, l'ho recuperato appena ho avuto un pomeriggio libero!

Film 1349: "The Most Beautiful Day - Il giorno più bello" (2016) di Florian David Fitz
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Me lo aspettavo più comico a dire il vero; non che non si rida, ma avevo delle aspettative piuttosto precise sul fatto che mi sarei fatto grosse risate. In realtà il film riesce a bilanciare momenti divertenti a momenti surreali ad altri, ancora, francamente tristi. Del resto è giusto così dato che si tratta a tutti gli effetti del racconto di due vicende non certo allegre legate a malattia, solitudine e incertezza riguardo a un domani che non è per niente certo.
Belli e bravi i protagonisti Florian David Fitz (anche regista e sceneggiatore) e Matthias Schweighöfer, una coppia simpatica e spontanea che si mette in gioco e, da sola, porta a casa il risultato. Se il film funziona è principalmente grazie alla chimica che li lega, quella bromance che è un po' fratellanza e un po' giocare con il sex appeal di due bei giovani che non sembrano terminali nemmeno per sbaglio.
Ci sta, del resto, la storia ha già il pregio di portare l'attenzione su una condizione tremendamente delicata, non ci si poteva aspettare che un'aspirante commedia si spendesse in toni troppo realistici o rischiasse di incupire il pubblico più del necessario.
Ecco, forse aspettarsi una storia spensierata su due malati terminali è un'utopia, quindi penso si possa dire che il risultato finale è un buon esempio di cinema europeo capace ed efficace, abbastanza divertente, sicuramente coinvolgente. Casting perfetto, location suggestive, storia che ricorda un pochino "Non è mai troppo tardi", colonna sonora furbetta e risultato finale piacevole. Sicuramente la sorpresa (commerciale) tedesca che non ti aspetti.
Cast: Florian David Fitz, Matthias Schweighöfer, Alexandra Maria Lara, Karl Friedrich, Robert Nickisch, Rainer Bock.
Box Office: $14,164,505 (Germania)
Consigli: Vero e proprio on the road, questo "Der geilste Tag" è una buon film tedesco che regala un paio d'ore piacevoli tra situazioni comiche e riflessioni sulla condizione dei malati terminali. Il mix di elementi sembrerebbe cozzare, eppure la storia funziona e intrattiene a dovere grazie soprattutto ai due protagonisti dalle caratteristiche opposte e la loro improbabile amicizia. Spesso divertente, in grado di far riflettere, sufficientemente patinato (da garantire l'esportazione) questo film va bene per una serata che unisca un po' di sano divertimento e qualche spunto su cui fermarsi un attimo a riflettere.
Parola chiave: Narcolessia.

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mercoledì 26 aprile 2017

Film 1348 - La mia vita da zucchina

Non ero riuscito a vederlo al cinema e, appena è stato possibile, l'ho recuperato in streaming.

Film 1348: "La mia vita da zucchina" (2016) di Claude Barras
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: "Ma vie de Courgette" è un film d'animazione in stop-motion che racconta attraverso un linguaggio comunemente associato ai ragazzi, una storia decisamente adulta.
Il racconto è tratto dall'autobiografia di Gilles Paris, una scelta inusuale per un prodotto cartoon che solitamente siamo abituati stazionare in territori ben più sicuri: qui il piccolo Zucchina perde la madre alcolizzata dopo averla accidentalmente fatta cadere per le scale, finendo a vivere in un orfanotrofio. Ambientarsi e sopravvivere al lutto non sarà facile, così come sperare di ricostruirsi una nuova vita dopo tanta sofferenza.
La delicatezza di questa pellicola, l'estro creativo, l'immediatezza anche nelle scene più difficili sono tutti elementi che rendono questo film un piccolo gioiellino della durata di un qualsiasi episodio di una serie tv odierna (un'ora appena). Colpisce anche perché non si perde in chiacchiere e procede a trattare solo il necessario, pur non mancando di contestualizzare, approfondire e caratterizzare personaggi veramente ben fatti.
"La mia vita da zucchina" funziona, propone un tema inusuale per un prodotto figlio dell'animazione e ne esce vincente perché al di là dell'anima apparentemente ludica e spensierata, si tratta di un titolo sapientemente concepito, adatto al pubblico giovane quanto a quello adulto. Si possono fare bei "cartoni animati" anche basandosi su storie meno scontate, affidandosi a case di produzione diverse dalle solite, trattando situazioni difficili e finendo comunque per fare un bellissimo film. Osare è anche questo e Claude Barras non ha sbagliato.
Ps. Candidato all'Oscar e al Golden Globe per il Miglior film d'animazione.
Cast: Gaspard Schlatter, Sixtine Murat, Paulin Jaccoud, Michel Vuillermoz, Raul Ribera, Estelle Hennard, Elliot Sanchez, Natacha Koutchoumov.
Box Office: $5.6 milioni
Consigli: Bello e molto tenero, non facilissimo per essere un prodotto d'animazione, questo film è assolutamente un titolo da non perdere. Non per ogni occasione, richiede un minimo di preparazione alla storia, soprattutto se si intende guardarlo con bambini piccoli. Gli argomenti sono adulti, ma dal punto di vista dei più piccoli, perfino quando si scelgono gli argomenti più forti e diretti. Eppure la sensazione a fine pellicola è di una certa leggerezza. Vedere per credere.
Parola chiave:Lattina di birra.

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lunedì 24 aprile 2017

Film 1347 - Macbeth

Sarei voluto andarlo a vedere al cinema, ma per un motivo o per un altro non ero riuscito. Così ne ho approfittato non appena Sky Go l'ha reso disponibile tra le sue proposte.

Film 1347: "Macbeth" (2015) di Justin Kurzel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Visivamente il film è bellissimo, ma nell'insieme il risultato finale non è così sconvolgente come mi aspettavo. Certo Fassbender e Cotillard sono magnifici, ma nel complesso il tutto sembra un attimo più freddo e composto di quanto non avrei voluto. C'è la rabbia in questa storia, il dolore, il desiderio di potere, la complicità, il crimine, tutti elementi che, insieme, dovrebbero risultare esplosivi. Se questo "Macbeth" va a fuoco, però, è solo perché fotografia e scenografie lo permettono e, anzi, lo rendono indimenticabile. Da questo punto di vista, in tutta onestà, mi sarei aspettato una nomination all'Oscar. Due o tre, forse. 

