Attesissimo. Discusso. In grado di generare pareri contrastanti. E di portare sullo schermo, insieme, due mitici supereroi.
Film 1127: "Batman v Superman: Dawn of Justice" (2016) di Zack Snyder
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Poe
Pensieri: Non sono nemmeno passati 5 anni da "Il cavaliere oscuro - Il ritorno" che già abbiamo un nuovo Batman. Non ci siamo ancora ripresi dall'ultimo "Star Wars" che nuovamente corriamo in sala a confrontarci con le avventure di altri supereroi. Non abbiamo nemmeno il tempo di metabolizzare questo scontro titanico tra mantelli svolazzanti che già si prospetta un nuovo scontro epico fra Capitan America e Iron Man. Insomma, la stagione rosea dei blockbuster "impegnati" pare non conoscere cedimenti. O forse sì?
Dopo il deludente "Fantastic 4 - I fantastici quattro", la critica si è divisa relativamente al versus qui rappresentato, ponendo l'accento su una mancanza di humor, un'eccessiva drammatizzazione e una generale mancanza di scopo. Non tutti i film sui supereroi, dunque, riescono a pennello.
Dopo la visione (in lingua originale) di ieri sera, a caldo posso dire che, in effetti, anche io ho un po' faticato a trovare il filo del discorso. Di cosa parliamo qui e, soprattutto, perché ne stiamo parlando? Il pretesto cattura-spettatore di unire i supernomi di Batman e Superman in un'unica produzione cinematografica non basta a soddisfare lo spettatore medio che non vive dell'autoerotismo generato dalla semplice combinazione dei due eroi dei fumetti in un'unica storia. Come non sono sufficienti i soli effetti specialissimi a rendere apprezzabile tutta l'operazione, né il richiamo di un cast stellato in cui si contano 3 premi Oscar e una serie di camei che ci fanno pregustare ciò che la Warner Bros. e la DC Comics hanno in mente per il futuro. Perché al di là del pretesto iniziale di per sé, della "figata" un po' nerd e della produzione megagalattica, "Batman v Superman" deve proporre qualcosa di concreto adesso. E lo fa? Ni.
Innanzitutto va detto che c'è molta, molta premessa. Non che sia necessariamente un male, ma - e questo è il mio contesto personale - 35 minuti di pubblicità, stomaco vuoto e una mezzora di corsa pre-cinema hanno certamente minato alla base la mia pazienza. Senza contare che il film dura 2 ore e mezza tonde tonde. Il lungo preambolo e l'atmosfera cupa e tesa ricordano tantissimo il precedente lavoro del regista, "Watchmen", pur mancando della stessa base politica matura e consapevole. Quello che abbiamo qui, infatti, mi è sembrato un pretesto un tantino naïf: Batman ce l'ha con Superman perché non riesce a vedere oltre l'immagine pubblica che i media ne hanno costruito (divinità, alieno, possibile tiranno) e Superman pensa che Batman sia una sorta di vigilante impazzito che uccide target casuali tra la povera gente. Uhm.
Superato il contrasto "iniziale" - tra virgolette perché prende praticamente le prime due ore di film -, scopriamo che Bat & Su riescono a fare la pace e, dopotutto, sono amici, anche perché, e qui sta la vera debolezza della storia a mio avviso, c'è un nuovo gigantescamente orrendo nemico in città e i due + 1 dovranno allearsi e mettercela tutta per sconfiggere l'orrendo ibrido generato da Lex Luthor. E su Luthor apriamo una parentesi.
Jesse Eisenberg è un attore che non ho ancora del tutto inquadrato. Sembra bravo, eppure non mi convince. E nemmeno qui, nonostante lo abbia ascoltato in originale, è riuscito a strapparmi un plauso sincero. Il suo Lex parla veloce come il vento e sembra anche molto intelligente, eppure il suo diabolico piano messo in scena per due anni filati ci mette meno di un'ora per essere sabotato. Davvero non era plausibile pensare che l'uomo pipistrello e il figlio di Krypton potessero allearsi contro il nemico in carica? E a parte questo, davvero la produzione pensava che bastasse sbraitare un pochino, bisbigliare soliloqui in pubblico e accelerare a tavoletta con la parlata per rendere il cattivo spaventoso e pazzo? Chiusa parentesi.
Ora torniamo all'orrendo ibrido. Una scena un po' confusa all'interno della navicella aliena ci fa capire che dal mix dello Zod ucciso nel precedente "L'uomo d'acciaio" e il DNA di Luthor viene generata una creatura terrificante ed elettrica che, però, ci catapulta in un universo parallelo a quello fino ad ora raccontato. Dopo interminabili premesse dark, tesissimi primi piani degli attori e un corpo a corpo tra i due protagonisti, tutto il buono che c'era stato viene vanificato dall'entrata in campo di una specie di mostro davvero fuori contesto, più conforme ad una baggianata come "Scontro tra titani" che all'epicità suggerita qui. Francamente l'entrata in campo dello sbraitante ibrido ha fiaccato non poco il mio spirito già tediato dai flash di lampi e scariche elettriche che neanche stessimo collaborando con Victor Frankenstein: superato il rischio di epilessia mi ritrovo catapultato in una sorta di videogioco dalla trama vista e rivista e dall'esito tanto scontato da non rendere plausibile nemmeno per un secondo il fato assegnato dalla trama al supereroe alieno. Non che ci fossero dubbi in merito e non so quanto fosse necessario tirarla così per le lunghe con la sua (spoiler!) morte, dato che il franchise cominciato con questo titolo ha in programma uscite fino al 2019...
E rimanendo collegati al mantenimento di toni epici, era davvero necessario rendere Batman così rotondo? So che sembra una scemenza, ma sullo schermo il confronto fra i due protagonisti è impietoso: uno tanto muscoloso, longilineo, snello e maledettamente aderente; l'altro tondeggiante, massiccio, con la zeppa agli stivali e una maschera che è identica a quella del Batman di "The Lego Movie" (che, tra l'altro, ha uno spin-off in uscita l'anno prossimo: "The Lego Batman Movie"). L'uomo pipistrello di Nolan era decisamente meno pompato e visivamente più piacevole, oltre che credibile - a livello di immagine intendo, Affleck di per sé non è malaccio -. Prima di passare al lato positivo e alle conclusioni, un'ultima osservazione: ma Wonder Woman non la si poteva usare un po' di più? Dopo un marketing martellante sulla sua effettiva presenza, un ricollocamento dopo anni di mancanza e, diciamocelo, finalmente un supereroe femminile protagonista, l'uso che ne viene fatto è minimo e un po' autoreferenziale. E ok che prelude a molto altro, ma sicuramente la sua presenza poteva essere resa più rilevante.
In ogni caso, per passare al bicchiere mezzo pieno, questo nuovo universo DC Comics portato alla luce dal primo Superman e questo crossover finalmente contrasta il finora inavvicinabile universo Marvel, da questo punto di vista certamente avvantaggiato. Dopo anni di successi più o meno giganteschi e perfino l'ennesimo Spider-man in arrivo, la ventata d'aria fresca portata dalla nuovissima DC Extended Universe fa ben sperare gli amanti della par condicio. Inoltre i toni ben più tenebrosi e il ricorso a strategie di terrore meno "politicamente corrette" - in questo caso ne fa le spese la povera Holly Hunter nei panni della Senatrice Finch - ci ricordano che non tutti i supereroi vivono di sola aura glamour o della costante battuta pronta, che pure qui avrebbe aiutato ad alleggerire un po' la situazione.
Comunque, nel caso specifico di "Batman v Superman: Dawn of Justice" il risultato finale è un tantino altalenante. Certe scelte sono perfette (come i titoli di testa magnifici), anche se poi nel concreto ci si perde in momenti poco chiari o preamboli infiniti, oltre che salti di storia e montaggio che, per esempio nel finale, sfiniscono lo spettatore. Sono sicuro che l'esperimento in questione porterà ad una serie di valutazioni successive che andranno a rimodellare il linguaggio di una saga che, a tutti gli effetti, cerca ancora di collocarsi all'interno di un mondo per il momento dominato da altri protagonisti. Il precedente Superman ha evidentemente alzato il tiro rispetto a un mediocre "Superman Returns", eppure non credo che lo sforzo profuso fin qui sia sufficiente a determinare un risultato soddisfacente ed efficace nel costruire un micromondo dalle caratteristiche inequivocali e personali. Insomma, per capirci: viste le critiche impietose mi aspettavo molto di peggio, anche se non posso dire di essere rimasto soddisfatto. Tantissimo fumo, poco arrosto. Al prossimo appuntamento, per vedere se le proporzioni cambieranno.
Film 658 - L'uomo d'acciaio
Film 1127 - Batman v Superman: Dawn of Justice
Film 1128 - Batman v Superman: Dawn of Justice
Film 1218 - Suicide Squad
Film 1392 - Wonder Woman
Film 1640 - Wonder Woman
Film 1708 - Aquaman
Film 1459 - Justice League
Film 2019 - Zack Snyder's Justice League
Cast: Ben Affleck, Henry Cavill, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Diane Lane, Laurence Fishburne, Jeremy Irons, Holly Hunter, Gal Gadot, Scoot McNairy, Callan Mulvey, Tao Okamoto, Jeffrey Dean Morgan, Michael Shannon, Lauren Cohan, Ray Fisher, Jason Momoa, Ezra Miller, Anderson Cooper, Nancy Grace.
Box Office: $501.8 milioni (ad oggi)
Consigli: Di certo una pellicola che ha generato non poche aspettative. Che le abbia rispettate o deluse per gli altri non importa, è sempre bene farsi una propria opinione personale. Ecco cosa può smuovervi e convincervi a vedere questo curioso crossover cinematografico che, checché se ne dica, rimane un evidente successo. Anche se la resa nel lungo periodo è un'altra faccenda, resta il fatto che milioni di persone si sono affollate al cinema desiderose di partecipare ad uno scontro se non epico, quantomento d'intrattenimento e l'operazione commerciale è stata premiata. Si poteva fare meglio? Come sempre. Vale la pena dargli una chance? Credo di sì. Ma non piacerà a tutti.
Parola chiave: Kryptonite. (ma va?)
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Bengi
giovedì 31 marzo 2016
Film 1127 - Batman v Superman: Dawn of Justice
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mercoledì 30 marzo 2016
Film 1109 - Room
Ultimo titolo da Oscar che volevo recuperare!
Film 1109: "Room" (2015) di Lenny Abrahamson
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Poe
Pensieri: Ogni anno succede. Vedo quel film di cui la critica ha parlato benissimo, quella pellicola pronta a portarsi a casa Oscar e riconoscimenti e... rimango puntualmente deluso. Così lo dico, senza girarci troppo intorno: a me "Room" non ha sconvolto, Bree Larson non mi è sembrata inarrivabile e, in definitiva, il film non mi ha convinto.
Ora che finalmente posso liberarmi di questo peso - avendo visto "Room" il giorno stesso degli Oscar è un mese che attendevo di scrivere questa recensione -, mi sento un po' meglio. Ci ho riflettuto a lungo, ci ho pensato e ripensato. Per non perdermi proprio niente della pellicola l'ho anche vista in inglese. Eppure niente, non è scoccato l'idillio. Sì, la Larson è brava, il giovanissimo Jacob Tremblay particolarmente portato, ma mi ha aspettavo qualcos'altro, forse addirittura di più. Ecco perché cerco di evitare il più possibile di documentarmi sui vari titoli prima di vederli, il rischio di guastarmi la visione è sempre dietro l'angolo.
Chiaramente in questo caso era difficile schivare lo spoiler, salvaguardarsi dall'approfondimento: negli ultimi mesi il film e il suo cast sono stati sotto la lente d'ingrandimento hollywoodiana e non solo (ad oggi il film è a quota 116 candidature sparpagliate per le premiazioni e i festival di tutto il mondo), il che ha necessariamente portato a un'avvicinamento a storia e protagonisti, voluto o meno che fosse. Ed ecco perché le mie aspettative erano altre.
Da quello che avevo capito, dall'idea che mi ero fatto, pensavo che "Room" fosse più una sorta di thriller incentrato sul perché mai una donna e suo figlio avessero deciso di vivere isolati all'interno di una stanza. Magari lei era pazza. Magari al di fuori vi era uno scenario postapocalittico. Magari...
E invece la storia raccontata qui è molto diversa, è un pugno nello stomaco e, però, un colpo assestato solo a metà. Il dramma della prigionia è molto ben rappresentato, pur rimanendo all'interno di quelli che saranno sì e no 10 m²; la storia non soffre di una claustrofobia che sarebbe stata plausibile: la brava mamma di Jack è stata in grado di rendere quella prigione quasi confortevole, nonostante tutto. Una volta fuori, la storia cambia temi e, naturalmente, scenari e quella magia e chimica tra i due protagonisti si perde leggermente in favore di una scoperta del mondo da parte di Jack e della scoperta da parte del mondo dei due poveri reclusi. In questa parte, in particolare, ho sentito di più la mancanza di connessione con la vicenda, forse gelata dal mio spezzare la visione di "Room" in due parti. In ogni caso ho gradito maggiormente l'inizio.
Insomma, è chiaramente un'opinione personale viziata da una serie di aspettative e circostanze, in ogni caso "Room" non mi ha tra i suoi sostenitori, come era stato qualche anno fa con "Silver Linings Playbook". Vedremo se la carriera della Larson prenderà definitivamente il volo dopo il successo legato a questa produzione - come era successo alla Lawrence - o se l'exploit ottenuto rimarrà legato a qualche anno di strascichi e nient'altro. In bocca al lupo!
Ps. Candidato a 4 Oscar, tra cui Miglior film, "Room" ha vinto nella categoria Miglior attrice protagonista. Brie Larson per questo ruolo ha vinto anche un Golden Globe e un BAFTA.
Cast: Brie Larson, Jacob Tremblay, Joan Allen, Sean Bridgers, William H. Macy, Justin Mader, Amanda Brugel, Tom McCamus.
Box Office: $35.4 milioni
Consigli: Considerato che ha vinto così tanti premi per la sua attrice protagonista e che ha raccolto così tanti commenti positivi tra la critica di tutto il mondo, vale certamente la pena di dare una chance a questa pellicola, consci che si tratta di un viaggio non facile da intraprendere. Può piacere, ma non è per tutti.
Parola chiave: Old Nick.
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Film 1109: "Room" (2015) di Lenny Abrahamson
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Poe
Pensieri: Ogni anno succede. Vedo quel film di cui la critica ha parlato benissimo, quella pellicola pronta a portarsi a casa Oscar e riconoscimenti e... rimango puntualmente deluso. Così lo dico, senza girarci troppo intorno: a me "Room" non ha sconvolto, Bree Larson non mi è sembrata inarrivabile e, in definitiva, il film non mi ha convinto.
Ora che finalmente posso liberarmi di questo peso - avendo visto "Room" il giorno stesso degli Oscar è un mese che attendevo di scrivere questa recensione -, mi sento un po' meglio. Ci ho riflettuto a lungo, ci ho pensato e ripensato. Per non perdermi proprio niente della pellicola l'ho anche vista in inglese. Eppure niente, non è scoccato l'idillio. Sì, la Larson è brava, il giovanissimo Jacob Tremblay particolarmente portato, ma mi ha aspettavo qualcos'altro, forse addirittura di più. Ecco perché cerco di evitare il più possibile di documentarmi sui vari titoli prima di vederli, il rischio di guastarmi la visione è sempre dietro l'angolo.