A livello tecnico, quindi, niente da dire, un prodotto magistrale, potente, bello da guardare, a volte inquietante. Come dicevo i due protagonisti non sbagliano e risultano piuttosto intensi - ho volutamente guardato una scena della Cotillard in lingua originale e devo proprio dire che l'accento francese non c'è -, una coppia di potere che fonda la propria ascesa al trono sull'omicidio e la dissimulazione, presupposti che non renderanno particolarmente fertile la situazione. Si sa, il karma è una brutta roba.
Nonostante tutti questi aspetti positivi riguardo alla pellicola, in ogni caso nell'insieme la sensazione non è quella di un'impresa totalmente compiuta. Sarà stato il mix di realismo e linguaggio teatrale, di fatto il film di Kurzel non si amalgama del tutto e le premesse iniziali di epica solennità rimangono in parte disattese. Lo sforzo qualitativo è evidente, ma nei fatti manca quell'elemento che affianchi alla tecnica una sorpresa inattesa, quel jolly che traduca il tentativo di riportare la tragedia di Shakespeare sullo schermo non solamente un'occasione per rivedere l'opera in salsa action, ma un'occasione unica per riscoprirne fascino e mito.
Cast: Michael Fassbender, Marion Cotillard, Paddy Considine, Sean Harris, Jack Reynor, Elizabeth Debicki, David Thewlis, Scot Greenan.
Box Office: $16.3 milioni
Consigli: Esteticamente molto bello, qualitativamente ben realizzato, anche se nel complesso meno soddisfacente di quanto i vari trailer e poster non sembrerebbero suggerire. Non certo una scelta per ogni occasione, si tratta di un titolo pesante da un certo punto di vista e comunque non per ogni palato. Ma Shakespeare è Shakespeare e una chance bisognerebbe sempre concedergliela.
Parola chiave: Profezia.

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venerdì 21 aprile 2017

Film 1346 - The Bye Bye Man

Qualche settimana fa avevo trovato lo streaming in inglese di questo film, in uscita in Italia il 19 aprile. Così l'ho visto prima che arrivasse nelle sale: ho fatto bene a non investirci dei soldi...

Film 1346: "The Bye Bye Man" (2017) di Stacy Title
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Poe
Pensieri: Evitando di volerci spendere troppe parole, diciamo pure che "The Bye Bye Man" non è un granché (volevo scrivere fa schifo, ma sarebbe onestamente esagerato). E' un titolo horror scialbo e senza molto da dire, con non pochi buchi narrativi emomenti non esattamente di logica consequenzialità, recitato molto male e con un cattivo soprannaturale francamente deludente.
La cosa che forse più mi ha colpito è quanto si punti su sesso e nudo, insieme al fatto che Faye Dunaway abbia deciso di aderire al progetto. L'attrice - che ha vinto un Oscar, 3 Golden Globe, 1 BAFTA e 1 Emmy - assente dal grande schermo dal 2010 ha scelto proprio questa pellicola per ritornare al cinema e, onestamente, non poteva buttare nel cesso la sua carriera in maniera migliore.
Per il resto si tratta di un inutile titolo pseudo orrifico che, non avendo niente da raccontare, si barrica dietro molti, moltissimi momenti di silenzio e buio. Bey bye, man.
Cast: Douglas Smith, Lucien Laviscount, Cressida Bonas, Doug Jones, Carrie-Anne Moss, Faye Dunaway, Jenna Kanell.
Box Office: $24.6 milioni (ad oggi)
Consigli: Tra gli horror in circolazione, questo è particolarmente deboluccio. Speravo che la visione in lingua originale postesse un minimo salvare la baracca, ma il fatto è che la storia manca di appeal ed è maledettamente prevedibile, per cui non c0è proprio niente da fare. In momenti di necessità si può anche guardare, ma meglio non aspettarsi niente.
Parola chiave: Don't think it. Don't say it.

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mercoledì 19 aprile 2017

Film 1345 - Power Rangers

Sono sempre stato un grande fan di questo franchise, sin da piccolo. Per cui non potevo perdermi questo tentativo di reboot contemporaneo, anche se non nutrivo particolari speranze...

Film 1345: "Power Rangers" (2017) di Dean Israelite
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: I Power Rangers nel 2017 non sono così pessimi come si potrebbe, invece, pensare. Certo, non hanno lo spessore degli ultimi blockbuster o superhero movie Marvel, né l'aura maledetta di un DC Comics, però il tentativo di svecchiamento dei 5 ragazzi multicolor che combattono gli alieni ha un suo certo perché. Per riassumere, l'idea di base è buona, la realizzazione meno.
Come reboot il prodotto non è male, Rita Repulsa (Elizabeth Banks) funziona - anche se è una supercattiva ancora debole -, il gruppo di ragazzi è affiatato, la dose massiccia di tecnologia aliena e kitsch c'è... Nel caso ci fosse un futuro per questa saga (uhm), dovrebbero sicuramente cercare di migliorare l'aspetto action, aumentando le sequenze di combattimento, e velocizzare certe parti della trama per rendere il franchise un po' più conforme agli standard attuali e meno alle reminescenze anni '90.
In ogni caso ho particolarmente apprezzato la scena iniziale che vede Jason/Red Ranger (Dacre Montgomery) fuggire da scuola dopo una bravata che coinvolge una mucca. La sequenza è piuttosto adrenalinica: in macchina insieme al ragazzo, la telecamera continua inesorabilmente a ruotare su se stessa permettendoci di seguire l'azione come se fossimo su un ottovolante. Gira tutto e capita qualsiasi cosa fino ad un grave incidente (curiosamente il primo di una lunga serie) e anche se per il protagonista non finisce bene, per noi che guardiamo è una premessa carica d'azione.
Come dicevo, la storia parte letteralmente con il piede sull'acceleratore, ma in realtà per il resto è meno adrenalinica di quanto mi sarei aspettato. In compenso è ricolma di momenti dedicati alla riflessione dei ragazzi sulla propria condizione, alla conoscenza reciproca e alla sperimentazione della nuova realtà di Ranger. Per quanto la sceneggiatura sia spesso scricchiolante, ammetto di aver trovato apprezzabile che la trama non abbia sottratto tempo alla contestualizzazione dei ragazzi e della loro situazione. I cinque, poi, sono un gruppo particolarmente eterogeneo e ben assortito e la produzione non si è risparmiata etnie e declinazioni personali (malattie e orientamenti sessuali inclusi), scegliendo per un politically correct che è anche un allargare il più possibile il bacino di spettatori. In ogni caso non tutti i ragazzi sono particolarmente portati alla recitazione (vero, Pink Ranger?), ma all'interno del gruppo la cosa rimane più celata.
Dal punto di vista dello svecchiamento del prodotto, credo che la colonna sonora sia un altro degli elementi a favore. Le scelte sono molto curate e si vede che si è cercato di attirare, attraverso questa mossa, il pubblico giovane e non solo quello di vecchi appassionati.
In compenso, un aspetto che ho trovato particolarmente negativo è quello degli effetti speciali che, non c'è modo di girarci intorno, sono brutti. Da un prodotto costato 100 milioni di dollari mi aspetto davvero molto di più. Anche se già da poster e immagini promozionali si capiva che il risultato fosse sotto la media.
Per concludere, un paio di considerazioni extra. Innanzitutto l'anima curiosamente dark che ha la pellicola all'inizio: tinte tra il thriller e l'horror (non mancano colpi di scena accompagnati da picchi di audio per far spavento), oltre che una caccia al tesoro che porta con sé un mistero da risolvere. Insomma, non solo fantascienza e nostalgia. A proposito di quest'ultimo punto, la seconda considerazione. Ci sono due momenti che guardano al passato, uno bello e uno meno, rispettivamente il passaggio obbligato del cameo dei precedenti protagonisti (riconosciamo i vecchi Pink Ranger e Green/White Ranger, Amy Jo Johnson e Jason David Frank) e la scena in cui parte la vecchia sequenza musicale che accompagnava la discesa in campo dei Megazord (qui francamente fuori contesto, anche se un evidente omaggio).
Insomma, i "Power Rangers" sono tornati al cinema tentando un colpaccio che non c'è stato. Non credo che la produzione abbia troppo da rimproverarsi, di fatto il risultato finale è un capolavoro rispetto al precedente appuntamento cinematografico "Power Rangers - Il film". Forse, e questa è la mia opinione, non c'era così tanto interesse nei confronti di questo prodotto e, in generale, relativamente agli eroi della Saban. Rievocarli a più di 20 anni dall'esplosione del fenomeno in occidente poteva essere una mossa azzardata, soprattutto se mal gestita come i precedenti progetti. Qui si vede che lo sforzo c'è stato, ma non è stato sufficiente a conquistare e convincere anche le nuove generazioni ad abbracciare un fenomento che, per tantissimi, è stato il simbolo di infanzia e adolescenza. Oggi, probabilmente, i supereori sono altri.
Film 1032 - Power Rangers - Il film
Film 1344 - Power Rangers
Film 2228 - Mighty Morphin Power Rangers: Once & Always
Cast: Dacre Montgomery, Naomi Scott, RJ Cyler, Becky G, Ludi Lin, Bill Hader, Bryan Cranston, Elizabeth Banks.
Box Office: $128.2 milioni (ad oggi)
Consigli: I fan non dovrebbero farselo scappare, soprattutto perché si fa leva su un effetto nostalgia che regala qualche connessione con le precedenti declinasioni statunitensi del franchise. Per tutti gli altri, si tratta di un buon prodotto d'intrattenimento che, seppur imperfetto, ha il pregio di intrattenere con una certa dose di divertimento e spensieratezza. Il risultato finale è più debole dei recenti blockbuster con supereroi, ma lo sforzo per portare sullo schermo qualcosa di "nuovo" c'è e si vede e dando una chance a questo titolo non credo si rimarrà delusi. Certo, tenendo presente il tipo di prodotto cui siamo di fronte.
Parola chiave: Cristallo Zeo.

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martedì 18 aprile 2017

Film 1344 - Almost Christmas - Vacanze in famiglia

Mi aveva incuriosito la locandina qualche mese fa, così appena lo streaming lo ha reso disponibile mi sono ritagliato un momento per recuperare questo film.

Film 1344: "Almost Christmas - Vacanze in famiglia" (2016) di David E. Talbert
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Comedy all black che guardo fuori tempo massimo, considerato che il tema centrale riguarda il Natale (in America il film è uscito l'11 novembre), questa pellicola è la classica boiata scaccia pensieri che chiama al cinema un pubblico abbastanza specifico che, credo si possa dire, nella nostra realtà praticamente non esiste. L'audience per un tipo di prodotto di questo genere in Italia non l'abbiamo, motivo per cui non mi stupisco che "Almost Christmas" sia uscito con tanto ritardo e soprattutto non in sala. Fatta questa analisi, passiamo subito a dire che questo film non è davvero niente di che. Stupiti? Nemmeno io.
A parte una bella sequenza iniziale che fa vivere in pochi minuti tutti gli anni che coinvolgono la famiglia Meyers e i suoi momenti più importanti - un'apertura veramente ben fatta e poetica -, devo dire che il resto rimane molto banale. Lo spirito natalizio non si avverte per nulla e la cosa che mi ha colpito particolarmente è l'uso costante di parolacce anche di fronte ai bambini, cosa che trovo sempre un po' fuori luogo, anche perché qui pur sempre di una storia per tutta la famiglia si tratta. Insomma, c'è contesto e contesto e ribadisco - come dicevo per quanto riguarda "Proprio lui?" - che usare esclamazioni forti in situazioni in cui normalmente non si utilizzerebbero (festività, vita familiare, di fronte a ragazzini) non fa neanche più scalpore, motivo per cui si potrebbe cercare di puntare su qualcos'altro che faccia davvero ridere o divertire. Conseguentemente non mi sono nemmeno stupito dell'infarcitura di cliché e zuccherosità.
Nonostante ciò, lo ammetto, ho trovato questo titolo non peggiore di altri similari che ho visto (basta che non ci sia Paula Patton e tutto va bene). I cast all black non so per quale motivo mi lasciano sempre particolarmente soddisfatto e inspiegabilmente apprezzo e ricerco volontariamente questo tipo di prodotto così specificamente targettizzato. In generale il risultato qui è scarsino, ma comunque migliore di altre cose che ho visto. Il che non è sufficiente, ovvio, ma in ogni caso conforme alle mie aspettative senza troppe pretese.
Cast: Kimberly Elise, Danny Glover, John Michael Higgins, Romany Malco, Mo'Nique, Nicole Ari Parker, J. B. Smoove, Gabrielle Union, Keri Hilson.
Box Office: $42.5 milioni
Consigli: Commediola a tema festività che coinvolge una famiglia momentaneamente disfunzionale che, naturalmente, con il passare del tempo ritroverà il proprio equilibrio. C'è ovviamente di meglio, eppure non siamo di fronte ad un prodotto totalmente da cestinare. Si poteva fare di più, ma intrattiene quanto basta per passare un paio d'ore di spensierato disimpegno.
Parola chiave: Torta di patate dolci.

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Film 1343 - Proprio lui?

Sono un fan delle pellicole sciocche ma divertenti e in questo film speravo di trovare un nuovo titolo da aggiungere alla lista. Mi sa che mi tocca continuare a cercare...

Film 1343: "Proprio lui?" (2016) di John Hamburg
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Banale e sboccato, si può seguire senza neanche guardare lo schermo. E' tutto assolutamente prevedibile e non si fatica a capire dove vuole andare a parare la storia, ovvero ovunque non ci sia dell'originalità.
Mi hanno colpito due cose in particolare: il fatto che usare le parolacce a pioggia - dette anche da ragazzini - possa ancora essere considerato sconvolgentemente divertente e che succeda tutto nel giro di 3-4 giorni. Non sto certo lamentando una mancanza di verosimiglianza, affatto, semplicemente mi sembra che ormai nemmeno le commedie stupide abbiano quello slancio da minimo sindacale per raccontare al proprio pubblico una storia che non preveda lo sconvolgimento dell'equilibrio iniziale e la sua successiva risoluzione nel giro di oltre 24 ore. Insomma, sembra che sia tutto al risparmio, tanto un risultato, anche solo minimo, è garantito (e infatti il box-office è ampiamente in positivo).
Di tutto questo carrozzone, salvo solo la sempreverde Megan Mullally, qui la migliore, il cui personaggio è certamente il meglio riuscito. Lei è davvero mitica, dai tempi di "Will & Grace" e forse in generale un po' sottovalutata e legata giocoforza al ruolo dell'indimenticabile Karen Walker.
In ogni caso un spreco del talento di un cast decisamente ricco di star. Essere volgari non pasta a far divertire. Peccato.
Cast: James Franco, Bryan Cranston, Zoey Deutch, Megan Mullally, Griffin Gluck, Keegan-Michael Key, Cedric the Entertainer, Kaley Cuoco, Zack Pearlman, Andrew Rannells, Adam DeVine, Mary Pat Gleason.
Box Office: $117.8 milioni
Consigli: Francamente una commedia che non è niente di che. Sicuramente non ha una storia che colpisce per inventiva o chissà che da raccontare, anzi, la sceneggiatura di "Proprio lui?" è farcita di cliché, prevedibilità e molto poco da dire di nuovo. Ci sono titoli più divertenti ed originali in giro.
Parola chiave: Water.