Chiaramente in questo caso era difficile schivare lo spoiler, salvaguardarsi dall'approfondimento: negli ultimi mesi il film e il suo cast sono stati sotto la lente d'ingrandimento hollywoodiana e non solo (ad oggi il film è a quota 116 candidature sparpagliate per le premiazioni e i festival di tutto il mondo), il che ha necessariamente portato a un'avvicinamento a storia e protagonisti, voluto o meno che fosse. Ed ecco perché le mie aspettative erano altre.
Da quello che avevo capito, dall'idea che mi ero fatto, pensavo che "Room" fosse più una sorta di thriller incentrato sul perché mai una donna e suo figlio avessero deciso di vivere isolati all'interno di una stanza. Magari lei era pazza. Magari al di fuori vi era uno scenario postapocalittico. Magari...
E invece la storia raccontata qui è molto diversa, è un pugno nello stomaco e, però, un colpo assestato solo a metà. Il dramma della prigionia è molto ben rappresentato, pur rimanendo all'interno di quelli che saranno sì e no 10 m²; la storia non soffre di una claustrofobia che sarebbe stata plausibile: la brava mamma di Jack è stata in grado di rendere quella prigione quasi confortevole, nonostante tutto. Una volta fuori, la storia cambia temi e, naturalmente, scenari e quella magia e chimica tra i due protagonisti si perde leggermente in favore di una scoperta del mondo da parte di Jack e della scoperta da parte del mondo dei due poveri reclusi. In questa parte, in particolare, ho sentito di più la mancanza di connessione con la vicenda, forse gelata dal mio spezzare la visione di "Room" in due parti. In ogni caso ho gradito maggiormente l'inizio.
Insomma, è chiaramente un'opinione personale viziata da una serie di aspettative e circostanze, in ogni caso "Room" non mi ha tra i suoi sostenitori, come era stato qualche anno fa con "Silver Linings Playbook". Vedremo se la carriera della Larson prenderà definitivamente il volo dopo il successo legato a questa produzione - come era successo alla Lawrence - o se l'exploit ottenuto rimarrà legato a qualche anno di strascichi e nient'altro. In bocca al lupo!
Ps. Candidato a 4 Oscar, tra cui Miglior film, "Room" ha vinto nella categoria Miglior attrice protagonista. Brie Larson per questo ruolo ha vinto anche un Golden Globe e un BAFTA.
Cast: Brie Larson, Jacob Tremblay, Joan Allen, Sean Bridgers, William H. Macy, Justin Mader, Amanda Brugel, Tom McCamus.
Box Office: $35.4 milioni
Consigli: Considerato che ha vinto così tanti premi per la sua attrice protagonista e che ha raccolto così tanti commenti positivi tra la critica di tutto il mondo, vale certamente la pena di dare una chance a questa pellicola, consci che si tratta di un viaggio non facile da intraprendere. Può piacere, ma non è per tutti.
Parola chiave: Old Nick.
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domenica 27 marzo 2016
David di Donatello 2016: nomination e vincitori
David di Donatello 2016
MIGLIOR FILM- Fuocoammare di Gianfranco ROSI
- Il racconto dei racconti - Tale of Tales di Matteo GARRONE
- Non essere cattivo di Claudio CALIGARI
- Perfetti sconosciuti di Paolo GENOVESE
- Youth – La giovinezza di Paolo SORRENTINO
MIGLIORE REGISTA
- Fuocoammare - Gianfranco ROSI
- Il racconto dei racconti – Tale of Tales - Matteo GARRONE
- Non essere cattivo - Claudio CALIGARI
- Perfetti sconosciuti - Paolo GENOVESE
- Youth – La giovinezza - Paolo SORRENTINO
MIGLIORE REGISTA ESORDIENTE
- Arianna - Carlo LAVAGNA
- Banat – Il viaggio - Adriano VALERIO
- L'attesa - Piero MESSINA
- Lo chiamavano Jeeg Robot - Gabriele MAINETTI
- Loro chi? - Fabio BONIFACCI, Francesco MICCICHÉ
- Pecore in erba - Alberto CAVIGLIA
MIGLIORE SCENEGGIATURA
- Il racconto dei racconti – Tale of Tales: Edoardo ALBINATI, Ugo CHITI, Matteo GARRONE, Massimo GAUDIOSO
- Lo chiamavano Jeeg Robot: Nicola GUAGLIANONE, MENOTTI
- Non essere cattivo: Claudio CALIGARI, Giordano MEACCI, Francesca SERAFINI
- Perfetti sconosciuti: Filippo BOLOGNA, Paolo COSTELLA, Paolo GENOVESE, Paola MAMMINI, Rolando RAVELLO
- Youth – La giovinezza: Paolo SORRENTINO
MIGLIORE PRODUTTORE
- Fuocoammare: 21uno Film, Stemal Entertainment, Istituto Luce-Cinecittà, Rai Cinema, Les Films d'Ici con Arte France Cinéma
- Il racconto dei racconti – Tale of Tales: Archimede, Rai Cinema
- Lo chiamavano Jeeg Robot: Gabriele MAINETTI per Goon Films, Rai Cinema
- Non essere cattivo: Paolo BOGNA, Simone ISOLA e Valerio MASTANDREA per Kimera Film, con Rai Cinema e Taodue Film, produttore associato Pietro VALSECCHI, in collaborazione con Leone Film Group
- Youth – La giovinezza: Nicola GIULIANO, FrancescaCIMA, Carlotta CALORI per Indigo Film
MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA
- Alaska: Àstrid BERGÈS-FRISBEY
- Gli ultimi saranno ultimi: Paola CORTELLESI
- Io e lei: Sabrina FERILLI
- L'attesa: Juliette BINOCHE
- Lo chiamavano Jeeg Robot: Ilenia PASTORELLI
- Per amor vostro: Valeria GOLINO
- Perfetti sconosciuti: Anna FOGLIETTA
MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA
- Lo chiamavano Jeeg Robot: Claudio SANTAMARIA
- Non essere cattivo: Alessandro BORGHI
- Non essere cattivo: Luca MARINELLI
- Perfetti sconosciuti: Marco GIALLINI
- Perfetti sconosciuti: Valerio MASTANDREA
MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
- Assolo: Piera DEGLI ESPOSTI
- Lo chiamavano Jeeg Robot: Antonia TRUPPO
- Non essere cattivo: Elisabetta DE VITO
- Quo vado?: Sonia BERGAMASCO
- Ultima fermata: Claudia CARDINALE
MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA
- Alaska: Valerio BINASCO
- Gli ultimi saranno ultimi: Fabrizio BENTIVOGLIO
- La felicità è un sistema complesso: Giuseppe BATTISTON
- Lo chiamavano Jeeg Robot: Luca MARINELLI
- Suburra: Alessandro BORGHI
MIGLIOR FOTOGRAFIA
- Il racconto dei racconti – Tale of Tales: Peter SUSCHITZKY
- Lo chiamavano Jeeg Robot: Michele D'ATTANASIO
- Non essere cattivo: Maurizio CALVESI
- Suburra: Paolo CARNERA
- Youth – La giovinezza: Luca BIGAZZI
MIGLIOR MUSICA
- Il racconto dei racconti – Tale of Tales: Alexandre DESPLAT
- La corrispondenza: Ennio MORRICONE
- Lo chiamavano Jeeg Robot: Michele BRAGA, Gabriele MAINETTI
- Non essere cattivo: Paolo VIVALDI con la collaborazione di Alessandro SARTINI
- Youth – La giovinezza: David LANG
MIGLIORE CANZONE ORIGINALE
- La felicità è un sistema complesso: “TORTA DI NOI” musica, testi e interpretazione di Niccolò CONTESSA
- Non essere cattivo: “A CUOR LEGGERO” musica, testi e interpretazione di Riccardo SINIGALLIA
- Perfetti sconosciuti: “PERFETTI SCONOSCIUTI” musica di BUNGARO e Cesare CHIODO testi e interpretazione di Fiorella MANNOIA
- Quo vado?: “LA PRIMA REPUBBLICA” musica, testi e interpretazione di Luca MEDICI (Checco ZALONE)
- Youth – La giovinezza: “SIMPLE SONG #3” musica e testi di David LANG interpretata da Sumi JO
MIGLIOR SCENOGRAFIA
- Il racconto dei racconti – Tale of Tales: Dimitri CAPUANI, Alessia ANFUSO
- La corrispondenza: Maurizio SABATINI
- Lo chiamavano Jeeg Robot: Massimiliano STURIALE
- Non essere cattivo: Giada CALABRIA
- Suburra: Paki MEDURI
- Youth – La giovinezza: Ludovica FERRARIO
(Paki Meduri sarebbe entrato in cinquina anche per il film Alaska, ma da Regolamento viene candidato solo per il film più votato.)
MIGLIORI COSTUMI
- Il racconto dei racconti – Tale of Tales: Massimo CANTINI PARRINI
- La corrispondenza: Gemma MASCAGNI
- Lo chiamavano Jeeg Robot: Mary MONTALTO
- Non essere cattivo: Chiara FERRANTINI
- Youth – La giovinezza: Carlo POGGIOLI
MIGLIOR TRUCCO
- Il racconto dei racconti – Tale of Tales: Gino TAMAGNINI, Valter CASOTTO, Luigi D'ANDREA, Leonardo CRUCIANO
- La corrispondenza: Enrico IACOPONI
- Lo chiamavano Jeeg Robot: Giulio PEZZA
- Non essere cattivo: Lidia MINÌ
- Youth – La giovinezza: Maurizio SILVI
MIGLIORE ACCONCIATORE
- Il racconto dei racconti – Tale of Tales: Francesco PEGORETTI
- La corrispondenza: Elena GREGORINI
- Lo chiamavano Jeeg Robot: Angelo VANNELLA
- Non essere cattivo: Sharim SABATINI
- Youth – La giovinezza: Aldo SIGNORETTI
MIGLIOR MONTAGGIO
- Fuocoammare: Jacopo QUADRI
- Lo chiamavano Jeeg Robot: Andrea MAGUOLO con la collaborazione di Federico CONFORTI
- Perfetti sconosciuti: Consuelo CATUCCI
- Suburra: Patrizio MARONE
- Youth – La giovinezza: Cristiano TRAVAGLIOLI
MIGLIOR FONICO DI PRESA DIRETTA
- Il racconto dei racconti – Tale of Tales: Maricetta LOMBARDO
- Lo chiamavano Jeeg Robot: Valentino GIANNÌ
- Non essere cattivo: Angelo BONANNI
- Perfetti sconosciuti: Umberto MONTESANTI
- Youth – La giovinezza: Emanuele CECERE
MIGLIORI EFFETTI DIGITALI
- Game Therapy: EDI – Effetti Digitali Italiani
- Il racconto dei racconti – Tale of Tales: Makinarium
- Lo chiamavano Jeeg Robot: Chromatica
- Suburra: Visualogie
- Youth – La giovinezza: Peerless
MIGLIOR DOCUMENTARIO
- HARRY'S BAR di Carlotta CERQUETTI
- I BAMBINI SANNO di Walter VELTRONI
- LOUISIANA (The Other Side) di Roberto MINERVINI
- REVELSTOKE. UN BACIO NEL VENTO di Nicola MORUZZI
- S IS FOR STANLEY di Alex INFASCELLI
MIGLIOR FILM DELL’UNIONE EUROPEA
- 45 ANNI di Andrew HAIGH (Teodora Film)
- DIO ESISTE E VIVE A BRUXELLES di Jaco VAN DORMAEL (I Wonder Pictures )
- IL FIGLIO DI SAUL di Laszlo NEMES (Teodora Film)
- PERFECT DAY di Fernando LEON DE ARAGONA (Teodora Film)
- THE DANISH GIRL di Tom HOOPER (Universal Pictures)
MIGLIOR FILM STRANIERO
- CAROL di Todd HAYNES (Lucky Red)
- IL CASO SPOTLIGHT di Tom McCARTHY (BIM)
- IL PONTE DELLE SPIE di Steven SPIELBERG (20th Century Fox )
- INSIDE OUT di Pete DOCTER e Ronnie DEL CARMEN (Walt Disney Pictures)
- REMEMBER di Atom EGOYAN (BIM)
L’apposita Giuria, composta da Andrea Piersanti, Presidente, Francesca Calvelli, Enzo Decaro, Leonardo Diberti, Paolo Fondato, Enrico Magrelli, Lamberto Mancini, Mario Mazzetti, Paolo Mereghetti, comunica le cinquine del miglior cortometraggio.
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
- A METÀ LUCE di Anna Gigante
- BELLISSIMA di Alessandro Capitani
- DOVE L'ACQUA CON ALTRA ACQUA SI CONFONDE di Gianluca Mangiasciutti e Massimo Loi
- LA BALLATA DEI SENZATETTO di Monica Manganelli
- PER ANNA di Andrea Zuliani
Il miglior cortometraggio Premio David di Donatello 2016 è: BELLISSIMA di Alessandro Capitani.
DAVID GIOVANI
- ALASKA di Claudio Cupellini
- GLI ULTIMI SARANNO ULTIMI di Massimiliano Bruno
- LA CORRISPONDENZA di Giuseppe Tornatore
- NON ESSERE CATTIVO di Claudio Caligari
- QUO VADO? di Gennaro Nunziante
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venerdì 25 marzo 2016
Film 1108 - 45 Years
Alla vigilia degli Oscar, il giorno stesso della diretta da Los Angeles ho recuperato gli ultimi due titoli fondamentali per affrontare la cerimonia in possesso di tutti i dati a me necessari per una visione consapevole. Questo è il primo film.
Film 1108: "45 Years" (2015) di Andrew Haigh
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Lei, lui, l'altra 45 anni dopo.
Cosa succede a un matrimonio ben più che collaudato quando l'ombra di un passato doloroso e mai dimenticato riemerge inaspettatamente? E' questa la premessa di "45 Years", pellicola non tanto eclatante di per sé, ma viva grazie all'interpretazione di due protagonisti da standing ovation, intensi, veri, fragili ed esposti come capita di rado di vedere al cinema. Soprattutto relativamente a tematiche come queste. La terza età, l'occasione di un anniversario, i sacrifici di una vita, il bilancio che, vuoi o no, alla fine arriva. E, nel momento più sbagliato, torna, appunto, il ricordo di una vita fa - quasi un'altra vita -, in cui l'altra, primo vero amore di lui, fa nuovamente la comparsa sulla soglia di casa, senza mai entrare. Il ricordo s'insinua, il dolore avvolge, i dubbi non tardano a comparire.
In questo contesto complesso e difficile da affrontare, i due protagonisti Kate e Geoff (Charlotte Rampling, Tom Courtenay) sono costretti a sviscerare punto per punto la questione, a mettersi di nuovo in gioco quando, invece, la vita sembrava averli definitivamente lasciati in pace. Arriva piano, ma arrivo lo tsunami che sconvolgerà le loro vite - più quella di lei, a dire il vero -, arriva sotto forma di lettera che, una volta letta, non potrà più essere dimenticata. Sarà un fiore conservato tra le pagine di un diario, una diapositiva, una vecchia foto e, tassello dopo tassello, sarà inesorabile ed emotivamente violento.
Non ci sono urla qui, non ci sono scenate, ma il logorio interno di una mente che, tarlata, procede a corrodersi da dentro nel tentativo di capire, indagare su un fatto tragico che, nel concreto, è stato il punto di partenza per un'altra storia, un altro racconto al quale ci approcciamo, di fatto, allo scoccare dei 45 anni dal suo inizio.
Insomma, un racconto che sembra placido per via dei modi, ma non lo è. Una storia che è sempre più un pugno nello stomaco man mano che la trama procede e lo spettatore non può fare a meno di immedesimarsi nella splendida protagonista. "45 Years" è una pellicola che sembra per molto tempo ciò che in realtà non è, ma che sa catturare l'attenzione e le emozioni di chi guarda grazie a un finale che è tanto inaspettato quanto ruvido, emotivamente violento. Un prodotto che vive della bravura dei suoi protagonisti che sono in grado di valorizzare un risultato finale buono e, soprattutto, in grado di lasciare lo spettatore con non poche cose su cui riflettere.
Ps. Prima candidatura all'Oscar in carriera per la bravissima Charlotte Rampling, particolarmente conturbante, e per entrambi i protagonisti l'Orso d'Argento come migliori attori all'ultimo Festival del Cinema di Berlino.
Cast: Charlotte Rampling, Tom Courtenay, Geraldine James, Dolly Wells, David Sibley.
Box Office: $13.6 milioni
Consigli: Non una pellicola per tutte le occasioni, ma certamente una storia interessante da seguire soprattutto per chi è interessato a quei racconti sui rapporti umani che non si esprimono per frasi fatte, filtri sociali o mettendo in mezzo le solite banalità da cinema commerciale. Un profondo e riflettuto ritratto di una coppia sposata che, nel quotidiano, affronta l'ultima fase di una vita insieme e, nello specifico, si trova a dover gestire un nuovo capitolo di una storia apparentemente abbandonata quasi 50 anni prima. Un carico emotivo non da poco che farà vacillare le fondamenta di un'unione apparentemente solidissima e ben oliata. Insomma, "45 Years" va visto (in inglese!) consci che non si tratti di un racconto facile, ma di un viaggio introspettivo, un'interrogarsi che è un mettersi in discussione nonostante tutto e tutti. Chi è pronto ad affrontare il viaggio troverà in questa pellicola un ottimo prodotto che lascia, tra l'altro, molto su cui riflettere.
Parola chiave: Lettera.
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#HollywoodCiak
Bengi
Film 1108: "45 Years" (2015) di Andrew Haigh
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Lei, lui, l'altra 45 anni dopo.
Cosa succede a un matrimonio ben più che collaudato quando l'ombra di un passato doloroso e mai dimenticato riemerge inaspettatamente? E' questa la premessa di "45 Years", pellicola non tanto eclatante di per sé, ma viva grazie all'interpretazione di due protagonisti da standing ovation, intensi, veri, fragili ed esposti come capita di rado di vedere al cinema. Soprattutto relativamente a tematiche come queste. La terza età, l'occasione di un anniversario, i sacrifici di una vita, il bilancio che, vuoi o no, alla fine arriva. E, nel momento più sbagliato, torna, appunto, il ricordo di una vita fa - quasi un'altra vita -, in cui l'altra, primo vero amore di lui, fa nuovamente la comparsa sulla soglia di casa, senza mai entrare. Il ricordo s'insinua, il dolore avvolge, i dubbi non tardano a comparire.
In questo contesto complesso e difficile da affrontare, i due protagonisti Kate e Geoff (Charlotte Rampling, Tom Courtenay) sono costretti a sviscerare punto per punto la questione, a mettersi di nuovo in gioco quando, invece, la vita sembrava averli definitivamente lasciati in pace. Arriva piano, ma arrivo lo tsunami che sconvolgerà le loro vite - più quella di lei, a dire il vero -, arriva sotto forma di lettera che, una volta letta, non potrà più essere dimenticata. Sarà un fiore conservato tra le pagine di un diario, una diapositiva, una vecchia foto e, tassello dopo tassello, sarà inesorabile ed emotivamente violento.
Non ci sono urla qui, non ci sono scenate, ma il logorio interno di una mente che, tarlata, procede a corrodersi da dentro nel tentativo di capire, indagare su un fatto tragico che, nel concreto, è stato il punto di partenza per un'altra storia, un altro racconto al quale ci approcciamo, di fatto, allo scoccare dei 45 anni dal suo inizio.
Insomma, un racconto che sembra placido per via dei modi, ma non lo è. Una storia che è sempre più un pugno nello stomaco man mano che la trama procede e lo spettatore non può fare a meno di immedesimarsi nella splendida protagonista. "45 Years" è una pellicola che sembra per molto tempo ciò che in realtà non è, ma che sa catturare l'attenzione e le emozioni di chi guarda grazie a un finale che è tanto inaspettato quanto ruvido, emotivamente violento. Un prodotto che vive della bravura dei suoi protagonisti che sono in grado di valorizzare un risultato finale buono e, soprattutto, in grado di lasciare lo spettatore con non poche cose su cui riflettere.
Ps. Prima candidatura all'Oscar in carriera per la bravissima Charlotte Rampling, particolarmente conturbante, e per entrambi i protagonisti l'Orso d'Argento come migliori attori all'ultimo Festival del Cinema di Berlino.
Cast: Charlotte Rampling, Tom Courtenay, Geraldine James, Dolly Wells, David Sibley.
Box Office: $13.6 milioni
Consigli: Non una pellicola per tutte le occasioni, ma certamente una storia interessante da seguire soprattutto per chi è interessato a quei racconti sui rapporti umani che non si esprimono per frasi fatte, filtri sociali o mettendo in mezzo le solite banalità da cinema commerciale. Un profondo e riflettuto ritratto di una coppia sposata che, nel quotidiano, affronta l'ultima fase di una vita insieme e, nello specifico, si trova a dover gestire un nuovo capitolo di una storia apparentemente abbandonata quasi 50 anni prima. Un carico emotivo non da poco che farà vacillare le fondamenta di un'unione apparentemente solidissima e ben oliata. Insomma, "45 Years" va visto (in inglese!) consci che non si tratti di un racconto facile, ma di un viaggio introspettivo, un'interrogarsi che è un mettersi in discussione nonostante tutto e tutti. Chi è pronto ad affrontare il viaggio troverà in questa pellicola un ottimo prodotto che lascia, tra l'altro, molto su cui riflettere.
Parola chiave: Lettera.
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Bengi
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giovedì 24 marzo 2016
Film 1107 - Zootropolis
Un bel film d'animazione ci sta sempre e questo lo volevo vedere assolutamente!
Film 1107: "Zootropolis" (2016) di Byron Howard, Rich Moore
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe, Jessica
Pensieri: Quello che mi è piaciuto di questo film è il messaggio inclusivo. In un momento storico in cui la paura dell'altro è ai massimi livelli, in cui l'integrazione è sempre più una conquista quotidiana, una storia sulla possibilità di vivere bene insieme anche quando si è, per natura, opposti è un bellissimo racconto. Anche solo per questo bisognerebbe vedere - e far vedere ai bambini - l'ultimo cartoon Disney, il 55esimo classico prodotto dalla storica casa di produzione di Topolino.
La trama è apparentemente molto semplice: una coniglietta che vuole fare la polizziotta nella cosmopolita città di Zootropolis (dove prede e predatori vivono pacificamente insieme), conquista il suo sogno, ma rimane incastrata nel pregiudizio della sua condizione di nascita. Finita, così, a fare l'ausiliario del traffico, la nostra protagonista si imbatte nella furfante volpe di cui, col tempo, diventerà amica. Insieme riusciranno a risolvere il mistero che sta scuotendo alla base la città: alcuni predatori impazziti che, inspiegabilmente, prima diventano selvaggi e pericolosi e poi spariscono dalla circolazione. Ovviamente i sospetti ricadranno dove li vorrebbero la paura e i pregiudizi, ma la storia saprà regalare un colpo di scena meno scontato.
Chiaramente, essendo un film per famiglie, la componente giocosa e divertente la fa da padrone pur, appunto, non mancando il sottotesto di cui si parlava. Senza far pesare minimamente il messaggio già più impegnato, "Zootropolis" (titolo originale "Zootopia") riesce a intrattenere in modo egregio tutti i suoi pubblici target, regalando 108 minuti spensierati, visivamente accattivanti e ricchi di idee geniali e simpatiche. Insomma, nel complesso una bella pellicola che regala alla Disney non solo un altro successo commerciale, ma anche di pubblico e critica.
Film 1369 - Zootropolis
Cast: Ginnifer Goodwin, Jason Bateman, Idris Elba, J.K. Simmons, Tommy Chong, Octavia Spencer, Jenny Slate, Shakira, Alan Tudyk, Bonnie Hunt; (versione italiana) Ilaria Latini, Massimo Lopez, Gabriele Patriarca, Leo Gullotta, Frank Matano, Paolo Ruffini, Nicola Savino, Diego Abatantuono, Roberta Greganti, Vittorio Guerrieri, Teresa Mannino, Ilaria Stagni.
Box Office: $604.9 milioni
Consigli: Simpatico, ben fatto, con un bel messaggio di fondo, "Zootropolis" è quel film d'animazione che mancava da un po' nelle sale. Dopo il deludente "Il viaggio di Arlo", un ottimo titolo per tutta la famiglia che utilizza la computer grafica non solo come strumento per gli occhi, ma anche per raccontare una storia interessante, divertente e dalle numerose idee. Insomma, questa pellicola è da non perdere, da vedere e rivedere. Non mi stupirei di un sequel.
Parola chiave: Ululatori notturni.
Trailer
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Bengi
Film 1107: "Zootropolis" (2016) di Byron Howard, Rich Moore
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe, Jessica
Pensieri: Quello che mi è piaciuto di questo film è il messaggio inclusivo. In un momento storico in cui la paura dell'altro è ai massimi livelli, in cui l'integrazione è sempre più una conquista quotidiana, una storia sulla possibilità di vivere bene insieme anche quando si è, per natura, opposti è un bellissimo racconto. Anche solo per questo bisognerebbe vedere - e far vedere ai bambini - l'ultimo cartoon Disney, il 55esimo classico prodotto dalla storica casa di produzione di Topolino.
La trama è apparentemente molto semplice: una coniglietta che vuole fare la polizziotta nella cosmopolita città di Zootropolis (dove prede e predatori vivono pacificamente insieme), conquista il suo sogno, ma rimane incastrata nel pregiudizio della sua condizione di nascita. Finita, così, a fare l'ausiliario del traffico, la nostra protagonista si imbatte nella furfante volpe di cui, col tempo, diventerà amica. Insieme riusciranno a risolvere il mistero che sta scuotendo alla base la città: alcuni predatori impazziti che, inspiegabilmente, prima diventano selvaggi e pericolosi e poi spariscono dalla circolazione. Ovviamente i sospetti ricadranno dove li vorrebbero la paura e i pregiudizi, ma la storia saprà regalare un colpo di scena meno scontato.
Chiaramente, essendo un film per famiglie, la componente giocosa e divertente la fa da padrone pur, appunto, non mancando il sottotesto di cui si parlava. Senza far pesare minimamente il messaggio già più impegnato, "Zootropolis" (titolo originale "Zootopia") riesce a intrattenere in modo egregio tutti i suoi pubblici target, regalando 108 minuti spensierati, visivamente accattivanti e ricchi di idee geniali e simpatiche. Insomma, nel complesso una bella pellicola che regala alla Disney non solo un altro successo commerciale, ma anche di pubblico e critica.
Film 1369 - Zootropolis
Cast: Ginnifer Goodwin, Jason Bateman, Idris Elba, J.K. Simmons, Tommy Chong, Octavia Spencer, Jenny Slate, Shakira, Alan Tudyk, Bonnie Hunt; (versione italiana) Ilaria Latini, Massimo Lopez, Gabriele Patriarca, Leo Gullotta, Frank Matano, Paolo Ruffini, Nicola Savino, Diego Abatantuono, Roberta Greganti, Vittorio Guerrieri, Teresa Mannino, Ilaria Stagni.
Box Office: $604.9 milioni
Consigli: Simpatico, ben fatto, con un bel messaggio di fondo, "Zootropolis" è quel film d'animazione che mancava da un po' nelle sale. Dopo il deludente "Il viaggio di Arlo", un ottimo titolo per tutta la famiglia che utilizza la computer grafica non solo come strumento per gli occhi, ma anche per raccontare una storia interessante, divertente e dalle numerose idee. Insomma, questa pellicola è da non perdere, da vedere e rivedere. Non mi stupirei di un sequel.
Parola chiave: Ululatori notturni.
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mercoledì 23 marzo 2016
Film 1106 - Perfetti sconosciuti
Non ero particolarmente interessato a vedere questo film, ma dopo il successo che ha riscosso, ho pensato potesse essere utile dargli una chance.
Film 1106: "Perfetti sconosciuti" (2016) di Paolo Genovese
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe, Erika
Pensieri: Cosa succede quando, per una volta, un film italiano funziona?
Gli elementi c'erano tutti, eppure il mio solito scetticismo mi spingeva a non farmi troppe aspettative, più che altro perché, di solito, successo di critica e botteghino non vanno di pari passo con i miei gusti personali quando si parla del connubio cinema + Italia. E, invece, sono stato smentito alla grande.
Questa volta, infatti, sono rimasto sorpreso dall'efficacia della pellicola di Genovese che funziona e fa perfino ragionare. Il tema centrale è questo: cosa succede se una sera a cena 7 amici, di cui 6 in coppia, decidono di mettere i propri cellulari al centro del tavolo acconsentendo a rendere pubblici tutti i messaggi e chiamate ricevuti mentre sono insieme? Un casino, ovviamente, cosa volete che succeda?!
E infatti scopriamo altarini e altari, storie e storielle, giochini e segreti di una vita che, a fine serata, hanno disintegrato i nostri protagonisti minando i loro rapporti alla base. O forse no?
"Perfetti sconosciuti" è un buon esempio di black comedy contemporaneo perché è uno di quei titoli che ti fa molto ridere mentre lo guardi, ma se poi ci pensi bene a quello che sta succedendo, ti vengono i brividi. Sfido chiunque a dire che una delle cose proposte dalla trama non potrebbe capitare anche a lui. E' veramente un gioco al massacro perché, inutile girarci intorno, abbiamo tutti i nostri segreti e vederli spiattellati sul grande schermo ci da solo un'idea di come potrebbe essere se, nella vita vera, un'idea pazza come quella proposta qui si realizzasse per davvero. E questa pellicola è il classico esempio dell'incidente a rallentatore che non si può fare a meno di guardare. Sappiamo tutti che andrà a finire malissimo, eppure non si può fare a meno di seguire la storia.
In aggiunta a questo magnetismo perverso, un pregio di tutta l'operazione è certamente l'ottimo cast: Kasia Smutniak, Marco Giallini, Anna Foglietta, Valerio Mastandrea, Edoardo Leo, Alba Rohrwacher e Giuseppe Battiston sono tutti perfetti, va detto.
Solo un paio di considerazioni su questo film corale (che sarebbe perfetto per il teatro): alcune cose sono leggermente forzate per permettere alla storia di proseguire, come i dialoghi monologo al telefono. Nella vita vera, ovviamente, nessuno spiattellerebbe tutto via telefono senza percepire alcun segno vitale della persona all'altro capo del ricevitore, vomitando parole a fiume senza assicurarsi che dall'altra parte qualcuno stia ascoltando veramente; non ho gradito particolarmente la retorica buonista un po' antiquata e facilotta sull'omosessualità e il fare coming out, anche se apprezzo la presenza della tematica all'interno di un film commerciale di grande distribuzione. Tutto fa brodo.
In ogni caso, a parte queste veloci considerazioni, ammetto che "Perfetti sconosciuti" mi ha convinto e lasciato un ricordo positivo. Destabilizzante, sì, ma positivo. Mi è sembrato un esempio lucido di cinema in grado di fotografare una realtà contemporanea vera quanto diffusa, una storia ben raccontata e che non cerca scuse, semplicemente racconta con disarmante efficacia quello che oggi potrebbe essere il quotidiano di molti: una vita sociale che lo è in quanto social, una vita reale che lo è perché tangibile, una vita segreta che è tutto ciò che è altro dal quotidiano. Certo, è tutto portato all'estremo, ma è inutile cercare scuse: colpisce nel segno.