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venerdì 14 aprile 2017

Film 1342 - Brigadoon

Ne avevo sentito parlare, senza avere in realtà idea di cosa potesse parlare. Mi ha sempre colpito il titolo misterioso, così appena ne ho avuto la possibilità ho recuperato questo film...

Film 1342: "Brigadoon" (1954) di Vincente Minnelli
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano, inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Tratto dall'omonimo musical di Broadway, l'idea alla base della trama, per quanto assurda, è efficace e rimane impressa. Per una volta un po' più di originalità in questo genere nonostante lo step obbligato della storia d'amore tra i due protagonisti. Del resto non si può pretendere troppo da un titolo di 63 anni fa...
Sempre dallo stesso punto di vista, bisogna anche dire che si vede che "Brigadoon" è girato in studio, tutto ricostruito per l'occasione (non c'è una singola inquadratura che non lo testimoni). Del resto è il fascino di queste pellicole che oggi non si producono più: fondali dipinti, un numero spropositato di comparse, costumi fantastici, due protagonisti che si innamorano al primo sguardo, il tutto per un risultato finale da vera Hollywood classica. Se si apprezza il genere siamo di fronte ad un esempio calzante.
Per quanto riguarda le canzoni, che non conoscevo, devo dire che non mi hanno particolarmente colpito. Certo, le ho viste in inglese senza sottotitoli, in ogni caso, anche solo per il ritmo, non mi sono davvero rimaste impresse. I balli sono molto coreografici e plateali nei gesti per via del modo di recitare dell'epoca, caricato e volto a sottolineare mimica e gesti, che qui si traduce in un'impostazione ancora più innaturale del modo di comunicare dei personaggi (ma si sa che fa parte del "pacchetto" quando si decide di vedere un vecchio musical hollywoodiano). Una scena mi ha ricordato "Il curioso caso di Benjamin Button" nel momento in cui la Blanchett balla per Pitt. Qui Fiona (Cyd Charisse), che indossa un abito rosso come quello di Daisy, balla per Tommy (Gene Kelly) e danza come una ballerina mentre si muove con lui per il bosco. Contesti diversi, ma l'impressione è stata forte (e non è l'unica: "Tutti insieme appassionatamente", "7 spose per 7 fratelli", ecc).
Tutto sommato, comunque, il film funziona e adempie adeguatamente alla sua missione di intrattenimento con accompagnamento musicale. La regia di Minelli mi è sembrata moderna nell'approccio a certi numeri cantati (tip tap), ritmata grazie ad un montaggio quasi contemporaneo, classica per quanto riguarda il ricalcare il gusto estetico dell'epoca. Insomma, un prodotto meno scontato di quanto mi sarei aspettato, ma avevo basse attese; non penso lo rivedrei, in ogni caso non mi pento della visione.
Ps. Candidato a 3 premi Oscar: Miglior scenografia, costumi e sonoro.
Cast: Gene Kelly, Van Johnson, Cyd Charisse, Elaine Stewart, Barry Jones, Hugh Laing.
Box Office: $2.25 milioni (solo USA)
Consigli: Un villaggio fermo nel tempo che appare nella campagna scozzese una volta ogni 100 anni è la premessa molto intrigante alla base di "Brigadoon", musical senza tempo dell'età d'oro hollywoodiana. Non è il titolo più rappresentativo del genere, a mio avviso, ma rimane comunque un ottimo intrattenimento per chi apprezza questo tipo di produzioni. Non è per tutti, naturalmente.
Parola chiave: Caccia.

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giovedì 13 aprile 2017

Film 1341 - Allied: Un'ombra nascosta

Dalla famigerata volta in cui, per sbaglio, conviti di vedere questo film io ed Erika ci siamo infilati nella sala sbagliata a vedere "Split" (...), sono rimasto con la voglia di recuperarlo. Lo streaming mi è venuto in contro.

Film 1341: "Allied: Un'ombra nascosta" (2016) di Robert Zemeckis
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano, francese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Mi ha ricordato un incrocio tra "Casablanca" e "By the Sea", con una certa dose di ispirazione dal primo, pur senza saperne riprodurre i magici fasti, e abuso del francese come succede nel secondo (tra l'altro avevo lo streaming senza sottotitoli...). Il risultato è uno strano mix che, lo ammetto, mi è dispiaciuto meno del previsto. Nel finale ero particolarmente coinvolto e la scena madre della Cotillard non mi ha fatto staccare gli occhi dallo schermo. E' veramente un'attrice fantastica. Pitt è un po' un pesce lesso in certi momenti, anche se a tratti la trama lo richiede. Ah, la scena di sesso in macchina in mezzo alla tempesta di sabbia del deserto marocchino fa tanto "Titanic", più di quanto non si possa spiegare a parole.
In ogni caso si tratta certamente di un film non perfetto. Tanti gli aspetti positivi - Cotillard, riscostruzioni ad alto budget (85 milioni di dollari), bei costumi, contestualizzazione storica meticolosa, ottimi effetti sonori -, ma la sensazione generale è comunque che manchi qualcosa. Sicuramente il difetto più evidente di "Allied" sta nella mancanza di ritmo. Verso la fine la storia e gli intrecci contribuiscono al ridestarsi dell'azione e dell'interesse (dello spettatore), ma per tutta la parte centrale del film si fatica ad ingranare nonostante un inizio intrigante in perfetto stile spy movie. Il crossover di generi confonde un po' la trama e la costringe a sottostare a passaggi che non sempre le giovano. Insinuare il sospetto un pochino prima ritengo avrebbe aiutato a movimentare le cose, invece che solamente verso la fine. Aggiungo, ma questo riguarda prettamente i gusti personali, che ho trovato i titoli di coda orrendi e la cosa strana è che non si tratta della prima volta che lo penso di un film di Zemeckis.
Dunque "Allied: Un'ombra nascosta" spreca un po' il suo fascinoso potenziale di spie, attori sexy e capaci, budget importante e generico richiamo globale per un'operazione di questo tipo, consegnando allo spettatore un prodotto così così che fallisce nel tentativo di risultare incisivo. Si guarda, ma non colpisce.
Ps. Candidato all'Oscar per i Migliori costumi.
Cast: Brad Pitt, Marion Cotillard, Jared Harris, Simon McBurney, Lizzy Caplan.
Box Office: $119.5 milioni
Consigli: Poteva essere un capolavoro - sicuramente sulla carta lo sembrava - e invece non ha funzionato tutto a dovere. Per carità, si tratta di una pellicola godibile, certamente affascinante, ma manca sempre qualcosa. Sicuramente del ritmo, poi anche quel "guizzo" che lo trasformasse in un'esperienza indimenticabile e non solo un'impalcatura perfetta al cui centro si evidenzia un certo senso di vuoto. Peccato. In ogni caso i fan di Pitt e della Cotillard apprezzeranno di sicuro.
Parola chiave: Pianoforte.

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mercoledì 12 aprile 2017

Film 1340 - Assassin's Creed

Ero rimasto con la curiosità di vederlo senza riuscire a recuperarlo al cinema. Così, appena lo streaming lo ha reso disponibile, gli ho dedicato una serata casalinga.

Film 1340: "Assassin's Creed" (2016) di Justin Kurzel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano, spagnolo
Compagnia: nessuno
Pensieri: In tutta onestà la trama mi rimane ancora un po' oscura, un po' perché metà dei dialoghi erano in spagnolo senza sottotitoli, un po' perché... Beh, adesso lo spiego.
Marion Cotillard vuole cancellare la violenza, i templari vogliono cancellare il libero arbitrio, Michael Fassbender vuole fare qualcosa (ma cosa? Cosa??) e tutti si muovono verso un finale che fa schifo senza che sia minimamente spiegato il perché del loro agire. E poi sti spagnoli incazzati cos'è che vogliono? Perché si chiamano Assassins? Ma Fassbender interpreta anche il suoantenato del passato? E perché ad un certo punto sembra che anche la Cotillard abbia un'antenata spagnola? E quando alla fine il protagonista vede la madre - anche lei versione spagnola - lei cos'è: un angelo? Una proiezione astrale? E come fanno a comunicare?
E la mossa che ad un certo punto fa Fassbender... che senso e scopo ha? Com'è che all'improvviso se ne esce con una piroetta mirabolante di cui nessuna sa niente e non è nemmeno contestualizzata? E il braccio robotico che lo assiste nelle mosse presente-passato come fa a funzionare? Cioè, chi c'è sopra si muove e il braccio si adegua... in base al pensiero? E come fa a prevedere quali saranno gli ostacoli e le interazioni provenienti dal mondo del passato?
E poi la Cotillard lascia sgozzare il padre senza muovere un dito, poi sembra se ne penta, poi la storia sembra sottintendere che sarà lei la nuova cattiva... Insomma, non ci ho capito una fava. Ma sto videogioco è davvero così incasinato o è solo la trama del film che fa cagare?
Cast: Michael Fassbender, Marion Cotillard, Jeremy Irons, Brendan Gleeson, Charlotte Rampling, Michael K. Williams, Essie Davis.
Box Office: $241.4 milioni
Consigli: Non ho mai giocato al videogioco e mi approcciavo per la prima volta al franchise e francamente ho trovato il film particolarmente confuso e privo di spiegazioni adeguate. Forse i fan lo troveranno più conforme alle proprie aspettative. Io non l'ho trovato soddisfacente e, anzi, trovo questo adattamento cinematografico di "Assassin's Creed" un'occasione sprecata. Da vedere solo se si apprezza il video game.
Parola chiave: Mela dell'Eden.

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martedì 11 aprile 2017

Film 1339 - Piume di struzzo

Qualche tempo fa lo avevo iniziato in inglese, ma lo streaming non funzionava, così ho lasciato perdere. Poi è ritornato disponibile (anche se in italiano) e perfettamente funzionante. E non ho saputo resistere!

Film 1339: "Piume di struzzo" (1996) di Mike Nichols
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Cult doveva essere e cult è stato!
Caldamente consigliatomi dalla mia amica Gloria, sono davvero felice di aver recuperato questa pellicola che non avevo mai visto prima d'ora. Grave errore, perché "Piume di struzzo" è un gioiellino queer degli anni '90 sulla scia di "Priscilla - La regina del deserto" (1994) e "A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar" (1995), tra l'altro usciti a distanza di un anno l'uno dall'altro, nemmeno fossero una trilogia.
Anche se qui la storia non è niente di mai sentito - due giovani innamorati devono presentarsi le rispettive famiglie (agli antipodi) in occasione dell'imminente matrimonio -, il modo di presentarla, il guizzo fresco e spensierato e le ottime prove attoriali ne garantiscono una valorizzazione che la rende assolutamente godibile. Insomma, questa sì che è una commedia degli equivoci che fa ridere! C'è solo da capire quanta originalità ci sia qui e quanto, invece, sia preso dall'originale "Il vizietto" ("La Cage aux Folles") da cui questo titolo è tratto.
In ogni caso, il cast è perfetto: Nathan Lane è fantastico e fa morire dal ridere, riuscendo a dare dignità ad un personaggio-macchietta per niente facile da portare sullo schermo (si rischiava di fare ancora più danni alla comunità gay). Lui e Williams insieme sono magici, neanche fossero una vera coppia collaudata. Hank Azaria nel ruolo del finto cameriere scemo è una chicca, Gene Hackman è invece è la grande sorpresa per quanto decida di mettersi in gioco. Chi avrebbe mai pensato che si sarebbe concesso un'uscita di scena en travesti (tra l'altro involontariamente come sosia di Glenn Close)? Lui è certamente il colpo di scena più inaspettato.
Infine, ottima colonna sonora con indimenticabili pezzi dance di culto che riscaldano un'atmosfera già particolarmente esplosiva e carica: l'aggiunta perfetta.
Insomma recuperare "Piume di struzzo" è stata la mossa giusta. Colorato, divertente, pazzo quanto basta, sopra le righe e ancora fortemente attuale, 21 anni dopo.
Ps. Candidato all'Oscar per la Miglior scenografia e a 2 Golden Globes per Miglior film - Commedia e Miglior attore - Commedia (Nathan Lane).
Cast: Robin Williams, Gene Hackman, Nathan Lane, Dianne Wiest, Dan Futterman, Calista Flockhart, Hank Azaria, Christine Baranski.
Box Office: $185,260,553
Consigli: Vedere, vedere, vedere! Perfetto per una serata spensierata in compagnia di una storia semplice, eppure tanto diversa quanto ancora plausibile. Insomma, imperdibile.
Parola chiave: Nozze.

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lunedì 10 aprile 2017

Film 1338 - Truth: Il prezzo della verità

Dove c'è Cate, ci sono anche io.