Film 1106 - Perfetti sconosciuti
Film 1959 - Perfetti sconosciuti
Cast: Kasia Smutniak, Marco Giallini, Anna Foglietta, Valerio Mastandrea, Edoardo Leo, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston.
Box Office: 15.437.906€
Consigli: Sorta di "Sliding Doors" nostrano - il finale vi piacerà! -, questa pellicola è un ottimo esempio di commedia italiana di oggi, su un tema più che mai contemporaneo, con un cast di ottimi comprimari. Insomma, un'operazione riuscita su tutti i fronti. Si può vedere tranquillamente, ma siete avvisati: se avete segreti da nascondere, meglio evitare di vederlo con la dolce metà...
Parola chiave: Segreti.
Trailer
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Film 1106: "Perfetti sconosciuti" (2016) di Paolo Genovese
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe, Erika
Pensieri: Cosa succede quando, per una volta, un film italiano funziona?
Gli elementi c'erano tutti, eppure il mio solito scetticismo mi spingeva a non farmi troppe aspettative, più che altro perché, di solito, successo di critica e botteghino non vanno di pari passo con i miei gusti personali quando si parla del connubio cinema + Italia. E, invece, sono stato smentito alla grande.
Questa volta, infatti, sono rimasto sorpreso dall'efficacia della pellicola di Genovese che funziona e fa perfino ragionare. Il tema centrale è questo: cosa succede se una sera a cena 7 amici, di cui 6 in coppia, decidono di mettere i propri cellulari al centro del tavolo acconsentendo a rendere pubblici tutti i messaggi e chiamate ricevuti mentre sono insieme? Un casino, ovviamente, cosa volete che succeda?!
E infatti scopriamo altarini e altari, storie e storielle, giochini e segreti di una vita che, a fine serata, hanno disintegrato i nostri protagonisti minando i loro rapporti alla base. O forse no?
"Perfetti sconosciuti" è un buon esempio di black comedy contemporaneo perché è uno di quei titoli che ti fa molto ridere mentre lo guardi, ma se poi ci pensi bene a quello che sta succedendo, ti vengono i brividi. Sfido chiunque a dire che una delle cose proposte dalla trama non potrebbe capitare anche a lui. E' veramente un gioco al massacro perché, inutile girarci intorno, abbiamo tutti i nostri segreti e vederli spiattellati sul grande schermo ci da solo un'idea di come potrebbe essere se, nella vita vera, un'idea pazza come quella proposta qui si realizzasse per davvero. E questa pellicola è il classico esempio dell'incidente a rallentatore che non si può fare a meno di guardare. Sappiamo tutti che andrà a finire malissimo, eppure non si può fare a meno di seguire la storia.
In aggiunta a questo magnetismo perverso, un pregio di tutta l'operazione è certamente l'ottimo cast: Kasia Smutniak, Marco Giallini, Anna Foglietta, Valerio Mastandrea, Edoardo Leo, Alba Rohrwacher e Giuseppe Battiston sono tutti perfetti, va detto.
Solo un paio di considerazioni su questo film corale (che sarebbe perfetto per il teatro): alcune cose sono leggermente forzate per permettere alla storia di proseguire, come i dialoghi monologo al telefono. Nella vita vera, ovviamente, nessuno spiattellerebbe tutto via telefono senza percepire alcun segno vitale della persona all'altro capo del ricevitore, vomitando parole a fiume senza assicurarsi che dall'altra parte qualcuno stia ascoltando veramente; non ho gradito particolarmente la retorica buonista un po' antiquata e facilotta sull'omosessualità e il fare coming out, anche se apprezzo la presenza della tematica all'interno di un film commerciale di grande distribuzione. Tutto fa brodo.
In ogni caso, a parte queste veloci considerazioni, ammetto che "Perfetti sconosciuti" mi ha convinto e lasciato un ricordo positivo. Destabilizzante, sì, ma positivo. Mi è sembrato un esempio lucido di cinema in grado di fotografare una realtà contemporanea vera quanto diffusa, una storia ben raccontata e che non cerca scuse, semplicemente racconta con disarmante efficacia quello che oggi potrebbe essere il quotidiano di molti: una vita sociale che lo è in quanto social, una vita reale che lo è perché tangibile, una vita segreta che è tutto ciò che è altro dal quotidiano. Certo, è tutto portato all'estremo, ma è inutile cercare scuse: colpisce nel segno.
Film 1106 - Perfetti sconosciuti
Film 1959 - Perfetti sconosciuti
Cast: Kasia Smutniak, Marco Giallini, Anna Foglietta, Valerio Mastandrea, Edoardo Leo, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston.
Box Office: 15.437.906€
Consigli: Sorta di "Sliding Doors" nostrano - il finale vi piacerà! -, questa pellicola è un ottimo esempio di commedia italiana di oggi, su un tema più che mai contemporaneo, con un cast di ottimi comprimari. Insomma, un'operazione riuscita su tutti i fronti. Si può vedere tranquillamente, ma siete avvisati: se avete segreti da nascondere, meglio evitare di vederlo con la dolce metà...
Parola chiave: Segreti.
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martedì 22 marzo 2016
Film 1105 - Single ma non troppo
Un po' di leggerezza!
Film 1105: "Single ma non troppo" (2016) di Christian Ditter
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Forse il trailer promette cose leggermente diverse, ma dai, tutto sommato questa pellicola non è male.
I momenti divertenti, neanche a dirlo, li regala tutti Rebel Wilson, vera forza della natura anche se ormai bloccata sempre sullo stesso identico ruolo (ma non credo a lei importi troppo). Senza di lei non so se il film sarebbe riuscito a portare a casa un risultato decente.
Insieme a lei le due sorelle sullo schermo Dakota Johnson, fresca di Razzie Award, e la sempre fantasticamente nevrotica Leslie Mann, qui futura madre single inseminata artificialmente che trova l'amore quando meno se lo aspetta. Diversa sorte capita alla sorella piccola, invece, single come ci annuncia il titolo e in giro per New York a cercare di capire che ne sarà della sua vita (sentimentale). La Johnson dimostra, glielo bisogna concedere, di essere in grado di reggere le fatiche di un intero film con sufficiente autonomia. Grazie a Dio qui non c'è il Sig. Grey a sculacciarla, per cui la ragazza può anche divertirsi un po' senza la preoccupazione di violare qualche clausola del contratto.
"How to Be Single", comunque, è un prodotto commerciale abbastanza riuscito, meno scontato di quanto non ci si aspetterebbe, simpatico e divertente, con un cast giovane e fresco. Un titolo che promette solo ciò che può mantenere e, in definitiva, riesce nel suo intento di intrattenere in maniera giocosa e un po' volgare. Onesto.
Cast: Dakota Johnson, Rebel Wilson, Alison Brie, Leslie Mann, Nicholas Braun, Jason Mantzoukas, Damon Wayans, Jr., Colin Jost, Jake Lacy.
Box Office: $95.1 milioni
Consigli: Perfetto per una serata senza pensieri e alla ricerca di divertimento. Il cast tutto al femminile è affiatato, la Wilson come sempre una pazza fantastica e il tutto funziona. Non so come sia il libro da cui è tratto (scritto da Liz Tuccillo), ma sicuramente il film è un buon esempio di cinema facile e simpatico.
Parola chiave: Alcol.
Trailer
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Bengi
Film 1105: "Single ma non troppo" (2016) di Christian Ditter
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Forse il trailer promette cose leggermente diverse, ma dai, tutto sommato questa pellicola non è male.
I momenti divertenti, neanche a dirlo, li regala tutti Rebel Wilson, vera forza della natura anche se ormai bloccata sempre sullo stesso identico ruolo (ma non credo a lei importi troppo). Senza di lei non so se il film sarebbe riuscito a portare a casa un risultato decente.
Insieme a lei le due sorelle sullo schermo Dakota Johnson, fresca di Razzie Award, e la sempre fantasticamente nevrotica Leslie Mann, qui futura madre single inseminata artificialmente che trova l'amore quando meno se lo aspetta. Diversa sorte capita alla sorella piccola, invece, single come ci annuncia il titolo e in giro per New York a cercare di capire che ne sarà della sua vita (sentimentale). La Johnson dimostra, glielo bisogna concedere, di essere in grado di reggere le fatiche di un intero film con sufficiente autonomia. Grazie a Dio qui non c'è il Sig. Grey a sculacciarla, per cui la ragazza può anche divertirsi un po' senza la preoccupazione di violare qualche clausola del contratto.
"How to Be Single", comunque, è un prodotto commerciale abbastanza riuscito, meno scontato di quanto non ci si aspetterebbe, simpatico e divertente, con un cast giovane e fresco. Un titolo che promette solo ciò che può mantenere e, in definitiva, riesce nel suo intento di intrattenere in maniera giocosa e un po' volgare. Onesto.
Cast: Dakota Johnson, Rebel Wilson, Alison Brie, Leslie Mann, Nicholas Braun, Jason Mantzoukas, Damon Wayans, Jr., Colin Jost, Jake Lacy.
Box Office: $95.1 milioni
Consigli: Perfetto per una serata senza pensieri e alla ricerca di divertimento. Il cast tutto al femminile è affiatato, la Wilson come sempre una pazza fantastica e il tutto funziona. Non so come sia il libro da cui è tratto (scritto da Liz Tuccillo), ma sicuramente il film è un buon esempio di cinema facile e simpatico.
Parola chiave: Alcol.
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venerdì 18 marzo 2016
Film 1104 - Everest
Perso al cinema, era da un po' che ci tenevo a vedere questo film. Anche senza l'esperienza in sala, rimaneva la possibilità che si trattasse di un buon disaster movie anche se fruito fra le mura domestiche.
Film 1104: "Everest" (2015) di Baltasar Kormákur
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Basato sulla storia vera delle due spedizioni guidate da Rob Hall (Jason Clarke) e Scott Fischer (Jake Gyllenhaal), questa pellicola parla, neanche a dirlo, del disastroso tentativo di scalata dell'Everest tragicamente conclusosi con la morte dei due scalatori (e non solo) l'11 maggio 1996.
La pellicola si propone, quindi, come disaster movie in piena regola, più lontano dalle ipotesi catastrofiche di Roland Emmerich, ma non per questo - sulla carta - meno emozionante. Dove, però, il regista tedesco riesce nel creare suspense, pathos e coinvolgimento, questo titolo fatica a ingranare, trovare uua dimensione. L'incertezza è tutta qui: pellicola catastrofica o sorta di biografia cinematografica?
Con questa doppia anima, il risultato finale finisce per essere sì, buono, ma non eccelso. Indeciso se puntare sullo spunto drammatico da connessione empatica o emozione per gli occhi da effetto speciale di qualità, "Everest" rimane bloccato in un limbo che non valorizza nessuno dei due approcci e finisce col lasciare un po' insoddisfatti. Anche perché, diciamolo pure, con la sovrabbondanza di personaggi che c'è, il rischio di lasciare spaesati gli spettatori non solo c'era, ma si è anche concretizzato. Sia perché, una volta sul monte, le tute coprenti rendono tutti somiglianti più o meno l'uno all'altro, sia perché metà dei personaggi presenti era di fatto marginale. Non dico sacrificabile, per carità, ma i grandi nomi scelti per svettare in locandina - mi riferisco a Keira Knightley e soprattutto a Robin Wright - fungono da specchietto per le allodole. Hanno parti talmente misere da essere a malapena riscontrabili in termini di minuti di presenza video.
Anche questo aspetto riflette bene il conflitto di tutta l'operazione: dramma o spettacolarizzazione? Ha senso dare così poco spazio al dolore delle mogli che perdono i mariti, pur dandoglielo, per poi concentrarsi così tanto sulla lezione mai imparata della natura selvaggia che non si piega al volere dell'uomo proponendo "Everest" come una delle esperienze cinematografiche del 2015? Secondo me no.
In definitiva, quindi, un'occasione un po' sprecata. Si poteva scegliere di bilanciare meglio gli equilibri della narrazione e, forse, tantare di sfoltire un minimo il risalto dato di fatto a tutti i personaggi. Il grande cast chiamato in massa ne esce un po' mortificato e anche se l'ottima qualità tecnica di tutta l'operazione porta a casa il risultato, non so quanto questo sposti l'ago della bilancia nell'economia del risultato finale. Che è ok, ma si poteva anche essere migliore.
Ps. Tratto dal saggio "Aria sottile" ("Into Thin Air") di Jon Krakauer, il film ha aperto fuori concorso il Festival del Cinema di Venezia 2015.
Cast: Jason Clarke, Josh Brolin, John Hawkes, Robin Wright, Emily Watson, Keira Knightley, Sam Worthington, Jake Gyllenhaal, Michael Kelly, Thomas Wright, Martin Henderson, Elizabeth Debicki, Naoko Mori.
Box Office: $203.4 milioni
Consigli: Certamente d'imbatto per la storia che racconta, eppure non così efficace come si sarebbe potuto pensare. I coprotagonisti sono tanti e praticamente tutti famosi, ma l'apporto di ognuno non sopperisce all'eccessivo numero di protagonisti presenti in scena. Visivamente potente e tecnicamente ineccepibile, "Everest" è un prodotto mosso dalle migliori intenzioni che, però, si perde un po' per strada. Sicuramente non un film per rilassarsi, meglio approcciarvisi essendo preparati al peggio. I titoli di coda, poi, sono un pugno nello stomaco.
Parola chiave: Ossigeno.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1104: "Everest" (2015) di Baltasar Kormákur
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Basato sulla storia vera delle due spedizioni guidate da Rob Hall (Jason Clarke) e Scott Fischer (Jake Gyllenhaal), questa pellicola parla, neanche a dirlo, del disastroso tentativo di scalata dell'Everest tragicamente conclusosi con la morte dei due scalatori (e non solo) l'11 maggio 1996.
La pellicola si propone, quindi, come disaster movie in piena regola, più lontano dalle ipotesi catastrofiche di Roland Emmerich, ma non per questo - sulla carta - meno emozionante. Dove, però, il regista tedesco riesce nel creare suspense, pathos e coinvolgimento, questo titolo fatica a ingranare, trovare uua dimensione. L'incertezza è tutta qui: pellicola catastrofica o sorta di biografia cinematografica?
Con questa doppia anima, il risultato finale finisce per essere sì, buono, ma non eccelso. Indeciso se puntare sullo spunto drammatico da connessione empatica o emozione per gli occhi da effetto speciale di qualità, "Everest" rimane bloccato in un limbo che non valorizza nessuno dei due approcci e finisce col lasciare un po' insoddisfatti. Anche perché, diciamolo pure, con la sovrabbondanza di personaggi che c'è, il rischio di lasciare spaesati gli spettatori non solo c'era, ma si è anche concretizzato. Sia perché, una volta sul monte, le tute coprenti rendono tutti somiglianti più o meno l'uno all'altro, sia perché metà dei personaggi presenti era di fatto marginale. Non dico sacrificabile, per carità, ma i grandi nomi scelti per svettare in locandina - mi riferisco a Keira Knightley e soprattutto a Robin Wright - fungono da specchietto per le allodole. Hanno parti talmente misere da essere a malapena riscontrabili in termini di minuti di presenza video.
Anche questo aspetto riflette bene il conflitto di tutta l'operazione: dramma o spettacolarizzazione? Ha senso dare così poco spazio al dolore delle mogli che perdono i mariti, pur dandoglielo, per poi concentrarsi così tanto sulla lezione mai imparata della natura selvaggia che non si piega al volere dell'uomo proponendo "Everest" come una delle esperienze cinematografiche del 2015? Secondo me no.
In definitiva, quindi, un'occasione un po' sprecata. Si poteva scegliere di bilanciare meglio gli equilibri della narrazione e, forse, tantare di sfoltire un minimo il risalto dato di fatto a tutti i personaggi. Il grande cast chiamato in massa ne esce un po' mortificato e anche se l'ottima qualità tecnica di tutta l'operazione porta a casa il risultato, non so quanto questo sposti l'ago della bilancia nell'economia del risultato finale. Che è ok, ma si poteva anche essere migliore.
Ps. Tratto dal saggio "Aria sottile" ("Into Thin Air") di Jon Krakauer, il film ha aperto fuori concorso il Festival del Cinema di Venezia 2015.
Cast: Jason Clarke, Josh Brolin, John Hawkes, Robin Wright, Emily Watson, Keira Knightley, Sam Worthington, Jake Gyllenhaal, Michael Kelly, Thomas Wright, Martin Henderson, Elizabeth Debicki, Naoko Mori.
Box Office: $203.4 milioni
Consigli: Certamente d'imbatto per la storia che racconta, eppure non così efficace come si sarebbe potuto pensare. I coprotagonisti sono tanti e praticamente tutti famosi, ma l'apporto di ognuno non sopperisce all'eccessivo numero di protagonisti presenti in scena. Visivamente potente e tecnicamente ineccepibile, "Everest" è un prodotto mosso dalle migliori intenzioni che, però, si perde un po' per strada. Sicuramente non un film per rilassarsi, meglio approcciarvisi essendo preparati al peggio. I titoli di coda, poi, sono un pugno nello stomaco.
Parola chiave: Ossigeno.
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giovedì 17 marzo 2016
Film 1103 - Marguerite
Poe voleva vederlo, abbiamo provveduto subito a recuperarlo.
Film 1103: "Marguerite" (2015) di Xavier Giannoli
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: In occasione del prossimo "Florence Foster Jenkins" con Meryl Streep (al cinema il 6 maggio in Gran Bretagna), abbiamo voluto recuperare il suo corrispettivo francese.
Ispirato alla vera storia della soprano statunitense, conosciuta per la sua totale mancanza di talento canoro, questa pellicola ricostruisce le plausibili tappe della vita della donna, in relazione al crescere della sua passione per il canto lirico, le conseguenze che questo avrà sul suo matrimonio e sulla sua vita sociale facoltosa.
Al di là di quanto sia sempre vero che la realtà a volte superi - e di molto - la fantasia, "Marguerite" è un ottimo esempio di cinema europeo contemporaneo, con un evidente slancio di budget che permette alla produzione di investire non poco delle sue energie su quegli aspetti tecnichi fondamentali per una ricostruzione in costume come questa (siamo nei primi anni del '900). E' quasi superfluo, quindi, sottolineare quanto costumi e scenografie siano ben fatte. In aggiunta, gran parte del merito va alla grandissima performance di Catherine Frot che interpreta un ruolo solo apparentemente facile. Risultare bonariamente ridicoli e conquistarsi, per giunta, il favore incondizionato del pubblico, è qualcosa non per tutti. La Frot ci riesce con classe e metodo, regalando a se stessa e al personaggio una performance perfetta (Meryl ora ti attendo al varco).
Insomma, un piccolo gioiellino, vera sorpresina francese che, ad essere onesti, mi sarei perso non fosse stato per il gemello inglese a breve nelle sale. Ad essere ancora di più onesti(ssimi), mi viene da pensare che questo "Marguerite" sarà pure meglio di "Florence Foster Jenkins" per tematiche e toni, ma rimango più che aperto alla possibilità di essere smentito.
In ogni caso, Xavier Giannoli ha realizzato davvero un ottimo film.
Ps. Presentato in concorso a Venezia 2015, il film ha ottenuto 11 candidature ai César 2016 e 4 premi portati a casa: Miglior attrice protagonista, sonoro, costumi e scenografie.
Film 1244 - Florence Foster Jenkins
Cast: Catherine Frot, André Marcon, Denis Mpunga, Michel Fau, Christa Theret, Sylvain Dieuaide, Aubert Fenoy, Sophia Leboutte, Théo Cholbi.
Box Office: $7.4 milioni
Consigli: Da vedere sia per la delicatezza e piacevolezza dei toni, sia in previsione del gemello inglese presto in uscita. Tutti siamo abituati a performance da Oscar della Streep, sarà così anche questa volta?
In questo caso la bravura di Catherine Frot è evidente e il film ne giova, pur rappresentato nell'insieme un ottimo esempio di cinema di per sé.
Parola chiave: Corde vocali.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1103: "Marguerite" (2015) di Xavier Giannoli
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: In occasione del prossimo "Florence Foster Jenkins" con Meryl Streep (al cinema il 6 maggio in Gran Bretagna), abbiamo voluto recuperare il suo corrispettivo francese.
Ispirato alla vera storia della soprano statunitense, conosciuta per la sua totale mancanza di talento canoro, questa pellicola ricostruisce le plausibili tappe della vita della donna, in relazione al crescere della sua passione per il canto lirico, le conseguenze che questo avrà sul suo matrimonio e sulla sua vita sociale facoltosa.
Al di là di quanto sia sempre vero che la realtà a volte superi - e di molto - la fantasia, "Marguerite" è un ottimo esempio di cinema europeo contemporaneo, con un evidente slancio di budget che permette alla produzione di investire non poco delle sue energie su quegli aspetti tecnichi fondamentali per una ricostruzione in costume come questa (siamo nei primi anni del '900). E' quasi superfluo, quindi, sottolineare quanto costumi e scenografie siano ben fatte. In aggiunta, gran parte del merito va alla grandissima performance di Catherine Frot che interpreta un ruolo solo apparentemente facile. Risultare bonariamente ridicoli e conquistarsi, per giunta, il favore incondizionato del pubblico, è qualcosa non per tutti. La Frot ci riesce con classe e metodo, regalando a se stessa e al personaggio una performance perfetta (Meryl ora ti attendo al varco).
Insomma, un piccolo gioiellino, vera sorpresina francese che, ad essere onesti, mi sarei perso non fosse stato per il gemello inglese a breve nelle sale. Ad essere ancora di più onesti(ssimi), mi viene da pensare che questo "Marguerite" sarà pure meglio di "Florence Foster Jenkins" per tematiche e toni, ma rimango più che aperto alla possibilità di essere smentito.
In ogni caso, Xavier Giannoli ha realizzato davvero un ottimo film.
Ps. Presentato in concorso a Venezia 2015, il film ha ottenuto 11 candidature ai César 2016 e 4 premi portati a casa: Miglior attrice protagonista, sonoro, costumi e scenografie.
Film 1244 - Florence Foster Jenkins
Cast: Catherine Frot, André Marcon, Denis Mpunga, Michel Fau, Christa Theret, Sylvain Dieuaide, Aubert Fenoy, Sophia Leboutte, Théo Cholbi.
Box Office: $7.4 milioni
Consigli: Da vedere sia per la delicatezza e piacevolezza dei toni, sia in previsione del gemello inglese presto in uscita. Tutti siamo abituati a performance da Oscar della Streep, sarà così anche questa volta?
In questo caso la bravura di Catherine Frot è evidente e il film ne giova, pur rappresentato nell'insieme un ottimo esempio di cinema di per sé.
Parola chiave: Corde vocali.
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Venezia 72
martedì 15 marzo 2016
Film 1102 - Assassinio sul Nilo
Tornato Marco dal Giappone per qualche settimana, ci siamo recati all'ormai consueto appuntamento a casa di Andrea per le chiacchiere di rito del trio, un film e una pizza. La scelta cinematografica è caduta su questo magnifico classico, ennesimo titolo derivato dal mio acquisto di massa in rete.
Film 1102: "Assassinio sul Nilo" (1978) di John Guillermin
Visto: dalla tv di Andrea
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea, Marco
Pensieri: Non tutti apprezzerebbero questo tipo di cinema, ormai datato sia per gli anni in cui è stato prodotto, sia per i toni e i temi. Noi, di certo, non facciamo parte del gruppo.
Devoti come siamo alla carriera della Sig.ra Lansbury, appassionati di un certo tipo di cinema classico e attirati dai grandi nomi del cast, il nostro approccio è stato ben più che positivo nei confronti di quello che potremmo ormai definire un cult personale. Tra l'altro visto per la prima volta insieme ormai 6 anni fa.
Il giudizio è rinnovatamente positivo e anche se certe caricature nella recitazione oggi risultano inefficaci ed eccessive, il risultato finale è buono e maledettamente affascinante. E certamente gli attori fanno metà del lavoro - ah, Sig.ra Lansbury, quanto sei brava! - a rendere indimenticabile la trasposizione cinematografica dell'intrigante mistero scritto da Agatha Christie nel romanzo omonimo.
Insomma, "Death on the Nile" è un intramontabile classico di classe e stile, da vedere e rivedere.
Ps. Vincitore dell'Oscar per i Migliori costumi.
Film 192 - Assassinio sul Nilo
Cast: Peter Ustinov, Simon MacCorkindale, Lois Chiles, Mia Farrow, Bette Davis, George Kennedy, Maggie Smith, Angela Lansbury, Olivia Hussey, David Niven, Jon Finch, Jack Warden, Jane Birkin, I. S. Johar.
Box Office: $14,560,084 milioni (solo USA)
Consigli: Gli amanti degli intrighi e dei misteri, delle cornici esotiche e dei film corali o ancora delle pellicole tratte da romanzi saranno più che soddisfatti di questo titolo, bello da seguire e da vedere.
Parola chiave: Amore.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1102: "Assassinio sul Nilo" (1978) di John Guillermin
Visto: dalla tv di Andrea
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea, Marco
Pensieri: Non tutti apprezzerebbero questo tipo di cinema, ormai datato sia per gli anni in cui è stato prodotto, sia per i toni e i temi. Noi, di certo, non facciamo parte del gruppo.
Devoti come siamo alla carriera della Sig.ra Lansbury, appassionati di un certo tipo di cinema classico e attirati dai grandi nomi del cast, il nostro approccio è stato ben più che positivo nei confronti di quello che potremmo ormai definire un cult personale. Tra l'altro visto per la prima volta insieme ormai 6 anni fa.
Il giudizio è rinnovatamente positivo e anche se certe caricature nella recitazione oggi risultano inefficaci ed eccessive, il risultato finale è buono e maledettamente affascinante. E certamente gli attori fanno metà del lavoro - ah, Sig.ra Lansbury, quanto sei brava! - a rendere indimenticabile la trasposizione cinematografica dell'intrigante mistero scritto da Agatha Christie nel romanzo omonimo.
Insomma, "Death on the Nile" è un intramontabile classico di classe e stile, da vedere e rivedere.
Ps. Vincitore dell'Oscar per i Migliori costumi.
Film 192 - Assassinio sul Nilo
Cast: Peter Ustinov, Simon MacCorkindale, Lois Chiles, Mia Farrow, Bette Davis, George Kennedy, Maggie Smith, Angela Lansbury, Olivia Hussey, David Niven, Jon Finch, Jack Warden, Jane Birkin, I. S. Johar.
Box Office: $14,560,084 milioni (solo USA)
Consigli: Gli amanti degli intrighi e dei misteri, delle cornici esotiche e dei film corali o ancora delle pellicole tratte da romanzi saranno più che soddisfatti di questo titolo, bello da seguire e da vedere.
Parola chiave: Amore.
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lunedì 14 marzo 2016
Film 1101 - Spy
Era da un po' che mi andava di rivedere questo film e, alla prima occasione, ho recuperato!
Film 1101: "Spy" (2015) di Paul Feig
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Ho capito solo ora che Melissa McCarthy in scivolata nella locandina del film rimanda direttamente a quella del penultimo 007, con Daniel Craig colto nella stessa posizione per "Skyfall"! Meglio tardi che mai.
Del resto questa pellicola prende di mira i classici film di spionaggio e controspionaggio, di cui Bond, James Bond è praticamente capostipite. Dopo che tutte le coperture degli agenti della CIA saltano, infatti, sarà la non operativa Susan (McCarthy) ad offrirsi volontaria per andare in missione e, natualmente, salvare il destino del mondo dalla solita catastrofe annunciata.
Maledettamente divertemte, questo "Spy" fa davvero centro e regala al pubblico non solo un mare di risate, ma anche un'ottima performance da parte della protagonista, inaspettatamente lanciatissima in questo ruolo dinamico, violento e sboccato. Non fa rimpiangere, insomma, nessun agente segreto di professione!
In definitiva, dunque, la pellicola di Feig riesce a risultare spassosissima (anche in italiano) e tremendamente piacevole da seguire. Anche alla seconda visione.
Ps. Candidato a 2 Golden Globe nella categoria Musical or Comedy: Miglior film e Miglior attrice protagonista (e in entrambi i casi credo che il film si sarebbe dovuto aggiudicare il premio).
Film 978 - Spy
Film 1101 - Spy
Film 1492 - Spy
Film 1810 - Spy
Cast: Melissa McCarthy, Jason Statham, Rose Byrne, Miranda Hart, Bobby Cannavale, Allison Janney, Jude Law, Peter Serafinowicz, Morena Baccarin, Richard Brake, Nargis Fakhri, Björn Gustafsson, 50 Cent, Ben Falcone.
Box Office: $235.7 milioni
Consigli: Divertente, spassoso, pieno d'azione e battute efficacissime, "Spy" è una commedia dinamica e dissacrante con un ottimo cast e una McCarthy in formissima. Sempre bello da vedere e rivedere, un'ottima scelta per farsi serene e sincere risate. Che ogni tanto fanno bene per davvero.
Parola chiave: Gattara.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1101: "Spy" (2015) di Paul Feig
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Ho capito solo ora che Melissa McCarthy in scivolata nella locandina del film rimanda direttamente a quella del penultimo 007, con Daniel Craig colto nella stessa posizione per "Skyfall"! Meglio tardi che mai.
Del resto questa pellicola prende di mira i classici film di spionaggio e controspionaggio, di cui Bond, James Bond è praticamente capostipite. Dopo che tutte le coperture degli agenti della CIA saltano, infatti, sarà la non operativa Susan (McCarthy) ad offrirsi volontaria per andare in missione e, natualmente, salvare il destino del mondo dalla solita catastrofe annunciata.
Maledettamente divertemte, questo "Spy" fa davvero centro e regala al pubblico non solo un mare di risate, ma anche un'ottima performance da parte della protagonista, inaspettatamente lanciatissima in questo ruolo dinamico, violento e sboccato. Non fa rimpiangere, insomma, nessun agente segreto di professione!
In definitiva, dunque, la pellicola di Feig riesce a risultare spassosissima (anche in italiano) e tremendamente piacevole da seguire. Anche alla seconda visione.
Ps. Candidato a 2 Golden Globe nella categoria Musical or Comedy: Miglior film e Miglior attrice protagonista (e in entrambi i casi credo che il film si sarebbe dovuto aggiudicare il premio).
Film 978 - Spy
Film 1101 - Spy
Film 1492 - Spy
Film 1810 - Spy
Cast: Melissa McCarthy, Jason Statham, Rose Byrne, Miranda Hart, Bobby Cannavale, Allison Janney, Jude Law, Peter Serafinowicz, Morena Baccarin, Richard Brake, Nargis Fakhri, Björn Gustafsson, 50 Cent, Ben Falcone.
Box Office: $235.7 milioni
Consigli: Divertente, spassoso, pieno d'azione e battute efficacissime, "Spy" è una commedia dinamica e dissacrante con un ottimo cast e una McCarthy in formissima. Sempre bello da vedere e rivedere, un'ottima scelta per farsi serene e sincere risate. Che ogni tanto fanno bene per davvero.