Film 1338: "Truth: Il prezzo della verità" (2015) di James Vanderbilt
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Pensavo che la realizzazione del servizio fosse il cuore di questa storia, ma non è così. La qual cosa è stata una sorpresa anche gradita, visto che ha sufficientemente ampliato il raggio d'azione della pellicola che, altrimenti, sarebbe stata semplicemente l'ennesimo caso di pellicole sul giornalismo d'inchiesta.
"Truth: Il prezzo della verità" è tratto da una storia vera che, di per sé, è piuttosto avvincente e si guarda con interesse. Forse certe parti si incastrano tra loro meno bene di altre, in ogni caso il risultato finale è abbastanza compatto e coerente, anche se manca quell'elemtno in più, un piglio trascinante che credo sarebbe stato in grado di fare la differenza, facendo emergere il film dai restanti titoli similari già esistenti. Da questo punto di vista è un po' un dispiacere: forse la produzione ha pensato bastesse un cast da urlo per portare a casa un risultato straordinario, ma non è così. Per fare la differenza forse serviva concentrarsi di più sul personaggio protagonista e meno sui dettagli dell'inchiesta, così da creare un'empatia e costruire meglio anche l'aspetto che riguarda l'ambito personale di una vicenda che, per lo spettatore comune, è il racconto di qualcosa di sconosciuto e inimmaginabile.
Per quanto riguarda gli attori, Cate Blanchett è come sempre in parte, anche se mi risulta difficile giudicare una somiglianza con la vera Mary Mapes. Il resto del cast è piuttosto eterogeneo e ben fornito di volti noti in ogni momento, ma non tutte le parti avrebbero richiesto un tale utilizzo di attori famosi (per esempio la parte di Elisabeth Moss). Redford ha sempre qualcosa che mi disturba, che non mi convince appieno, ma al di là di questo aspetto (personale) lui e la Blanchett sono un'ottima coppia da grande schermo, una certezza di qualità.
Da un punto di vista più tecnico, invece, devo dire che ho trovato troppo abusato l'effetto rallenty. Utilizzarlo così spesso spezza il ritmo e ne sminuisce il valore evocativo che, in ogni caso, è troppo retorico anche a causa di una colonna sonora costruita ad hoc per garantire una certa costruzione drammatica del film. In generale avrei preferito scegliessero meglio i momenti cui farne utilizzo, per conservarne la valenza e il sottotesto.
In ogni caso in questo "Truth" ho trovato una storia conforme alle mie aspettative, anche se avrei sperato di trovare un prodotto un minimo più incisivo. Il reportage - seppur di fiction - del reportage è uno sforzo da minimo sindacale, soprattutto se si pensa ai protagonisti galattici qui a disposizione. Sicuramente non un prodotto facile, sicuramente non mainstream. In ogni caso si lascia guardare, a tratti appassiona.
Cast: Cate Blanchett, Robert Redford, Topher Grace, Elisabeth Moss, Bruce Greenwood, Stacy Keach, Dennis Quaid, Dermot Mulroney, John Benjamin Hickey.
Box Office: $5.6 milioni
Consigli: Chi apprezza la Blanchett non si lascerà scappare l'ennesima ottima prova della propria beniamina, idem dicasi per chi favorisce Redford. L'episodio riportato qui dalla storia non lo conoscevo e il risultatofinale è un mix tra "Fahrenheit 9/11", "Il caso Spotlight" e "Tutti gli uomini del presidente", pur non sempre riuscendo a mantenere costante l'interesse dello spettatore. Incuriosisce capire come andrà a finire e come verrà gestito lo scandalo e come i media USA reagiscono a questo tipo di eventi, in ogni caso rimane sempre la sensazione che manchi qualcosa, che ci si fermi a una dimensione troppo generale, mancando l'approfondimento più centrato. Comunque si può tranquillamente vedere, meglio se consapevoli del tema politico-impegnato.
Parola chiave: Promemeoria.

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domenica 9 aprile 2017

MTV Movie & TV Awards 2017: nomination e vincitori


Film e tv, uomini e donne tutti mixati e frullati assieme e via: questi sono i nuovi premi di Mtv dedicati all'intrattenimento video (non musicale)! Un po' caotici a dire il vero, ma mi pare distintivo che la rete sia stata nuovamente capace di distinguersi per scelte fuori dal coro dopo tanti anni di piatto uniformarsi.
Lo show si terrà domenica 7 maggio e a presentare ci sarà Adam DeVine, tra l'altro candidato nella categoria Best Comedic Performance.
Ma bando alle ciance! The nominees are...

2017 MTV Movie & TV Awards

MOVIE OF THE YEAR
Beauty and the Beast
Get Out
Logan
Rogue One: A Star Wars Story
The Edge of Seventeen

BEST ACTOR IN A MOVIE
Daniel Kaluuya – Get Out
Emma Watson – Beauty and the Beast
Hailee Steinfeld – The Edge of Seventeen
Hugh Jackman – Logan
James McAvoy – Split
Taraji P. Henson – Hidden Figures

SHOW OF THE YEAR
Atlanta
Game of Thrones
Insecure
Pretty Little Liars
Stranger Things
This Is Us

BEST ACTOR IN A SHOW
Donald Glover – Atlanta
Emilia Clarke – Game of Thrones
Gina Rodriguez – Jane the Virgin
Jeffrey Dean Morgan – The Walking Dead
Mandy Moore – This Is Us
Millie Bobby Brown – Stranger Things

BEST KISS
Ashton Sanders and Jharrel Jerome – Moonlight
Emma Stone and Ryan Gosling – La La Land
Emma Watson and Dan Stevens – Beauty and the Beast
Taraji P. Henson and Terrence Howard – Empire
Zac Efron and Anna Kendrick – Mike and Dave Need Wedding Dates

BEST VILLAIN
Allison Williams – Get Out
Demogorgon – Stranger Things
Jared Leto – Suicide Squad
Jeffrey Dean Morgan – The Walking Dead
Wes Bentley – American Horror Story

BEST HOST
Ellen DeGeneres – The Ellen DeGeneres Show
John Oliver – Last Week Tonight With John Oliver
RuPaul – RuPaul's Drag Race
Samantha Bee – Full Frontal With Samantha Bee
Trevor Noah – The Daily Show

BEST DOCUMENTARY
13TH
I Am Not Your Negro
O.J.: Made in America
This Is Everything: Gigi Gorgeous
TIME: The Kalief Browder Story

BEST REALITY COMPETITION
America's Got Talent
MasterChef Junior
RuPaul's Drag Race
The Bachelor
The Voice

BEST COMEDIC PERFORMANCE
Adam Devine – Workaholics
Ilana Glazer and Abbi Jacobson – Broad City
Lil Rel Howery – Get Out
Seth MacFarlane – Family Guy
Seth Rogen – Sausage Party
Will Arnett – The LEGO Batman Movie

BEST HERO
Felicity Jones – Rogue One: A Star Wars Story
Grant Gustin – The Flash
Mike Colter – Luke Cage
Millie Bobby Brown – Stranger Things
Stephen Amell – Arrow
Taraji P. Henson – Hidden Figures