Parola chiave: Gattara.
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venerdì 11 marzo 2016
Film 1100 - Deadpool
E così, dopo mesi di confusione, ci siamo: sono tornato in pari con la numerazione! Non ci saranno più salti in avanti e indietro per anticipare le recensioni di film che ho appena visto per - spero - almeno un bel po'. Caso vuole che, tra l'altro, questa sia anche la 1100esima recensione (e io oggi parta per Parigi). A bientôt.
Film 1100: "Deadpool" (2016) di Tim Miller
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe, Marco
Pensieri: E' uno strano esperimento. A conti fatti è evidente che si tratti di un'operazione vincente, anche se non posso dire che mi abbia convinto al 100%.
La campagna pubblicitaria punta tutto sull'irriverenza, i doppi sensi, la maleducazione e l'emulazione che rimanda ad altre saghe, altri film. Benissimo, mi pare che si sia arrivati a un punto in cui gli americani sono capaci di pubblicizzare talmente bene qualsiasi cosa che bisogna solamente inchinarsi e congratularsi.
Dal canto suo, la pellicola in sé punta altrettanto sull'irriverenza e il volgare, incastrandoci azione, violenza ed effetti speciali a manetta, il tutto per un risultato finale che funziona, ma stordisce. E' tutto caricato all'ennesima potenza e, se all'inizio il giro in giostra piace, alla fine quello che si percepisce è un leggero senso di nausea. Sì perché all'ennesima parolaccia, all'insulto numero 12458, all'insistenza sulle botte da orbi a tutti i costi, ci si chiede se non si possano smorzare un po' i toni e far riprendere fiato. Giusto un secondo, per calmare l'ansia da prestazione.
Tra l'altro questa partenza in quarta del primo film in solitaria su "Deadpool" si distingue totalmente da ciò che non solo è stato prodotto finora sul personaggio, ma anche rispetto a ciò che la Marvel ha portato al cinema, che è legittimo pensare che in molti non si aspettassero una virata così decisa verso il politicamente scorretto. Apprezzabile la scelta, ho gradito, ma avrei preferito qualche momento di tregua.
In ogni caso il risultato finale è un bombardamento di avventura e spaccatutto che funziona, anche e soprattutto alla magnifica presenza di Ryan Reynolds che non solo ritrova il ruolo già interpretato anni fa ("X-Men: le origini - Wolverine"), ma si scrolla di dosso lo sfortunato ricordo di quel "Lanterna Verde" che lo aveva affossato sul piano dei supereroi. Non a casa c'è pure una battuta su un costume verde all'interno del film...
In suo aiuto un paio di X-Men pressocché inutili, un barista strambo (T.J. Miller) e una fidanzata che nella vita fa la prostituta (Morena Baccarin) che è davvero una bomba: i due in coppia sono non solo esplosivi, assurdi e simpatici, ma anche stranamente estremamente dolci. Dalla parte dei cattivi, invece, un dottore senza scrupoli che trasformerà a suon di torture il povero Wade in Deadpool - nella versone italiana Ajax (Ed Skrein) è costretto ad esibire un accetto forzatamente inglese che è un schifo, ma ce lo becchiamo per colpa di una serie di battutte all'interno della trama - e una donna forzuta, Angel Dust (Gina Carano), che è più che altro una versione contemporanea di Xena Principessa guerriera.
In definitiva un titolo piacevole, decisamente non per tutti (e sicuramente non per bambini), anche se a mio avviso bisognerebbe un minimo aggiustare il tiro valorizzando di più l'aspetto strambo del protagonista pur calcando meno sulle volgarità a tutti i costi. Sono divertenti all'inizio, ma dopo un po' sembra che il film viva solo di quelle. E non ha senso.
Ps. Ovviamente non uscite appena cominciano i titoli di coda! Come al solito, una volta finiti, ci sarà la scena a sorpresa...
Film 622 - X-Men - Conflitto finale
Film 276 - X-Men: L' inizio
Film 582 - X-Men - L'inizio
Film 728 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1092 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1166 - X-Men: Apocalisse
Film 1778 - Dark Phoenix
Film 275 - X-Men le origini - Wolverine
Film 583 - Wolverine - L'immortale
Film 1489 - Logan
Film 1100 - Deadpool
Film 1535 - Deadpool
Film 1644 - Deadpool 2
Film 2303 - Deadpool & Wolverine
Film 1925 - The New Mutants
Cast: Ryan Reynolds, Morena Baccarin, Ed Skrein, T. J. Miller, Gina Carano, Brianna Hildebrand, Stefan Kapičić, Leslie Uggams.
Box Office: $677.8 milioni
Consigli: Reynolds ci mette anima e corpo (c'è pure una scena di nudo), la Marvel ci mette la faccia (dopo il fallimento dei 4 non troppo fantastici) e il pubblico corre in massa. E' vero, "Deadpool" è assolutamente fuori dai canoni dei film sui supereroi contemporanei, il che lo ha assolutamente aiutato a livello di pubblicità e passaparola. Va detto che questa nuova virata eccessiva e volgare non piacerà a tutti e, a mio avviso, non si addice ai più giovani. Per il resto, se siete fan di X-Men, supereroi (poco eroici), effetti speciali a gogo, testosterone a pioggia, ecc ecc questo è assolutamente un titolo imperdibile.
Parola chiave: Cancro.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1100: "Deadpool" (2016) di Tim Miller
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe, Marco
Pensieri: E' uno strano esperimento. A conti fatti è evidente che si tratti di un'operazione vincente, anche se non posso dire che mi abbia convinto al 100%.
La campagna pubblicitaria punta tutto sull'irriverenza, i doppi sensi, la maleducazione e l'emulazione che rimanda ad altre saghe, altri film. Benissimo, mi pare che si sia arrivati a un punto in cui gli americani sono capaci di pubblicizzare talmente bene qualsiasi cosa che bisogna solamente inchinarsi e congratularsi.
Dal canto suo, la pellicola in sé punta altrettanto sull'irriverenza e il volgare, incastrandoci azione, violenza ed effetti speciali a manetta, il tutto per un risultato finale che funziona, ma stordisce. E' tutto caricato all'ennesima potenza e, se all'inizio il giro in giostra piace, alla fine quello che si percepisce è un leggero senso di nausea. Sì perché all'ennesima parolaccia, all'insulto numero 12458, all'insistenza sulle botte da orbi a tutti i costi, ci si chiede se non si possano smorzare un po' i toni e far riprendere fiato. Giusto un secondo, per calmare l'ansia da prestazione.
Tra l'altro questa partenza in quarta del primo film in solitaria su "Deadpool" si distingue totalmente da ciò che non solo è stato prodotto finora sul personaggio, ma anche rispetto a ciò che la Marvel ha portato al cinema, che è legittimo pensare che in molti non si aspettassero una virata così decisa verso il politicamente scorretto. Apprezzabile la scelta, ho gradito, ma avrei preferito qualche momento di tregua.
In ogni caso il risultato finale è un bombardamento di avventura e spaccatutto che funziona, anche e soprattutto alla magnifica presenza di Ryan Reynolds che non solo ritrova il ruolo già interpretato anni fa ("X-Men: le origini - Wolverine"), ma si scrolla di dosso lo sfortunato ricordo di quel "Lanterna Verde" che lo aveva affossato sul piano dei supereroi. Non a casa c'è pure una battuta su un costume verde all'interno del film...
In suo aiuto un paio di X-Men pressocché inutili, un barista strambo (T.J. Miller) e una fidanzata che nella vita fa la prostituta (Morena Baccarin) che è davvero una bomba: i due in coppia sono non solo esplosivi, assurdi e simpatici, ma anche stranamente estremamente dolci. Dalla parte dei cattivi, invece, un dottore senza scrupoli che trasformerà a suon di torture il povero Wade in Deadpool - nella versone italiana Ajax (Ed Skrein) è costretto ad esibire un accetto forzatamente inglese che è un schifo, ma ce lo becchiamo per colpa di una serie di battutte all'interno della trama - e una donna forzuta, Angel Dust (Gina Carano), che è più che altro una versione contemporanea di Xena Principessa guerriera.
In definitiva un titolo piacevole, decisamente non per tutti (e sicuramente non per bambini), anche se a mio avviso bisognerebbe un minimo aggiustare il tiro valorizzando di più l'aspetto strambo del protagonista pur calcando meno sulle volgarità a tutti i costi. Sono divertenti all'inizio, ma dopo un po' sembra che il film viva solo di quelle. E non ha senso.
Ps. Ovviamente non uscite appena cominciano i titoli di coda! Come al solito, una volta finiti, ci sarà la scena a sorpresa...
Film 622 - X-Men - Conflitto finale
Film 276 - X-Men: L' inizio
Film 582 - X-Men - L'inizio
Film 728 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1092 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1166 - X-Men: Apocalisse
Film 1778 - Dark Phoenix
Film 275 - X-Men le origini - Wolverine
Film 583 - Wolverine - L'immortale
Film 1489 - Logan
Film 1100 - Deadpool
Film 1535 - Deadpool
Film 1644 - Deadpool 2
Film 2303 - Deadpool & Wolverine
Film 1925 - The New Mutants
Cast: Ryan Reynolds, Morena Baccarin, Ed Skrein, T. J. Miller, Gina Carano, Brianna Hildebrand, Stefan Kapičić, Leslie Uggams.
Box Office: $677.8 milioni
Consigli: Reynolds ci mette anima e corpo (c'è pure una scena di nudo), la Marvel ci mette la faccia (dopo il fallimento dei 4 non troppo fantastici) e il pubblico corre in massa. E' vero, "Deadpool" è assolutamente fuori dai canoni dei film sui supereroi contemporanei, il che lo ha assolutamente aiutato a livello di pubblicità e passaparola. Va detto che questa nuova virata eccessiva e volgare non piacerà a tutti e, a mio avviso, non si addice ai più giovani. Per il resto, se siete fan di X-Men, supereroi (poco eroici), effetti speciali a gogo, testosterone a pioggia, ecc ecc questo è assolutamente un titolo imperdibile.
Parola chiave: Cancro.
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Film 1098 - L'era glaciale
Ancora in trasferta, un altro film per accompagnare la serata (e la mattina successiva).
Film 1098: "L'era glaciale" (2002) di Chris Wedge, Carlos Saldanha
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: E' da un po' che volevo rinfrescarmi la memoria su questa saga, in particolare ripercorrendo le prime avventure dei 3 nemici e poi amici Manfred, Sid e Diego. Anche perché il 25 agosto arriva in Italia (con ampio ritardo rispetto all'America) il quinto episodio del franchise dal titolo "L'era glaciale - In rotta di collisione".
Ricordavo che il trio fosse piuttosto spassoso, anche aiutato dal non protagonista Scrat, in realtà qui già in grado di rubare la scena a tutti. Il risultato finale è piacevolissimo e il doppiaggio finale italiano è reso particolarmente riuscito da un Claudio Bisio in grado di caratterizzare il suo Sid alla perfezione. Completano il quadro nostrano Leo Gullotta e Pino Insegno (nella versione originale i doppiatori sono Denis Leary, John Leguizamo, Ray Romano).
Insomma, è inutile girarci intorno: "L'era glaciale" è un film simpatico e divertente, spassosissimo e - da premiare - fuori dai consueti canoni estetici delle pellicole d'animazione (è prodotto dalla Blue Sky Studios e si vede). Se è arrivato a contare 5 titoli diversi, un incasso mondiale che ad oggi si aggira intorno ai 2 miliardi e 800 milioni di dollari e un vastissimo gruppo di fan sfegatati... un motivo ci sarà! Ottimo lavoro.
Ps. Candidato all'Oscar come Miglior film d'animazione.
Film 1140 - L'era glaciale 2 - Il disgelo
Film 1141 - L'era glaciale 3 - L'alba dei dinosauri
Film 462 - L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva
Film 1155 - L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva
Cast: Denis Leary, John Leguizamo, Ray Romano, Goran Visnjic, Jack Black, Alan Tudyk, Cedric the Entertainer, Stephen Root, Jane Krakowski, Chris Wedge; (voci italiane) Claudio Bisio, Leo Gullotta, Pino Insegno.
Box Office: $383.3 milioni
Consigli: Sempre carino da vedere e rivedere perché ben fatto, simpatico e divertente, davvero per tutta la famiglia. Un ottimo primo episodio che, non a caso, ha condotto a un numero altissimo di sequel. In occasione dell'uscita del prossimo, può essere carino recuperare i 4 precedenti, a partire da questo.
Parola chiave: Bambino.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1098: "L'era glaciale" (2002) di Chris Wedge, Carlos Saldanha
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: E' da un po' che volevo rinfrescarmi la memoria su questa saga, in particolare ripercorrendo le prime avventure dei 3 nemici e poi amici Manfred, Sid e Diego. Anche perché il 25 agosto arriva in Italia (con ampio ritardo rispetto all'America) il quinto episodio del franchise dal titolo "L'era glaciale - In rotta di collisione".
Ricordavo che il trio fosse piuttosto spassoso, anche aiutato dal non protagonista Scrat, in realtà qui già in grado di rubare la scena a tutti. Il risultato finale è piacevolissimo e il doppiaggio finale italiano è reso particolarmente riuscito da un Claudio Bisio in grado di caratterizzare il suo Sid alla perfezione. Completano il quadro nostrano Leo Gullotta e Pino Insegno (nella versione originale i doppiatori sono Denis Leary, John Leguizamo, Ray Romano).
Insomma, è inutile girarci intorno: "L'era glaciale" è un film simpatico e divertente, spassosissimo e - da premiare - fuori dai consueti canoni estetici delle pellicole d'animazione (è prodotto dalla Blue Sky Studios e si vede). Se è arrivato a contare 5 titoli diversi, un incasso mondiale che ad oggi si aggira intorno ai 2 miliardi e 800 milioni di dollari e un vastissimo gruppo di fan sfegatati... un motivo ci sarà! Ottimo lavoro.
Ps. Candidato all'Oscar come Miglior film d'animazione.
Film 1140 - L'era glaciale 2 - Il disgelo
Film 1141 - L'era glaciale 3 - L'alba dei dinosauri
Film 462 - L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva
Film 1155 - L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva
Cast: Denis Leary, John Leguizamo, Ray Romano, Goran Visnjic, Jack Black, Alan Tudyk, Cedric the Entertainer, Stephen Root, Jane Krakowski, Chris Wedge; (voci italiane) Claudio Bisio, Leo Gullotta, Pino Insegno.
Box Office: $383.3 milioni
Consigli: Sempre carino da vedere e rivedere perché ben fatto, simpatico e divertente, davvero per tutta la famiglia. Un ottimo primo episodio che, non a caso, ha condotto a un numero altissimo di sequel. In occasione dell'uscita del prossimo, può essere carino recuperare i 4 precedenti, a partire da questo.
Parola chiave: Bambino.
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Leo Gullotta,
mammut,
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Pino Insegno,
Ray Romano,
Uomo di Neanderthal
martedì 8 marzo 2016
MTV Movie Awards 2016: nomination e vincitori
Appena annunciate le candidature degli MTV Movie Awards 2016 che, in un gigantesco pigliatutto di star e pellicole, sono arrivati alla loro 25esima edizione.
Non so se sia per via dell'anniversario che le categorie di quest'anno sembrano tutto, tranne che le solite di Mtv (perfino una nomination per i documentari?!), in ogni caso lo show parrebbe essersi dato un tono, quasi a volersi autolegittimare più serio del solito. Solo l'anno scorso, per esempio, avevamo Best Shirtless Performance tra le categorie in gara, oppure quella per il #WTF Moment dell'anno. Per il 2016, invece, una rivisitazione in chiave sobria che, rispetto ai fasti burloni dei precedenti anni, pare stridere leggermente rispetto a ciò che questa manifestazione i aveva abituato.
In ogni caso i premi saranno consegnati domenica 10 aprile; a presentare lo show Kevin Hart e Dwayne Johnson (che non a caso hanno un film insieme in uscita a giugno, "Central Intelligence").
Avengers: Age of Ultron (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Creed (Warner Bros.)
Deadpool (20th Century Fox)
Jurassic World (Universal Pictures)
Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Straight Outta Compton (Universal Pictures)
True Story
Concussion (Columbia Pictures)
Joy (20th Century Fox)
Steve Jobs (Universal Pictures)
Straight Outta Compton (Universal Pictures)
The Big Short (Paramount Pictures)
The Revenant (20th Century Fox)
Documentary
Amy (A24)
Cartel Land (The Orchard)
He Named Me Malala (Fox Searchlight Pictures)
The Hunting Ground (RADiUS-TWC)
The Wolfpack (Magnolia Pictures)
What Happened, Miss Simone? (Netflix)
Best Female Performance
Alicia Vikander – Ex Machina (A24)
Anna Kendrick – Pitch Perfect 2 (Universal Pictures)
Charlize Theron – Mad Max: Fury Road (Warner Bros.)
Daisy Ridley – Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Jennifer Lawrence – Joy (20th Century Fox)
Morena Baccarin – Deadpool (20th Century Fox)
Best Male Performance
Chris Pratt – Jurassic World (Universal Pictures)
Leonardo DiCaprio – The Revenant (20th Century Fox)
Matt Damon – The Martian (20th Century Fox)
Michael B. Jordan – Creed (Warner Bros.)
Ryan Reynolds – Deadpool (20th Century Fox)
Will Smith – Concussion (Columbia Pictures)
Breakthrough Performance
Amy Schumer – Trainwreck (Universal Pictures)
Brie Larson – Room (A24)
Daisy Ridley – Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Dakota Johnson – Fifty Shades of Grey (Universal Pictures)
John Boyega – Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
O’Shea Jackson Jr. – Straight Outta Compton (Universal Pictures)
Best Comedic Performance
Amy Schumer – Trainwreck (Universal Pictures)
Kevin Hart – Ride Along 2 (Universal Pictures)
Melissa McCarthy – Spy (20th Century Fox)
Rebel Wilson – Pitch Perfect 2 (Universal Pictures)
Ryan Reynolds – Deadpool (20th Century Fox)
Will Ferrell – Get Hard (Warner Bros.)
Best Action Performance
Chris Pratt – Jurassic World (Universal Pictures)
Dwayne Johnson – San Andreas (Warner Bros.)
Jennifer Lawrence – The Hunger Games: Mockingjay – Part 2 (Lionsgate)
John Boyega – Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Ryan Reynolds – Deadpool (20th Century Fox)
Vin Diesel – Furious 7 (Universal Pictures)
Best Hero
Charlize Theron – Mad Max: Fury Road (Warner Bros.)
Chris Evans – Avengers: Age of Ultron (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Daisy Ridley – Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Dwayne Johnson – San Andreas (Warner Bros.)
Jennifer Lawrence – The Hunger Games: Mockingjay - Part 2 (Lionsgate)
Paul Rudd – Ant-Man (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Best Villain
Adam Driver – Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Ed Skrein – Deadpool (20th Century Fox)
Hugh Keays-Byrne – Mad Max: Fury Road (Warner Bros.)
James Spader – Avengers: Age of Ultron (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Samuel L. Jackson – Kingsman: The Secret Service (20th Century Fox)
Tom Hardy – The Revenant (20th Century Fox)
Best Virtual Performance
Amy Poehler – Inside Out (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Andy Serkis – Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Jack Black – Kung Fu Panda 3 (20th Century Fox)
James Spader – Avengers: Age of Ultron (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Lupita Nyong'o – Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Seth MacFarlane – Ted 2 (Universal Pictures)
Ensemble Cast
Avengers: Age of Ultron (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Furious 7 (Universal Pictures)
Pitch Perfect 2 (Universal Pictures)
Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
The Hunger Games: Mockingjay - Part 2 (Lionsgate)
Trainwreck (Universal Pictures)
Best Kiss
Amy Schumer & Bill Hader – Trainwreck (Universal Pictures)
Dakota Johnson & Jamie Dornan – Fifty Shades of Grey (Universal Pictures)
Leslie Mann & Chris Hemsworth – Vacation (Warner Bros.)
Margot Robbie & Will Smith – Focus (Warner Bros.)
Morena Baccarin & Ryan Reynolds – Deadpool (20th Century Fox)
Rebel Wilson & Adam DeVine – Pitch Perfect 2 (Universal Pictures)
Best Fight
Deadpool (Ryan Reynolds) vs. Ajax (Ed Skrein) – Deadpool (20th Century Fox)
Hugh Glass (Leonardo DiCaprio) vs. The Bear – The Revenant (20th Century Fox)
Imperator Furiosa (Charlize Theron) vs. Max Rockatansky (Tom Hardy) – Mad Max: Fury Road (Warner Bros.)
Iron Man (Robert Downey Jr.) vs. Hulk (Mark Ruffalo) – Avengers: Age of Ultron (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Rey (Daisy Ridley) vs. Kylo Ren (Adam Driver) – Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Susan Cooper (Melissa McCarthy) vs. Lia (Nargis Fakhri) – Spy (20th Century Fox)
#HollywoodCiak
Bengi
Non so se sia per via dell'anniversario che le categorie di quest'anno sembrano tutto, tranne che le solite di Mtv (perfino una nomination per i documentari?!), in ogni caso lo show parrebbe essersi dato un tono, quasi a volersi autolegittimare più serio del solito. Solo l'anno scorso, per esempio, avevamo Best Shirtless Performance tra le categorie in gara, oppure quella per il #WTF Moment dell'anno. Per il 2016, invece, una rivisitazione in chiave sobria che, rispetto ai fasti burloni dei precedenti anni, pare stridere leggermente rispetto a ciò che questa manifestazione i aveva abituato.
In ogni caso i premi saranno consegnati domenica 10 aprile; a presentare lo show Kevin Hart e Dwayne Johnson (che non a caso hanno un film insieme in uscita a giugno, "Central Intelligence").
2016 MTV Movie Awards
Movie of the YearAvengers: Age of Ultron (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Creed (Warner Bros.)
Deadpool (20th Century Fox)
Jurassic World (Universal Pictures)
Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Straight Outta Compton (Universal Pictures)
True Story
Concussion (Columbia Pictures)
Joy (20th Century Fox)
Steve Jobs (Universal Pictures)
Straight Outta Compton (Universal Pictures)
The Big Short (Paramount Pictures)
The Revenant (20th Century Fox)
Documentary
Amy (A24)
Cartel Land (The Orchard)
He Named Me Malala (Fox Searchlight Pictures)
The Hunting Ground (RADiUS-TWC)
The Wolfpack (Magnolia Pictures)
What Happened, Miss Simone? (Netflix)
Best Female Performance
Alicia Vikander – Ex Machina (A24)
Anna Kendrick – Pitch Perfect 2 (Universal Pictures)
Charlize Theron – Mad Max: Fury Road (Warner Bros.)
Daisy Ridley – Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Jennifer Lawrence – Joy (20th Century Fox)
Morena Baccarin – Deadpool (20th Century Fox)
Best Male Performance
Chris Pratt – Jurassic World (Universal Pictures)
Leonardo DiCaprio – The Revenant (20th Century Fox)
Matt Damon – The Martian (20th Century Fox)
Michael B. Jordan – Creed (Warner Bros.)
Ryan Reynolds – Deadpool (20th Century Fox)
Will Smith – Concussion (Columbia Pictures)
Breakthrough Performance
Amy Schumer – Trainwreck (Universal Pictures)
Brie Larson – Room (A24)
Daisy Ridley – Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Dakota Johnson – Fifty Shades of Grey (Universal Pictures)
John Boyega – Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
O’Shea Jackson Jr. – Straight Outta Compton (Universal Pictures)
Best Comedic Performance
Amy Schumer – Trainwreck (Universal Pictures)
Kevin Hart – Ride Along 2 (Universal Pictures)
Melissa McCarthy – Spy (20th Century Fox)
Rebel Wilson – Pitch Perfect 2 (Universal Pictures)
Ryan Reynolds – Deadpool (20th Century Fox)
Will Ferrell – Get Hard (Warner Bros.)
Best Action Performance
Chris Pratt – Jurassic World (Universal Pictures)
Dwayne Johnson – San Andreas (Warner Bros.)
Jennifer Lawrence – The Hunger Games: Mockingjay – Part 2 (Lionsgate)
John Boyega – Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Ryan Reynolds – Deadpool (20th Century Fox)
Vin Diesel – Furious 7 (Universal Pictures)
Best Hero
Charlize Theron – Mad Max: Fury Road (Warner Bros.)
Chris Evans – Avengers: Age of Ultron (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Daisy Ridley – Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Dwayne Johnson – San Andreas (Warner Bros.)
Jennifer Lawrence – The Hunger Games: Mockingjay - Part 2 (Lionsgate)
Paul Rudd – Ant-Man (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Best Villain
Adam Driver – Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Ed Skrein – Deadpool (20th Century Fox)
Hugh Keays-Byrne – Mad Max: Fury Road (Warner Bros.)
James Spader – Avengers: Age of Ultron (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Samuel L. Jackson – Kingsman: The Secret Service (20th Century Fox)
Tom Hardy – The Revenant (20th Century Fox)
Best Virtual Performance
Amy Poehler – Inside Out (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Andy Serkis – Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Jack Black – Kung Fu Panda 3 (20th Century Fox)
James Spader – Avengers: Age of Ultron (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Lupita Nyong'o – Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Seth MacFarlane – Ted 2 (Universal Pictures)
Ensemble Cast
Avengers: Age of Ultron (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Furious 7 (Universal Pictures)
Pitch Perfect 2 (Universal Pictures)
Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
The Hunger Games: Mockingjay - Part 2 (Lionsgate)
Trainwreck (Universal Pictures)
Best Kiss
Amy Schumer & Bill Hader – Trainwreck (Universal Pictures)
Dakota Johnson & Jamie Dornan – Fifty Shades of Grey (Universal Pictures)
Leslie Mann & Chris Hemsworth – Vacation (Warner Bros.)
Margot Robbie & Will Smith – Focus (Warner Bros.)
Morena Baccarin & Ryan Reynolds – Deadpool (20th Century Fox)
Rebel Wilson & Adam DeVine – Pitch Perfect 2 (Universal Pictures)
Best Fight
Deadpool (Ryan Reynolds) vs. Ajax (Ed Skrein) – Deadpool (20th Century Fox)
Hugh Glass (Leonardo DiCaprio) vs. The Bear – The Revenant (20th Century Fox)
Imperator Furiosa (Charlize Theron) vs. Max Rockatansky (Tom Hardy) – Mad Max: Fury Road (Warner Bros.)
Iron Man (Robert Downey Jr.) vs. Hulk (Mark Ruffalo) – Avengers: Age of Ultron (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Rey (Daisy Ridley) vs. Kylo Ren (Adam Driver) – Star Wars: The Force Awakens (Walt Disney Studios Motion Pictures)
Susan Cooper (Melissa McCarthy) vs. Lia (Nargis Fakhri) – Spy (20th Century Fox)
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Film 1097 - 47 Ronin
Una due giorni fuori porta (in realtà dentro) e un wifi non funzionante ci ha obbligato a optare per qualche dvd. Questo il primo.
Film 1097: "47 Ronin" (2013) di Carl Rinsch
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Clamoroso flop al botteghino mondiale, vero e proprio harakiri commerciale, bannato dalla critica... Eppure a me continua a piacere.
Certamente è una boiata colossale, classico esempio di appropriazione culturale da parte degli americani - che riescono a rimpire di steroidi anche la storia dei 47 ronin giapponesi (samurai senza un padrone) che, per vendicare la memoria del loro signore, moriranno tramite seppuku, ma ritrovando l'onore perso -, eppure a me il risultato finale non dispiace.
Visivamente bello, con costumi degni di nota e, pur con i suoi limiti di superficialità, capace di dare lustro alla cultura giapponese, "47 Ronin" è un blockbuster forse troppo orientale per il pubblico che non lo è - e viceversa - e forse per questo incapace di generare quell'interesse che ci si aspetta da una pellicola costata 150 milioni di dollari solo di produzione.
In ogni caso si tratta di un titolo di puro intrattenimento che funziona non solo sulla carta e, a conti fatti, regala esattamente ciò che promette.
Film 688 - 47 Ronin
Cast: Keanu Reeves, Hiroyuki Sanada, Tadanobu Asano, Rinko Kikuchi, Ko Shibasaki, Min Tanaka, Cary-Hiroyuki Tagawa, Jin Akanishi, Masayoshi Haneda, Rick Genest.
Box Office: $151.8 milioni
Consigli: Chi fosse alla ricerca di svago, un po' di avventura, molte leggende e una storia basata sull'onore, troverà sufficiente soddisfazione qui. "47 Ronin" è un film d'intrattenimento garbato, bello da vedere e anche affascinante, pur rivisitato secondo i canoni americani del cinema contemporaneo. Non indimenticabile, ma fa il suo dovere.
Parola chiave: Tengu.
Trailer
#HollywoodCiak
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Film 1097: "47 Ronin" (2013) di Carl Rinsch
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Clamoroso flop al botteghino mondiale, vero e proprio harakiri commerciale, bannato dalla critica... Eppure a me continua a piacere.
Certamente è una boiata colossale, classico esempio di appropriazione culturale da parte degli americani - che riescono a rimpire di steroidi anche la storia dei 47 ronin giapponesi (samurai senza un padrone) che, per vendicare la memoria del loro signore, moriranno tramite seppuku, ma ritrovando l'onore perso -, eppure a me il risultato finale non dispiace.
Visivamente bello, con costumi degni di nota e, pur con i suoi limiti di superficialità, capace di dare lustro alla cultura giapponese, "47 Ronin" è un blockbuster forse troppo orientale per il pubblico che non lo è - e viceversa - e forse per questo incapace di generare quell'interesse che ci si aspetta da una pellicola costata 150 milioni di dollari solo di produzione.
In ogni caso si tratta di un titolo di puro intrattenimento che funziona non solo sulla carta e, a conti fatti, regala esattamente ciò che promette.
Film 688 - 47 Ronin
Cast: Keanu Reeves, Hiroyuki Sanada, Tadanobu Asano, Rinko Kikuchi, Ko Shibasaki, Min Tanaka, Cary-Hiroyuki Tagawa, Jin Akanishi, Masayoshi Haneda, Rick Genest.
Box Office: $151.8 milioni
Consigli: Chi fosse alla ricerca di svago, un po' di avventura, molte leggende e una storia basata sull'onore, troverà sufficiente soddisfazione qui. "47 Ronin" è un film d'intrattenimento garbato, bello da vedere e anche affascinante, pur rivisitato secondo i canoni americani del cinema contemporaneo. Non indimenticabile, ma fa il suo dovere.
Parola chiave: Tengu.
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lunedì 7 marzo 2016
Film 1096 - Casa Howard
Trovato un film scaricato non so più neanche quanti anni fa, alla fine mi sono deciso a dargli una possibilità.
Film 1096: "Casa Howard" (1992) di James Ivory
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Erano anni che aspettavo di vedere questa pellicola, curiosissimo di scoprire di cosa parlasse. Ecco perché, a conti fatti, "Howards End" è stata una cocente delusione.