TEARJERKER
Game of Thrones – Hodor's (Kristian Nairn) Death
Grey's Anatomy – Meredith tells her children about Derek's death (Ellen Pompeo)
Me Before You – Will (Sam Claflin) tells Louisa (Emilia Clarke) he can't stay with her
Moonlight – Paula (Naomie Harris) tells Chiron (Trevante Rhodes) that she loves him
This Is Us – Jack (Milo Ventimiglia) and Randall (Lonnie Chavis) at karate

NEXT GENERATION
Chrissy Metz
Daniel Kaluuya
Issa Rae
Riz Ahmed
Yara Shahidi

BEST DUO
Adam Levine and Blake Shelton – The Voice
Daniel Kaluuya and Lil Rel Howery – Get Out
Brian Tyree Henry and Lakeith Stanfield – Atlanta
Hugh Jackman and Dafne Keen – Logan
Josh Gad and Luke Evans – Beauty and the Beast
Martha Stewart and Snoop Dogg – Martha and Snoop's Potluck Dinner Party

BEST AMERICAN STORY
Black-ish
Fresh Off the Boat
Jane the Virgin
Moonlight
Transparent

BEST FIGHT AGAINST THE SYSTEM
Get Out
Hidden Figures
Loving
Luke Cage
Mr. Robot

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giovedì 6 aprile 2017

Film 1337 - La cura dal benessere

Ero deciso a non perdermelo già da quando avevo visto il trailer in inglese. Poi, finalmente uscito in Italia, anche Poe si è incuriosito e ci siamo fiondati a vederlo.

Film 1337: "La cura dal benessere" (2016) di Gore Verbinski
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe, Jessica
Pensieri: Questo film sembra un horror, ma non lo è nemmeno tanto. Ne ha qualche caratteristica venata di un paio di scene splatter o (semplicemente) disgustose ma, in generale, mi è sembrato più un mistery-thriller in cui la suspense e l'ansia causata dall'elemento ignoto la fanno da padrone. Il buon gioco di pathos creato, però, si perde molto a causa di un finale che scivola nel già visto, per una conclusione francamente meno all'altezza della premessa.
In ogni caso rimangono dei buchi: (spolier) come fa la ragazza a sopravvivere per 200 anni e, soprattutto, a scampare alla morte nel momento in cui viene gettata in acqua appena nata? E da cosa derivano le "maschere" che il padre indossa per nascondere la sua vera identità ed età?
Questi pochi elementi lasciati indietro dalla sceneggiatura già compromettono un risultato globale che vede nella conclusione l'elemento più debole del prodotto nel suo insieme.
L'aspetto certamente più riuscito di tutta questa operazione è certamente quello tecnico: fotografia efficace - così plumbea e salmastra, spesso pesante e "umida" -, ottima colonna sonora in grado di sottolineare con maestria i momenti più disturbanti e spaventosi; ho gradito anche la regia di Verbinski che, in questo genere, mi pare a suo agio. Lo dico soprattutto perché il regista è lo stesso del primo remake americano di "The Ring", mio personalissimo cult adolescenziale. Per tutto il primo tempo ho continuato a pensare che le due pellicole si somigliassero per certi versi, non tanto per le storie, che sono differenti, quanto per l'impatto visivo che entrambi i titoli possiedono: stesse atmosfere, stessi colori, certe inquadrature molto simili(*), e una generale sensazione di "solitudine fra la moltitudine" che mi ha davvero suggestionato, tanto che più volte mi sono trovato a fare il confronto fra i due film.
Per quanto riguarda il cast, invece, sicuramente Dane DeHaan qui dimostra di essere un capace protagonista anche disposto a mettersi non poco in gioco - solo una cosa non mi ha convinto: ti infilano a forza un tubo in gola, costringendoti ad ingerire acqua e pesci (?), e tu non versi nemmeno una lacrima per la sensazione di soffocamento?! - e certamente la scelta di affidargli il ruolo di protagonista funziona. Mia Goth è particolarmente inquietante e non so se funzionerebbe al di fuori di un contesto disturbante come questo; Jason Isaacs sembra nato per fare il cattivo sotto mentite spoglie, gli riusciva bene in Harry Potter, gli riesce bene qui. Per quanto riguarda la parte attoriale, comunque, è tutto sotto controllo.
Purtroppo, come dicevo, il vero problema sta in una conclusione scema, banalmente al sapore di soap opera, troppo incompleta per tornare del tutto. Ed è un peccato, perché di base "A Cure for Wellness" poteva essere un'agghiacciante (dis)avventura.
(*) macchine solitarie riprese dall'alto che attraversano boschi impossibili da identificare, grattacieli ammassati dai quali è riconoscibile un'unica finestra che è poi quella del protagonista, l'inquadratura attraverso lo sguardo di un animale (in "The Ring" un cavallo, qui la testa di un alce).
Film 1337 - La cura dal benessere
Film 1838 - A Cure for Wellness
Cast: Dane DeHaan, Jason Isaacs, Mia Goth, Ivo Nandi, Adrian Schiller, Celia Imrie, Harry Groener.
Box Office: $24.2 milioni
Consigli: Clamorosamente flop al botteghino (costato 40 milioni), eppure si lascia vedere e intriga per quasi tutta la sua durata, toppando nel finale. Le atmosfere giuste ci sono, il protagonista adatto pure e la storia funziona finché non decide di virare per la boiata. Si poteva fare decisamente meglio, anche se va detto che per una serata di disimpegno al sapore di mistero e qualche scena un po' cruda, questo film è una buona scelta.
Parola chiave: Vitamine.

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mercoledì 5 aprile 2017

Film 1336 - La comune

Due weekend fa ero a Milano per il terzo appuntamento del master che sto seguendo. L'argomento erano le digital pr e, più in generale, la promozione di contenuti legati alle pellicole in uscita in sala e la loro relativa promozione. Come esempio concreto ci è stato presentato il trailer di questa pellicola che mi ha subito incuriosito. Così, tornato a casa, ho dedicato la mia domenica sera alla scoperta della storia che mi aveva così intrigato.

Film 1336: "La comune" (2016) di Thomas Vinterberg
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non dico che mi aspettassi una commedia, ma certamente qualcosa di un filo più leggero sì. Soprattutto perché l'inizio sembra tutto rose e fiori e divertimento, mentre basta che passi la prima mezzora per capire che in realtà i toni saranno tutt'altro che allegri.
Essendo questo "Kollektivet" il secondo film danese che vedo in tutta la mia vita dopo "Il pranzo di Babette", l'impressione che ho avuto - sulla base di così scarsi dati - è che in Danimarca abbiano un modo di affrontare le situazioni molto diverso dal mio. Qui si accetta tutto a testa bassa, come se fosse possibile sopportare qualsiasi prova attraverso la sola razionalità (non sarà, invece, così). In Italia una storia del genere si sarebbe risolta forse in rissa, sicuramente fra urla e schiamazzi.
La comune, come idea, mi inquieta. Tutto il giorno tutti i giorni con qualcuno, sempre in mezzo ad altre persone, le loro storie, le loro necessità e problemi. Trovo l'idea di per sé intrigante, ma nel concreto ingestibile per quanto mi riguarda. Ecco perché questa storia mi affascinava tanto, solleticando una curiosità da esperimento sociale. In realtà la comune è solo un pretesto, quasi un esperimento nostalgico, in ogni caso non il centro della vicenda che, invece, è rappresentato dalla relazione fra i due protagonisti Erik e Anna (Ulrich Thomsen, Trine Dyrholm). Francamente speravo che il racconto intraprendesse sentieri più inesplorati e interessanti - per quanto, come dicevo, anche le situazioni cui siamo certamente abituati (vedi tradimento e sua confessione, ecc...) qui sono trattate in maniera poco convenzionale - e sicuramente più legati alla vita di gruppo e alle dinamiche che si innescano in una situazione particolare come quella presentata qui. Da questo punto di vista, a mio avviso, il film spreca un po' il suo potenziale iniziale. Per certi versi mi ha ricordato un altro titolo che nasceva sul pretesto di un esperimento sociale, "L'onda", per quanto qui manchilo slancio di approfondire le dinamiche di gruppo e le conseguenze che le varie situazioni hanno su tutte le persone coinvolte.
Insomma, mi aspettavo un film diverso. Il poster italiano suggerisce un numero di protagonisti altissimo che in realtà non c'è e il trailer sfrutta il dinamismo dei primi 30 minuti per creare aspettative di un certo tipo che, dicevo, naufragano nel giro di qualche scena. Diciamo che di per sé la storia ha un certo appeal e gode di una protagonista femminile particolarmente magnetica per la quale non si fatica a provare simpatia ed empatia; in ogni caso il risultato finale si discosta molto dal mio modo di vedere e affrontare certe situazioni e tematiche, per cui ho un po' faticato a portare a termine la visione.
"La comune" è un film che incuriosisce ma, a mio avviso, fatica ad andare oltre le intriganti premesse iniziali.
Ps. Vincitore dell'Orso d'Argento per la Migliore attrice alla Berlinale 2016.
Cast: Ulrich Thomsen, Fares Fares, Trine Dyrholm, Julie Agnete Vang, Lars Ranthe, MagnusMillang, Martha Sofie, Wallstrøm Hansen, Anne Gry Henningsen, Sebastian Grønnegaard Milbrat.
Box Office: $3.64 milioni
Consigli: Vivere in una comune danese degli anni '70 è l'incipit della storia che il regista danese de "Il sospetto" e "Via dalla pazza folla" racconta qui. In realtà la sceneggiatura andrà a percorrere strade più tradizionalmente battute, scegliendo di coinvolgere la vita di gruppo solo superficialmente e preferendo, invece, focalizzarsi su quella famigliare e di coppia. Il risultato finale è un così così, i toni sono particolarmente drammatici da un certo punto in poi, la ricostruzione storica efficace. Non un film per ogni occasione, ma una storia che ha dalla sua il pregio di incuriosire con una tematica non troppo familiare.
Parola chiave: Eredità.

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martedì 4 aprile 2017

Film 1335 - Madagascar 3 - Ricercati in Europa

Saltati tutti i programmi serali causa nubifragio milanese di due weekend fa, rifugiato nel mio appartamentino ho acceso la tv e, sorpresa, sono rimasto ipnotizzato da questo film d'animazione...

Film 1335: "Madagascar 3 - Ricercati in Europa" (2012) di Eric Darnell, Conrad Vernon, Tom McGrath
Visto: dalla tv
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Davvero non pensavo che mi sarebbe mai potuto piacere; non avevo mai preso in considerazione nemmeno l'idea di vederlo! E, invece, "Madagascar 3" mi ha divertito con semplicità, brio e un pizzico di follia.
Assurdo e caotico, strambo quando basta, il terzo capitolo della saga Dreamworks con protagonisti gli animali dello zoo di New York è stato un piccolo spasso senza pretese con non pochi momenti sinceramente spassosi.
Il pretesto è ritornare in America dopo il recupero di pinguini e scimmie che sono finiti a Monte Carlo. Per farlo l'unica opzione praticabile sarà quella di accompagnare un circo in tourné in vista della tappa americana. Tra roccamboleschi numeri, nuovi animali, una pazza accalappiatrice e un'avventura on the road (train, per la precisione) che tocca alcune capitali europee tra cui Roma, "Madagascar 3: Europe's Most Wanted" si concluderà ovviamente per il meglio, lasciando lo spettatore divertito e degnamente intrattenuto. Soprattutto perché questo terzo capitolo è migliore del secondo.
Cast: Ben Stiller, Chris Rock, David Schwimmer, Jada Pinkett Smith, Sacha Baron Cohen, Cedric the Entertainer, Andy Richter, Jessica Chastain, Frances McDormand, Martin Short, Paz Vega.
Box Office: $746.9 milioni
Consigli: Spassoso e divertente, anche avventuroso il terzo episodio del franchise d'animazione "Madagascar" che riesce a fare centro grazie ad un mix molto particolare di ritmo sincopato, personaggi assurdi ma simpatici, una cattivissima ben architettata e una storia che fa della sua assurdità un punto di forza. Un cartoon per tutta la famiglia.
Parola chiave: Trapezio.

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lunedì 3 aprile 2017

Film 1334 - Serendipity - Quando l'amore è magia

Serata particolare. La scelta è ricaduta su questo film, proposto dal catalogo Netflix, in quanto uno tra quelli cui Poe è legato. Non potevo non dargli una chance.

Film 1334: "Serendipity - Quando l'amore è magia" (2001) di Peter Chelsom
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Non c'è molto da dire, "Serendipity" è la classica pellicola sentimentale acchiappa incasso di inizio millennio, esattamente quel tipo di prodotto alla "C'è post@ per te", "Notting Hill" o "Il matrimonio del mio migliore amico". La declinazione del caso, che coinvolge destino, amore e naturalmente serendipità(*), non aggiunge nulla di nuovo al genere che qui rimane fermo ad una banalità piuttosto scontata che non stupisce, ma non per questo risulta meno fastidiosa.
La coppia di innamorati è abbastanza inusuale e di base fatico a farmi andare bene John Cusack per le commedie romantiche; in ogni caso la chimica mi è sembrata così così, ma sicuramente la colpa è anche della storia prima di appel. Ho apprezzato solo Molly Shannon che, ovunque la metti, riesce a fare sempre la differenza. Cosa che non si può dire di questo film.
(*) Termine che indica la fortuna di fare felici scoperte per puro caso e, anche, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un'altra.
Cast: John Cusack, Kate Beckinsale, Jeremy Piven, Bridget Moynahan, Eugene Levy, John Corbett, Molly Shannon.
Box Office: $77,516,304
Consigli: Tra tutte le pellicole romantiche dove il vero amore si scopre al primo sguardo, questa non è tra le più rappresentative. Si guarda e lascia guardare tranquillamente ed è sicuramente un titolo perfetto per spegnere il cervello e godersi una serata di relax e disimpegno, ma di questo genere di film ce ne sono di migliori.
Parola chiave: Guanti.

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