Non so, forse mi aspettavo qualcosa più alla "Ragione e sentimento" o in generale qualcosa di più dinamico, coinvolgente e invece quello che ho trovato qui è quasi un dipinto, ben fatto ed esteticamente di qualità, eppure statico. Per la maggior parte del tempo sembra che non succeda nulla e che nulla succederà. L'antipatia della maggior parte dei personaggi rende questo viaggio cinematografico pensante e le buone premesse riversate sul gruppo dei fratelli Schlegel (in particolare le sorelle interpretate da Emma Thompson e Helena Bonham Carter) scemano abbastanza in fretta.
Probabilmente il mio errore è stato aspettarmi qualcosa, specialmente proiettando il mio orizzonte di aspettative nei confronti di un prodotto cinematografico che ritenevo simile: di fatto mi sono dato la zappa sui piedi.
Il mio proposito di recuperare, subito dopo questo questo, il film dell'anno successivo "Quel che resta del giorno" è stato bloccato da questa visione. La stessa regia di Ivory, la presenza degli stessi Anthony Hopkins ed Emma Thompson, la penna della stessa sceneggiatrice (Ruth Prawer Jhabvala) sono tutti elementi-fotocopia che mi hanno momentaneamente scoraggiato. Probabilmente prima o poi lo vedrò, questa volta con il pregiudizio legato a "Casa Howard" che, magari, mi influenzerà positivamente. Staremo a vedere.
Ps. Candidato a 9 premi Oscar, ne ha vinti 3: Miglior attrice protagonista (Thompson), sceneggiatura e scenografia.
Cast: Emma Thompson, Helena Bonham Carter, Anthony Hopkins, Vanessa Redgrave, Joseph Bennett, Prunella Scales, Adrian Ross Magenty, Jo Kendall, James Wilby, Jemma Redgrave.
Box Office: $25,966,555
Consigli: Per carità, è evidente che si tratti di una pellicola esteticamente ben fatta, ma la mancanza di pathos, l'infelice rappresentazione di certi personaggi, la staticità della maggior parte delle 2h e 20min di visione rende il tutto abbastanza pesante. E' ovvio, dunque, che chiunque fosse interessato a vedere questo film vi si deve approcciare in modo consapevole: tratto da un romanzo del 1910 sulle convenzioni sociali e i codici di condotta morale dell'Età edoardiana inglese, non si tratta certo di un prodotto "contemporaneo" (ma no, non assomiglia a "Downton Abbey" neanche da lontano). Lo si scelga, dunque, se si è interessati, appassionati, incuriositi. Gli altri lascino stare.
Parola chiave: Testamento.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1096: "Casa Howard" (1992) di James Ivory
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Erano anni che aspettavo di vedere questa pellicola, curiosissimo di scoprire di cosa parlasse. Ecco perché, a conti fatti, "Howards End" è stata una cocente delusione.
Non so, forse mi aspettavo qualcosa più alla "Ragione e sentimento" o in generale qualcosa di più dinamico, coinvolgente e invece quello che ho trovato qui è quasi un dipinto, ben fatto ed esteticamente di qualità, eppure statico. Per la maggior parte del tempo sembra che non succeda nulla e che nulla succederà. L'antipatia della maggior parte dei personaggi rende questo viaggio cinematografico pensante e le buone premesse riversate sul gruppo dei fratelli Schlegel (in particolare le sorelle interpretate da Emma Thompson e Helena Bonham Carter) scemano abbastanza in fretta.
Probabilmente il mio errore è stato aspettarmi qualcosa, specialmente proiettando il mio orizzonte di aspettative nei confronti di un prodotto cinematografico che ritenevo simile: di fatto mi sono dato la zappa sui piedi.
Il mio proposito di recuperare, subito dopo questo questo, il film dell'anno successivo "Quel che resta del giorno" è stato bloccato da questa visione. La stessa regia di Ivory, la presenza degli stessi Anthony Hopkins ed Emma Thompson, la penna della stessa sceneggiatrice (Ruth Prawer Jhabvala) sono tutti elementi-fotocopia che mi hanno momentaneamente scoraggiato. Probabilmente prima o poi lo vedrò, questa volta con il pregiudizio legato a "Casa Howard" che, magari, mi influenzerà positivamente. Staremo a vedere.
Ps. Candidato a 9 premi Oscar, ne ha vinti 3: Miglior attrice protagonista (Thompson), sceneggiatura e scenografia.
Cast: Emma Thompson, Helena Bonham Carter, Anthony Hopkins, Vanessa Redgrave, Joseph Bennett, Prunella Scales, Adrian Ross Magenty, Jo Kendall, James Wilby, Jemma Redgrave.
Box Office: $25,966,555
Consigli: Per carità, è evidente che si tratti di una pellicola esteticamente ben fatta, ma la mancanza di pathos, l'infelice rappresentazione di certi personaggi, la staticità della maggior parte delle 2h e 20min di visione rende il tutto abbastanza pesante. E' ovvio, dunque, che chiunque fosse interessato a vedere questo film vi si deve approcciare in modo consapevole: tratto da un romanzo del 1910 sulle convenzioni sociali e i codici di condotta morale dell'Età edoardiana inglese, non si tratta certo di un prodotto "contemporaneo" (ma no, non assomiglia a "Downton Abbey" neanche da lontano). Lo si scelga, dunque, se si è interessati, appassionati, incuriositi. Gli altri lascino stare.
Parola chiave: Testamento.
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Bengi
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tratto da un libro,
Vanessa Redgrave
domenica 6 marzo 2016
Film 1095 - Django Unchained
Altro dvd dalla mucchia dell'acquisto selvaggio, stesso weekend senza la rete.
Film 1095: "Django Unchained" (2012) di Quentin Tarantino
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sarà almeno un mese che tento di finire "The Hateful Eight" e non ne ho mai voglia, ma di rivedere "Django" ero davvero impaziente.
E' bel film, ben fatto, divertente, di intrattenimento, agghiacciante e vero e proprio omaggio, se non dichiarazione d'amore, al genere western da parte di un Tarantino più ispirato che mai. Che, tra le altre cose, riesce a radunare non pochi cameo (quello di Franco Nero su tutti).
Francamente non ricordavo che il film fosse così splatter, ma la mancanza è mia. In ogni caso credo che la cosa sia dovuta più che altro al fatto che, al cinema, ero rimasto particolarmente colpito e coinvolto dalla performance di DiCaprio, magnetico, inquietante e bestiale nel ruolo di Calvin Candie. Quando si arrabbia davvero, scoperta la bugia dei due protagonisti, fa veramente paura. Ed è così bravo che è impossibile distrarsi, tanto è magnetico. Quantomeno una nomination all'Oscar gliela potevano dare.
L'Oscar, invece, lo ha vinto Christoph Waltz che, grazie a Tarantino e nel giro di soli 3 anni, si aggiudica il secondo riconoscimento da parte dell'Academy. Foxx che invece è protagonista, non se lo sono considerati in molti. Anche se, devo ammetterlo, il ruolo qui gli calza a pennello.
In ogni caso - e nonostante la lunghezza della pellicola (2h e 45 minuti) - il film scorre benissimo e funziona per tutto il tempo, grazie a una sceneggiatura ben scritta che si prende i suoi tempi e gioca con i personaggi prendendola sempre da lontano, ma trovando il modo per giustificare premesse così lunghe. Insomma, "Django Unchained" è un ottimo film.
Ps. Oscar a Waltz e alla sceneggiatura di Tarantino.
Film 512 - Django Unchained
Film 1095 - Django Unchained
Film 1607 - Django Unchained
Cast: Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Kerry Washington, Samuel L. Jackson, Don Johnson, Walton Goggins, James Remar, Dennis Christopher, James Russo, David Steen, Franco Nero.
Box Office: $425.4 milioni
Consigli: Gli amanti di Tarantino andranno in brodo di giuggiole per questo titolo, degno successore dell'altrettanto riuscitissimo "Bastardi senza gloria". Il cast di attori è azzeccatissimo, lo splatter e le sparatorie di certo non mancano, la storia è avvincente e ben scritta e la colonna sonora pazzesca. tarantino fa sempre il suo sporco lavoro con dedizione e attenzione e si vede davvero quanto il suo amore per il cinema e per il fare cinema sia genuino. E "Django", come dichiarazione, gli è venuto proprio bene. Da vedere.
Parola chiave: Tedesco.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1095: "Django Unchained" (2012) di Quentin Tarantino
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sarà almeno un mese che tento di finire "The Hateful Eight" e non ne ho mai voglia, ma di rivedere "Django" ero davvero impaziente.
E' bel film, ben fatto, divertente, di intrattenimento, agghiacciante e vero e proprio omaggio, se non dichiarazione d'amore, al genere western da parte di un Tarantino più ispirato che mai. Che, tra le altre cose, riesce a radunare non pochi cameo (quello di Franco Nero su tutti).
Francamente non ricordavo che il film fosse così splatter, ma la mancanza è mia. In ogni caso credo che la cosa sia dovuta più che altro al fatto che, al cinema, ero rimasto particolarmente colpito e coinvolto dalla performance di DiCaprio, magnetico, inquietante e bestiale nel ruolo di Calvin Candie. Quando si arrabbia davvero, scoperta la bugia dei due protagonisti, fa veramente paura. Ed è così bravo che è impossibile distrarsi, tanto è magnetico. Quantomeno una nomination all'Oscar gliela potevano dare.
L'Oscar, invece, lo ha vinto Christoph Waltz che, grazie a Tarantino e nel giro di soli 3 anni, si aggiudica il secondo riconoscimento da parte dell'Academy. Foxx che invece è protagonista, non se lo sono considerati in molti. Anche se, devo ammetterlo, il ruolo qui gli calza a pennello.
In ogni caso - e nonostante la lunghezza della pellicola (2h e 45 minuti) - il film scorre benissimo e funziona per tutto il tempo, grazie a una sceneggiatura ben scritta che si prende i suoi tempi e gioca con i personaggi prendendola sempre da lontano, ma trovando il modo per giustificare premesse così lunghe. Insomma, "Django Unchained" è un ottimo film.
Ps. Oscar a Waltz e alla sceneggiatura di Tarantino.
Film 512 - Django Unchained
Film 1095 - Django Unchained
Film 1607 - Django Unchained
Cast: Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Kerry Washington, Samuel L. Jackson, Don Johnson, Walton Goggins, James Remar, Dennis Christopher, James Russo, David Steen, Franco Nero.
Box Office: $425.4 milioni
Consigli: Gli amanti di Tarantino andranno in brodo di giuggiole per questo titolo, degno successore dell'altrettanto riuscitissimo "Bastardi senza gloria". Il cast di attori è azzeccatissimo, lo splatter e le sparatorie di certo non mancano, la storia è avvincente e ben scritta e la colonna sonora pazzesca. tarantino fa sempre il suo sporco lavoro con dedizione e attenzione e si vede davvero quanto il suo amore per il cinema e per il fare cinema sia genuino. E "Django", come dichiarazione, gli è venuto proprio bene. Da vedere.
Parola chiave: Tedesco.
Trailer
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venerdì 4 marzo 2016
Film 1094 - La donna che visse due volte
Sempre senza internet, ma questa volta in compagnia e alla ricerca di un film per la serata. Rispolverando alcuni titoli scaricati un milione di anni fa (leggi quando ancora vivevo coi miei), abbiamo optato per questo.
Film 1094: "La donna che visse due volte" (1958) di Alfred Hitchcock
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Praticamente Hitchcock è sempre cult, con lui non si può sbagliare.
Avevo già visto "Vertigo" tanti anni fa e, con piacere, ho riscoperto una trama che non ricordavo alla perfezione. Dunque seguire le disavventure di Scottie (James Stewart) e della doppia Madeleine (Kim Novak) è stata una stupenda riscoperta, tutta giocata su quel colpo di scena che, di fatto, è anticipato dal titolo italiano.
E' inutile girarci intorno: la classe dei film di una volta, la maestria di Hitchcock, la bellezza non scontata di Kim Novak, la storia appassionante, sono tuti elementi che fanno di "La donna che visse due volte" un vero capolavoro intramontabile, certo uno dei migliori tra i titoli del regista. Tra l'altro, abbastanza inaspettato, nella scena finale c'è un momento quasi da film horror che lascerà lo spettatore più coinvolto abbastanza turbato.
Insomma, "Vertigo" è una pellicola stupenda.
Ps. Tratto dal romanzo "D’entre les morts" di Thomas Narcejac e Pierre Boileau, il film ha ricevuto due candidature agli Oscar del 1959: Miglior sonoro e Migliori scenografia (bianco e nero).
Film 1094 - La donna che visse due volte
Film 1710 - Vertigo
Cast: James Stewart, Kim Novak, Barbara Bel Geddes, Tom Helmore, Henry Jones, Ellen Corby, Konstantin Shayne, Raymond Bailey.
Box Office: $14 milioni
Consigli: Trama disturbante, inquietante e maledettamente intrigante, fra menzogne, verità da scoprire, finzioni e altezze da conquistare. James Stewart interpreta la fotocopia sempre dello stesso personaggio, eppure sembra impossibile fargliene una colpa tanto è ben fatto questo "Vertigo"; la Novak è magnetica; la mano di Hitchcock conduce sapientemente, tra tetti e campanili, un salto dopo l'altro, rivelazione dopo rivelazione. Il finale sarà una sorpresa.
Bello e assolutamente imperdibile.
Parola chiave: Collana.
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#HollywoodCiak
Bengi
Film 1094: "La donna che visse due volte" (1958) di Alfred Hitchcock
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Praticamente Hitchcock è sempre cult, con lui non si può sbagliare.
Avevo già visto "Vertigo" tanti anni fa e, con piacere, ho riscoperto una trama che non ricordavo alla perfezione. Dunque seguire le disavventure di Scottie (James Stewart) e della doppia Madeleine (Kim Novak) è stata una stupenda riscoperta, tutta giocata su quel colpo di scena che, di fatto, è anticipato dal titolo italiano.
E' inutile girarci intorno: la classe dei film di una volta, la maestria di Hitchcock, la bellezza non scontata di Kim Novak, la storia appassionante, sono tuti elementi che fanno di "La donna che visse due volte" un vero capolavoro intramontabile, certo uno dei migliori tra i titoli del regista. Tra l'altro, abbastanza inaspettato, nella scena finale c'è un momento quasi da film horror che lascerà lo spettatore più coinvolto abbastanza turbato.
Insomma, "Vertigo" è una pellicola stupenda.
Ps. Tratto dal romanzo "D’entre les morts" di Thomas Narcejac e Pierre Boileau, il film ha ricevuto due candidature agli Oscar del 1959: Miglior sonoro e Migliori scenografia (bianco e nero).
Film 1094 - La donna che visse due volte
Film 1710 - Vertigo
Cast: James Stewart, Kim Novak, Barbara Bel Geddes, Tom Helmore, Henry Jones, Ellen Corby, Konstantin Shayne, Raymond Bailey.
Box Office: $14 milioni
Consigli: Trama disturbante, inquietante e maledettamente intrigante, fra menzogne, verità da scoprire, finzioni e altezze da conquistare. James Stewart interpreta la fotocopia sempre dello stesso personaggio, eppure sembra impossibile fargliene una colpa tanto è ben fatto questo "Vertigo"; la Novak è magnetica; la mano di Hitchcock conduce sapientemente, tra tetti e campanili, un salto dopo l'altro, rivelazione dopo rivelazione. Il finale sarà una sorpresa.
Bello e assolutamente imperdibile.
Parola chiave: Collana.
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#HollywoodCiak
Bengi
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